Val Maira Experience

La Val Maira è un angolo di paradiso nelle valli cuneesi. Un luogo che, dopo decenni di abbandono, è tornato a fiorire grazie ad un modello di turismo lento e sostenibile. In occasione del Press Trip di Sea To Summit e Panorama Diffusion abbiamo avuto l'occasione di scoprire questo gioiello alpino.

Situata nel cuore delle valli occitane, la Val Maira è stata per molto tempo isolata dal resto del cuneese a causa della morfologia del territorio, tanto che fino al '900 le comunicazioni e gli spostamenti avvenivano perlopiù tra i colli che la collegano alla Val Varaita, alla valle Stura e alla Francia anziché lungo gli oltre 40 km necessari a raggiungere la pianura. Addentrandosi sulla strada provinciale che da Dronero risale verso Chiappera, ci si ritrova catapultati in un ambiente di rara bellezza, dove i fitti boschi di querce e castagni lasciano lentamente spazio a panorami aspri e spettacolari. L'orogenesi della zona è particolare, i territori e le cime della valle attraversano infatti un gran numero di differenti formazioni geologiche. Nella parte bassa della valle troviamo un banco composto prevalentemente da rocce metamorfiche e silicee che, proseguendo verso fondovalle, lasciano il posto a formazioni calcaree-dolomitiche Triassiche. La tradizionale atmosfera occitana, unita all'ospitalità di un territorio che ha deciso di aprirsi al turismo sostenibile, rende la Val Maira location perfetta per avventurarsi in qualsiasi sport outdoor in un contesto alpino unico.  

Chiappera, sullo sfondo la rocca provenzale
Malga con alpeggio in direzione passo della Gardetta

Ad attenderci al nostro arrivo a Ponte Maira troviamo Renato, Guida Alpina e gestore della Locanda Mistral, dove trascorreremo la notte. Renato si è trasferito qui dall'Alto Adige qualche anno fa, per prendere in gestione la locanda con Manuela, moglie e compagna di avventure. La volontà della coppia, sin dall'inizio, è stata quella di fornire un servizio di qualità, completo e sostenibile, che permettesse ai turisti di scoprire il territorio e l'ambiente montano della valle a 360°, sia in estate che in inverno. All'interno della locanda (una casa contadina risalente al 1800 ristrutturata a partire dagli anni novanta dai genitori di Manuela) l'ambiente è sereno, familiare, concilia la tradizione con elevati standard di qualità e con una cucina molto creativa. 

Le attività offerte dalla Val Maira sono molteplici, abbracciano le quattro stagioni proponendo un'infinità di itinerari escursionistici, scialpinisitici e alpinisitici di tutti i livelli e per tutti i gusti. I Percorsi Occitani sono un concatenamento di sentieri creato nel 1992 che, in 177 km e 14 tappe,  collegano tutti i paesi della valle in un tour ad anello, perfetto per scoprire l'anima intrinseca di questo luogo. La Rocca Provenzale e la Rocca Castello sono mete ambite dagli arrampicatori, che possono cimentarsi in salite (sia facili che più impegnative) sulle splendide linee delle strutture, raggiungibili tramite brevi avvicinamenti sulle carrerecce di fondo valle. In inverno, infine, la valle si trasforma in un posto incantato. Le abbontanti nevicate che caratterizzano la zona, influenzate dalle correnti marittime, la rendono un terreno di gioco perfetto per lo scialpinista. Nessun impianto, gite per tutti i livelli e gusti, dalle classiche ai tour di 9 ore, ai canali a 45°. Pensate solo che la guida di scialpinismo conta 280 pagine con ben 135 itinerari differenti. 

Presentazione della collezione Sea to Summit, sullo sfondo la Locanda Mistral

Il progetto di Renato e  Manuela (e la strategia della Val Maira in generale), non è orientato solo al turismo, ma allo sviluppo sostenibile di un circuito che possa ridare vita alle 13 borgate, animando il territorio in maniera costante nell'arco dell'anno ed offrendo tutti i servizi necessari, per far si che questa incredibile località possa ergersi a modello di ripopolazione dei territori alpini. 

All'interno della locanda viene offerto anche un servizio di noleggio di materiale e attrezzatura da montagna. In particolare è attiva una collaborazione con Panorama Diffusion per quanto riguarda scarpe da hiking e scarponi da trekking Meindl in estate e sci Kästle in inverno. Un servizio molto utile considerato che, in caso di problemi durante il soggiorno, il negozio di materiale tecnico più vicino dista un'ora e mezza d'auto. 

Maindl test center presso la Locanda Mistral
In partenza, direzione sorgente del Maira

Oltre che per scoprire i prodotti delle collezioni Meindl, Sea to Summit, Thule e Hydro Flask, l'esperienza organizzata dal distrubutor altoatesino è stata l'occasione perfetta per andare alla scoperta delle bellezze della zona. Nei giorni trascorsi a Ponte Maira, sotto la guida di Renato, abbiamo percorso due itinerari classici e accessibili a tutti che permettono di approcciarsi all'ambiente montano occitano. 

ITINERARIO 1: DA PONTE MAIRA ALLA SORGENTE E RITORNO

L'itinerario ad anello porta da Ponte Maira direttamente alla sorgente dell'omonimo corso d'acqua, costeggiando il versante destro orografico su un sentiero che si sviluppa tra i boschi ed i prati della valle per poi attraversarla all'altezza di Chiappera. Da qui, un sentiero che rimane sempre a mezza costa sul versante opposto,  riconduce dolcemente fin sopra al punto di partenza, per poi perdere dislivello bruscamente per finire nel parcheggio della frazione. 

Itinerario Komoot: https://www.komoot.it

ITINERARIO 2: PASSO DELLA GARDETTA

Il percorso si sviluppa nel vallone di Unerzio, in una valle laterale sul versante destro orografico della Val Maira. Da Acceglio si segue la strada che porta a Viviere, superando l'abitato e parcheggiando al secondo tornante. Da qui un'articolato sistema di strade militari si snoda nella valle tra vecchi bunker abbandonati e alpeggi verdi con mucche al pascolo, fino ad arrivare al passo della Gardetta, punto di incontro di Valle Maira, Valle Stura di Demonte e Valle Gesso. In pochi minuti, dal passo, è possibile raggiungere l'omonimo rifugio per rifocillarsi ed ammirare il panorama.

Itinerario Komoot: https://www.komoot.it

La Val Maira è un luogo tutto da scoprire ed ha in serbo un interessante futuro per il turismo. Ed è grazie alla passione di persone come Renato, Manuela, Gunther (Panorama Diffusion) e di tutti coloro che credono in un modello sostenibile a basso impatto ambientale se oggi ci stiamo avvicinando sempre di più a a questo obiettivo.

