Crans-Montana Rando Parc

«Un’idea che è nell’aria già da quattro, cinque anni. Il popolo degli scialpinisti, che ora è composto anche da quelli che risalgono le piste, è sempre più numeroso. Lasciarli su pista diventava quindi pericoloso, sia per loro sia per gli sciatori. Dare sanzioni a chi risale, non piaceva. Perché escluderli? E allora ecco l’idea, che piano piano e grazie all’aiuto di tutti ha preso forma». A parlare è Nicolas, marito della campionessa di scialpinismo svizzera Sèverine Pont-Combe. Sono loro i genitori del nuovo Rando Parc di Crans-Montana, in Svizzera: 40 chilometri di itinerari per lo skialp segnalati, controllati e divisi per difficoltà. con 8.000 metri di dislivello e a pochi passi dagli impianti della stupenda località svizzera. Ne parliamo su Skialper di aprile-maggio nell’articolo di Tatiana Bertera con le foto di Stefano Jeantet.

©Stefano Jeantet

I NUMERI - Quindici itinerari poco distanti dalle piste, su oltre di 40 chilometri di sentieri, con un dislivello positivo di 8.000 metri. Sono queste le dimensioni del gigantesco trekking park inaugurato questo inverno e voluto dall’intero comprensorio, con la preziosa collaborazione di Nicolas e Séverine. Perché se in un posto ci vivi, se lo ami, vorresti che lo amassero anche gli altri e soprattutto vorresti che fosse valorizzato al meglio. Beh, qui a Crans-Montana hanno saputo farlo. Turismo intelligente, turismo per tutti, non solo per i pistaioli; a me piace chiamarlo così.

©Stefano Jeantet

COME FUNZIONA - I percorsi scialpinistici, rappresentati su un cartellone a poca distanza dall’ingresso della funivia, sono ben segnalati. Ognuno di essi ha un numero, una scala di difficoltà, lunghezza e dislivello. Sbagliare è praticamente impossibile. Sono segnati con frecce e cartelli… qui l’ordine è proprio svizzero! La traccia c’è, ma è quella fatta dal primo che è salito dopo la più recente nevicata. Quando fiocca, la traccia si cancella, come in ambiente, ma i cartelli rimangono. Il primo che si alza la mattina e mette le pelli sotto gli sci, batte anche per tutti gli altri.

Séverine Pont-Combe ©Stefano Jeantet
©Stefano Jeantet

La doppia vita di Martina

La prima a essere sorpresa è stata proprio lei: Martina Valmassoi ha vinto la Trentapassi Skyrace. «Non me l’aspettavo davvero: era la prima gara della stagione e prima non è che abbia corso così tanto».

Allora sei ancora un’atleta a tempo pieno?
«Beh, non adesso non più. L’anno scorso arrivavo da un infortunio e allora ho fatto poche gare, poi comunque c’è il lavoro: è vero, per lavoro devo correre (segue la comunicazione per Salomon, soprattutto la parte social, direttamente sul campo, seguendo gli atleti sui percorsi di gara ndr), ma il tempo è quello che è. Per esempio in settimana parto per la Transvulcania, ma niente pettorale, solo foto e testi…».

Martina Valmassoi alla Trentapassi Skyrace ©Ufficio stampa Trentapassi

Comunque un programma gara lo hai fatto?
«Sì, sono sempre nel team Salomon Italia e ho un sostegno a livello internazionale. Da qualche stagione ho deciso di allungare le distanze: farò la 55 km di Madeira, la 70 della High Trail Vanoise, anche se l’obiettivo numero uno sarà il Trofeo Kima».

Allora bisogna mettere chilometri nelle gambe...
«Quando sono in trasferta cerco comunque di allenarmi: tra maggio e giugno sarò sempre in viaggio tra Annecy e gli Stati Uniti, per fortuna tra luglio e agosto sarò di più a casa e lì farò quantità e non solo qualità per affrontare al meglio il Kima».


Welcome back Kilian!

Kilian è tornato. Lo avevamo lasciato alla Pierra Menta out per un infortunio: frattura del perone dopo una caduta nell’ultima tappa. Operazione e riabilitazione: sui suoi canali social le immagini di allenamento a secco e bicicletta.
Oggi su Strava ecco la prima uscita di corsa: oltre un’ora e mezzo di corsa, più di mille metri di dislivello e quasi 10 chilometri. Welcome back Kilian!

 


Ecco chi è salito sul podio nel ricco fine settimana di corsa

Non solo Trentapassi, è stato un fine settimana davvero 'pieno': ecco come è andata, con le tutte le classifiche nel nostro calendario.

TRAIL DEL MOTTY – In tanti per la grande classica del Mottarone. Nella gara regina di 39 km e 2100 metri di dislivello, vittoria di Cristian Minoggio in 3h50’22”, davanti al compagno di club della Valetudo, Stefano Radaelli (4h02’38”) con terzo Fabio Di Giacomo in 4h11’38”, quarto Alessandro Martignoni, quinto Simone Beltrametti. Sul podio rosa prima Cecilia Pedroni, anche lei Valetudo, in 4h56’18”, seconda Emanuela Scilla Tonetti (5h19’58”), terza Chiara Boggio (5h24’33”). Nel Mottyino, da 19 km, affermazioni di Matteo Spreafico e Monica Moia.

