Nuovo General Manager in La Sportiva
Cambio nel management dell'azienda trentina: lascia dopo 19 anni il general manager Lanfranco Brugnoli ed entra, nello stesso ruolo, Marcello Favagrossa. A seguire il comunicato ufficiale dell'azienda.
Da piccolo laboratorio artigianale alla sua fondazione nel 1928 per mano di Narciso Delladio, ad azienda innovatrice che ha cambiato con i suoi prodotti i modi di andare in montagna sotto la guida di Francesco Delladio fino ad arrivare all’espansione sui mercati internazionali grazie all’attuale CEO e Presidente Lorenzo Delladio, affiancato per oltre 19 anni dal GM uscente, per raggiunti requisiti di quiescenza, Lanfranco Brugnoli.
Con Lorenzo e Lanfranco ai vertici, l’azienda della Val di Fiemme, in Trentino, ha visto negli anni una crescita costante a doppia cifra ed un riposizionamento da azienda calzaturiera a brand globale con l’espansione nel settore dell’abbigliamento tecnico da montagna ed il consolidamento sui mercati strategici quali Nord America e Cina. «A Lanfranco va tutta la mia gratitudine – dice Lorenzo Delladio – per aver affiancato la nostra Famiglia facendola crescere giorno dopo giorno con grande dedizione, sensibilità e responsabilità. In meno di 20 anni siamo passati dall’essere un marchio di nicchia per appassionati della montagna ad un brand distribuito in oltre 70 Paesi e con la massima attenzione agli aspetti ambientali e sociali. Un percorso che traccia la via per la prossima generazione famigliare e manageriale».
Marcello Favagrossa, 55 anni, laureato in Economia e Commercio, vanta una consolidata esperienza nel marketing di importanti aziende internazionali e strutturate in vari settori e una carriera internazionale come General Manager che lo ha visto a lungo negli Stati Uniti. «Marcello trova un’azienda solida – aggiunge Delladio – in costante crescita e con un piano di sviluppo ambizioso. In questo percorso sarà affiancato da me e dai miei figli, che si preparano a guidare l’azienda nei prossimi anni». All’interno di quello che è stato definito da La Sportiva il progetto Climbing to Excellence, nome che ricorda la vocazione per il mondo verticale, l’azienda ha lavorato ad una profonda riorganizzazione dei processi aziendali introducendo nuove figure in tutti i reparti chiave, capaci di generare valore per l’azienda. L’area marketing in particolare ha assunto un ruolo centrale con la nomina di Giulia Delladio, quarta generazione della famiglia, al ruolo di Corporate Marketing Director.
«Uno dei focus fondamentali oggi – aggiunge Giulia Delladio – è la sostenibilità a tutti i livelli: dal prodotto al processo, passando per le scelte quotidiane di dipendenti, collaboratori e fornitori. Vogliamo che gli appassionati del nostro marchio e tutti coloro che contribuiscono al suo sviluppo, possano sentirsi orgogliosi di rappresentarlo, vestirlo e calzarlo»
La nuova struttura ha ora il compito di raggiungere gli obiettivi strategici attraverso una crescita sostenibile e la valorizzazione del patrimonio di competenze costruito negli anni.
La Pierra Menta è affare italiano
Relegata a un'unica tappa, solo per gli atleti nazionali, la Pierra Menta 2021 è andata in scena ieri ed era valida come ISMF-LGC World Championships LDT cioè Mondiale Lunghe Distanze. Certo la Pierra 'pandemica' perde il fascino della grande classica, ma con i titoli mondiali in palio è stato agonismo vero e l'Italia ha trionfato. Tra gli uomini il successo è andato a Michele Boscacci e Davide Magnini sugli svizzeri Bonnet-Marti. Terzo gradino del podio per gli altri azzurri Nadir Maguet e William Boffelli davanti agli austriaci Hoffman-Herrmann e alla coppia Robert Antonioli-Matteo Eydallin. Ancora meglio nella classifica femminile, con Alba De Silvestro e Giulia Murada davanti a Ilaria Veronese e Mara Martini. Terze le francesi Axelle Gachet Mollaret e Lorna Bonnel, quarte le svedesi Tove Alexandersson e Fanny Borgstrom, quinte Giulia Compagnoni e Katia Tomatis.
