C'era una volta il West

«A fine febbraio ho deciso di curarmi. La meta del mio rehab era una valle nell’Ovest, dove il freeride esiste da più di vent’anni e non è stato inventato ieri da un marketing manager di una multinazionale, dove lo sci libero non lo si pratica, lo si vive in tutti i suoi eccessi e i sacrifici che ti richiede. Dove tra l’essere e l’apparire si sceglie lo sciare, e se la neve è bella magari al lavoro ci si va un’altra volta, pazienza se il conto in banca a fine mese piange. Così sono andato a disintossicarmi a Gressoney da Zeo e i suoi amici, alla Baitella». Inizia così l’articolo di Federico Ravassard su Gressoney pubblicato sul numero di aprile-maggio di Skialper, disponibile nelle migliori edicole e nell’edicola digitale di Skialper.

la parete con le dediche dei freerider passati dalla Baitella ©Federico Ravassard

LA BAITELLA - La storia della Baitella è legata strettamente a quella di Zeo, che a Ondro Lommato, la frazione nella quale si trova, ci arrivò nel 1994. All’epoca frequentatore dell’ambiente dei centri sociali, il milanese Zeo si innamorò del posto e assieme agli amici cominciò poco alla volta a trasformarla in una specie di casa comune, dove trascorrere l’inverno e ospitare chi passava di qua per sciare. E ne sono passati tanti… Chris Bentchetler, Sean e Callum Pettit, Eric Pollard, la troupe di DPS che ha girato il cortometraggio Reverie. Giusto per citarne alcuni.

©Federico Ravassard

ALLE ORIGINI DEL FREERIDE – Oggi non c’è azienda, non c’è product manager che non parli di freeride, free è diventato una moda ma da queste parti il freeride è sempre esistito perché «lo sci libero non lo si pratica, lo si vive in tutti i suoi eccessi e i sacrifici che ti richiede … tra l’essere e l’apparire si sceglie lo sciare, e se la neve è bella magari al lavoro ci si va un’altra volta, pazienza se il conto in banca a fine mese piange».

una Malfatta... ben fatta ©Federico Ravassard

STORIE FREE – Durante il suo rehab Federico ha avuto modo di incontrare tante persone che hanno fatto di Gressoney la loro palestra freeride, da Andrea Gallo, uno dei primi e più forti arrampicatori italiani, all’eterogenea tribù che lo ha accompagnato al lago del Labiet o alla Malfatta, dal Camicia a Francio. Sedici pagine tutte da leggere e soprattutto da guardare perché sono anche e soprattutto pagine ricche di stupende fotografie. Una cura di rehab per tutti!

Andrea Gallo ©Federico Ravassard
©Federico Ravassard

Determinazione Magnini

Classe 1997, skialper di professione, veste la maglia azzurra di corsa in montagna, è conteso dalle aziende, studia all’Università di Trento, guarda caso in ingegneria dei materiali… E, come se non bastasse, dà una mano anche nel negozio di articoli sportivi di famiglia. Davide Magnini, secondo molti, è l’erede designato di Kilian Jornet. Sarà il tempo a dirlo, ma sicuramente quello che si vede ora è una grande determinazione: idee chiare e una testa che nello sport può fare la differenza. Lo scorso gennaio abbiamo messo le pelli per una gita sui monti sopra Vermiglio, in Trentino, con l’alpino. Un’intervista ‘on the snow’ che pubblichiamo sul numero di aprile-maggio di Skialper. Ecco una piccola anticipazione dell’articolo di Luca Giaccione con le fotografie di Alice Russolo.

Davide con le tante medaglie vinte ©Alice Russolo

SKIALPER O RUNNER? - «Finora sono riuscito a gestire due stagioni agonistiche, in estate e in inverno, solo perché da Junior finisci prima le gare, c’è meno dislivello, puoi organizzarti al meglio, sei più libero di testa. Ci sono tanti ski-alper che hanno le potenzialità per tutto, come per esempio Michele Boscacci, però io sono più uno skialper. Quando è arrivata la chiamata in azzurro nella corsa in montagna era impossibile dire di no, ma la prima convocazione in Nazionale mi è arrivata nello scialpinismo, anche se forse un po’ per caso. E poi nell’Esercito sono stato arruolato come scialpinista».

