Grandi sfide al Trofeo Nasego

Una classica della corsa in montagna, il Trofeo Nasego, che nel fine settimana accende Casto con l’assegnazione dei titoli italiani Vertical e Lunghe Distanze. Ma ‘La Nasego’ non sarà solo italiana, da tempo si lavora da tempo per proporre un vero evento internazionale.

VERTICAL - Fin troppo facile partire da qui, dalla vera notizia di questa edizione: Andrea Mayr sarà al Nasego per la gara Vertical. La detentrice del primato del mondo sul kv, stabilito sempre in italia alla Chiavenna-Lagunc, sarà la donna da battere. Per lei si tratterebbe di chiudere un cerchio e dopo Chiavenna e Malonno apporre il sigillo anche sulla croce di Savallo, il simbolo del Vertical Nasego. Ma non sarà sola, perché in gara per il titolo italiano ci saranno Valentina Belotti, la super scalatrice Camilla Magliano e la scudettata tricolore uscente Elisa Sortini. Poi tante atlete di livello e specialiste, da Samantha Galassi a Roberta Ciappini, dalla scozzese Louise Mercer alla rwandese Primitive Nyriora, e poi ancora Katarzyna Kuzminska, Anna Laura Mugno per una gara che ancora una volta non tradirà le attese.
Nel vertical uomini, fari puntatissimi sul detentore delle ultime due corone, Patrick Facchini. Tra gli sfidanti, attenzione allo scozzese Andy Douglas ed al giovane francese Sylvain Cachard. Ma sarà a livello italiano che arriverà l’attacco più deciso con Hannes Perkmann che ha davvero tanta voglia di continuare il suo grande avvio di stagione e con Henri Aymonod pronto a dimostrare di essere definitivamente maturato e pronto a recitare in un ruolo da protagonista. Outsiders di livello top? Il capitano dell’US Malonno Emanuele Manzi o Fabio Bazzana, poi Fabio Ruga ed il giovane Andrea Rostan.

TROFEO NASEGO - Nella gara regina si incrociano medaglie iridate ed europee. Siamo rimasti col salto e lo schiaffo al tabellone di Alessandro Rambaldini, era un anno fa e da quel momento 'Rambo' non avrebbe più sbagliato: vittoria nella classica di casa, titolo italiano al Bronzone Trail e poi il suo secondo mondiale nella magia di Karpacz. Rambo ha sfatato il tabù della Nasego, realizzando un sogno ed ora parte con il pettorale numero uno e facendo paura a tutti. Il livello si impenna decisamente però, i gemelli Bernard e Martin Dematteis hanno non uno, ma parecchi conti in sospeso con la Nasego, che con loro è sempre stata avara di soddisfazioni. Ci saranno poi Aymonod e Luca Cagnati. Storia tutta diversa per un altro orange delle Valli Bergamasche, Xavier Chevrier: a lui è dedicata la serata di sabato presso la tensostruttura di Famea, poi si getterà in gara. Tra i favoriti anche Francesco Puppi, ma soprattutto il keniano Robert Penin Surum. Le superstars internazionali non finiscono qui: Andy Douglas e Sylvain Cachard doppiano e saranno in gara anche la domenica, dove per la verità ambiscono ambedue alla vittoria senza se e senza ma, insieme a loro la Gran Bretagna e la Francia presentano altri due top runner: Chris Arthur e l’eterno ‘le capitain’ Julien Rancon. Tra gli outsiders di lusso pronti a fare esplodere la gara: Emanuele Manzi, Andrea Rostan, Hannes Perkmann, Alberto Vender, Patrick Facchini, Marco Zanoni, Rolando Piana, Fabio Ruga, Francesco Trenti ed Andreas Reiterer…
Nella gara rosa impossibile non partire da un dato altrettanto clamoroso: saranno in gara le campionesse del mondo in carica sia del classic che del long distance. Qualcosa che non capita a molte gare, ma alla Nasego si potrà ammirare la sfida tra Lucy Wambui Murigi e Charlotte Morgan. E ancora Barbara Bani e Gloria Giudici, la rwandese Primitive Niyirora, la francese Elise Poncet, l’irlandese Sarah McCormack, le sorelle della Valle Varaita Francesca ed Erika Ghelfi e la saluzzese Lorenza Beccaria, neo-campionessa d’Italia a staffetta. E proprio il titolo tricolore di lunghe distanze rappresenta la gara nella gara lasciando molto aperto il pronostico in virtù del fatto che la favorita Elisa Sortini sia in forte dubbio a causa di un ginocchio dolorante che le permetterà probabilmente di gareggiare solo nel Vertical. Le pretendenti al titolo però non mancano oltre alle già citate ecco Samantha Galassi, Cecilia Basso, Camilla Magliano.


