Il viaggio sul filo delle frontiere di Jacquemoud e Bruchez
«Queste ultime tre settimane ci hanno permesso di mettere i nostri sci sul versante Est del Cervino, quello meridionale delle Grandes Jorasses e del Grand Combin de Valsorey, la Nord del Monviso e la Est del Monte Bianco». Scrive con soddisfazione Mathéo Jacquemoud in un post sul suo account Instagram. Le discese, che fanno parte del progetto Sur le fil des frontières (sul filo delle frontiere), in compagnia di Vivian Bruchez, porterà alla realizzazione di un video in prossimo autunno. Sulle Grandes Jorasses i due erano in compagnia di Thomas Guerrin e hanno dovuto rinunciare ad arrivare fino in vetta alla Walker a causa del rigelo insufficiente. La discesa sulla Est del Monte Bianco ricalca quella del 1988 di Pierre Tardivel, dal Col de la Brenva. Al Coolodge, sul Monviso, c’erano anche Leo Viret e Thomas Guerrin. La prima discesa, sulla Est del Cervino, è iniziata alla Cabane Solvay. Jacquemoud e Bruchez hanno anche sciato la cresta Ovest dell’Eiger.
Ortovox, obiettivo sostenibilità. A partire dalla lana
In occasione di OutDoor by ISPO 2019 Ortovox introdurrà la sua strategia di sostenibilità PROTACT2024 con la quale l’azienda, basandosi sui suoi valori chiave, presenterà sia le iniziative già esistenti che nuovi obiettivi precisi da realizzarsi entro il 2024. Però non mancano le novità anche per quanto riguarda i prodotti: con la nuova linea Westalpen il marchio presenta la sua collezione tessile più versatile e più tecnica per alpinismo ed escursionismo ad alta quota a cui si aggiunge, nel settore hardware, la pluripremiata serie di zaini Peak Light e Peak Light 40.
SOSTENIBILITÀ – Con PROTACT2024 Ortovox ha fissato sei pilastri per formulare la sua strategia di sostenibilità fino al 2024 definendo obiettivi concreti. In qualità di esperti della lana, l’azienda, con Ortovox Wool Promise (OWP), ha sviluppato un proprio standard che mira alla certificazione della materia prima secondo severi criteri e alla trasparenza della catena di commercializzazione. L’obiettivo è quello di integrare nell’OWP, entro il 2024, anche il partner Swisswool. I pilastri amicizia e alpinismo simboleggiano il rapporto leale e responsabile sia con gli stakeholder che con l’ambiente e le risorse. In questo contesto Ortovox si è prefissata di mantenere lo stato di leader della Fair Wear Foundation e di impegnarsi a favore della neutralità climatica. Oltre il 60% della produzione avviene attualmente in Europa e questo rimarrà anche in futuro il livello minimo. I temi pionieri della sicurezza e motivati dalla funzionalità illustrano l’obiettivo dell’impiego di materiali al 100% privi di PFC sia nel settore tessile che in quello dell’hardware, il settore della gestione delle sostanze chimiche, nonché la durata dei prodotti e la possibilità di essere riutilizzati.
SISTEMA WESTALPEN - Le Alpi occidentali (Westalpen) sono sinonimo diterreno alpino impegnativo e alte montagne e di conseguenza anche di un alto livello di abilità richiesta e di un’attrezzatura congrua. Per soddisfare queste esigenze Ortovox presenta il nuovo sistema Westalpen composto da tre strati di abbigliamento: Westalpen 3L Light giacca e pantaloni, Westalpen Softshell giacca e pantaloni e la giacca Westalpen Swisswool Hybrid. La collezione più versatile e più tecnica del marchio bavarese per gli sport di montagna, offre prodotti appositamente creati per venire incontro alle esigenze delle salite in ambiente ad alta quota: protezione, funzionalità e leggerezza.
