Ne abbiamo parlato con Marco Camandona
Gli avevamo telefonato per sentire come stava dopo il Tor des Geants e l’occasione è stata buona per parlare anche di Tour du Rutor.
Il suo Tor des Geants è stato perfetto sino a quando delle bolle nella pianta del piede, l’hanno obbligato al ritiro. "Mi spiace davvero tanto perché stavo proprio bene e avrei fatto sicuramente una grande gara. Ritirarsi quando mancavano solo 49 km all’arrivo sa di beffa, anche perché l’avevo preparato nei particolari. Ho tenuto duro per quasi un giorno, ho applicato pomate e cerotti, ma quando la pelle si è cotta non c’è stato più nulla da fare. Penso che il gran caldo sia stata la causa principale, anche perché non sono stato l’unico."
Ora come stai? "Ma bene, sono ricorso alle cure in pronto soccorso, mi hanno medicato, mi hanno tolto l’infezione in corso, ora sono bendato e giro con l’infradito, sarà per la prossima"
Parliamo invece di Tour du Rutor, il grande evento di cui tu sei il patron che si svolgerà in primavera in Val d’Aosta e che sarà valido come prova di Grande Course.
"Quest’anno sarà la sedicesima edizione e per noi rappresenta certamente l’edizione più importante. Si torna alla formula dei tre giorni, ma soprattutto saremo prova di Grande Course. Si svolgerà il prossimo 30, 31 marzo ed il 01 aprile con il quartier generale posto ad Arvier, teatro di gara la Valgrisenche con il ghiacciaio del Rutor a farla da padrone. Saranno 6500 i metri di dislivello da affrontare nei tre giorni con tracciati tecnici e molto spettacolari".
Personalmente ricordo che l’edizione del 2009, corsa sempre su tre giorni e valida come prova finale di coppa del mondo, è stato un vero successo. Organizzazione impeccabile, ma soprattutto percorsi spettacolari, tanta gente, nulla da invidiare insomma alla Pierra Menta.
Marco, dovessero arrivarti 400 team cosa prevede il regolamento? "Noi nelle scorse edizioni ci siamo sempre tarati massimo sulle 250 squadre. Quest’anno invece vorrei prenderli tutti, ho già pensato eventualmente a come modificare i percorsi, evitando errori accaduti ad esempio al Mezzalama."
Spiegami un po’ questa nuova teoria "Negli anni molte cose sono cambiate, bisogna adeguare i tracciati a questo nuovo modo di affrontare le gare dovuta anche all’elevata preparazione degli atleti. Sino a qualche anno fa, dopo 500 metri di salita, le posizioni erano delineate ed il gruppo si era sgranato. Per il Rutor, dovessimo avere una grande richiesta, metterò i canalini e le salite tecniche solo nella seconda parte di gara, prevedendo quasi sempre la doppia traccia. Poi è una gara di tre giorni, quindi è fisiologico che comunque i ritmi siano diversi".
Allora buon lavoro e buona riabilitazione, noi ci vedremo presto.