SCARPA lancia Rush Polar GTX

Uno scarpone pensato per le ciaspolate e le escursioni sulla neve: pratico, confortevole e caldo

C'è un nuovo arrivato nella famiglia Rush, si chiama Rush Polar GTX ed è lo scarpone perfetto per chi vuole affrontare la montagna in inverno. Ideale per escursioni e ciaspolate, unisce il comfort di una scarpa versatile e dinamica come la Rush TRK al calore e all'impermeabilità di uno scarpone da neve. 

La combinazione Goretex Duratherm e Primaloft Gold Insulation Eco garantisce la massima protezione contro il freddo, mentre la tomaia in pelle scamosciata a 3 ganci nella parte superiore assicura un ottimo sostegno alla caviglia senza generare fastidi e pressioni grazie al sistema 3D Autofit

La suola Presa è realizzata in mescola SW (Supergum Winter) per maggiore adattabiltà al terreno e migliore aderenza su ghiaccio e neve e offre la tecnologia IKS (Interactive Kinetic System) che aiuta a ridurre l'affaticamento del piede, sostenendo in modo progressivo il peso del corpo durante le escursioni.

Il prodotto è disponibile online sul sito https://it.scarpa.com/ e presso i rivenditori autorizzati.


TABELLA TECNICA

Taglie: 36 - 46 (con 1⁄2 taglie) 47 - 48 (senza 1⁄2 taglie) 

Tomaia: Suede idrorepellente 1,7-1,9 mm + Mesh Gore-Tex Insulated Comfort Footwear

Intersuola: P-Flex Lite

Suola: Presa® TRK-02 

Peso: 680 g (taglia 42)


Alex Txikon e l'invernale al Manaslu

Il racconto dell'impresa dell'alpinista basco, la prima ascensione realizzata completamente in inverno

Lo scorso 6 gennaio Alex Txikon, ambassador di Ferrino, ha coronato il sogno a lungo inseguito, raggiungendo, senza utilizzo di bombole d'ossigeno, la vetta di 8.163 metri del Manaslu. Si tratta della seconda ascensione della montagna nella stagione più fredda. La prima era stata effettuata nel gennaio del 1984 dal team di scalatori polacchi composto da Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, che però avevano cominciato le operazioni sulla montagna a fine autunno. Quella di Txikon e compagni è invece la prima ascensione realizzata completamente in inverno.

Alex era già entrato nella storia dell'alpinismo himalayano nel 2016, quando, in cordata con l'italiano Simone Moro e il pachistano Ali Sadpara, aveva raggiunto per primo in inverno la vetta del Nanga Parbat. Dopo di allora aveva tentato per ben due volte senza successo la salita del Manaslu, impresa che gli è riuscita quest'anno grazie anche al cambio di strategia, che ha consentito agli alpinisti di arrivare al Manaslu già acclimatati per l'altissima quota e pronti per sfruttare la prima occasione favorevole.

A fine dicembre il team ha allestito il campo base a 5000 metri e, guardando le previsioni meteo, ha scoperto che negli ultimi giorni dell'anno il vento sarebbe stato forte ma poi il tempo avrebbe cominciato a stabilizzarsi.

“Era l'occasione che stavamo aspettando. Così il 4 gennaio, abbiamo preso il materiale necessario e siamo saliti direttamente al campo 2, a 6400 metri. Abbiamo fatto circa 1500 metri di dislivello e la salita è stata molto dura  a causa del vento, del freddo e di tutto il peso che avevamo sulle spalle. Quando siamo arrivati al C3 abbiamo pensato alla strategia da seguire. Dovevamo decidere se riposarci oppure attaccare direttamente la vetta. Non era una decisione facile, perché era ormai molto tardi e a quelle quote, d'inverno, più tempo trascorri all'aperto di notte più corri il rischio di patire congelamenti. Però eravamo lì e le condizioni meteorologiche erano buone. Era la nostra opportunità e dovevamo approfittarne!".

Alle 23, dopo neppure un'ora di riposo, Txikon e i compagni nepalesi sono quindi ripartiti verso la vetta, che hanno raggiunto alle 9,30 del 6 gennaio:

"È stata un'ascensione molto lunga, infinita! Quando abbiamo raggiunto il pinnacolo, a 7992 metri, prima della vetta principale, era già giorno. Abbiamo visto il luogo dove si fermano le spedizioni commerciali, ma, dalle foto analizzate prima della salita, sapevamo che la vera vetta era poco più in là, oltre una breve cresta. Il vertice del Manaslu è un posto molto stretto e non abbiamo potuto starci tutti assieme. Abbiamo salito e sceso la cresta uno alla volta, ma alla fine tutti gli scalatori del gruppo hanno raggiunto la cima. In seguito, abbiamo iniziato a scendere, il che è stato,  senza dubbio, la parte più difficile della sfida. Alle 18 siamo arrivati tutti al campo base: devastati!".

