Sabato la venticinquesima edizione del Lunarally

Sabato 24 febbraio appuntamento con la venticinquesima edizione del Lunarally, raduno in notturna organizzato dal Cai Pezzo-Pontedilegno che per la prima volta non prevede l’utilizzo del cronometro. Il via alle ore 19 nei pressi del Sacrario Militare al Passo del Tonale, riproponendo il tracciato originario che condurrà i partecipanti alla Cima Tonale Occidentale: un percorso di 9,5 km con un dislivello positivo di 800 metri. Anche quest’anno il Lunarally fa parte dei Raduni delle Valli del Noce che riuniscono alcune prove della Val di Sole, della Val di Non e dell’Alta Valle Camonica, con l’obiettivo di promuovere lo ski-alp, sostenendo, con parte del ricavato, alcuni progetti di solidarietà.


Spettacolo Millet Tour du Rutor Extrême

«Ore 7, martedì 23 gennaio, Bonne, frazione di Valgrisenche. Marco Camandona prepara l’attrezzatura prima di partire per un allenamento sui pascoli che sovrastano la frazione di Arp Vieille. Con lui tre giovani saette dello sci club Corrado Gex. Ogni scusa è buona per unire i suoi due hobby, quello di responsabile tecnico dello sci club valdostano, tra i più forti nello skialp. E quello di responsabile tecnico del Millet Tour du Rutor Extrême, probabilmente una delle gare più impegnative in assoluto a livello organizzativo». Inizia così l’articolo sul numero 116 di Skialper di febbraio-marzo sul Millet Tour du Rutor Extrême, in programma il 23, 24 e 25 marzo prossimi. Il fotografo Stefano Jeantet è stata sui percorsi della mitica gara valdostana in compagnia del patron della gara, Marco Camandona.

©Stefano Jeantet

VERSO ARP VIEILLE - Il percorso nel bosco rado di larici che abbiamo seguito passa dalle poche case di Arp Vieille. Siamo in una conca molto ampia, circondati da una corona di montagne ma con panorami molto aperti, quasi canadesi. La scelta di passare di qui non è casuale, perché ci sarà uno dei posti tappa previsti per i tifosi che saliranno lungo il percorso a seguire gli atleti. È un’iniziativa già sperimentata nelle scorse edizioni con successo: a ogni tappa c’è un simpatico gadget di uno sponsor. La salita si fa più ripida. Marco e i ragazzi scappano via veloci. La montagna si apre, il bosco finisce e inizia l’incanto dei grandi spazi, dei dolci pendii bianchi e delle ripide rampe. Il cielo è blu intenso. «A oggi le condizioni sono molto buone, dopo anni avari di neve, quest’anno la materia prima non manca, però è anche una stagione particolare, con sbalzi di temperatura e vento forte, è impossibile sbilanciarsi su come sarà e soprattutto dove passerà la gara». Il Millet Tour du Rutor ha fatto della capacità di cambiare i percorsi anche all’ultimo minuto la sua arma e anche quest’anno non ha senso, a poco più di un mese dalla gara, abbozzare cartine o tracce. Si passerà dove si potrà, cercando di stare più vicini possibili ai percorsi tipo, di fare lo stesso dislivello e sviluppi simili in lunghezza. In fondo che cosa importa quando sei in uno degli angoli di wilderness più belli delle Alpi, lontano da tutto e da tutti e circondato da metri di neve? Basta guardare queste foto per rendersene conto.

@Stefano Jeantet
©Stefano Jeantet

Vaude Trail Spacer 8, arriva lo zaino con struttura a maglia

Vaude ha recentemente presentato lo zaino Trail Spacer, con una capacità di 8 litri e un peso di 475 grammi. Un modello che ha una particolarità: una struttura a maglia 3D. Una lavorazione sempre più utilizzata ultimamente, dalle scarpe all’abbigliamento, e con notevoli vantaggi.

