Al via il Fidal Mountain and Trail Running Grand Prix
Prima tappa domenica sui Monti Lessini
Sole e oltre 400 atleti, domenica sui Monti Lessini per la prima tappa del Fidal Mountain and Trail Running Grand Prix, in una giornata che ha pure assegnato i titoli italiani di Ultra Trail. Da Soave a Bolca, 45 km attraverso la splendida vallata d’Alpone
A vincere la prova, dopo 4h19’01” il trevigiano Stefano Fantuz, laureatosi così campione italiano di specialità. Alle sue spalle, lotta molto più intensa per il podio: medaglia d’argento in 4h33’02” per Edimaro Donnini e bronzo in 4h33’40” per Michele Capuzzo, tesserato per il GSD Valdalpone De Megni, società organizzatrice. In campo femminile, titolo italiano e successo per Lisa Borzani, che sarà azzurra ai prossimi Campionati Mondiali di Trail ad Annecy: per lei un tempo finale di 5h14’20” e vittoria tutt’altro che facile, alla luce dell’ottima prova offerta da Isabella Lucchini, distanziata di meno di due minuti al traguardo. A completare il podio di giornata e bronzo tricolore con il tempo di 5h29’05”, ecco la friulana Paola Romanin.
Oltre alla gara valida per i titoli italiani e per il Grand Prix, a Soave era in programma anche una prova di 33km, sui cui ha saputo mettersi in grande luce Silvia Rampazzo che al femminile in 3h09’52” ha preceduto Marianne Moretti e Federica Schio. Ma la notizia di giornata è però il suo successo assoluto, visto che il vincitore maschile, Michele Mastrotto, ha impiegato 37” in più della veneta per raggiungere il traguardo di Bolca. Tra gli uomini, secondo posto per Alessandro Bocchio e terzo posto per Luciano Meneghel.
Da Soave è scattato il neonato Fidal Mountain and Trail Running Grand Prix 2015, che unisce sotto il medesimo progetto i Campionati federali delle due discipline. Un circuito con classifica e montepremi finale, che verrà ufficialmente presentato a Roma il prossimo 2 giugno, durante la RunFest, la due giorni che affianca il Golden Gala e che vedrà anche la disputa di una prima edizione sperimentale di Roma Urban Trail. Dai Monti Lessini e dalle colline veronesi, ora il Grand Prix si sposta sulle Dolomiti della Val Gardena: la seconda tappa ad Ortisei, il prossimo 7 giugno, in occasione della prova di sola salita dei Campionati Italiani di corsa in montagna.
Ghiacciai, una risorsa in via d’estinzione?
Su Skialper di aprile-maggio un articolo sull’argomento
«Negli ultimi anni il bombardamento mediatico riguardante i cambiamenti climatici ha portato alla ribalta la sorte dei ghiacciai, una delle componenti più spettacolari e affascinanti dell’ambiente montano. Nonostante la superficialità con cui vengono solitamente divulgate le notizie scientifiche, il messaggio che i ghiacciai alpini stiano passando a miglior vita è ormai di pubblico dominio. Però la stragrande maggioranza dei risultati scientifici, spesso raggiunti dopo anni di lavoro e sacrifici, rimangono richiusi negli ambienti accademici nazionali e internazionali senza che neppure gli appassionati di montagna ne possano beneficiare». A scrivere è Riccardo Scotti su numero di aprile-maggio di Skialper. Dunque è vero che i ghiacciaio si stanno ritirando?
LA STAGIONE 2013-14 - Come sono andati i ghiacciai la scorsa estate? A tutti gli appassionati di montagna sarà chiaro il ricordo di un inverno caldo ma umidissimo, con grandi nevicate nel versante sud-alpino centro-orientale seguito da un’estate molto perturbata, povera di sole seppur non particolarmente fredda. Le temperature estive sono il vero giudice supremo della sorte della maggior parte dei ghiacciai mentre i grandi inverni nevosi, da soli, possono solo mettere una pezza un anno ogni tanto. In quest’ottica non vi stupirà sapere che dai primi dati del 2014, bilanci positivi sono stati registrati solo dalla Lombardia verso est. Se neppure con le condizioni tutto sommato abbastanza favorevoli del 2014 i ghiacciai alpini sono riusciti a dare chiari segnali di ripresa, appare ancora più evidente come la loro esistenza sia soltanto una eredità della piccola età glaciale, ovvero corpi di ghiaccio in totale disequilibrio con il clima attuale e destinati a una più o meno rapida scomparsa.