Txikon e compagni hanno completato l'ascensione e la discesa in meno di 60 ore, un tempo record per la scalata su un 8.000 compiuta in inverno, e ciò nonostante le enormi difficoltà affrontate:

"È stata una delle esperienze più dure e pericolose della mia carriera professionistica e ci ha richiesto una forza fisica e mentale incredibile. Soprattutto nella prima parte la montagna era in condizioni peggiori di quanto pensassi.  Le temperature sono scese fino a -45º, e le raffiche di vento hanno raggiunto i 50 km orari. È difficile per le persone farsi un'idea di cosa siano queste condizioni: anche l'acqua delle borracce che portavamo tra il petto e la tuta di piumino gelava, una cosa che non mi era mai accaduta prima!".

In questa storica impresa Ferrino è stato al fianco di Alex Txikon e compagni mettendo a disposizione le tende modello Colle Sud, utilizzate al campo base, e le tende d'alta quota Sbowbound 3 per i campi alti. Due prodotti di punta della linea Ferrino HighLab che, grazie ad un lavoro di costante ricerca, test e sviluppo, garantisce un continuo miglioramento delle attrezzature, ottimizzando le loro altissime prestazioni anche nelle condizioni dell’Himalaya in inverno, con venti fortissimi, nevicate intense e temperature di parecchi gradi sotto lo zero, come dimostrano le immagini dell'impresa di Alex.

Gli zaini utilizzati da Alex per la spedizione sono invece quelli della linea Instinct, ultraleggeri e costruiti in Dyneema® Composite Fabric, Cordura® Nylon e rinforzi in SuperFabric® per garantire un rapporto ottimale tra resistenza e leggerezza. Essenziali in ogni loro parte ma completi di ogni tipo di dotazione per l'alpinismo, sono dei veri all-around per la montagna.


Zaini Airbag, Il podcast di SCOTT

Una panoramica completa con Pietro Berbenni alla scoperta delle novità SCOTT

Pietro Berbenni, Product Manager di SCOTT Winter, ci porta alla scoperta della gamma di zaini airbag  del brand con un podcast disponibile su Spotify. La novità indiscussa nel mondo della sicurezza è l'introduzione del sistema elettrico Alpride E2, montato sugli zaini della linea Patrol dai 20L ai 40L. Cosa cambia rispetto alla versione precedente di Alpride?

«La rivoluzione principale è soprattutto in termini di peso e ingombro del sistema all'interno della scocca zaino, mentre rimangono invariate caratteristiche tecniche del meccanismo in se. Il sistema elettrico permette tra i tanti vantaggi di testare più volte il sistema, per prendere confidenza e non trovarsi impreparati in caso di reale necessità».

Il prodotto di punta con cui Scott ha deciso di lanciare la nuova tecnologia è il Patrol Ultralight, uno zaino ultraleggero destinato a scialpinisti e freerider che permette di macinare dislivelli importanti in sicurezza, senza soffrire eccessivamente il peso sulle spalle. Patrol Ultralight, presentato in anteprima a ISPO è realizzato in Dyneema molto resistente  performante, che permette di ridurre notevolmente il peso dello zaino rispetto al resto della linea in tessuto.

Per scoprire di più su zaini airbag Scott, Alpride E2 e Patrol Ultralight ascoltate il podcast a questo link:

ZAINI AIRBAG SCOTT - TECNOLOGIE E SPECIFICHE


Skialper Archive / Balkan express

Un biglietto ferroviario di sola andata Monaco-Salonicco. Due biciclette e gli sci legati al telaio. Duemilacinquecentoventi chilometri in autosufficienza per tornare a casa ed esplorare i Balcani, tanto sulle alpi c'era poca neve. Diario di 31 giorni indimenticabili.

Testo e foto di Max Kroneck e Jochen Mesle

D1 0-68 km 

Finalmente siamo qui, alla stazione ferroviaria di Salonicco. Le ultime settimane sono state piuttosto stressanti. Durante i tre giorni di viaggio in treno siamo riusciti a recuperare un po’ di sonno, ma ora finalmente si comincia.

D2 68-123 km 

Ieri siamo rimasti subito bloccati. Ora dobbiamo togliere il fango dalle ruote, poi proseguiremo lungo la costa sotto il nevischio. Freddo e umidi- tà, però il cibo greco fa dimenticare tutto. La gente del posto parla di un buon inverno sul Monte Olimpo, quindi il nostro obiettivo è salvo.

D3 123-142 km

È l’alba quando lasciamo Litochoro. La strada non è ancora stata ripulita e rimaniamo presto bloccati nella neve, continuando a spingere le biciclette finché non passiamo agli sci. Attraversiamo un bosco da favola e arriviamo in un bivacco invernale, che raggiungiamo al buio. Fa piuttosto freddo, ma la zuppa è calda.

D4 142-167 km

Siamo saliti attraverso la neve profonda fino alla vita. In cima soffia un forte vento. Ci sfoghiamo nel bosco. Polvere profonda e vista sul mare: c’è di meglio? Poi, una divertentissima discesa nel sottobosco per tornare alle nostre biciclette. Che esordio con gli sci!