Speed Twist by Amplatz, il bastoncino che risolve

Pochi particolari sono trascurati dallo sciatore come il bastoncino. Eppure il bastone comanda tutto quanto. È un anello cruciale della catena tecnica, detta i tempi, orienta in larga parte gli atteggiamenti del corpo sugli sci. Nel touring sugli sci o a secco è l’interfaccia tra gli arti superiori e il terreno in ogni fase, collabora decisamente alla progressione in salita, ed è un fattore di sicurezza. Un utilizzatore molto evoluto sa apprezzare anche la qualità della canna: stabilità, smorzamento, aerodinamica, roba per cui servono esperienza e sensibilità. Ma sicuramente tutti, anche i debuttanti, si accorgono subito delle funzionalità - o dei problemi - alle estremità del bastoncino. Per superare i limiti di puntali e impugnature tradizionali, Speed Twist di Amplatz nasconde in testa all’impugnatura un piccolissimo meccanismo veloce, efficace e sicuro che permette di ruotare di 180° l’orientamento del basket del puntale. La posizione standard dietro alla canna è efficace in salita per agganciare il fondo, appoggiarsi, spingere ed estrarre dalla neve senza resistenze. Con una rapida semi-rotazione alla testa del bastone si imposta la nuova posizione del basket davanti alla canna, ottenendo lo stesso appoggio sicuro al terreno anche in discesa: la punta a scalpello in carburo di tungsteno e il gambo lavorano sul fondo esattamente come in salita. Il risultato è l’aggancio sicuro, sempre. Anche su fondi duri come ghiaccio, pietra e asfalto. Anche in caso di errore o distrazione. Tutti gli altri elementi sono altrettanto al top della funzionalità. L’impugnatura in schiuma densa a sezione tonda facilita i piccoli adattamenti ai fondi irregolari o molto inclinati. La regolazione del lacciolo è rapidissima, la sua stabilità successiva è completa. Poco sotto la lunga impugnatura, una guaina ruvida aumenta il grip dei guanti sulle canne salendo a piedi frontalmente pendìi molto ripidi o gradinati. Le canne sottili Komperdell passano con facilità nella neve profonda e non subiscono le raffiche di vento. Speed Twist è il bastone per il touring che conosce la montagna e risolve i problemi.

Speed Twist

Impugnatura: cilindrica prolungata in espanso a cellule chiuse ad alta densità

Canna: Ergal, fissa un pezzo, diametro ridotto

Meccanismo Speed Twist: sviluppo e realizzazione Amplatz / ATK

Punta: Widia a scalpello

www.verticalworld.it


Il Tor va in Tour

Il Tor des Géants, dopo dieci anni non ha bisogno di presentazioni, allora si racconta. Racconta le storie dietro le quinte, racconta le allucinazioni degli atleti, racconta le curiosità dei volontari, racconta il lavoro degli organizzatori. Storie che inevitabilmente si intrecciano tra loro. Questo un po’ lo spirito di Tor in Tour che martedì scorso ha fatto tappa a Torino, nella Sala degli Stemmi del Museo Montagna di Torino. Un appuntamento voluto da Ferrino, che sin dalla prima edizione ha creduto nell’evento ed è rimasto sempre sponsor della manifestazione. Dalla fornitura tecnica, sino alla presenza in gara, con un team tutto al femminile. Non a caso nella serata a Torino, con Anna Ferrino, Ceo di Ferrino, c’erano due atlete del Ferrino Women Team, Scilla Tonetti e Alice Modignani Fasoli. E c’era anche Erika Noro, responsabile del progetto VolonTOR e coordinatrice dei 2.500 volontari del Tor des Géants. Ma c’erano anche tanti appassionati di Tor: c’era chi l’ha fatto e chi magari un pensierino a farlo in futuro lo sta facendo. Una gara che nelle storie di chi l’ha fatta diventa più un viaggio dentro se stessi. Cosa si mangia, quanto si dorme, quali sono i tratti più difficili, il Malatrà come momento più emozionante e non solo perché si ‘vede’ il traguardo di Courmayeur: il Tor è una gara diversa da tutte le altre. Lo sapevamo, ma adesso ci crediamo sempre di più.