Cristian Minoggio ©Facebook VCO in corsa

TRAIL LONGANE KARPOS – All’ennesimo tentativo, Daniele De Colò centra la vittoria alla gara andata in scena a Lozzo di Cadore. Il vigile del fuoco di Taibon Agordino, già diverse volte sul podio, ha finalmente fatto propria la gara delle Dolomiti Bellunesi, prova impegnativa che propone un tracciato di 15 chilometri di sviluppo e 1100 metri di dislivello positivo. De Colò, classe 1970, è partito fortissimo, mettendo subito un bel po’ di secondi tra sé e gli inseguitori. A metà gara il vantaggio era di circa un minuto e mezzo ed è continuato a crescere nella seconda metà gara. Alla fine l’esperto atleta agordino ha vinto in 1h09’04”, precedendo di 2’35” l’ex biathleta azzurro, il friulano Michael Galassi, e di 3’47” un altro friulano, Giulio Simonetti. Tra le donne, la vittoria è andata all’altoatesina di Pieve di Marebbe Anna Pedevilla. Anche in questo caso due atlete friulane sul secondo e terzo gradino del podio: rispettivamente Carla Spangaro e Anna Finizio.
«Finalmente sono riuscito a vincere questa gara dura e bellissima» dice Daniele De Colò. «Ho fatto diversi piazzamenti sul podio e questa volta riesco a primeggiare: volevo questa vittoria, anche per dedicarla a Enrico Frescura e Alessandro Marengon, i due giovani cadorini caduti sul monte Antelao lo scorso 1 maggio». Anche l'organizzazione ha dedicato un pensiero ai due ragazzi del Soccorso alpino deceduti nei giorni scorsi, ricordandoli con un minuto di silenzio prima del via della gara. «Da martedì il pensiero di tutti noi è per Enrico e Alessandro» dice il coordinatore dello staff organizzativo, Andrea Forni. «Abbiamo nel cuore e nella mente la scomparsa di Enrico e Alessandro. Non è stata una settimana facile. Sono contento che in tanti del Soccorso Alpino oggi fossero presenti: ci tenevano, pur col dolore nel cuore. Per quanto riguarda la gara, la partecipazione è stata ottima in termini numerici perché abbiamo raggiunto i 300 partecipanti, ed elevato è stato anche il livello tecnico. È andato tutto bene. Abbiamo avuto anche la prova di nordic walking: è stata un’edizione sperimentale che contiamo di confermare e potenziare il prossimo anno».

GARDA TRENTINO TRAIL – Nella gara da 60 km e 3500 metri di dislivello, partendo da Riva del Garda con arrivo ad Arco, successo di Christian Hofer in 6h32’14” su Christian Insam (6h37’48”) e Josef Thaler (6h46’24”), quarto il norvegese Edvard Vasdal, quinto Giuseppe Biava. Al femminile a segno Francesca Dal Bosco in 7h38’26” su Isabella Lucchini in 7h48’55” e Magdalena Martini in 7h49’52”.

TROFEO VALLI BERGAMASCHE – Come da tradizione si è aperta la stagione della corsa in montagna con il Trofeo Valli Bergamasche, che quest’anno accende quindici candeline.La squadra di casa stringe i denti e non lascia andare il suo trofeo a staffetta maschile completando i 3 giri in 1h41’24”. Ottavo titolo consecutivo per gli ‘orange’ guidati da Luca Cagnati, autore di una ottima prima frazione distaccato solamente da un Bernard Dematteis che conclude gli 8,2 km di gara in 32'48" con un vantaggio di 38” sull’avversario. Vincitori e compagni di squadra anche l’azzurro Nicola Spada (33’03”) e Massimiliano Zanaboni (34’57”).
Secondo posto per la sfortunata Corrintime (1h43’02”) dei gemelli Dematteis che viene rallentata da un errore nel percorso da parte di Henri Aymonod, comunque all’altezza dei suoi compagni. Frazione finale velocissima per Martin Dematteis che chiude il percorso in 33’16”.
Terzo posto sempre di casa con la staffetta Valli Bergamasche B (1h45’19”) composta dallo junior Alessandro Lotta e l’iridato Alessandro Rambaldini, grande sfida la loro che con lo sprint finale di Matteo Bossetti distaccano la Recastello di Magri, Della Torre e Poli, quarti a un minuto dal podio.
Nella gara individuale femminile Alice Gaggi ha la meglio sulla compagna di squadra Samantha Galassi, vittoria e crono fermato a 39’09” sul tracciato da 8,2 km. A seguire Galassi (40’24”) e sul gradino più basso del podio Stefania Cotti Cottini del G.S. Pellegrinelli (41’02”). Quarto posto per Elisa Compagnoni (41'45") seguita da Luisa Gelmi (42'08").

Alice Gaggi

100 E LODE – Sigillo di Roberto Mastrotto alla decima edizione della 100 km sulle montagne vicentine. 9h48’26” il suo crono, davanti ad Alessio Zambon (11h13’02”) e Luca Manfredi Negri (11h15’47”). Federica Menti, tredicesima assoluta in 12h28’26” si aggiudica la gara rosa su Elisabetta Luchese (13h54’13”) e Ingrid Lanthaler (14h21’45”).

