Parole e immagini dal Tor des Geants
La voce degli abitanti dei paesi dove passa la mitica gara valdostana
Condividiamo un video pubblicato da Montura sulla propria pagina Facebook, con qualche flash di commento da parte degli abitanti dei paesi attraversati dal Tor des Geants. Intanto la gara prosegue, gli arrivi a Courmayeur si susseguono. E qualcuno inizia a sognare la prossima edizione.
Bis Canepa, e' lei la regina del Tor
Francesca a Courmayeur alle 2:29
È arrivata a Courmayeur questa mattina alle 2:29 Francesca Canepa, prima donna a tagliare il traguardo del Tor des Géants. La valdostana si aggiudica dunque per il secondo anno consecutivo la più dura endurance run. 88h12' il tempo di Francesca, che scontava anche l'infortunio dell'UTMB (doppia storta). Dietro di lei la spagnola Nerea Martinez, che è stata anche davanti alla Canepa durante la gara. La Martinez ha tagliato il traguardo alle 5:18. La terza donna, Emanuela Tonetti Scilla, è passata al Bonatti alle 6:39. La Canepa ha tagliato il traguardo in quindicesima posizione assoluta. Intanto sono solo 24 al momento di pubblicare questa news i finisher. Ricapitoliamo le posizioni dalla prima alla decima: Iker Karrera, Oscar Perez, Franco Collè, Lionel Trivel, Patrick Bohard, Marco Zanchi, Nickademus Hollon, Masahiro Ono, Giuseppe Grange, Massimo Borettaz.
Franco Colle’, prestazione immensa
Per l’italiano, la consacrazione nelle ultra distanze
Lo scorso anno il valdostano Franco Collè aveva stupito tutti con il quinto posto assoluto al Tor des Géants. Quest’anno, con i colori del Team Tecnica, si è presentato a Courmayeur con una grande stagione agonistica alle spalle e molta più esperienza acquisita sul campo, in particolare proprio sui sentieri di casa. I risultati si sono visti lungo tutti i 330 km di gara dove è riuscito a conquistare il terzo posto assoluto scendendo di oltre dodici ore sotto il suo stesso tempo del 2012. In termini cronometrici, è il miglior italiano di sempre al Tor.
UNA GARA ALL’ATTACCO - Quella che inizialmente poteva sembrare una tattica di gara spergiudicata, con il passare dei km si è trasformata in una pura e semplice dimostrazione di carattere. Franco Collè è’ partito tra i primi ed è arrivato, prima a Valgrisenche, poi a Cogne con il favoritissimo Iker Karrera. Ha poi incominciato a perdere sull’avversario ma non ha mollato la presa resistendo alla fatica e alla stanchezza. A Ollomont è poi stato superato dall’altro spagnolo Oscar Perez e da quel punto in poi ha stretto i denti per conservare l’enorme vantaggio sul quarto in classifica e per andarsi a prendere un terzo posto finale che vale oro. Il suo tempo finale, 72h05’.
UNA STAGIONE INCREDIBILE - I risultati che Franco Collè ha ottenuto nel corso dell’anno parlano chiaro: primo al Gran Trail Rensen di 56 ad aprile, quarto al Dolomiti Extreme Trail di 53 km a giugno, primo al Gran Paradiso Trail di 47 km a giugno, primo al Cervino X-Trail di 55 km a luglio, primo al Gran Trail Courmayeur di 80 km a luglio e infine, terzo al Tor des Gèants di 330 km a settembre.
Cadini Sky Race, ci siamo
Il via domenica alle ore 9
Mancano pochi giorni al via della quarta edizione della Cadini Sky Race, la gara di corsa in montagna che attraverserà le guglie dei Cadini di Misurina. La partenza è fissata per le ore 9 di domenica 15 settembre dal Ristorante 'La Baita': questa edizione prevede una novità per quanto riguarda l’orientamento del percorso, che sarà invertito rispetto a quello degli anni scorsi per dare spazio a una nuova manifestazione sportiva che prenderà vita nel 2014.