LO SCHIENALE LAVORATO A MAGLIA - La Divisione Ricerca di Vaude a Tettnang ha sviluppato e concretizzato l’idea di un sistema dorsale a maglia tridimensionale per gli zaini. Il Product Manager Florian Schmid spiega: «La struttura a maglia 3D è un’assoluta novità a livello mondiale e ci consente di realizzare design completamente nuovi per il pannello dorsale. Con la maglia 3D possiamo tenere conto di diverse zone di pressione nella regione dorsale per ottimizzare la distribuzione del peso». Il nuovo sistema dorsale denominato Vent-Tex Spacerknit viene lavorato a maglia con tre fili, senza cuciture, e con zone di rigidezza diverse. La struttura 3D si estende senza interruzione alla zona delle spalle e agli spallacci, avvolgendo lo sportivo come un giubbotto.

Vaude Trail Spacer 8

METODO GREEN - Il metodo di fabbricazione consente di risparmiare in larga misura le risorse naturali, poiché lo schienale viene realizzato in Germania senza materiale in schiuma. L’elastica struttura a maglia 3D consente il passaggio costante d’aria con una migliore areazione rispetto a ogni altro pannello dorsale a contatto con il corpo. Il sistema dorsale, simile a un giubbotto, assicura un’aderenza perfetta, comfort e areazione durante attività sportive con un alto livello di movimento come trail running, sci di fondo, mountain bike, escursioni a piedi o sugli sci.

MENO PESO SULLE SPALLE - Un istituto svizzero ha testato nel corso di uno studio la distribuzione della pressione degli spallacci nella zona delle spalle. Il risultato: con il Ventex Spacerknit la pressione media sulle spalle è risultata inferiore rispetto alla media (-57%) e i picchi di pressione vengono ammortizzati persino dell’82%. I partecipanti al test hanno giudicato nettamente migliore anche il comfort soggettivo in tutti i punti d’appoggio sul dorso rispetto ai modelli a confronto.

Vaude Trail Spacer 8

Presentata la Pitturina Ski Race 2018

Tempo di presentazione della Pitturina Ski Race. Appuntamento a Villorba, in provincia di Treviso, nella sede di Dba Group, società di consulenza tecnologica, main sponsor fin dalle origini della gara, organizzata da Spiquy Team. «La Pitturina non è solo sport, - ha detto Nicola Zambelli Spezier presidente del comitato organizzatore, - ma è un viaggio all’interno del territorio, con musiche, percorsi enogastronomici tipici, feste e con l’impiego di 150 volontari. Ma è anche un’occasione di fratellanza, è infatti l’unica gara di sci con parte del proprio percorso in Austria, in comune di Kartitsch. Dall’Austria arriveranno anche 20 professionisti del soccorso alpino».

PROGRAMMA - La data della nona edizione è quella del 4 marzo. La neve in Val Comelico c’è e dunque si gareggerà sul percorso originale di 24 chilometri con 2.300 metri di dislivello positivo. Prima della classica a coppie, sabato 3 marzo, c’è la Vertical Ski Race, prova con partenza da Padola e arrivo al rifugio Col d’la Tenda. Confermati gli altri appuntamenti, dal raduno ‘Io c’ero a Km zero’ con musica, pietanze tipiche e gadget speciali pensati per l’occasione, alla Pitturina Winter Lottery, con grandi premi a estrazione in occasione della manifestazione, sino al Winter Comelian Music Tour, un vero e proprio tour dei migliori musicisti del triveneto nei locali della vallata.
Le iscrizioni entro il 28 febbraio, info su www.pitturinaskirace.it


Novità per la seconda edizione del Feuerstein Skiraid

Importanti novità da parte degli organizzatori della seconda edizione del Feuerstein Skiraid in programma domenica 18 marzo. La gara partirà dal centro fondo Erl in Val di Fleres, grazie alla alla tanta neve caduta: i più di 100 atleti al via non partiranno come previsto sulla mappa del percorso originale dalla centrale elettrica Fernerbach, ma dal centro di fondo Erl. «Questa modifica rende il percorso più lungo e, con altri 200 metri di dislivello, ancora più difficile. Le categorie maschili senior e master toccano i 2000 metri - spiega la presidente del comitato organizzatore Stefanie De Simone della sezione skialp del Gossensass -. L’area di partenza e di arrivo nel centro di fondo Erl è enorme e si trova nel mezzo delle bellissime montagne della Val di Fleres. Inoltre è raggiungibile facilmente».
Molto soddisfatti dello spostamento della partenza e del fatto che gli atleti quest’anno saranno impegnati sul tracciato originale anche David Thöni e Dimitra Theocharis, vincitori del primo Feuerstein Skiraid nel 2017. Entrambi hanno confermato la loro presenza per la seconda edizione che oltre ad essere gara FISI, è valida come campionato provinciale Alto Adige e come terza ed ultima tappa del circuito Trofeo Alto Adige. Già isciritti anche Manfred Reichegger e Martin Weisskopf.
Info e isirizioni su www.feuersteinskiraid.com.