D5 167-286 km

Finalmente esce il sole, ma fa ancora troppo freddo per i pantaloncini. Oggi copriremo un po’ di distanza: la prima tappa di oltre 100 chilometri è alle porte e non vediamo l’ora di tornare a sciare, questa volta nella Macedonia del Nord. Quindi una rapida sosta al supermercato e via...

D6 286-392 km

Tanta pioggia, che poi si trasforma in neve. In bici è fastidiosa, ma potrebbe essere molto meglio con gli sci. Oggi non è stata la giornata più facile del viaggio, ma - lo diciamo a bassa voce - ci siamo divertiti un po’. Al confine ci consigliano le migliori discese e i migliori après-ski del Paese.

D7 392-422 km

Raggiungiamo il comprensorio sciistico di Kopanki pedalando, su una strada per una volta già liberata dalla neve. Jonche, una Guida alpina, ci mostra orgoglioso la sua montagna. Usciamo dall’area sciistica e saliamo sul monte Pelister. Un’altra giornata di neve fresca fino alle ginocchia e nessuna traccia in vista. Non riusciamo a fermarci, è troppo bello e troppo diverso dalle Alpi nelle scorse settimane, per questo raggiungiamo le nostre biciclette con il buio.

D8 422-515 km

Dopo un lungo commiato dal nostro ospite, che si è preso cura di noi nelle ultime due notti, abbiamo iniziato a pedalare verso la nostra destinazione, il monte Korab. Vicoli ciechi, gomme sgonfie e telai oscillanti non ci impediscono di raggiungere il lago di Ohrid. Un posto meraviglioso, ma siamo troppo stanchi per guardarlo da vicino.

D9 515-624 km 

Il percorso costeggia lunghi bacini artificiali e grandi discariche in mezzo ai fiumi. Prima dell’ultima salita, un abitante del luogo ci ha avvertito che negli ultimi giorni qui sono stati avvistati dei lupi. Ma, soprattutto, dobbiamo stare attenti agli automobilisti ubriachi. Dopo un lungo spostamento notturno attraverso la tempesta, abbiamo raggiunto Radomirë, un piccolo villaggio albanese di montagna ai piedi del monte Korab.

D10 624-668 km 

Dopo molti tira e molla, oggi abbiamo deciso di non mettere gli sci. Con il vento, la temperatura percepita dovrebbe essere di circa -30 °C... Così abbiamo il tempo di pianificare meglio le prossime tappe e di prendercela comoda e non è male quando le gambe sono appesantite da centinaia di chilo- metri e altrettante curve nella polvere. Però anche in bicicletta il vento non ci lascia in pace e ci fa quasi uscire di strada.

D11 668-748 km 

In un’altra discussione con i nostri contatti locali abbiamo preso la decisione: dobbiamo usare l’autostrada per attraversare il confine e risparmiare così una deviazione con molti metri di dislivello. Con la bici in autostrada? Già... partiamo piuttosto nervosi. Ma il viaggio si rivela meno selvaggio del previsto, anche se non certo piacevole. Arrivati in Kosovo, ci facciamo già un’idea su Prizren e dintorni direttamente dalla sella. Più tardi, abbiamo l’opportunità di parlare con Edis, che ci fornisce utilissime informazioni sul Kosovo e sulle sue montagne. Dopo una lunga pausa, riprendiamo le bici con temperature ben al di sotto dei -5 °C e risaliamo il passo verso i monti Sharr, dove ci aspetta tanta neve fresca.

D12 748-756 km 

Non possiamo creder ci. Ancora una volta abbiamo una montagna tutta per noi e la neve è di nuovo fresca e alta fino al ginocchio. Non salia- mo troppo, perché sopra gli alberi non c’è visibilità, ma le corte discese nel bosco sono piene di pillow e valgono come migliaia di metri di dislivello.

D13 756-891 km

Oggi è stato il primo giorno di bel tempo da quando siamo scesi dal treno. La partenza però ha lasciato il segno con il termometro che segnava -12 °C e una discesa di oltre 1.200 metri di dislivello da affrontare sulle due ruote. Brrr! Le bici hanno puntato verso la valle di Valbona, in Albania. Ti trovi da- vanti un enorme scenario di montagne, da tutte le parti; è uno dei giri in bici più belli che abbiamo mai fatto. Il sole stava già tramontando quando abbiamo attraversato il confine albanese e nell'ultimo tratto abbiamo pedalato di nuovo al freddo e al buio.

D14 891-901 km

Quattro telecamere riprendono Max mentre si gode la sua seconda linea e scende urlando di gioia. Non è facile documentare le emozioni e soprattutto... quanto è perfetto quas- sù. Il sole splende, anche se abbiamo iniziato la nostra gita con le pelli solo alle 11 del mattino, dopo una lunga dormita e una mattinata rilassata. C’è ancora la neve perfetta e tutta l’area (quasi tutta la valle di Valbona) per noi.

