La scatola magica
«Fiona, si chiama. Volevamo darle il nome di una donna grande. Fiona è una Ford F250 4x4 del 1996 con in groppa uno slide in camper degli anni Ottanta. Abbiamo percorso più di 20.000 chilometri attraversando la foresta boreale e le montagne di British Columbia, Alberta e Alaska. In inverno. Fiona è stata la nostra casa per otto mesi. Io ed Hector ci eravamo appena innamorati. Non avevamo vissuto da nessun’altra parte insieme, eravamo quasi due sconosciuti. Lui era in Cile e io in Italia. Devo andare in Canada. Vengo con te!. Se dopo otto mesi in un camper saremmo ancora andati d’accordo, ci saremmo pure potuti sposare un giorno». Comincia così il racconto di Elena Adorni degli otto mesi passati tra le Montagne Rocciose. Da Revelstoke e dal mitico Rogers Pass, da Golden fino a Valdez, meta finale di un pellegrinaggio alla scoperta dello sci di montagna. Un viaggio nella natura selvaggia, un viaggio esteriore e interiore nel paradiso del backountry fatto di incontri, powder e panorami unico. Il reportage di 11 pagine è sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre.
Benedikt Böhm: salita e discesa dal Dhaulagiri VII in meno di otto ore
Benedikt Böhm, general manager Dynafit, il 15 ottobre ha raggiunto il Dhaulagiri VII (Nepal) fissando un nuovo record: partito dal campo base (a 4.903 metri) ha raggiunto la cima a 7.246 metri impiegando solo 6 ore e 6 minuti. Una volta raggiunta la vetta, è poi sceso con gli sci ai piedi ed è tornato al campo base dopo un totale di 7 ore e 53 minuti. Padre di tre figli, ha dedicato questa sua salita in stile speed a una buona causa. Prima di volare verso il Nepal ha infatti lanciato l’iniziativa United for Himalayan Kids. Dynafit ha creato una fascia dedicata all’iniziativa, venduta durante la spedizione al prezzo di 10 € nell’online shop. La vendita della fascia ha fruttato finora 7.530 euro. Il ricavato sarà utilizzato per un progetto scolastico in Nepal in collaborazione con l’associazione Nepal-Medical-Careflight.
Il Dhaulagiri VII, chiamato anche Putha Hiunchuli, è la cima ovest della catena Dhaulagiri Himal, situata nel nord-ovest del Nepal. Partendo da Dunai, ultimo luogo di civilizzazione, Böhm e la sua squadra si sono messi in marcia per una camminata di cinque giorni verso il campo base. Trascorsa una notte nel ‘campo base tedesco’ (a 4.500 metri) il gruppo ha raggiunto, dopo nove giorni in tutto, quello posto a 4.903 metri. Dopo qualche giorno di acclimatamento, alle 4.17 della mattina del 15 ottobre Benedikt Böhm ha iniziato la salita con gli sci verso la vetta, dal lato nord. Partito dal campo base, a 4.903 metri, dopo 6 ore e 6 minuti ha raggiunto la sua destinazione a 7.246 metri, per poi tornare nuovamente con gli sci al campo base. Il quarantaduenne ha percorso 20,06 chilometri (con un dislivello di 2.469 metri) in 7 ore e 53 minuti, mantenendosi al di sotto dell’obiettivo prefissato di otto ore.
«Il Dhaulagiri VII, con il suo immenso versante innevato, è una montagna fantastica per lo scialpinismo - racconta Böhm -. Le condizioni della neve hanno però rappresentato una sfida: da quella crostosa a quella, in alcuni passaggi, ghiacciata. Le temperature erano freddissime e ciò ha contribuito, insieme all’altitudine, a farci trascorrere notti inquiete prima della partenza per la vetta. Sono molto felice di avercela fatta in meno di otto ore, ma questa salita in stile speed mi ha portato ai miei limiti fisici. La testa è sempre ciò che di più conta, e la consapevolezza di portare avanti una spedizione per una buona causa dà sempre un’ulteriore motivazione. Un sentito ringraziamento a chi ha sostenuto l’iniziativa United for Himalayan Kids, dando quindi l’accesso ai bambini a un’istruzione valida». Tramite la vendita della fascia in edizione limitata sono stati finora raccolti 7.530 euro e l’iniziativa proseguirà fino al 21 ottobre. Il ricavato della vendita sarà devoluto al 100% a un progetto scolastico di iniziativa privata in Dandaphaya (in Humla), una delle regioni più povere del Nepal. Qui l’associazione Nepal-Medical-Careflight, con sede a Pfronten im Allgäu (Germania), ha costruito una scuola e la gestisce con grande impegno e passione. La scuola elementare e media è frequentata oggi da oltre 200 bambini, e il centro annesso con infermeria per mamme e bambini offre alle famiglie bisognose l’accesso alle cure più urgenti. Un’altra scuola è in costruzione e sarà presto pronta. Il 24 ottobre, ad Allgäu, Benedikt Böhm consegnerà personalmente l’assegno con la donazione all’associazione.