Shift, il compromesso storico

È stata una delle anteprime 2019 più chiacchierate. A metà dicembre, con un’inaspettata azione di marketing on-line, Salomon ha calato l’asso, anticipando l’uscita (prevista ufficialmente per settembre 2018) di un nuovo attacco denominato Shift. «Raramente la scimmia ha assalito in modo così violento gli appassionati, perché Shift sembra riassumere in sé le caratteristiche che da tanto tempo stavano cercando - con vari accrocchi - i rider che si collocano a metà tra il freeride fatto con impianti ed elicotteri e gli scialpinisti classici. Quello, insomma, che noi chiamiamo Freetouring, i francesi Freerando, gli americani freeride touring» scrive Davide Marta nell’articolo che pubblichiamo sul numero 116 di febbraio-marzo di Skialper, già disponibile nell’edicola digitale e acquistabile anche nella versione cartacea sul nostro sito. Un primo contatto con Shift, al quale seguirà una prova approfondita…

EVOLUZIONE DEL GUARDIAN O RIVOLUZIONE? - Al momento ne esistono meno di cinquanta esemplari, quasi tutti ancora in fase di prototipo e per la maggior parte in giro per il Nord America, per cui non effettivamente testabili e utilizzabili. Abbiamo dovuto sfruttare un esclusivo evento Salomon a La Plagne a metà gennaio per farci consegnare un paio di Shift montati su un QST 109. Siamo riusciti a smanettarci e a provarlo il tempo per capire il funzionamento e trarre le prime considerazioni. Il progetto ha richiesto notevoli investimenti e una lunga gestazione: i lavori sono iniziati dal 2010 su spinta dei freerider nordamericani di casa Salomon, tra cui Cody Townsend, che cercavano un’evoluzione del Guardian. Il desiderata da cui sono partiti era un attacco con le caratteristiche sciistiche e di sicurezza di STH2 ma con l’agilità di un modello a pin.

Shift con il puntale in versione discesa

ALPINO O A PIN? - La chiave di volta del sistema è la possibilità di trasformare il puntale da pista in un puntale con i pin per la risalita, semplicemente azionando una leva. La talloniera, invece, ricorda quella di un tradizionale Salomon da pista, step-in. «Lo scarpone per lo sci alpino ha delle zone di scivolamento in plastica, mentre quello da scialpinismo ha suole in gomma, quindi con valori di sgancio diversi. Se regoli a DIN 8, lo Shift si sgancerà a DIN 8, sia che tu abbia uno scarpone da pista che da skialp ed è l’unico attacco a farlo». Questo è ciò che ha spiegato in sede di presentazione Benoit Sublet, che si è occupato dello sviluppo. E non è poco.

Shift con leva alzata e pin

SGANCIO - Certificazione TÜV rispetto sia alla norma ISO 13992 (scialpinismo) che 9462 (sci alpino) con un range di sgancio da 6 a 13. Lo sgancio frontale è gestito dalla talloniera (in modalità alpina, con un range elastico di 9 mm prima di rilasciare lo scarpone), quello laterale dal puntale (con un range elastico di 47 mm prima di rilasciare lo scarpone).