D15 901-950 km

La sveglia suona alle cinque. Passo dopo passo, attraverso la valle ghiacciata, poi metro dopo metro su per i cespugli fitti. Ieri siamo saliti sui fianchi della valle, oggi raggiungiamo il fondovalle e saliamo al Maja e Boshit. La vista in cima è più che grandiosa, ma ci accorgiamo che non è la cima giusta, quindi andiamo sull’altra, a 2.414 metri. Dopo aver goduto di questi enormi pendii incontaminati, dobbiamo lottare per tornare indietro facendo lo slalom tra i cespugli. Una volta arrivati in fondo, ci tocca ancora pedalare.


D16 950-1.076 km

Il traghetto allontana le linee e possiamo rilassarci un po’ mentre percorriamo una certa distanza. Dopo una lunga riflessione, abbiamo scelto di usare il battello lungo il fiume Drin, da Fierzë a Komani, invece di fare il giro dell’intera catena montuosa, per- ché così risparmiamo due giorni che non avremmo comunque avuto a disposizione. Siamo circondati da un paesaggio incredibile di gole, rocce a strapiombo e acque verdi. Quando attraversiamo il confine con il Montenegro, è già buio.

D17 1.076 km

Oggi è stato un giorno speciale, prima di tutto perché non abbiamo pedalato. A Podgorica abbiamo lasciato le bici in rimessa per un giorno e incontrato Srdja, un artista montenegrino che le ha dipinte. Ma soprattutto Srdja ci ha dato tante dritte sul cicloturismo in Montenegro e sui Balcani.

D18 1.076-1.196 km

Purtroppo dobbiamo rinunciare a sciare sulle montagne del Montenegro, perché mancano ancora tanti chilometri da percorrere, ma va tutto molto bene e raggiungiamo la Bosnia-Erzegovina poco dopo l’alba. Dove possiamo trovare cibo e riparo?

D19 1.196-1.304 km

Dopo una notte folle nel cuore di Bileća, circondati da persone ubriache e assordati dagli schiamazzi, le strade tortuose continuano e aumenta anche il vento laterale. Ci sorpassano così tanti camion che sembra di pedalare a 20 centimetri da un muro. Esausti, chiudiamo la giornata subito dopo Mostar e speriamo in una mattinata tranquilla...

D20 1.304-1.384 km

Wow, che bell’altopiano quello del Parco Nazionale di Blidinje. E non c’è nessuno qui, a parte noi. Le montagne sembrano selvagge e la sensazione è che non nevichi da giorni. Vediamo se riusciamo a trovare qualche bella linea da sciare domani.

D21 1.384-1.434 km

I nostri timori sono confermati: sotto i nostri piedi sembra che ci sia più ghiaccio che neve, ma il panorama è magnifico e ci godiamo il viaggio. Illuminati dagli ultimi raggi di sole, cambiamo assetto, legando gli sci alla bici, e partiamo verso il tramonto.

D22 1.434-1.576 km

Sole, pantaloni corti, strade sterrate: una bella giornata. Le nostre preoccupazioni per le condizioni della neve aumentano chilometro dopo chilometro: la vera domanda è piuttosto se troveremo ancora neve in Croazia.

D23 1.576-1.701 km

Scuotendo la testa, osserviamo gli incendi sul ciglio della strada. Abbiamo optato per un passo dove in inverno dovrebbe esserci un’area sciistica e speriamo di trovare qualche residuo di neve a Velebno, sui Velebit. Ci consoliamo comprando qualche altro spuntino e torniamo in sella; bisogna pedalare.

D24 1.701-1.776 km

Ammettiamolo... a volte, non è così facile come sembra. È tardi, non abbiamo ancora trovato la neve e ora dobbiamo tornare indietro di 15 chilometri, perché qui non c’è cibo né acqua. Dopo una pausa e un bicchiere di vino ci sono ancora 1.500 metri di dislivello, ma il nostro umore è migliore e saliamo metro per metro ben dopo il tramonto, al buio. Speriamo almeno che ci sia ancora della neve lassù, verso il monte Buljma.



D25 1.776-1.831 km  

Sopra a Stinica abbiamo trovato la neve. In Croazia, a marzo. Wohoo! Giusto qualche chiazza, ma c’è qualcosa di unico nel fare un paio di curve con una t-shirt, sciando nella pappa, tra i prati fioriti e con lo sguardo che corre sul mare. Abbiamo costruito un piccolo kicker e ce la siamo goduta, prima di scendere a tutta velocità verso il mare.

D26 1.831-1.971 km

Stiamo pedalando in riva al mare, perché dobbiamo stare vicini ai 200 battiti al minuto anche oggi? Be’, qui tra Croazia, Slovenia e Italia c’è molta salita. Anche la città di Fiume sembra essere tutta su e giù. Però siamo riusciti a ricavarci del tempo per un delizioso pranzo, prima di pedalare verso Trieste e chiudere la giornata con una pizza e un cappuccino.