SOCIAL? - «C’è un fans club che mi segue, ma non sono il re di Arêches come Bon Mardion. In fondo va bene così. Anche perché sono piuttosto riservato. Dovrei cambiare un po’, lo so. Ormai bisogna essere social, bisogna raccontare al mondo tutto. Io sono molto attivo nel mio quotidiano, ma tante volte mi sembra di essere ripetitivo, che dire a tutti, sempre, ogni cosa non possa interessare granché».

BIO - Davide Magnini è nato a Vermiglio il 31 agosto 1997. Nel 2015 è stato arruolato nel Centro Sportivo Esercito. Tante le vittorie a livello Juniores, su tutte la Coppa del Mondo overall e le medaglie d’oro nell’individuale e nel vertical ai Mondiali 2017. Nell’estivo in bacheca il titolo italiano Promesse nella corsa in montagna, la vittoria al vertical Trentapassi, il secondo posto alla Dolomites Sky Race.

Magnini con le pelli sopra il passo del Tonale ©Alice Russolo

 

 


Scott Ultra Trail del Mugello a Luca Carrara ed Elisabetta Mazzocco

Domenica tempo di Scott Ultra Trail del Mugello, tappa delle Italy Series e del Trofeo Bper Banca Agisko Appennino Trail Cup. Sigillo vincente di Luca Carrara: il portacolori del Team Salomon è arrivato sull’arrivo di Badia di Moscheta, dopo 60 km e 3200 metri di dislivello, in 6h08’54”, piazza d’onore per Marco Tramet in 6h10’23”, terzo Davide Schiaratura in 6h26’20”, quindi ai piedi del podio Marco Franzini e Alberto Ghisellini.
Al femminile a segno Elisabetta Mazzocco, undicesima assoluta in 6h42’13”; seconda Cristiana Follador in 7h13’19”, con Moira Guerini in 7h29’15” a completare il podio. Quarta Chiara Boggio, quinta Anna Biasin.
Nel Mugello Trail di 23,5 chilometri con 1280 metri di dislivello positivo, successo di Eddj Nani in 1h54’59” su Daniele Cappelletti (1h58’42”) e Gabriele Pace (2h04’01”), mentre sul podio femminile sono salite Ginevra Cusseau al traguardo in 2h30’45”, la svizzera Sophie Andrey (2h41’21”) ed Elisabetta Negra (2h45’26”).

Il podio femminile ©Facebook Ultra Trail Mugello

Tour du Grand Paradis a Oriol Cardona Coll e Marc Pinsach Rubirola

Non era mai finito ‘in mani straniere’ il Tour du Grand Paradis. O almeno non completamente: nella prima edizione s’imposero Jean Pellissier in coppia con il francese Patrick Blanc. Oggi, nell’ottava edizione, non aiutata dalle condizioni meteo e percorso accorciato con giro di boa a quota 3200 metri, a trionfare sul traguardo di Pont di Valsavarenche, la coppia spagnola Oriol Cardona Coll e Marc Pinsach Rubirola, che ha preceduto di due soli secondi i francesi Arnaud Equy e Yoann Sert.
Partenza anticipata per le 112 coppie, in condizioni di scarsa visibilità; in quota il tempo è migliore, ma il vento è molto forte e, ancora una volta, o meglio, per l’ottava volta, la cima del Gran Paradiso si nega: la testa della corsa è fissata a quota 3200 metri. Gara di testa e prime posizioni subito delineate, con spagnoli e francesi a dettare il ritmo sin dai primi metri. L’arrivo è una volata lunga, in pratica dalla fine della discesa del vallone del Grand Etret; a spuntarla, in 2h09’53” sono gli spagnoli Oriol Cardona Coll e Marc Pinsach Rubirola.

