Scialpinismo fuori dal comune? Sì, ma…
In queste settimane, in questi mesi, siamo stati sommersi dalle vostre domande sulla possibilità o meno di spostarsi per andare a praticare il nostro amato sport. Una domanda alla quale non è mai stato facile rispondere e alla quale i chiarimenti sui vari siti istituzionali non davano una risposta precisa ma che veniva collegata direttamente al divieto di spostamento per turismo, salve le eccezioni per i centri sono i 5.000 abitanti. Nella complicata questione dell’interpretazione dei decreti Covid, ora ci sono alcune risposte dirette che aprono alla pratica dello scialpinismo all’interno delle regioni classificate gialle e arancioni.
La più esplicita è quella della Regione Veneto che nomina espressamente lo scialpinismo nelle faq al dpcm del 14 gennaio: «In primo luogo, lo spostamento è possibile dentro la Regione se si risiede in località dove non può essere svolta la pratica di sci alpinismo. In secondo luogo, il pernottamento in loco è possibile perché l’attività alberghiera è aperta e il pernottamento è funzionale alla pratica sciistica. Non ci si può invece spostare verso l’albergo fuori comune per turismo o fare attività motoria che si può svolgere nel comune di residenza».
Deve dunque intendersi che non si può andare a camminare fuori dal comune, in quanto è attività motoria che si può fare nel proprio comune, ma che, nelle regioni arancioni come il Veneto, si può uscire dal comune per praticare scialpinismo se la pratica sportiva non è possibile dove si risiede. Ovunque? Non ci sono risposte certe ma, secondo i colleghi di Veronasera, in base a una circolare interpretativa inviata a novembre ai prefetti, dovrebbe intendersi il comune più vicino dove sia possibile praticare scialpinismo e, naturalmente, all’interno della regione. Viene da chiedersi in primo luogo se questa interpretazione valga solo in Veneto o anche nelle altre regioni dello stesso colore o con situazione pandemica migliore (si suppone di sì, essendo un decreto nazionale e non regionale, anche se l’interpretazione è della regione Veneto).
Ecco allora cosa dicono le faq sul sito del Governo per le regioni arancioni: «È possibile recarsi in un altro Comune, dalle 5.00 alle 22.00, per fare attività sportiva solo qualora questa non sia disponibile nel proprio Comune (per esempio, nel caso in cui non ci siano campi da tennis), purché si trovi nella stessa Regione o Provincia autonoma. Inoltre è possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza. Si ricorda inoltre che, ai sensi del Dpcm, per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti è equiparata al territorio comunale la fascia territoriale circostante, fino a una distanza di 30 km dai relativi confini. Si ricorda che, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, è sempre necessario mantenere la distanza di almeno 2 metri dalle altre persone». Il Governo dunque sembrerebbe chiarire che ci si può spostare anche oltre il comune più vicino. Per le regioni gialle l’interpretazione vale anche per la semplice attività motoria: «È possibile recarsi in un altro Comune, dalle 5.00 alle 22.00, per fare attività motoria o sportiva in quella località, purché si trovi nella stessa Regione o Provincia autonoma (quest’ultima limitazione è prevista fino al 15 febbraio 2021)». Per le regioni rosse, invece, attività sportiva solo «nell’ambito del territorio del proprio Comune, dalle 5.00 alle 22.00, in forma individuale e all'aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri. È tuttavia possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza».
Sicurezza e valanghe: il monito di Arianna Tricomi
Il titolo è esplicito: Very important message. «Di solito non parlo davanti allo smartphone, ma questo volta ho pensato che ne valesse la pena perché voglio condividere una storia con voi» esordisce così Arianna Tricomi nel video che ha pubblicato sul suo account Instagram @ari_tricomi, su IGTV. La tre volte vincitrice del Freeride World Tour ha raccontato di essere andata a sciare con degli amici, in Tirolo, anche se quel giorno avrebbe voluto riposarsi perché le condizioni non erano buone, ma di essere stata convinta da una storia sui social a esplorare un versante. All’arrivo la scoperta che le condizioni non erano quelle viste sullo smartphone, con la montagna spazzata dal vento, e che la temperatura stava salendo velocemente. Così con gli amici, dopo qualche curva tranquilla, la decisione di smettere di sciare perché troppo pericoloso in quelle condizioni. Mentre Arianna si trovava nella cabinovia, una nuvola di polvere ha avvolto il pendio. C’era un po’ di gente sulla montagna e un ragazzo di 15 anni è rimasto sotto la valanga. «Siamo attrezzati, sappiamo come comportarci, ma trovarsi veramente in una valanga è qualcosa di diverso» dice Arianna nel video. Per fortuna c’erano diverse persone esperte e il corpo del giovane freerider è stato liberato abbastanza velocemente. «Qualcuno ha iniziato a rianimarlo, abbiamo cercato di prenderci cura di lui, ho perso la cognizione del tempo, non so quanti minuti sono passati, questa esperienza è qualcosa che mi ha colpito più profondamente della maggior parte delle cose che ho visto in montagna: purtroppo non ce l’ha fatta, è stato trasportato in ospedale, ma è morto il giorno dopo». Nel video di Arianna c’è anche una riflessione sul ruolo dei social media e dei freerider. «Abbiamo una grande responsabilità, soprattutto verso i ragazzi: su Instagram e sui social media si vedono le emozioni e gli exploit di una discesa, ma non passa il messaggio del perché l’abbiamo scelta e magari cinque, dieci altre volte no, abbiamo rinunciato. Per me è importante avere sempre una via di fuga se succede qualcosa, ma ho pensato che non ne ho mai parlato sui social media. Da ragazzina ho fatto tante stupidate, ma non eravamo influenzati dal vedere qualcuno sui social media, solo dalla natura e dai noi stessi. Chiedo ai genitori, agli atleti, ai ragazzi: pensate che dobbiamo fare vedere di più cosa c’è dietro a una discesa invece di mettere solo belle immagini di sci? Non dimenticherò quando tenevo la mano a quel ragazzino, è veramente difficile parlarne, ma questa esperienza mi ha aperto gli occhi e non potevo stare zitta».
Le riflessioni di Arianna sono quanto mai attuali, in giornate con interi settori interessati dal vento. Un invito - ancora di più in questo strano inverno con le piste di sci chiuse e tanti frequentatori della montagna aperta - a prestare attenzione agli aspetti della sicurezza e a saper rinunciare. Un invito alla prudenza nel momento in cui i volontari del soccorso combattono sul fronte della pandemia.
Nei giorni scorsi un altro episodio del quale è stato protagonista Roberto Munarin, che abbiamo intervistato sul numero di Skialper dello scorso febbraio. Munarin, esperto conoscitore delle montagne del Biellese, ricordando quanto accaduto, dice: «Fuma tansiun». Facciamo attenzione.
«Siamo quasi in punta al Bric Paglie, versante S/O, è il 23 gennaio e la salita dall’Alpone deve essere gestita con cautela, conosco bene la zona, così scegliamo la via più sicura - dice Munarin -. Arriviamo alla base dell’ultimo anfiteatro e non mi piace, la mia esperienza mi dice che è pericoloso, così ci fermiamo, in sicurezza, nei pressi di un pietrone dove ci prepariamo per la discesa. Inizia a tirare un forte vento e il cielo è terso, pochi minuti dopo un tonfo sordo: l’ho sentito altre volte e non ha mai portato belle notizie. Alzo gli occhi e il pendio collassa fino ai nostri piedi. Sono lastroni e il punto del distacco è di poco inferiore al metro per un fronte di 40/50 metri. Per fortuna non abbiamo riportato nessuna conseguenza tranne i miei sci, che avevo lasciato sul pendio, sotterrati sotto un metro di neve ma ritrovati. Mi raccomando, facciamo attenzione, le condizioni attuali, a causa del forte vento, devono essere valutate attentamente! La nostra esperienza, il nostro istinto ci vengono sempre in aiuto, ma ascoltare i segnali che ci invia la montagna è fondamentale» conclude Munarin che ha parlato della sua gita su Facebook, pubblicando foto e un post per sensibilizzare gli altri attraverso la propria esperienza. Quegli stessi social media (e ogni canale di comunicazione) che influenzano le nostre scelte, nel bene o nel male. In fin dei conti sono dei mezzi, come dice il termine, e sta a ognuno di noi utilizzarli nel modo più appropriato.
