Merillas, mille metri in discesa in 9 minuti e 34 secondi
Un nuovo record del mondo: da 2.388 a 1.388 metri, 2.2 km, in 9 minuti e 34 secondi. Di corsa, con un po' di neve. È quello che ha fatto segnare il trail runner spagnolo Manu Merillas a metà febbraio. Va ricordato, come ha fatto Kilian dopo il suo ultimo record, quello del dislivello superato in 24 ore, che anche in questo caso non si tratta di un primato ufficiale in quanto non effettuato su un percorso identico e nelle stesse condizioni. Merillas è sceso dalla Pena Ubina, montagna abituale dei suoi allenamenti. L'unico record simile di cui si sappia è quello di Raul Criado di 11'36'' fatto registrare nel 2017 su un percorso estivo di 3.1 km. Merillas era attrezzato con casco e piccozza. Classe 1991, con risultati importanti fino al 2015 (secondo al Kima, all'Ice Trail Tarentaise e al Matterhorn Ultraks), Merillas è stato fermo per quasi due anni a causa del morbo di Haglund, una malformazione del calcagno.
Madesimo, al via la quinta edizione del Freeride Festival
Madesimo torna per 3 giorni a essere al centro del mondo degli amanti del fuoripista: dal 22 al 24 febbraio si terrà infatti la quinta edizione di Madesimo Freeride Festival. Le potenzialità dell’aerea per il freeride sono note: il Canalone o l’Angeloga sono itinerari rinomati e che spesso garantiscono tante curve in neve fresca. Da quest’anno MFF si è posto però l’obiettivo di allargare lo sguardo sulle potenzialità dell’intera località. Ecco dunque come l’attività più outdoor - nel senso profondo del termine - verrà svolta a Montespluga: il Base Camp, il quale prevede due giorni di scialpinismo e una notte in tenda, durante questa edizione sarà tenuto proprio in quella zona, lontano da impianti e dalle case del paese.
Gli scialpinisti old school (tanto per riallacciarci al numero in edicola adesso) conosceranno già le vette sovrastanti come Tambò, Suretta o Ferret: si tratta di classi itinerari di scialpinismo di tarda stagione. I pendii al confine con la Svizzera sanno però regalare diverse emozioni anche durante il periodo invernale, se approcciati con un’ottica che guarda meno alla cima e più alla scelta del versante e delle condizioni del manto nevoso. E che rende Montespluga una piccola Alaska a sole due ore da Milano.
Per chi non vivrà l’esperienza in quella località isolata, saranno comunque disponibili tutte le attività delle scorse edizioni e che hanno portato nella skiarea fino a quasi 600 partecipanti: corsi base e avanzati di fuoripista, speedriding, ripido e splitboard, nonché l’ampio village per testare sci e materiali. E ovviamente serate e après-ski in pieno spirito da freerider.
Per tutte le informazioni: http://www.madesimofreeridefestival.it/
Sul sito sarà possibile iscriversi fino alle 23.59 di martedì 19 febbraio. Iscriversi sul sito permette di essere sicuri di poter partecipare al corso desiderato (i posti sono limitati) e di evitare code al momento del ritiro degli skipass e del pacco gara.