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Darietto Vertical a Golinelli e Brambilla
130 al via nella gara in memoria di Busi
Hanno corso in tanti ieri, 130 partenti, e chi non ha corso non è voluto comunque mancare all’appuntamento, salendo fino al rifugio Gherardi per assistere alla gara e per ricordare Darietto Busi, figura storica ed epocale dello skyrunning italiano e internazionale scomparso lo scorso inverno. Sui 6 km di sviluppo e 900 metri di dislivello positivo in salita tracciati dai più cari amici di Dario come Franco Zanotti e suo fratello Marco Busi in Valtaleggio (Bg) si sono dati battaglia in oltre 150 atleti, per un sabato pomeriggio all’insegna dello sport e della solidarietà, due valori che per Darietto Busi erano centrali. La vittoria assoluta è andata a Nicola Golinelli (Affari&Sport Lecco) che per primo ha raggiunto il rifugio Gherardi fermando il crono a 37’49”. Golinelli ha stravinto, relegando ad oltre 6 minuti il primo degli inseguitori, il giovane Nicola Bonzi (43’56”), terzo gradino del podio per Alberto Comazzi (44’15”). Al femminile acuto per Martina Brambilla (Carvico Skyrunning), trionfatrice in 50’12”. Come promesso gli organizzatori di Fly-Up hanno devoluto in beneficenza 1.200 euro all’associazione Le Grigne.
Willy Jervis Spring Triathlon, primo Filippo Barazzuol
Barbara Moriondo leader in campo femminile
Prima edizione ufficiale del Willy Jervis Spring Triathlon, prova di mountain bike, corsa e ski-alp in Val Pellice. Successo di Filippo Barazzuol (nella doppia veste di atleta e co-organizzatore) che ha chiuso con il tempo totale di 1h42'08", davanti al giovane Alberto Topazio in 1h43'49", con terzo Paolo Bert in 1h44'23". Ai piedi del podio Gianfranco Lantermino e Fabrizio Solavaggione.
Anche Barbara Moriondo bissa il successo dell'edizione zero: ventesima assoluta in 2h16'19. Alle due spalle Serena Piganzoli e Silvia Ottaviano arrivate nel breve spazio di due minuti e mezzo tra loro.
Sardinia Trail nel segno di Antonio Filippo Salaris
Nella prova femminile successo della tedesca Konstanze Hahn
Antonio Filippo Salaris si è aggiudicato il titolo di re del Sardinia Trail al termine della terza ed ultima tappa (Tertenia-Gairo-Cardedu di Km. 25,10) con partenza dalla spiaggia di Foxi ed arrivo sull’arenile di Museddu, Perdepera Resort
Salaris, il tedesco Baumgartner e lo spagnolo Carpintero hanno corso insieme in questi ultimi 25 chilometri. Da grande atleta Salaris ha fatto passare sulla linea del traguardo al primo posto Carpintero (2h25'05"), arrivando secondo. Invece giornata non brillante per il tedesco Baumgartner (vincitore della prima tappa di venerdi) che è arrivato staccato di un minuto e 42 secondi.
Insomma Antonio Filippo Salaris con il tempo complessivo di 8h12'53" ha conquistato anche il titolo di campione nazionale Ultra Trail a tappe Uisp, in questa classifica nazionale al secondo posto Stefano Gervasoni ed al terzo Marco Olmo. Un grande successo anche per Antonio Filippo Salaris il primo sardo ad aver vinto il Sardinia Trail, riscattando la passata edizione quando al comando si era perso e ritirato proprio negli ultimi chilometri della tappa finale.
Per la categoria femminile successo assoluto della tedesca Konstanze Hahn che ha concluso in decima posizione assoluta con il tempo complessivo 10h17'12". Domenica ha percorso la terza tappa insieme all’italiana Maria Pizzino (vincitrice del campionato nazionale Ultra Trail a tappe Uisp) con il tempo ex aequo di 2h56'28". Terza di tappa ed in classifica generale Silvia Givogre, vincitrice dell’edizione 2013.
Rolando Piana vince la Skyrace del Segredont
Martina Brambilla a segno nella gara rosa
Rolando Piana si aggiudica la Skyrace del Segredont, quarta edizione della gara organizzata dal GAV Vertova. Il portacolori della Valetudo ha chiuso i 23 km del tracciato sotto le due ore: 1h58'10 il suo tempo. Alle sue spalle Luca Carrara del team Mammut in 2h00'46" con Paolo Paolo de La Recastello in 2h04'07" a completare il podio. Quarto Luca Magri, quinto Clemente Belinghieri.