NUOVI REGOLAMENTI ALL’INSEGNA DELLA CONSAPEVOLEZZA DELLE DIFFICOLTÀ DI UNA CORSA IN MONTAGNA - In un’ottica di autoconsapevolezza sono cambiati i regolamenti delle gare per il Tor X, con modifiche sostanziali per quanto riguarda il materiale obbligatorio e quello consigliato per affrontare in sicurezza la gara. Il concorrente dovrà decidere se portare nello zaino o lasciare nella sacca Tor, in conseguenza di valutazioni proprie o di obblighi da parte della direzione di gara, l’attrezzatura sufficiente per affrontare in tranquillità e sicurezza il tratto di percorso che lo attende. Nonostante ciò, in particolari condizioni (meteo avversa, difficoltà tecniche del percorso…) i commissari di gara potranno controllare l’equipaggiamento del corridore e, in accordo con la direzione di gara, obbligare il corridore ad equipaggiarsi con il materiale richiesto o, in caso estremo, fermarlo.
Il concorrente, valutate le condizioni meteorologiche e il tratto di percorso da affrontare, alle basi vita (ogni 50 km circa), dove trova la sacca Tor, deve preparare la propria attrezzatura. In casi estremi, ai punti di controllo o di ristoro (dove è tollerata l’assistenza personale) il corridore può, grazie ai propri assistenti, avere ulteriori indumenti e scarpe di ricambio, alimenti e/o integratori.
Discorso a parte merita il Tor des Glaciers che, proprio per la sua natura di gara estrema in quasi totale autonomia, richiede che o corridori siano dotati di navigatore GPS, mappe del percorso, altimetro e bussola per seguire il percorso di gara. Una gara che ha riscosso immediato riscontro con pettorali sold out in pochissimi minuti.
Alla base di queste modifiche c’è il concetto di semi-autosufficienza che, da sempre, contraddistingue le gare di Vda Trailers: l’organizzazione fornisce una rete di sicurezza all’interno della quale l’atleta deve essere in grado di muoversi risolvendo e gestendo in autonomia situazioni difficili che possono presentarsi, legate alle condizioni psico-fisiche del corridore ed ai mutamenti meteorologici. Il ruolo dell’organizzazione non è di aiutare un atleta a gestire i normali problemi che possono insorgere: per una corsa in montagna di tanti chilometri la sicurezza dipende in primis dalla propria capacità di autogestione, anche in situazioni estreme, di giorno e di notte.

ESERCITO - Un endurance trail di 330 km con 24.000 metri di dislivello, corso per un tempo che va dalle 67 alle 150 ore in condizioni difficili e con poche ore di sonno, non è solo una prova estrema dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Lo sa bene l’Esercito Italiano che, grazie ad una partnership stretta con Vda Trailers, utilizzerà il percorso di preparazione al Tor des Géants e la gara stessa come un addestramento alle missioni.
Ventuno militari, suddivisi in due plotoni da dieci ai quali si aggiunge un capitano, parteciperanno al Tor in partenza l’8 settembre, con le wild card messe a disposizione dall’organizzazione, per allenare e mettere alla prova diversi aspetti della vita sotto le armi quali la capacità di elaborare informazioni in condizioni di difficoltà, la gestione del sonno, la sopportazione del dolore: un addestramento mentale e fisico che nasce dal progetto ‘Over the Top – Cognitive Training’.
Nel 2018, il tenente colonnello Vincenzo Zampella ed il tenente colonnello Giulio Monti parteciparono all’endurance trail valdostano, portandolo a termine. Un ruolo fondamentale, in quell’impresa, è stato rivestito dal cognitive training affrontato dai due ufficiali in preparazione. Monti, nel 2017, si ritirò a pochi chilometri dal traguardo, e da lì è ripartito per raggiungere l’obiettivo.
In preparazione al Tor, i ventuno militari parteciperanno anche al Gran Trail Courmayeur 105 km, che partirà il 13 luglio. La collaborazione tra Vda Trailers e l’Esercito Italiano, presente sul territorio con il Centro Addestramento Alpino di Aosta, è di lunga data, e nasce con la prima edizione del Tor des Géants. Dal 2010 a oggi, infatti, le brandine messe a disposizione dai militari offrono il meritato riposo agli atleti nelle basi vita dislocate sul percorso: una fornitura indispensabile per una delle competizioni più dure e impegnative del mondo. Con la nuova partnership siglata, il corpo militare fornirà un supporto logistico fondamentale, anche in termini di sicurezza, per la realizzazione della gara, grazie all’impiego di mezzi (per esempio elicotteri abilitali al volo notturno) e personale, durante tutta la durata del Tor.