Oriol Cardona Coll e Marc Pinsach Rubirola ©Ufficio stampa ASIVA

Piazza d’onore, con un ritardo di 2”, ai francesi Arnaud Equy e Yoann Sert (2h 09’55”) e, terzi, attardati di 6’36”, il veterano trentino Filippo Beccari e il giovane gardenese Alex Oberbacher (2h 16’19”). Al quarto posto Denis Trento (Cse) e il francese Bastien Fleury (2h 19’13”) e, quinti, i trentini Alex Salvadori e Ivo Zulian (2h 22’45”).

Alex Oberbacher e Pippo Beccari ©Ufficio stampa ASIVA

Dominio straniero anche al femminile, grazie alle francesi Lorna Bonnel e Sophie Mollard, al traguardo in 2h 42’26”, che rappresenta il 19° tempo assoluto. Alle loro spalle, attardata di poco più di 90”, la cuneese Ilaria Veronese e la trentina Margit Zulian (2h 43’57”) e, terze, la bresciana Corinna Ghirardi e Tatiana Locatelli (Sc C. Gex; 2h 45’09”).

Lorna Bonnel e Sophie Mollard ©Ufficio stampa ASIVA

Nei Master, successo dei valtellinesi Graziano Boscacci e Marco Varvassori (2h 31’36”; 10° assoluti); al femminile, vittoria delle svizzere Marlen Knutti e Monika Ziegler (3h 11’22”).


Filippo Bianchi pigliatutto in Val Bregaglia

Val Bregaglia Trail ovvero oltre 400 persone a sfidarsi oggi lungo i sentieri a cavallo tra Italia e Svizzera sulle distanze 42 k e half. La gara clou di giornata staccava anche due sicure candidature per la composizione della prossima nazionale lunghe distanze ed è stata caratterizzata al maschile dalla dalla sfida tra il lariano Fabio Ruga (La Recastello) ed il bresciano Filippo Bianchi (Libertas Valle Sabbia).

LA CRONACA - La salita verso Uschione, primo vero banco di prova della gara, è stata subito dominata da Bianchi ed a grande sorpresa da un inatteso Manuel Bortolas (Pod. Torino). Ruga ha saputo rintuzzare il colpo facendo leva sulle proverbiali doti di discesista tecnico e con il percorso reso ancora più difficile dalle abbondanti piogge della vigilia si è riportato sugli avversari più pericolosi formando un terzetto che ha proceduto appaiato fino al giro di boa di Promontogno, in terra elvetica.
Alle spalle di Bianchi, Ruga e Bortolas si assestava ben presto una situazione con gruppetto sgranato formato in sequenza da Giovanni Tacchini (CSI Morbegno), Matteo Bossetti (Valli Bg Leffe) e Donatello Rota (GS Orobie). Schermaglie, attacchi, continui sorpassi animavano la gara fino all’assestamento delle posizioni con Bianchi bravo e tenace a piegare la resistenza di Ruga nel tratto tra Soglio e le Cascate dove si presentava con quesi 6 minuti di distacco !

SUPER BIANCHI - Per Filippo Bianchi vittoria in 4h00’54” e maglia azzurra prenotata per la Polonia, secondo Fabio Ruga in 4h08’39”, comunque felice per la nascita da pochi giorni della secondogenita Lia cui ha dedicato questo grande piazzamento. Chiude il podio Manuel Bortolas, la grande sorpresa di giornata, per lui 4h10’35”

DONNE - Al femminile conferma i pronostici Barbara Bani in una gara davvero combattuta con la portacolori della Pod. Torino Camilla Magliano. Spartito come da previsione: Magliano a sfruttare la prima salita, a lei più congeniale, e poi brava a resistere al ritorno dirompente della bresciana in forza alla Freezone che si riportava però ben presto sull’avversaria e facendo leva su una migliore condizione e muscolarità ne fiaccava infine la resistenza nella parte finale. Vicine al traguardo: Bani vittoriosa in 4h28’28”, Magliano d’argento con 4h30’49”, lontana la terza classificata Giuliana Arrigoni (Bergamo Stars Atletica).