REGOLAZIONI - La slitta consente uno spostamento di 30 mm, sono disponibili ski-stopper sulla talloniera in 4 taglie (90, 100, 110 e 120 mm), due coltelli opzionali da 100 e 120 mm e due posizioni di salita (alzatacco) da 2° e 10°. Shift pesa 850 grammi. Insomma decisamente un attacco che sarà interessante andare a mettere alla prova…


Alla Transcavallo assegnati gli scudetti a squadre

Le previsioni lo avevano annunciato, una perturbazione avrebbe interessato le montagne dell’Alpago, e così è stato. Le 120 squadre iscritte alla terza tappa della Transcavallo, valida anche come campionato italiano a squadre, si sono svegliate sotto a una leggera nevicata. Il comitato organizzatore ha provato a posticipare la partenza di 45 minuti per scongiurare l’abbandono del percorso originale, ma a nulla sono serviti gli sforzi profusi. In quota le condizioni meteo non lasciavano altre possibilità di scelta che ripiegare sul percorso di riserva. Il dislivello complessivo di sola salita, oltre 2000 metri, non è cambiato, ma gli atleti non hanno potuto affrontare la spettacolare cresta che dal Monte Guslon si dirige verso il Castellat, e il canalino delle placche, che era stato affrontato durante la seconda tappa.
Dopo il ritiro, dalla gara a tappe durante il secondo giorno, di Matteo Eydallin e Damiano Lenzi, il Centro Sportivo Esercito, per conquistare il titolo tricolore, ha schierato insieme a Eydallin, Davide Magnini.
Da Col Indes a pochi chilometri da Tambre, le 120 squadre sono partite per affrontare la prima salita di Cima Vacche. In testa si sono messi a dare il ritmo Matteo Eydallin e Davide Magnini, alle loro spalle Manfred Reichegger e William Boffelli, appena dietro la squadra di Viret-Equy. Al cambio pelli è Davide Magnini ad arrivare per primo, ma in una manciata di secondi arrivato tutti gli altri. Nella successiva discesa la situazione non cambia e i battistrada si ripresentano al termine della seconda salita senza grossi stravolgimenti. Nella terza e penultima salita le posizioni iniziano a delinearsi con Eydallin-Magnini che iniziano a prendere il largo. In seconda posizione Reichegger-Boffelli seguiti da Viret-Equy e Oberbacher-Craffonara. Nell’ultima salita che conduce al cambio di assetto di Cima Vacche, Eydallin-Magnini si presentano con poco meno tre minuti di vantaggio sulla squadra Reichegger-Boffelli. La discesa finale è una lunga passerella che porta i due nazionali a tagliare il traguardo con il tempo di 1h55’34’’, la seconda posizione è di Reichegger-Boffelli, mentre il podio di giornata è conquistato da Samuel Equy e Leo Viret.
Per quanto riguarda il Campionato Italiano sul terzo gradino del podio ci salgono Oberbacher-Craffonara.
Mentre la classifica della Transcavallo, quella del tre tappe, vede in prima posizione Reichegger-Boffelli, in seconda Viret-Equy, e in terza Beccari-Skjervheim.
In campo femminile, Martina Valmassoi e Dimitra Theocharis si aggiudicano campionato italiano e Transcavallo. Da segnalare che la terza tappa è stata vinta dalla coppia Cecilia De Filippo-Malene Haukoy, ma per il regolamento federale prevede che lo scudetto venga assegnato a una squadra tutta italiana. In seconda e terza posizione del Campionato Italiano di classificano rispettivamente Elena Nicolini-Margit Zulian e Monica Sartogo-Anna Finizio. La classifica della Transcavallo dietro a Valmassoi-Theocharis si classificano Martina Chialvo-Samantha Odino.
Per quanto riguarda le categorie Master titolo a Martin Esler-Ivan Antiga, mentre al femminile successo della coppia formata da Claudia Pontirolli e da Ilaria Cavallari. Le categorie Master della Transcavallo sono state vinte da Mauro Bettin e Mauro Corazza.


Monterosa Ski Alp a Filippo Barazzuol e Yoann Sert

La Monterosa Ski Alp a Filippo Barazzuol in coppia con il francese Yoann Sert. Da Champoluc a Champoluc, passando per Gressoney: 2h46’10” il loro tempo finale, davanti agli svizzeri Mirco Pervangher e Andrea Cairoli (2h50’37”) con terza piazza per Stefano Stradelli e François Cazzanelli (2h50’41”). Ai piedi del podio le coppie Gaggino-Giovanetto (2h59’35”) e Testino-Cavallo (3h00’25”). Gara in solitaria per Tatiana Locatelli e Charlotte Bonin al femminile: diciassettesima piazza assoluta in 3h30’50”. Seconda la squadra svizzera Pinotti-Pedrini (3h59’39”), terze Francesca Zucco e Silvia Rivero (4h12’09”).