Nella gara femminile a segno Martina Brambilla del Carvico Skyrunning in 2h30'08" davanti a Barbara Ban del New Athletics Sulzano in 2h30'50". Terza piazza per Daniela Rota in 2h40'32".
Transvulcania da record per Luis Alberto Hernando
Nella gara rosa prima Emelie Forsberg
Luis Alberto Hernando e Emelie Forsberg: sono loro i vincitori della Transvulcania sull'isola de La Palma nella Canarie, prima tappa del circuito Ultra delle Skyrunner World Series.
Lo spagnolo ha chiuso i 73 km del tracciato in 6h52'39", nuovo record della gara, precedendo Dani Garcia Gomez in 7h21'28, e Blake Hose in 7h25'23". Quarta piazza per Dakota Jones che allo sprint supera Zach Miller.
Nella gara rosa la svedese si è imposta in 8h33'00, su Anna Comet in 9h02'55, con terza Myriam Marie Guilllot in 9h15'05.
Kilian, corsa per gli aiuti in Nepal
Un interessante servizio della televisione francese sul catalano
In molto si chiedono che cosa stia facendo Kilian in Nepal e, a dire il vero, ce lo siamo chiesti anche noi. Nessun dubbio, è andato ad aiutare le operazioni di soccorso, ma che cosa sta facendo esattamente? Giusto ieri la risposta del suo ufficio stampa: «As for Kilian, no news! We know that he is safe in Nepal but we don’t have much information about what he’s doing… » (Non abbiamo notizie di Kilian, sappiamo che sta bene, che è in Nepal, ma non abbiamo altre informazioni su quello che sta facendo). Qualcuno, a dire la verità, sui nostri account social, si era dissociato dal coro unanime di approvazione alla decisione del catalano di andare comunque in Nepal ma, al posto di scalare l’Everest, aiutare i terremotati. «Quando ci sono calamità naturali ci vuole gente esperta e spesso si può solo dare fastidio». Questa, in breve, l’osservazione. Curiosando sul web abbiamo trovato un servizio della televisione francese TF1 che mostra Kilian volare in elicottero verso i villaggi distrutti e qualche dichiarazione. Sembra che, intelligentemente, si sia deciso di sfruttare le sue competenze… cioè correre per raggiungere i villaggi più inaccessibili e fornire notizie sulla situazione e i soccorsi necessari. Un video da guardare per chi, naturalmente, conosce il francese.
Coppa delle Dolomiti, tempo di premiazioni
Vittoria di Manfred Reichegger e Elena Nicolini
Con la premiazione finale presso la sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, a Trento è calato il sipario sulla ventitreesima edizione della Coppa delle Dolomiti.
Un evento inserito nel programma del prestigioso 63° Trento Film Festival, e che ha avuto un significativo momento di commozione nel ricordo di Renzo Benedetti, direttore di gara di una delle tappe del circuito, il Trofeo Kreuzspitze, scomparso in Nepal. Successivamente è stato il momento dei protagonisti della Coppa delle Dolomiti 2015, Manfred Reichegger del Centro sportivo Esercito e l’azzurra trentina Elena Nicolini del Brenta Team, che hanno conquistato il pettorale rosso Hypnos.
In campo maschile la piazza d’onore è stata ottenuta da Thomas Trettel dell’Asd Cauriol, quindi terzo Ivo Zulian del Bogn da Nia, mentre nella graduatoria finale femminile l’argento è andato Maria Dimitra Theocharis dell’Us Aldo Moro e il bronzo a Birgit Stuffer del Gossensass Ski Alp.
La Coppa delle Dolomiti si è sviluppata su 5 gare ed ha visto la presenza complessiva di oltre 1800 skialper diversi. Il primo atto è andato in scena il 1° marzo in Val Comelico con la 7ª Pitturina Ski Race, quindi per mancanza di innevamento è saltata l’esordiente Mezzaluna Ski Race, mentre il secondo atto è diventato il 4° Trofeo Kreuzspitze in Val di Fiemme. Successivamente spazio alla grande classica, la 41ª Ski Alp Dolomiti di Brenta a Madonna di Campiglio, quindi la new entry 4ª Marmoleda Full Gas Race in Val di Fassa e l’atto conclusivo con il 5° Adamello Ski Raid al Passo del Tonale, con validità anche come prova di Coppa del Mondo.