GRAN TRAIL RENSEN – Franco Collè guest star della gara nell’entroterra ligure di Arenzano: il valdostano del team Hoka One One / Crazy Idea chiude i 45 km e 3000 metri di dislivello in 5h16’10”; con lui sul podio Paolo Piano (5h32’28”) e Alberto Ghisellini (5h34’01”). Settima assoluta, e prima nella gara femminile, Simona Gambaro in 6h21’40”, quindi Giuditta Turini (6h27’31”) e Virginia Oliveri (6h32’29”).

LAGO MAGGIORE INTERNATIONAL TRAIL – Percorso vista lago di 50,6 km con 3510 metri di dislivello: primo sul traguardo Roberto Viliotti in 5h46’51” davanti a Moreno Sala (5h56’10”) e lo svizzero Gabriele Sboarina (6h05’17”), quarto Francesco Rigodanza, quinto lo slovacco Marian Priadka. La svizzera Kathrin Göetz detta legge al femminile in 6h28’20” (nono tempo assoluto), davanti alla svedese Sofie Strömberg (7h08’34”) e a Daniela Montelli (7h26’14”); ai piedi del podio Guendalina Sibona e Lisa Boschetti.

VESUVIO SKYMARATHON - Fulvio Dapit firma la 42 km e 2600 metri di dislivello, chiudendo al traguardo in 4h10’38”, davanti a Giovanni Ruocco (4h11’38”) e Mario Maresca (4h13’13”), quarto Carmine Amendola (4h26’48”) con quinta Silvia Rampazzo in 4h27’36”.

TRAIL SOVRAMONTINO - Terza edizione della prova di corsa in montagna che si svolge lungo sentieri e mulattiere che si snodano nella superba cornice della Vette Feltrine, nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. La manifestazione ha proposto un tracciato di 10 chilometri (600 metri di dislivello) e uno di 17 chilometri (1200 metri di dislivello), entrambi con partenza e arrivo fissati alla frazione di Sorriva. Sul tracciato lungo la vittoria è andata a una delle promesse dello sci alpinismo italiano, Enrico Loss: il primierotto si è imposto con il tempo di 1h31’50”, precedendo di 6’7” Daniele Meneghel e di 6’49” Matteo Vecchietti. Tra le donne, successo di Eleonora Rossi davanti a Letizia Filosa e Orietta Lodi.
Sul percorso breve, tra le ragazze si è registrata la vittoria dell’azzurra dello sci di fondo Anna Comarella: la poliziotta cortinese, classe 1997, che lo scorso febbraio ha partecipato alle Olimpiadi di Pyeongchang, al termine dei 10 km ha fermato il cronometro sul tempo di 1h’04’55, precedendo Annalisa Cipollone e un’altra giovane fondista, la sovramontina Erica Antoniol. Tra i maschi la 10 km ha visto imporsi un atleta di casa, Nicola D’Agostini, che ha avuto la meglio su Lorenzo Busin e Massimo Torghezze.

Il podio maschile del Trail Sovramontino

 

 


Tecnica Zero G Tour Pro, la potenza della leggerezza

Tecnica crede sempre più nello scialpinismo e lo dimostra con l’arrivo sul mercato per la stagione 2018/19 di Zero G Tour Pro, erede di Zero G Guide Pro, rispetto al quale rappresenta un deciso passo in avanti. Uno scarpone interessante in chiave freetoruing ma che potrebbe posizionarsi a metà del guado con la categoria ski touring che abbiamo provato sulla neve in anteprima con Stefano Mantegazza, responsabile dello sviluppo del progetto, e la Guida alpina Davide Alperti, collaudatore della nuova scarpa, sulle nevi dell’Alta Badia.

AL BANCO - Rispetto a Guide Pro, Zero G Tour Pro subisce una cura dimagrante con last inferiore di un millimetro (99 mm) e peso ridotto di circa 250 grammi. Ma limitandosi ai numeri si rischia di essere riduttivi, perché cambia sensibilmente tutta l’esperienza, dalla camminata alla sciata. Nella numerazione 26/26.5 la bilancia si ferma a poco più di 1.315 grammi con lunghezza suola di 303 millimetri e la forma è abbastanza affusolata e anatomica. Per la suola è stata scelta una Vibram tra le più leggere presenti sul mercato, con tre diverse mescole, una delle quali grigia e omologata ISO Touring 9523, indispensabile per scarponi di questa categoria.

La forma è rockerata per facilitare la rullata e anche la zeppa interna è rockerata in poliuretano espanso con sistema C.A.S e disegno superiore a puntini di 1,5 mm per agevolare il lavoro di boot fitting e un buon grip della scarpetta. Gli inserti certificati Dynafit sono stati arretrati di 1,5 millimetri rispetto al vecchio Guide Pro per ridurre il braccio leva, mantenendo l'omologazione ISO Touring 9523 e una valida ramponabiltà. Al reparto ganci (rigorosamente quattro come da tradizione della casa) troviamo leve in magnesio e base alluminio con micro regolazione di sette millimetri. La prima è invertita per avere la sicurezza che non si apra in arrampicata o in sciata su neve crostosa. Ganci superiori con blocco in apertura e rastrelliera con uncino anti apertura in fase di camminata.

