Mancanza di percorsi alternativi, precedenti…

Archiviata la cronaca sportiva che come ogni anno ha regalato forti emozioni a tutti gli appassionati della disciplina, la decima edizione dell’UTMB® continua ad alimentare un’accesa discussione inerente alla modifica del percorso originario a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Un meteo che negli ultimi anni sembra avere deciso di accanirsi con particolare veemenza contro la corsa regina nel panorama del trail running internazionale. Nelle ultime tre edizioni, infatti, la prova non si è potuta disputare lungo il suo percorso programmato, quello di 168 km e 9.600 metri di dislivello positivo, con partenza e arrivo in Francia e transito da Italia e Svizzera.

I PRECEDENTI –
Nel 2010 la direzione di corsa decise di fermare gli atleti dopo 32 km nei pressi di Les Contamines per poi far riprendere la corsa il giorno dopo con partenza da Courmayeur e arrivo a Chamonix su un percorso di circa 90 km. Il vincitore delle due edizioni precedenti, lo spagnolo Kilian Jornet, e altri atleti di vertice, decisero di non prendere parte alla ripartenza prevista. Nel 2011 la partenza fu posticipata di qualche ora e il percorso non contemplò la salita di Bovine e quella alla Téte aux Vents. La corsa risultò essere più lunga di quella in programma di circa 6 km. Quest’anno, la corsa è stata ridotta a poco più di 100 km interamente sul versante francese. Come avvenuto nel 2010, alcuni atleti di vertice hanno deciso di non prendere parte alla prova. L’UTMB è una corsa che contempla necessariamente dinamiche organizzative alquanto complesse. La sua lunghezza che si snoda attraverso svariati territori comunali e tre nazioni differenti, il numero di 2.500 concorrenti impegnati e un vero proprio “esercito” di volontari da coordinare, solo per citare alcuni aspetti, sono elementi che rendono alquanto delicate qualsiasi variazioni di programma, in particolare se queste devono essere decise in tempi ristretti.

LE POLEMICHE – Nei commenti post gara, molti si domandano invece se realmente le condizioni meteo fossero tali da rendere necessaria una modifica del percorso al fine di tutelare l’incolumità degli atleti. Se nel 2010 si era infatti parlato di smottamenti provocati dall’acqua nei pressi del col de la Seigne, quest’anno le preoccupazioni erano concentrate principalmente sulle basse temperature. Nessun tipo di pericolo ambientale oggettivo, se non il freddo, è stato comunicato da parte degli organizzatori quale motivo della decisione. E questo aspetto desta perlomeno curiosità se riferito a quella che è considerata una delle gare all’avanguardia in tema di dotazione di materiale obbligatorio richiesta agli atleti. La dotazione più completa nel panorama generale delle corse in natura a livello mondiale. A poche ore dal via, l’organizzazione della corsa aveva addirittura comunicato agli stessi atleti, tramite sms, che sarebbe stato obbligatorio avere con se uno strato aggiuntivo di abbigliamento, passando quindi da 3 a 4 strati.
Per molti, la decisione è stata letta più come una tutela nei confronti dell’organizzazione stessa che non della reale incolumità degli atleti. C’è chi si domanda se gli elementi naturali come il freddo, la pioggia e la neve, ovviamente non di portata estrema, debbano o meno essere contemplati come variabili naturali insite nella corsa in natura e in particolare in quella svolta in montagna.

DUBBI – I dubbi principali in queste ore che seguono l’UTMB® 2012, riguardano essenzialmente due aspetti su tutti e che sono strettamente collegati al tema della sicurezza:

– Mancata comunicazione preventiva, nei mesi precedenti, di uno o più percorsi alternativi con tutte le relative specifiche tecniche. Visto è considerato che per il secondo anno i colli Bonhome e Seigne hanno costituito uno sbarramento naturale al transito sul versante italiano, la loro esclusione dal percorso è un’ipotesi ormai da tenere in seria considerazione. Tra la notte di venerdì e la giornata di sabato, 2.481 concorrenti sono partiti da Chamonix lungo per affrontare circa 100 km senza avere quelle specifiche tecniche che sono da sempre ritenute fondamentali per la sicurezza da parte di tutti gli organizzatori, compresi gli stessi organizzatori dell’UTMB®.

– Mancata interruzione, nello stesso frangente, della PTL (Petite Trotte a Leon) che prevede passaggi oltre i 2.000 metri di quota e dove gli atleti coinvolti sono provati da svariati giorni di percorrenza.

Come ogni anno, quindi, l’UTMB farà parlare di se ancora per molto nei prossimi mesi.