Skialper Archive / Sangre y corazón
Quattro giorni di lunghi e complicati avvicinamenti, prime ripetizioni e nuove vie nel cuore più selvaggio e vertiginoso delle Dolomiti bellunesi
Foto Santi Pedròs, Diego Toigo e Ruggero Arena
La cima più alta è il Monte San Lucano, con i suoi 2.409 metri, ma è semplicemente il culmine geografico di un gruppo montuoso conosciuto solo da scalatori e alpinisti alternativi. Le Pale di San Lucano, nascoste a Nord-Est dalle più alte Pale di San Martino, per molti sono dei semplici nomi sulla mappa, però ospitano nelle loro viscere un labirinto di pareti e guglie che ne fanno un terreno per pochi.
Emilio Comici, Attilio Tissi, Giovanni Andrich, Eugenio Bien, Renato Casarotto, Piero Radin, Alessandro Gogna, Franco Miotto, Lorenzo Massarotto, Ilio ed Ettore De Biasio, Ivo Ferrari, Fausto Conedera, Stefano Santomaso, Gianni Del Din, Renato Panciera. Ci sono alcuni dei grandi dell’alpinismo insieme a cognomi poco conosciuti al di fuori di queste montagne tra i protagonisti della storia alpinistica dello Yosemite delle Dolomiti, come lo ha definito Alessandro Gogna nell’omonimo libro.
Le Pale di San Lucano superano i 1.600 metri di altezza dal fondovalle, le pareti hanno uno sviluppo tra i 400 e 1.000 metri. Gli avvicinamenti possono durare dalle tre alle quattro ore e spesso si risolvono in umili ritirate dopo essersi persi su pendii ripidi e scoscesi, cosparsi di erba scivolosa. Molte vie non vanno oltre il V+ o VI UIAA, ma la natura selvaggia dei luoghi, le difficoltà di orientamento e i pochi chiodi nella roccia alzano l’asticella. Una delle vie più famose è la Casarotto-Radin, un gigantesco diedro di oltre 300 metri incastonato nello Spiz di Lagunaz (2.331 m) con una discesa lunga e complessa. Altre vie più moderne come la Collaborazione o la Via dei Ritorni, più difficili e senza nemmeno uno spit lungo il percorso, sono la prova che esistono ancora angoli nascosti, lati B dove disegnare belle vie di qualità alpinistica.
È stato il mio amico Diego Toigo, presidente del Gruppo Rocciatori del CAI Feltre, a lanciare l’idea di un concatenamento delle quattro Pale, una traversata cercando di raggiungere le vette solo con prime ripetizioni. Il progetto sembrava un po’ folle, soprattutto per la complicata logistica di accesso e di discesa e per la mancanza di punti di appoggio come rifugi o bivacchi. La prima scelta è stata quella della stagione: abbiamo subito concordato che il periodo migliore per questo viaggio alpinistico sarebbe stato in primavera inoltrata grazie alle giornate con tante ore di luce e perché in autunno la mancanza di acqua avrebbe reso complicato idratarsi. Impensabile andarci in estate: fa troppo caldo e il mio lavoro di Guida non mi avrebbe lasciato tempo. Avevamo diverse opzioni, sempre con l’obiettivo di concatenare solo prime ripetizioni, l’unica decisione presa da subito è stata quella di partire dalla Quarta Pala e finire sulla Prima. Prima della traversata abbiamo portato una tenda con viveri sotto la vetta del Monte San Lucano, proprio accanto al Passo del Ciodo, unico passaggio utilizzato in passato dai pastori e dai cacciatori di camosci e nostro campo base.