PANTALONI WESTALPEN SOFTSHELL - Nei pantaloni Westalpen Softshell viene utilizzato l’innovativo sistema quick-gaiter che sostituisce interamente il gambale nelle escursioni ad alta quota. Il sistema di regolazione dell’orlosviluppato da Ortovox permette di regolarli facilmentee velocemente in tre passaggi, adattandoli perfettamenteallo scarpone. Le fascette di fissaggio poste sotto lo scarpone sono realizzate in materiale Dyneema resistente allo sfregamento e quando non vengono utilizzate si possono stivare con estrema facilità.
PEAK LIGHT 40 - Nel settore hardware Ortovox completa nell’estate2020 la pluripremiata serie di zaini Peak Light con il modello Peak Light 40. È un compagno versatile ed altamente funzionale per escursioni in ambiente e ad alta quota. Comfort, leggerezza e una piacevole gestione della temperatura vengono assicurati dallo schienale tecnico realizzato utilizzando pannelli in Swisswool. Grazie agli elementi flessibili e rimovibili, come la tasca sulla patta, il fascione addominale o il telaio, lo zaino può essere adattato a seconda del campo d’impiego e il suo peso può essere ridotto fino a 780 grammi.
Zegama, il film della gara
Come è andata lo sapete già, con Kilian Jornet a conquistare l'ennesima vittoria nella maratona basca davanti a Bartlomiej Przedwojewski, con Thibaut Baronian a completare il podio e la vittoria femminile di Eli Anne Dvergsdal con piazza d’onore per Elisa Desco che vince il testa a testa con Amandine Ferrato. Ma Zegama, tappa inaugurale delle Golden Trail World Series 2019, è gara che va vissuta e rivissuta perché trasmette emozioni come pochi eventi. Ecco allora il video di 23 minuti con tutto quello che è successo lo scorso 2 giugno.
The Legend, da Meraldi a Collé
È il 4 luglio 1993, ad Alagna si sta riscrivendo la storia della corsa in montagna: nasce lo skyrunning. Sono passati più di 25 anni da quando la prima sky race si è corsa sulle pendici del Monte Rosa, un progetto ambizioso che ha rivoluzionato il modo di correre in montagna e ha dato inizio a un movimento globale.
La sfida è correre da Alagna fino alla vetta del Monte Rosa, raggiungendo la Capanna Regina Margherita; gli atleti, i primi corridori del cielo, toccano quota di 4.554 metri coprendo 35 chilometri e 7.000 metri di dislivello in salita e discesa tutti d’un fiato. Fabio Meraldi in 4 ore e 24 minuti vince la gara e segna il record, un record che è stato solo l’inizio della sua leggenda.Partendo da questa data è iniziata la storica cavalcata di Fabio, vera icona dello Skyrunning e dello scialpinismo. Fabio vanta vittorie e record come pochi altri, alla Everest Sky Marathon, al Trofeo Kima e alla Dolomites Sky Race. Record allo Shisha Pangma, Monte Kenya, o quello mitico da Courmayeur al Monte Bianco e ritorno, imbattuto per oltre 20 anni.
Nel 1995 Valeria Colturi, titolare di Crazy, allora piccola azienda artigiana di Bormio, si appassiona a questo sport. Dopo aver dato una svolta al modo di vestirsi per le competizioni di scialpinismo, inventando la famosa tutina, crede in questo nuovo modo di affrontare la montagna e crea i primi capi di abbigliamento dedicati. Oggi l’evoluzione di quella prima collezione si chiama The Legend, una linea studiata a quattro mani con Fabio Meraldi, la collezione perfetta per lo sky e il trail. L’obiettivo del progetto The Legend è quello di sensibilizzare sulla sicurezza e puntare al comfort. La collezione perfetta è quindi un connubio di scelte tecniche di altissimo livello, partendo dai tessuti, passando attraverso le più dettagliate soluzioni tecniche.
Un altro grande della corsa tra i monti oggi utilizza i capi The Legend, Franco Collè, due volte vincitore del Tor des Géants. «Vestibilità e praticità, bastano queste due semplici parole a spiegare il perché della mia scelta» esordisce Franco. T-shirt e pant The Legend sono stati utilissimi anche durante il Tor. «I tessuti utilizzati sono molto piacevoli al tatto, leggerissimi e senza fastidiose cuciture, la vestibilità dei pantaloncini è davvero perfetta e la t-shirt ha due praticissime tasche porta flask e altri cinque vani molto utili» aggiunge il valdostano che ricorda, a riprova della validità dei pantaloncini, che durante l’ultimo Tor non li ha mai sostituiti.