Da oggi in edicola la Outdoor Guide 2019

288 pagine con 350 prodotti tutti testati. Sono questi i numeri della Outdoor Guide, un appuntamento fisso nelle edicole italiane per gli appassionati di trail running, escursionismo e alpinismo. L’edizione 2019, dal 15 maggio in tutte le edicole (se volete riceverla a casa si può preordinare solo qui) si presenta con tante novità. A partire dalla veste grafica e dall’organizzazione dei contenuti. Un restyling completo per prendere ancora più per mano il lettore e guidarlo in modo semplice alla scelta del migliore prodotto per le sue esigenze: scarpe, zaini, bastoni, GPS, lampade frontali, tende, materassini, sacchi a pelo, fornelletti.

NUOVE CATEGORIE – Rispetto all’anno scorso abbiamo completamente rivisitato il nostro approccio e la Outdoor Guide non è più divisa in tre mondi separati, ma in categorie che rispondono a precisi identikit di sportivi e appassionati outdoor. E ogni categoria ha una sua introduzione specifica. Trail running, ultra trail, sky & vertical, day hiking, multiday hiking, approach & multifunction e mountain i micro-mondi individuati.

COME PROVARE – All’inizio un ampio servizio sulla metodologia dei nostri test e a seguire un articolo con i consigli per provare i prodotti in negozio prima dell’acquisto. Esistono scarpe, zaini e bastoni di livello superiore, ma è importante scegliere i prodotti più adatti alle nostre esigenze e soprattutto della misura corretta.

AWARDS – Sono stati razionalizzati i riconoscimenti per i prodotti che abbiamo ritenuto i migliori: solo un prodotto dell’anno per ogni categoria (con qualche sotto-categoria) e le editor’s choice, assegnate agli articoli consigliati dalla redazione per il rapporto qualità/prezzo o l’equilibrio generale della proposta. Nell’assegnazione dei premi abbiamo privilegiato scarpe, zaini e bastoni fedeli alla filosofia della categoria e adatti a un ampio spettro di utilizzatori.

TEST TEAM – Più di 30 testatori di altissimo livello. Qualche curiosità? C’erano dieci tra Guide alpine e Aspiranti, ma anche accompagnatori di media montagna e tra i trail runner il palmarès comprendeva ben cinque vittorie al Tor des Géants. Un grazie a Roberto Beretta, Filippo Bianchi, Lisa Borzani, Oliviero Bosatelli, Franco Collé, Michael Dola, Katia Fori, Giorgia Ganis, Nicola Giovanelli, Camilla Magliano, Christian Modena, Melissa Paganelli, Graziana Pè, Giorgio Pulcini, Giuditta Turini, Elisabetta Caserini, Alessio Cerrina, Alberto Ciannamea, Luca Polo, Luca Macchetto, Sergio Pezzoli, Gianni Predan, HannahMacMillan, Alessandro Monaci, Alberto Bolognesi, Francesco Ratti, Carlo Gabasio, Guido Chiarle, Maurizio Pastore e Federico Foglia Parrucin.

TRAIL, ULTRA, SKY & VERTICAL – Scarpe, zaini, bastoni per correre nella natura, dalle porte della città alla montagna vera, da pochi chilometri alle cento miglia e alle gare endurance. E poi i modelli per i terreni più tecnici e per le gare di sola salita. Nella categoria ultra trail abbiamo inserito una sotto-categoria ‘adventure raid’, che racchiude le gare lunghissime o a tappe ma anche le avventure in autosufficienza nella natura.

DAY HIKING, MULTIDAY E CAMMINI STORICI – Per chi ama camminare, abbiamo individuato scarpe e zaini specifici per escursioni giornaliere e di più giorni. Calzature di taglio basso, mid o scarponcini e poi gli immancabili bastoni. Non mancano le scarpe per i cammini storici, un segmento che suscita sempre più interesse e al quale abbiamo dedicato una sezione del capitolo multiday hiking. Un capitolo, quello del multiday hiking, particolarmente ampio, con anche una sezione dedicata ai GPS cartografici e un’ampia rassegna di tende, materassini, sacchi a pelo e fornelletti per il campo base. Prodotti leggeri e performanti per l’escursionista moderno.

