Primo raduno della Nazionale
Primo raduno allo Stelvio per la Nazionale di ski-alp: all’inizio solo in pista - e visto che è una sorta di ritorno sulla neve si lavora con andature lente - poi è arrivata una spanna di neve fresca e si può andare fuoripista. Tutti presenti agli ordini di Stefano Bendetti, Davide Canclini e Manfred Reichegger; assenti solo Matteo Eydallin e Alessandro Rossi per infortunio: quindi Alba De Silvestro, Robert Antonioli, William Boffelli, Michele Boscacci, Damiano Lenzi, Nadir Maguet, Federico Nicolini, Alex Oberbacher tra i Senior; Giorgia Felicetti, Mara Martini, Giulia Murada, Nicolò Canclini, Sebastien Guichardaz, Davide Magnini, Giovanni Rossi tra gli Espoir, Matteo Sostizzo e Samantha Bertolina tra gli Junior.
Desert love affair
«Quando chiudo gli occhi e lascio divagare la mente, mi ritrovo sulla vetta di una montagna innevata e illuminata dai raggi del sole, con il riverbero del sole e una leggera brezza che penetra nel casco e fa vibrare ogni capello. Essere su una vetta mi trasmette una sensazione di familiarità, ma anche di passione e avventura. Ma ora, con gli occhi chiusi e il vento che fa svolazzare i capelli, sento come un prurito sulla pelle. Attraversa la faccia e arriva ai denti. Sabbia. Sabbia negli scarponi, sotto gli sci e nella pelle. Questa volta, sulla vetta di una grande duna del Sahara, con una linea vergine da sciare sotto di me, mi ritrovo immerso in un corteggiamento con il deserto». A scrivere è Donny O’Neill che sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre racconta dell’avventura vissuta insieme a Tof Henry e Chad Sayers sulle dune di Merzouga, in Marocco. Si tratta di pinnacoli che raggiungono i 350 metri, con pendenze anche sostenute, solo cinque chilometri di larghezza, ma ben 50 da Nord a Sud. Un’escursione diversa, con i cammelli al posto delle seggiovie e le pelli lasciate nello zaino perché la sabbia è molto abrasiva e garantisce il giusto grip in salita. Il problema, semmai, è trovare il ritmo in discesa, cercando uno strato di sabbia che non si rompa. Ma, a giudicare dalle foto di Daniel Rönnbäck, Tof e Chad devono esserci riusciti…
Anche Marco Camandona a MonzaMontagna
Il festival MonzaMontagna compie 15 anni e festeggia con un calendario ancora più lungo e un manifesto disegnato ad hoc dall’artista Fabio Vettori, il disegnatore delle celebri Formiche.
Dal dna fortemente alpinistico, il festival ruota attorno al mondo della montagna e unisce sport, cultura, tradizione e solidarietà. Nata 15 anni fa a Monza, una città per tradizione molto legata all’alpinismo e alla montagna, la manifestazione è ormai diventata un punto di riferimento per gli appassionati. Tutto grazie alla passione delle nove storiche società alpinistiche del territorio di Monza che ogni anno si impegnano con le proprie forze per l’organizzazione e la riuscita dell’evento, in collaborazione con il Comune di Monza. Nelle scorse edizioni sono saliti sul palco, tra gli altri, Kurt Diemberger, Simone Moro, Hervé Barmasse, Daniele Nardi, Federica Mingolla, Matteo Della Bordella, Angelika Rainer, Deborah Compagnoni, Kristian Ghedina, Simone Origone.
Dopo la tradizionale escursione al Rifugio Bogani (6 ottobre), ecco il primo incontro con un’atleta d’eccezione: il 18 ottobre l’oro olimpico di snowboard cross Michela Moioli si racconta sul palco di Monza. Il giorno successivo appuntamento per tutti con la manifestazione Montagna in Piazza. Sotto i portici dell’Arengario di Monza, in piazza Roma, verranno presentate al pubblico le attività delle società alpinistiche monzesi, ma ci si potrà anche divertire con varie attività outdoor tra cui la palestra di arrampicata assistiti dagli istruttori della Scuola di alpinismo CAI Monza. Il 23 ottobre una serata in ricordo di Tom Ballard, l’alpinista inglese scomparso lo scorso inverno sul Nanga Parbat assieme a Daniele Nardi. E proprio a Daniele e ai suoi sogni è dedicata la serata del 21 novembre, d’accordo con la famiglia: un omaggio ll’alpinista laziale con video, foto, ricordi e testimonianze di chi l’ha conosciuto veramente. Nel corso della serata verrà presentato La via perfetta – Nanga Parbat: sperone Mummery il libro scritto da Daniele Nardi con Alessandra Carati – con lui al campo base del Nanga Parbat lo scorso tragico inverno.