Axelle Mollaret: «non mi sarei aspettata di tornare in forma così velocemente»
Voce del verbo vincere. Fuoriclasse indiscussa, stile inconfondibile, al secolo Axelle Mollaret. Resilienza, umiltà e tenacia sono il suo mantra, collezionare ori, coppe e mondiali, la routine. Campionessa del mondo individual e vertical ai Mondiali di Andorra gli ultimi successi. Il suo destino è tracciato nel palcoscenico della Grande Course: nata e cresciuta a Arêches-Beaufort, teatro della Pierra Menta, la tigre delle nevi francese è sposata con Xavier Gachet, con il quale ha avuto un bambino da pochi mesi. È rientrata dalla maternità con la grinta e lo spirito di sempre: a confermare che campionesse ci si costruisce anche fuori dalla pista. In estate si mette alla prova con sfide a fil di cielo nel chilometro verticale – giusto per tenersi in forma – e quando toglie gli abiti da campionessa indossa quelli di fisioterapista. Atleta di punta del team La Sportiva da ben cinque stagioni, fa parte della Nazionale Francese di scialpinismo, team che l’azienda della Val di Fiemme veste come main sponsor da tre stagioni. Il suo segreto? Non arrendersi mai.
Quando hai iniziato a fare scialpinismo?
«Ho iniziato a fare scialpinismo con i miei genitori a 11 anni e ho fatto la mia prima gara a 15: da allora non ho mai smesso. Dal 2014 lavoro anche come fisioterapista ad Arêches-Beaufort, il posto che preferisco in assoluto, dove sono nata, vivo e mi alleno ogni giorno. Qui ci sono davvero infinite opportunità per fare scialpinismo ed è il parco giochi per tantissimi appassionati».
Com’è cambiato il mondo dello scialpinismo negli ultimi mesi di pandemia? Come immagini l’espansione di questo sport in epoca Coronavirus, considerando che è una disciplina che permette di mantenere le distanze opportune e rigenerarsi stando a contatto con la natura?
«A causa di Covid19 quest'inverno gli impianti di risalita sono rimasti chiusi e molte persone si sono approcciate per la prima volta allo scialpinismo perché era l'unico modo per poter sciare. Ho parlato con tanti nuovi appassionati davvero entusiasti per aver scoperto questa attività: sono sicura che nei prossimi anni vedremo molte più persone con le pelli sotto gli sci, anche se le stazioni sciistiche saranno aperte».
Lo scialpinismo è una disciplina individuale, ma com'è lo spirito all'interno della Nazionale Francese? C'è più competizione o solidarietà?
«C’è un grande spirito di squadra nella nostra Nazionale, siamo fortunati! Anche se è uno sport individuale e ogni atleta ha i propri obiettivi, sapere di poter contare sull'altro è davvero un nostro punto di forza».
C’un’altra atleta o qualcosa che temi?
«Non temo nessuna rivale perché mi piace la competizione e il confronto. Di certo non sono abituata a perdere una gara, e per questa ragione cerco sempre di dare il massimo in ogni momento».
Hai detto ‘Prenditi il tempo di vivere e di guardare intorno a te. Non avere sempre fretta e fai le cose che ami’. Durante le gare di scialpinismo riesci a prenderti questo spazio? Non sei stanca di rincorrere il tempo?
«No, questa frase è relativa alla vita in generale più che al contesto agonistico. Durante la competizione non mi guardo certo intorno. Rimango concentrata sul mio obiettivo, ma comunque mi rimangono impressi molti ricordi nella memoria».
Oltre che essere un’atleta e una mamma sei anche fisioterapista. Questo lavoro ti aiuta nella tua attività come atleta e nello staccare mentalmente dal mondo dell’agonismo?
«Per me è molto importante svolgere un'altra attività oltre a quella di atleta: così, dopo un fine settimana di gare impegnative, il lunedì mattina ho la possibilità di concentrarmi su qualcos'altro. Di sicuro il know-how e l’esperienza che ho come fisioterapista mi aiutano molto nella mia attività sportiva».
Chi è Axelle Mollaret nella vita di tutti i giorni? Cosa fa nel tempo libero?
«Il problema è che mi manca il tempo libero! Quando riesco mi piace molto trascorrere il tempo con la mia famiglia e gli amici».
Sei sposata con Xavier Gachet, un altro nazionale francese. È un po’ noioso parlare sempre di scialpinismo o questa passione comune rafforza il vostro legame?