Il Mezzalama si arrende alla pandemia, appuntamento nel 2023
Era la notizia che nessuno avrebbe voluto dare: la XXIII edizione del Trofeo Mezzalama, in programma a fine aprile, è stata annullata. La Fondazione Trofeo Mezzalama, dopo la nomina a nuovo presidente di Alex Brunod, sindaco di Ayas, si è voluta prendere qualche giorno prima di riunirsi per decidere sul prossimo futuro della Maratona dei Ghiacciai. «Essere stato appena eletto - ha detto Alex Brunod - e prendere, insieme agli altri membri questa decisione non è stato semplice. Purtroppo non avevamo molte altre scelte, quindi siamo stati obbligati ad annullare la XXIII edizione a causa della situazione attuale della pandemia».
«Confermare la data in questo frangente - ha continuato Brunod - sarebbe stato un azzardo nei confronti sia degli atleti, sia di tutte quelle persone che lavorano con passione per il Trofeo Mezzalama. Avremmo continuato a lavorare senza sapere a che cosa si andava incontro. Inoltre, immaginare di applicare tutte le restrizioni previste e riuscire a garantire il distanziamento non creando assembramenti, è pressoché impossibile».
«Siamo molto dispiaciuti - ha concluso il presidente della Fondazione - ma convinti di aver fatto la scelta migliore, perché ora le nostre energie saranno proiettate in positivo verso il futuro. È il concetto di resilienza che lo sport e lo scialpinismo ci insegnano. Nell'immediato penseremo ai giovani, con l'idea di organizzare un evento estivo appena la situazione lo permetterà, certi che nel 2023 il Trofeo Mezzalama tornerà con un'edizione straordinaria».
Anche il direttore tecnico Adriano Favre, è dispiaciuto per la decisione presa: «In queste ultime 12 edizioni del Trofeo Mezzalama - ha raccontato Favre - ci siamo confrontati con le condizioni meteo avverse, il freddo, la neve, il vento, i rinvii, ma non ci siamo mai fermati. Purtroppo questa situazione non possiamo controllarla. Prendere una decisione ora, senza ulteriori attese, era un atto dovuto. Guardiamo al futuro - ha detto Favre - rivolgendo le nostre attenzioni a eventi di qualità. Prima della prossima edizione del Trofeo Mezzalama i nostri sforzi organizzativi, anche grazie alla collaudata collaborazione con Dynafit, saranno rivolti alle giovani leve dello scialpinismo internazionale».
Alex Brunod nuovo presidente della Fondazione Trofeo Mezzalama
Giovedì 14 gennaio il Consiglio degli Amministratori ha nominato il nuovo Comitato Direttivo della Fondazione Trofeo Mezzalama. Oltre alla nomina del presidente Alex Brunod, sindaco di Ayas e delegato dell'Unité Evançon, sono stati designati due vice presidenti: Oscar Rial (delegato del Comune di Gressoney-La-Trinité) e Giorgio Pession (delegato del Comune di Valtournenche).
A loro si uniscono i consiglieri Sergio Gaioni per il CAI Valle d'Aosta, Annalisa Obert per il Comune di Ayas, Andrea Gallo del Comune di Gressoney-Saint-Jean, Christian Linty per l'Unité Walser e Marco Vesan dell'Unité du Mont Cervin.
Nella stessa riunione si è insediato il Comitato Organizzatore del quale fanno parte il Presidente, i due vice presidenti, il direttore tecnico Adriano Favre, Lara Dulicchio, Roberto Cilenti e Giuliano Trucco.
«Sicuramente il periodo non è dei più facili - ha detto Brunod subito dopo la nomina - si parte in salita, sarebbe strano se fosse il contrario, ma siamo pronti a dare il massimo per onorare l’impegno che ci è stato chiesto».
«Il mio sarà un ruolo attivo - ha continuato il nuovo Presidente - sarò il trait d’union tra la Fondazione e gli Enti Locali, inoltre sono molto contento che insieme a Pession e Rial le tre vallate che ospitano il Mezzalama siano così fortemente rappresentate. La Maratona dei Ghiacciai è un fiore all’occhiello per tutta la Valle d’Aosta e costituisce un’eccellenza a livello mondiale. Un elemento fondamentale per la nostra immagine e per il nostro turismo».
«Il programma per i prossimi anni - ha concluso Brunod - è tutto da scrivere: la nomina è arrivata pochi giorni fa e non ho avuto il tempo di ragionare sul lungo periodo, anche perché adesso abbiamo una decisione più imminente da prendere. Insieme al resto del Comitato ci siamo presi una settimana, dopo la nomina, proprio per analizzare i passi da fare in vista della XXIII edizione. Per questo motivo abbiamo programmato per giovedì 21 gennaio una riunione che getterà le basi del prossimo Trofeo Mezzalama».
In virtù di questo importante incontro, la Fondazione ha anche programmato una conferenza stampa virtuale per informare la stampa in merito alle decisioni prese durante il direttivo.
Magnini & De Silvestro campioni italiani individuali
Tempo di titoli assoluti individuali oggi a Santa Caterina che ha ospitato la gara valida per gli scudetti. Tra gli uomini la vittoria Senior è andata a Davide Magnini in 1h32’54’’ su Robert Antonioli (1h33’58’’) e Michele Boscacci (1h34’56’’). Vittoria femminile di Alba De Silvestro (1h34’39’’) su Giulia Murada (1h35’33’’) e Ilaria Veronese (1h35’44’’).
Scialpinismo e Covid-19: anche in Valle d'Aosta escursioni senza Guida alpina
Dell’ordinanza n. 552 dell’11 dicembre 2020 della Regione Valle d’Aosta che vieta la pratica dello scialpinismo se non accompagnati dalle Guide alpine abbiamo già parlato diffusamente in un post sul nostro account Facebook, che riproponiamo in fondo a questo articolo. L’ordinanza firmata dal presidente della Valle d’Aosta in pratica autorizza la pratica dello skialp previo accompagnamento delle Guide Alpine, mentre lascia libera quella delle ciaspole su sentieri e percorsi tracciati. A parte la limitata validità temporale, costituisce un precedente inquietante e segna una linea di tendenza che vede concentrarsi sempre più veti e divieti su uno dei pochi sport invernali che garantiscono il distanziamento. Se non sono le zone arancioni e rosse a frenare lo skialp, potrebbero esserlo le ordinanze locali. E l’inverno 2020/21 potrebbe diventare una delle più grandi occasioni perse per la montagna italiana. Ecco perché abbiamo pensato di aggiornare quotidianamente questo articolo/dossier nel quale inserire notizie e novità sulla regolamentazione dello skialp in questo strano inverno che trovate a seguire, in ordine di attualità.
17 gennaio - anche in Valle d’Aosta scialpinismo senza Guida alpina
Dopo numerose proroghe, la nuova ordinanza firmata dal presidente della regione Erik Lavevaz consente, da oggi fino a fine mese, lo scialpinismo su tutto il territorio regionale senza l’accompagnamento delle Guide alpine. Per quanto attiene le attività sportive e motorie all’aperto, viene scritto in una nota della Regione, «è possibile svolgerle purché nel rispetto della distanza di sicurezza personale: tra le attività consentite figurano anche lo sci alpinismo e le ciaspolate».