Neve, avventura, alpinismo e spedizioni sono da sempre ingredienti fondamentali del festival, come testimoniano anche altri due appuntamenti: il 31 ottobre sale sul palco di Monza Roberto Ghidoni, l’ultramaratoneta vincitore di più edizioni della Iditarod, la leggendaria corsa tra le nevi dell’Alaska; la Guida alpina e grande alpinista valdostano Marco Camandona chiuderà invece questa edizione il 4 dicembre con il racconto di Un viaggio al centro del Terzo Polo. Everest 8.848 m. – Lhotse 8.516 m. e della sua spedizione in Nepal durata 50 giorni.
Non mancano come tutti gli anni i classici cori di montagna (26 ottobre) e una serata dedicata al Trento Film Festival (13 novembre) con la proiezione del film Return to Mount Kennedy di Erick Becker, in concorso all’ultima edizione: docufilm che intreccia alpinismo, storia, costume e società. In linea con l’attuale tema del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacci il 29 novembre ci sarà la serata Incontro con la scienza: come stanno i ghiacciai? per fare il punto della situazione con gli esperti.
La parte artistica di MonzaMontagna quest’anno è dedicata al celebre autore delle formichine Fabio Vettori, che con la sua penna magica ha regalato al festival un bellissimo manifesto. Le sue opere saranno esposte dal 14 al 24 novembre (inaugurazione la sera del 23) nella vasca espositiva dell’Urban Center di Monza.
Dove non indicato diversamente, tutte le serate si svolgono al Teatro Binario 7 di Monza alle ore 21 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Il programma completo del festival MonzaMontagna è disponibile online sul sito www.monzamontagna.it, pagina Facebook @monzamontagna
Cala Cimenti, Nadine Wallner e Tom Belz tra gli ospiti di Milano Montagna
Si avvicina Milano Montagna Week: un’intera settimana di eventi diffusi che animeranno la città dal 14 al 20 ottobre. I Sustainable Outdoor Days, in programma dal 17 al 20 ottobre a BASE, in via Bergognone 34, saranno l’appuntamento principale: quattro giorni di film in anteprima internazionale, grandi atleti, imprese epiche, sostenibilità, storytelling e condivisione di passioni. Tra gli eventi anche alcuni interessanti appuntamenti organizzati grazie al supporto di Mammut: ci sarnno Tom Belz (giovedì 17 ottobre tra le 20 e le 21 in sala A), gli atleti Shanty Cipolli e Caro North (Break The Law Of Gravity - Be Free, sabato 19 ottobre tra le 19:30 e le 20:30 in sala A) e Cala Cimenti, che chiuderà la settimana domenica 20 ottobre (tra le 20 e le 21 in sala A). So potrà anche approfondire il tema della sicurezza in montagna durante l’incontro con Maurizio Lutzenberger, Uberto Piloni e Mattia Ortelli (sabato 19 ottobre tra le 18 e le 19 in sala C). Una line up da urlo, che vanta l’intervento dell’atleta Mammut e campionessa mondiale di freeride Nadine Wallner, che sarà presente durante la proiezione della premiere del film Decisions (giovedì 17 ottobre, dalle 22.45 alle 23.15 in sala A). Nel contesto della Milano Montagna Week, grazie all’impegno di Mammut, si inserisce anche l'European Outdoor Film Tour: le migliori avventure di sport, esplorazioni e viaggi, rigorosamente open air. Giunto alla sua diciannovesima edizione, l'appuntamento con E.O.F.T è per martedì 15 ottobre, alle 20:30 al cinema Orfeo, in viale Coni Zugna 50, a Milano.