Fra tutti i partecipanti solo due atleti hanno preso a tutte le gare, ovvero Thomas Trettel ed Ivo Zulian, mentre a quattro gare su cinque anche il vincitore Manfred Reichegger, Filippo Beccari, Nicola Calzolari, Silvano Frattino e Mattia Eccher.
«Sono particolarmente orgoglioso – commenta il presidente di Coppa delle Dolomiti Alberto Stedile – dell’andamento della ventitreesima edizione del nostro circuito, anzitutto per lo straordinario pedigree dei vincitori che danno lustro ad un albo d’oro già ricco di grandi campioni, ma anche per la componente organizzativa dell’edizione 2015, composta da un mix di gare storiche, dinamiche, con massima validità internazionale, ma pure di competizione e relativi comitati giovani e intraprendenti che hanno portato freschezza ed entusiasmo al nostro movimento. E’ proprio da queste basi che riparte il nuovo ciclo di Coppa delle Dolomiti, che include il trainante ed essenziale aspetto agonistico ad importanti iniziative promozionali come il concorso fotografico, nonché importanti partnerhip tecniche e commerciali che si sono avvicinate a noi in questi ultimi anni».
Le valanghe primaverili
Su Skialper di aprile un articolo sui distacchi di fine stagione
«In questa stagione la neve se ne va, rapidamente a fondo valle, più lentamente alle quote più elevate, e questo ritardo ci permette di prolungare la nostra stagione sciistica. Andiamo tranquilli in montagna perché siamo convinti che la neve sia ormai ben assestata, ma questa convinzione rischia di trasformarsi in quel pericolo soggettivo che ora viene definito overconfidence, ossia un’eccessiva fiducia nelle nostre capacità di giudizio delle condizioni della neve. Di solito a maggio viene a cessare anche l’emissione dei Bollettini Valanghe e non possiamo contare neppure (se mai ci abbiamo contato) sulle informazioni che questi ci possono fornire». A scrivere è Renato Cresta, l’esperto di valanghe e sicurezza di Skialper. Sulla rivista di aprile-maggio un ampio articolo sulle valanghe di fine stagione.
CALORE - Sappiamo che il calore della forgia, che riscalda una barra di ferro, permette al fabbro di lavorarla senza difficoltà perché, anche se ancora lontano dal punto di fusione, ha diminuito la resistenza del metallo. Il colore della barra annuncia al fabbro che il ferro è caldo a sufficienza per poterlo lavorare ma, purtroppo, il colore della neve non cambia secondo la temperatura e noi ci accorgiamo che la neve si è riscaldata solo quando la vediamo inumidita dall’acqua di fusione: può già essere troppo tardi, perché la diminuzione della resistenza è iniziata molto prima. Alle nostre latitudini, ogni pendio tra i 30° e i 40° esposto a sud riceve più del doppio della radiazione ricevuta da una superficie piana con la stessa esposizione; questi pendii sono proprio i più graditi per la nostra attività. Gli effetti dell’irraggiamento solare si fanno sentire per non più di 30 cm nel manto nevoso, e anche meno se lo strato di superficie è costituito da grani di piccole dimensioni (< 1 mm), ma questo strato superficiale perde comunque in resistenza e può muoversi in valanga.
VALANGHE DI SUPERFICIE E DI FONDO - Durante una notte serena la superficie della neve si raffredda fortemente e congela la situazione, per cui le ore del mattino sono meno rischiose di quelle che seguiranno. Al sorgere del sole la temperatura dell’aria aumenterà rapidamente e darà inizio al progressivo indebolimento degli strati di superficie, iniziando dai pendii rivolti a levante, per proseguire durante il giorno, fino a interessare l’intera superficie innevata. Potranno così verificarsi due tipi di valanghe: di superficie o di fondo ed entrambe potranno essere di neve a debole coesione oppure a di neve a lastroni, secondo le condizioni del pendio.