L’attenzione al peso ha riguardato anche il Powerstrap light da 35 mm con spalmatura interna di silicone per ottimizzare la stabilità sul gambetto durante la sciata. Per lo scafo è stato utilizzato Grilamid dello spessore di tre millimetri con zone C.A.S che permettono una perfetta lavorazione dello scafo in caso di operazioni di boot fitting. Si tratta di una tecnologia Tecnica ampiamente collaudata negli scarponi alpini con settori a porosità accentuata che garantiscono una migliore e più uniforme lavorazione quando scaldate. Il gambetto è co-iniettato in Grilamid/Carbonio nella parte posteriore e lateralmente, mentre sui lembi anteriori c’è solo Grilamid, per un flex progressivo. Uno dei segreti di Zero G Tour Pro è la leva posteriore ski/walk self-adjusting system a doppio armamento, nel gambetto e nel tallone, dove c’è un uncino di sicurezza. Il gambetto ha un’inclinazione di 12° (invertendo la piastra di fissaggio del meccanismo possiamo arrivare a 13°), mobilità di camminata anteriore di 15° e posteriore di 40°.. Zero G Tour Pro viene fornito con scarpetta preformata ready to go con lacci, soletta plantare e pad in gel.

LA CALZATA - L’entrata è facilitata grazie alle plastiche più morbide delle labbra sulla parte finale del collo del piede, con il vantaggio di poter posizionare correttamente la lingua della scarpetta. La calzata è fin da subito confortevole con un fit che segue il piede e malleoli e tallone ben alloggiati. Pratica la scarpetta ready to go versatile con mousse dalla giusta consistenza. Si può inserire la soletta termica che dà anche più precisione e comfort alla scarpa. Manovre di chiusura facili e intuitive, i ganci con microregolazione permettono un serraggio personalizzato, semplice anche con le moffole. Le taglie partono dalla 22 MP anche su questa versione top e strizzano l’occhio alle sciatrici esperte.

Il passaggio da walk a ski è molto semplice è abbiamo apprezzato particolarmente la leva posteriore a doppio fulcro che rende lo scafo ben progressivo e lo fa spanciare il giusto, anche forzando il piegamento in avanti.

 LA CAMMINATA - La rullata dello scafo trasmette sempre sensazioni di stabilità ed efficienza. In salita si ha un feeling di compattezza che garantisce precisione nell'indirizzare lo sci. L’apertura di caviglia all'inizio è un poco frenata dalla scarpetta che ha comunque bisogno di farsi nonostante sia ready to go. La curvatura dello scafo sul collo del piede copia bene, senza punti di pressione. C’è sicuramente più mobilità rispetto a Guide Pro.

LA SCIATA - In discesa traspare il know-how del marchio nel mondo alpino e freeride. Molto valido nelle curve strette, dove grazie alla giusta presa di spigolo (e ne ha grazie alla leva posteriore e alla struttura dello scafo) permette cambi veloci e precisi sullo sci. Dà però suo meglio nelle curve medio-lunghe: è molto progressivo, per una sciata dinamica che richiede energia a fine curva per uscire veloci. Ci è piaciuta anche la tolleranza negli arretramenti grazie al collarino della scarpetta alto e della giusta durezza sopra lo spoiler che aiuta a ritrovare la centralità quando necessario.

Zero G Tour Pro agevola anche quel lavoro di caviglia sugli sci che nello skialp non guasta mai nei terreni gobbosi, nei boschi fitti e su nevi crostose. Nel complesso ci è piaciuto perché le sue plastiche elastiche permettono una sciata moderna e precisa senza affaticare troppo la gamba.

Lo consiglieremmo per sci da 90 fino a 100 millimetri al centro e a sciatori di livello medio alto per uno skialp esigente. Proprio a volere trovare il pelo nell’uovo… qualcuno potrebbe preferirlo appena più basso sull’avampiede, ma proprio qualcuno…

I SUOI FRATELLI - Lo scarpone testato è il top di gamma della linea Tecnica per sci e pelli, affiancato da Zero G Tour Scout, con gambetto in PU e flex 120 (disponibile anche in versione femminile, flex 115) e Zero G Tour (scafo in PU, gambetto in Triax 3.0, flex 110). Tutti i modelli hanno last 99 millimetri.

 

TECNICA ZERO G TOUR PRO

Scafo: Grilamid

Gambetto: co-iniettato in Pebax/Carbonio

Mobilità gambetto: 55°

Leve: 4 Light Magnesium

Suola: ISO 9523 con Low Tech VIBRAM rubber toe & heel

Scarpetta: Ultralight-Light Fit ready to go con lacci

Last: 99 mm

Flex: 130

@Alice Russolo

Grandi sfide a Marone per la Trentapassi

Grandi sfide a Marone per la Trentapassi: la skyrace apre il circuito La Sportiva Mountain Running Cup, il vertical il Vertical Kilometer World Circuit.