D27 1.971-2.100 km

Saranno l’ottimo espresso triestino, il sole, i 25 °C, il tuffo rinfrescante in mare e la prospettiva di un’emozionante sciata sulle Alpi slovene, ma oggi abbiamo più voglia di pedalare degli ultimi giorni. Giusto il tempo di rilassarci ancora un po’ al mare e via verso la Slovenia, passando per Cividale del Friuli e il valico di Stupizza.

D28 2.100-2.127 km

Sembra impossibile: siamo tornati sulle Alpi, ma in Grecia c’era molta più neve. Una giornata piuttosto indecisa si conclude finalmente sul Passo di Vrsic e domani vogliamo fare qualche escursione con gli sci.

D29 2.127-2.163 km

Che montagne! Anche se non nevica da cinque settimane, iniziamo presto a camminare in una valle selvaggia. Il cuore di Max sobbalza, perché oggi ci aspettano due bei canali. A causa delle temperature calde e della mancanza di precipitazioni, nei couloir ci sono quasi più pietre che neve, ma è molto divertente e concludiamo la nostra ultima giornata di sci con un grande sor- riso, dopo aver raggiunto la vetta del Mala Ponca (2.468 m), sopra Kranjska Gora.

D30 2.163-2.310 km

Tre passi, due rapporti, una speranza. Il cambio elettronico di Max è ancora difettoso. Più precisamente, può scegliere tra la marcia più bassa e quella più alta, quindi è un gioco di equilibri tra allenamento e forza massima. Per fortuna, il negozio di bici che ci hanno consigliato mantiene le promesse e finalmente possiamo pedalare lungo la Drava in direzione di Katschberg e Obertauern, in Austria. Peccato solo che sia già passato mezzogiorno.

D31 2.310-2.520 km

Si torna a casa! :) Dato che non possiamo, come speravamo, arrivare a Monaco di Baviera quando c’è il sole e che anche nelle Alpi Bavaresi non è una stagione invernale da ricordare, non abbiamo dubbi: a tutto gas, via verso la tappa più lunga, gli ultimi 210 chilometri di un viaggio che non scorderemo mai.




Trovate questo ed altri articoli a tema Ski Nomads su Skialper 143​


Crazy apre due nuovi stores

Due nuove vetrine per il brand valtellinese a Torino e Cortina

Continua senza freni la strategia retail per Crazy, il marchio fast&light per eccellenza nel mondo dello skialp. I nuovi flagship sono stati aperti nel corso dell'ultima metà di dicembre in due città iconiche per il mercato ski-touring: Torino e Cortina. La strategia distributiva è chiara, essere presenti nei punti nevralgici per il mondo outdoor per consolidare il brand sul territorio.

«Abbiamo deciso di aprire a Torino perché, oltre a essere una vera e propria metropoli, è una città dove l’alpinismo, uno dei nostri settori di riferimento, è di casa - ha commentato Luca Salini, CEO di Crazy - e Torino è in una posizione strategica nell’arco alpino e vorremmo puntare sulla sua storicità, sulla sua frizzante vita artistico-culturale e sul suo panorama modaiolo».

Con l’apertura dello store di Torino va a completarsi l’asse con Bardonecchia dove lo scorso anno Crazy ha aperto il primo negozio in Piemonte; mentre l'apertura a Cortina, insieme al negozio di Livigno, sarà strategica per la visibilità e la presenza del brand nelle località interessate dalle olimpiadi 2026.

Con queste due inaugurazioni il numero di negozi monomarca presenti in Europa e USA Crazy sale a 15.


Scott Winter Pro Team

SCOTT incontra il team Ambassador 2023 al rifugio Teodulo, durante la seconda edizione del meeting annuale

Per celebrare l'inizio della stagione, il 21 dicembre , durante il solstizio d'inverno, SCOTT Sports Italia ha radunato il team Ambassador del progetto Scott Winter al rifugio Teodulo, al cospetto del Cervino. Un'occasione imperdibile per incontrare i propri collaboratori, coloro che vivono il marchio quotidianamente sul campo, per lavoro e per diletto, lo indossano e lo rappresentano con entusiasmo. Guide alpine, professionisti della montagna, atleti di notevole caratura, questi sono i componenti del dream team sul quale SCOTT ha scelto di investire per promuovere lo spirito del brand. Durante l'evento, tra una sciata in polvere e un brindisi a base di buon genepì valdostano, sono stati presentati i progetti per la prossima stagione. «Abbiamo investito molto in questo progetto perché crediamo fortemente che un gruppo coeso e motivato, fatto di professionisti della montagna, faccia la differenza al giorno d’oggi per un marchio come SCOTT Winter - afferma Jessica Signori, Marketing Manager Sport Division - Ringrazio quindi tutti i ragazzi per la passione che ci mettono quotidianamente e per credere nel brand». 