T-Shirt Sky Run The Legend – 130 euro
È stata studiata con l’obiettivo di creare un capo che permettesse di non utilizzare lo zaino e gestire in completa autonomia lunghi chilometraggi.
Caratteristiche:
- Tessuto luminescente
- Stampa rifrangente
- Orlo incollato
- Zip invisibile incollata
- Silicon grip ferma zaino
- Fischietto tascabile
- Laserature traspiranti
- Fondo incollato con serpentina in silicone
- Tasche porta flask in tessuto traforato
- Scritta laser traforata traspirante
- 5 tasche a rete portaoggetti
Shorts Sky K-Run The Legend – 120 euro
Il tessuto esterno è leggerissimo, tasche multiuso, lo short interno contenitivo e lo slip sostenitivo.
Caratteristiche:
- Doppia tasca in rete, con zip e gancetto portachiavi
- Slip interno con sistema Suspension Plus sostegno extra, massima ventilazione per prevenire la formazione di varicocele
- Doppia tasca in gel
- Pantaloncino esterno incollato
- Pantaloncino interno contenitivo con tessuto Magic Print
- Fori laserati
- Cover impermeabile estraibile per lo smartphone
- Elastici porta bastoncini
- Tessuto superelastico water repellent traforato
Mondiali, l'Italia sfiora il podio
Due quarti posti per gli azzurri nei Campionati Mondiali di trail in Portogallo. Il team italiano sfiora il podio a squadre e anche nella gara individuale sulla distanza di 44 chilometri, con una prova in rimonta di Francesco Puppi, arrivato a soli dieci secondi dalla medaglia di bronzo. Vittoria del britannico Jonathan Albon in 3h35’35 davanti al francese Julien Rancon (3h37’48), terzo lo svizzero Christian Mathys (3h40:35) dopo aver condotto per quasi 30 chilometri, mentre il comasco nel tratto conclusivo scavalca l’altro transalpino Nicolas Martin (3h42’28). Tra gli italiani Luca Cagnati riesce a lottare con i big e chiude quindicesimo, poi Marco De Gasperi dopo una crisi risale nell’ultima parte fino al diciottesimo posto. Più dietro Alessandro Rambaldini, vittima di una caduta e 24esimo, seguito da Andreas Reiterer, 36esimo, e Davide Cheraz, 51esimo. Dominio della Francia a squadre, davanti a Spagna e Gran Bretagna, con l’Italia in quarta posizione.
Al femminile Silvia Rampazzo si conferma una delle migliori al mondo, dopo il bronzo di due anni fa. La veneta è sesta, leader di una formazione azzurra che coglie il quinto posto. Per il successo, prende subito il largo la francese Blandine L’Hirondel scavando un solco sempre più profondo tra sé e le avversarie: oro in 4h06’18 con più di otto minuti di vantaggio nei confronti della neozelandese Ruth Croft (4h14’29), in recupero sulle spagnole Sheila Aviles (4h15’05) e Salmones Azara (4h15’31) che superano la romena Denisa Dragomir (4h17’04). Sul traguardo Barbara Bani è ventesima, poi Emma Quaglia (44esima), Sarah Palfrader (53esima) e Lidia Mongelli (125esima), invece Gloria Giudici si ferma dopo pochi chilometri per un problema al quadricipite. Ancora Francia e Spagna in vetta alle classifiche per team, bronzo alla Romania che precede Gran Bretagna e Italia.