16 gennaio - Soccorso alpino: sì allo sport in montagna, ma quest'anno prima la prudenza
«Scegliete un’altra montagna: meno rischiosa, ma non meno coinvolgente». È l’appello diramato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), nel pieno della stagione invernale, condizionata da una sanità messa a dura prova. Il Soccorso Alpino, con un video-appello diffuso tramite i social e i media, quest’anno chiede a tutti gli appassionati di sport invernali una particolare prudenza. «Serve una grande responsabilità e scelte conseguenti – chiede Maurizio Dellantonio, il presidente nazionale del CNSAS – Ogni incidente in montagna aggrava la mole di lavoro per l’intera sanità, impegnata nel fronteggiare l’emergenza Covid-19: è per questo che lanciamo questo video per chiedere che gli sport a rischio in montagna siano per una volta messi in secondo piano nelle scelte degli appassionati. Le alternative non mancano e potrebbero essere occasione per scoprire attività, percorsi e località meno note». Negli anni passati le missioni di soccorso, per il CNSAS, erano state oltre 4mila per ogni inverno.
13 gennaio - la Valle d'Aosta valuta l'apertura delle piste di sci agli scialpinisti
«Nel momento in cui ci dovesse essere il divieto o l'impossibilità di apertura delle piste per l'attività di sci da discesa si sta ipotizzando di autorizzare lo scialpinismo, almeno su alcuni impianti» questo quanto ha dichiarato il presidente della Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, all'ANSA. L'apertura potrebbe «dare una mano alle attività economiche che sono sulle piste, anche se lo scialpinismo non porta certo i flussi dello sci alpino» ha aggiunto il numero uno della regione. Qualche considerazione anche sullo skialp con obbligo di accompagnamento delle Guide alpine: «Su queste limitazioni faremo delle considerazioni nei prossimi giorni».
8 gennaio - una petizione contro le ordinanze della Valle d'Aosta
Su Change.org è stata pubblicata una petizione online per chiedere al Presidente della Regione Valle d'Aosta Erik Lavevaz di consentire la pratica dello scialpinismo anche senza Guida alpina. La petizione ha già superato le 700 firme, tra le quali, secondo quanto riportato da AostaSera, anche quella dell'ex vice-sindaca di Aosta Antonella Marcoz. «Si tratta di un provvedimento che, ferma la generale possibilità di svolgere sport e attività motorie, va a penalizzare espressamente un'attività che, tra le forme di frequentazione della montagna invernale, è certamente tra le più note ed identitarie. Le motivazioni sanitarie, per non gravare sul sistema ospedaliero, potrebbero essere comprensibili, ma ciò che è difficile spiegare è il fatto che la stessa attenzione non è stata rivolta ad altre attività, come ad esempio le escursioni con racchette, che si svolgono in ambiente innevato e che - certamente - sono soggette almeno agli stessi rischi» si legge nella petizione. Infine si chiede «di rimuovere, pur nel rispetto dei protocolli sanitari in essere, qualsiasi limitazione alla pratica dello scialpinismo in Valle d'Aosta, così come avviene per le altre attività invernali in montagna che non richiedono l'uso di impianti di risalita (es. sci di fondo e racchette da neve).»
7 gennaio - vittima del Covid anche la nuova località sciistica senza impianti del Colorado
Ne abbiamo parlato su Skialper 133 di dicembre-gennaio, in un ampio reportage. A dicembre, tra le montagne del Colorado, ha aperto Bluebird Backcountry, a tutti gli effetti un comprensorio sciistico, con noleggi, ristoranti e piste classificate secondo la difficoltà ma… senza impianti di risalita e battitura delle piste. In pratica un resort per avvicinarsi allo scialpinismo. E una panacea in tempo di Covid, con sole poche centinaia di skialper ammessi e distanziamento garantito. Ora arriva la notizia che proprio Bluebird non aprirà il prossimo fine settimana perché è stato riscontrato un caso di positività tra gli ospiti del resort nello scorso weekend. La policy prevede di avvisare tutti gli ospiti che possono essere entrati in contatto con il positivo, mettere in quarantena i dipendenti e sottoporli a tampone regolarmente. La riapertura è prevista il 14 gennaio. Agli ospiti che hanno prenotato per il prossimo fine settimana verrà proposto di spostare la loro sciata in un altro periodo, di ottenere un credito per acquistare uno dei servizi offerti da Bluebird, per esempio i corsi di scialpinismo, oppure il rimborso completo del costo dello skipass.
2 gennaio - risalita delle piste, in arrivo una nuova legge che potrebbe in parte risolvere il problema
Mentre si discute sui divieti di risalire le piste di sci chiuse (e di ridiscenderle), attività che, di fatto, in Italia risulta proibita in quanto i gestori dei comprensori sono responsabili della sicurezza anche quando i tracciati sono chiusi (e spesso si trasformano in cantieri, con mezzi battipista e i temibili verricelli tesi), una legge, oltre le tante polemiche, potrebbe risolvere velocemente il problema. Alla base dei divieti c’è soprattutto una questione di responsabilità. La legge, infatti, dice che chi gestisce i comprensori sciistici è responsabile per l’incolumità di chi transita sulle piste, indipendentemente da orari e apertura o chiusura delle stesse. Queste determina che l’eventuale apertura, per esempio notturna, comporta la presenza di personale di soccorso. Con l’atto del Governo sottoposto a parere parlamentare (che dovrebbe essere espresso entro metà gennaio) n. 229, si interverrà nuovamente in materia. L’articolo 22, al comma 4, prevede che «La risalita della pista con gli sci ai piedi e l’utilizzo delle racchette da neve, o con qualsiasi altro mezzo, sono normalmente vietati. Le risalite possono essere ammesse previa autorizzazione del gestore dell’area sciabile attrezzata e devono comunque avvenire mantenendosi il più possibile vicini alla palinatura che delimita la pista avendo cura di evitare rischi per la sicurezza degli sciatori e rispettando le prescrizioni di cui al presente decreto, nonché quelle adottate dal gestore dell’area sciabile attrezzata». Un intervento che da una parte rappresenta un’apertura, un passo importante verso il riconoscimento dello ‘scialpistismo’, però non modifica la disciplina della responsabilità, che all’articolo 9 ricade sui gestori e del servizio di soccorso, previsto dall’articolo 12. Probabilmente basterebbe prevedere delle esclusioni di responsabilità per la condotta e l’istituzione del servizio di soccorso fuori dai normali orari di apertua per permettere la transitabilità di alcuni tracciati in determinati giorni o orari, quando sulle piste non ci sono lavori. Sarebbe una soluzione non sgradita agli impiantisti, ma bisogna che qualcuno se ne faccia portavoce. Questo, naturalmente, non esclude la possibilità di aprire parti dei comprensori alla pratica dello scialpinismo garantendo invece un servizio di soccorso, come potrebbe per esempio avvenire in questi giorni di chiusura forzata, con o senza il pagamento di una quota. Però, con un atto semplice e veloce, si potrebbe porre fine normativamente a una responsabilità che spesso è alla base del problema.