SKYRACE - Sui 23,4 chilometri e 1860 metri di dislivello a segno Gil Pintarelli del Team Crazy in 2h24’34” su Andreas Reiterer (La Sportiva, 2h27’39”) e Christian Modena (New Balance, 2h29’00”), quarto Andrea Debiasi (Team Crazy, 2h31’11) e Nicola Giovanelli (La Sportiva, 2h31’32”). Al femminile colpo di Martina Valmassoi del Team Salomon in 3h02’31”, con un margine di 1’38” sulla polacca della Valetudo Wiktoria Piejak e 1’55” su Daniela Rota. Ai piedi del podio la danese Katrine Villumsen (3h05’50”) e Sara Rapezzi (3h10’44”).

VERTICAL - Vola anche con le scarpette da running Davide Magnini: il trentino del Team Salomon sale in 3,5 km e poco più di mille metri di dislivello in 39’22” davanti a Patrick Facchini (La Sportiva, 41’17”) e lo svizzero Pascal Egli (Team Dynafit, 41’48”), quarto Hannes Perkmann (La Sportiva, 41’59”), quinto il francese Camille Caparros (43’11”). Nella prova rosa affermazione della francese del Team Scott, Christel Dewalle (48’19”) sulla statunitense Hillary Gerardi (Scarpa/Compressport, 48’56”) e la connazionale Jessica Pardin (50’56”), quindi Stephanie Jimenez (Team Salomon, 52’52”) e la francese Mallaurie Mattana.


BIG uP & Down, siamo tutti figli dello stesso dio

«Scordatevi tutina e cronometro, la parola d’ordine è tranquille. 'Ci vediamo domani alle 9, anche 9.30 tranquille’, ‘vuoi fare un’uscita tranquille fuoripista?'. La vera performance è finire tutta la tartiflette che ti hanno messo nel piatto. Benvenuti alla BIG uP & Down. Siamo a Les Arcs, Savoia, patria di un po’ di tutto, dal KL al freeride, al turismo internazionale. Inizio febbraio». Inizia così l'articolo di Luca Giaccone su Skialper di aprile-maggio che è andato come nostro inviato a curiosare tra le simpatiche gare e gli altrettanto simpatici partecipanti di questo raduno francese di tutte le anime dello sci fuoripista con pelli.  

©Marc Daviet

COME FUNZIONA - Hai un paio di pelli e un attacchino perché un po’ bisogna salire con le tue gambe? Sei dei nostri, ma non importa quanto pesi o quanto sia largo sotto il piede il tuo sci, oppure ancora se la tutina da gara non ce l’hai: tutti insieme appassionatamente. E se pelli e attacchino non ce l’hai, tranquille, te li danno loro. Loro sono la Community Touring Club, la comunità creata da Gino Decisier e Guillaume Desmurs che mette insieme Kilian Jornet e Cédric Pugin, Mathéo Jacquemoud ed Enak Gavaggio, Laetitia Roux e l’ex campionessa di skicross Meryll Boulangeat. Skialper e freerider: alla francese i freerando. Tre gare che gare vere e proprie non sono, nel senso che l’importante è esserci, non vincere. Ed esserci, però, non vuol dire appartenere a una comunità chiusa, anzi. Lo spirito è completamente diverso, è quello di allargare i numeri dei freerando. Tre giorni dove nel village puoi provare gratuitamente tutto il materiale che vuoi, che tu sia già skialper, freerider e sciatore. Nessuna distinzione. Abbiamo visto ragazzi con la divisa dell’Equipe de France di sci mettere in un angolo un gigante da gara per provare un bel 100 sotto il piede...

©Marc Daviet

TOP E GENTE COMUNE - Alla BIG uP & Down abbiamo incontrato Mathéo Jacquemoud, Laetitia Roux e Rancho, tutti insieme per divertirsi, una volta tano senza cronometro. E poi... è assolutamente da vedere la gara dell'ultimo giorno, con un format veramente simpatico. Per saperne di più basta leggere Skialper in edicola!

©Marc Daviet

 


Un intenso fine settimana di corsa

Si entra nel vivo: fine settimana intenso con tante gare in calendario. Ecco allora una carrellata degli appuntamenti più attesi, la lista completa come sempre sul nostro calendario.

TRENTAPASSI - Domenica supersfide a Marone, sulle sponde del lago d’Iseo: si correranno, infatti, la Trentapassi Skyrace di 23,4 chilometri e 1860 metri di dislivello, prova d’apertura del circuito La Sportiva Mountain Running Cup, e la Vertical Race, un’impennata di sola salita con 1050 metri di dislivello per 3,5 chilometri di sviluppo, opening del Vertical Kilometer World Circuit 2018.
Il programma del fine settimana di Marone si aprirà sabato alle ore 10.15 quando ci sarà il via della Miniskyrace, gara riservata ai più piccoli. Nel pomeriggio, dalle ore 15 porte aperte all’ufficio gara dove sarà possibile completare le pratiche di iscrizione e il ritiro di pettorale e pacco gara con i tre gadget (felpa e borraccia in alluminio ‘griffata’ Trentapassi Skyrace, e borsa tecnica). Domenica l’entrata in griglia per il Vertical Kilometer è prevista alle ore 8.30 mentre alle 9 si chiuderanno gli accessi e ci sarà il briefing tecnico. La gara partirà alle ore 9.15. Per il pubblico, l’arrivo dei primi atleti sulla cima sarà circa alle ore 10.
La Trentapassi Skyrace partirà alle ore 10.15; il comitato organizzatore, ha previsto questi tempi di passaggio: ore 11 sulla Cima Trentapassi, ore 11.10 nel centro abitato di Sant’Antonio a fine prima discesa, ore 11.20 in località Pado, al termine della seconda salita tecnica, ore 11.30 in località Forcella di Coloreto dove ci sarà un incrocio con il percorso di discesa, ore 11.45 nel centro abitato di Zone, ore 12 a Cislano in località il Chiosco, ore 12.10 arrivo atteso del primo concorrente al traguardo in piazza a Marone.

