Costretta al ritiro per un problema alle mani Francesca Canepa

Francois D’Haene e Nuria Picas hanno vinto oggi l’Ultra-Trail Mt. Fuji, in Giappone, gara dell’Ultra-Trail World Tour. Due vittorie importanti, due conferme più che due consacrazioni. Due successi resi ancora più importanti dalla start list di livello veramente molto elevato oltre che dalla prova stessa (168 km e circa 9.000 m D+). D’Haene, dopo i successi all’UTMB ‘mutilata’ del 2012 e la Diagonale des Fous del 2013, si candida prepotentemente come l’ultra-runner da battere sulle lunghe distanze. Nuria Picas, alla seconda 100 miglia, sbaraglia una concorrenza agguerritissima con un capolavoro di tecnica e tattica, portandosi in testa alla classifica femminile del circuito.

SUPER FRANCOIS – D’Haene (Team Salomon) ha vinto con oltre un’ora sul secondo classificato, l’australiano Ryan Sandes che, dopo la vittoria alla Transgrancanaria, balza in testa alla classifica maschile del circuito. Il francese è stato l’unico concorrente a rimanere sotto le 20 ore (19h09.20). La gara ha visto tirare nella prima parte D’Haene insieme agli altri francesi Manu Gault (Team Asics) e Thomas Lorblanchet (Team Asics), poi D’Haene ha fatto tandem con lo spagnolo Iker Karrera ma lo spagnolo, dopo avere perso diverse posizioni, è stato costretto al ritiro. Il suo non è l’unico ritiro eccellente. Da segnalare anche quelli di Gault (a circa 120 km) e Lorblanchet. 

 

SANDES E FOOTE – Sandes (Team Salomon) ha chiuso in 20h19.08 mentre al terzo posto si è classificato lo statunitense Mike Foote (The North Face), autore di una gara in grande rimonta, che in alcuni frangenti lo ha portato a essere addirittura fuori dai top 20. Il suo tempo è di 20h54.10.

Sandes, uomo da poche gare all’anno che difficilmente sbaglia, con nel palmarès anche un secondo posto alla Western States e un primo alla Leadville, dopo il successo alla Transgrancanaria, conferma il buono stato di forma. Incredibile la condotta di gara di Foote, che ha nel palmarès un terzo e quinto posto all’UTMB e un secondo all’Hardrock. Dietro di loro si segnala la grande prestazione dei francesi Antoine Guillon (21h29.12) e Lionel Trivel (21h32.50). Per Guillon un altro quinto posto dopo quello della Transgrancanaria e una prestazione migliore dell’anno scorso (settimo). Il francese del team WAA l’anno scorso era arrivato secondo alla TDS e quarto alla Diagonale des Fous. Per Trivel (Hoka One One) invece l’anno scorso il quarto posto al Tor des Géants.

PRIMA MAUCLAIR POI PICAS – La gara femminile si è giocata nella prima parte, fino circa a metà, sul grande ritmo imposto dalla francese Nathalie Mauclair (Lafuma), che ha marciato anche a medie inferiori ai 5 minuti a chilometro. Dietro di lei Nuria Picas (Buff) controllava, non lasciandola andare oltre i 15 minuti. Poi a seguire c’erano la brasiliana Fernanda Maciel e Francesca Canepa. Tra il km 70 e 80 la svolta con Picas che passa in testa e la Mauclair che al km 123 dovrà ritirarsi per problemi al piede. La spagnola ha chiuso in 23h27.30 e bissa il successo della Transgrancanaria. La seconda esperienza sulle 100 miglia, dopo il secondo posto alla UTMB, dimostra che su questa distanza è diventata fortissima e soprattutto sa gestire bene le varie fasi di gara. La sua condotta, come quella di Sandes, è un risultato della tattica oltre che della tecnica.

Al secondo posto la Maciel (The North Face, 23h46.20) conferma che, dopo il terzo posto alla Transgrancanaria (terza), sta ritornando alla forma migliore, con un distacco contenuto dalla vincitrice, mentre la terza donna è la francese Maria Semerjian (27h16.13). Un nome meno conosciuto, ma la trentanovenne l’anno scorso ha vinto il Restonica Trail e si è classificata settimana all’UTMB, inoltre ha già al suo attivo un primo posto nelle 100 miglia, con la vittoria al Grand Raid des Pyrenees 2012. Al quarto posto Nerea Martinez (Team Salamon, 28h05.10). 

LE MANI DI FRANCESCA – Gara sfortunata per Francesca Canepa che al km 65 ha dovuto ritirarsi quando si trovava in quarta posizione a circa 40 minuti. Il problema della valdostana sono le mani, che si sono gonfiate a tal punto da rendere impossibile proseguire. Secondo l’allenatore e manager Renato Jorioz il problema era noto ed è stato affrontato con il supporto di uno studio medico. Francesca si trovava in Giappone senza un team di supporto per l’assistenza e l’obiettivo era ‘limitare i danni’, visto che prima dell’UTMF era al comando della classifica femminile dell’Ultra-Trail World Tour.