https://www.youtube.com/watch?v=35fkCwdNcJc
SCARPA presenta la sponsorship della nazionale di skialp a Milano Montagna
SCARPA diventa sponsor della Nazionale Italiana di Scialpinismo per la stagione 2019-2020 e sarà presente a Milano Montagna Week nel segno della collaborazione con la Federsci giovedì 17 ottobre alle 18,45. Oltre ai manager dell’azienda di Asolo, infatti, sarà possibile incontrare Robert Antonioli e il dt azzurro Stefano Bendetti. Quella di Scarpa con lo skiakp race è una storia che parte dai prodotti per arrivare agli atleti visto che, oltre ad Antonioli, usano gli scarponi made in Asolo anche Robert Antonioli, Davide Magnini, Matteo Eydallin e Federico Nicolini. «Siamo orgogliosi di essere diventati sponsor della Nazionale di Scialpinismo, con cui collaboriamo da diversi anni, per noi è la naturale evoluzione di un percorso che da sempre ci vede al fianco degli atleti: è dal costante confronto con loro, infatti, che nascono molte delle innovazioni presenti nei nostri prodotti» ha detto Diego Bolzonello, amministratore delegato dell’azienda. La sponsorizzazione azzurra ha anche un significato legato al made in Italy: «nonostante l’80% delle nostre vendite avvenga all’estero, siamo e vogliamo rimanere un’eccellenza del made in Italy e questa partnership è anche il segno del nostro voler restare orgogliosamente italiani».
Problem yok, alla scoperta delle valli della Turchia
Problem yok, non c’è problema. È stata questa la frase più ricorrente durante il lento viaggio di Elena Gogna e Achille Mauri nelle selvagge valli della Turchia. Un viaggio che in realtà era iniziato proprio con un problema, quello della quinta marcia del loro vecchio Westfalia rotta e la velocità massima raggiungibile di 80 chilometri/ora. Un problema che si è trasformato in opportunità, quella di perdersi senza fretta in un mondo fatto di incredibili bellezze naturali e altrettanto incredibile ospitalità. Tra una pellata e l’altra, hanno sfruttato molto poco la possibilità di dormire nel van perché a turno Ahmed o Emre li hanno accolti nello loro case insieme alle numerose famiglie. Sono stati a Petran, la patria dello snowboard turco, ma anche ai piedi del Kirklar Daği, 3.550 m, e del Kaçkar Daği, 3.937 m, nel minuscolo villaggio di Yaylalar. Ah, dimenticavamo, l’idea era di partire da Istanbul e andare a sciare in Georgia, ma in Georgia, a Tblisi, sono arrivati giusto in tempo per salire sull’aereo che li avrebbe riportati a casa. Se volete leggere questo avvincente reportage di viaggio così vicino geograficamente a noi, ma così lontano per tutto il resto, non vi resta che leggere (e guardare le meravigliose foto) che pubblichiamo sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre.
Arriva l’occhiale che mostra i dati dell'attività fisica sulle lenti
Si chiama EVAD-1 ed è stato presentato da Julbo a fine settembre alla fiera dell’ottica di Parigi. È il primo occhiale sportivo in grado di proiettare sulle lenti i dati dell'attività fisica rilevati dal dispositivo GPS sportivo o dalle app degli smartphone: distanza, velocità, battito cardiaco, cadenza. La trasmissione avviene tramite Bluetooth e la tecnologia Activelook sviluppata da Microleed di Grenoble. Una soluzione adottata già nell’automotive, dove il display di alcune auto viene proiettato sul parabrezza, ma che era inedita nell’occhialeria sportiva. EVAD-1 arriverà nei negozi a febbraio 2020 ed è dotato di lenti fotocromatiche e ricarica USB, la batteria garantisce una durata di 12 ore.
Kilian rinuncia all’Everest
Dopo un lungo silenzio, Kilian Jornet annuncia l’abbandono del tentativo di salita in velocità all’Everest. Il catalano era l’unico ad essere passato oltre la Icefall, minacciata da un grande seracco, mentre il polacco Bargiel e le altre spedizioni presenti nell’area avevano rinunciato, ritenendo troppo rischioso il passaggio. Probabilmente nella scelta di Kilian ha giocato anche lo stile veloce rispetto a quello delle altre spedizioni. Kilian è arrivato a quota 8.300 metri lungo una variante della Via dei Polacchi del 1980. Il suo campo base, come ha fatto quando è salito in vetta dal versante cinese, era situato in un villaggio, a Gorak Shep, e ha potuto organizzare una spedizione molto leggera. Rimane ancora la discrezione su quelli che erano i reali obiettivi di Kilian che, secondo alcuni organi d’informazione, aveva il permesso per salire sia Everest che Lhotse. «Il meteo è stato molto bizzarro, con tanta neve e precipitazioni. Avevo alcuni progetti alpinistici, in funzione delle condizioni e della velocità, ma nessuno è stato possibile per diversi motivi, però ho apprezzato molto queste montagne (…). Anche se non c’è stata la vetta, l’esperienza di una spedizione molto leggera, di essere solo sulle montagne e provare alcune possibilità intriganti è stata molto interessante e carica di energie» ha detto il catalano che è stato seguito in Himalaya dalla compagna Emelie Forsberg e dalla figlioletta Maj, sette mesi.