TRAIL DEL MOTTY - Tutto pronto per la grande classica del Mottarone. Appuntamento domenica con la gara regina di 39 km e 2.100 m D+. Si corre su uno dei miglior balconi panoramici delle Alpi, con lo sguardo che va dal Lago Maggiore, al Lago d’Orta e al Monte Rosa. Sabato la novità Motty 2 Laghi introduce anche la possibilità di correre su due giorni, unendo i 22,5 km e 1.500 m D+ del prologo ai 39 della gara principale.

TRAIL LONGANE KARPOS - Domenica Lozzo di Cadore ospiterà la sesta edizione della gara che si sviluppa su un tracciato di 15 chilometri di sviluppo e 1100 metri di dislivello positivo, toccando alcune zone suggestive dei dintorni di Lozzo come quella dei Mulini o quelle di Lagune e Somacros o, ancora, il tratto del Peron de le Longane (bellissime fanciulle, dai piedi caprini, di qui il ‘sottotitolo’ della gara ‘correndo con piedi di capra’ che abitavano i corsi d’acqua e che conoscevano l’arte della magia) luogo mitico che dà il nome alla manifestazione. L’edizione 2018 del Trail de le Longane ospiterà, con un percorso dedicato di circa 10 chilometri, una prova di nordic walking inserita nel circuito Giro Nordic. Il via al Trail de le Longane è previsto per le 9.45. La prova di nordic walking inizierà un minuto dopo. Ci si potrà iscrivere on line fino a sabato; le iscrizioni saranno possibili anche nella mattinata di domenica. Prima del via, il Trail de le Longane osserverà qualche istante di silenzio in memoria dei due giovani sportivi cadorini e membri del Soccorso Alpino, Enrico Frescura e Alessandro Marengon, caduti lo scorso 1 maggio sul monte Antelao.

GARDA TRENTINO TRAIL - Tre gare, tre distanze tutte con arrivo ad Arco. Nella gara lunga di 60 km e 3500 metri di dislivello prevista una variante a causa della presenza di neve nel tratto tra Dromaè e Saval: Bocca Saval sarà dunque raggiunta passando per il Monte Cocca. Confermata la partenza alle 8 di sabato da Riva del Garda. In programma anche la Ledro Trail Marathon di 42 km e 2400 metri di dislivello con start a Lenzumo di Concei e la Tenno Trail Experience di 29 km e 1500 metri dislivello, partendo appunto da Tenno.

TROFEO VALLI BERGAMASCHE - Sabato Leffe ospiterà la quindicesima edizione della gara di corsa in montagna, a squadre maschile e individuale femminile. Tre staffettisti cercheranno di percorrere nel minor tempo possibile il percorso che prevede un giro a testa di poco più di 8 km che vedrà il passaggio del ‘testimone’ in centro paese: start alle 15. Prevista, invece per le 15.10 la partenza della gara individuale femminile sullo stesso percorso di gara. Ciliegina sulla torta e finale di giornata sarà il ‘Beer Fest Il Calice’, una festa per concludere al meglio l’impegno agonistico.

100 E LODE - Decima edizione della 100 km sulle montagne vicentine. Partenza alla mezzanotte del sabato a Villaverla per affrontare un tracciato che prevede 4000 metri di dislivello. In programma anche la versione dimezzata da 50 km e 1100 metri di dislivello.

GRAN TRAIL RENSEN - 45 km e 3000 metri di dislivello nell’entroterra ligure di Arenzano: tra gli atleti al via anche Franco Collè. La partenza alle 7 di domenica.

LAGO MAGGIORE INTERNATIONAL TRAIL - Prova sold out quella di domenica con partenza alle 8 da Maccagno con Pino e Veddasca. Un percorso vista lago di 50,6 km con 3510 metri di dislivello.


Si fa festa con Miky Boscacci

È qui la festa? E c’è davvero tanto da festeggiare per Michele Boscacci: Coppa del Mondo e LGC. E non poteva che essere nella sua Albosaggia: appuntamento sabato 5 maggio dalle 20.30. Ci sarà tutto il fans club, tutta la Polisportiva, tutti i tifosi per celebrare il campione di casa. E con Miky anche la nuova stella ‘made in Albosaggia’, Giulia Murada.


Cambio materiale per due azzurri

Cambio materiale per due atleti della Nazionale italiana nella prossima stagione. Davide Magnini scierà con Atomic: era già legato al gruppo Amer con Salomon nell’attività estiva, adesso sarà in gara con gli sci di Altenmarkt in inverno. E da Atomic dovrebbe lasciare Damiano Lenzi che passerebbe a Dynafit: la notizia non è ancora ufficiale, ma il campione ossolano dovrebbe far parte dalla prossima stagione del team del ‘leopardo delle nevi’.