LINK UTILI

https://www.locandamistral.com/it/

https://www.vallemaira.org/


Settimana della Montagna, Val di Sole

Vette da amare, natura da scoprire. A Malè parte la Settimana
della Montagna 2022

Torna l’evento dedicato alla passione per le vette e alla celebrazione del valore del territorio. Tra proiezioni, mostre, incontri e momenti di svago, il programma offre al pubblico 8 giorni ricchi di esperienze e opportunità. Anche per i più piccoli.

Malè (TN) 20 luglio 2022 - Incontri, discussioni e intrattenimento. Ma soprattutto un unico filo conduttore: i monti e i suoi protagonisti. È un programma intenso quello che caratterizza “La Settimana della Montagna” di Malè, organizzata dall’amministrazione comunale e la Pro Loco in collaborazione con l'Azienda per il Turismo della Val di Sole.

L’evento, giunto alla sua seconda edizione, si rivolge ad appassionati e semplici curiosi così come ai bambini e ai ragazzi per i quali sono previste specifiche attività. Per otto giorni – dal 31 luglio al 7 agosto – il calendario propone molteplici appuntamenti per confrontarsi, condividere nuove esperienze, conoscere la cultura e i valori del territorio. Tra incontri tematici, aperitivi, concerti, attività esperienziali, proiezioni e sport.

Si comincia domenica 31 luglio nella giornata dedicata al Soccorso Alpino che celebra i 70 anni di attività. Dalle 16, in Piazza Regina Elena, il pubblico avrà l’opportunità di conoscere meglio il lavoro dei soccorritori con un’ampia proposta di giochi ed esperienze. Dalle ore 20 si apre ufficialmente la mostra commemorativa che, attraverso un percorso di 7 parole chiave, ripercorre la storia dell’organizzazione. L’evento vede la partecipazione di due esponenti illustri del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - Servizio Provinciale Trentino: il Presidente Walter Cainelli, e il veterano Enzo Taddei, membro dell’istituzione dall’età di 18 anni. Presenta e conduce Fabio Moratti.

Riflessioni, arte e intrattenimento caratterizzano le giornate successive: lunedì 1° agosto alle 21 in Piazza Regina Elena si discute di turismo responsabile e sostenibile in occasione dell’incontro “Senza lasciare traccia - frequentare la montagna nel rispetto della sua natura. Convivenza tra ambiente e attività outdoor” con la Commissione Tutela Ambiente Montano della SAT. Durante la serata si affronterà il tema della convivenza tra attività turistica e ambiente montano in una tavola rotonda che darà vita ad un confronto tra istituzioni, TAM e operatori locali per costruire una posizione condivisa. Parteciperanno alla tavola rotonda il Parco Nazionale dello Stelvio, con Luca Pedrotti e Ivan Callovi, l'APT Val di Sole con il direttore Fabio Sacco, Alessandro Fantelli, imprenditore nel settore adventure outdoor e Simone Pegolotti, direttore di Funivie Pejo. Conduce Fabio Moratti.

Mercoledì 3 agosto è la volta di Alessandro De Bertolini, viaggiatore alla scoperta del Gruppo del Brenta che si racconta al pubblico nel corso dell’evento “Il Brenta con mio figlio”, in programma alle 21 in Piazza Regina Elena. La serata è dedicata alla narrazione di un’esperienza insolita – un viaggio di dieci giorni con un bimbo di un anno e dieci mesi, una bicicletta, una tenda e un sacco a pelo – ma anche a una riflessione condivisa sui valori culturali del Parco naturale e sul significato quasi leggendario delle Dolomiti di Brenta. Un’occasione per ripercorrere le avventure dei primi viaggiatori-alpinisti di epoca vittoriana, con letture dai diari di William Douglas Freshfield e di Francis Fox Tuckett.

Giovani e giovanissimi saranno protagonisti nella giornata di giovedì 4 agostoin Piazza Regina Elena: si parte alle 15 con il Laboratorio organizzato dalla Scuola Montessori di Croviana che offrirà ai più piccoli esperienze con materiali naturali e si prosegue alle 17 con le prove di arrampicata sportiva per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni con le Guide Alpine della Val di Sole. Il programma della giornata prosegue per i più grandi alle 18:30 in Via Brescia 36 con l’aperitivo-incontro con Alessio Zanella, esperto di volo con parapendio. Alle 21, presso il Cinema Teatro di Malè, secondo appuntamento con il Trento Film Festival con la proiezione del documentario “Fine Lines-Viver in Verticale” di Dina Khreino: le testimonianze di venti dei più grandi alpinisti e scalatori al mondo per la prima volta si intrecciano in un unico racconto che ispira e commuove.

Venerdì 5 agosto alle 20:45, in Piazza Regina Elena, prende il via la serata con Maurizio Giordani, Guida Alpina, esploratore e viaggiatore, che racconterà le sue avventure attraverso filmati e pubblicazioni. L’incontro, presentato da Sandro Rossi, vicepresidente di SAT Malè, è l’occasione per narrare le più difficili arrampicate mai realizzate sulle Alpi e le incredibili esperienze vissute dallo scalatore sulle vette più affascinanti del Pianeta come i massicci della Patagonia e dell’Himalaya oltre all’Elbrus a al Kilimanjaro per citarne solo alcune.

Gran finale con gli eventi del weekend. Sabato 6 agosto alle 8:45 prende il via la gara di trail running organizzata dalla SAT di Malè che assegnerà il 1° Trofeo della Settimana della Montagna di Malè. Domenica 7, alle 19:30 è la volta della camminata collettiva serale con falò al Cimon di Bolentina e musica dal vivo.

Da non perdere, infine, gli appuntamenti con il programma “MuoverSì: passeggiate, natura e libertà” per scoprire al meglio il territorio grazie a un programma di escursioni giornaliere sui sentieri più belli della Val di Sole. Per tutta la durata dell’evento, infine, presso la Sala Mostre del Municipio di Malé si terrà l’esposizione fotografica “Massi incisi in Val Di Sole” a cura dell’Associazione Val di Sole Antica.

Il programma completo della Settimana della Montagna è disponibile qui: https://www.visitvaldisole.it/it/eventi/settimana-della-montagna


Dentro la Trans D'Havet

Da undici anni a questa parte, nelle Piccole Dolomiti Vicentine si svolge la Trans d’Havet, gara di trail running che si sviluppa su tre distanze: Ultra 80 km con 5500 d+, Marathon 40 km con 2700 d+ e Half Marathon 24 km con1500 d+. 