Doppia W Ultra 60 a Riccardo Montani ed Emily Schmitz
Dopo i sopralluoghi della vigilia, il direttore gara Luca Tenni non ha avuto dubbi e ha tagliato le parti alte del tracciato originale dopo avere costato che la neve, non più portante, non avrebbe garantito le condizioni minime di sicurezza. In base a questa ultima modifica il percorso aveva uno sviluppo 54 km con 3800 metri di dislivello. Ne è scaturito un itinerario comunque tecnico e muscolare che non è andato a intaccare la spettacolarità dell’evento. Pronti, via e sul primo tratto di ascesa in terra svizzera i colombiani Jesus Gaviria Ospina e Adolfo Buitrago hanno innestato il turbo sgranando il gruppo di testa. Superato il tratto sulla neve a Passo Malghera, il portacolori del Team Salomon Riccardo Montani ha però cambiato passo guadagnando la testa della corsa. La sua è stata una cavalcata trionfale sino al traguardo. Per lui ingresso trionfale in piazza Cavour a Tirano con crono di 5h51’32”. Secondo ,alle sue spalle, Jesus Gaviria Ospina con un distacco di 20’58”, mentre sul gradino più basso del podio è salito lChristian Pizzatti che ha stoppato l’orologio sul tempo di 6h29’30”. Hanno completato la top ten di giornata Adolfo Buitrago, Daniele Nava, Riccardo Faverio, Stefano Rossatti, Mirko Pedroli, Maurizio Perlini e Luigi Zanaboni.
Nella gara in rosa serrato testa nelle fasi iniziali tra la colombiana Emily Schmitz e Cecilia Pedroni. Con il passare dei chilometri la vincitrice della prima edizione si è però arresa alla manifesta superiorità della propria avversaria. Per Schmitz successo strameritato in 7h27’41”. Secondo posto per l’ottima Pedroni in 7h38’05”, mentre terza si è piazzata Cristiana Follador in 7h53’56”.
Non solo individual race, il numeroso pubblico accalcato nella città aduana ha applaudito e sospinto al traguardo anche i numerosi staffettisti in gara. Nella classifica di coloro che hanno diviso le fatiche di questa Doppia W successo di giornata per le coppie Giuditta Turini-Laura Besseghini e Sergio Bongio-Mauro Manenti. Nella corsa a tre elementi, vittoria per il team composto da Valentino Speziali, Mirko Bertolini e Mattia Bonesi al maschile, mentre nel ranking in rosa si sono imposte Michela Della Maddalena, Francesca Mottalini e Enrica Mattaboni.
In arrivo Skialper 124 di giugno-luglio
«Una linea difficile ed effimera come lo sono quelle sugli ottomila, in balia dei forti venti e del meteo, che ora scarica neve, ora dissemina roccia che impedisce la discesa con gli sci, se mai si riesce ad arrivare in vetta. Una linea unica e irripetibile. Ma ognuno ha la sua linea». scrive così Claudio Primavesi nell’editoriale di Skialper di giugno-luglio per introdurre la foto di copertina e il tema del numero 124: fedeli alla linea. Si parte, appunto, dall’estetica Dream Line di Hilaree Nelson e Jim Morrison sul Lhotse, ma scriviamo anche di trail running, escursioni dolomitiche, discese norvegesi, vacanze in bici e sci, concatenamenti alpinisti in velocità, rifugi del massiccio francese degli Écrins. Dopotutto, sono tutte traiettorie in cui si sviluppa un movimento se vogliamo rimanere fedeli alla definizione di linea. E sono linee tracciate o sognate da uomini e donne, come scrive il direttore editoriale Davide Marta. «Una linea si può tracciare. Si può seguire, ci si può discostare. Si può senz’altro studiare, sognare, immaginare. Se ne può avere una sola, oppure più di una. Una linea può essere dritta, oppure curvilinea, può girare attorno a degli ostacoli. Può assecondare, ma può anche filare dritto per dritto. Noi abbiamo un’idea di fare riviste che poi è una linea. Parlare di persone, prima di tutto, usando il pretesto della montagna, dello sci, dell’arrampicata, della corsa. Che senso avrebbe, se no, tutto questo? Le linee sono cose che hanno a che fare con la vita delle persone, tutti i giorni». Skialper 124, 160 pagine, è in distribuzione nelle edicole a partire da martedì 11 giugno.
