Un Trofeo Vanoni più internazionale che mai quest’anno con cinque squadre straniere nella top five (Francia, Gran Bretagna, Scozia, Repubblica Ceca e Inghilterra) e i Falchi Lecco prima squadra italiana. Un Trofeo Vanoni impegnativo e difficile per le condizioni meteo proibitive e per l’assenza di Gianpietro Bottà, colonna portante di questa gara. 155 le staffette al via che hanno affrontato un percorso insidioso e difficile a causa del fango e della pioggia. Ma gli atleti non si sono risparmiati, in particolare la Repubblica Ceca che è partita subito a spron battuto con Jan Janu, unico a scendere sotto il muro dei 30’ fermando il crono a 29’47” (gli altri più veloci sono stati Alexandre Fine (Francia/30’30”) e Andrew Douglas (Scozia/30’58”). Fino a metà gara i cechi erano saldamente al comando, ma il loro vantaggio si è man mano affievolito e in terza frazione Francia e Gran Bretagna hanno scollinato appaiate alla Chieas di Arzo. E’ stata la discesa, come sempre, a determinare l’esito della gara: il giovane Alexandre Fine ha fatto la differenza e inflitto un distacco di 1’05” alla Gran Bretagna – Snowdon Race Team. Per la quinta volta gli amici d’oltralpe guidati dal tecnico Jean Claude Louison hanno alzano al cielo il Trofeo Vanoni (Imbert Thibault e Cachard Sylvain i primi due frazionisti), piazza d’onore per i britannici grazie a Chris Holdworth, Chris Smith e Zak Hana, terza come lo scorso anno la Scozia (Ross Gollan, Andrew Douglas e James Espie), quarta la Repubblica Ceca (Jan Janu, Jachym Kovar e Tomas Macecek) e quinta l’Inghilterra (Jack Wood, Chris Arthur e Sam Stead).
Prima squadra italiana i Falchi Lecco con Eros Radaelli, Danilo e Paolo Bonami, noni i diavoli rossi trascinati da un grande Marco Leoni (31’24” il suo crono individuale).
Al via anche una staffetta speciale nel ricordo di Gianpietro Bottà: Giuseppe Corbetta, Pierluigi Del Barba, Giovanni Rossi, Giulio Faggi, Vittorio Fiorelli, Giuliano Corti, Luciano Colzani, Antonio Vergottini, Attilio Speziale hanno percorso un pezzo per uno il tracciato del Trofeo Vanoni indossando la maglietta rossa con la scritta “Ciao Pietro” e il tratto finale tutti insieme con Ken Jones, amico gallese da 40 anni, e il sindaco Andrea Ruggeri. Un dedica speciale che anche tanti altri atleti avuto voluto fare alzando gli occhi o il dito al cielo. Anche la Francia ha voluto dedicare a Pietro Bottà la sua vittoria in ricordo dei profondi legami di amicizia che ha saputo creare e della coinvolgente passione per la corsa in montagna.
VANONI FEMMINILE – Vanoni rosa memorabile. Il livello era altissimo già sulla carta e la corsa, con percorso difficile soprattutto in discesa, ha premiato l’ottimo stato di forma dell’azzurra e campionessa italiana di chilometro verticale Elisa Sortini (Atletica Alta Valtellina). La talamonese ha fatto subito il ritmo, seguita in salita sola da irlandese Sara McCormach. Poi l’irlandese ha perso terreno e Sortini è rimasta sola la comando, incitata dal pubblico numeroso sul percorso nonostante la pioggia. Nella centralissima via Vanoni Elisa si presenta sorridente e a braccia alzate, conscia di aver compiuto un’impresa: vincere il Vanoni femminile, terza valtellinese
dopo Bruna Fanetti e Alice Gaggi, con un tempo eccezionale viste le condizioni del percorso, 21’52” il suo tempo, sesta atleta di sempre a scendere sotto il muro dei 22 minuti. Ora il nome di Elisa Sortini campeggia nell’albo d’oro della gara insieme a quello dello zio Fabio Ciaponi.
Alle sue spalle Sara McCormach cede in discesa e Clementine Geoffray la precede sul traguardo: 22’10” il tempo della francese, 22’27” quello dell’irlandese. A chiudere la top five la ceca Pavla Schorna (già vincitrice due volte a livello individuale e una a staffetta) in 23’25” e la locale Roberta Ciappini (La Recastello Radici Group//23’57”). A seguire si parla ancora straniero con le scozzesi Lauren Dickson e Charlotte Morgan, l’inglese Miranda Grant e Caitlin Rice, quest’ultima preceduta da Elisa Compagnoni.