2 gennaio -fino al 6 gennaio aperto per lo skialp parte del comprensorio di Bardonecchia
Colomion Spa ha comunicato che fino al prossimo 6 gennaio saranno aperti alcuni tracciati per la risalita e alcune discese per gli scialpinisti. Nel comprensorio dello Jafferau si potrà salire sulla pista Ripert dalle ore 9 alle 17 con partenza da Fregiusia e arrivo in prossimità della partenza seggiovia Ban, il rientro dovrà avvenire obbligatoriamente sulle piste Plateau e Primavera. Nel comprensorio del Melezet la salita dovrà avvenire lateralmente alla pista Guglia rossa (seguendo l’itinerario segnalato a partire da Melezet) per proseguire sulla pista Thabor, con discesa sulle piste segnalate, dalle ore 9 alle 17. Si raccomanda a tutti i fruitori dell’area sciabile di prestare sempre la massima attenzione lungo la risalita e soprattutto durante la discesa. La società precisa che: «L’itinerario intrattenuto e segnalato, potrebbe presentarsi non fresato dal passaggio dei mezzi battipista (sia per alcuni tratti che per la sua interezza) e, quindi, potrebbe presentare degli ostacoli come mucchi di neve o lastre di ghiaccio». Iper quanto riguarda sicurezza e soccorsi: «Chi praticherà lo sci alpinismo durante gli orari e nei tratti di pista concordati si assume ogni responsabilità sulla valutazione della condotta da tenere in salita e in discesa in funzione del manto nevoso, sollevando la Società Colomion S.p.A. e la A.S.D. Colomion S.r.l. da qualsiasi responsabilità civile e penale, anche oggettiva, in conseguenza di infortuni cagionati a sé o a terzi ed a malori verificatisi all’interno della suddetta area. Si ricorda, inoltre, che lungo gli itinerari le squadre di soccorso, essendoci gli impianti di risalita chiusi per disposizione DPCM del 03/12/2020 e 20/12/2020, potrebbero avvenire con tempi maggiori. Il numero da contattare in caso di incidente è il 112. I mezzi battipista entreranno in azione nelle piste sopracitate a partire dalle ore 17.15 del pomeriggio».
28 dicembre - dall'Aprica a Tignes, i comprensori si trasformano per gli scialpinisti
Non ci sono solo divieti nel Natale pandemico con gli impianti e le piste chiuse. Due esempi incoraggianti arrivano dall'Aprica, in provincia di Sondrio, e da Tignes, in Francia. Nella località valtellinese hanno deciso di aprire la pista con illuminazione notturna più lunga d'Europa (5,5 km) per sci e pelli. Il prossimo appuntamento è il 30 dicembre, dalle 17,15 alle 21 (5 euro - 50 euro lo stagionale). Si replica il 2 e 4 gennaio e poi dall'8 gennaio tutti i venerdì. In Francia, a Tignes, mega-comprensorio e paese nati dal nulla in funzione dello sci, la chiusura forzata degli impianti ha fatto decidere per la creazione di una quindicina di chilometri di percorsi sulle piste, da quota 2.000 a 2.700 metri.
24 dicembre - la lettera del presidente FISI Roda corregge in parte le indicazioni sugli allenamenti fornite dalla federazione con l'ultima nota
Con una lettera il presidente della FISI Roda torna sulla nota federale del 22 dicembre per interpretare in maniera meno restrittiva il decreto Natale:
«Preme anzitutto chiarire che la predetta nota federale del 22 dicembre u.s. (il cui contenuto era stato condiviso con il Consiglio Federale), non era volta a fornire l’interpretazione data dalla Federazione alle disposizioni dettate dal Decreto Legge 18 dicembre 2020 in materia di esercizio dell’attività sportivo-agonistica. In tale circostanza la Federazione si limitava invece a riportare, a beneficio di tutta la base associativa federale, le indicazioni che la Federazione medesima aveva mutuato dalle comunicazioni delle competenti istituzioni.
Peraltro, è stata poi pubblicata solamente nella serata di ieri, 22 dicembre, una nuova circolare del Ministero dell’Interno che, fornendo delle ulteriori interpretazioni circa il dettato normativo del D.L. 18 dicembre, sembra rivedere in senso più ampio la possibilità di proseguire nell’esercizio della attività sportivo-agonistiche anche nel periodo intercorrente tra il 24 dicembre 2020 ed il 6 gennaio 2021, fermo restando in tal caso il rispetto delle prescrizioni derivanti dal DPCM 3 dicembre 2020.
In particolare, detta circolare ministeriale, al quarto capoverso di pagina 3, espressamente stabilisce che: “Nel rinviare, pertanto, alle indicazioni già fornite con le precedenti circolari illustrative e di commento, si richiama quanto sottolineato in merito alla circostanza che sia le limitazioni alla mobilità previste per i territori in area arancione, sia quelle stabilite per i territori in area rossa non si riflettono sull’esercizio di attività non espressamente oggetto di restrizioni in forza di specifiche disposizioni».
A questo link è possibile consultare la nota del 3 dicembre citata da Roda nella lettera.
23 dicembre - scialpinismo e attività agonistica durante le vacanze, i chiarimenti della FISI
Con una nota del presidente la Federazione Italiana Sport Invernali ha interpretato l'ultimo decreto relativamente alle attività agonistiche dei suoi associati, con precisazioni soprattutto per le giornate nelle quali l'Italia sarà zona rossa. Nella pratica la federazione in questi giorni ritiene lecita solo l'attività sportiva e l'allenamento degli atleti delle squadre nazionali, anche se, all'interno del proprio comune, è consentita l'attività sportiva in forma individuale e all'aperto, che è però cosa diversa dall'allenamento di gruppo di un club, magari in un comune diverso da quello di residenza degli atleti. A seguire riportiamo le indicazioni della FISI:
1) nei giorni 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 nonché nei giorni 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021 “Zona Rossa” può essere svolta: (i) attività sportiva in forma individuale e all'aperto; (ii) attività sportivo-agonistica, e relativi allenamenti, solamente da parte degli atleti di Squadra Nazionale per i quali lo svolgimento di tali attività sia di fatto assimilabile a motivo di lavoro;
2) nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 “Zona Arancione”, in considerazione del fatto che da tale Decreto-Legge risultano consentiti gli spostamenti all'interno dei propri Comuni, è altresì consentito lo svolgimento dell'attività sportivo-agonistica, e delle relative attività di allenamento, da parte degli atleti di interesse nazionale (secondo la definizione data ai sensi della nota della Federazione di interpretazione del DPCM 3 dicembre 2020 e cioè gli atleti la cui attività sia finalizzata alla partecipazione ad allenamenti o manifestazioni di preminente interesse nazionale), solo all'interno del Comune o nel rispetto delle eccezioni previste nel Decreto-Legge summenzionato (ai sensi delle quali sono consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, quindi eventualmente anche in un’altra Regione, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia).
Per quanto concerne invece le attività sportivo-agonistiche (e relative sessioni di allenamento) svolte dal 21 al 23 dicembre 2020 ed a partire dal 7 gennaio 2021, fatte salve eventuali ulteriori disposizioni normative o regolamentari che nel frattempo dovessero essere emanate, si conferma la piena applicazione delle precedenti disposizioni (vedasi nota di interpretazione della Federazione al DPCM 3 dicembre 2020).
La federazione aveva individuato le categorie di riferimento per gli atleti di interessa nazionale in una precedente nota e specificato che «la qualifica di “atleta di interesse” da sola non è autorizzativa allo svolgimento dell’attività permessa da DPCM ma è subordinata alla partecipazione alle manifestazioni indicate nel sito CONI e approvate con delibera n. 371 del 17 novembre». La federazione precisa inoltre che « ogni decisione relativa all'effettiva partecipazione degli "atleti di interesse nazionale" alle manifestazioni agonistiche e agli allenamenti di cui sopra rimane subordinata alle opportune valutazioni e decisioni in merito da parte delle società, delle associazioni sportive e dei Gruppi Sportivi Militari Nazionali e di Stato di appartenenza». Nella pratica, per quanto riguarda lo scialpinismo, la prassi è quella di avere una convocazione scritta del proprio sci club o gruppo sportivo e di seguire un piano di allenamento di un allenatore federale.
22 dicembre - annullati i Campionati italiani
Doveva essere una prima assoluta, ma il decreto di Natale, interpretato dalla Federazione Italiana Sport Invernali, ha costretto gli organizzatori dello Sci club Brenta Team a fermarsi ai blocchi di partenza. I campionati italiani di scialpinismo, programmati per domenica 27, lunedì 28 e martedì 29 dicembre, nella nuova location di Andalo, grazie alla disponibilità del consorzio Paganella Ski, per il momento sono annullati.