LA LINEA DI DISCESA PRIMA DI TUTTO - Quella di Hilaree Nelson e Jim Morrison sul Lhotse del settembre 2018 è stata, insieme alla discesa del K2 di Bargiel, l’impresa dell’anno. Per conoscere i retroscena della sciata sulla Dream Line abbiamo intervistato Hilaree. Una chiacchierata che non si è fermata al Lhotse, ma è arrivata al Papsura, al ruolo di mamma e sciatrice estrema-esploratrice e tanto altro.
ICE & PALMS - Dal Sud della Germania a Nizza. Una vacanza in bici per arrivare al mare. E in mezzo un po’ di cime con gli sci e le pelli. È la pazza avventura della scorsa primavera di due simpatici tedeschi (che è diventata anche un film, Ice & Palms, appunto). Con qualche imprevisto, come il passo del Furka ancora chiuso affrontato con 50 chili sulle spalle tra zaino e bici, fio da pagare per qualche sciata indimenticabile. E naturalmente non è mancato il bagno finale nelle acque del Mediterraneo.
THE GODMOTHER OF ALL COULOIRS - Una linea netta, tra le rocce a picco sul fiordo. Un nome invitante (la madrina di tutti i couloir). Non si poteva non andare alla scoperta di quella sottile fessura. Ed è quello che hanno fatto Alice, Alberto, Marco e Carolina. Ma non avevano calcolato che fiordo e tormentato territorio norvegese avrebbero richiesto molto più tempo del preventivato. Alla fine la soddisfazione di una discesa molto estetica ha ripagato la tanta fatica, ma non per tutti gli escursionisti.
TOUR DE LA MEIJE, 4 GIORNI AU REFUGE - Unire i rifugi attorno al quasi quattromila del Sud della Francia in un unico tour scialpinistico. È quello che hanno fatto Andrea Bormida e Federico Ravassard. Scoprendo, oltre a bellissime montagne e altrettanto invitanti discese, che rifugi e rifugisti di questo angolo di paradiso hanno ancora un’anima. E che la tarte au chou è più calorica delle barrette energetiche.
IO SONO MATTEO EYDALLIN - Cinque trofei Mezzalama in bacheca. Ma anche un vecchio Nokia come telefono, l’avversione per i selfie, i cd al posto degli mp3, l’allenamento di testa sua e la lingua senza peli. Siamo stati nel ritiro estivo di Matteo Eydallin per scoprire meglio il metodo steppen. E come si fa a rimanere competitivi per così tanti anni.
FAST IS THE NEW TRENDY - Salire per vie alpinistiche in velocità, partendo dal fondovalle. Un’escursione a metà tra skyrunning e alpinismo ma in compagnia e con tutta l’attrezzatura da quota. «Dʼaltronde, esiste forse uno stile più logico ed elegante del partire dal fondovalle, scalare una o più montagne e tornare al punto di partenza con il minimo materiale indispensabile, in un solo, rapido, assalto?». Ed è quello che hanno fatto Denis Trento e Robert Antonioli l’anno scorso per allenarsi, con tre uscite tra Monte Bianco e Monte Rosa che abbiamo fatto in parte ripercorre ai protagonisti per realizzare le splendide fotografie a corredo dell’articolo. Non solo un reportage sulle escursioni, ma un articolo per scavare a fondo nella filosofia fast & light, nella storia e nelle diverse opzioni di materiale utilizzabile.
LA HAUTE ROUTE DEL TRAIL - Da Verbier a Zermatt: 225 chilometri e 14.000 metri di dislivello positivo ai piedi delle montagne più spettacolari d’Europa. È la Via Valais, il nuovo itinerario lungo di trail creato, dopo attente esplorazioni, dalla premiata ditta Kim Strom, Dan e Janine Patitucci, che i lettori di Skialper già conoscono. Uno spunto per le vacanze…
ALTA VIA - Da Tires alla Val Fiscalina, l’Alto Adige da Ovest a Est, attraversando le Dolomiti e incrociando le alte vie più frequentate. Un indimenticabile trekking di otto giorni in compagnia di Egon Resch, Guida alpina altoatesina, al cospetto di cime simboliche come Sciliar, Catinaccio, Tofane, Tre Cime. E alla scoperta di rifugi unici, alte cascate e ferrate molto panoramiche.