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Trail de le Longane, record di presenze
Successi di Riccardo Scalet e Silvia Rampazzo
La quarta edizione del Trail de le Longane con partenza e arrivo a Lozzo di Cadore ha registrato il record di partecipanti: 309. Il fondo, scivoloso nonostante non piova, obbliga i runners ad una maggiore attenzione specialmente nei tratti in ripida discesa. All’attacco della prima salita di giornata il trio composto dai trentini Riccardo Scalet e Christian Varesco e dal cadorino Osvaldo Zanella sferra l’attacco che si rivelerà decisivo. Zanella però perde quasi subito contatto e allo scollinamento, a 6 km dalla partenza, e la coppia Varesco - Scalet viaggia con circa 50” di vantaggio. Nella gara femminile invece è fin da subito dominio della vincitrice 2014, Silvia Rampazzo, che imprime un ritmo impossibile fin dalle prime battute e in cima alla prima salita di giornata ha già oltre 4’ di vantaggio sulle dirette inseguitrici, Francesca Scribani e Carla Spangaro.
Le posizioni di testa non cambiano sulla seconda ascesa di giornata. Allo scollinamento di Narieto, Varesco e Scalet viaggiano ancora insieme, con distacchi stabili sugli avversari: 51” su Zanella e 1’4” su Stefano Fantuz, che esce dal gruppo degli inseguitori. La rimonta di Fantuz prosegue sulla terza e più ripida ascesa di giornata (600 metri di lunghezza per quasi 300 metri di dislivello positivo), dove il forte atleta trevigiano supera Zanella e transita con soli 20” di ritardo dal duo di testa. Si profila un finale tiratissimo, ma nel tratto in discesa e soprattutto nell’ultimo tratto pianeggiante Riccardo Scalet fa valere le sue doti di runner e stacca Varesco. Il giovane portacolori dell’Us Primiero taglia il traguardo con il tempo di 1h10’51”, con 19” di vantaggio su Varesco e 1’6” su Fantuz. Per Riccardo Scalet niente record della gara (resta imbattuto l’1h 08’22” del vincitore 2014 Cagnati), ma una grande soddisfazione all’esordio nel Trail de le Longane.
Tutto facile per Silvia Rampazzo: la veneziana di Noale, vincitrice del 2014, bissa il successo dell’anno scorso con il nuovo record della gara: il suo tempo di 1h23’44” le permette di tagliare il traguardo con un distacco abissale sulle avversarie. Sul secondo gradino del podio sale Francesca Scribani (1h32’00”), mentre al terzo posto chiude Anna Finizio (1h33’00”).
Domenica i campionati giovani corsa in montagna
Si corre nel bosco del Villaggio Morelli di Sondalo
Appuntamento domenica a Sondalo con i Campionati italiani giovanili individuali di corsa in montagna organizzati dall’Atletica Valtellina. Il percorso delle gare in programma è molto vario e interessante e si sviluppa attorno ai padiglioni dell’ospedale del Villaggio Morelli, in un bel bosco: il giro lungo - affrontabile una o più volte in base alle categorie - misura circa 1.400 m e presenta una salita piuttosto ripida, seguita da una discesa più lunga e filante, con la particolarità di avere diversi cambi di direzione che spezzano il ritmo.
Dal verdetto di questi sentieri usciranno i nomi dei nuovi campioni italiani, ovvero i successori di Davide Magnini e Michela Gabrielli (Atl. Valli di Non e di Sole) fra gli allievi, di Belay Jacomelli (US Bormiese Atl.) e Nadia Battocletti (Atl. Valli di Non e di Sole) fra i cadetti, vincitori a Civezzano (Tn) un anno fa. Fra i testimonial dell’importante evento tricolore, le tre maggiori esponenti dell’Atletica Alta Valtellina che grandi risultati hanno saputo regalare alla nostra valle in queste stagioni: la pluricampionessa italiana della specialità Elisa Desco, Elisa Compagnoni, e la giovane campionessa dello skialp e corsa in montagna Giulia Compagnoni. L’apertura della segreteria per la conferma iscrizioni e consegna pettorali, avverrà sabato 9 maggio dalle ore 15.30 alle ore 18.30 presso il Centro Sportivo di Sondalo. Alle ore 20.30, nella tensostruttura adiacente, ci sarà una bella serata di sport dedicata ai giovani atleti con tema riguardante due sport molto compatibili fra di loro: corsa in montagna e scialpinismo. Il 10 maggio, l’apertura della segreteria sarà dalle ore 8.00 presso il sesto Padiglione. Dalle 9.15 la partenza delle gare dall’ottavo Padiglione. Dopo le gare ci si trasferirà nuovamente presso il Centro Sportivo, dove alle 12.30 verrà servito il pranzo e a seguire, alle 14.30, la cerimonia di premiazione chiuderà questa grande festa dello sport.