Tutto nuovo il Salomon QST 106
Non è semplice migliorare un prodotto già buono. Ma quando come testatori hai Stan Rey, Chris Rubens o Cody Townsend il lavoro diventa meno difficile. Anche se le finalità del progetto per il nuovo sci QST 106erano impegnative: rendere l’all mountain della casa di Annecy più rigido, ammortizzato e facile da manovrare. Presi singolarmente sono tre obiettivi relativamente facili da raggiungere, ma realizzarli contemporaneamente ha richiesto l’applicazione di una serie di nuove tecnologie. Per aumentare la rigidità, il nuovo QST si avvale di un rinforzo in carbonio con tecnologia C/FX, con il doppio del carbonio rispetto ai suoi predecessori. Per una migliore ammortizzazione, gli ingegneri Salomon hanno utilizzato un inserto in sughero che ha un livello di assorbimento delle vibrazioni superiore rispetto al Koroyd, l’inserto spesso utilizzato in molti sci e nelle precedenti versioni. In ultimo, la forma è stata rielaborata alle estremità (punta e coda) in modo che lo sci sia più sciancrato e quindi più manovrabile. Per equilibrare l’aggiunta di carbonio, lo sci presenta uno strato in basalto in grado di ammortizzare e assorbire le vibrazioni in modo incomparabile. L’integrazione dell’esclusiva tecnologia Cork Damplifier di Salomon, in punta e coda, conferisce stabilità per maggiore sicurezza durante la sciata. Il risultato? Attraversa la neve fresca, incide la neve ghiacciata e conquista i pendii più scoscesi senza esitazione. Oltre al 106 la gamma prevede 88, 92, 99 e il big fat 118. La sua morte? Con l’attacco S/LAB Shift MNC.
Assegnati i titoli regionali nel Comitato Alpi Centrali
Domenica la Ski-Alp della Valle di Rezzalo ha assegnato i titoli regionali del Comitato Alpi Centrali.
Tra le Cadette a segno Nicole Valli dell’Albosaggia su Noemi Gianola del Premana e Camilla Ricetti del Sondalo, nei Cadetti affermazione di Luca Tomasoni del Presolana su Rocco Baldini dell’Albosaggia e Marco Salvadori dell’Adamello Ski Team.
Tra le Junior primo posto per Samantha Bertolina dell’Alta Valtellina sulla compagna di club Katia Mascherona, con Michela Scherini dell’Albosaggia a completare il podio. In campo maschile successo di Giovanni Rossi del Lanzada davanti Alessandro Gadola del Valtartano e Alessandro Rossi del Lanzada.
In gara anche i Promozionali: nella categoria Allievi successo di Irene Gianola e Mirko Sangalli, tra i Ragazzi di Giulia Visinoni e Federico Pacchiarini entrambi del 13 Clusone.
Transcavallo a Antonioli-Eydallin e De Silvestro-Bonnel
Domenica mattina a Col Indes, a pochi chilometri da Tambre, è partita l’ultima tappa della Transcavallo. Dopo le prime due prove, le oltre cento squadre hanno affrontato un vero e proprio tappone dolomitico: il comitato organizzatore, coordinato da Diego Svalduz, con l’aiuto di tutti i numerosi volontari dislocati lungo il tracciato, ha disegnato una tappa spettacolare e impegnativa con quattro salite, due tratti tecnici in cresta, per un dislivello positivo totale di 2295 metri diluito in oltre 20 chilometri. Il percorso di gara prevedeva inizialmente la lunga salita verso il Monte Cornor, nell’ultima parte gli atleti hanno dovuto affrontare un tratto a piedi. Dopo aver raggiunto il cambio pelli hanno iniziato a scendere verso Casera Pian de le Stele, non prima di aver salito 45 metri di dislivello. Terminata la discesa, le squadre, risalendo la Val Salatis all’ombra del Monte Guslon, sulla spalla del Monte Castelat hanno dovuto riporre gli sci nello zaino per affrontare l’affilata cresta che li avrebbe portati in vetta al Monte Guslon. Toccata la vetta, i team hanno iniziato a scendere sino al penultimo cambio d’assetto. L’ultima salita di giornata prevedeva la conquista di Cima Vacche, dopo questa solo discesa per andare a tagliare il traguardo di Col Indes.
LE GARE - Sul traguardo di questa ultima tappa, dopo aver corso praticamente sempre insieme, si sono presentati Michele Boscacci, Davide Magnini, e appena dietro Robert Antonioli e Matteo Eydallin. Boscacci e Magnini hanno fermato il cronometro con il tempo di 2h44’26’’.
In seconda posizione hanno tagliato il traguardo, con soli due secondi di ritardo, i vincitori della trentaseiesima edizione, Robert Antonioli e Matteo Eydallin. Il podio, sia della tappa sia della gara, è stato completato da William Boffelli e Filippo Barazzuol. In quarta posizione hanno chiuso i francesi Samuel Equy e Alexis Sevennec. Filippo Beccari e Yoann Sert sono invece quinti.