Transcavallo, cambio al vertice nella seconda tappa

Dopo il prologo del venerdì sera, la Transcavallo è entrata nel vivo con la seconda tappa che prevedeva oltre 2000 metri di dislivello su tre salite, con partenza dalle piste di Piancavallo e arrivo a Col Indes, poco sopra l’abitato di Tambre. Dopo aver consultato le previsioni meteo il comitato organizzatore aveva deciso di cambiare leggermente il percorso. Le condizioni meteo, perfette sino a sabato mattina sarebbero peggiorate, portando neve e pochissima visibilità durante la giornata dell’assegnazione dei titoli tricolore. Erano troppe edizione che il canalino delle Placche non veniva affrontato, quindi in accordo con i responsabili del tracciato è stato deciso di anticipare di una giornata, la salita del canalino.
La partenza è stata data alle 8.45, quando i primi raggi di sole avevano iniziato a illuminare le piste della Ski Area di Piancavallo. La traccia di salita ricalcava il percorso della gara vertical mondiale del 2017. In questa prima fase sono state le squadre formate da Eydallin-Lenzi, Reichegger-Boffelli e da Viret-Equy a prendere il comando delle operazioni. Nella prima parte di salita nessun problema tra i battistrada, ma dopo la prima discesa, salendo verso il Rifugio Semenza, Damiano Lenzi inizia a sentire delle fitte alla schiena e perde metri preziosi dalle due coppie rivali. Eydallin rallenta il ritmo e prova ad aspettare il compagno di squadra, ma è proprio in vista del Rifugio Semenza che Damiano Lenzi alza bandiera bianca e comunica il ritiro. «Combattere contro la fatica - ha racconto in zona arrivo Damiano Lenzi - è un conto, ma quando senti che le gambe si bloccano forse è meglio fermarsi».
Dopo il ritiro della coppia favorita, Manfred Reichegger e Williamo Boffelli difendono la prima posizione insidiata dalla squadra di Viret-Equy. Nella tecnica salita del Canalino delle Placche i due battistrada non hanno grossi problemi a mantenere la prima posizione, e giunti in cima al Monte Guslon, girati gli sci verso valle, iniziano a gustarsi la vittoria di questa seconda tappa.
La vittoria arriva con il tempo 2h11’52’’ mentre in seconda posizione si classificano Samuel Equy e Leo Viret. La terza posizione viene conquistata da Filippo Beccari-Lars Erik Skjervheim con il tempo di 2h21’33’’.
Per quanto riguarda la classifica generale Reichegger-Boffelli agguantano la prima posizione, dietro di loro i francesi Samuel Equy e Leo Viret, in terza posizione provvisoria troviamo Filippo Beccari e Lars Erik Skjervheim.

Manfred Reichegger e William Boffelli ©Ufficio stampa Transcavallo

In campo femminile c’è la conferma della netta supremazia della coppia Valmassoi-Theocharis che chiudono la seconda tappa con il tempo di 2h54’42’’. In seconda posizione si classificano Martina Chialvo e Samantha Odino.
Archiviata la seconda tappa della Transcavallo domenica si gareggerà per l’assegnazione del titolo italiano a squadre. Nonostante le previsioni meteo avverse, il comitato organizzatore ha confermato il percorso classico della Transcavallo con 2240 metri di dislivello positivo diluito in quattro salite. Da segnalare che dopo il ritiro durante la seconda, Matteo Eydallin gareggerà nella prova tricolore in coppia con Davide Magnini.

L'arrivo di Valmassoi-Theocharis ©Ufficio stampa Transcavallo

Record di Paesi al Tor 2018

Sono 2.362 gli aspiranti concorrenti al Tor des Géants in calendario dal 9 al 16 settembre 2018, 171 in più rispetto ai pre-iscritti del 2017. Quota record quella dei Paesi rappresentati, che sono 72, numero mai raggiunto in precedenza.

SORTEGGI - A giorni saranno sorteggiati i 750 partenti che verranno avvisati dall’organizzazione entro il 28 febbraio. Partenti che poi dovranno confermare la loro partecipazione tramite il pagamento della quota d’iscrizione e allegando i documenti richiesti dal regolamento (certificato medico agonistico e liberatoria). Chi non confermerà verrà via via sostituito dagli atleti in lista d’attesa. Questa, in sintesi, la procedura.