HALF TRAIL - Nella gara Half Trail tutto da copione al femminile: Arianna Oregioni bissa il successo del 2016 e chiude in 2h06’28”, lontane le avversarie, Fabiana Rapezzi a 8’50 e Fabiana Del Grosso terza a 13’13”. Al maschile vittoria del Valchiavennasco Michele Penone (1h47’42”) che mette in fila rispettivamente Luigi Pomoni (1h48’52”) e Phil Gale (1h49’02”).

STAFFETTE - Nelle staffette è Malonno pigliatutto, il club camuno vince la categoria maschile con Alessandro Gelmi e Stefano Pelamatti e si porta a casa anche il terzo posto con Gabriele e Daniel Mariotti. Secondi classificati i padroni di casa dell’ASD Amici Madonna della Neve Lagunc con Silvani Stefano e Rosina Mirko


Davide Cheraz vince la Marathon di Madeira

Vittoria per il lituano Andris Ronimoiss alla MIUT, Madeira Island Ultra Trail (115 km). Il lituano si è imposto con il tempo di 1357’10’’ sul francese Aurelien Dunand-Pallaz e sullo spagnolo Jordi Gamito. Prima italiano Emanuele Ludovisi, ottavo. Nella top ten: Sebastien Camus, Javi Dominguez-Ledo, Damian Hall, Joaquin Lopez, Emanuele Ludovisi, Francisco Freitas e Sebas Sanchez Saez. Tra le donne vittoria solitaria della svedese del team Salomon Mimmi Kotka in 15h51’31’’ con oltre due ore di vantaggio su Audrey Bassac e Juliette Blanchet.

ULTRA – Nella gara di 85 km successo del francese Germain Grangier (9h59’29’’) sullo svizzero Alexis Montagnat-Rentier e sul francese Julien Zorro. Al femminile l’ha spuntata Katie Schide (10h33’38’’) su Audrey Tanguy e Yulia Baykova del team Vibram.

MARATHON – Vittoria italiana con Davide Cheraz che chiude in 3h47’14’’ sul francese Alvin Lair (3h52’35’’) e il portoghese Ricardo Gouveia (3h58’38’’) mentre tra le donne l’ha spuntata Sarah Vieuille in 4h29’37’’ su Aroa Sio ed Emmanuelle Duchaine.

LA PAROLA A CHERAZ - «Sapevo che il francese Alvin Lair e il portoghese Ricardo Gouveia sarebbero stati veloci sul passo e abili discesisti. Così è stato sin dal primo metro di gara, prima salita veloce ma regolare, nella prima discesa mi sono staccato dai due e in sicurezza ho proseguito con Abdel Mouj (Marocco). Nella seconda salita ho raggiunto i battistrada ed ho continuato a spingere. A -15K mi hanno detto che avevo circa due minuti di vantaggio, ho proseguito senza forzare cercando di gestire al meglio ogni dettaglio in questi chilometri che avevo provato giovedì. Ambiente, percorso e organizzazione fantastici. Sicuramente tornerò a Madeira nel 2019. Ora qualche giorno di vacanza  qui a Madeira, poi continua l’avvicinamento a Zegama, prima prova di Golden Trail Series».