Maggiori informazioni su questa iniziativa benefica sul sito: https://www.dynafit.com/expedition-dhaulagiri-7
Avventure kirghize
«Mi capita spesso di sorvolare il planisfero con l’occhio satellitare di Google. Durante queste perlustrazioni mi spingo avanti il più possibile, ma l‘immagine zoomata dall’occhio virtuale presto diventa sfocata. Oltre può proseguire solo l’immaginazione, addentrandosi tra le pieghe della terra, fantasticando su posti remoti e misteriosi. Lascio alla fantasia il compito di appagare la curiosità e ricercare tutti gli stimoli che la tecnologia non può raggiungere, stimoli che solo viaggiando fisicamente si possono percepire e che danno la possibilità di arricchirsi di sensazioni ed emozioni nuove. Il viaggio per me è ispirazione e libertà totale di muoversi, lasciando che sia la natura con cui si entra in armonia a determinare la rotta da seguire». Inizia così l'articolo di Pietro Mercuriali sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre. E quella natura con cui si entra in armonia ha determinato che la rotta doveva essere diretta verso il Kirghizistan, più precisamente valle del fiume Burkhan, nel Tien Shan. Così, insieme al padre che non aveva mai messo piede fuori dall'Europa ed era poco avvezzo alle notti in tenda, Pietro ha salito e sciato vette di quattromila metri inviolate, dormito in centri termali abbandonati e condiviso il silenzio e la solitudine con i pastori kirghizi e gli yak. Tra le vette raggiunte l'Angera Too, il Choku Giorgio, il Choku Bona, il Choku Max e il Lambda Peak, tutti oltre i 4.000 metri. Un'avventura da non perdere, proprio bello spirito... torno subito.
Primo raduno della Nazionale
Primo raduno allo Stelvio per la Nazionale di ski-alp: all’inizio solo in pista - e visto che è una sorta di ritorno sulla neve si lavora con andature lente - poi è arrivata una spanna di neve fresca e si può andare fuoripista. Tutti presenti agli ordini di Stefano Bendetti, Davide Canclini e Manfred Reichegger; assenti solo Matteo Eydallin e Alessandro Rossi per infortunio: quindi Alba De Silvestro, Robert Antonioli, William Boffelli, Michele Boscacci, Damiano Lenzi, Nadir Maguet, Federico Nicolini, Alex Oberbacher tra i Senior; Giorgia Felicetti, Mara Martini, Giulia Murada, Nicolò Canclini, Sebastien Guichardaz, Davide Magnini, Giovanni Rossi tra gli Espoir, Matteo Sostizzo e Samantha Bertolina tra gli Junior.
Desert love affair
«Quando chiudo gli occhi e lascio divagare la mente, mi ritrovo sulla vetta di una montagna innevata e illuminata dai raggi del sole, con il riverbero del sole e una leggera brezza che penetra nel casco e fa vibrare ogni capello. Essere su una vetta mi trasmette una sensazione di familiarità, ma anche di passione e avventura. Ma ora, con gli occhi chiusi e il vento che fa svolazzare i capelli, sento come un prurito sulla pelle. Attraversa la faccia e arriva ai denti. Sabbia. Sabbia negli scarponi, sotto gli sci e nella pelle. Questa volta, sulla vetta di una grande duna del Sahara, con una linea vergine da sciare sotto di me, mi ritrovo immerso in un corteggiamento con il deserto». A scrivere è Donny O’Neill che sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre racconta dell’avventura vissuta insieme a Tof Henry e Chad Sayers sulle dune di Merzouga, in Marocco. Si tratta di pinnacoli che raggiungono i 350 metri, con pendenze anche sostenute, solo cinque chilometri di larghezza, ma ben 50 da Nord a Sud. Un’escursione diversa, con i cammelli al posto delle seggiovie e le pelli lasciate nello zaino perché la sabbia è molto abrasiva e garantisce il giusto grip in salita. Il problema, semmai, è trovare il ritmo in discesa, cercando uno strato di sabbia che non si rompa. Ma, a giudicare dalle foto di Daniel Rönnbäck, Tof e Chad devono esserci riusciti…
Anche Marco Camandona a MonzaMontagna
Il festival MonzaMontagna compie 15 anni e festeggia con un calendario ancora più lungo e un manifesto disegnato ad hoc dall’artista Fabio Vettori, il disegnatore delle celebri Formiche.