In campo femminile Alba De Silvestro e Lorna Bonnel si è sono imposta, con il tempo di 3h30’12’’, su Valmassoi-Nicolini che confermano anche la seconda posizione assoluta dopo le tre tappe, mentre salgono sul terzo gradino del podio Margit Zulian e Tatiana Locatelli.
Ad Antonioli-Eydallin la seconda tappa della Transcavallo
Robert Antonioli e Matteo Eydallin dopo aver impostato un ritmo elevato fin dall’inizio hanno tagliato il traguardo della seconda tappa della Transcavallo, con il tempo di 2h9’53’’; i compagni del Centro Sportivo dell’Esercito di Courmayeur, Michele Boscacci e Davide Magnini, hanno confermato la seconda posizione con circa tre minuti di ritardo. In terza posizione con il tempo di 2h26’48’’ si sono classificati William Boffelli e Filippo Barazzuol.
Anche al femminile c’è stata la conferma dei risultati della prima tappa con la vittoria della due volte campionessa italiana Alba De Silvestro, per l’occasione schierata al fianco della transalpina Lorna Bonnel. Il tempo della squadra italo-francese si è fermati a 2h56’40’’. Seconda piazza per la coppia formata da Elena Nicolini e Martina Valmassoi (3h03’10”) e terzo posto di giornata per Margit Zulian e Tatiana Locatelli in 3h38’16”.
IL PERCORSO - Questa mattina la seconda tappa della trentaseiesima edizione della Transcavallo è partita dalle piste del comprensorio sciistico di Piancavallo per ritornare sulle nevi di Col Indes in Alpago. Le oltre cento squadre dopo aver percorso il tracciato della prova vertical mondiale, hanno conquistato per la prima volta l’aereo Tremol. Dopo la vetta i team sono scesi fino al successivo cambio pelli per risalire in Forcella Alta. Dopo la discesa sono passati per il Rifugio Semenza e sono entrati in Val Salatis guadagnando la forcella Lastè. Gli atleti sono dunque scesi in Val Sperlonga e hanno riguadagnato la tradizionale traccia sulla piramide del Cornor, fino all’anticima. Da qui una breve discesa e una salita fino alla forcella del Cornor hanno condotto i concorrenti sull’ultima discesa che li avrebbe portati nuovamente a Col Indes. Lo sviluppo di questa seconda prova era di 19.500 metri mentre il dislivello di sola salita era di 2.050 metri.
IL PROGRAMMA DELL'ULTIMA TAPPA - Domenica mattina si correrà la terza prova sul celebre percorso della Transcavallo moderna con il Monte Guslon come punto nevralgico della giornata e da salire tre volte volte, prima dalla Val del Cadin poi dalla Vallazza e infine dalla Val Salatis con il ripido canalino delle placche a 55° di pendenza. Il dislivello è di 2.400 metri.
Transcavallo, partiti
Transcavallo, partiti. La prima delle tre tappe della trentaseiesima edizione è andata in scena venerdì pomeriggio.
Come previsto, sfida tra le due squadre dell’Esercito: stoccata vincente per Robert Antonioli e Matteo Eydallin, ma con appena 9” su Michele Boscacci e Davide Magnini. Terza piazza per William Boffelli e Filippo Barazzuol a quasi tre minuti, quarti i francesi Sevennec-Equy, quinti Pippo Beccari e l’altro francese Sert.
Al femminile, nessuna sorpresa. Alba De Silvestro e la francese Lorna Bonnel hanno dominato la prima tappa in 1h23’24”. Seconda piazza per Elena Nicolini e Martina Valmassoi in 1h27’58” e terzo posto di giornata per Margit Zulian e Tatiana Locatelli in 1h33’56”.