Il D-day è arrivato domenica 13 giugno, quando abbiamo intravisto una finestra meteo favorevole in una primavera molto variabile. Alle sei del mattino abbiamo parcheggiato il furgone al Col di Pra, a 843 metri di quota, per affrontare uno degli avvicinamenti più abominevoli che ricordi, che ci è costato quattro ore, incontri ravvicinati con zecche e vipere e un volo a pendolo su un tiro di terzo grado. Alle 9.30 intuiamo di essere all’attacco della via Mario Tomè - Bariza che sale per 800 metri tra lo Spigolo Gogna e la Casarotto. Alle nostre spalle una vista incredibile sullo Spiz di Lagunaz e il diedro Casarotto ci accompagna per tutto il giorno. Siamo rimasti sorpresi dalla qualità della roccia man mano che si liberava dai ciuffi d’erba, aumentando in verticalità e difficoltà. Dopo un paio di tiri di VI, annusiamo la vegetazione in vetta. Sono quasi le sei del pomeriggio e accarezziamo il primo dei nostri sogni, la Quarta Pala di San Lucano. Una passeggiata lungo l'aerea cresta, calpestando un po' di neve soffice a causa delle alte temperature, ci porta al caratteristico Arco del Bersanèl, al Monte San Lucano e al Passo del Ciodo. È stata una giornata con più di 1.700 metri di dislivello cumulato e 13 ore e mezza di attività. Siamo felici e ci godiamo un tramonto unico, ma non ho nemmeno il tempo di dare la buonanotte a Diego che mi ritrovo a sognare l’ignoto.
Lunedì è stata la volta della via del Pilastro Bianco. La discesa per arrivare all'attacco avviene attraverso il Boral di San Lucano. I borai sono i canali rocciosi ed erbosi che separano le Pale di questo particolare gruppo montuoso. Nel 2017 ero già stato qui quando abbiamo aperto Llops de Mar con Luca Valatta, ma era autunno e il canale già senza neve. Questa volta dobbiamo scendere per circa 500 metri con le doppie su neve dura rotta da crepe sospette che in fondo si trasformava in cascate d’acqua. Alla fine, a due lunghezze dall'inizio della via e dopo tre ore di avventura, siamo riusciti a entrare in parete con un lungo traverso. Il percorso sale senza particolari difficoltà per belle fessure e placche sulla sinistra del Pilastro e ci porta sulla vetta tra Terza Pala e Spiz di Lagunaz, dove inizia una sessione di salite e discese che comprende un totale di oltre 300 metri, tiri fino a IV+ e sei doppie. Per fortuna che pensavamo che la seconda sarebbe stata una giornata rilassante: sono state più di 12 ore molto intense che ci hanno condotti alla tenda sfiniti e lì abbiamo trovato ad accoglierci il nostro amico e fotografo ufficiale della traversata, Ruggero Arena. Dopo avere valutato bene la logistica del terzo giorno, abbiamo deciso di spostarci per la notte al bivacco Margherita Bedin, in vetta alla Prima Pala, per risposarci meglio. Il posto è da sogno…
Martedì siamo scesi lungo il sentiero 765, cancellato da un incendio e dalla tempesta Vaia del 2018 e ormai quasi impraticabile, dirigendoci verso il Boral de la Besausega per raggiungere la base della via Flora, obiettivo iniziale della giornata. Però, una volta arrivati all'attacco, nei primi tre tiri ci alziamo troppo e ci rendiamo conto che la via è 40 metri sotto di noi e a destra e invece, sopra le nostre teste, una roccia di ottima qualità cattura l’attenzione. Così, con naturalezza, iniziamo a salire dove vogliamo. Prima troviamo delle stupende placche giallo-nere a buchi, poi i tiri si susseguono in maniera logica con delle lunghezze davvero belle e dopo sette tiri raggiungiamo la grande cengia terminale di Flora, pensando di percorrerla e di finire così su un terreno familiare, ma il diedro di uscita è diventato una cascata d’acqua. Mancano una cinquantina di metri, sulla sinistra vedo un sistema di fessure che ci regalano due tiri eccezionali e non facili fino alla vetta della Seconda Pala su una nuova via che chiamiamo Sangre y Corazòn.
Abbraccio Diego, sentiamo che il viaggio è quasi terminato, manca solo l’ultima via, sulla Prima Pala, ma siamo molto stanchi e il meteo promette temporali pomeridiani per il giorno successivo, quindi dobbiamo giocare bene le nostre carte. Nell'ora e mezza di rientro al Bivacco Bedin abbiamo analizzato bene la situazione, poi un'altra notte intrisa di natura, roccia, emozioni e amicizia. Vita pura. Mercoledì avevamo in mente due vie alla Cima Est di Ambrusogn (vetta principale della Prima Pala), la più dura Raffaella e la Massarotto - De Biasio come soluzione veloce in caso di maltempo. Alla fine siamo riusciti a ripetere i primi tre tiri della via del Diedro e poi ci siamo spostati sulla Raffaella, che ci ha regalato una salita tecnica e di impegno. La placca compatta che porta alla splendida fessura più in alto ci ha dato del filo da torcere e anche i tiri successivi sono davvero belli. Alla fine siamo arrivati alla cengia che con un lungo traverso tra i mughi ci ha portato fuori dalla parete, appena sotto la Cima d’Ambrusogn.