Dal dna fortemente alpinistico, il festival ruota attorno al mondo della montagna e unisce sport, cultura, tradizione e solidarietà. Nata 15 anni fa a Monza, una città per tradizione molto legata all’alpinismo e alla montagna, la manifestazione è ormai diventata un punto di riferimento per gli appassionati. Tutto grazie alla passione delle nove storiche società alpinistiche del territorio di Monza che ogni anno si impegnano con le proprie forze per l’organizzazione e la riuscita dell’evento, in collaborazione con il Comune di Monza. Nelle scorse edizioni sono saliti sul palco, tra gli altri, Kurt Diemberger, Simone Moro, Hervé Barmasse, Daniele Nardi, Federica Mingolla, Matteo Della Bordella, Angelika Rainer, Deborah Compagnoni, Kristian Ghedina, Simone Origone.
Dopo la tradizionale escursione al Rifugio Bogani (6 ottobre), ecco il primo incontro con un’atleta d’eccezione: il 18 ottobre l’oro olimpico di snowboard cross Michela Moioli si racconta sul palco di Monza. Il giorno successivo appuntamento per tutti con la manifestazione Montagna in Piazza. Sotto i portici dell’Arengario di Monza, in piazza Roma, verranno presentate al pubblico le attività delle società alpinistiche monzesi, ma ci si potrà anche divertire con varie attività outdoor tra cui la palestra di arrampicata assistiti dagli istruttori della Scuola di alpinismo CAI Monza. Il 23 ottobre una serata in ricordo di Tom Ballard, l’alpinista inglese scomparso lo scorso inverno sul Nanga Parbat assieme a Daniele Nardi. E proprio a Daniele e ai suoi sogni è dedicata la serata del 21 novembre, d’accordo con la famiglia: un omaggio ll’alpinista laziale con video, foto, ricordi e testimonianze di chi l’ha conosciuto veramente. Nel corso della serata verrà presentato La via perfetta – Nanga Parbat: sperone Mummery il libro scritto da Daniele Nardi con Alessandra Carati – con lui al campo base del Nanga Parbat lo scorso tragico inverno.
Neve, avventura, alpinismo e spedizioni sono da sempre ingredienti fondamentali del festival, come testimoniano anche altri due appuntamenti: il 31 ottobre sale sul palco di Monza Roberto Ghidoni, l’ultramaratoneta vincitore di più edizioni della Iditarod, la leggendaria corsa tra le nevi dell’Alaska; la Guida alpina e grande alpinista valdostano Marco Camandona chiuderà invece questa edizione il 4 dicembre con il racconto di Un viaggio al centro del Terzo Polo. Everest 8.848 m. – Lhotse 8.516 m. e della sua spedizione in Nepal durata 50 giorni.
Non mancano come tutti gli anni i classici cori di montagna (26 ottobre) e una serata dedicata al Trento Film Festival (13 novembre) con la proiezione del film Return to Mount Kennedy di Erick Becker, in concorso all’ultima edizione: docufilm che intreccia alpinismo, storia, costume e società. In linea con l’attuale tema del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacci il 29 novembre ci sarà la serata Incontro con la scienza: come stanno i ghiacciai? per fare il punto della situazione con gli esperti.
La parte artistica di MonzaMontagna quest’anno è dedicata al celebre autore delle formichine Fabio Vettori, che con la sua penna magica ha regalato al festival un bellissimo manifesto. Le sue opere saranno esposte dal 14 al 24 novembre (inaugurazione la sera del 23) nella vasca espositiva dell’Urban Center di Monza.