ATK Bindings porta il service a Milano e presenta il nuovo R12
Non è necessario andare alle gare di skialp per trovare il furgone di ATK Bindings e fare un bel check-up dei propri attacchini. Il servizio di assistenza del marchio di Fiorano Modenese, infatti, sarà presente a Milano Montagna Week, durante i Sustainable Outdoor Days, dal 17 al 20 ottobre. Presso BASE Milano si potranno fare controllare gratuitamente gli attacchi e farsi consigliare. L’obiettivo di ATK Service on tour è propri quello di sensibilizzare gli utilizzatori sulla corretta manutenzione del materiale tecnico per una maggiore sicurezza e perché il rapproto con il cliente non si ferma dopo la vendita ma continua per tutta la vita tecnica dei prodotti. Il Service sarà operativo giovedì dalle 19 alle 24, venerdì e sabato dalle 11 all’una di notte e domenica dalle 10 alle 22. La presenza di ATK a Milano durante i Sustainable Outdoor Days non si esaurisce con il Service. Sabato 19 ottobre dalle 17 allo Sporting San Lorenzo di Via Carroccio 6 verrà presentato il nuovo R12. Sarà un evento con interventi tecnici e verrà proiettato un video realizzato da Adventure Addicted. La collaborazione con Adventure Addicted sta a significare proprio che R12 non è un attacco solo per professionisti o per l’élite, ma per tutti i veri appassionati di freetouring, che va a colpire anche la fascia di scialpinisti emergenti che arrivano dal mondo del freeride.
In arrivo Skialper 126 di ottobre-novembre
Torno subito. Che equivale a dire (anche se non è più politically correct) esco a prendere le sigarette. E torno chissà quando. È questo il tema del numero 126 di Skialper di ottobre-novembre, in distribuzione nelle edicole a partire dall’8 ottobre. Viaggi, esplorazioni, concatenamenti, spostamenti in velocità dal mare alla montagna e ritorno, ma sempre con quel briciolo di creatività (e non necessariamente con l’assillo del record) da renderli unici. Un numero nel quale il concetto di tempo gioca un ruolo importane. Come scrive Davide Marta nel contro-edito a proposito di un curioso negozio di La Grave, in Francia: «Desolé, trop de neige. Ouvert vers 16h00. Merci. Troppa neve, apro verso le quattro. Verso le quattro, un’approssimazione che dà il senso al tempo e alla vita. È un po’ come dire, non state lì a tamburellare sulla porta alle quattro in punto, più o meno a quell’ora arrivo, magari anche un po’ prima, ma senza impegno. Ecco, in questo numero che raccoglie storie di viaggi programmati e improvvisati, di avventure sognate una vita e poi portate a compimento, credo che il primo messaggio sia quello di prendersi cura del proprio tempo, delle proprie passioni, delle persone a cui si vuole bene. Ci sono oggetti che ci servono, che vogliamo, che riteniamo indispensabili, tra questi un paio di sci, degli attacchi, una giacca, ognuno ha i suoi. Ma c’è anche una corsa al troppo, al sempre di più, che probabilmente ci ha portati fuori strada, ad avere le notifiche sul telefono che scandiscono inevitabilmente il nostro calendario. Che ci impediscono di dire, come fa Bruno, arriverò verso le quattro». Prendetevi il giusto tempo e leggete con attenzione Skialper 126!
DESERT LOVE AFFAIR - Due pro skier e un fotografo alla ricerca di discese nella polvere. Ma è una polvere diversa, appiccicosa e abrasiva, le pelli sono sostituite dai cammelli e le tracce svaniscono dopo pochi secondi, cancellate dal vento del Sud. Tof Henry e Chad Sayers sono stati tra le alte dune di Merzouga, nel deserto del Sahara, in Marocco, per disegnare la loro traccia anche sulla sabbia. Un reportage dai colori caldi, con le foto di Daniel Rönnbäck.