Il meteo per la giornata di domenica sembra garantire un tempo favorevole, l’organizzazione ha comunque preparato un percorso alternativo nel caso in cui le condizioni meteorologiche non dovessero garantire la sicurezza degli atleti. Il tracciato di riserva è caratterizzato dalla stessa lunghezza e dallo stesso dislivello, ma si sviluppa a quote un po’ più basse. La macchina organizzativa, composta dalla Cadini Promotion, dal Soccorso Alpino di Auronzo e dal Consorzio Turistico Auronzo Misurina, è in movimento per garantire l’ottima riuscita della manifestazione. «Il percorso parte con i primi otto chilometri, fino al Rifugio Città di Carpi, decisamente corribili, senza grandi difficoltà e dislivelli importanti - spiega Ivano Molin, vincitore della Dolomiti Extreme Trail e organizzatore della manifestazione - dopodiché inizia il tratto dove top runners potranno fare la differenza, con salite più ripide e discese molto tecniche. In un tratto ci sarà una corda fissa per agevolare il passaggio dei partecipanti. Una volta giunti al Rifugio Fonda Savio gli atleti affronteranno l’ultima discesa fino all’arrivo. Questo tratto non presenta grandi difficoltà tecniche». Le novità di questa edizione vedono anche la disponibilità della traccia gps del percorso e il briefing online, disponibile da sabato pomeriggio. Il materiale si potrà scaricare dal sito www.cadinipromotion.it.
CADINI 'KID' RACE - La gara è pensata anche per i più giovani e competitivi partecipanti: sabato 14 settembre, dalle ore 15, i ragazzi si sfideranno in un percorso interamente pensato per loro che si snoderà nei dintorni del ristorante 'La Baita'. I cuccioli e gli esordienti affronteranno 600 metri di percorso, mentre saranno 1200 metri per i ragazzi e i cadetti.
A Iker Karrera Tor e record
Finale avvincente con Perez che si porta a 25', terzo Colle'
Lo spagnolo Iker Karrera, classe 1974 in forza al Team Salomon Santiveri, è il vincitore della quarta edizione del Tor des Géants. Ha percorso i 332 km e 24.000 m di dislivello positivo del percorso in 70h04’15''. Nei pronostici della vigilia, Karrera era sicuramente il più accreditato alla vittoria finale. Quella di quest'anno, però, si è dimostrata un’edizione di altissimo livello e in pochi avrebbero pronosticato dei distacchi finali così contenuti così come si sono poi verificati. Il connazionale Oscar Perez è secondo a poco più di mezz'ora.
KARRERA, PEREZ E COLLE' - Nella prima parte di gara, fino a Cogne, lo spagnolo ha duellato da vicino con l’italiano Franco Collè, autore di una prova di altissimo livello. Partito decisamente accorto, si è poi fatto strada Oscar Perez, il vincitore dello scorso anno che, continuando a guadagnare posizioni, si è portato in seconda a Ollomont, a 50 km dalla conclusione. Alla base del Colle del Malatrà, a 17 km dalla conclusione, Karrera andava a resistere all’ultimo attacco possibile di Perez con un margine di 50’. Al rifugio Bonatti, il divario tra i due si riduceva a 34’ lasciando ancora aperta una possibile e clamorosa rimonta di Perez. Alle 7:47 Iker Karrera transitava al rifugio Bertone e manteneva ancora 30' di vantaggio su Oscar Perez. Alle 8:10 Karrera era al termine del sentiero che porta sull’asfalto finale. Le sue parole a meno di 2 km dall’arrivo «Sono felice, molto difficile. Sul Malatrà sapevo che stava arrivando Oscar, ho dato tutto e ho anche fatto un errore di percorso». Alle 8:21, l'arrivo di Karrera a Courmayeur per un tempo finale di 70h04'15''. Segue Perez in 70h29'41''. Al terzo posto è arrivato Franco Collè, con il tempo di 72h05'.
GRANDE AMMINISTRAZIONE - Un’edizione del Tor quindi molto avvincente con Karrera che ha sempre dato l’impressione di gestire con accortezza il suo vantaggio sui diretti inseguitori e con un Oscar Perez che non solo si migliora rispetto allo scorso anno, ma che ribadisce di essere uno dei più grandi interpreti mondiali dell’endurance running.