SECONDA TAPPA - Dopo essere giunti a Piancavallo, sabato si tornerà in Alpago e si rientrerà seguendo il tracciato della prova vertical mondiale passando poi la Forcella di Palantina alta verso il Veneto. Poi si salirà in direzione del Rifugio Semenza con l'inedita vetta del Monte Lastè, la Cima Coppi dei tre giorni con i suoi 2.248 metri di quota. Poi si scenderà in Val Sperlonga per toccare prima il Col de Banca e a chiudere la piramide del Cornor. Il dislivello supererà i 2000 metri.
Condizioni ideali per la Feuerstein Skiraid
La situazione in Val di Fleres è ideale: tutto pronto per la Feuerstein Skiraid di domenica, sotto il sole e condizioni neve fantastiche. Partenza, presso il Centro sci di fondo Erl (all’Hotel Feuerstein), anticipata di un’ora, quindi alle ore 9, a causa delle previste alte temperature. Iscrizioni ancora aperte fino a sabato, entro le ore 17.
La banda del Wayback
«Mi hanno sempre chiesto il mio feedback, ma per lo sviluppo della nuova linea Wayback siamo stati coinvolti molto prima - esordisce Francesco Tremolada, Guida alpina in Val Badia - Ci abbiamo messo due anni solo per identificare le esigenze specifiche dei diversi tipi di utilizzatori. Poi abbiamo combinato queste esigenze con la nostra idea di come lo scialpinismo classico possa essere spinto verso la prestazione senza aggiungere peso e mantenendo quel feeling K2 tanto apprezzato». Dietro alle scelte aziendali ci sono obiettivi di mercato, non potrebbe essere diversamente, ma a volte ci sono anche degli uomini. Ed è quello che è successo nel momento in cui in K2 hanno deciso di mettere mano alla linea Wayback. Operazione non facile, perché da quando nel 2005 è stato lanciato lo sci Shuksan e successivamente con la linea di accessori Backside è stata creata un’opzione molto caratterizzata nello ski touring e nel freeride touring, con attrezzi dall’inconfondibile stile di sciata. Insomma, il feeling K2 non doveva essere sacrificato sull’altare del peso, ma l’obiettivo dichiarato era di alleggerire le strutture.
Ed è così che, fedeli al motto aziendale la passione guida l’innovazione, al quartier generale di Seattle hanno pensato di coinvolgere in tutto il processo di sviluppo dei nuovi prodotti (fatto raro) quattro Guide alpine attive nelle località più simboliche del mondo per skialp e freeride, quattro professionisti con almeno 150 giornate sugli sci a stagione, buona parte con i clienti. «Ho lavorato allo sviluppo dei Wayback per tre anni, ma avrei approvato solo uno sci potente che sciasse bene come quelli che avevo già usato - dice Hans Solmssen, che dal 1983 ha messo casa a Verbier - Però volevo anche uno sci spaventosamente leggero. Ho sciato con Cody, un ingegnere K2, un buon numero di giornate sulle Alpi, in ogni condizione di neve e con ogni attrezzo di altri marchi, cercando la perfetta combinazione. Siamo ritornati sui nostri passi tante volte e abbiamo fatto molte modifiche, ma alla fine ne è valsa la pena». Probabilmente sì, visto che Wayback 88 ha vinto l’ambito award Ski of the Year 2019 nella sezione ski touring della nostra Buyer’s Guide e Wayback 106 è nella Selectionnella sezione freetouring. «Il focus della nuova costruzione sta nell’utilizzo di legni leggeri come la Paulownia o la Balsa, con inserimento molto accurato di laminati compositi in fibra di carbonio o vetro, senza rinunciare all’inserto in titanal sotto il piede - dice Guido Valota, responsabile tecnico della nostra Buyer’s Guide - questo ha permesso una netta riduzione del peso, una performance sciistica realmente all-terrain, e una speciale manovrabilità nelle nevi difficili. La grande agilità caratteristica dei nuovi Wayback non compromette il grip sul fondo e la lamina è tutta giù al lavoro. Si passa con facilità disarmante su tutti i fondi». Yes we can. Sì, si può avere uno sci perfetto per sciare, ma anche per salire.