OLTRE LE ULTRA - Come si allena Michele Graglia, ex modello e soprattutto vincitore di due delle gare di corsa più estreme, la gelida Yukon Arctic Ultra e la torrida Badwater Ultramarthon? È un mix di training atletico, alimentazione, ma soprattutto testa. Un articolo sull’approccio alle lunghe distanze che diventano una vera e propria filosofia di vita perché «l’ultra è mentale al 90% e l'altro 10% è nella tua testa».
SUL CAMPO - Le nuove New Balance Fresh Foam Hierro v4 provate da tre diversi concorrenti del Chianti Ultra Trail, ma anche i nuovi zaini Trail Force di Camp testati da Franco Collé. Non mancano i test su Skialper 124 e anche le presentazioni delle novità, come le scarpe da hiking termoformabili Tecnica Plasma o la nuova collezione di calzature da trail RaidLight o ancora tutti gli highlight per l’estate 2020 di Dynafit.
Il 9 giugno c'è Fibrosi Walking
Una camminata per una buona causa. È questo lo spirito di Fibrosi Walking, l’evento organizzato domenica 9 giugno a Legnano (MI) da Roberto Bombassei, artista, illusionista e scrittore, in collaborazione con Lega Italiana Fibrosi Cistica Lombardia. Si tratta di una camminata nel parco del castello della cittadina lombarda con gli istruttori di Nordic Walking Alto Milanese. La partecipazione è gratuita ma sarà possibile sostenere l’associazione e conoscere le iniziative per la ricerca contro questa malattia. Il ritrovo è alle 10 e la camminata inizierà alle 10,30. Alle 12,30 la chiusura della manifestazione il concerto sotto gli alberi del tenore Lucia Tedeschi. Fibrosi Walking è l’ultima iniziativa ideata da Bombassei per la raccolta di fondi per la ricerca contro la fibrosi cistica, malattia genetica degenerativa. Da sette anni va in scena Magie per la ricerca, manifestazione alla quale partecipano illusionisti, artisti e personalità varie.
Grignetta Vertical, sabato la sfida
Format vincente non si cambia. Sabato 8 giugno torna la Grignetta Vertical, con 905 metri di dislivello positivo sulla Grigna Meridionale, ‘parco giochi’ per gli amanti del free climbing e ambiente storico dove i vari Bonatti, Cassin e i Ragni di Lecco hanno costruito la preparazione per le loro imprese mondiali. Il GSA Cometa ripropone la sesta edizione di una gara storica (ex Trofeo Vidini) per la classica Via Cermenati con partenza dal Pian dei Resinelli ed arrivo al Bivacco Ferrario, in cima alla Grigna a quota 2.184 metri con passaggi su roccette e catene. Ritiro pettorali dalla mattinata e start a crono a partire dalle ore 14.00, con partenze ogni 20". All'arrivo in vetta verrà consegnato una maglia tecnica Montura (offerta dallo sponsor Alpstation Brianza) e uno zainetto CT offerto dagli altri sponsor.
Nel 2017 sono crollati i record storici con il portacolori La Sportiva Michele Boscacci che ha fermato il suo crono a 32'33" e Silvia Cuminetti con 41'12”; entrambi nel 2018 sono ritornati per cercare di migliorarsi ma non ci sono riusciti: ce la faranno quest'anno?
Iscrizioni ancora aperte su www.mysdam.net con super prezzo promo di 15 € con un mega pacco gara e un terzo tempo stellare che è diventato un must!