LETTERE DAI QUATTROMILA - L’obiettivo era fare gli 82 quattromila delle Alpi in un mesetto, qualche giorno in più compresi gli spostamenti. Un vagabondaggio a bordo di un vecchio furgone Volkswagen che si è trasformato in un’esperienza di vita e di amicizia. Protagonisti Silvestro Franchini e Gabriele Carrara, coordinati dalla base da Francesco Carrara. Un diario di viaggio e di formazione.
LA SCATOLA MAGICA - Sei mesi e 20.000 chilometri su un vecchio pickup camperizzato a girovagare tra British Columbia, Alberta e Alaska. Per ri-scoprire lo sci e l’euforia della velocità sulla neve. Elena Adorni si è innamorata di Fiona, un vecchio pickup con cellula camper che giaceva nel cortile di un capannone di Vancouver, lo ha rimesso a posto ed è partita, trovando la scusa per rimettere gli sci e provare anche le linee di Valdez. «Stavo vivendo nello stesso posto da due mesi, e quando mi abituo ad avere l’acqua corrente e a fare una doccia al giorno, significa che è tempo di tornare sulla strada e ripartire».
AVVENTURE KIRGHIZE - Uno sguardo su Google, tanta immaginazione e la voglia si esplorare. È nata così la vacanza di Pietro che la scorsa Pasqua è volato in Kirghizistan con il padre, che non aveva mai messo piede fuori dall’Europa. Non una vacanza qualunque, ma un viaggio con fuoristrada, sci e pelli alla scoperta di sei cime inviolate del selvaggio Tien Shan, in Kirghizistan. Dormendo in un vecchio centro termale abbandonato e condividendo la natura selvaggia con i pastori locali e gli yak.
PELLEGRINAGGIO DI UN DANZATORE DELLA NEVE - La prima discesa con gli sci di una montagna in una remota zona della Colombia, popolata da una delle ultime tribù del mondo antico rimasta ancora intatta. L’autore, Ptor Spricenieks, è una delle poche persone a essere stata autorizzata a esplorare le terre abitate da questa tribù a patto di non parlarne sul web. E per questo non possiamo dirvi di più… vi toccherà leggere l’avvincente articolo su Skialper.
PROBLEM YOK - Un vecchio furgone Volkswagen, l’idea di partire da Istanbul e andare a sciare in Georgia ma… con la quinta marcia rotta non si può andare a più di 80 all’ora. E così Elena e Achille vengono calamitati nelle valli rurali della Turchia, tra i selvaggi monti del Ponto. «Tempo perso o speso meglio?» si chiede Elena Gogna. Quindici pagine di reportage alla scoperta della powder a due passi dal Mar Nero, ma anche dell’ospitalità di Ahmed, Emre, Fatma, persone diverse ma che sono tutte pronte ad aprirti la porta di casa.
RITORNERÒ PRESTO A CASA - Hans Gmoser è emigrato a 19 anni dall’Austria in Canada alla ricerca di fortuna. Ed è finito per inventare l’heliski. Ma la sua idea originaria era di utilizzare l’elicottero per portare gli sciatori in zone remote a fare scialpinismo, come sta tornando di moda. La penna di Emilio Previtali racconta la storia di questo incredibile personaggio e delle sue idee visionarie.
HÉLIAS MILLEROUX - Le vere avventure dovrebbero avere una parte riservata alle incognite e all’improvvisazione. È quello che cerca Hélias Millerioux, lo si legge nei suoi occhi. Piolet d’Or 2018, Guida, alpinista, sciatore, soli 32 anni e un curriculum top con ottomila, ascensioni di alto livello in giro per il mondo, discese estreme, spedizioni e viaggi nei quattro continenti per esplorare i luoghi più verticali del pianeta. Andrea Bormida e il fotografo Federico Ravassard hanno incontrato Hélias sul Monte Bianco. Ne è nata una piacevole conversazione sull’impresa al Nuptse e sull’ultimo viaggio al selvaggio Monte Logan, nello Yukon.