TOT DRET - Cifra tonda - 100 - il numero degli iscritti al Tot Dret, la gara di 130 chilometri che partirà da Gressoney l’11 settembre. Destinata però ad aumentare perché le iscrizioni rimangono aperte fino al 30 aprile, anche per permettere agli esclusi dal Tor di poter eventualmente accedere a una competizione d’alta quota ugualmente impegnativa che si disputa sugli stessi sentieri e nello stesso periodo della gara regina dell’endurance trail (che fa parte del circuito internazionale 5Legends).

STRANIERI E TOP - Dunque gran sventolio di bandiere internazionali, da quella della Groenlandia a quella del Vietnam, in questa edizione 2018 del Tor des Géants alla quale hanno già aderito numerosi trail runner top. Per l’Italia si può già contare su Franco Collé, Gianluca Galeati, Giulio Ornati, tutti in cerca di rivincita, mentre ancora si è in attesa della decisione di Oliviero Bosatelli, combattuto tra la partecipazione alla gara valdostana, che lo ha visto sempre grande protagonista, e il completamento del circuito 5Legends, che comporta il portare a termine cinque ultra trail durissimi in Paesi e anche contenti diversi. Hanno confermato la loro presenza l’inglese Jezz Brag, Luke Nelson, John Anderson e Joe Grant dagli Stati Uniti, Patrick Delikat e Nahuel Passerat dalla Francia, Galen Reynolds dal Canada, Simon Møller Grimstrup dalla Danimarca, Masahiro Ono dal Giappone. A proposito di Giappone, va sottolineata la preiscrizione al Tor di ben 130 suoi atleti e, se sommiamo gli atleti di altri Paesi vicini, il numero dei rappresentanti dell’Asia orientale è davvero impressionante. Tornando ai big, in campo femminile hanno già dato la loro adesione tutte le prime donne dello scorso anno: Lisa Borzani, Marina Plavan, Sthepanie Case, Silvia Trigueros Garrote, Sonia Locatelli. Tornano anche la pluripremiata Denise Zimmermann e Federica Boifava, lo scorso anno infortunatasi due giorni prima di partire per Courmayeur. Ci saranno inoltre l’australiana Sandra Sukling, la statunitense Linda Quirk e l’olandese Bil Marjolein. Continuando con la lista dei trailer runner più illustri, Jules Henry Gabioud, vincitore del Tor edizione 2011, questa volta ha dirottato il suo interesse verso il Tot Dret, dove dovrà vedersela, al momento, con Giuliano Cavallo, Enzo Benvenuto, Marco Vuillermoz, Jarno Venturini e altri atleti di grosso calibro.

Uno dei tanti concorrenti asiatici del 2017 ©Alexis Coutrhoud/Tor des Géants

 


Transcavallo, prima tappa a Eydallin-Lenzi e Valmassoi-Theocharis

Venerdì pomeriggio è partita la prima tappa della trentacinquesima Transcavallo, prova che prevedeva 1000 metri di dislivello. La partenza è stata data da Col Indes, a qualche chilometro da Tambre, mentre l’arco d’arrivo era posizionato sulle piste da sci di Piancavallo. Subito dopo il via sono stati Matteo Eydallin e Damiano Lenzi a prendere il comando della gara, alle loro spalle Manfred Reichegger in coppia con William Boffelli e la squadra straniera formata da Samuel Equy e Leo Viret. Il percorso di gara prevedeva quattro salite, la prima molto breve, la seconda passava per Casera Palantina, la terza risaliva dall’Antro de le Matte, mentre l’ultima toccava il Monte Colombera. Già al termine della seconda salita, quella che di fatto sconfinava nel territorio di Piancavallo, gli azzurri del Centro Sportivo Esercito avevano circa un minuto di vantaggio sulla squadra Reichegger-Boffelli. In terza posizione la squadra di Viret-Equy. Nella successiva e ultima salita Matteo Eydallin forza ancora il ritmo, sulle sue code Damiano Lenzi tiene testa, testando la spalla dopo l’infortunio procuratosi durante la tappa del Coppa del Mondo della la scorsa settimana.