Tutte le classifiche


535 in Condotta a Hannes Perkmann e Valentina Belotti

Nella seconda edizione della 535 in Condotta si impone l'altoatesino specialista delle prove vertical Hannes Perkmann. Il portacolori del Team La Sportiva ha completato la salita in 17'26”. Seconda posizione in 17'30” per il compagno di squadra Emanuele Manzi, distaccato di soli 4 secondi. Sul terzo gradino del podio il campione di casa Alex Baldaccini, tesserato per l'Atletica Valle Brembana, che stoppa il cronometro su 17'39”. Baldaccini rimane detentore del record della gara, ottenuto l'anno scorso con 17'11”. Al quarto posto si posiziona Tommaso Caneva, al quinto Fabio Bazzana. Seguono al sesto posto Matteo Bonzi, al settimo Fabrizio Triulzi, all'ottavo Elia Balestra, nono Ivan Milesi e decimo Vincenzo Milesi.

Valentina Belotti © Cristian Riva

In campo femminile si aggiudica la gara Valentina Belotti del Team La Sportiva con il tempo di 20'53”. L'atleta camuna è una delle colonne portanti della nazionale femminile di corsa in montagna. Alle sue spalle Nives Carobbio dell'Atletica Paratico in 22'30”; terzo gradino del podio per Cecilia Pedroni della Valetudo Serim in 22'44”. Al quarto posto si piazza Angela Serena, al quinto Daniela Giupponi, al sesto Chiara Cattaneo, al settimo Helene Papetti, all'ottavo Francesca Rebecchi, al nono Paolina Ferrantini, e al decimo Francesca Collareda. Nemmeno in campo femminile è stato battuto il record precedente ottenuto nella prima edizione da Lisa Buzzoni con 20'29”.

Il podio maschile ©Cristian Riva

Vertical di Fénis nel segno dei gemelli Dematteis

Atleti di prestigio che hanno infiammato (e vinto) la terza edizione del Vertical di Fénis, la prima prova del Défi Vertical, il circuito abbinato al Tour Trail della Valle d'Aosta. Gli iridati di corsa in montagna Bernard e Martin Dematteis hanno dominato la terza edizione del Memorial Brunier che ancora una volta ha fatto il pieno di iscritti per una giornata che è andata oltre l'agonismo.

A vincere il K1 di 5 chilometri è stata l'irlandese Sarah Mccormack con il tempo di 46'58”. Una gara tutta all'attacco per la medaglia di bronzo iridata ai Mondiali a squadre del 2014. Ha staccato la triathleta, due partecipazioni ai Giochi Olimpici, Charlotte Bonin, all'arrivo in 51'32”. Terzo gradino del podio per Chiara Fumagalli in 51'32”.
In campo maschile grande gara del cuneese Martin Dematteis che ha abbassato di 31” il precedente tempo, vincendo con il crono di 39'55”. Il secondo e terzo posto sono stati conquistati dal lombardo Massimiliano Zanaboni in 40'23” e dal valdostano Henri Aymonod in 41'17”.

Martin Dematteis © ACmediapress

Spettacolare anche il K1.5, leggermente accorciato per la tanta neve ancora presente nella parte alta del percorso. La gara femminile è andata alla torinese Chiara Giovando in 1h 08'08”, brava a precedere due grandi favorite: la biellese Barbara Cravello (1h 09'37”) e la valdostana Christiane Nex (1h 09'40”), accreditate con due tempi differenti, ma arrivate al traguardo insieme, in seconda posizione pari merito.

Chiara Giovando © ACmediapress

Al maschile il favorito Bernard Dematteis non ha sbagliato e ha battuto tutta la concorrenza, prendendosi il successo con il tempo di 52'13”. Secondo e terzo posto per il valdostano Dennis Brunod (55'02”) e per l'elvet ico Emmanuel Vaudan (56'23”).I due traguardi volanti, riservati ai primi passaggi assoluti, sono stati vinti dal valdostano Thierry Brunier, decimo assoluto nel K1 e dal cuneese Bernard Dematteis, già davanti a tutti dopo poche centinaia di metri.


Ötzi Alpin Marathon, la sfida da Naturno al ghiacciaio della Val Senales

Quindicesima edizione della Ötzi Alpin Marathon: da Naturno fino a quota 3212 metri sul ghiacciaio della Val Senales, per un totale di 42,2 chilometri e 3266 metri di dislivello, nelle frazioni di mountain bike, corsa e scialpinismo.