«È davvero un'opportunità unica poter condividere la nostra passione: ci spinge reciprocamente a migliorare continuamente, in più agevola anche la nostra organizzazione nella vita di tutti i giorni perché ci permette di comprendere l'altro al volo».
Sei appena rientrata dalla maternità che ti ha fermata a gennaio della stagione 19-20, e sei tornata subito in forma e vai alla grande. Come hai fatto? E cosa hai da dire alle donne che temono che la maternità comporti 'perdersi qualcosa', essere meno performanti (negli allenamenti, in ufficio)?
«Avere un bambino era un mio grande desiderio. Nella mia mente perdere qualcosa significava più non godere di questa nuova vita piuttosto che perdere una gara o una stagione. Sapevo che forse avrei dovuto saltare una stagione, ma l’ho accettato. Inoltre mio figlio è nato ad agosto e penso che sia stato il momento migliore per me in ottica degli allenamenti, anche se di certo non mi sarei aspettata di tornare in forma così velocemente, era una scommessa, e sono orgogliosa di esserci riuscita! Penso che mi accompagni la forza del mio bambino, che continuo ad allattare».
Quale è il tuo prodotto preferito La Sportiva e perché?
«La Sportiva Stratos V, lo scarpone race in carbonio: lo uso ogni giorno ed è il partner che mi aiuta a vincere».
Come immagini il futuro dello scialpinismo? E un’ipotetica gara alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?
«I Giochi Olimpici non sono mai stati il mio primo obiettivo. Ora però posso dire che di certo se lo scialpinismo sarà disciplina olimpica nel 2026 farò di tutto per partecipare».
Come ti vedi in futuro? Prossimi obiettivi a breve e lungo termine?
«Non mi piace guardare troppo lontano. Il mio progetto per ora è mettere su casa e magari sciare con mio figlio, tra qualche anno».
Arriva Salomon S/Lab Pulsar
Quando Kilian Jornet ha vinto nel 2019 alla Sierre Zinal, facendo registrare il record della gara, aveva ai piedi la versione beta della Salomon S/Lab Pulsar. Ora quella scarpa arriva sul mercato, con alcuni presupposti per rivoluzionarlo.
Grazie all'intersuola Salomon più leggera in produzione e alla tomaia anch’essa dal peso piuma abbinata a tecnologie avanzate, è possibile provare l'ebbrezza della velocità in uno dei modelli S/LAB più leggeri di sempre: meno di 170 grammi. Il giusto livello di ammortizzazione nei punti strategici per garantisce una falcata agile nei percorsi trail non estremamente tecnici. Con un fit simile a quello che può generare una calza e con la rete traspirante Matryx rinforzata con fibre aramidiche la scarpa avvolge il piede con straordinaria omogeneità, praticamente come se fosse un guanto. L’intersuola è in schiuma leggera e reattiva creata dal mix ottenuto con EVA e copolimero olefinico a blocchi [OBC], il tutto per offrire un’ammortizzazione a lunga durata e una restituzione dell’energia con un efficace effetto rimbalzo.
Drop: 6 mm (23 mm-17 mm) - Peso: 170 g - Misure: 36-49 - Prezzo: 185 euro
GLI ATLETI SALOMON ITALIANI CHE UTILIZZANO S/LAB PULSAR
Alberto Vender, Andrea Rota, Riccardo Borgialli, Camilla Magliano, Davide Cheraz, Davide Magnini, Federico Presa, Giuliano Cavallo, Giulio Ornati, Luca Carrara, Marco Filosi, Mattia Bertoncini, Pablo Barnes, Riccardo Montani, Riccardo Scalet, Simona Morbelli, Sonia Locatelli e Virginia Olivieri.
Mondiali, nell’individual è triplete azzurro
Tripudio azzurro nella gara più sentita dei Mondiali di scialpinismo, ad Andorra, l’individual. Oggi nella gara Senior maschile oro per uno straordinario Matteo Eydallin davanti a Robert Antonioli e Davide Magnini. Ai piedi del podio lo svizzero Rémi Bonnet e quinto Michele Boscacci. Tra le donne bronzo di Alba De Silvestro, dietro all’argento Tove Alexandersson (SWE) e all’oro Axelle Gachet-Mollaret (FRA). Ai piedi del podio Giulia Muarada, seguita da Ilaria Veronese e Mara Martini. Successi azzurri anche nelle Under 23 (Giulia Murada, argento Giorgia Felicetti), negli Under 23 (Sebastien Guichardaz) e nelle Under 20 (Samantha Bertolina). Negli Under 20 oro per l’austriaco Paul Verbnjak, negli Under18 per lo svizzero Jérémy Muriset e nelle pari età femminili della tedesca Antonia Niedermaier.