New Balance Fresh Foam Hierro, missione trail

Ci vuole coraggio a cambiare i prodotti di successo ed è nel DNA dei marchi innovatori. Se New Balance lo aveva dimostrato l’anno scorso, presentando la v2 di una scarpa di successo come la Hierro, ne dimostra ancora di più a solo un anno di distanza - con il modello 2017 che è andata esaurita velocemente nei negozi - introducendo già la v3. Abbiamo provato Hierro v3 facendola mettere ai piedi di uno dei testatori di più lunga data della nostra Outdoor Guide, Christian Modena e abbiamo scoperto che… Beh, non è necessario provarla, ma solo guardarla per rendersi conto che non si tratta di un restyling, ma di una scarpa completamente nuova, dove la parte che è cambiata meno (ma è cambiata…) è la suola. Niente più linguetta, a favore di un comodo sistema sock fit (a calza), niente più tomaia in mesh 3D ma Hyposkin, una struttura simile a una pellicola, traforata al laser per renderla traspirante, e geometrie che strizzano l’occhio al massimalismo. La v2 aveva un profilo 19 - 15 mm, sulla v3 si passa a 28 - 20. Raddoppia il drop, dunque, ma in ogni caso si sale. Molto evidente poi anche la calzina che avvolge il collo del piede e sopra il tallone, per evitare l’ingresso dei detriti. Il peso? 326 grammi.

©Alice Russolo

SUL TERRENO - Viste le premesse, la voglia di mettere ai piedi Hierro v3 è aumentata, per capire quanto è diversa dal modello che l’anno scorso era piaciuto tanto ed era sembrato molto versatile, da ultra sì e per utenti di medio livello, ma anche per utenti top e gare più corte, tecniche e nervose. Le sorprese non sono mancate. «È subito comoda, si adatta davvero bene a quasi tutti i piedi, è la scarpa no problem, questa è sicuramente la prima sensazione che hai quando la metti ai piedi» ha detto subito Christian. Comodità per le lunghe distanze, per le grandi ultra, magari corribili e non esageratamente tecniche, in stile Leadville e Western States, per intenderci. «La definizione mi sembra abbastanza centrata - ha aggiunto Christian - perché la sensazione di cushioning e di morbidezza dell’intersuola è davvero notevole, simile a quella di altre massimaliste e la comodità è al primo posto, in più il rocker accentuato della punta aiuta la rullata verso la fine delle gare lunghe». Il tallone è molto comodo e c’è tanto appoggio. Si percepisce anche il drop raddoppiato rispetto all’antenata. «Il dislivello si sente, ed è pensato per fornire più sostegno sulle lunghe distanze e terreni moderatamente tecnici». Abbiamo detto che la suola sembra essere la parte rimasta più simile alla v2, ma è vero solo in parte. La somiglianza sta nella forma a esagono dei chiodi, ma la disposizione è più dinamica, con quelli esterni quasi longitudinali e con un disegno generale più aperto, che dovrebbe agevolare l’autopulenza in caso di fango e terreni umidi. La grande differenza però sta nell’utilizzo di una suola bimescola, in parte la collaudata Vibram Megagrip, in parte di un altro compound dell’azienda di Albizzate. Megagrip rappresenta un ottimo compromesso tra grip e durata, però la scelta di utilizzarlo solo nelle zone di maggiore trazione risponde all’obiettivo di allungare ancora di più la vita della scarpa. «Non ho ancora avuto modo di provarle in situazioni particolarmente critiche di aderenza, ma la presenza di Magargrip nelle zone dove si spinge dovrebbe essere una garanzia e il disegno aperto aiuta molto l’autopulenza» ha concluso Christian.

©Alice Russolo

OBIETTIVO TRAIL - New Balance inserisce Hierro v3 nel segmento occupato da Brooks Caldera, Hoka One One Speed Instinct e Saucony Peregrine. A noi è piaciuta per la sua comodità e per il notevole cushioning, oltre che per la calzina che evita l’entrata dei detriti. Anche alla luce dell’arrivo sul mercato tra la primavera e l’estate di KOM - King of The Mountain, che andrà a riempire le distanze lasciate vuoto dall’uscita di scena della storica Leadville, anche se - secondo le prime anticipazioni - sarà una scarpa abbastanza diversa - appare evidente che Hierro torna a posizionarsi nel segmento più puro del trail moderatamente tecnico e di medio-lunga distanza. Potrebbe anche essere un’ottima scarpa anche per escursioni in montagna con uno spirito più sportivo. Meno polivalente, più specifica, più comoda e ammortizzata. Una scelta perfetta per sostenere e arrivare a fine gara, valida alternativa nell’arena del massimalismo. E per durare a lungo. Un modello che, insieme ai nuovi arrivi estivi e autunnali, amplia ancora di più l’offerta di New Balance nel mondo del trail.