Christian Hoffmann © Newspower.it

Il migliore (3h18’27”) è stato l’austriaco Christian Hoffmann, bravo a piazzarsi davanti al connazionale Robert Berger e all’idolo di casa Oswald Weisenhorn, mentre tra le donne a trionfare è stata Anna Pircher (4h19’10”), su Verena Krenslehner-Schmid e Alexandra Hagspiel.

Lisa e Maria Rabensteiner, con Alba De Silvestro © Facebook Ötzi Alpin Marathon

Lisa e Maria Rabensteiner assieme alla skialper Alba De Silvestro hanno avuto la meglio fra le donne a squadre, imponendosi su Benzoni-Rossi-Balzarini e Steger-Tschurtschenthaler-Stuffer, mentre fra i maschi primato per Obwaller-Cagnati-Götsch su Depaul-Spada-Reichegger (quest’ultimo all’ultima gara della propria carriera) e Fenaroli-Rambaldini-Facchini. In gara anche gli azzurri dello sci alpino Simon Maurberger, Riccardo Tonetti e Werner Heel, con il primo a pedalare, il secondo a correre e il terzo a calzare gli sci chiudendo al 35° posto assoluto.

Philip Götsch © Newspower.it.

Maschile individuale
1. Christian Hoffmann (Goldsemmel Racing Team) 3h18’27”; 2. Robert Berger (La Sportiva Mountain Attack) 3h22’28”; 3. Oswald Weisenhorn (Martini Speed Team) 3h26’34”; 4. Andreas Reiterer (La Sportiva/Telmekomteam) 3h34’00”; 5. Daniel Antonioli (C.S. Esercito) 3h39’52”

Femminile individuale
1. Anna Pircher (Martini Speed Team) 4h19’10”; 2. Verena Krenslehner-Schmid (Maloja/moutain-rider.com) 4h24’12”; 3. Alexandra Hagspiel (Allgaeu Outlet Raceteam) 4h35’06”; 4. Nina Brenn (Skinfit) 4h41’18”; 5. Jacqueline Brandl (Böhmler Einrichtungshaus) 4h57’10”

Team maschili
1. Team Crazy Idea (Hans Peter Obwaller, Luca Cagnati, Philip Götsch) 2h57’40”; 2. Team Karpos/Beppiani (Gabriele Depaul, Nicola Spada, Manfred Reichegger) 3h00’42”; 3. Isolpi Racing Team (Diego Fenaroli, Alessandro Rambaldini, Patrick Facchini) 3h10’42”

Team femminili
1. Team Intercom (Lisa Rabensteiner, Maria Rabensteiner, Alba De Silvestro) 3h45’24”; 2. Enjoy the Silence (Michela Benzoni, Raffaella Rossi, Bianca Balzarini) 3h47’10”; 3. STS (Elisabeth Steger, Agnes Tschurtschenthaler, Birgit Stuffer) 3h50’13”

Team misti
1. Dorfmanns-Mair (Fabian Dorfmann, Joachim Mair, Melanie Dorfmann) 3h41’23”; 2. Team Woul (Daniel Kiebacher, Elena Casaro, Armin Kiebacher) 3h43’23”; 3. Team Zerz.com (Wilmar Gerstgrasser, Petra Steinhauser, Jürgen Zerz) 3h55’29”