APPROACH & MULTIFUNCTION – Il mondo dell’avvicinamento o approach è uno di quelli più in fermento ed esistono sempre più scarpe versatili, valide anche per un avvicinamento non tecnico, ma nella realtà delle multifunzione. Ecco perché abbiamo diviso in due questa categoria inserendo i modelli più tecnici e quelli più poliedrici.

MOUNTAIN – Le scarpe per l’alpinismo, ma anche gli zaini da parete, in versione classic o fast & light. Dalle proposte più tradizionali o integrali da ghiaccio e cascata alle nuove calzature per una versione più veloce e spinta dell’alpinismo.

GPS DA POLSO – Come ogni anno ritorna puntuale anche la rassegna degli ultimi strumenti da polso per tracciare i nostri percorsi, ma soprattutto per monitorare le prestazioni, da Garmin a Suunto passando per Polar.

LAMPADE FRONTALI – Un’altra novità della Outdoor Guide 2019 è il test delle lampade frontali completamente rivisitato. Per mettere alla prova dieci modelli top non siamo andati solo sul campo ma anche in laboratorio in Germania, per rilevare durata e portata effettiva delle lampade. Ne sono usciti risultati molto interessanti…

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI E DEGLI ATLETI – Non è una novità che la nostra casa editrice stia per mandare in stampa alcuni libri di atleti o esperti in materia e allora ecco che, di tanto in tanto, la Outdoor Guide propone i consigli di Emelie Forsberg sulla corsa in salita o come affrontare una cento miglia o quelli di Nicola Giovanelli su ultra trail e problemi gastro-intestinali.


Maga, aperte le iscrizioni

Doppio appuntamento domenica 1 settembre sulle Orobie Bergamasche: in programma la Maga Skyrace (e la Maga Ultraskymarathon che sarà prova unica di campionato europeo di specialità. Dietro le quinte un comitato organizzatore che viene dal ‘mondo gare’ e conosce le esigenze degli atleti. Al fianco della rodata Maga Skyrace 24 km e 1400 metri di dislivello), molto veloce e aperta a tutti, lo scorso anno è stata introdotta una prova ultra che per durezza e tecnicità è stata definita ‘il mostro’, da 50 km con 5000 metri di dislivello. Una gara tanto dura quanto spettacolare che la ISF ha voluto promuovere sul campo come campionato europeo. A decretare i nuovi campioni europei un anello disegnato su sentieri di montagna con tanto di tratti attrezzati, ferrate e corde fisse. I migliori interpreti della specialità saranno chiamati a confrontarsi su cenge esposte e ripidi pendii rocciosi. Proprio per questo, si è pensato di richiedere un vero e proprio curriculum atletico ai concorrenti che dovranno compilare un form di preiscrizione sul sito e, se ritenuti idonei, avranno la possibilità di correre una delle gare più attese della stagione. Una super gara che li porterà sulle cime Menna, Arera, Grem e sulle due croci dell'Alben. Per maggiori informazioni e iscrizioni: www.magaskymarathon.it


Tutto pronto al Trail del Monte Soglio

Manca poco al Trail del Monte Soglio, in programma il 25 maggio sui sentieri dell’Alto Canavese. Un progetto nato dieci anni fa per promuovere questa parte del Piemonte che ha saputo coinvolgere oltre venti associazioni del territorio e migliaia di volontari che si sono messi all’opera per valorizzare e far conoscere la rete di sentieri esistente sulle montagne canavesane, riscoprendo, e anche ripulendo, antiche vie di comunicazione tra le borgate e gli alpeggi, e creando così nuovi percorsi fruibili tutto l’anno. Per l’undicesima edizione, il comitato organizzatore, in collaborazione con i nuovi gestori del rifugio Alpe Soglia, ha deciso di effettuare il ristoro (tradizionalmente posto sulla cima del monte Soglio) proprio al rifugio, situato lievemente più in basso a quota 1.700 metri circa). Il passaggio sulla cima, sarà quindi un momento che gli atleti potranno ‘gustarsi’ in solitaria senza la ‘confusione’ del ristoro, per poi affrontare i circa 300 metri di discesa che in poco meno di 2 km li condurranno al rifugio. La nuova ubicazione del ristoro comporterà una piccola variante al percorso che ha richiesto agli organizzatori la tracciatura di nuovo sentiero sia per il Gir Lung che per il Gir Curt e l’allungamento di qualche minuto dei cancelli orari nella seconda parte del percorso di gara.