TEMPI INCREDIBILI - Nella prima edizione del 2010, quella dei pionieri, l’italiano Ulrich Gross vinse la gara con il tempo finale di 80h27’33’’. Un tempo di fatto straordinario per una prova che in molti non credevena potesse essere portata a termine da nessun atleta. Sempre nello stesso anno, la sorella annemarie vinse tra le donne in 91h19’13’’. Lo scorso anno vinse lo spagnolo Oscar Perez stabilendo il nuovo primato del percorso in 75h56’31’’. Il tempo finale di Iker Karrera, 70h04'15'', con 5h52' in meno rispentto al precedente record, e quello di Osacar Perez, 70h29'41'', sono un ulteriore passo in avanti nella storia dell'endurance trail.
'Ho corso con Karrera e Perez'
Il nostro Pistoni con i due campioni a 30 km dall'arrivo
Ho visto cose che voi umani non potete immaginare. Ho corso insieme al primo e al secondo al Tor quando mancavano (per loro) 30 km all'arrivo. Erano sufficientemente distanti l'uno dall'altro perché una macchina facesse in tempo a riportarmi indietro, in modo da prendere il secondo nel punto in cui, un'ora prima, avevo accompagnato il primo. Mi ero dato come regola di non chiedere nulla, lasciare intatta la bolla mentale che immaginavo accompagnasse il loro procedere. Giusto avrei risposto alle loro domande se mai ve ne fossero state. Ho visto un taciturno che alla fine mi ha stretto la mano con calore e un loquace che nello stesso posto mi ha chiesto di lasciarlo solo (o in pace). I fatti: correvano. Cavolo se correvano. In discesa a 5'30'', sul piatto a 6'-7'. Camminavano solo in salita ripida. Karrera non sbuffa mai, magari rallenta sul ripido ma non dà mai l'impressione di tirare; Perez sì, così sembra più umano, e poi parla, chiede, fa battute. Il trail è l'unico sport dove, per 4 km o giù di lì, il rag. Rossi può vivere insieme ai primi una gara che, se osservata e non vissuta, fa proprio un po' paura. Il fantasma del cinese passato a miglior vita osservava in silenzio ma, come tutti i fantasmi, taceva, lasciando a ognuno l'onere di dare un senso a un gioco che io ritengo bello e costruttivo, malgrado tutto.
Francesca Canepa in testa al Tor
Tra gli uomini, Karrera verso il record
Francesca Canepa nel tratto tra Saint Jacques (222 km) e la base vita di Valotournenche (236 km) raggiunge e supera la spagnola Nerea Martinez portandosi in testa al Tor des Gèants femminile. Non solo recupera i 13 minuti sull’avversaria ma esce alle 21:08 da Valtournenche con 7 minuti di vantaggio. Per la sfida femminile, si preannuncia una lunga e interessante notte. Prossimo riscontro cronometrico al rifugio Cuney (256 km). Per il terzo posto, Emanuela Scilla Tonetti è transitata da Saint Jacques alle 20:29.
AGGIORNAMENTO UOMINI – A Oyace, lo spagnolo Iker Karrera ha 1h46’ di vantaggio sull’italiano Franco Collè e 2h06’ sul connazionale Oscar PErez. Lo spagnolo è già entrato nella base vita di Ollomont (283 km) e vi è uscito dopo 36' di sosta. Per lui, 60 ore di gara e ancora 50 km da compiere. Il record di Oscar Perez di 75h56' sembra quindi destinato a essere infranto. A incoraggiare Karrera nella sua impresa, anche il connazionale Kilian Jornet. Nei top 10, Marco Zanchi, sesto, è transitato dal rifugio Cuney (256 km) alle 20:23 e Giuseppe Grange, nono, è uscito dalla base vita di Valtournenche (236 km) alle 20:13. Sedicesimo posto assoluto per Roberto Beretta entrato a Valtournanche alle 21:15 mentre Bruno Brunod ha raggiunto la diciannovesima posizione assoluta ed è entrato alla base vita di Valtournenche alle 21:21.
Tor, la Canepa cerca nuovamente il primato
I primi hanno superato i 260 km di corsa
Lo spagnolo Iker Karrera continua la sua corsa verso Courmayeur mantenendo un vantaggio di 1h45’ sull’italiano Franco Collè. Alle loro spalle, saldamente terzo, l’altro spagnolo Oscar Perez. Karrera è passato al rifugio Cuney (257 km) alle ore 14:54 e a Oyace alle ore 17:51. Davanti a Karrera, dopo 57 ore di corsa, meno di 70 km lo separano dal traguardo finale e dal possibile nuovo record del percorso.