Sabato è il giorno della Doppia W Ultra 60
Doppia W Ultra 60, il countdown è cominciato. In vista della seconda edizione in programma sabato mattina con start nell’abitato grigionese di Poschiavo e arrivo nella città valtellinese di Tirano, il comitato italo svizzero sta lavorando a ritmi serrati per regalare ai quasi 500 concorrenti una giornata indimenticabile. Vista la troppa neve in quota, dopo ripetute supervisioni e su consiglio del direttore gara – la guida alpina Luca Tenni – sono state apportate alcune modifiche che hanno tagliato i punti più esposti, senza per questo pregiudicare la spettacolarità dell’evento. I numeri cominciano a essere importanti con atleti provenienti da sei differenti nazioni: in 160 correranno la prova integrale. Sono inoltre accreditate 29 staffette a 2 elementi, 22 team da 3 e 200 iscritti alla camminata.
IL PERCORSO - Si correrà comunque su una distanza di 60 km con un dislivello prossimo ai 4300 metri. Rispetto al percorso originale sono stati tolti i punti a maggiore rischio valanghivo. Nonostante il rialzo termico degli ultimi giorni, in quota vi è ancora molta neve, si è quindi optato per un piano B.
Partenza confermata alle ore 5.30 di sabato mattina da Poschiavo. Da lì si punterà Passo Malghera. Raggiunto l’omonimo rifugio, non si andrà più al Passo di Pedruna, ma si tornerà in Svizzera sempre dal Passo di Malghera (tracciati di andata e ritorno per buona parte su percorsi differenti). Passaggio di San Romerio e la zona di cambio staffetta resteranno invariati. Altra modifica in zona Pian Cavallino, qui non si salirà più verso la cresta ed il Passo Portone (condizioni davvero proibitive) ma si percorrerà un sentiero altrettanto bello e caratteristico che porterà gli atleti a Prà Campo, Prà Baruzzo, Ghiaccia, Sovo e Rifugio Schiazzera (anche per il secondo cambio staffetta nessuna variazione). Il resto del percorso rimarrà invariato.
Anche programma e eventi collaterali non hanno subito variazioni con festa grande in zona arrivo, premiazioni alle 17:30 e un terzo tempo da non perdere. Dalle 21 sono infatti previsti concerto e festa con Jovanotti Tribute Band Jovanotte
I PROTAGONISTI - Se il campionissimo valdostano Franco Collé sarà presente nel ruolo di guest star per alcuni acciacchi che all’ultimo gli hanno impedito di indossare il pettorale, la starting list di questa seconda edizione si preannuncia comunque di livello. Sfogliando la lista partenti spiccano i nomi di Michele Tavernaro (vincitore 2018), Marco Zanchi, Christian Pizzatti e Luca Manfredi Negri.
Gara vera anche al femminile con la vincitrice 2018 Cecilia Pedroni chiamata a guardarsi le spalle da Cristiana Follador. Ruolo di outsider per l’esperta Patrizia Pensa e la ‘local’ Lucia Moraschinelli.
Scott Sports inaugura la nuova sede
Sette piani, 440 scale, fino a 600 postazioni di lavoro, 50 sale riunioni, 800 motori per la gestione delle finestre, oltre 4.000 metri quadrati di showroom. Sono questi alcuni dei numeri del nuovo headquarter di Scott Sports, realizzato da IttenBrechbühl Architects e General Planners a Givisez, in Svizzera, con molta attenzione alla sostenibilità e alla vivibilità degli ambienti di lavoro. L’edificio è il primo in Europa ad avere un sistema per controllare il riscaldamento, la ventilazione e l'acustica tutto allo stesso tempo. Grazie alla geotermia viene fornita energia sostenibile e riscaldamento a basso consumo, tecnologia solare e teleriscaldamento ne sottolineano ulteriormente il carattere sostenibile. Incorniciata da un'architettura chiara e una combinazione di materiali senza tempo come il legno, cemento, vetro e metallo, la nuova sede offre il palcoscenico ideale per il portafoglio dei prodotti del gruppo che ha fatto di innovazione e design i suoi valori chiave.