Bonnet e Mollaret oro nel vertical, ma gli azzurri si consolano con i giovani e le staffette
Tempo di Vertical oggi ai Mondiali di Andorra e, dopo la scorpacciata di medaglie azzurre di ieri, torna a sventolare la bandiera svizzera con la vittoria di Rémi Bonnet e il terzo posto di Werrner Marti, con il tedesco Anton Palzer che si è inserito al secondo posto. Italia ai piedi del podio con Davide Magnini. settimo Michele Boscacci, ottavo Sebastien Guichardaz, decimo Federico Nicolini e undicesimo Robert Antonioli. Medaglia di legno azzurra anche tra le Senior: Giulia Murada è arrivata quarta ma si consola con l’oro Under 23. Oro per la francese Axelle Mollaret Gachet davanti alla svizzera Victoria Kreuzer e alla svedese Tove Alexandersson. Quinta Giulia Compagnoni. Negli Under 23 successo azzurro con Sebastien Guichardaz, tra le pari età femminili doppietta azzurra con Giulia Murada che ha anticipato Giorgia Felicetti. Tra gli Under 20 invece l’oro è andato all’austriaco Paul Verbnjak. Oro nelle Under 20 per Samantha Bertolina, tra gli Under 18 dell’austriaco Nils Oberauer e tra le Under 18 della tedesca Antonia Niedermaier.
Ieri tripudio azzurro nelle staffette con l’oro di Canclini-Maguet-Antonioli-Boscacci: argento per gl svizzeri e bronzo per i francesi. De Silvestro, Veronese e Martini si sono imposte sulle francesi e sulle svizzere, sull’ultimo gradino del podio. Argento nella staffetta giovanile mista con Samantha Bertolina-Tommaso Colombini-Luca Tomasoni. Oro per gli svizzeri e argento per gli spagnoli.
Strumenti online per calcolare il rischio residuo nello scialpinismo
Esiste un metodo per calcolare il rischio residuo quando si decide di partire per un’escursione sci ai piedi? Rischio residuo perché non è possibile azzerare il rischio. Qualsiasi attività umana, anche semplicemente restare a casa, può essere rischiosa. Il rischio può essere ridotto, adottando specifiche precauzioni, ma ne rimane comunque sempre presente una quota. Senza dimenticare che la base di partenza è la capacità di leggere il bollettino delle valanghe unita all’osservazione e all’esperienza, negli anni sono stati sviluppati alcuni metodi di valutazione e il mondo digitale ha portato altri aiuti, come per esempio il sito Skitourenguru, che si propone di stimare il rischio di valanghe su singoli itinerari di scialpinismo tenendo conto dell’effettivo utilizzo del terreno da parte della community di sciatori fuoripista. Un altro portale che fornisce una serie importante di dati per la pianificazione di una gita è Mysnowmaps, che mette a disposizione un cruscotto della pianificazione con fattori nivo-meteorologici, fattori morfologici, itinerari e dati della community. Si va dalle mappe della neve - con altezza al suolo, quota inizio neve al suolo, precipitazioni previste nelle 72 ore e cadute nelle ultime 72 ore, quota zero termico - allo storico dell’innevamento, dello zero termico e del vento in quota fino alle relazioni di chi è stato recentemente nell’area. Ora sul portale, nell’area pianificazione, è presente anche un’altra interessante funzionalità per calcolare in modo semplice e intuitivo il rischio residuo con il Metodo delle riduzioni di Munter ed è possibile, registrandosi, scaricare un utile manuale (La pianificazione di un’itinerario fuoripista con Mysnowmaps, di Matteo Dell’Amico), che approfondisce l’argomento. Il Metodo assegna matematicamente un valore di rischio residuo all’itinerario. Nell’idea di Munter è possibile ridurre il rischio potenziale adottando opportune scelte (chiamiamole azioni correttive) sulla scelta dell’itinerario e sul comportamento da applicare sul posto. Queste scelte si traducono in fattori di riduzione (FR) del rischio. I fattori primari riguardano la pendenza massima, mentre quelli secondari l’esposizione prevalente e il grado di frequentazione e quelli terziari il comportamento (numero di persone, distanziamento). Il valore finale è il risultato di una formula matematica spiegata nel dettaglio dal manuale di Mysnowmpas, ma sul portale, inserendo questi dati, è possibile fare una prima valutazione.