BEBE GLI ITALIANI - Mantiene la sua sesta posizione anche l’altro italiano Marco Zanchi uscito dalla base vita di Valtournenche (236 km) alle ore 14:31. A ridosso della top 10 anche Giuseppe Grange transitato a Saint Jacques (222 km) alle 16:00 con 32’ di svantaggio da Pablo Criado, decimo in classifica.
RIMONTA LA CANEPA - In campo femminile il Tor des Géanto sta proponendo un’intererssante sfida a due per la vittoria finale. Le protagoniste, l’italiana Francesca Canepa e la spagnola Nerea Martinez. Francesca Canepa accusava 1h40’ sulla spagnola all’uscita della base vita di Gressoney (200 km). Un distacco sceso a 40 minuti al rifugio Crest (216 km) e a soli 13’ a St. Jeacques (222 km). Emanuela Tonetti Scilla mantiene la terza posizione uscendo dalla base vita di Gressoney alle 15:20 con 1h17’ di vantaggio su Giuliana Arrigoni.
AVANZA BRUNOD - Continua a recuperare posizioni anche l’italiano Bruno Brunod che transita a Saint Jeacques (22 km) alle 17:48 in ventitresima posizione assoluta a soli 11' dall'italiano Giancarlo Annovazzi. Per Brunod, dal rifugio Crest a Saint Jacques il miglior tempo di gara con 1h04’ contro 1h28’ di Iker Karrera e 1h11’ di Franco Collè.
Sabato il Sellaronda Trail Running
56,3 km con partenza e arrivo a Canazei
Tutto pronto per il Sellaronda Trail Running, in programma sabato 14 settembre nelle quattro valli ladine dolomitiche: Fassa, Gardena, Badia e Livinallongo. Tanti i protagonisti attesi: oltre al vincitore della passata edizione, il friulano Fulvio Dapit e al secondo classificato di dodici mesi fa, il gardenese Georg Piazza, alla segreteria del comitato organizzatore, presieduto da Diego Salvador e che racchiude un gruppo di referenti per ogni vallata, sono giunte le adesioni del miglior italiano nel ranking Isf 2012, ovvero Giuliano Cavallo vincitore all’Alpago Trail e secondo nell’Eiger Ultra; quindi Filippo Canetta recente dominatore della Bryce 100 Canyon, ed ancora Sergio Vallosio del team Salomon Agisko sul podio sia all’Elba trail, alle Porte di Pietra e all’Alpago trail, per finire con Alessandra Carlini, seconda nella 80 chilometri du Montblanc. C’è dunque grande attesa per l’evento che si sviluppa su un totale di 56,3 km con partenza e arrivo a Canazei e che presenta un dislivello positivo di ben 3626 metri. Anche perché il Sellaronda Trail Running ha validità come ultima prova del circuito Salomon Trail Tour Italia. Rispetto alle prime due edizioni i responsabili tecnici di percorso hanno deciso di prevedere due modifiche, seppure non rilevanti per la lunghezza totale e il dislivello complessivo della gara. La prima riguarda una deviazione rispetto al passato, ovvero da Passo Sella si attraverserà la Città dei Sassi fino al rifugio Comici per scendere poi verso Selva Gardena. La seconda modifica riguarda il tratto fra Arabba e Porta Vescovo, con l’inserimento del passaggio in località Viel dal Pan fino a Passo Pordoi. Entrambe le modifiche privilegiano anzitutto il panorama, visto che nel primo caso si andrà a percorrere una delle zone dolomitiche più suggestive e nel secondo si transiterà proprio davanti alla Marmolada.
Dando un’occhiata alle previsioni meteo il tempo si annuncia positivo e sarà dunque un importante valore aggiunto ad una competizione decisamente unica per il tracciato di gara, che ricalca la filosofia di altre due competizioni che sfruttano lo stesso percorso, vale a dire la Sellaronda skimarathon di sci alpinismo e la Sellaronda Hero di mountain bike. Un percorso infatti che va a toccare i principali centri e passi delle quattro valli ladine dolomitiche, la Val di Fassa con Canazei e Passo Sella, la Val Gardena con Selva e l’omonimo passo, la Val Badia col Campolongo ed ancora Livinallongo con Porta Vescovo e il transito per Passo Pordoi, per poi affrontare l’ultima discesa verso Canazei. La partenza è fissata per le 6 di sabato mattina da Canazei, con il passaggio dei primi concorrenti previsto per le 7.10 a Selva Gardena, per le 8.30 a Corvara, per le 9.45 ad Arabba, per le 11.20 a Passo Pordoi e per le 12 l’arrivo a Canazei, mentre la chiusura cancelli è fissata per le 9 a Selva Gardena, per le 14.30 ad Arabba e alle 17 il fine gara a Canazei dopo 11 ore previste come tempo massimo.