L’atrio centrale si sviluppa su tutta l'altezza dell'edificio e una scala che conduce l'ospite all'ingresso dell'auditorium Le stanze pubbliche si sviluppano ai lati dell'auditorium. La caffetteria e il ristorante sono collegati a questo spazio aperto offrendo uno sguardo completo nell'area esterna grazie a una superficie in vetro continua. Lo spazio dedicato agli uffici si trova sui quattro piani superiori. L'ampiezza degli spazi promuove lo scambio vivace e lo sviluppo di idee, mentre le aree chiuse favoriscono un'atmosfera di lavoro più concentrata. La facciata in alluminio microforato e controllata dal sole consente alla luce del giorno di fluire piacevolmente all'interno. La protezione dinamica, studiata per contrastare i raggi del sole, e la facciata high-tech del seminterrato rendono visibile l'attività svolta all'interno e suscitando curiosità. L'ampio atrio illuminato valorizza le doghe in legno posizionate verticalmente e il pavimento in cemento grezzo, mentre le tonalità dei colori naturali sottolineano e donano tranquillità agli spazi e agli uffici.
Nell’headquarter trovano spazio anche i marchi controllati: Syncros, Bergamont, Bold Cycles, Avanti, Malvern Star, Dolomite, Powderhorn, Bach, Lizard e Outdoor Research. «La cultura del lavoro e il luogo in cui si svolge sono molto importanti per noi - ha detto il ceo Beat Zaugg - Viviamo una forte filosofia di gruppo e i progetti sono seguiti da diversi dipartimenti contemporaneamente. Avere tutti i dipendenti nello stesso edificio consente una comunicazione e una collaborazione veloce e senza interruzioni, una vera alternativa all'home office».
Cazzanelli e Ratti ripetono la Cresta Cassin al Denali: poco meno di 19 ore dalla terminale alla vetta
Due volte in vetta al Denali (6.190 m), con tempi da fast & light. Queste le notizie che arrivano dall’Alaska dove François Cazzanelli, ben conosciuto dai lettori di Skialper, e Francesco Ratti (testatore della nostra Outdoor Guide) sono saliti il 23 maggio sulla West Rib (a un esatto dalla vetta del Lhotse di Cazzanelli in compagnia di Marco Camandona) e poi il 30 maggio sulla Cresta Cassin. La Cassin, salita da Cassin e dai Ragni di Lecco nel 1961 e solitamente percorsa in alcuni giorni, è una via lunga e impegnativa con circa 2.500 metri di dislivello.
«Parliamo di tempi, con partenza e arrivo dal campo 4, abbiamo impiegato 26 ore e 45 minuti - scrive Cazzanelli in un post su Instagram -. Dalla terminale alla punta abbiamo impiegato 18 ore e 58 minuti. L’avvicinamento lo abbiamo fatto in 4 ore e 20 minuti risalendo prima verso la West Rib fino al colletto a 4.900 m (600 m di dislivello dal campo 4 situato a 4.300 m), dopo il colle siamo scesi per 1.200 m per la seraccata chiamata Seattle Ramp. Per la discesa ci sono volute 3 ore e altri 27 minuti circa, gli abbiamo spesi alla base per prepararci e sulla punta. Abbiamo sempre arrampicato tranne quando ci siamo riparati nella tenda mono telo, per 3 ore (dalle 23.00 alle 2.00) per riposare e rifocillarci; alla ripartenza la temperatura segnava -36° e il vento era di 45 km/h. I metri totali saliti sono stati 3.100. Nei primi 1000 m di via abbiamo trovato la traccia, nei restanti 1.500 la traccia l’abbiamo fatta noi, con la neve che arrivava tra le caviglie e le ginocchia. Tenuto conto anche di questo siamo molto soddisfatti del risultato!». In un altro post Cazzanelli esprime la soddisfazione per essere riusciti ad affrontare la Cassin in stile alpino e parla della meticolosa preparazione, durata tutto l’inverno.
Nella scorsa stagione estiva François aveva realizzato la traversata integrale delle Grandes Murailles con Kilian Jornet in meno di 11 ore da Cervinia e le quattro creste del Cervino in poco più di 16 ore, in compagnia di Andreas Steindl. In spedizione con Cazzanelli e Ratti ci sono anche Stefano Stradelli e Roger Bovard.