@Stefano Vedovati

All'interno del gruppo troviamo anche due nomi a noi ben noti, quelli di Matteo Calcamuggi e Andrea Cismondi, due dei nostri fedeli tester materiali del team Buyer's Guide. Abbiamo provato a sottrargli qualche informazione preziosa sulle nuove collezioni ma sono rimasti sul vago, in ogni caso hanno voluto raccontarci in prima persona l'esperienza vissuta a quota 3317 metri. Ecco le parole di Cis:
 

@Stefano Vedovati

«Ci siamo capitati un po’ per caso. Ma non al meeting ambassador, proprio in Scottsportitalia. E da allora, il capriolo del val Serina (alias Piero) insieme a tutto lo staff Winter Division, sono diventati una famiglia.

E noi un team. Noi? E chi? Ambassador, Proteam, una volta promoter non importa il nome, importa la sostanza. Otto professionisti sparpagliati un po’ per tutta Italia che ne masticano di montagna, specie se quest’ultima é innevata.

Il meeting annuale é il pretesto. Difficile essere più determinati e professionali tra scattare immagini, produrre contenuti, testare, sviscerare criticità sui prodotti. Già perché é dallo sviluppo e dall’uso continuo di prodotti specifici che emergono pregi e ogni tanto qualche difetto. Insomma, facciamo proposte per effettuare un upgrade. Questo è ciò che facciamo.

E poi? E poi siamo Montanari. Metteteci in un rifugio (magari con una buona bottiglia di Genepy) e gli aneddoti che emergono sono un concentrato di magia.

E domani? si ricomincia, nel nostro habitat. Con i nostri sci Scott a piedi. A lavorare con un super team di professionisti condividendo la nostra passione con clienti, negozianti e la super family di Scottsportitalia».


PETZL Legend Tour - Il ghiaccio dell'Ovest

Torna il Petzl Legend Tour Italia, con un docufilm alla scoperta delle cascate di ghiaccio nelle valli piemontesi

Tra le selvagge valli dell'arco alpino occidentale il team di Petzl Italia è andato a incontrare i protagonisti di una vera e propria rivoluzione, quella che sul finire degli anni settanta portò alla nascita dell'arrampicata su ghiaccio in Italia. La genesi del cascatismo ricorda quella dell'arrampicata sportiva, la voglia di spingere sempre più avanti  i propri limiti e le tecniche dell'alpinismo è la stessa onda che portò alle grandi imprese su roccia, trasportandole in un terreno invernale ancora inesplorato sotto il punto di vista della verticalità. E, quando si parla di questi concetti, un nome spicca più degli altri: quello di Gian Carlo Grassi. Il viaggio non può quindi che partire dalla Val di Susa, dove l'alpinista nacque e mosse i primi passi sul terreno montano che diventò in breve campo di gioco preferito e rifugio dove evadere nei momenti più duri. Insieme ai personaggi che hanno affiancato Grassi nella sua crescita e nelle sue imprese, troviamo ad accompagnarci in questa esplorazione storica l'atleta Federica Mingolla, che in questa puntata del Legend Tour ci regala un assaggio di alcune cascate storiche che oggi sono punto di riferimento per il Ghiaccio dell'Ovest: L'altro Volto del Pianeta, in Valle Argentera e il cascatone del Rouit in val Troncea. Dalle valli torinesi si percorre a ritroso la storia della piolet-traction, fino a terminare la spedizione in Val Varaita, dove nel 1977 Romero Isaia e Piero Marchisio riuscirono, inconsapevoli del valore di quell'impresa, a salire per la prima volta nella storia il sottile nastro ghiacciato della cascata Ciucchinel.

Il film è disponibile dal 21 dicembre sul canale Youtube Petzl Sport, al seguente link:

PETZL LEGEND TOUR - IL GHIACCIO DELL'OVEST

https://youtu.be/1NIqWlPiS5o


Julbo Pair Of Kings kickoff

Quando uno dei brand con il migliore know how sul mercato sceglie di collaborare con due dei più forti sciatori al mondo, il risultato non può essere altro che un grande successo

Ci troviamo a Zermatt, la location scelta dal team Julbo per il lancio della nuova Cyclon Reactive «Pair of Kings», la prima maschera da sci foto-cromatica 0-4 sul mercato, con special make-up in collaborazione con due atleti di fama mondiale: il freerider Sam Anthamatten (che qui è di casa) e il freestyler Antti Ollila, direttamente da Rovaniemi. La presentazione della grande novità dell'azienda francese avviene in un cinema dal gusto post industriale nel centro del paesino, dove vengono proiettati alcuni film che raccontano le imprese dei due King presenti in sala. Le immagini delle discese folli in Alaska e dei trick impossibili tra le gobbe lapponi non fanno altro che fomentare la voglia di testare il prodotto, che a quanto pare porterà una grande innovazione nel mondo dell'ottica per la montagna in inverno.

Cyclon Reactive 0-4 è più di una semplice maschera, è la sintesi della ricerca della perfezione. Una all in one che unisce il know how di un brand con anni di esperienza nel settore alle necessità dell'utilizzatore, in un prodotto essenziale ed unico nel suo genere. Che ci si trovi in Finlandia, dove per diversi mesi l'anno i praticanti sono costretti a sciare nell'oscurità più totale, o nel Vallese, dove nelle giornate di sole serve la massima protezione disponibile, Cyclon Reactive è quello che serve.