«Abbiamo superato due stagioni difficili, tra pandemia e problemi di gestione - dichiara Enrico Pollini, organizzatore e mente della manifestazione - ma quest’anno siamo pronti a ripartire, proponendo tutte e tre le gare al completo. Come per tanti altri del settore organizzare un evento del genere è stato una grande scommessa, la risposta dei partecipanti è stata positiva: abbiamo dovuto addirittura chiudere le iscrizioni anticipatamente per esaurimento dei pettorali. Noi siamo carichi, ora non resta che partire».

La reintroduzione della gara Ultra comporta anche il passaggio nei punti più emblematici del luogo: il tracciato delle 52 gallerie del Pasubio, costruite durante la prima guerra mondiale, e il Rifugio Papa che proprio in quel giorno festeggiava il centenario dall’apertura. Per l’occasione è stato riservato alla stampa un trattamento particolare: quello di poter vivere la gara dall’interno, in modo da assaporare appieno tutte le emozioni e gli stati d’animo durante l’evento, conoscere da vicino chi lavora dietro le quinte, in silenzio, ma con un ruolo fondamentale per la riuscita della manifestazione.

Il rifugio Gen. A. Papa, punto di passaggio della Trans D'Havet

Passo la notte precedente alla partenza della prima distanza in compagnia del Soccorso Alpino sezione di Schio al bivacco sopra il rifugio Papa. Luca, Riccardo e Matteo avevano da coprire la postazione alla fine delle gallerie. E’ un compito che spetta loro ogni anno e hanno sempre lo stesso entusiasmo nell’aspettare e incitare ogni singolo concorrente che passa da li, magari ricordando di accendere la frontale anche alle prime luci dell’alba, perché all’interno delle gallerie è sempre buio e c'è rischio di cadere.

Ho condiviso con loro diversi momenti entusiasmanti: una deliziosa cena, offerta da Renato, il gestore del rifugio Papa, tra risate e la programmazione della giornata seguente, la sveglia alle 2.30 del giorno successivo, la preparazione di tutto il necessario per il primo soccorso e la sfacchinata nel portare il materiale al punto stabilito. Ho condiviso con loro la prima tazza di tè - chissá perché lo immaginavo caldo, invece al primo sorso mi si è gelato lo stomaco.. ma non importava, erano cosí gentili che non mi sarei mai osata dire nulla se non grazie. Per alcune ore mi sono sentita parte del loro gruppo, ed è stato emozionante.

Mi sposto al punto in cui devo fare i primi report per la gara. Si attende la testa del gruppo verso le 4.30 e con essa arrivano anche le prime luci dell’alba. Rimango li fino alle 6 circa, poi saluto i miei primi compagni di viaggio per correre a prendere un caffé ed una fetta di torta al rifugio, prima di recarmi al punto d’incontro prestabilito con Denis, il supervisore del tracciato. Arrivo con un ritardo di cinque minuti, ma era impossibile non fermarsi ad ogni curva per fare alcuni scatti e due chiacchiere con i concorrenti.

Mi accoglie con un immenso sorriso e non faccio in tempo a salutarlo che mi offre la colazione. Con un imbarazzante rifiuto - la crostata aveva già fatto il suo lavoro - partiamo alla volta di Pian delle Fugasse, primo ristoro in cui i concorrenti potevano avere un pasto caldo, sedersi e rigenerarsi per alcuni minuti.

La gestione del luogo è affidata agli alpini, che non mancano un’edizione e sono il cuore della manifestazione. Soddisfano le richieste di ogni corridore sempre con il sorriso, a qualunque ora e qualunque sia l’umore del concorrente.

Il tempo di due scatti ed ora di ripartire, direzione Campogrosso, dove la gara da 42 km si interseca con quella da 80 km. Da qui in avanti i tracciati saranno gli stessi e il gruppo sarà ancora piú consistente, perfetto per assaporare ancora più dall’interno le sensazioni dei partecipanti. Aspetto i passaggi dei primi concorrenti della Marathon per poi muovermi, ma stavolta a piedi, assieme a tutti i corridori, per godermi ancora di piú questo evento e i suoi meravigliosi scorci.

La salita dal Rifugio Campogrosso porta verso la cima Carega ed il Rifugio Fraccaroli. La strada si sviluppa nel bosco, per poi inerpicarsi su un ripida pietraia dove si può vedere la serpentina di persone salire con passo lento ma costante. Mi perdo nel fotografare volti stanchi, accaldati ma fieri di ciò che stavano facendo. Mi immergo in chiacchiere con i partecipanti, che non vedono l’ora di scambiare due parole con qualcuno.

Arrivo in cima alla forcella, breve discesa e poi una dolce salita verso il Fraccaroli, rifugio simbolo della manifestazione. Il ristoro è stato creato in memoria di Cristina Castagna, giovanissima alpinista che perse la vita nel 2009 mentre scendeva dal Broad Peak, la dodicesima montagna più alta della terra. E’ stata la più giovane alpinista italiana ad aver scalato un ottomila ed in zona è ricordata come ‘’el grio’’ ossia il grillo, per la sua vivacità estrema.

Un aneddoto raccontato post gara ma strettamente legato ad essa, è il giro della Trans d’Havet al contrario con gli sci d’alpinismo. Nel gruppo erano presenti la giovane alpinista, Paolo Dani - mancato recentemente nella tragedia della Marmolada - Mauro Pretto e Chiara Ambros, amici legati da una passione sfrenata per la montagna. Da Marana a Posina per godere di ogni metro di neve nelle montagne di casa.  Oggi viene ricordata con un libro, Acchiappasogni, e il ristoro al Fraccaroli dove si trova la cima del suo cuore, il Carega.

Da qui al mio rendez-vous con il medico della gara sono circa 30 minuti di discesa. Inizio a scendere godendomi ogni passo, con gli occhi ancora lucidi per i racconti. Aspetto qualche concorrente che cerco di incitare al mio meglio per portarlo alla base vita del rifugio Scarolbi.

Arrivo in una conca verde e anche qui, come una costante che caratterizza tutta la manifestazione, i sorrisi non tardano ad arrivare. Conosco Florio e Gigi, i medici. Con loro farò l’ultima ora di cammino e il rientro a Valdagno, paese di arrivo delle gare. Dobbiamo aspettare le scope e gli ultimi concorrenti prima di partire e questo mi da modo di scambiare due parole con gli alpini del posto.

«Non ho piú le forze per fare queste cose - mi racconta Dario, veterano della gara - ma non so come mai ogni anno mi ritrovo alle 5 del mattino ad allestire e preparare nel migliore dei modi l’accoglienza per i circa 400 corridori che passeranno».