Arriva Scarpa Mescalito Knitted

Con l'arrivo della bella stagione Scarpa presenta una nuova scarpa nella sua ampia collezione da approach. Si tratta di Mescalito KN, calzatura da avvicinamento tecnico ed escursionismo estivo su terreni misti, leggera e traspirante. Modello molto comodo e versatile.

La tomaia è in tecnologia knitted che permette di ottenere una costruzione con diversi spessori e trame con zone studiate e pensate per garantire leggerezza, massima traspirabilità e protezione. Il bordo in PU Tech leggero per il contenimento del tallone, supporto e protezione della tomaia. Puntale in gomma asimmetrico a vasta protezione nella parte interna. L'allacciatura extended Lacing estesa fino in punta di derivazione climbing garantisce la massima personalizzazione e comfort di calzata. La suola dynamis LB in Lite Base Technology Vibram e il battistrada in mescola aderente Megagrip Vibram sono garanzia di precisione sugli appoggi e massima agilità. Infine l'intersuola è in due densità di EVA, con un inserto ergonomico in TPU anti-torsione per maggiore stabilità.


Tempo di premiazioni finali allo Skialpdeiparchi

All’Aquila, tempo di premiazioni finali dello Skialpdeiparchi, circuito che si è articolato in otto manifestazioni: il capoluogo abruzzese è ormai il riferimento del centro Italia nella crescente pratica dello ski-alp, ospitando la sua provincia il 90% delle manifestazioni.
Alla serata hanno partecipato atleti, organizzatori e sponsor dell’edizione 2019: in campo femminile il circuito è stato vinto da Raffaella Tempesta davanti alla new entry di quest’inverno, Leda Argentini e a Giovanna Galeota; al maschile vittoria di Carlo Colaianni che ha preceduto Armando Coccia e Raffaele Adiutori. Da sottolineare che i vincitori hanno sempre ottenuto la prima posizione agli eventi cui hanno partecipato.
Lo Skialpdeiparchi, coordinato da Live Your Mountain, è giunto al suo sesto anno. Complessivamente gli atleti che hanno partecipato almeno ad un evento sono stati circa quattrocento con provenienza da dieci regioni, Abruzzo, Marche, Molise, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige e Umbria, con una naturale maggioranza dalle regioni del Centro Italia, Abruzzo in primis.


il Trail del Segredont al keniano Dennis Bosire Kiyaka

Non ha avuto rivali il keniano, classe 1990, Dennis Bosire Kiyaka sui 23 chilometri del Trail del Segredont. Il portacolori del team Serim ha tagliato il traguardo di Vertova con il tempo di 2h06’44”. Avvincente la battaglia per il podio, con Luca Carrara del team Salomon Running Italia, fresco vincitore della Trentapassi Marathon, che ha agguantato il secondo posto stoppando le lancette su 2h08’34”.
Rimonta come al solito impressionate per Fabio Bonfanti nella gara che passa proprio fuori casa sua. Innestando il turbo lungo la discesa della Val Vertova, i suoi sorpassi gli sono valsi il terzo gradino del podio, su cui è salito con il crono di 2h09’36”. Nella top ten di giornata Paolo Poli, Cristian Terzi, Matteo Longhi, Fabio Bazzana, Clemente Belingheri, Luca Rota e Denny Epis.
La gara femminile ha avuto come protagonista la bergamasca Federica Giudici del team Sport Evolution che si è guadagnata la vittoria con il finish time di 2h48’59”. In seconda posizione la trentina Lara Bonora (Atletica Lumezzane), prima lo scorso anno – che troviamo al via della gara vertovese da ben sei edizioni. 2h56’02” il suo tempo. A far loro compagnia sul podio Elena Sala.
Il presidente del Gav Vertova Franco Testa: «Ci riteniamo soddisfatti dell’esito della manifestazione. Abbiamo raccolto un parere positivo da tutti gli atleti. Tutto è filato liscio nonostante le condizioni del percorso non fossero delle migliori. C’era grandine sul terreno nella parte alta del tracciato e acqua in abbondanza nel torrente Vertova che gli atleti hanno attraversato».