Le restrizioni legate ai limiti di spostamento non consentono dunque il regolare svolgimento dell’evento che prevedeva l’assegnazione dei titoli tricolori sprint, staffetta e vertical race.
L’obiettivo è quello di recuperare l’appuntamento nei prossimi mesi, però toccherà alla commissione FISI di skialp decidere l’eventuale data disponibile in un calendario già ricco di appuntamenti. Dovremo aspettare il mese di gennaio per avere notizie certe in merito”.
Sia il consorzio Paganella Ski, sia lo sci club Brenta Team sono comunque pronti a rimettersi in gioco appena arriverà il semaforo verde.
21 dicembre - Decreto Natale e skialp, cosa si può fare?
Premesso che non è facile muoversi all'interno di norme e deroghe (e le FAQ del Ministero dell'Interno non chiariscono fino in fondo tutti i punti), che cosa prevedono le nuove norme in termini di attività sportiva? Fino al 23 dicembre compreso, essendo possibile spostarsi all'interno dei confini delle regioni classificate 'gialle', l'attività sportiva e motoria in questo territori è consentita tra le 5 e le 22 e rispettando le norme di buon senso di distanziamento e dispositivi di protezione personale. Non è consentito lo spostamento fuori regione per motivi turistici. Lo spostamento in auto di persone non conviventi è consentito nel numero massimo di due per fila di sedili posteriori e con mascherina. Nei giorni festivi e prefestivi, nei quali tutte le regioni diventeranno 'rosse', la norma diventa meno chiara (e la voce 'attività motoria o sportiva' delle FAQ non aiuta). Si deduce che lo scialpinismo rientri nella voce 'è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il suddetto decreto del ministro dello sport del 13 ottobre 2020, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento'. Rimane però il divieto di uscire dal comune. Nella pratica, secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, è consentito fare sport all’aperto senza mascherina e in forma individuale, mantenendo i 2 metri di distanza, ma senza uscire dal proprio comune di residenza o domicilio. L'attività motoria invece 'è consentita solo se è svolta individualmente e in prossimità della propria abitazione. È obbligatorio rispettare la distanza di almeno un metro da ogni altra persona e indossare dispositivi di protezione individuale. Sono sempre vietati gli assembramenti'. Nei giorni compresi tra il 24 dicembre e il 6 gennaio in cui le regioni saranno classificate arancioni, non ci sono grandi differenze perché è comunque vietato spostarsi dal proprio comune, con due differenze però: per l'attività motoria sparisce l'indicazione 'in prossimità della propria abitazione' e, se si abita in un comune con meno di 5.000 abitanti ci si può muovere nel raggio di 30 km, ma non verso un capoluogo di provincia. Si deduce dunque che lo scialpinismo in questo caso sia consentito rispettando la prescrizione della norma. Va inoltre ricordato che le regioni possono emettere ordinanze più restrittive, come nel caso della Valle d'Aosta, dove fino al 23 dicembre lo skialp è ammesso solo con Guida.
20 dicembre - Nuova ordinanza della Valle d'Aosta valida fino al 23 dicembre: sempre vietato lo skialp senza Guide
La Valle d'Aosta ha emanato una nuova ordinanza valida fino al 23 dicembre, quando entreranno in vigore le misure più stringenti a livello nazionale. «Rimangono sostanzialmente inalterate le disposizioni dell'ordinanza precedente, tra le quali il contestato obbligo di accompagnamento da parte di una guida alpina o di un maestro di sci per la pratica dello scialpinismo» scrive l'agenzia stampa ANSA.
18 dicembre - Scialpinismo sulle piste chiuse, il parere dell'avvocato
Ordinanze, divieti, comprensori sciistici chiusi, croce e delizia degli scialpinisti. Ma cosa dice la legge? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Flavio Saltarelli, già docente a diversi corsi federali di istruttori di scialpinismo e referente normativo della Commissione Gare della Fisky
Si possono risalire le piste chiuse?
«Dipende dal gestore, infatti la L. 363/2003 attribuisce ai gestori delle piste da sci e delle cosiddette aree sciabili il potere di regolamentarne l’uso e dunque se esistono specifici divieti anche a piste chiuse sono perfettamente legittimi. Poi ci si augura che il buon senso prevalga, e pertanto non si vieti la risalita nei momenti in cui le piste medesime non sono soggette a manutenzione. Nelle zone, invece, non occupate dalle piste, l’attività scialpinistica è completamente libera, salvo in Val d’Aosta dove è soggetta - per la recente e per me assai discutibile ordinanza n. 552 del 11 dicembre scorso - solo con l’accompagnamento, che definirei sarcasticamente ‘coattivo’, delle Guide. Fanno, a mio avviso, eccezione gli atleti di interesse nazionale in allenamento e coloro che praticano skialp all’interno dei comprensori, cioè sulle piste allo skialp dedicate quando saranno aperte (ad esempio a Cervinia, Champoluc e Gressoney). Questa ordinanza pare però, stante le norme richiamate e presupposte, essere valida solo nel periodo d’emergenza Covid 19. Dico ‘pare’ in quanto in materia legislativa questo periodo sarà certamente ricordato come un’epoca buia del diritto e conseguentemente i dubbi interpretativi fioccano sempre su ogni disposizione».
Oltre ai provvedimenti nazionali, le autorità locali possono vietare l’attività scialpinistica?
«Il nostro ordinamento attribuisce la facoltà alle autorità amministrative di emanare ordinanze contingibili ed urgenti che possono interdire o limitare certe libertà dei cittadini per finalità volte alla tutela dell’incolumità pubblica. Con tali provvedimenti possono, pertanto, interdire una zona soggetta alla loro autorità alla pratica scialpinistica purché sussistano i presupposti di legittimità previsti dalla legge:
- ricorrenza di situazioni di oggettivo e temporaneo pericolo per la privata e/o pubblica incolumità;
- impossibilità, data l’urgenza, di ricorrere ad altro mezzo giuridico.
Ciò significa che i sindaci, ad esempio, possono interdire un’area allo skialp in modo legittimo solo qualora vi sia un pericolo contingibile (cioè momentaneo e circoscritto) e che, per l’urgenza dell’intervento, non sia possibile ottenere in breve tempo un altro provvedimento normativo (ad es. legge regionale) da parte di un’autorità con potere legiferante generale. Da quanto appena detto - e le sentenze del Consiglio di Stato lo confermano pienamente - i sindaci, dunque, non possono vietare per tutta la stagione invernale l’attività scialpinistica in una determinata e generalizzata area comunale. Sarà, invece, legittimo un divieto sindacale per qualche giorno, stante una particolare situazione di pericolo momentanea e transitoria, magari in conseguenza di una forte nevicata o di un rilevante rialzo termico o, per stare all’attualità, l’esistenza di un focolaio Covid 19».
17 dicembre - A Courmayeur gite gratuite con le Guide per i residenti
Accompagnamento delle Guide sì, ma gratuito. È quello che propone, in risposta all'ordinanza della Regione Valle d'Aosta, la Compagnia delle Guide di Courmayeur ai residenti in Valdigne. Le giornate a scelta sono quelle di questa settimana, fino al 19 dicembre. Durante l'escursione si affronteranno anche i temi della tecnica scialpinistica, della gestione del rischio e dell'autosoccorso. Per le prenotazioni: 0165.842064.
17 dicembre - Si dimettono Pietro Giglio, presidente dell'Unione Valdostana Guide di Alta Montagna, e il vice Mario Ogliengo.
16 dicembre – ARTVA, pala e sonda anche per chi va con le ciaspole?