Arriva la prima scopa, iniziamo a prepararci. Il sole è caldo, la temperatura si è alzata ma nulla può rovinare quelle ultime ore di luce e bellezza. Nonostante la stanchezza della giornata si ride e ci si racconta, i chilometri passano velocemente e arriviamo alla macchina. Ultimo giro e via all’arrivo di Valdagno. Arrivo trafelata alle premiazioni: foto di rito, saluti e poi, finalmente, riprendo fiato. Vedo Enrico, ideatore di questa giornata incredibile, che voleva vivessi da dentro la manifestazione, per capire cosa fosse davvero la Trans d’Havet.

A due giorni dall’evento, seduta alla mia scrivania in legno, con una leggera brezza che fa sopportare il caldo a stento, ricordo i volti, gli sguardi di ogni singola persona che ho incontrato durante il mio viaggio. Sorrido, perché se ci penso bene, non ho mai visto in nessuna manifestazione un’accoglienza del genere da parte degli organizzatori. E soprattutto nessuno ha mai pensato ad un viaggio ‘’inside the race’’.

Forse si dovrebbe fare piú spesso, forse bisognerebbe pensare oltre ai classici schemi e immaginare qualcosa che vada al di là del classico giornalismo.

Bisogna avere quel pizzico di follia per creare quanto ho vissuto, perché, ad onor della cronaca, se qualcosa fosse andato storto, avrei dovuto scriverlo e raccontarlo. Un bel rischio per gli organizzatori, soprattutto a due anni dalla versione integrale della gara.

«Siamo una macchina ben rodata. - mi racconta Enrico - Ero certo che se ci fossero state emergenze ogni volontario sarebbe stato in grado di gestirle e risolvere. Inserirti all’interno della gara è stato quello stimolo in più per fare ancora meglio, per esprimerci al massimo delle nostre potenzialità. Sono fiero di ogni singola persona e di come, dopo due anni difficili, ne siamo usciti ancora piú forti e caparbie.»

La Trans d’Havet dà appuntamento al prossimo anno chiudendo i sipari su un week end ricco di soddisfazioni e tanto caldo, con la promessa che il prossimo anno sarà in grado stupirci di nuovo.

CLASSIFICA 80 KM

Uomini

Alessio Zambon (Vicenza Marathon-La Sportiva)

Vittorio Marchi (ASD Team Km Sport)

Jimmy Pellegrini (Bergamo Stars Atletica-Skinfit-HokaOneOne)

Donne

Alessandra Olivi (ASD Scarpe Bianche-Scarpa/Mico)

Marialuisa Tagliapietra (United Trail&Running)

Marta Cunico (Ultrabericus Team ASD).

CLASSIFICA 40 KM

Uomini

Diego Angella (Atletica Brescia-Marathon-Scotto-Gialdini)

Christian Modena (Lagarina Crus Team)

Matteo Andriola (Unione Sportiva Aldo Moro).

Donne

Irene Saggin (Ultrabericus Team ASD)

Gaia Signorini (Runners Team Zanè)

Angela Trevisan (GP Turristi Montegrotto)

CLASSIFICA 24 KM

Uomini

Ruggero Pianegonda (Sport Race ASD)

Luca Marchioro (Skyrunners Le Vigne Vicenza)

Michele Meridio (Runners Team Zanè-Brooks Trail Runners)

Donne

Giulia Zaltron (Marunners)

Veronica Maran (Skyrunners Le Vigne Vicenza)

Liliana De Maria (Facerunners ASD).


XTERRA Dolomiti di Brenta Trail

XTERRA Dolomiti di Brenta Trail, 10 settembre 2022, Molveno (TN) 

 Le montagne più belle del mondo, un percorso che dopo 5 edizioni è già un classico e l’emozione di correre tra vette che hanno fatto la storia dell’alpinismo: è XTERRA Dolomiti di Brenta Trail, che torna il 10 settembre 2022. 

Diventata ormai un riferimento del trail running in Europa, XTERRA Dolomiti di Brenta Trail vede la partecipazione, sia in Europa che oltreoceano, di atleti di alto livello provenienti da tutto il mondo, impegnati in due percorsi di gara che sono diventati ormai un grande classico per tutti gli appassionati che vogliono vivere un’emozione che va oltre lo sport. Non è da tutti, infatti, avere la possibilità di fare trail running in luoghi meravigliosi come il Lago di Molveno, il gruppo di Cima S. Maria e Cima di Campa, il Passo del Grosté e tutta la parte centrale del Brenta (ai piedi di cime storiche come Cima Brenta, Crozzon di Brenta, Cima Tosa, Campanile Basso, e mille altre).

Anche per questo 2022 viene confermata la partnership con XTERRA e con la XTERRA Trail Marathon Series, ossia 10 gare nelle località più belle del mondo, dalla Cina a Tahiti, dalla Scozia agli Stati Uniti; impossibile non inserire un luogo unico come le Dolomiti di Brenta, che si confermano essere la sola località italiana nel programma internazionale.

XTERRA Dolomiti di Brenta Trail diventa così anche un appuntamento imperdibile per gli atleti del triathlon off road della community di XTERRA, che trovano tra le Dolomiti la possibilità di scoprire un territorio unico, provando l’esperienza del trail running.

L’anima dell’evento, fatta di passione per le terre alte” e per la corsa, rimane però la stessa, sin dalla prima edizione: godere del piacere di correre tra le montagne più belle del mondo, “accompagnati” da una organizzazione perfetta.

Le iscrizioni sono aperte e ad oggi si contano iscritti di 16 nazionalità diverse. La gara, come da tradizione, partirà sabato 10 settembre 2022 da Molveno (TN). Come sempre, grande attenzione alla sicurezza e organizzazione impeccabile, anche grazie ai tracker GPS, di cui viene dotato ogni partecipante.

Come lo scorso anno verrà data priorità anche alle normative sanitarie: l’evento sarà organizzato nel dettaglio in base alle disposizioni vigenti e in stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le autorità sanitarie.

I percorsi di gara sono due: il corto di 45km (valido per la classifica XTERRA), con 2850m D+, e il lungo di 64km, con 4200m D+. Due distanze non estreme, ma che mettono alla prova anche i runner più preparati per le caratteristiche tecniche dei percorsi.

Il percorso collega rifugi come il Croz dell’Altissimo, il Pedrotti, il Brentei, il Tuckett e il Graffer, luoghi simbolo delle Alpi, dove arrivare correndo regala sempre un’emozione indimenticabile, un’esperienza che ogni trail runner dovrebbe provare.