Continuano i webinar gratuiti sulla prevenzione e la sicurezza
Non sapete cosa fare questa sera? Niente paura, un buon consiglio ve lo diamo noi, soprattutto se avete iniziato ad avvicinarvi allo scialpinismo e alla montagna aperta in questa stagione invernale: un webinar sulla prevenzione e sicurezza negli sport di montagna. Naturalmente gratuito. L’appuntamento - il primo di una serie di quattro - è per questa sera alle 20,30. Organizzato da Mmove, in collaborazione con Ortovox e Garmin, il progetto Safety First riunisce Guide alpine, nivologi e aziende di riferimento per creare una cultura della sicurezza in un momento in cui la frequentazione della montagna, a causa della chiusura degli impianti, è aumentata esponenzialmente.
Nel menù di questa sera ci sono gli ‘strumenti e le conoscenze per la prevenzione sulla neve’. Interverranno Mauro Girardi di Mmove, il nivologo Gianluca Tognoni (prevenzione su terreno innevato), Giovanni Pagnoncelli di Ortovox (preparazione dello zaino, Luca Sannazzari di Garmin (sicurezza digitale, dispositivo inreach).
Il 26 febbraio di prevenzione nella salita, per scialpinisti e snowboarder, sempre alle 20,30, il 2 marzo si parla di prevenzione per la discesa, il 5 marzo di come muoversi su terreno innevato senza sci.
È possibile iscriversi al primo seminario a questo link, mentre per informazioni sugli altri appuntamenti info@mmove.it
Buff Filter Tube ai raggi X
Uscire di casa con la bocca coperta è diventato un gesto istintivo, anche quando si pratica sport, magari non ad alta intensità. Però per chi fa come minimo attività motoria le tradizionali mascherine chirurgiche risultano scomode e soprattutto poco pratiche. Ora, alle numerose mascherine sportive lavabili, si è aggiunto lo scaldacollo Buff Filter Tube, con una piccola tasca dove inserire un filtro sostituibile. Nell’aspetto è in tutto simile a un normale Buff, anche perché la tasca è all’interno e quindi non evidente. Ma… ma c’è un’altra differenza, il trattamento antibatterico Heiq Viroblock. Abbiamo provato a lungo Buff Filter Tube a lungo, sia con gli ultimi tepori autunnali, sia in pieno inverno, con temperature a cavallo degli zero gradi, correndo o sciando. Scoprendo che…
Unbox
Buff Filter Tube viene venduto con una confezione da 5 filtri che sono poi acquistabili a parte con ricariche da 30. Disponibile in 17 diversi design, Filter Tube costa 23,95 euro, mentre le ricariche si pagano 15,01 euro.
Sul campo
Per chi è abituato a indossare un normalissimo Buff non c’è praticamente nessun feeling diverso. La presenza del filtro non restituisce una sensazione tanto diversa, non creando particolari problemi alla respirazione ed essendo meno ‘invasivo’ di diverse mascherine, anche sportive, naturalmente per attività non troppo intense. Si posiziona, come comfort respiratorio, sui valori più alti di La Sportiva Stratos Mask, che in precedenti prove ci è sembrata tra le meno invasive dal punto di vista della respirazione, però si percepisce una maggiore leggerezza. Con temperature miti non si soffre troppo, quando fa freddo si tiene volentieri il Buff sulla bocca anche se non ce n’è bisogno perché è a tutti gli effetti… uno scaldacollo, seppur non nella versione più calda e pesante del marchio. A conti fatti (però noi non l’abbiamo utilizzato con questa funzione) potrebbe essere anche pratico da usare in città in inverno. La sostituzione dei filtri (consigliata dopo ogni utilizzo intenso, ma comunque utilizzabili per un giorno intero) è molto veloce e semplice e richiede qualche secondo. A realizzare i filtri è Ahlstrom-Munksjö, che dichiara la rispondenza alla norma EN14683:2019 delle maschere chirurgiche di tipo I e II e un’efficienza di filtrazione del 98%, anche se lo scaldacollo non è certificato come dispositivo medico o di protezione individuale. Unico contro è che, dopo un’attività sportiva prolungata, il Buff può bagnarsi per un po’ di condensa, ma non è un effetto mai troppo fastidioso.