«Per praticare le attività escursionistiche in ambienti innevati, anche mediante le racchette da neve, sarà obbligatorio munirsi di ‘sistemi elettronici di segnalazione e ricerca (Artva), pala e sonda da neve omologati’. In assenza di tali strumenti di ricerca è prevista una sanzione pecuniaria da 100 euro a 150 euro.Questo è quanto emerge dal testo dell’articolo 24 dello schema di decreto legislativo (in attuazione della legge delega n. 86 del 2019 di riforma delle sport) sulla sicurezza nelle discipline sportive invernali (Atto n. 229), che il Governo ha trasmesso al Parlamento per il parere delle Commissioni Cultura». Lo scrive il sito de Lo Scarpone, che riporta un commento critico di Gian Paolo Boscariol, Responsabile della Delegazione romana della Presidenza nazionale del CAI.
14 dicembre – Valle d’Aosta, la posizione del Collegio Guide Alpine Lombardia
In un comunicato le Guide della Lombardia prendono le distanze daIl’ordinanza della Regione Valle d'Aosta:
Il Collegio Guide alpine Lombardia si fa portavoce della posizione di molti suoi iscritti in merito a limitazioni alla frequentazione della montagna che riguardino gli amatori non accompagnati da professionisti. Il caso scatenante è probabilmente noto a molti, quello sollevato dall’ordinanza valdostana dell’11/12/2020, che stabilisce che è possibile praticare lo sci alpinismo anche nei comuni vicini a quello di residenza ma solo con l’accompagnamento di Guida alpina, in questa fase in cui la Valle d’Aosta è arancione.
L’ordinanza non ci tocca direttamente come Collegio lombardo, in quanto la nostra regione non ha mai emanato provvedimenti di questo tipo, e anzi le Guide alpine lombarde non hanno avuto libertà maggiori delle altre persone in questi mesi di lockdown totali o parziali.
Tuttavia nell’ordinanza valdostana è contenuto un principio che non ci appartiene, molti nostri iscritti ci hanno chiesto di intervenire poiché non hanno condiviso il provvedimento, giudicato invece grave quanto inopportuno, con conseguenze ideologiche che travalicano i limiti regionali.
Vogliamo allora sottolineare che:
– La montagna è un luogo libero, in cui nessuno ha più diritto di un altro di stare.
– Partecipare ad uscite o corsi tenuti dai professionisti della montagna deve rimanere una scelta e non un obbligo.
– Le Guide alpine, tra gli altri compiti, hanno quello di formare le persone che accompagnano per essere consapevoli e riconoscere i pericoli, e, anche se grazie alle competenze che abbiamo riusciamo ad avvicinarci molto, il rischio zero non esiste, per il semplice e splendido fatto che tutte le nostre attività sono svolte in un ambiente naturale non controllato e gestito.
13 dicembre – Il Club Alpino Accademico prende una dura posizione contro il provvedimento della Regione Valle d’Aosta.
Lo fa con un articolo pubblicato sul sito clubalpinoaccademico.it dall’inequivocabile titolo: L'INACCETTABILE PROVVEDIMENTO LIBERTICIDA DELLA REGIONE VALLE D’AOSTA SULLO SCIALPINISMO
«Se la finalità è quella di limitare le potenziali necessità di interventi di soccorso e sanitari in questo momento delicato, la decisione appare incomprensibile sulla base dei dati statistici: le valanghe, anche di recente e anche proprio in Vda, hanno colpito sia praticanti privati sia gruppi accompagnati da professionisti – si legge - Se viceversa la finalità, comunque non dichiarata, è quella di supportare una categoria professionale che sicuramente soffre disagi in questa situazione, la decisione appare arbitraria, discriminatoria e persino autolesionista in prospettiva futura. Possiamo infatti immaginare che anche una volta riaperta la Regione i turisti, nel dubbio o per presa di posizione, possano indirizzarsi a zone diverse, dove la libertà di movimento in montagna non ha subito queste limitazioni». L’articolo chiama poi a una presa di responsabilità del mondo della montagna: «Il rischio si limita con politiche che promuovano attivamente la conoscenza, la cultura, la formazione e l’autoresponsabilità, riassegnando ai singoli la responsabilità delle loro scelte e l’assunzione delle conseguenze che ne derivano.
Questo non toglie, naturalmente, che i singoli comportamenti dettati da colpevole incoscienza o incapacità, da chiunque posti in essere, possano, e anzi debbano, essere sanzionati sotto tutti i profili. Solo l’opposizione attiva, dura e senza sconti dell’intero mondo alpinistico a questo pericolosissimo precedente di limitazione arbitraria alla libertà delle persone potrà garantire per il futuro il mantenimento di quella libertà di accesso alla montagna che è presupposto non negoziabile di ogni esperienza alpinistica».
13 dicembre – Il CAI contro l’ordinanza della Regione Valle d’Aosta
Il Club Alpino Italiano prende posizione contro l’ordinanza regionale valdostana con un comunicato stampa:
Proprio nel momento in cui, causa il fermo degli impianti di sci, si apre la possibilità di promuovere attività alternative, ben distribuite nel territorio e tali da evitare assembramenti di sorta, non invasive e supportate solo dalla neve vera, quella che non richiede cannoni e drenaggi di immani quantità d’acqua, in Valle d’Aosta ci si confronta con l’ordinanza 552 dell’11 dicembre del Presidente della Regione.
Si tratta di un provvedimento che, pur di breve durata (ma potrebbe essere reiterato!) e ferma la generale possibilità di svolgere sport e attività motorie, va a penalizzare espressamente lo scialpinismo, che tra le forme di frequentazione della montagna invernale è certamente tra le più note ed identitarie, limitandone l’esercizio solo "con l’accompagnamento di guida alpina o maestro di sci", così vietandolo anche ai valligiani di comprovata capacità ed esperienza, e sono i più, che di essere accompagnati non necessitano affatto.
«A nostro avviso - osserva il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti - pur rispettandosi le intuibili motivazioni sottese a provvedimenti a tutela della salute pubblica, non si riesce assolutamente a cogliere qualsiasi ragionevolezza nel criterio discriminatorio adottato, peraltro di dubbia utilità per gli stessi professionisti che, notoriamente, non è nell’ambito territoriale che attingono la loro clientela».
«Del resto - prosegue Torti - lungi dal sentirsi favorite da questa scelta, non poche Guide alpine e non solo valdostane hanno espresso disagio e disappunto per questo provvedimento che desta un diffuso allarme per quanto potrebbe comportare in tema di libertà di accesso alla montagna».
Da qui «l’auspicio che questa scelta, che si confida venga contenuta nell’attuale previsione temporale, non venga reiterata negli stessi termini: se si teme che un eventuale incidente possa avere ripercussioni su una sanità sottoposta a stress, non è discriminando tra i potenziali frequentatori che si ottiene il risultato di escluderne l’eventualità».
Assegnati i titoli italiani individuali giovanili
Pronostici rispettati nelle otto categorie che hanno animato i Campionati italiani giovani individuali di scialpinismo, che per la quarta volta sono andati in scena a Vermiglio, in alta Val di Sole, grazie all’organizzazione dello Sci club Brenta Team. A mettersi al collo la medaglia d’oro tricolore sono stati infatti atleti già in nazionale o che nella passata stagione avevano dimostrato di avere qualcosa in più rispetto agli avversari. I campioni 2021 classic di skialp rispondono ai nomi di Giulia Murada e Andrea Prandi nella categoria under 23, Samantha Bertolina e Luca Tomasoni nella under 20, Noemi Junod e Luca Vanotti nella under 18, quindi Vanessa Marca e Martino Utzeri nella under 16.