Gilles Sierro
Aka gillesleskieur, ha 39 anni e vive in una piccola comunità alpina nel Vallese svizzero, Hérémence. Guida alpina UIAGM da dieci anni, ha al suo attivo diverse prime discese di ripido. Cosa rende gli sci K2 particolari? «K2 non è salito sul carro del vincitore quando lo scialpinismo è diventato così popolare, perché faceva già parte dell’eredità e dello spirito aziendale. Chiunque lavora in azienda, dall’impiegato del marketing all’ingegnere, pratica scialpinismo. E il prodotto lo racconta. Quando facciamo un brainstorming su un nuovo approccio o prodotto, non devi spiegare i concetti due volte. Parliamo la stessa lingua. K2 guida - come noi Guide alpine - e gli altri seguono». Quali erano le tue aspettative per Wayback 80 e il 106 e come le hanno esaudite gli ingegneri K2? «Volevo proprio uno sci per i lunghi traguardi, davvero agile durante la salita, ma che ispirasse sempre sicurezza sui terreni più esposti. Quindi non proprio lo sci più leggero possibile, ma quello meno pesante con le migliori prestazioni in discesa. Con Wayback 80 ci siamo. Il suo peso piuma è semplicemente incredibile. È difficile credere che questo sci sia la prima incursione di K2 in questa categoria light touring. Wayback 106 è il mio sci per tutti i giorni, un attrezzo ben bilanciato di cui mi posso fidare su quasi tutti i terreni. Volevo uno sci simile al leggendario Coomba, ma con migliori sensazioni di divertimento senza perdere di vista le prestazioni. Il nuovo design tip/tail e il laminato T3 TI Spyne hanno proprio questa funzione. Nelle misure più lunghe il gap è ancora più evidente: è alla pari con i migliori sci da freeride sul mercato, ma pesa meno».
Hans Solmssen
Nato a Waimea, nelle Hawaii, sessantenne, dal 1983 chiama Verbier, in Svizzera, casa. Guida alpina dal 1961, oltre allo sci ama il wave kitesurf, le grandi barche a vela, la bici da strada, la mountain bike e arrampicare. Cosa rende gli sci K2 particolari? «Sono sempre stati non solo concreti e affidabili, ma anche divertenti da sciare: danno tante risposte brillanti, senza essere mai troppo rigidi e fastidiosi per le ginocchia». Quali erano le tue aspettative per Wayback 88 e 96 e come le hanno esaudite gli ingegneri K2? «Sia Wayback 88 che 96 sono gli attrezzi che uso a Verbier quasi tutto l'inverno. In primavera di solito scio sull'88 per la sua polivalenza su tutti i tipi di neve, da quella ghiacciata del mattino alla pappa pomeridiana. Nel cuore dell'inverno so che il 96 mi fa galleggiare in tutto quello che il cielo ci ha concesso durante la notte. Entrambi sono leggeri e mi permettono di non avere problemi quando ho un cliente veloce e disposto a fare un paio di migliaia di metri di dislivello. Light non vuol dire non resistenti: vanno sempre bene, anche dopo settimane e settimane di uso intensivo».
Miles Smart
Trentottenne, statunitense, Guida UIAGM dal 2004, vive a Chamonix. Dopo avere fatto esperienza arrampicando nello Yosemite, ha trascorso anni sciando con Doug Coombs a La Grave prima di stabilirsi definitivamente ai piedi del Monte Bianco dove dirige gli Steep Camps. Cosa rende gli sci K2 particolari? «Sono sci divertenti, versatili e dalla reazione prevedibile, pensati dalle Guide per grandi prestazioni scialpinistiche». Quali erano le tue aspettative per i nuovi Wayback 88 e 96 e come le hanno esaudite gli ingegneri K2? «Il nuovo Wayback 88 è un deciso passo avanti rispetto alla vecchia versione. È più leggero, ma più solido al piede, inoltre ha un raggio più lungo combinato con un profilo rocker raffinato, che lo rende più stabile, prevedibile e divertente da sciare. Per i lunghi tour nelle Alpi occidentali probabilmente il miglior rapporto peso/prestazioni! Il nuovo 96 garantisce ancora più controllo del suo predecessore, che era famoso per questa dote: è divertente e giocoso ma pesa decisamente meno».
