Domenica sara' la solita gara stellare. Ecco i favoriti

Zegama is Zegama, Per la verità ‘Zegama es Zegama’, perché la frase l’ha detta Kilian per spiegare la sua settima partecipazione alla gara basca. Già, perché Zegama è Zegama? Perché è una gara relativamente giovane (2002), in un paese di meno di 1.500 abitanti con richieste di partecipazione superiori di almeno tre volte… Zegama Aizkorri Maratoia è il nome reale di questa vera maratona (42,195 km) con 5.472 metri di dislivello. Ci siamo, Zegama è alle porte, domenica prossima. Sarà, come sempre, una gara stellare. Ecco perché.

UOMINI – Il favorito numero uno non può che essere lui: Kilian Jornet. Dopo ‘essersi fatto le gambe’ alla Transvulcania, ora il catalano dovrebbe essere in perfetta forma e Zegama per lui è come la benzina per un’auto. Dal 2007 a oggi sei partecipazioni e sei vittorie. Nel sole del 2013 e sotto l’acqua mista a neve del 2012… E gli sparring partner? L’anno scorso finì sul filo dei secondi con Luis Alberto Hernando. Sappiamo come è finita alla Transvulcania. Se è stanco per la gara di La Palma Luis Alberto, lo sarà allo stesso modo Kilian e poi Hernando si è posto pochi obiettivi mirati: Transvulcania, Zegama, Chamonix e UTMB. Probabile che abbia recuperato abbastanza bene e gestito le energie in modo intelligente. E poi? E poi c’è Marco De Gasperi. Gli anni passano, ma come il buon vino ‘Dega’, nonostante qualche acciacco, ha dimostrato che quando è in forma è ancora uno dei pochi in grado di mettere in difficoltà Kilian. Abbiamo ancora negli occhi lo straordinario duello della prima parte della gara dell’anno scorso e quello al fotofinish di Canazei. De Gasperi è reduce dal successo al Monte Elbrus, certo la lunghezza di Zegama e un po’ diversa da quella della Dolomites ma attenzione… E poi? E poi occhi puntati su Tadei Pivk, terzo l’anno scorso e sempre in grado di lottare per il podio e sullo spagnolo-marocchino Zaid Ait Malek che proprio a Zegama si impose l’anno scorso sul grande palcoscenico internazionale e in un anno ha fatto ancora progressi. Il podio, a meno di sorprese, dovrebbe essere una gioco a cinque. Ma… attenzione a Tom Owens, terzo nel 2012 e secondo nel 2011, sesto alla Transvulcania e l’anno scorso assente per infortunio. Sembra in forma… Altri nomi in grado di fare una gara top? Come dimenticare Jokin Lizeaga, Alfredo Gil, Fabio Bazzana, Manuel Merillas, Michel Lanne, Javier Dominguez Ledo, Pablo Villa, Eirik Haugsnes, Cameron Clayton, Thorbjorn Ludvingsen… e abbiamo sicuramente dimenticato qualcuno.

DONNE – Emelie Forsberg, vincitrice l’anno scorso, è reduce dalla stagione dello ski-alp e dalla caduta della Transvulcania. Probabile che non sia al top, ma è sempre un ‘cliente scomodo’. Nuria Picas, seconda l’anno scorso, risulta iscritta ma è reduce dalla vittoria della TNF 100 Australia nello scorso fine settimana. Possibile una sua rinuncia sotto data come per la Transvulcania e comunque non sarà al top. E quindi? E quindi la favorita numero uno dovrebbe essere Stevie Kremer, che l’anno scorso arrivò terza e perse la gara in discesa. In salita Stevie sembra un uomo, in discesa è migliorata molto (Chamonix Marathon docet), sulla carta la vittoria dovrebbe essere sua. Però… però c’è una certa Elisa Desco che è in forma smagliante e continua a macinare risultati. Il podio è sicuramente alla sua portata, bisognerà vedere come regge la distanza maratona. Poi c’è Maite Mayora, forte, fortissima, ma reduce dalla Transvulcania (seconda), Uxue Fraile (anche lei reduce da Zegama), Emma Roca (reduce da due Ultra in un mesetto e con un infortunio nel finale alla Transvulcania). La cliente più scomoda potrebbe essere Kasie Enman. Abbiamo ancora tutti negli occhi l’incredibile gara (record) di Premana 2012. Kasie ha interrotto la stagione 2013 causa parto, distanze e terreno di Zegama non sono identici a Premana, ma se è in forma un posto sul podio potrebbe essere suo. Risultano iscritte anche le due friulane Paola Romanin e Dimitra Thoecharis e Giulia Amadori, recentemente seconda all’Elba Trail. Non sono da podio ma potranno fare bella figura. Dopo tutto, Zegama è Zegama. 