Un’edizione dei Campionati italiani che per la prima volta ha assegnato i titoli nella nuova classificazione per età, aggiungendo di fatto una categoria fra i Cadetti, e che ha avuto come teatro il centro del fondo di Vermiglio, dove sono state allestite nel pieno rispetto delle regole anti assembramento le zone partenza e arrivo. Tutte le sfide di categoria hanno visto affermazioni perentorie, a partire dalla under 23 maschile su un tracciato di 12,5 km e 1.433 metri di dislivello con quattro salite, dove Andrea Prandi dell’Alta Valtellina ha chiuso la sua prestazione con il tempo di 1h33’56”, precedendo di 1 minuto e 1 secondo Giovanni Rossi del Lanzada, quindi terzo il valdostano Sebastien Guichardaz a oltre 4 minuti.
Fra le pari età, su uno sviluppo di 8.260 metri e 1.019 metri di dislivello, scontata affermazione per la valtellinese di Albosaggia Giulia Murada, che ha fermato il cronometro sul tempo di 1h18’16”, precedendo di 4’12” la fassana Giorgia Felicetti, quindi terza l’altra trentina Valeria Pasquazzo. Nell’attesa categoria under 20 il bergamasco del Presolana Luca Tomasoni, leggermente staccato dai primi nel tratto iniziale, ha poi ritrovato il ritmo ed ha superato gli avversari incrementando il vantaggio sullo stesso percorso delle under 23 donne e chiudendo con 27 secondi su Alessandro Rossi del Lanzada, quindi terzo il vincitore di dodici mesi fa, il vicentino Matteo Sostizzo dello Sci club Schio a 1’31”.
Passando alla under 20 femminile, l’interminabile sfida fra Samantha Bertolina e Lisa Moreschini questa volta ha visto primeggiare la valtellinese, che ha dimostrato di avere un ritmo superiore lungo i 7.620 metri di sviluppo e 855 di dislivello, infliggendo un distacco di 1’47” alla solandra di Peio e portacolori del Monte Giner, mentre sul terzo gradino del podio con un distacco importante troviamo Katia Mascherona dell’Alta Valtellina. Identico percorso per la categoria più partecipata, la under 18, dove come dodici mesi fa si è imposto Luca Vanotti del Lanzada, con 55 secondi di vantaggio su Tommaso Colombini dell’Albosaggia e 1’06” sul suo compagno di squadra Gabriele Bardea. Fra le pari età si è invece imposta la valdostana Noemi Junod dello Sci club Valgrisenche, capace di precedere di 29 secondi Manuela Pedrana dello Sci club Alta Valtellina e di 48 secondi Noemi Gianola del Premana.
Infine fra i Cadetti under 16 in campo maschile affermazione del premanense Martino Utzeri, con 43 secondi di vantaggio su Mirko Migliorati della Presolana e 55 secondi su Matteo Bazzani del Bagolino, mentre in campo femminile la bresciana Vanessa Marca ha avuto la meglio, al termine dei 3.700 metri con 462 di dislivello, su Irene Gianola del Premana e di 50 secondi su Silvia Boscacci dell’Albosaggia.
Gli organizzatori del Brenta Team hanno allestito anche una sfida promozionale su percorso ridotto per i giovani skialper che intendono avvicinarsi a questa spettacolare disciplina. Vincitori di giornata sono risultati Giulia Visinoni dello sci club Presolana e Federico Pacchiarini del Clusone fra gli under 14, quindi Sofia Bortolotti del Presolana e Gabriel Marca del Bagolino nella under 12.
Il Blogger Contest di Altitudini a quota 110
Sono ben 110 le unità multimediali (racconti brevi, audio storie e racconti illustrati) inviate per partecipare al Blogger Contest di Altitudini, tra i più seguiti e partecipati appuntamenti di scrittura multi-media dedicati alla montagna. Fin dalla prima edizione, l’idea che ha animato il Blogger Contest è stata di andare oltre la classica dinamica del concorso per costruire una piattaforma di scambio, d’incontro e comprensione reciproca. La nostra vita è un intreccio di storie, il Blogger Contest da nove anni intercetta il desiderio (e la necessità) di raccontarle con una polifonia di voci sulla montagna unica nel suo genere. In questa edizione veniva chiesto di partecipare con un reportage narrativo, un genere letterario in cui l’autore ha fatto esperienza diretta dei fatti e li descrive attraverso gli strumenti narrativi. Nelle 110 unità multimediali c’è di tutto: montagna alpina e appenninica, quella delle isole, dei viaggi a due passi da casa e sulle grandi montagne himalayane; lunghi cammini e pedalate, facili escursioni e impegnative ascensioni e scialpinistiche.
In questi giorni la giuria di selezione ha iniziato l’esame delle storie che passano alla fase finale. La selezione avviene attraverso criteri di coerenza al tema del contest e qualità complessiva dell’opera. Le storie finaliste verranno poi giudicate dalla giuria di premiazione, della quale fa parte anche Simona Righetti, direttrice della nostra casa editrice, composta inoltre dalla presidente di giuria Luisa Mandrino(autrice e sceneggiatrice), Matteo Melchiorre (storico e scrittore), Ornella Bellucci (giornalista e autrice di audio documentari), Gianluca Costantini (artista-attivista e autore di graphic journalism), Alice Martinelli (vincitrice del Blogger Contest 2019). Dalla collaborazione con Altitudini e dall'esperienza del Blogger Contest è nato anche AA Arcipelago Altitudini, il nuovo prodotto editoriale di Mulatero Editore.
La giuria indicherà 9 vincitori e assegnerà 5 premi speciali, per un valore complessivo di premi offerti dagli sponsor di quasi 6.000 €. I vincitori si conosceranno entro i primi giorni di febbraio, la premiazione invece avverrà in un incontro pubblico da definire la data in base all’evoluzione delle disposizioni relative al Covid-19.
Sono sponsor del Blogger Contest 2020: Ferrino, Suunto, Salomon, Camp, Skialper, AKU, PalaRonda, Alta Via Dolomiti Bellunesi, MonteRosa Edizioni, Giro del Confinale.
Qui tutte le storie: www.altitudini.it/bc/bc20
Qui tutti gli autori: www.altitudini.it/autori-bc2020
Sicurezza: disponibile gratuitamente la guida di Skialper ad artva, pale, sonde e zaini airbag
Sarà l'anno dello scialpinismo? Sicuramente le vendite di attrezzatura sono in aumento e sono diverse le persone in arrivo dalle piste che proveranno a uscire dai resort. Ma la montagna aperta non è come un comprensorio sciistico. Ecco perché abbiamo pensato di dare il nostro contributo a creare una cultura della sicurezza mettendo a disposizione di tutti, gratuitamente, le 40 pagine della Buyer's Guide dedicate all'argomento, che potete comodamente consultare con lo sfogliatore qui sotto. Trovate l'introduzione all'utilizzo di artva, pala, sonda o zaino airbag e le schede dei 46 migliori prodotti divisi per categorie. Si tratta di una presentazione e non di un test. L'introduzione è stata realizzata con la consulenza della Guida alpina Giuliano Bordoni. Allertare i soccorsi è importante per l’eventuale assistenza medica e ospedalizzazione, ma possiamo contare solo sulla nostra attrezzatura da autosoccorso e su esperienza e affiatamento del team per salvare vite. Ecco perché è importante essere sempre preparati. Oltre all'estratto dalla Buyer's Guide, potete sfogliare anche le 16 pagine delle linee guida per la ricerca e il recupero delle vittime da valanga tramite apparecchi ARTVA realizzate in collaborazione con la Guida alpina Maurizio Lutzenberger e la breve guida alla ricerca in valanga curata dalla Guida alpina Giuliano Bordoni e pubblicata sulla Buyer's Guide 2019.
Buona lettura.
Domenica a Vermiglio è tempo di Campionati italiani giovanili
Tutto pronto a Vermiglio (TN) per i Campionati italiani giovanili individual di scialpinismo di domenica 10 gennaio. Lo staff dello Sci club Brenta Team, nonostante l’abbondante nevicata di questi giorni, sta allestendo i tratti di inversioni e i vari passaggi in quota che variano a seconda della categoria come da regolamento federale, che fra le altre cose prevede il debutto di una nuova organizzazione per classi di età.