Buff Filter Tube e i ricambi sono in vendita sul sito www.nov-ita.com
Garmin lancia Enduro, il gps sportivo da polso per l'ultra-trail
Durata della batteria, resistenza e leggerezza. Sono i requisiti richiesti da chi va più lontano, dagli ultratrailer. Però fino a oggi non esisteva un gps sportivo da polso pensato appositamente per le lunghe distanze e gli sport endurance. Ci ha pensato Garmin con il nuovo Enduro, già disponibile in vendita.
L’impiego dell’innovativa lente a ricarica solare Power Glass, in grado di sfruttare l’energia della luce solare per garantire una durata della batteria ancora più estesa, permette di avere ancora più tempo da dedicare alla propria attività sportiva. In modalità Smartwatch, Enduro garantisce 50 giorni di autonomia che si estendono a 65 con la ricarica solare. In modalità Battery Save mode partiamo da 130 giorni di durata e possiamo arrivare addirittura fino all’anno di autonomia con l’adeguata esposizione al sole. Ma è in modalità GPS che il prodotto stupisce permettendo, con la ricarica solare, un uso continuo fino a 80 ore dalle 70 ore minime garantite e, infine, modalità Max battery GPS mode fino a 300 ore di utilizzo.
Enduro prevede un design pensato appositamente per garantire il massimo comfort una volta indossato, a partire dal nuovo cinturino UltraFit in una trama di nylon elasticizzato, assicurato al polso da una serie di chiusure a strappo regolabili. Con cassa da 51 mm di diametro in fibra di polimero rinforzato, è disponibile in due versioni: con lunetta e fondello in acciaio, e in titanio rivestito DLC, sinonimo di leggerezza e resistenza. I materiali utilizzati forniscono a Enduro un peso senza precedenti: 72 grammi nella versione in acciaio e solo 58 grammi nella versione in titanio. Entrambe le versioni dispongono di un display always on da 1.4’’ pollici, e una risoluzione di 280x280 pixel, protetto da una robusta lente resistente a qualsiasi condizione, ottimizzata per consentire la chiara lettura dei dati registrati all’aperto e in ogni condizione di luminosità.
Anche le funzioni sono state adattate alle esigenze degli sportivi endurance.
Stima VO2 Max Trail Running: analizza il dato in base alle prestazioni di corsa e in relazione alla tipologia del percorso, della temperatura e dell’altitudine. Questo perché sulla stima del dato V02 Max influisce la variabilità dell’ambiente e del terreno dei percorsi di trail-running.
ClimbPro Trail: l’utile funzione in grado di mostrare la dinamica del profilo altimetrico e delle salite che si stanno affrontando e il quadro complessivo di tutte quelle previste sul tracciato. Informazioni su pendenza, distanza e dislivello ma non solo. Enduro mostra anche informazioni sui tratti in discesa. Un importante strumento di assistenza all’atleta per modulare l’intensità di corsa e migliorare le sue prestazioni.
Ultra Run App: attraverso questa nuova opzione, l’atleta dispone di un vero e proprio timer per tenere traccia del tempo trascorso durante le soste di riposo nelle basi vita monitorando costantemente come queste stiano influendo sul tempo di gara.
Mountain bike: integrate le dinamiche di analisi relative alle uscite in MTB, tra cui i dettagli sulla capacità di conduzione e guida del mezzo tramite i dati FLOW e GRIT.
Recupero: dare al corpo il tempo di recuperare durante una gara, così come tra le sessioni di allenamento, è fondamentale per qualsiasi attività sportiva, ma lo è maggiormente per gare che mettono alla prova la nostra resistenza. Enduro, utilizzando informazioni sulle metriche fisiologiche registrate prima e dopo le attività, è in grado di fornire all’atleta indicazioni accurate su modalità e tempi di recupero attivi necessari dopo sforzi fisici intensi.