Il programma prevede il briefing presso la sala consigliare del Comune di Canazei in piazza Marconi venerdì alle 18.30, mentre sabato alle 20 presso la sala Gran Tobia Teater è previsto il gran finale del circuito Salomon Trail Tour Italia 2013 con la cena e le premiazioni dei vincitori delle varie categorie.
Tor, Franco Colle' ci crede
L'italiano in rimonta si porta a 1h16'
In testa alla corsa i primi quattro concorrenti sono già usciti dalla 'base vita' di Valtournenche a partire dalle 9:56 di questa mattina. Per loro 236 km percorsi e quindi meno di 100 alla conclusione della prova. Un finale che si preannuncia ricco di emozioni sia in campo maschile che in quello femminile.
UOMINI – A Saint-Jacques (222 km), lo spagnolo Iker Karrera conduceva di 1h43’ sull’italiano Franco Collè e di 2h27’ sul francese Lionel Trivel. Quattordici km dopo, all'uscita della 'base vita' di Valtournenche, Collè riduce il suo distacco a 1h16'’ e Oscar Perez supera Trivel portandosi a 2h19’ da Karrera. Le loro soste a Valgrisenche: Karrera 29', Collè 49' e Perez 22'. Mantiene la sesta posizione l’altro italiano Marco Zanchi che transita a Saint-Jacques alle ore 10:40 di questa mattina. Roberto Beretta sale in dodicesima posizione e lascia la base vita di Gressoney alle 11:14. Sempre tra gli italiani, entra nei top 15 Giuseppe Grange uscito da Gressoney (200 km) alle ore 11:28 e seguito a 20’ dal connazionale Giancarlo Annovazzi.
DONNE - Transitata a Niel (186 km) con circa mezz’ora di ritardo su Francesca Canepa, la spagnola Nerea Martinez è entrata nella base vita di Gressoney con 14 minuti di vantaggio sull’italiana. Dall’ultimo riscontro cronometrico, la spagnola è uscita da Gressoney alle ore 11:04 in undicesima posizione assoluta. In terza posizione Emanuela Scilla Tonetti e in quarta Giuliana Arrigoni.
A Oberalp la distribuzione di Julbo
Da settembre l'azienda di Bolzano commercializza gli occhiali francesi
A partire da settembre, Oberalp S.p.A. è il nuovo distributore del prestigioso marchio di occhiali sportivi Julbo. Molti i punti in comune tra Salewa e lo storico brand francese, trattandosi di aziende di lunga tradizione familiare, dal grande know-how tecnico, contraddistinte dall’innovatività dei prodotti e con un chiaro posizionamento del brand nel mondo outdoor.
125 ANNI DI SUCCESSI - Fondata nel lontano 1888 (nel 2013 si celebrerà un anniversario d’eccezione, ben 125 anni), Julbo ha registrato un continuo trend di crescita a due cifre da più di 15 anni. Il 45% circa del suo fatturato è costituito dall’esportazione dei prodotti all’estero, in oltre 80 Paesi. Gli articoli maggiormente venduti sono gli occhiali da outdoor e kid, oltre alla collezione invernale. Di recente è stata introdotta una linea di occhiali sportivi ottici a completamento della collezione.
SINERGIE - «Siamo convinti che l’alta qualità dei prodotti Julbo sarà molto apprezzata dalla nostra affezionata clientela, sempre molto attenta al contenuto tecnico e ai dettagli» ha commentato Emanuele Gerli, sales manager Italy. «Siamo certi che questa nuova collaborazione sarà molto promettente, anche in vista delle future sinergie sul piano delle attività e degli eventi di alpinismo, arrampicata, freeskiing». Infatti, il marchio Julbo verrà affiancato alle principali attività marketing Salewa, non a caso anche atleti del calibro di Glen Plake (la leggenda americana del freeride) sono già testimonial di entrambi i brand. Nel mondo del trail Julbo è partner del francese Julien Chorier.