Domenica si chiude la stagione con il Tour du Grand Paradis

Con la tracciatura del percorso effettuata nella giornata di giovedì dalle Guide alpine Ilvo Martin e Paolo Pellissier e dai tanti volontari dell’organizzazione, è iniziato ufficialmente il lungo fine settimana in Valsavarenche per il Tour du Grand Paradis - Trofeo Renato Chabod. Le condizioni di innevamento sono spettacolari su tutto il percorso, con partenza in località Pravieux-Pessey e arrivo a Pont con un dislivello di 2460 metri in due salite e di 2330 metri in altrettante discese, passando per i rifugi Federico Chabod e Vittorio Emanuele II e presso la cima del Gran Paradiso a circa 4000 metri di quota.
«Abbiamo tracciato il percorso integrale con delle condizioni di innevamento ottime – spiega Paolo Pellissier – grazie alle abbondanti nevicate dell’ultimo mese. In ogni caso saremo pronti a fare delle modifiche al tracciato se dovessero esserci delle variazioni al meteo il giorno della gara, che comunicheremo al briefing del sabato o al mattino prima della partenza. Ricordiamo a tutti di portare il materiale obbligatorio come da regolamento e corda, imbrago e longe».
Intanto arrivano anche le ultime iscrizioni, che chiudono alle ore 24 di venerdì 27 aprile: raggiunta quota 120 squadre, di cui molte straniere e francesi per via del gemellaggio con il Vertical Transvanoise, e si delinea il parterre dei favoriti. Pettorale n° 1 per la coppia bergamasco-austriaca formata da William Boffelli e Jakob Herrmann, quindi gli spagnoli Oriol Cardona-Marc Pinsach, i francesi Samuel Equy-Yoann Sert, Denis Trento con il francese Bastien Fleury, Filippo Beccari-Alex Oberbacher e Alex Salvadori-Ivo Zulian.
Anche al femminile si prospetta una gara molto combattuta con diverse coppie che aspirano al podio: le francesi Sophie Mollard-Lorna Bonnel, Veronique Lathuraz-Corinne Favre, Tatiana Locatelli-Corinna Ghirardi, Ilaria Veronese-Margit Zulian, Annie e Katrin Bieler.


La Sportiva festeggia i 90 anni

La Sportiva spegne quest’anno le novanta candeline: novanta sono infatti gli anni trascorsi dalla sua fondazione nel 1928 per mano di Narciso Delladio di Tesero, quasi un secolo di storia che ha visto il piccolo laboratorio artigianale denominato La Calzoleria Sportiva, crescere costantemente ed evolvere nel brand globale che è oggi. Quattro le generazioni della famiglia Delladio, rappresentata oggi dal ceo Lorenzo Delladio e dalla figlia Giulia, che hanno proseguito la tradizione imprenditoriale famigliare portandola al successo odierno: oltre trecento dipendenti, un fatturato in crescita che supererà nel 2018 i cento milioni di euro e un nuovo stabilimento di 15.000 metri cubi che sarà inaugurato entro la fine dell’anno e porterà in breve al potenziale raddoppio della produzione delle calzature d’arrampicata e d’alta montagna.
La data ufficiale del compleanno di La Sportiva è mercoledì 23 maggio: presso il Muse di Trento avrà luogo infatti il 90th Anniversary Party, evento celebrativo aperto a tutta la popolazione trentina e più in generale a tutti gli amanti della montagna e dei suoi protagonisti. La montagna scenderà in città e La Sportiva abbraccerà Trento in un evento che saprà di storia e di leggenda con tutti i protagonisti ed atleti che hanno contribuito ad evolvere il modo di andare in montagna in 90 anni di alpinismo.
E proprio l’alpinismo sarà protagonista a Trento per tutto il mese di maggio: sino al 25 maggio infatti il Muse dedicherà una mostra temporanea proprio all’evoluzione dei modi di andare in montagna. Attraverso alcune tappe fondamentali della storia dell’alpinismo e dell’arrampicata in un percorso fatto di rare immagini d’archivio, video emozionali e prodotti originali utilizzati dai migliori atleti della storia per le loro realizzazioni più importanti, i visitatori saranno accompagnati nel percorso evolutivo compiuto dall’azienda della Valle di Fiemme nei 90 anni di storia che l’hanno vista ai piedi dei migliori esponenti dell’alpinismo mondiale. Troveranno spazio quindi le scarpette utilizzate da Adam Ondra per la salita norvegese di ‘Silence’, le Olympus Mons Evo di Simone Moro nella salita invernale al Nanga Parbat e ancora le TC Pro utilizzate dall’americano Tommy Caldwell per la salita di Dawn Wall su El Captain, la via ritenuta la più dura al mondo. ‘Storia di alpinismo, passione ed innovazione’: questo il titolo di una mostra fatta di immagini e prodotti completamente inediti al grande pubblico. Completano l’esperienza un percorso sensoriale dedicato ai più piccoli al termine del quale sarà possibile ritirare un piccolo gadget La Sportiva.