Allenamenti giornalieri consigliati: questa funzione offre una chiara guida sul tipo di allenamento che l’atleta dovrebbe seguire per ottenere massimi risultati. Questo in base al livello di forma fisica dell'utente, allo stato di allenamento, al carico di allenamento ed al recupero, allo stress e al sonno.
Garmin Enduro è disponibile ad un prezzo consigliato al pubblico di 799,99 euro nella versione in Acciaio Silver, e di 899,99 euro nella versione in Titanio Black rivestito in DLC.
www.garmin.com/it-IT
La fine è il mio inizio
«Come l’antica arte giapponese del Kintsugi che ripara con polvere d’oro oggetti rotti là dove hanno le crepe più profonde, così la polvere bianca a Limone ha coperto con eleganza i suoi crepacci terrosi. Osservo questa forza silenziosa e non posso non citare che lui: «Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati». Ernest Hemingway (il mio preferito)».
L’oro bianco, caduto davvero in abbondanza in questo strano inverno su Limone Piemonte, ha davvero coperto le terribili ferite dall’alluvione autunnale, anche se non ha potuto fare nulla contro i lockdown e la pandemia. Per vedere da vicino una Limone diversa Chiara Guglielmina e il fotografo Daniele Molineris hanno messo sci e pelli e radunato una schiera di local nel comprensorio sciistico quanto mai silenzioso. Una gita per entrare nel genius loci, per parlare con i protagonisti, per guardare avanti senza arrendersi. A fare compagnia a Chiara e Daniele la Maestra di sci Sara Tammaro, Andrea Cis Cismondi che, oltre a gestire due rifugi in zona è anche uno dei più apprezzati testatori della nostra Buyer’s Guide, la Guida alpina Alessio Cerrina, Nino Viale, indimenticato autore della prima discesa sul Coolidge al Monviso e gestore dello Chalet Le Marmotte. «Occhi pacati che celano un passato pazzesco gestiscono ora quello Chalet avvolto nel gelo - scrive Chiara -; ma Nino resta ottimista. D’altronde, sto parlando con lo stesso uomo che quando gli dissero, senza indugi, che la sua idea di discesa non era possibile ribatté: «Le cose impossibili si possono anche fare. Altrimenti saranno tali per sempre».
All’altezza dello Chalet delle Marmotte un piacevole fuori programma. «Non faccio in tempo a capire i fatti che, mentre nella mente ripeto Rocca dell’Abisso... Rocca... Abisso.... appagando anche il mio lato nerd, Cis ha già tolto le pelli e sta serrando con foga i ganci degli scarponi pronto a sverginare quella meraviglia. Macchiando per primo il lenzuolo. Per sua sfortuna noi altri siamo altrettanto rapidi e d’un tratto siamo tutti e quattro pronti: i bastoni impugnati, la mascherina (quella bella) calata. Ooh! Woosh! Wow Pow! Pow! Yeah! sono i suoni che emettiamo: come bestie, sciamo facendo versi. Un vociare disarmonico contrasta le linee eleganti che tracciamo con i piedi e, nel complesso, lo spettacolo è unico. Come con tante delle cose più belle, il piacere tanto atteso è consumato in fretta, ma il ricordo resta. Dopo quindici curve scarse di pura estasi, incolliamo le pelli alle solette finalmente appagate e risaliamo da dove siamo scesi».
Su Skialper 134 di febbraio-marzo un reportage di 19 pagine su Limone Piemonte. Da non perdere.
SCARPA lancia il Green Manifesto
SCARPA punta sull'ambiente con un ambizioso piano che prevede l'utilizzo di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili certificate, la formazione del personale della sede italiana e la presenza in azienda della figura del Sustainability Ambassador. A seguire il comunicato ufficiale dell'azienda.
SCARPA, azienda italiana leader nella produzione di calzature da montagna e per le attività outdoor, lancia oggi il suo “Green Manifesto”, impegno programmatico che enuncia i principi sostenibili dell’azienda e li concretizza in nuove iniziative, finalizzate ad allineare l’attività di SCARPA ai migliori standard internazionali.