Per chi si sta allenando per andare forte, i record da battere, che ormai durano da 4 anni, rimangono quello di Enzo Romieri, di 7h 04’ 23’’, e Laura Besseghini, di 9:10:37. Per la 45 km i tempi di riferimento sono quelli di Federico Nicolini (4:40:09) e di Martina Valmassoi (5:53:37). Le gare consentono di accumulare punti ITRA: 2 per la corta e 3 per la lunga.

Per informazioni:

https://www.dolomitidibrentatrail.it


Monterosa Est Himalayan Trail 2022

Un’avventura fatta di cinque distanze, totale 237 km e 18.150 m di dislivello per 1500 atleti . Si corre sabato 30 e domenica 31 luglio nella splendida cornice della parete est del Monterosa.

MACUGNAGA (VB) – Mancano pochi giorni al IV HOKA Monte Rosa EST Himalayan Trail, evento organizzato da Sport PRO-MOTION A.S.D., in programma sabato 30 e domenica 31 luglio. Un evento che è già un grande classico anche se compie i 4 anni di vita e che precede, stessa società organizzatrice, l’Ultra Trail Lago Maggiore che si correrà l’1 e 2 ottobre.

@MEHT 2021

La manifestazione prende il nome dalla parete EST del Monte Rosa, la più alta delle Alpi e per geomorfologia l'unica di tipo himalayano presente in Europa. La parete ha un dislivello di 2.600 metri per una larghezza complessiva di quasi 4 km e si trova nel territorio del comune di Macugnaga, alla fine della Valle Anzasca, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola (Piemonte). Dal paese se ne può scorgere un'ampia sezione, particolarmente impressionante per la vastità delle dimensioni e la distanza ravvicinata. Assieme alla parete valsesiana del MonteRosa costituisce il versante piemontese del gruppo, contrapposto a quello valdostano e a quello svizzero.

LE GARE – Cinque le distanze a cui ci si può iscrivere, tutte con partenza e arrivo al Centro Sportivo di frazione Pecetto di Macugnaga.

Dedicata agli atleti più esperti e amanti delle lunghe distanze è la BRUTAL 103K/7.800 D+, ultra-distanza che prenderà il via alle 5:00 del mattino di sabato 30 luglio e che gli atleti dovranno portare a termine in massimo 34 ore. Il punto più alto è il Passo del Monte Moro (2.868m) mentre quello più basso è a 669 m s.l.m. a Bannio Anzino.

Torna senza variazioni la EPIC 60K/4.700 D+, partenza prevista alle 5:30 del mattino di sabato 30 luglio e 18h di tempo massimo per completare la prova. Il punto più alto coincide con quello del percorso BRUTAL al Passo Monte Moro (2.868m) mentre quello più basso è a 985 m.s.l.m. in frazione Pestarena.

Più breve e molto impegnativa sul piano del dislivello è la SKY 38K/3.100 D+ che partirà alle 8:00 del mattino e dovrà essere completata in 12,5 ore. Come per le altre due distanze, la SKY 38K porterà gli atleti a raggiungere il punto più alto a Passo Monte Moro (2.868 m) mentre il punto più basso 985 m.s.l.m. in frazione Pestarena. Il percorso è molto tecnico e consente di godere dell''imponenza dei “4.000 svizzeri”.

Adatta ad una platea più ampia la CHALLENGE 22K/1.700 D+ che partirà alle 8:30 di sabato 31 luglio con 7,5 ore di tempo massimo per completare il percorso. Gli atleti raggiungeranno il punto più alto a 2151 m.s.l.m. alla Funivia Rosareccio e transiteranno ai piedi della parete Est del Monte Rosa, una vista emozionante su veri sentieri di montagna, mentre il punto più basso sarà a 1187 m.s.l.m. in Frazione Fornarelli.

L’ultima partenza è per gli atleti iscritti alla ZMAKANA’ 14K/850 D+ che partiranno alle 9:00 di sabato 31 e avranno a disposizione 5h per completare il percorso raggiungendo il punto più alto a 1714 m.s.l.m. all’Alpe Bletz (1.714m) e quello più basso a 1187 m.s.l.m. in Frazione Fornarelli. Il percorso è adatto anche a chi ha poca esperienza e consente di godere della storia e della bellezza del paese Walser Macugnaga da tutte le angolazioni.

Tutte le informazioni sulla competizione su www.meth.it

https://www.youtube.com/watch?v=06iGtRsFbdg


ZACUP 2022

Si è tenuta il 18 luglio 2022 la conferenza stampa per la prossima edizione della ZacUp, a due mesi esatti dal giorno in cui si correrà la gara, proprio il 18 di settembre. E soprattutto si è tenuta nel punto più iconico della gara: il rifugio Brioschi, a 2.410 metri, posto sulla vetta del Grignone. “Senza l’ospitalità dei rifugi questo evento non si potebbe nemmeno creare”, ci tiene a sottolineare il suo ideatore e presidente del comitato d’organizzazione, Alberto Zaccagni.

Questa skyrace, arrivata ormai alla sua ottava edizione, partirà come sempre dal cuore di Pasturo per arrivare in cima al Grignone e fare ritorno sempre a Pasturo per l’arrivo. Il tracciato si snoda in un ambiente selvaggio e dall’aspetto lunare ed è caratterizzato da tratti molto verticali e tecnici: 27 km e 2.650 metri di dislivello che sono stati occasione per ripristinare alcuni sentieri delle Grigne, come il passaggio allo Zapel de l’Asen, una sezione di ferrata che diversamente sarebbe andata persa. 

Conferenza stampa del 18 luglio al rifugio Brioschi in vetta al Grignone

La ZacUp, ideata e pensata da Alberto Zaccagni in memoria al fratello Andrea scomparso sul Cervino, è una gara in cui Alberto ci ha infatti messo il cuore creando una nuova società, il Team Pasturo ASD, che ha avvicinato al mondo della corsa in montagna numerosi ragazzi giovani. Il Team Pasturo ASD compirà, nel 2024, 10 anni. 

Si tratta di una gara che in poco tempo è diventata una classica di fine stagione ed ha portato a correre sulle Grigne campioni di caratura mondiale. Alberto ha ringraziato la Regione Lombardia per l’organizzazione e per il supporto nel ripristinare e migliorare i sentieri. Ha infatti preso parte alla giornata anche Antonio Rossi, sottosegretario ai Grandi Eventi, sottolineando quanto questo genere di gare siano un motore per il turismo e per salvaguardare la montagna. Antonio ha infatti ricordato che il 40% del territorio lombardo è montano e che il turismo legato allo sport è sempre più sviluppato. Una collaborazione tra gli organizzatori della gara, i volontari e gli enti che partecipano sta permettendo la manutenzione e la cura di questi luoghi ed è una fondamentale risorsa per tutti.