Durante il nostro soggiorno ai piedi del Cervino abbiamo avuto modo di testare la reattività della transizione e la qualità della lente in diverse situazioni, dai cambi di luce in pista (qui la lente rossa e l'ampio campo visivo proiettano letteralmente in un mondo a 4K) alle condizioni di scarsa luminosità di una grotta glaciale, fino a concludere la giornata con una discesa al chiaro di luna, dove la trasparenza della lente virata al livello 0 ci ha permesso di sciare anche senza frontale accesa.

Visto che non ci emozioniamo facilmente e sappiamo bene come qualsiasi maschera possa funzionare benissimo quando c'è il sole, non ci siamo limitati ad una recensione di primo pelo ma abbiamo voluto aspettare di poterla provare anche nella condizione incubo di ogni sciatore: la nebbia densa come pannacotta. Per tale motivo la scorsa settimana ci siamo recati nel Cuneese, in una giornata di neve fitta e visibilità estremamente ridotta e... che dire, anche in questo caso la lente è stata all'altezza delle aspettative.

Rispetto alle classiche lenti gialle, la dominante rossa accentua i contrasti ed i cambi di pendenza sono più facilmente individuabili, senza considerare il fatto che, come è capitato a noi, in caso di cambio meteo e comparsa di alcuni timidi raggi di sole, la maschera è in grado di adattarsi molto rapidamente evitando così di lasciarci senza un'adeguata protezione o di dover portare nello zaino un occhiale di ricambio.

Insomma, in tanti anni di test di prodotti di questa categoria, possiamo affermare di aver avuto l'onore di testare in anteprima uno dei migliori prodotti mai visti sul mercato.

Trovate Cyclon Reactive 0-4 in vendita all'onestissmo prezzo consigliato di 184,95€ su julbo.com e presso rivenditori autorizzati

MG_L8291
MG_L8364
MG_L8459
MG_L8481
MG_L8517
MG_L8592
MG_L8609
MG_Tenerife_1
MG_Tenerife_4
MG_Tenerife_8

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Kästle presenta la linea touring TX

La linea touring TX di Kästle: sci leggeri in salita con prestazioni imbattibili in discesa

TX LINE

TX identifica la linea da scialpinismo più leggera di Kästle ed è sinonimo di prestazioni senza eguali. Grazie all'innovativa costruzione in carbonio e fibra di vetro con Dual o Progressive Rise, forniscono leggerezza in salita e massima stabilità e galleggiamento in discesa. Non sono sci da principianti, il brand mette subito in chiaro che per utilizzare questi modelli è necessaria una buona dose di esperienza e preparazione fisica. La linea TX si identifica in quattro prodotti per tutti i gusti: TX77, TX87, TX93 e TX103.

TX UP LINE

Con l'introduzione della linea TX UP, Kästle ha ampliato la gamma nel segmento touring  con modelli specificamente pensati per la prestazione sciistica. Leggermente più pesanti dei fratelli TX, sono più facili da girare e offrono più comfort grazie alla struttura solida, che li rende adatti agli sciatori che preferiscono sacrificare qualche grammo in favore del divertimento in discesa. Sono disponibili in due varianti: TX87 UP e TX 93 UP.

TX VOGUE LINE

Una linea pensata per le donne, con una costruzione in fibra di vetro e carbonio e la tecnologia Progressive Rise. Perfetto per le sciatrici che cercano leggerezza in salita e prestazione in discesa, in uno sci allround con struttura semi-cap e legno di pawlonia/pioppo.

I prodotti Kästle sono distribuiti in Italia da Panorama Sport Diffusion, per informazioni su rivenditori e disponibilità prodotti www.panoramadiffusion.it


Nuovi zaini da neve Camelbak

Camelbak lancia la nuova linea di zaini da neve dedicati a sci, snowboard, scialpinismo ed escursionismo in montagna

Camelbak, l'azienda leader mondiale nel settore dei prodotti per l'idratazione ha presentato a ISPO 2022 la nuova collezione di zaini dedicata alle attività su neve. Progettati per resistere agli attrezzi metallici taglienti e dotati di sistemi intelligenti per organizzare e trasportare l'equipaggiamento invernale (pala, sonda, ramponi etc...), i nuovi prodotti sono tutti waterproof e ovviamente mantengono la peculiarità del brand: la predisposizione all'utilizzo con sacca idrica. Le capacità di carico vanno da 20 a 1 litro, dotati di default di sacca idrica Crux da 2 L, il cui tubo viene mantenuto isolato dal freddo grazie ad un sistema di cinghie e spallacci termoisolanti Therminator, per renderla utilizzabile anche sotto zero senza lo spiacevole rischio che il liquido si ghiacci al suo interno.

SNOBLAST

Esterno in materiale SnowShield, interno con capienza di 20 litri per contenere tutto il necessario per una giornata sulla neve, oltre che alloggiare la sacca idrica Crux da 2 litri. La tripla zip facilita l'accesso a tutto gli oggetti contenuti nello zaino. Lo zaino è dotato infine di cinghie per trasportare sci e tavola.

