Il riscontro dell'iniziativa che assegna anche i punti qualificanti

Abbiamo incontrato al rifugio Bertone, sopra Courmayeur, Vincent Delebarre, noto trailer francese, già vincitore dell’UTMB nel 2004, guida di montagna nonché accompagnatore abilitato dei corsi di formazione lungo il percorso dello stesso UTMB e non solo. Avevamo già parlato nel recente passato proprio di questi corsi voluti e promossi dagli organizzatori della prestigiosa gara francese che da quest’anno, per la prima volta, assegnano anche i punti qualificanti per la relativa partecipazione. C’è chi ha parlato di mercificazione dello spirito trail chi di una nuova opportunità lavorativa.

Con Delebarre è stata l’occasione per verificare dal vivo l’interesse che l’iniziativa ha generato e la filosofia che sta dietro l’intera operazione. Ospite di giornata, la francese Corinne Favre che sta portando a termine anche lei il corso di qualifica di accompagnatore di montagna. Anche per lei, quindi, nel prossimo futuro si prospetta la possibilità di accompagnare i trailer luingo i sentieri delle principali manifestazioni.

Come stanno andando questi nuovi corsi per l’UTMB?

Direi molto bene. Oggi come vedi abbiamo 15 partecipanti e questo è già il quarto corso sul giro completo del Monte Bianco. A questi poi si aggiungono quelli per la CCC e la TDS. Sono corsi abbastanza duri ma questo e normale. Oggi due partecipanti sono andati leggermente in crisi ma penso che riusciranno comunque a concludere l’intero giro.

Quanti istruttori siete per ogni corso?
Siamo due guide e un accompagnatore per ogni corso. Le guide stanno con il gruppo cercando di assistere i partecipanti in base alle loro differenti potenzialità. L’accompagnatore ci segue con una vettura nei vari punti del percorso facendo una sorta di assistenza e garantendo anche un livello di sicurezza in caso di imprevisti.

Da quest’anno avete aggiunto anche delle lezioni teoriche su vari argomenti?
Sì, trattiamo svariati argomenti, dalla sicurezza alle regole di comportamento in montagna e alle nozioni di alimentazione per esempio. Queste lezioni teoriche si svolgono di norma al termine di ogni tappa. E’ un aspetto molto importante, cerchiamo di trasmettere le nozioni fondamentali per una corretta gestione dell’attività sportiva in montagna.

E poi c’è la questione dei punti…..
A me i punti non interessano. Solitamente nel briefing iniziale del primo giorno io lo specifico molto bene dicendo ai partecipanti che so della questione dei punti ma che non è una tematica che mi riguarda. Lo spirito che muove questi corsi e noi istruttori va oltre la logica dei punti. Se dovessi intuire che qualcuno si iscrive a questi corsi solo per la questione dei punti, chiederei immediatamente di toglierli. Ad oggi non ho mai avuto questa sensazione e mai nessuno dei partecipanti mi ha chiesto qualcosa in merito.

Pensi che questo possa rappresentare una nuova possibilità lavorativa?
Direi che è un piccolo business che coinvolge gli istruttori e le strutture ricettive lungo il percorso, come oggi per Renzino qui al Bertone. Nel corso degli anni vedo che questo tipo di iniziative riscuote sempre più interesse da parte di chi fa trail. Oltre ai francesi, incominciano ad arrivare atleti da tutto il mondo, nel corso precedente c’era anche una ragazza di Hong Kong per esempio.