Vicenda Frendo, le Guide contro Kilian?
Ricostruzione distorta della Guida Jean-Louis Verdier
Che la prima versione dei fatti non rispecchiasse completamente quanto avvenuto lo si era intuito fin dall’inizio. Senza particolare esperienza, chiunque avesse voluto approfondire la vicenda legata al recupero di Kilian Jornet ed Emelie Forsber sullo sperone Frendo della Nord dell’Aiguille du Midi, con una semplice ricerca su internet avrebbe potuto trovare fotografie e recensioni su quello stesso itinerario. Difficile anche per un sognatore immaginare che i due ragazzi avessero affrontato i 50° su ghiaccio della parte alta della via totalmente sprovvisti di materiale tecnico e procedessero con le sole scarpe da ginnastica. E' invece proprio così sono stati descritti immediatamente dopo l'accaduto da Jean-Louis Verdier, vice sindaco di Chamonix nonché Guida alpina, uno che quella parete dovrebbe conoscerla bene. Impossibile immaginare inoltre che i due non fossero consapevoli delle difficoltà in quanto lo stesso Kilian aveva già portato a termine la stessa via in due occasioni e in solitaria.
LE GUIDE ATTACCANO KILIAN - Tra i moltissimi commenti pro e contro Kilian comparsi in ogni dove sul web e sulla carta stampata, oltre a quello di Jean-Louis Verdier, anche quelli provenienti da alcune Guide Alpine italiane ancora leggibili sul web. La Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM), in funzione del proprio codice etico, ha mantenuto il riserbo sull’accaduto mentre dalle Guide Alpine sono uscite, in Francia indiscrezioni solo parzialmente riscontrate nei fatti e in Italia alcune sentenze, tutte a sfavore del comportamento di Kilian Jornet. Questo quando il catalano non aveva ancora rilasciato dichiarazioni quindi, o basandosi sul solo articolo di Le Delphine o su notizie avute privatamente dai gendarmi del PGHM.
L'ATTREZZATURA TECNICA - Dalla versione dei fatti che lo stesso Kilian ha riportato in due riprese sul suo blog, non smentita al momento da nessuno tantomeno dal PGHM, i due ragazzi procedevano con un equipaggiamento reputabile minimal rispetto agli standard medi, ma pur sempre con attrezzatura tecnica per affrontare la via di misto. Avevano una corda da 60 metri, due picozze ciascuno, ramponi, un set di friends, cunei d'arrampicata e chiodi da ghiaccio. In sostanza, proprio il materiale tecnico presunto mancante di cui parlava la Guida Alpina Jean-Louis Verdier a poche ore dall’accaduto. Rimane la questione delle scarpe da trail al posto degli scarponi d’alpinismo, ma da quanto ricostruito non sembra essere la causa dell’imprevisto. Come documentato da decine di fotografie proprio sul web, e come si evince dall'immagine di sinistra di questo articolo che ritrae il suo amico Jordi Tosas durante una loro escursione, il catalano è solito calzare i ramponi con le scarpe da trail. Anche i riferimenti sull’orario dell’escursione, raccontata da più fonti, quasi come una gita pomeridiana non hanno trovato riscontro in quanto la loro avventura è iniziata alle 8:30 del mattino.
L'ATTESA DI 4 ORE - Dal momento deila chiamata all'effettivo arrivo dei soccorritori, avvenuto con una calata in doppia dall'Aiguille du Midì. sono inoltre trascorse 4 ore in cui Kilian ed Emelie non hanno riportato particolari danni dovuti alla prolungata esposizione in quota. Anche questo particolare sembra stridere e non poco con le prime informazioni che li volevano in parete in collant e privi di indumenti tecnici.
UN FILM GIA' VISSUTO - E c’è chi incomincia a rileggere l’intera vicenda come uno sorta di attacco proprio delle Guide Alpine nei confronti di Kilian, guarda caso dopo i suoi recenti exploit su Bianco e su Cervino. Sembra quasi un film già vissuto nel passato con un protagonista su tutti, quel Walter Bonatti ritenuto per certi versi troppo rivoluzionario dalle Guide Alpine dell’epoca pronte a criticarne l’operato proprio sulle vie del Monte Bianco.