New Balance Hierro v3

Peso: 326 gr
Prezzo: 135 euro
Drop: 8 mm
Intersuola: Fresh Foam
Suola: bimescola Vibram Megagrip/Vibram
Tomaia: Hyposkin

www.newbalance.it

©Alice Russolo

Arriva la Outdoor Guide 2018

È già disponibile nell’edicola digitale di Skialper e a partire dalla prossima settimana nelle migliori edicole Outdoor Guide 2018. Cercatela dal vostro edicolante oppure fatela ordinare. Se proprio non la trovate, potrete sempre ordinarla anche sul sito di Mulatero Editore. La seconda edizione di Outdoor Guide (304 pagine, 9,90 euro) si arricchisce di contenuti e categorie merceologiche ed è la guida all’acquisto che non può mancare nello zaino di trail runner ed escursionisti, con le prove di tutte le migliori scarpe, degli zaini, dei bastoni, delle lampade frontali, dei gps e degli smartphone rugged.

©Federico Ravassard

L’OUTDOOR IN TRE MONDI – Per semplificare la vita degli appassionati degli sport outdoor abbiamo suddiviso in tre mondi gli articoli sportivi: running, walking, mountain. Tre aree dove abbiamo inserito le migliori scarpe, zaini e bastoni che presentiamo in schede molto dettagliate frutto del lavoro di analisi ed elaborazione dei giudizi dei nostri testatori.

@Paolo Sartori

TEST TEAM – Sono ben 21 i nostri testatori, dai campioni dello skyrunning e del trail alle Guide alpine. A loro abbiamo affiancato qualche consumer di ottimo livello per avere il maggior numero possibile di giudizi qualificati. I test dei mondi running e walking sono stati portati a termine nello splendido paesaggio di Finale Ligure, una delle capitali dell’outdoor, mentre per la parte alpinistica siamo stati a Gressoney.

RUNNING – Per noi running significa trail running e skyrunning e infatti abbiamo suddiviso le scarpe in queste due macro-categorie. 66 scarpe messe alla frusta da Roberto Beretta, Oliviero Bosatelli, Nicola Giovanelli, Christian Modena, Yulia Baykova, Camilla Magliano, Giorgio Pulcini, Filippo Bianchi, Pablo Barnes, Virginia Oliveri, Alessandro Brunetti. E poi 45 tra zaini vest e cinture nelle pagine curate da Gianluca Gaggioli e 18 bastoni dal vertical al trail. I best seller e le novità dei principali marchi ci sono tutti.

©Federico Ravassard

WALKING – Camminare, su terreno più o meno tecnico. E dunque hiking e trekking sono le due macro-categorie. 37 scarpe provate da Elisabetta Caserini, Lorenzo Cavanna, Alessio Cerrina, Alice Arata ed Enrico Sasso, oltre a 37 zaini e 14 bastoni.

@Paolo Sartori

MOUNTAIN – Le tante vie dell’andare in montagna con obiettivi verticali contemplano ben tre marco-categorie: approach, media quota (scarpe che accettano ramponi semi-automatici) e alta quota (ramponi automatici). In totale 37 scarpe provate da Guido Chiarle, Carlo Gabasio, Paolo Tombini e Francesco Ratti. Non mancano 19 zaini.

©Stefano Jeantet

ABBIGLIAMENTO – I migliori capi d’abbigliamento per trail, escursionismo e alpinismo di 16 marchi: li abbiamo fatti indossare non a modelli professionisti ma a veri sportivi outdoor e vi spieghiamo tutte le particolarità.

SCARPE TRAVEL – Sono sempre più di tendenza, si tratta di modelli ispirati a quelli da outdoor ma pensati per la vita di tutti i giorni o per le vacanze, sono un po’ tecnici, un po’ modaioli. Nella Outdoor Guide ne presentiamo otto.

FRONTALI, GPS & SMARTPHONE – 10 i modelli di lampade frontali provati, ai quali si aggiungono 5 GPS cartografici e 6 sportivi da polso nel test a cura del medico dello sport Massimo Massarini. In più quest’anno abbiamo aggiunto la sezione dedicata agli smartphone rugged, quelli cioè super-protetti e a prova di caduta o immersione. Ne abbiamo provati tre.

©Federico Ravassard

AWARD – Per ogni mondo e categoria abbiamo individuato il prodotto dell’anno e una selection dei migliori, oltre a indicare gli articoli che si sono distinti perché particolarmente innovativi. Una scelta non facile quest’anno perché abbiamo riscontrato un innalzamento del livello generale, con tantissimi prodotti validi soprattutto nella fascia media.

LE MARCHE – Abbiamo testato prodotti di Adidas, Altra, Aku, Arc’teryx, Asics, Asolo, Black Diamond, Blue Ice, Brooks, Camelbak, Camp, Cassin, Cat, Columbia, Craft, Crazy Idea, Crosscall, Deuter, Dynafit, Dolomite, Ferrino, Fitbit, Fizan, Garmin, Garmont, Gregory, Häglofs, Hoka One One, Kayland, Komperdell, Inov-8, Instinct, La Sportiva, Lafuma, Leki, Lowa, Luce, Led Lenser, Lupine, Mammut, Masters, Meindl, Merrell, Millet, Mizuno, Montura, Moonlight, New Balance, Nathan, Nike, Odlo, On, Ortovox, Osprey, Patagonia, Petzl, Polar, Raidlight, Salewa, Salomon, Scarpa, Scott, Spot, Suunto, Tecnica, Thule, The North Face, Under Armour, Ultimate Direction, Ultraspire, Vaude, Vertical, Viking, Zamberlan.

@Paolo Sartori