Le prime azioni sono state intraprese già nell’anno in corso: il 100% del personale della sede italiana di Asolo (Tv) è stato formato su temi di innovazione sostenibile, e un gruppo di 16 Sustainability Ambassador, distribuiti in ogni funzione aziendale, è ora a disposizione dei dipendenti per qualsiasi domanda in materia di sostenibilità. Un analogo progetto è allo studio anche per quanto riguarda le sedi localizzate all’estero. Inoltre, a partire da gennaio 2020, il 100% dell’energia elettrica utilizzata in Italia proviene da fonti rinnovabili certificate, consentendo di neutralizzare la produzione di una quantità di CO2 di circa 1000 tonnellate ogni anno. Un impegno che si rafforza, a partire da inizio 2021, con l’utilizzo esclusivo di energia da biomassa vegetale a basso impatto. A ciò si somma il risparmio di emissioni già ottenuto grazie agli impianti fotovoltaici installati sulla sede SCARPA, che verranno rinnovati e ampliati nei prossimi mesi.
Sono queste le prime iniziative di un programma che renderà SCARPA sempre più all’avanguardia nelle pratiche sostenibili, anche attraverso il lancio nel 2021 di nuovi prodotti altamente eco-friendly. La base di partenza sono i valori su cui l’azienda ha costruito il suo successo, che ora il “Green Manifesto” rende espliciti tramite una nuova interpretazione dell’acronimo S.C.A.R.P.A, che diventa anche un acrostico.
“S” rappresenta la Sostenibilità, a sottolineare l’imperativo che SCARPA, da sempre azienda che vive la montagna e la natura, vuole porsi aderendo ai migliori standard internazionali e dandosi obiettivi concreti e misurabili.
“C” simboleggia invece la Cura, intesa innanzitutto come quella con cui vengono realizzate le calzature SCARPA, evitando l’obsolescenza programmata e offrendo anche servizi di risuolatura per dare una seconda vita ai prodotti. Il fatto che circa il 60% della produzione avvenga in Italia permette poi di ridurre al minimo gli impatti associati agli spostamenti logistici, e assicura l’applicazione di standard di gestione e qualità elevati.
Aria è la parola associata alla prima “A”: da una parte perché la vocazione dell’azienda è l’outdoor, l’aria aperta, uno stile di vita attivo ma al tempo stesso contemplativo; dall’altra per evidenziare l’impegno a ridurre al minimo le proprie emissioni dannose per l’ambiente.
“R” come Rispetto, inteso ovviamente come rispetto per la natura, ma anche come fondamento della convivenza tra gli esseri umani: dunque conoscere e rispettare le regole, adottare i migliori standard qualitativi, certificare le eccellenze. SCARPA è una delle rare aziende del mondo footwear a produrre oltre l’85% dei prodotti in fabbriche di proprietà, e in grandissima parte in Europa. Questo permette un controllo diretto e puntuale sulle pratiche sociali e ambientali adottate, con particolare attenzione anche alla salute e alla sicurezza dei lavoratori.
“P” di Performance, sottolinea la passione di SCARPA per la creazione di prodotti altamente innovativi e all’avanguardia, testimoniata dai notevoli investimenti in Ricerca e Sviluppo (circa il 5% del fatturato). Una spinta innovativa che l’azienda vuole rivolgere sempre di più al trovare metodi di produzione e materiali ecosostenibili, sull’esempio del Pebax® Rnew, il materiale totalmente biologico e riciclabile che SCARPA ha utilizzato per prima nei suoi scarponi da scialpinismo.
Infine, la seconda “A” richiama il valore dell’Autenticità, ossia il voler essere trasparenti, senza filtri, forti di un lungo cammino - iniziato oltre 80 anni fa - in cui l’azienda ha costruito la sua unicità e un rapporto sincero con partner, atleti e clienti.
Oltre a sintetizzare questi valori, il “Green Manifesto” di SCARPA vuole rappresentare anche una dichiarazione di intenti per il futuro, uno standard a cui l’azienda desidera attenersi ed essere responsabile di fronte al mondo. “Per noi questo manifesto è un prendere consapevolezza di cosa è SCARPA oggi, per poter immaginare cosa sarà SCARPA domani,” spiega il presidente Sandro Parisotto. “Da sempre, vivendo le montagne, abbiamo spontaneamente sviluppato una cultura di rispetto per l’ambiente e ora vogliamo darle una struttura più definita, affinché i nostri valori possano trasformarsi in un contributo concreto ed efficace alla custodia della natura e al benessere della società.”
https://www.scarpa.net/green-manifesto