La cura verso questi luoghi è chiara anche nella scelta di non utilizzare bicchieri e bottigliette di plastica nella gara e di squalificare gli atleti che gettano rifiuti lungo il percorso: Alberto, insieme al team organizzatore ha sicuramente dato vita ad un evento che mette insieme cura del luogo e spettacolarità del tracciato. Il main sponsor, Scott, rappresentato da Nicola Gavardi, sottolinea la volontà di supportare l’evento proprio per l’importanza di collaborare con partner che vivano questo sport a 360 gradi, tenendo insieme sia il territorio sia l’esperienza della gara. 

La ZacUp è ormai una gara riconosciuta a livello internazionale, nella sua ultima edizione ha fatto correre insieme partecipanti da oltre 20 nazioni anche extra europee dando ad un territorio, quello lecchese e delle Grigne, un’occasione molto preziosa. Il montepremi totale è di € 6.000. Verranno premiati i primi 15 uomini e le prime 15 donne. È previsto un riconoscimento di € 150 in ricordo di Gabriele Orlandi Arrigoni per il primo uomo e la prima donna in vetta al Grignone e un premio di € 500 per chi stabilirà il nuovo record della gara maschile e femminile. I tempi da battere sono quelli del forte runner ruandese Jean Baptiste Simukeka (2h49’21”) e della campionessa rumena Denisa Dragomir (3h12’50”). 

Ormai è quasi tutto pronto: non resta altro che correre! 

Alberto Zaccagni, presidente del comitato d’organizzazione
Simukeka durante la gara

Adamello Ultra Trail 2022

La scorsa edizione è andata sold-out. Forse è stata la voglia di gareggiare dopo la tempesta del Covid, ma forse, visto che per l’ottava edizione gli organizzatori dell’Adamello Ultra Trail hanno giustamente aumentato il numero di pettorali disponibili, è perché questa manifestazione non fa altro che crescere e accogliere consensi di anno in anno.

@Giacomo Meneghello / Adamello Ultra Trail

Il 30 giugno, alle cantine Berlucchi in Franciacorta, è stata presentata l’ottava edizione dell’AUT, tra le importanti novità c’è proprio l’aumento dei pettorali disponibili: 800 complessivi, di cui 250 per la 35 km, altrettanti per la 170 km e 300 per la 90 km. Si parte e si arriva a Vezza d’Oglio, come lo scorso anno e lo si fa nello stesso ordine: il 23 settembre 2022 alle 7.00 aprirà le danze la 90 km, seguita alle 9.00 dalla distanza regina, la 170 km mentre il giorno seguente alle 14.00 da Monno partirà la 35 km, introdotta proprio lo scorso anno e confermata anche per il 2022.

Paolo Gregorini, guida del gruppo organizzatore, sottolinea il legame tra la manifestazione e il territorio dove si svolge: l’Adamello Ultra Trail ripercorre sentieri, mulattiere e strade militari utilizzate durante i combattimenti della prima Guerra Mondiale. È confermato, per i due percorsi più lunghi, il suggestivo passaggio dai tunnel sotterranei in zona Cima Rovaia. Un itinerario che unisce due parchi, l’Adamello e lo Stelvio, otto comuni tra la provincia di Brescia e Trento, arriva al Passo del Tonale e ci ricorda però che nonostante questa gara sia così fortemente legata al territorio allo stesso tempo è, ed è stata in grado nelle scorse edizioni, di accogliere partecipanti di ben 15 nazionalità differenti.

Di fatto l’Adamello Ultra Trail oltre ad una gara è un modo per valorizzare il territorio e come tale viene vissuta non solo dagli atleti, ma anche da chi la sostiene, come Mico, azienda bresciana di abbigliamento tecnico sportivo, main sponsor dell’evento, ma anche Edison e Scarpa. Pia Donata Berlucchi, presidente dell’azienda agricola Fratelli Berlucchi che ha ospitato la presentazione della gara, dice «amo la montagna e ammiro la capacità di chi la vive di trasformare le avversità in opportunità. In questo evento vedo amore per il territorio, per la montagna e per la sfida: vogliamo unire il cuore, la passione e l’anima del Franciacorta con quella dell’Adamello Ultra Trail».

Gli ingredienti ci sono tutti: ci sono tre percorsi unici, ricchi di storia e di territorio, ci sono i volontari e gli sponsor che accoglieranno gli atleti, ci sono 800 atleti e la loro voglia di sfidarsi, di stancarsi e di godersi questo viaggio e sì, per i primi classificati, ci sono anche le bottiglie di Berlucchi all’arrivo perché in fondo si sa che chi beve solo acqua seppur con i sali minerali, ha qualcosa da nascondere.

Maggiori informazioni si trovano sul sito ufficiale adamelloultratrail.it.


Running Up For Air e la consapevolezza sull'aria che respiriamo

Torna in Italia Running Up For Air, il progetto internazionale  supportato da Patagonia che ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza sulla qualità dell'aria che respiramo. La tematica, trasversale a tutti gli sport praticati outdoor, è quella della lotta per il diritto a respirare aria pulita, tematica che nell'ultimo periodo è sempre più al centro del dibattito tra ONG associazioni per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e istituzioni. Con RUFA l'intento è quello di sensibilizzare i cittadini mettendoli in contatto con realtà locali che, quotidianamente, si battono attraverso eventi, incontri e corsi di formazione che, partendo dalle scuole fino ad arrivare al singolo individuo (praticante e non), portando avanti azioni e proposte indirizzate limitare il nostro impatto sull'inquinamento dell'aria.

Il meeting point dell'evento a Monte stella, Milano.

"Running Up For Air è una sfida di resistenza che consiste nel correre su e giù per una montagna o una collina per un periodo compreso tra una e 24 ore, il tutto per aumentare la consapevolezza sull'inquinamento dell’aria.

Questa è una tematica che mi sta a cuore, in quanto padre e cittadino di Londra, dove abbiamo un livello di tossicità dell’aria tra i peggiori in Europa"

Martin Johnson, Patagonia Trail Ambassador,

“Fin dal debutto dell'evento ho voluto che la gente non solo si iscrivesse, ma che partecipasse alla missione di Running Up For Air. Questo implica sensibilizzazione, comunicazione e senso di comunità. Incoraggio le persone a informarsi sui problemi della qualità dell'aria e a pensare alle decisioni che prendono ogni giorno, relative al consumo di energia e all'inquinamento ad esse associato".