Per la prima volta nella storia dello skialp italiano verranno infatti assegnati 8 titoli tricolori, maschili e femminili delle categorie under 16, under 18, under 20 e under 23, due in più rispetto al passato. Senza dimenticare che in abbinata è prevista una sfida promozionale per under 12 e under 14.
Proprio per questo motivo sono attesi oltre 250 giovani skialper provenienti da tutti i Comitati d’Italia. Favoriti per la vittoria finale i giovani inseriti nelle squadre nazionali e già in evidenza nel primo atto della Coppa del Mondo nella vicina Ponte di Legno, Giulia Murada, Giorgia Felicetti, Andrea Prandi, Sebastien Guichardaz e Giovanni Rossi fra gli under 23, quindi Samantha Bertolina, Lisa Moreschini, Silvia Berra, Luca Tomasoni, Matteo Sostizzo, Pietro Festini Purlan fra gli under 20.
I percorsi di gara prevedono uno sviluppo di 3.700 metri per le Cadette, caratterizzato da due salite, per un dislivello positivo totale di 462 metri. Cadetti maschi e Junior donne, invece, copriranno 7,620 chilometri e 855 metri di dislivello positivo, suddivisi in tre salite. Tre saranno anche le ascese per Junior maschi e Under 23 donne, che si sfideranno su un tracciato di 8,260 chilometri e 1.019 metri di dislivello. Più lungo il percorso per gli Under 23 maschi, chiamati a coprire 12,5 chilometri e 1.433 metri di dislivello positivo, distribuiti su quattro salite.
Il programma prevede sabato 9 gennaio (dalle 17 alle 20) gli accrediti e distribuzione pettorali presso il polo culturale comunale di Vermiglio, mentre la riunione di giuria e dei capi squadra si terrà alle 18. Le gare sono tutte in calendario per domenica 10 gennaio: cuore pulsante dell’evento sarà il centro del fondo di Vermiglio, sede di partenza e arrivo di tutte le competizioni in programma. Alle 9 si svolgerà la gara promozionale under 12 e under 14, che anticiperà di 30 minuti lo start delle gare under 16 e under 18 maschili e under 20 femminili (ore 9.30), con under 16 e under 18 donne chiamate a scattare dai blocchi alle 9.35. Alle 9.45, quindi, sarà la volta di under 20 maschi e under 23 donne, mentre la chiusura spetterà agli under 23 maschi, che prenderanno il via alle 9.55.
Powder to the people
Facciamo un gioco di parole per gli auguri del 2021. Powder to the people. Eh sì, questo terribile 2020 – come effetto collaterale rispetto a lutti e disagi, sia chiaro – si è portato via anche una delle riviste simbolo di un modo di interpretare la montagna e lo sci, la statunitense Powder. Anche per uscire di scena ci vuole stile. E l’ultimo numero di Powder, in distribuzione dallo scorso 20 novembre, è come una linea inaspettata e da fuoriclasse disegnata da Doug Coombs nella powder dell’Alaska. Powder 40.2 esce con una copertina che è la celebrazione moderna della prima cover, del 1972: uno sciatore che volteggia in aria, sullo sfondo della luna. Virata in bianco e nero, con lo stesso logo e lo stesso strillo annual portfolio of the other ski experience. L’alfa e l’omega, quella forza rivoluzionaria dell’uscita 1 del volume 1 celebrata con uno scatto di Nic Alegre che aggiorna lo stile sciistico e cita alla perfezione la foto originaria, con il dettaglio da intenditori della luna duplicata più piccola nell’angolino in alto a sinistra.
Su Skialper 133 di dicembre-gennaio abbiamo voluto dare il nostro tributo a un media che era diventato barometro culturale del mondo della neve con un’intervista all’ultimo capo redattore, Sierra Shafer, e pubblicando alcune delle copertine più originali.
«Nei nostri 49 anni come The Skier's Magazine, abbiamo cercato di essere una rappresentazione onesta dello sci in neve fresca. A volte abbiamo mancato il bersaglio, ma nel nostro sforzo di trovare e raccontare le storie più essenziali dello sci, avere una voce autentica - da parte degli sciatori e per gli sciatori - è stato l’obiettivo» ha detto Shafer. «Non ci sarà mai più un altro Powder Magazine. Però, se vinceremo la nostra battaglia contro il cambiamento climatico e il coronavirus, ci sarà sempre lo sci. Finché ci saranno sciatori, ci saranno storie da raccontare - chi siamo, come lo facciamo, perché lo facciamo -. Nell'industria dello sci si comincia a vedere la luce in termini di inclusione di storie su sciatori provenienti da contesti più diversi. Non possiamo smettere di farlo; c'è ancora tanto lavoro per rendere lo sci un luogo sicuro e inclusivo non solo per sciatori bianchi, ricchi ed eterosessuali. Ecco perché perdere qualsiasi piattaforma, non solo Powder, sarebbe devastante per l'industria dello sci e per la nostra comunità». Chiudiamo l’anno con questo augurio, che lo sci «diventi un luogo sicuro e inclusivo non solo per sciatori bianchi, ricchi ed eterosessuali».
Noi di Skialper ci siamo e andremo avanti per la nostra strada, cercando di andare oltre l’apparenza delle cose, cercando le storie e l'autenticità. E contiamo anche sul vostro sostegno. Buon 2021 e, visto che là fuori la neve non manca, powder to the people!
Sciare al tempo del Covid-19
Limitazioni, distanziamento, paure. Lockdown permettendo, potrebbe essere l’inverno dello scialpinismo. Sarà davvero così? Ne parliamo diffusamente su Skialper 133 di dicembre-gennaio in un dossier di 60 di pagine, partendo dalla situazione generale, dai dati economici, per poi analizzare le prospettive con i professionisti, le Guide alpine, e i negozianti. E per affrontare le tematiche della sicurezza e i consigli per iniziare, dalla tecnica (con i suggerimenti di Alberto Casaro), all’abbigliamento e all’attrezzatura, che trattiamo anche nelle pagine dedicate al must have dove abbiamo divido sci e scarponi per tipologia di newcomer. Oltre 40 attrezzi perfetti per chi sa già sciare, anche bene, e vuole provare a mettere il naso fuori dalle piste. In mezzo a tanta incertezza, l’unico dato certo è che lo scialpinismo era già uno sport con numeri in crescita prima della pandemia e l’inverno diverso che stiamo vivendo ha dato un’ulteriore spinta. Prima dei lockdown autunnali è stata una corsa all’acquisto di sci e scarponi, che si è poi fermata ma ora è difficile trovare attrezzatura da skialp perché spesso è andata esaurita. Però regna l’incertezza sul futuro, anche quello prossimo. Così le Guide alpine si sono organizzate e hanno adattato i loro programmi, per esempio trasformando in streaming le lezioni teoriche in presenza e promuovendo i corsi con quattro-cinque uscite per iniziare, proposti a poche centinaia di euro. L’importante è adattare la propria tecnica alla neve polverosa o rovinata ma non battuta e magari individuale set-up che possa funzionare sia dentro che fuori. «Al netto di tutto, e soprattutto di ragionamenti oggi impossibili da fare, resta allora una sensazione - scrive Veronica Balocco nell’introduzione - Qualcosa comunque cambierà. Tanti o pochi che siano, un po’ per la paura della malattia, un po’ sulla scia di tendenze già in atto, un po’ invogliati dalle restrizioni, i migranti esisteranno. E la loro transizione alle discipline più free, meno socialmente invasive, farà la differenza di un’intera stagione. Soprattutto in termini di approccio, sicurezza, formazione e preparazione. Le voci dall’interno, quelle che seguono la filiera intera, dall’acquisto alla pratica, confermano che sarà così».