Oro mondiale della corsa in montagna a Kiplangat
Africa superstar, Uguanda caput mundi, ma poi c’è l’Italia. Lo ha sintetizzato molto bene Xavier Chevrier al traguardo della gara Senior maschile: «Siamo dietro ai più forti del mondo». E, aggiungiamo noi, l’oro più bello è rimasto a Casa Italia ed è quello di un Mondiale di Premana indimenticabile, con un tifo e una passione unici, che hanno dato una marcia in più a tanti atleti. E mancano ancora i Mondiali lunghe distanze…
UGANDA SUPERSTAR – A Premana, però, la dura legge dell’Africa si è espressa in tutta la sua brutalità: sei ori su sei dei Mondiali di corsa in montagna sono andati al continente africano, ben cinque all’Uganda. Nell’evento top, la gara Senior maschile, un triplete ugandese pazzesco; vittoria di Victor Kiplangat in 52’31’’ su Joel Ayeko (52’50’’) e Fred Musobo (53’57’’). Fa caldo, fa freddo, il percorso è più o meno tecnico, ma la storia non cambia. La bandiera non è mai stata in dubbio, semmai gli interpreti. Al quarto posto Josep Gray, Stati Uniti, seguito da Petro Mamu, Eritrea. Poi una doppietta azzurra con Xavier Chevrier che ha superato negli ultimi frangenti Bernard Dematteis. Al decimo posto un altro statunitense, Patrick Smyth, poi il britannico Andrew Douglas e il Kenya con Penin Surum Rober. Gli altri azzurri: Martin Dematteis dodicesimo e Cesare Maestri tredicesimo. Nella gara a squadre vittoria, scontata, ugandese, e un argento azzurro che vale come un oro, davanti agli Stati Unti. Gli azzurri chiudono la rassegna con tre argenti (squadre Senior uomini e donne, Pattis nei Junior) e due bronzi (squadra Junior maschile e femminile).
LA VITTORIA DEL PUBBLICO – Una teoria di pullman che dalle sette di mattina hanno fatto la spola dai parcheggi di corrispondenza al paese, transenne ovunque, trombe e striscioni sugli alpeggi, cori e urla di incitamento: Premana ha scritto una delle più belle pagine della storia della corsa in montagna. Sotto un sole cocente il pubblico è stato la spinta in più per gli atleti. Tantissime bandiere italiane ma anche tedesche, statunitensi, ugandesi, ragazzini che correvano dietro agli atleti, balconi gremiti di gente come in tribuna allo stadio. Una bella giornata di sport.