Francesco Tremolada
Quarantottenne, nato a Padova, risiede a Corvara in Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti. Ha iniziato a lavorare come Guida 20 anni fa e oggi vive esclusivamente portando i clienti in montagna. È appassionato di fotografia, in particolare della fotografia di viaggio e ha già collaborato con Skialper. Cosa rende gli sci K2 particolari? «C'è qualcosa di speciale che tutti proviamo, ma è difficile esprimerlo a parole. Provi un nuovo modello e dopo un paio di giri ti sembra di sciare con un vecchio amico...». Quali erano le tue aspettative per i nuovi Wayback 88 e 96 e come le hanno esaudite gli ingegneri K2? «Nell'ultima stagione abbiamo avuto ottime condizioni di neve, con molti giorni di polvere perfetta. Ho quasi sempre sciato con Wayback 106. Grazie alla sua leggerezza, la salita è stata quasi un piacere. Ben presto mi sono reso conto che il mio amato 88 l’avrei utilizzato solo per le classiche escursioni più lunghe o in condizioni di neve primaverile. Anche per il freeride con impianti sono semplicemente fantastici, perché durante le brevi salite si beneficia del peso ridotto, mentre le prestazioni in discesa sono così buone che i miei modelli da freeride più pesanti sono rimasti in cantina. Il Wayback 96 è la mia arma preferita quando la salita è lunga e la discesa ripida e tecnica. In queste condizioni fa valere la sua versatilità e potenza. Probabilmente è il modello top Wayback, perché funziona alla grande in qualsiasi condizione ed è incredibilmente leggero».
La famiglia Wayback
WAYBACK 80 è la risposta K2 al trend light touring: solo 967 grammi nella misura 163 cm. Sciancratura 113- 80-100 mm, raggio 18 m, è disponibile nelle misure 163, 170 e 177 cm. Prezzo: 749,95 euro.
WAYBACK 88 è un modello ski touring moderno e pesa 1.212 gr nella misura 167 cm. Sciancratura 121-88-109 mm, raggio 18 m, è disponibile lungo 160, 167, 174 e 181 cm. Prezzo: 584,95 euro.
WAYBACK 96 è l’alternativa ski touring più larga. Pesa 1.325 gr nella misura 170 cm e ha sciancratura di 128- 96-115 mm. Disponibile in lunghezza 170, 177 e 184 cm. Prezzo: 639,95 euro.
WAYBACK 106 è un puro freeride touring: raggio 22 m e peso 1.550 gr nella misura 179 cm. La sciancratura è 136-106-124 mm e le lunghezze disponibili 172, 179 e 186 cm. Prezzo: 694,95 euro.
Masters, arriva Winter Tour Pro
Masters propone per la prossima stagione invernale 2019/20 il nuovo bastone da skialp Winter Tour Pro, che si affianca al già presente Winter Tour. Il tubo in alluminio 7075 è sinonimo di affidabilità, così come il supporto RBS con puntale in tungsteno per un miglior grip su terreni accidentati e ghiacciati. L’ottimale tenuta anche a temperature estreme è garantita da due sezioni di diametro 16 e 14 mm, regolabili in altezza attraverso il nuovo Wing Lock System: la leva sagomata ed ergonomica in alluminio inserita nel supporto in resistente plastica DuPont. A completare le caratteristiche tecniche che pongono il Winter Tour Pro ai vertici della categoria, ci sono la confortevole manopola Palmo in schiuma EVA - dotata di un’estensione aggiuntiva - che permette una presa veloce e sicura senza la necessità di dover regolare l’altezza del bastone, e il passamano leggero e dotato di fibbia, che rende la vestibilità comoda e minimalista. Il modello Winter Tour Pro misura 87cm con le sezioni chiuse e raggiunge la massima estensione a 150 cm.