Gara perfetta, combattuta dal primo all’ultimo metro

Descrivere la Zegama-Aizkorri dopo averla vissuta da spettatore è molto difficile. Tante sono le immagini e le emozioni vissute che farne una sintesi è praticamente impossibile. Lo scorso anno chiesero a Kilian Jornet di descriverla e lui disse ‘Zegama è Zegama’, semplice ma molto efficace. Quest’anno al termine della sua prova, Fabio Bazzana ha confidato qualcosa del tipo ‘«qui è inutile girarsi, tanto hai sempre qualcuno dietro». Zegama è l’essenza dell’agonismo, della sportività e del coinvolgimento. Zegama è Zegama.

10:48 – SANCTI SPIRITU – A dire il vero già il solo nome incute un qual certo timore. Nulla in confronto a quello che nella realtà dei fatti attende gli atleti in gara  e gli spettatori che si recano per la prima volta nel tempio dello Skyrunning. Il Sancti Spiritu è molto facile da descrivere, vi è un punto di ristoro posto al termine di una discesa e da li parte un muro che in realtà è prato in forte pendenza e che costituisce la prima parte della salita all’Aizkorri. Uno strappo che non può non far male alle gambe. Il pubblico presente, al pari di un finale di tappa alpina al Tour de France, ma su un colle di quelli che contano. Fulvio Dapit, più che un veterano della corsa un pezzo di storia della stessa, dice che non ha mai visto tanto pubblico come quest’anno. Le prime stime parlano di 5000 persone. Si scierano i fotografi cercando il punto giusto per immortalare gli attimi preziosi. Jordi Saragossa e Ian Corles sono concentrati e non lasciano nulla al caso, vogliono lo scatto dell’anno. Dalla cima del prato, dove una staccionata di legno delimita il pascolo dalle primo rocce, è facile intuire quando stanno per arrivare i primi concorrenti perché il frastuono è realmente assordante. Ci siamo, tutti aspettiamo Kilian Jonet, ma la vera attesa e per scoprire chi questa volta è riuscito a stare al suo ritmo. Tempo pochi minuti e sbucano dal tornante due atleti, sono lo stesso Kilian e Marco Degasperi. Oggi ho scoperto che anche loro sudano perché il Sancti Spiritu non fa sconti a nessuno, neanche a due grandissimo come loro. Perfetti, all’apice dello sforzo, con i piedi sempre in spinta e molto concentrati. Nei pochi secondi del loro passaggio, è come se il frastuono delle trombe svanisce, tutti ci concentriamo su uno sguardo, un reespiro, un particolare.  Passano in 1h48’ dopo 21 km di gara. A più di un minuto, i primi inseguitori tra cui l’italiano Tadei Pivk. Tra le donne, è in testa l’americana Stevie Kremer e  ha un vantaggio di 1 minuto su Fmelie Forsberg e di 4 minuti sull’italliana Silvia Serafini. Stevie è preoccupata, dice che in discesa è probabile che la riprendano. Nuria Picas è attardata e il suo passo è meno convincente di chi la precede. Come da tradizione, il pubblico attende il passaggio degli ultimi e li applaude esattamente come i primi. Zegama è Zegama.