Sabato è tempo di Ötzi Alpin Marathon

Quindicesima edizione della Ötzi Alpin Marathon in rampa di lancio a Naturno: sabato 28 aprile torna la sfida tra mountain bile, running e ski-alp sino al ghiacciaio della Val Senales.

PROGRAMMA - Entrata in griglia degli atleti alle ore 8.45 e partenza quindici minuti più tardi dei triatleti individual. Il primo cambio dopo lo start tra mountain bike e corsa è previsto a Madonna di Senales, secondo ‘change’ dalle ore 11.30 a Maso Corto, affrontando l’ultima frazione con le pelli dopo essersi sfilati le scarpette da corsa. Arrivo alle ore 12.30 circa con flower ceremony alla Grawand. Le premiazioni ufficiali si svolgeranno in questo caso alle ore 16.30 alla Casa della Comunità a Madonna di Senales, con taglio della torta e party con dj Scholly per festeggiare i quindici anni di vita della manifestazione intitolata alla leggendaria ‘Mummia del Similaun’. 182 partecipanti, 60 staffette, 7 nazioni a darsi battaglia in questa sfida di 24.2 km in mountain bike, 11.3 km di corsa e 6.7 km di scialpinismo, portando a termine ben 42.2 chilometri e 3266 metri di dislivello da Naturno al ghiacciaio della Val Senales, ove per 5.300 anni riposò Ötzi…

FAVORITI - Nell’individuale ci saranno Oswald Weisenhorn del Martini Speed Team, vincitore dell’edizione 2017, Daniel Antonioli del C.S. Esercito classificatosi al secondo posto, e Robert Berger de La Sportiva Mountain Attack Team, a completare il podio della scorsa edizione. Attenzione però a Roland Osele dell’S.C. Meran Triathlon, conquistatore delle edizioni 2004 e 2014, Andreas Reiterer de La Sportiva/Telmekomteam, terzo nel 2016, a Stefan Kogler dell’USC Abersee, re assoluto della Ötzi Alpin Marathon nel 2007 e 2008, e ai più recenti successi 2012 e 2016 di Georg Piazza de La Sportiva. Christian Hoffmann del Goldsemmel Racing Team trionfò invece nel 2013 lungo un percorso ridotto, e ‘ridotta’ sarà anche la prova degli atleti che concorreranno in team, poiché essi si divideranno la fatica affrontando una frazione ciascuno: 24.2 km in mountain bike, 11.3 km di corsa e 6.7 km nell’ultimo tratto di scialpinismo, completando come i concorrenti singoli 42.2 chilometri e 3266 metri di dislivello, partendo da Naturno ed arrivando sul ghiacciaio della Val Senales, in un finale che fa dell’epicità il proprio carattere distintivo.
Le squadre favorite in questo caso saranno probabilmente il Team Crazy Idea composto da Hans Peter Obwaller, Luca Cagnati e Philip Götsch, con quest’ultimo vincitore anche di due Ötzi Alpin Marathon individuali (2011 e 2015) e il Team Karpos/Beppiani, schierato al via con Gabriele Depaul, Nicola Spada e Manfred Reichegger. Completerà il parterre il team azzurro di sci alpino ai nastri di partenza con Simon Maurberger, Riccardo Tonetti e Werner Heel.