Online il nuovo documentario Protect Wild Fish di Patagonia

L'ultima campagna ambientale di Patagonia, Artifishal, mette in evidenza le problematiche causate dagli allevamenti ittici in mare aperto e la minaccia per il salmone selvatico e altre specie ittiche costiere in tutto il mondo. Dopo l’uscita del lungometraggio attualmente in tournée in Europa, Patagonia si è recata in Islanda con gli Ambassador del fly fishing Mikael Frodin e Katka Švagrova per realizzare un video sulla situazione attuale, con le ONG locali attivamente impegnate per la protezione dei pesci selvatici. Guardalo qui.

Nord Atlantic Salmon Fund Iceland (NASF) e Icelandic Wildlife Fund (IWF) stanno combattendo contro l’espansione esponenziale dell’allevamento ittico, che minaccia sempre di più l’esistenza del pesce selvaggio e della natura circostante. "La cosa più bella dell'Islanda è la sua diversità." ha affermato Jón Kaldal di IWF, "L'Islanda è, in un certo senso, l'ultima frontiera del salmone selvaggio dell’Atlantico".

Nel 1970, a livello globale erano presenti 10 milioni di uova di salmone atlantico selvatico, ora ne restano solo tre milioni. Mikael Frodin, che viaggia in tutto il mondo, Islanda compresa, per pescare ha raccontato che la quantità di pesce che entra nei fiumi è la metà rispetto al passato. Attualmente sono circa 8 milioni i salmoni atlantici allevati ​​annualmente in Islanda, ma il piano è di triplicare le dimensioni dell'industria. «Siamo estremamente preoccupati per la crescita di allevamenti di salmoni in reti in mare aperto in Islanda. Riteniamo che questa sia la più grande minaccia per il salmone atlantico selvaggio nei nostri fiumi», ha dichiarato Fridleifur Gudmundsson, direttore di NASF Islanda.

La sopravvivenza dei pesci selvatici, tra cui il salmone atlantico, la trota di mare e il salmerino alpino, è in pericolo. «In Islanda abbiamo una delle più grandi aree selvagge d'Europa. La nostra generazione non ha il diritto di rovinarla, ha il dovere di conservarla per le generazioni future» ha affermato Jón nel cortometraggio lanciato da Patagonia questa settimana: Protect Wild Fish.

Puoi unirti a questa causa e sostenere la salvaguardia dei pesci selvatici - e delle specie e comunità che dipendono da essi - firmando la petizione sostenuta da North Atlantic Salmon Fund Islanda, Redd Villaksen - NASF Norvegia, Salmon e Trout Conservation Scotland e Salmon Watch Ireland.


Tempo di presentazione per Hoka One One Monterosa EST Himalayan Trail

Tempo di presentazione per la seconda edizione della Monterosa EST Himalayan Trail, griffata Hoka One One. Al megastore Sportway di Gravellona Toce erano presenti i vincitori della passata edizione, Giulio Ornati e Giulia Saggin, oltre a Scilla Tonetti pronta a dare battaglia (sportiva) a Macugnaga. La manifestazione organizzata sa Sport Pro-Motion si correrà infatti in Valle Anzasca sui sentieri sotto la parete più alta d’Europa con ben tre distanze (60K, 38K, 23K) oltre alla prova a staffetta (38K+22K). Appuntamento allora sabato 27 luglio: le iscrizioni su meht.it, gli aggiornamenti sui canali social Instagram e Facebook.

 

 


Arrivano le Scott Kinabalu RC 2.0

Belle, gialle, aggressive. Ecco le nuove Scott Kinabalu RC 2.0. La trazione è importante, è il suo motto. La nuova Kinetic Foam restituisce il 14 % di energia in più rispetto alla gommapiuma convenzionale in EVA, con il risultato di una corsa morbida, ma stabile e più dinamica. La suola è Hybrid Traction, ottimizzata per una corsa efficiente e veloce su trail: una combinazione di tacchetti a forma di chevron, per un trasferimento della potenza in linea retta, con tacchetti conici, che offrono trazione multi direzionale per offrire supporto nelle curve ad alta velocità.
Infine il nuovissimo Internal Fit System blocca il piede al suo posto grazie alla speciale microfibra utilizzata, che offre performance nelle corse ad alta velocità.