MASTERS - 1977, Bassano del Grappa. Renato Zaltron dà vita ad una azienda che produce per conto terzi componenti e accessori per bastoncini da sci. A metà anni 90 Masters espone per la prima volta ad Outdoor Friedrichshafen. 2017, 40 anni dopo Masters è una delle realtà più importanti del settore, con presenza in oltre 40 paesi, quasi 1 milione di bastoncini prodotti nel 2016 e un fatturato che supera i 4 milioni di euro.
Sarà una Transcavallo di altissimo livello
Tutto pronto per la tre giorni della Transcavallo. Da venerdì a domenica si ripeterà la formula già collaudata nella passata stagione che vedrà gli atleti raggiungere Piancavallo al termine della prima tappa, pernottare in hotel, e la mattina successiva ripartire alla volta dell’arrivo di Col Indes. Il terzo giorno si percorreranno le tracce classiche del Guslon, con attraversamento della Vallazza, la classica cresta aerea verso il Castelat con la discesa nella Mondiale Val Salatis, chiudendo con il verticale canalino delle placche che porta sulla vetta del Guslon con i suoi 50-55° di pendenza. Tutto questo senza nessuno spostamento di autovetture da parte delle squadre, una sorta di viaggio agonistico eco-sostenibile. Le iscrizioni alla 3 giorni si sono chiuse con circa un centinaio di team di cui una ventina sono stranieri in rappresentanza di otto nazioni. «Un bel numero - spiega il direttore di gara Vittorio Romor - e soprattutto di altissimo livello. Il tracciato è super confermato, anche se dovremo fare i salti mortali, visto il previsto rialzo delle temperature».
Nello specifico, la prima tappa si correrà venerdì pomeriggio con circa 1000 metri di dislivello positivo con partenza in Alpago e arrivo all'imbrunire a Piancavallo con la salita all'inedita vetta del Monte Forcella sfilando prima davanti alla caratteristica cavità carsica dell'Antro de le mate.
La seconda tappa riporterà gli atleti in Alpago, si rientrerà seguendo il tracciato della prova vertical mondiale passando poi l'ardita Forcella di Palantina alta per ritornare in Veneto. Poi si salirà verso il Rifugio Semenza con l'inedita vetta del Monte Lastè, la Cima Coppi dei tre giorni con i suoi 2.248 metri di quota. Poi si scenderà in Val Sperlonga per toccare prima il Col de banca e a chiudere le salite ecco la tradizionale piramide del Cornor. Il dislivello supererà i 2000 metri.
La terza prova si disputerà sul celebre percorso della Transcavallo moderna con il Monte Guslon come punto nevralgico della giornata e salito tre volte, prima dalla Val del Cadin poi dalla Vallazza e infine dalla Mondiale Val Salatis con il ripido canalino delle placche a 55° di pendenza. Il dislivello è di 2.400 metri. In abbinata alla competizione si svolgerà per la seconda volta la Transcavallo Classic, una sorta di raduno, dove i partecipanti (numero massimo di 50 posti) accompagnati dalle guide alpine, non solo anticiperanno il passaggio dei concorrenti, ma lungo il tragitto e nei rifugi interessati troveranno un’accoglienza speciale. Si potranno quindi rivivere i momenti che hanno gettato le basi della Transcavallo, quanto tantissimi anni fa, i pionieri dello scialpinismo partivano dall’Alpago per raggiungere Piancavallo.