Il podio maschile della prima tappa ©Ufficio stampa Transcavallo

Dietro i due battistrada le posizioni non cambiano. All’ultimo cambio Eydallin-Lenzi tirano il fiato e si buttano, senza troppi problemi, nella discesa che li ha portati nel cuore di Piancavallo. I vincitori tagliano il traguardo in 55’56’’, con 57’’ di ritardo salgono sul secondo gradino del podio Reichegger-Boffelli. In terza posizione arrivano Viret-Equy con il tempo di 56’56’’, in quarta e quinta posizione si classificano rispettivamente le squadre di Filippo Beccari-Lars Erik Skjervheim e di Simone Manfroi e Glenn Ore Loland.
Nella gara femminile Martina Valmassoi e Dimitra Theocharis dominano la tappa rimanendo in testa sin dalle prime fasi. Dietro di loro Linda e Susanna Menardi. La squadra Valmassoi-Theocharis taglia il traguardo con le mani alzate fermando il cronometro in 1h12’22’’. In seconda posizione si classificano Linda e Susanna Menardi con il tempo di 1h34’12’’, il podio è completato da Martina Chialvo e Samantha Odino.
Sabato si replica con la seconda tappa, il programma di gara prevede tre salite e altrettante discese per un dislivello totale di salita di oltre 2000 metri. Il comitato organizzatore, presieduto da Diego Svalduz, ha deciso, dopo aver valutato attentamente le previsioni meteo di anticipare a sabato la salita del Canalino delle Placche. «Per attrezzare quel canale - ha detto Vittorio Romor - i tracciatori hanno fatto un lavoro enorme, sarebbe un peccato che i concorrenti, dal momento che le previsioni di domenica annunciano brutto tempo, non riuscissero a salirlo».

Dimitra Theocharis e Martina Valmassoi e ©Ufficio stampa Transcavallo

Tracce, 42 itinerari primaverili

Sono ben 42 le proposte di itinerari primaverili con sci e pelli che pubblichiamo nell’inserto Tracce del numero 116 di Skialper di febbraio-marzo (disponibile nell’edicola digitale e acquistabile anche nella versione cartacea sul nostro sito oltre che in edicola), una sezione stampata su carta diversa dal resto della rivista e che occupa le ultime 32 pagine. Un inserto giunto alla sua seconda edizione e ricco di proposte da sfruttare in uno degli anni più nevosi di sempre.

CONSIGLI DA LOCAL - Curato da Andrea Bormida, Tracce unisce gite di ogni livello dalle Alpi Marittime al Friuli, con qualche incursione in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Gli itinerari sono il frutto dell’esperienza di Bormida e di una serie di corrispondenti locali, come Davide Terraneo, autore di diverse discese di sci ripido, Matteo Donati, direttore della scuola di scialpinismo del CAI di Arona, Andrea Concini, Aspirante Guida alpina, e Andrea Fusari, Guida alpina. Si tratta naturalmente di proposte che abbiamo ritenuto particolarmente adatte al periodo e per ognuno pubblichiamo anche una mappa e tutte le informazioni pratiche.

Salendo a Punta Piovosa ©Luca Primiano

DALLE ALPI A… - Per questo numero abbiamo inserito anche una destinazione fuori dall’arco delle Alpi e molto gettonata soprattutto lo scorso anno, l’Etna. Gite sempre ricche di fascino quelle tra il fuoco dei crateri e l’azzurro del mare… Non mancano alcuni itinerari ai quali abbiamo voluto dare più spazio come quello alla Punta Piovosa, nel Cuneese, o al Monte Rion - Brèche Esther in Valle d’Aosta o ancora al Pizzo di Coca sulle Orobie. Da non perdere anche la doppia pagina sul curioso Monte Forato, in Friuli, dove i raggi del sole in alcuni momenti filtrano attraverso questo curioso buco nella montagna. Parliamo anche del Monte Triglav, la più alta vetta della Slovenia, un must per ogni montanaro sloveno che si rispetti.

L’OCCHIO DIGITALE - Nella pagina finale la consueta panoramica sulle zone più innevate e gli itinerari più battuti nei mesi scorsi e… sul web.

Sull'Etna @Andrea Bormida

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