Dove non indicato diversamente, tutte le serate si svolgono al Teatro Binario 7 di Monza alle ore 21 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Il programma completo del festival MonzaMontagna è disponibile online sul sito www.monzamontagna.it, pagina Facebook @monzamontagna
Cala Cimenti, Nadine Wallner e Tom Belz tra gli ospiti di Milano Montagna
Si avvicina Milano Montagna Week: un’intera settimana di eventi diffusi che animeranno la città dal 14 al 20 ottobre. I Sustainable Outdoor Days, in programma dal 17 al 20 ottobre a BASE, in via Bergognone 34, saranno l’appuntamento principale: quattro giorni di film in anteprima internazionale, grandi atleti, imprese epiche, sostenibilità, storytelling e condivisione di passioni. Tra gli eventi anche alcuni interessanti appuntamenti organizzati grazie al supporto di Mammut: ci sarnno Tom Belz (giovedì 17 ottobre tra le 20 e le 21 in sala A), gli atleti Shanty Cipolli e Caro North (Break The Law Of Gravity - Be Free, sabato 19 ottobre tra le 19:30 e le 20:30 in sala A) e Cala Cimenti, che chiuderà la settimana domenica 20 ottobre (tra le 20 e le 21 in sala A). So potrà anche approfondire il tema della sicurezza in montagna durante l’incontro con Maurizio Lutzenberger, Uberto Piloni e Mattia Ortelli (sabato 19 ottobre tra le 18 e le 19 in sala C). Una line up da urlo, che vanta l’intervento dell’atleta Mammut e campionessa mondiale di freeride Nadine Wallner, che sarà presente durante la proiezione della premiere del film Decisions (giovedì 17 ottobre, dalle 22.45 alle 23.15 in sala A). Nel contesto della Milano Montagna Week, grazie all’impegno di Mammut, si inserisce anche l'European Outdoor Film Tour: le migliori avventure di sport, esplorazioni e viaggi, rigorosamente open air. Giunto alla sua diciannovesima edizione, l'appuntamento con E.O.F.T è per martedì 15 ottobre, alle 20:30 al cinema Orfeo, in viale Coni Zugna 50, a Milano.
https://www.youtube.com/watch?v=35fkCwdNcJc
SCARPA presenta la sponsorship della nazionale di skialp a Milano Montagna
SCARPA diventa sponsor della Nazionale Italiana di Scialpinismo per la stagione 2019-2020 e sarà presente a Milano Montagna Week nel segno della collaborazione con la Federsci giovedì 17 ottobre alle 18,45. Oltre ai manager dell’azienda di Asolo, infatti, sarà possibile incontrare Robert Antonioli e il dt azzurro Stefano Bendetti. Quella di Scarpa con lo skiakp race è una storia che parte dai prodotti per arrivare agli atleti visto che, oltre ad Antonioli, usano gli scarponi made in Asolo anche Robert Antonioli, Davide Magnini, Matteo Eydallin e Federico Nicolini. «Siamo orgogliosi di essere diventati sponsor della Nazionale di Scialpinismo, con cui collaboriamo da diversi anni, per noi è la naturale evoluzione di un percorso che da sempre ci vede al fianco degli atleti: è dal costante confronto con loro, infatti, che nascono molte delle innovazioni presenti nei nostri prodotti» ha detto Diego Bolzonello, amministratore delegato dell’azienda. La sponsorizzazione azzurra ha anche un significato legato al made in Italy: «nonostante l’80% delle nostre vendite avvenga all’estero, siamo e vogliamo rimanere un’eccellenza del made in Italy e questa partnership è anche il segno del nostro voler restare orgogliosamente italiani».
Problem yok, alla scoperta delle valli della Turchia
Problem yok, non c’è problema. È stata questa la frase più ricorrente durante il lento viaggio di Elena Gogna e Achille Mauri nelle selvagge valli della Turchia. Un viaggio che in realtà era iniziato proprio con un problema, quello della quinta marcia del loro vecchio Westfalia rotta e la velocità massima raggiungibile di 80 chilometri/ora. Un problema che si è trasformato in opportunità, quella di perdersi senza fretta in un mondo fatto di incredibili bellezze naturali e altrettanto incredibile ospitalità. Tra una pellata e l’altra, hanno sfruttato molto poco la possibilità di dormire nel van perché a turno Ahmed o Emre li hanno accolti nello loro case insieme alle numerose famiglie. Sono stati a Petran, la patria dello snowboard turco, ma anche ai piedi del Kirklar Daği, 3.550 m, e del Kaçkar Daği, 3.937 m, nel minuscolo villaggio di Yaylalar. Ah, dimenticavamo, l’idea era di partire da Istanbul e andare a sciare in Georgia, ma in Georgia, a Tblisi, sono arrivati giusto in tempo per salire sull’aereo che li avrebbe riportati a casa. Se volete leggere questo avvincente reportage di viaggio così vicino geograficamente a noi, ma così lontano per tutto il resto, non vi resta che leggere (e guardare le meravigliose foto) che pubblichiamo sul numero 126 di Skialper di ottobre-novembre.