FAVORITI - Nella starting list tanti azzurri che non partiranno per la Cina. Occhi puntati su Robert Antonioli e Matteo Eydallin, entrambi in gran forma in questo avvio di stagione. «Più di così - spiega Robert - le gambe girano, mi sto divertendo. Si vede che le uscite in montagna con Denis (Trento) quest’estate sono servite… La mancata trasferta in Cina? Se Palzer le vincesse tutte e tre mi passerebbe davanti nella generale di Coppa del Mondo di 40 punti, ma la stagione è ancora lunga». Anche Eyda sta andando forte, lui che di solito esce nel finale di stagione. «Diciamo che ho trovato le condizioni giuste per me per allenarmi, quasi primaverili. E poi anche in altre stagioni ho iniziato bene con le prime gare, solo lo scorno inverno ho sofferto di più nella prima parte». Guarda caso, aggiungiamo, stagioni dove c’erano grandi appuntamenti internazionali… Non ce ne vogliano Boscacci e Magnini ma i favoriti sono loro, ma Miky e Davide sono pronti a dare battaglia (sportiva) anche perché in questa prima parte le loro prestazioni sono state condizionate da malanni di stagione. Ma gli avverarsi per le due coppie dell’esercito non mancano: Boffelli-Barazzuol, Stofner-Götsch, i francesi Equy-Sevennec, gli austriaci Weisskopf-Waldner, Filippo Beccari con il francese Sert. Nella corsa rosa è confermata la presenza di Alba De Silvestro che gareggerà con la francese Lorna Bonnel, al vi anche Elena Nicolini e Martina Valmassoi.
Il montepremi previsto è di oltre 22.000 euro con la parte in cash di 16.000 e il resto in premi dati direttamente dalle aziende sponsor. Quest'anno, oltre alla premiazione delle prime dieci squadre al maschile e alle prime cinque al femminile, sarà premiato il podio completo delle squadre miste e quello dei Master.
Accordo CAMP-La Sportiva per gli zaini degli atleti top
Accordo di co-marketing per la fornitura degli zaini CAMP Rapid Racing e Veloce agli atleti del team di scialpinismo La Sportiva: Michele Boscacci, Nadir Maguet, William Bon Mardion e Axelle Mollaret. I quattro campioni utilizzeranno a partire dalla stagione invernale in corso i nuovissimi zaini CAMP Rapid Racing e Veloce realizzati per l’occasione in un’esclusiva colorazione giallo/nera pensata appositamente per gli atleti La Sportiva. «CAMP è da sempre all’avanguardia nella realizzazione dei prodotti più innovativi per lo scialpinismo;La Sportiva veste oggi i migliori atleti del mondo skialp con obiettivi di sponsorship ed anche di innovazioneprodotto - spiega Eddy Codega, CEO di CAMP. -. Da qui l’idea di una collaborazione traaziende italiane non solo in ottica di reciproca visibilità in quanto marchi appartenenti all’outdoor system italico, ma anche in quella di miglioramento continuo e raccolta di feedback dalle gare più dure e prestigiose nel panorama dello ski mountaineering».«Il nostro obiettivo è quello di fornire all’atleta i prodotti migliori sulmercato per poter competere ai massimi livelli - aggiunge Lorenzo Delladio, CEO e presidente La Sportiva -. In questa prospettiva, la qualità e la tecnicità offerta dai prodotti CAMP in ambito performance rappresentano oggi un’eccellenza di mercato che ben completa l’outfit race dei nostri ambassador nelle competizioni internazionali».
Il Rapid Racing e il Veloce rappresentano due riferimenti tra gli zaini dedicati specificatamente allo scialpinismo e nascono dalla collaborazione costante con tester e atleti. Il Rapid Racing è realizzato in tessuto superleggero e con doppio sistema di fissaggio sci: Tubular Rewind Holder per le competizioni classiche e Hook Rewind Holder ideale per le prove Sprint. Con entrambi i sistemi è possibile agganciare e togliere gli sci in modo rapido ed efficace (aspetto fondamentale in gara). La cinghia addominale e quella pettorale sono dotate di fibbie EZ OP (esclusiva CAMP) ad apertura facilitata ed azionabile anche con guanti indossati, per risparmiare secondi preziosi. Il modello Veloce si rivolge invece alle competizioni Vertical/Sprint, velocizzando ogni movimento dell’atleta grazie alla sua essenzialità e a dettagli come il porta sci X-Press e la tasca sullo spallaccio sinistro specifica per la SFC 150 ml. Gli zaini hanno già fatto il loro debutto nelle prime gare di Coppa del Mondo sulle spalle di Michele Boscacci, già vincitore della Overall World Cup e del circuito La Grand Course nel 2018.