Peso: 1010g ; prezzo al pubblico: 129,99€

POWDERHOUND 12

Vincitore di un ISPO Award  nella categoria Equipment, il nuovo zaino Powderhound 12 è l'ideale per lo ski-fitness o le giornate di impianti con brevi tratti di skin-up. Anch'esso dotato di cinghie porta sci o tavola e spazio per equipaggiamento di emergenza, è dotato di sistema Lift Access che permette di accedere facilmente agli oggetti più importanti senza dover aprire tutto lo zaino tra una discesa e l'altra.

Peso: 850g ; prezzo al pubblico: 119,99€

ZOID

Il più piccolo della famiglia, pensato per gli sciatori minimal che vogliono avere con se solo lo stretto indispensabile senza rinunciare all'idratazione. Il meccanismo di sgancio rapido dello spallaccio è espressamente progettato per facilitare le risalite in seggiovia e accedere rapidamente al contenuto interno

Peso: 510g ; prezzo al pubblico: 99,99€

I prodotti sono già disponibili online sul sito camelbak.eu e presso i rivenditori autorizzati.


ISMF Youth World Cup per la prima volta in VDA

La Valle del Gran San Bernardo ospiterà una prova individuale e una vertical race di sci alpinismo

Nella Valle del Gran San Bernardo, a pochi chilometri da Saint-Rhémy-en-Bosses, nella stazione di sci di Crevacol, sabato 11 e domenica 12 febbraio 2023 si svolgeranno due prove di scialpinismo che assegneranno il punteggio per la Coppa del Mondo Giovani.
 La prova che aprirà il fine settimana dedicato allo scialpinismo internazionale sarà l’Individual Race, mentre domenica, andrà in scena la prova Vertical. 
Le categorie che gareggeranno per la Coppa del Mondo giovani saranno U18 e U20, in contemporanea sarà organizzata la gara FISI di Sci Alpinismo anche per le categorie U12 - U14 - U16.


L’evento internazionale è organizzato dallo Sci Club Gran San Bernardo con il supporto dei Comuni della Valle del Gran San Bernardo e dell’amministrazione Regionale della Valle d’Aosta.
 Per le iscrizioni alla ISMF YOUTH  WORLD CUP SKI MOUNTAINEERING” le categorie U18 – U20 gli atleti dovranno passare tramite le propria Federazione nazionale e dovranno essere in possesso della licenza B della ISMF.


Tutte le informazioni si possono trovare sul sito web www.paysdusaintbernard.it cliccando sul pulsante ISMF


SCARPA - Ribelle Run Kalibra G

La prima calzatura da trail running ideata con due partner d'eccezione, BOA e Polartec

Scarpa presenta la nuova Ribelle Run Kalibra G, la scarpa innovativa e rivouzionaria capace di superare i limiti ed incrementare le prestazioni degli atleti. Leggera, reattiva, affidabile, anche nelle condizioni più estreme offre il massimo in termini di performance, stabilità e protezione. La scarpa è il risultato della peretta sinergia nella fase di ricerca e sperimentazione con due partner di spessore nel settore dell'outdoor: BOA e Polartec.

L'innovazione principale è Wrap360, il sistema di allacciatura che permette un avvolgimento completo del piede sia nella zona anteriore che in quella del tallone, che permette di godere di una calzata veloce e precisa. La ghetta integrata è inoltre dotata di rotella BOA Li2, utilizzata per la prima volta su una calzatura da trail running invernale, che permette agli atleti una microregolazione del fit in base alle esigenze durante l'attività. La piattaforma BOA si combina ai lacci TX6 realizzati in poliestere riciclato e polietilene ad alto peso molecolare. Anche Polartec compare per la prima volta su una calzatura da trail, con la tecnologia Windbloc: un tessuto a tre strati con membrana interna 100% windproof che garantisce impermeabilità, traspirabilità e comfort, conferendo alla scarpa un'ampia gamma di funzionalità tra cui leggerezza, termoregolazione e massima protezione in qualsiasi condizione atmosferica estrema. 

Per concludere in bellezza la scarpa è stata dotata di suola Presa, perfetta per attività su terreni misti grazie ad una speciale gomma in grado di resistere al freddo senza perdere le sue proprietà, abbinata all'intersuola in Eva a media densità ed un battistrada con tassellatura da 6mm. Questo connubio di materiali e tecnologie rende Ribelle Run Kalibra G la scarpa perfetta per allenamenti e gare su medie distanze in qualsiasi condizioni metereologica, in estate e in inverno.

«Ribelle Run Kalibra G rappresenta per noi l’apice della tecnicità. Lo è per le caratteristiche intrinseche dei materiali che la costituiscono, ma soprattutto per il suo utilizzo. Un prodotto ideale in condizioni climatiche difficili con necessità di protezione, sicurezza e comfort»  sottolinea Marco De Gasperi, brand manager di SCARPA.