Jared Campbell, fondatore di Running Up For Air,

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Questa iniziativa europea si è svolta in modalità ibrida, digitale e fisica, con i trail runner invitati a partecipare direttamente dal loro parco, il loro sentiero o la loro montagna dietro casa, come per esempio al Monte Stella, a Milano, dove i runner presenti hanno avuto la possibilità di correre da una a 24h a sostegno delle associazioni che si battono per una migliore qualità dell'aria, come ClientEarth, Cittadini per l’Aria o Genitori antismog. Grazie alla collaborazione con Strava è avvenuta la tracciatura dei percorsi utilizzati ed è stato assegnato uno speciale badge a tutti i partecipanti. È inoltre possibile continuare a donare sul sito RUNNING UP FOR AIR selezionando le ONG a cui destinare il proprio sostegno.

Running Up For Air è stata fondata nel 2012, nelle Wasatch Mountains tra Utah e Idaho. La manifestazione si è tenuta in Europa già due volte; nel 2021 ha permesso di raccogliere oltre 20.000 euro per le ONG che si impegnano costantemente attraverso campagne, formazione e attivismo per la salute dell'aria che respiriamo.


Andrea Lanfri, toccare il cielo con 3 dita

«Il limite non esiste, è un qualcosa che non si può ancora raggiungere ma con l'allenamento si può superare. Non esiste un obiettivo impossibile, ci sono soltanto obiettivi per i quali non siamo pronti».

Una serata carica di emozione e ammirazione quella di ieri, 15 giugno, al Sermig Arsenale della Pace di Torino, organizzata in collaborazione con Ferrino. Andrea Lanfri, il primo atleta italiano pluri-amputato ad aver raggiunto la vetta dell'Everest, il 13 maggio 2022, si è raccontato ed ha condiviso la sua esperienza di fronte ad un pubblico estasiato dalla forza e dalla determinazione di un uomo che, nonostante le difficoltà affrontate, ha deciso di non arrendersi e ha individuato nella montagna (e nello sport più in generale) un solido motivo per continuare a credere nel valore della vita.

Tutto poteva finire, la mattina di quel 21 gennaio del 2015. Andrea si svegliò tremante nel suo letto, sentiva freddo, un freddo incontrollabile. Il suo cane Kyra, un husky siberiano, grattava alla porta aspettando che qualcuno gli aprisse. Era solo in casa, a fatica raggiunse la porta per aprirgli, ma quando Kyra gli saltò addosso per fargli le feste si rese subito conto che qualcosa non andava. Le zampe dell'animale, poggiate sulle sue gambe, sembravano coltelli infilati nella muscolatura. I ricordi che seguirono questo momento sono confusi.

Andrea entra in coma a causa di una rara forma di meningite meningococcica e si risveglia nel letto di un ospedale, due mesi dopo quell'ultimo ricordo, in seguito all'amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani. L'Andrea di prima, quello che correva, scalava, esplorava, non c'era più. Prima del ricovero non era un alpinista di professione, conduceva una vita normale, appassionato di montagna giusto per il weekend. La madre, quando uscì dall'ospedale, gli disse: «Magari un giorno tornerai a camminare ma scordati di andare in montagna...». Lui le rispose: «e chi l'ha detto?». Ci torna in montagna, ci torna eccome, forse proprio per dispetto alla madre o forse perché sentiva forte dentro di se e la voglia di dimostrare al mondo che i limiti non esistono, sono soltanto nella nostra mente. Invece di seguire la classica procedura ospedaliera Andrea sceglie di adottare il sentiero dietro casa come terreno per la riabilitazione, l'idea di passare altro tempo rinchiuso in una struttura era per lui incontemplabile. Non passa neanche un anno che, dai primi passi abbozzati sulle nuove protesi, Andrea si ritrova a gareggiare sulle piste di atletica leggera, passando in poco tempo dalle competizioni locali ai campionati mondiali. Nella sua testa iniziano a delinearsi dei progetti ambiziosi persino per un alpinista normodotato: Cima grande alle tre Cime di Lavaredo, il Kilimangiaro, Il monte Kenia, obiettivi per cui serve un allenamento intenso e specifico, che lo porta ad adottare uno stile di scalata tutto suo. Anche gli strumenti utilizzati vengono perfezionati col tempo, protesi specifiche per ogni disciplina con diversi meccanismi in base al terreno di utilizzo.

Durante la pandemia sviluppa uno dei format più interessanti delle sue avventure: From Zero to Zero, ovvero dal mare alla montagna per tornare di nuovo al mare con un anello circolare composto da tre diverse discipline: bici, corsa e arrampicata, l'unione dei tre sport che gli hanno permesso di ricominciare a vivere. L'edizione zero, quella di rodaggio, ha luogo nelle Apuane, per poi spostarsi nelle edizioni successive a Etna, Gran Sasso e Monte Rosa. Per allenarsi durante il lock-down sfrutta un'appezzamento di terra fuori casa, lungo 58 metri. Qui percorre quotidianamente distanze incredibili, arrivando persino ai 21 km di una mezza maratona in 3 ore. Non aveva mai corso off-road dopo il coma, questo allenamento forzato su sterrato con le protesi da pista gli accende una lampadina. È possibile correre anche sui sentieri e sui prati. I suoi obiettivi, una volta snocciolati i problemi logistici, diventano sempre più tecnici e coraggiosi. Così nasce nella sua mente l'idea di toccare il cielo con tre dita, di diventare il primo atleta italiano pluri-amputato a raggiungere la vetta dell'Everest. Nel giro di qualche mese Andrea è pronto ad affrontare la sfida. Con l'amico guida alpina Luca Montanari parte alla volta del campo base dove, per non farsi mancare nulla, decide di stabilire il record del miglio di corsa più alto al mondo. Concluso il gioco di acclimatamento (si, perché in prospettiva del raggiungimento del tetto del mondo di gioco si può parlare), tutto è pronto per la grande avventura. La parte più difficile, racconta Andrea, è affrontare la paura di non riuscire a portare a termine l'impresa: tanti sono i fattori in gioco, dai possibili problemi di salute al malfunzionamento delle protesi meccaniche, alle condizioni meteorologiche. Fallire vorrebbe dire deludere tutti coloro che gli sono stati accanto e che hanno creduto in lui. Fortunatamente fila tutto liscio ed il 13 maggio 2022, alle ore  5.40 locali, Andrea raggiunge quota 8840, in un turbinio di emozioni, gioia e soddisfazione che è quasi difficile da raccontare. La discesa è complessa, le protesi reagiscono in maniera diversa rispetto alle articolazioni e l'atleta è costretto a scendere in laterale o addirittura camminando all'indietro. Al campo base finalmente Andrea realizza l'impresa compiuta, non si tratta solo di soddisfazione personale, ma è un messaggio rivolto a tutti coloro che in un modo o nell'altro si sono ritrovati in una situazione in cui sarebbe stato più facile arrendersi che lottare: «Il limite non esiste, è qualcosa che non si può ancora raggiungere ma che con l'allenamento, la costanza e la dedizione si può affrontare. Non esiste un obiettivo impossibile ma soltanto obiettivi per i quali non siamo ancora pronti».