12:54 – ZEGAMA – Il record è li a portata di mano e può finalmente essere infranto dopo 8 anni. Chi arriva per primo sul traguardo, però, si chiama Kilian Jornet (Salomon Santiveri) e come è ormai risaputo nessuno schema terreno gli appartiene. Nulla vale più del saluto alla folla prima di tagliare il traguardo tantomeno i 20 secondi dal 3h54’18’’ di Rob Jebb e neanche i 5 sul secondo, Luis Alberto Hernando (Adidas). Solo loro due sanno come hanno corso l’ultimo chilometro, noi lo intiuiamo vedendoli ansimare e piegarsi in due dallo sforzo. Meno di 5 minuti dopo, è la volta di Tadei Pivk (Team Crazy) e dell’Italia che ancora una volta entra nella storia della grande corsa basca. Arriva anche l’ottavo posto di Daniele Cappelletti (Valetudo Skyrunning). Seguono, ventesimo l’inossidabile Fulvio Dapit (Team Crazy) e ventisettesimo il giovane Fabio Bazzana (Team Crazy) che chiude la sua prova con lo sprint sullo spagnolo Angel Arrieta  tra una vera e propria ovazione del pubblico. Zegama è Zegama.

13:40 – ZEGAMA – Kilian è appoggiato alla transenna e parla con sua mamma Nùria. Aspettano l’arivo di Emelie che è attesa da li a breve sulla linea del traguardo. E’ quindi la volta  le donne ma c’è poco tempo per festeggiare tanto sono intense e veloci le emozioni. La svedese Emelie Forsberg (Salomon) precede di 1’40’’ la spagnola Nuria Picas (FEEC-Buff) che a sua volta ha 3 soli secondi sull’americana Stevie Kremer (Salomon Agisko). In meno di due minuti, la pratica del podio femminile è risolta. La Picas, fa il segno alla Kremer che la teneza d’occhio negli ultimi chilometri cercando di amministrare l’esiguo vantaggio. Per loro due, un testa a testa ininterroto dal 34° chilometro. Lontana dal suo tempo record che resiste ma con una prova maiuscola l’italiana Emanuela Brizio (Valetudo Skyrunning) chiude in quarta posizione assoluta e sesta è la connazionale Silvia Serafini (Team Salomon Agisko) che si porta a casa una gran bella esperienza ma anche una brutta slogatura alla caviglia. Con il decimo posto di Debora Cardone sono quindi cinque gli atleti italiani che entrano nei primi 10, due uomini e tre donne. Ma qui si sa, il podio è allungato, entrare nei trenta a Zegama vuol dire avere il talento e la cattiveria per saper spingere dall’inizio alla fine, senza nessuna sosta tanto da alzare gli schizzi di fango fino alla schiena. Zegama è Zegama.

BRIVIDI – Fulvio Dapit e Stephanie Jimenez a pranzo confidano che arrivati al Sancti Spiritu, al cospetto del pubblico presente,  hanno avuto la pelle d’oca, non figurata ma reale. Ho notato lo stesso particolare su alcuni atleti al traguardo con la pelle d’oca sulle gambe Le due curve finali del percorso sono impressionanti, due ali di folla che sanno cosa dire e, soprattutto, come dirlo. Anche per me, da ieri, Zegama è Zegama.

LE PROSSIME TAPPE – Archiviata la prima Ultra, la Transvulcania, e la prima Sky, il verdetto è praticamente univoco. In entrambe le gare, primo Kilian e secondo Luis Alberto, prima Emelie e secinda Nuria. Le Skyrunner® world Series 2013 si trasferiscono prima ad Andorra per la seconda Ultra, il 21 giugno con la Ronda dels cims di 170 km e la settimana dopo a Chamonix per la Marathon du Mont Blanc.  Lo spettacolo continua.
 

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