Arriva l’occhiale che mostra i dati dell'attività fisica sulle lenti
Si chiama EVAD-1 ed è stato presentato da Julbo a fine settembre alla fiera dell’ottica di Parigi. È il primo occhiale sportivo in grado di proiettare sulle lenti i dati dell'attività fisica rilevati dal dispositivo GPS sportivo o dalle app degli smartphone: distanza, velocità, battito cardiaco, cadenza. La trasmissione avviene tramite Bluetooth e la tecnologia Activelook sviluppata da Microleed di Grenoble. Una soluzione adottata già nell’automotive, dove il display di alcune auto viene proiettato sul parabrezza, ma che era inedita nell’occhialeria sportiva. EVAD-1 arriverà nei negozi a febbraio 2020 ed è dotato di lenti fotocromatiche e ricarica USB, la batteria garantisce una durata di 12 ore.
Kilian rinuncia all’Everest
Dopo un lungo silenzio, Kilian Jornet annuncia l’abbandono del tentativo di salita in velocità all’Everest. Il catalano era l’unico ad essere passato oltre la Icefall, minacciata da un grande seracco, mentre il polacco Bargiel e le altre spedizioni presenti nell’area avevano rinunciato, ritenendo troppo rischioso il passaggio. Probabilmente nella scelta di Kilian ha giocato anche lo stile veloce rispetto a quello delle altre spedizioni. Kilian è arrivato a quota 8.300 metri lungo una variante della Via dei Polacchi del 1980. Il suo campo base, come ha fatto quando è salito in vetta dal versante cinese, era situato in un villaggio, a Gorak Shep, e ha potuto organizzare una spedizione molto leggera. Rimane ancora la discrezione su quelli che erano i reali obiettivi di Kilian che, secondo alcuni organi d’informazione, aveva il permesso per salire sia Everest che Lhotse. «Il meteo è stato molto bizzarro, con tanta neve e precipitazioni. Avevo alcuni progetti alpinistici, in funzione delle condizioni e della velocità, ma nessuno è stato possibile per diversi motivi, però ho apprezzato molto queste montagne (…). Anche se non c’è stata la vetta, l’esperienza di una spedizione molto leggera, di essere solo sulle montagne e provare alcune possibilità intriganti è stata molto interessante e carica di energie» ha detto il catalano che è stato seguito in Himalaya dalla compagna Emelie Forsberg e dalla figlioletta Maj, sette mesi.
ATK Bindings porta il service a Milano e presenta il nuovo R12
Non è necessario andare alle gare di skialp per trovare il furgone di ATK Bindings e fare un bel check-up dei propri attacchini. Il servizio di assistenza del marchio di Fiorano Modenese, infatti, sarà presente a Milano Montagna Week, durante i Sustainable Outdoor Days, dal 17 al 20 ottobre. Presso BASE Milano si potranno fare controllare gratuitamente gli attacchi e farsi consigliare. L’obiettivo di ATK Service on tour è propri quello di sensibilizzare gli utilizzatori sulla corretta manutenzione del materiale tecnico per una maggiore sicurezza e perché il rapproto con il cliente non si ferma dopo la vendita ma continua per tutta la vita tecnica dei prodotti. Il Service sarà operativo giovedì dalle 19 alle 24, venerdì e sabato dalle 11 all’una di notte e domenica dalle 10 alle 22. La presenza di ATK a Milano durante i Sustainable Outdoor Days non si esaurisce con il Service. Sabato 19 ottobre dalle 17 allo Sporting San Lorenzo di Via Carroccio 6 verrà presentato il nuovo R12. Sarà un evento con interventi tecnici e verrà proiettato un video realizzato da Adventure Addicted. La collaborazione con Adventure Addicted sta a significare proprio che R12 non è un attacco solo per professionisti o per l’élite, ma per tutti i veri appassionati di freetouring, che va a colpire anche la fascia di scialpinisti emergenti che arrivano dal mondo del freeride.