5 SUMMITS, 1 RECORD - Cinque vette, le cinque vette che vede dalla finestra di casa, a Sauze d’Oulx. L’idea di salirle in velocità, con le scarpe da trail, in cinque giorni consecutivi, battendo i record di ascesa e stando sotto le cinque ore totali. Per ricordare il suocero, recentemente scomparso e che quelle montagne le amava. Ecco l’ultima invenzione di Simone Eydallin.
MARE AMARO - Prima alle montagne voltava le spalle, guardano verso il mare. Poi il gruppo della Majella è diventato il giardino delle avventure di Alex Tucci e così si è inventato di andare e tornare in giornata, correndo, dal mare dell’Abruzzo, dalla splendida Costa dei Trabocchi, alla vetta del Monte Amaro, a oltre 2.700 metri.
IL CAMMINO SOSTENIBILE - Si può pensare di fare un trekking lasciando meno tracce possibili del nostro passaggio? Ci ha provato Carlotta Montanera che la scorsa estate ha percorso l’Altavia 4 delle Dolomiticercando di ridurre il più possibile i rifiuti prodotti, ma anche di utilizzare abbigliamento a bassa dispersione di microfibre e di mangiare a km 0. Scoprendo che…
MUST HAVE - I furgoni d’epoca Volkswagen sono un leit-motiv di molte delle avventure raccontate da Skialper 126 e allora abbiamo pensato di usarne uno come set per la nuova sezione Must Have, che tornerà su tutti i numeri: 18 pagine di oggetti dei desideri fotografati ogni volta in un contesto diverso e particolare. Dimenticate la cara di credito…
E ANCORA… - Il primo contatto con la Scott Supertrac 2.0, scarpa da trail presentata lo scorso agosto, le nuove calzature con Gore-Tex Invisible Fit e i guanti stretch e antivento, dieci pagine di portfolio fotografico con scatti selezionati da Federico Ravassard: si spazia dai grandi parchi americani, alla Groenlandia, alla Mongolia e all’Antartide.
Il Manaslu andata e ritorno in 17 ore e 43 minuti per Cazzanelli
Dopo il record sulla Cresta Cassin al Denali e la salita in velocità dell’integrale di Peuterey, ecco un altro primato per François Cazzanelli nel 2019. Il valdostano ha raggiunto nei giorni scorsi la vetta del Manaslu (8.162 m) ed è ritornato al campo base in 17 ore e 43 minuti. In totale sono 44 km e 3.280 metri di dislivello in salita e discesa. L’arrivo in vetta dopo 13 ore. Cazzanelli si trova in Himalaya in compagnia di Marco Camandona, dello svizzero Andreas Steindl, suo compagno di avventura altre volte, tra le quali il record alle creste del Cervino, Francesco Ratti ed Emrik Favre. Tutti hanno raggiunto la vetta e per Francesco ed Emrik era il primo ottomila, mentre Camandona ha messo la nona bandierina sulle vette più alte della terra. Steindl ha coperto salita e discesa in 21 ore e 30 minuti. Quello di Cazzanelli è il primato di salita e discesa, mentre il precedente record era del polacco Andrzej Bargiel, in 21 ore e 14 minuti, ma la discesa era stata effettuata con gli sci. Ora la spedizione di Cazzanelli & co si sposta al Pangpoche (6.620 metri).
Abbiamo intervistato François Cazzanelli su Skialper 126 di agosto-settembre, info qui
Bargiel rinuncia all’Everest
«Siamo qui da tanto tempo e non ci sono stati progressi e la possibilità di fare acclimatamento oltre il campo base (…) però dobbiamo finire la nostra spedizione, è la decisione più ragionevole. A volte bisogna fare così, stimare il rischio e se è troppo alto dire ‘stop’». Con queste parole il polacco Andrzej Bargiel, dopo avere sciato l’anno scorso il K2, ha annunciato nelle scorse ore la fine, senza successo, dell’Everest Ski Challenge. Bargiel e compagni hanno passato tre settimane al campo base ma questa estate ci sono state tante precipitazioni alte e lo zero termico è alto, così la Icefall è in cattive condizioni, con tanti crepacci. Il problema più grande è un immenso seracco alto 50 metri e largo 30, 800 metri sopra la Icefall. Camminare lì sotto è pericoloso: «Non lo farò, non posso accettare questo rischio, può rompersi in ogni momento e questo ci fa desistere dai nostri tentativi» ha concluso Bargiel.