ISMF presenta il calendario 2022/2023

La Federazione Internazionale di Ski Mountaineering ha pubblicato la programmazione ufficiale delle competizioni per la stagione 2022/2023. Il calendario include eventi di grande importanza che vedranno coinvolti i migliori atleti a partire da novembre 2022. La ISMF World Cup sarà composta da 7 gare distribuite tra Italia, Francia, Spagna, Austria, Andorra, Svizzera e Norvegia, e per la prima volta nella storia lo sci alpinismo sarà presente all' European Youth Olympic Festival a Gennaio 2023.

"A nome di tutta la Federazione Internazionale, posso certamente affermare che siamo profondamente orgogliosi del calendario delle gare delineato per la stagione agonistica 2022/23. Oltre a tutti i nostri vari collaboratori e stakeholder, desidero in particolare ringraziare i comitati organizzatori locali per l'instancabile impegno e il supporto che forniscono sempre all'ISMF. Sono convinto che, grazie alla in stretta collaborazione con gli organismi locali, la stagione agonistica avrà un grande successo", queste le parole del presidente Regula Meier.

SITO WEB UFFICIALE ISMF


Altitudini Blogger Contest, le premiazioni della decima edizione

      “Esistono da noi valli che non ho mai visto da nessun’altra parte. Identiche ai paesaggi di certe vecchie stampe del romanticismo che a vederle si pensava: ma è tutto falso, posti come questo non ne esistono.
Invece esistono: con la stessa solitudine, gli stessi inverosimili dirupi mezzo nascosti da alberi e cespugli pencolanti sull’abisso e le cascate di acqua, e sul sentiero un viandante piuttosto misterioso.
Meno splendide certo delle trionfali alte valli dolomitiche recinte di candide rocce. Però più enigmatiche, intime, segrete.
La valle del Mis, per esempio, con le sue vallette laterali che si addentrano in un intrico di monti selvaggi e senza gloria, dove sì e no passa un pazzo ogni trecento anni, non allegre, se volete, alquanto arcigne forse, e cupe. Eppure commoventi per le storie che raccontano, per l’aria d’altri secoli, per la solitudine paragonabile a quella dei deserti.”
      (Dino Buzzati)

Il lago della Valle del Mis

Sabato 11 e domenica 12 giugno Altitudini fa tappa nelle Dolomiti Bellunesi in occasione della premiazione del Blogger Contest. La location che ospiterà la réunion è il Pian Falcina, in riva al lago del Mis. Qui si potrà dormire in camera o in tenda, ascoltare le narrazioni di blogger, podcaster, scrittori, illustratori, fotografi, musicisti e cantanti, incontrare autori e festeggiare i 10 anni di Altitudini, nata proprio tra queste montagne.

Un programma fitto di eventi, incontri, riflessioni e presentazioni, che si concluderà nella giornata di domenica con un'escursione in Valle del Mis accompagnata da racconti e storie della valle e da un micro-laboratorio di scrittura naturalistica in cammino. 

Trovate tutte le informazioni qui:

https://www.altitudini.it/iscrizione-reunion-arcipelago-altitudini/

“La Réunion di Altitudini è un incontro aperto a chiunque ama le belle storie e i luoghi fuori traccia”


One with nature - twenty years of Vibram FiveFingers

In occasione della Milano Design Week che si terrà dal 6 al 12 giugno, Vibram presenta il progetto multidisciplinare “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers”, aprendo il suo archivio prodotto per celebrare, a distanza di vent’anni dal primo prototipo, le calzature Vibram FiveFingers come icone di design. Un esempio di coraggio e visione imprenditoriale, che unisce sperimentazione tecnologica e innovazione, testing sul campo e outdoor community.


Negli spazi del Vibram Connection Lab, centro nevralgico di innovazione e creatività di via Voghera 11 a Milano, prenderà vita una mostra che ospiterà una selezione di più di cento prototipi di Vibram FiveFingers selezionati da Robert Fliri, scelti tra l’archivio Vibram e il suo archivio personale. Obiettivo del progetto è raccontare la storia e l’evoluzione di Vibram FiveFingers, il “guanto da piede”, che, con il suo concept innovativo e l’estetica inconsueta, rivoluziona l’idea della camminata, rimandando alla sensazione del piede nudo, ma con protezione funzionale. Grazie a Vibram FiveFingers la suola diventa sempre più sottile e dalle forme organiche, quasi un tutt’uno con il piede stesso, che recupera così la sua massima sensorialità e libertà di movimento.

Per l’occasione Mandalaki Studio presenterà l’installazione Feel the nature come allestimento per lo spazio espositivo. La natura è il filo conduttore che lega due prodotti, una luce e una calzatura, attraverso il concetto comune di esperienza minimale, basata su sensazioni, libertà e performance. Grazie alle luci Halo Edition, Mandalaki reinterpreta lo spazio Vibram, trasformandolo in un landscape naturale caratterizzato da sfumature di colore che aprono finestre spazio-temporali.

Mercoledì 8 giugno a partire dalle ore 18.00 si terrà l’opening party di “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers” con la curatela musicale di Ultimo Tango, etichetta e collettivo musicale. Durante la serata avrà luogo la performance All Terrain Training, ideata dall’artista inglese Will Pegna ed eseguita per la prima volta a Londra nel 2020 utilizzando proprio Vibram FiveFingers. Ispirata ai tremori tettonici della Terra, l’esibizione, della durata di due ore, vedrà coinvolti nove performer, accompagnati da un paesaggio sonoro mixato dal vivo dalla sound artist Shirley Pegna, realizzato con le registrazioni di movimenti glaciali artici e i suoni dei movimenti della Terra. ATT (All Terrain Training) è una serie unica di performance artistiche che collega ecologia, sport, suono, movimento e moda.

La mostra one with nature sarà aperta al pubblico fino al 18 giugno presso il Vibram Connection Lab di via Voghera 11 a Milano dalle 11.00 alle 19.00.