Mentre ci sleghiamo, ci rendiamo finalmente conto di avere dato forma al nostro sogno. Siamo già fuori dalla parete, sulla via per il bivacco, per recuperare tutto e tornare alla civiltà. Ancora non ci crediamo di essere riusciti a concatenare le quattro pale in quattro giorni consecutivi. Ora però stiamo cominciando a rilassarci, sono state giornate molto intense, soprattutto per l'esposizione del terreno, ma siamo soddisfatti delle nostre scelte. E quasi non ci accorgiamo che, mentre arriviamo al furgone, inizia a piovere. Grazie Diego, perché sogni progetti incredibili nel cuore dell'Europa, dove sembra che se non ti confronti con l'orologio non ci sia più niente da inventare. E da sognare.
Questo articolo è stato pubblicato su Skialper 137
One with nature - twenty years of Vibram FiveFingers
In occasione della Milano Design Week che si terrà dal 6 al 12 giugno, Vibram presenta il progetto multidisciplinare “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers”, aprendo il suo archivio prodotto per celebrare, a distanza di vent’anni dal primo prototipo, le calzature Vibram FiveFingers come icone di design. Un esempio di coraggio e visione imprenditoriale, che unisce sperimentazione tecnologica e innovazione, testing sul campo e outdoor community.
Negli spazi del Vibram Connection Lab, centro nevralgico di innovazione e creatività di via Voghera 11 a Milano, prenderà vita una mostra che ospiterà una selezione di più di cento prototipi di Vibram FiveFingers selezionati da Robert Fliri, scelti tra l’archivio Vibram e il suo archivio personale. Obiettivo del progetto è raccontare la storia e l’evoluzione di Vibram FiveFingers, il “guanto da piede”, che, con il suo concept innovativo e l’estetica inconsueta, rivoluziona l’idea della camminata, rimandando alla sensazione del piede nudo, ma con protezione funzionale. Grazie a Vibram FiveFingers la suola diventa sempre più sottile e dalle forme organiche, quasi un tutt’uno con il piede stesso, che recupera così la sua massima sensorialità e libertà di movimento.
Per l’occasione Mandalaki Studio presenterà l’installazione Feel the nature come allestimento per lo spazio espositivo. La natura è il filo conduttore che lega due prodotti, una luce e una calzatura, attraverso il concetto comune di esperienza minimale, basata su sensazioni, libertà e performance. Grazie alle luci Halo Edition, Mandalaki reinterpreta lo spazio Vibram, trasformandolo in un landscape naturale caratterizzato da sfumature di colore che aprono finestre spazio-temporali.
Mercoledì 8 giugno a partire dalle ore 18.00 si terrà l’opening party di “one with nature – twenty years of Vibram FiveFingers” con la curatela musicale di Ultimo Tango, etichetta e collettivo musicale. Durante la serata avrà luogo la performance All Terrain Training, ideata dall’artista inglese Will Pegna ed eseguita per la prima volta a Londra nel 2020 utilizzando proprio Vibram FiveFingers. Ispirata ai tremori tettonici della Terra, l’esibizione, della durata di due ore, vedrà coinvolti nove performer, accompagnati da un paesaggio sonoro mixato dal vivo dalla sound artist Shirley Pegna, realizzato con le registrazioni di movimenti glaciali artici e i suoni dei movimenti della Terra. ATT (All Terrain Training) è una serie unica di performance artistiche che collega ecologia, sport, suono, movimento e moda.
La mostra one with nature sarà aperta al pubblico fino al 18 giugno presso il Vibram Connection Lab di via Voghera 11 a Milano dalle 11.00 alle 19.00.
RUNNINGSOFIA, il podcast di Claudio Bagnasco
"Runningsofia" è il bollettino settimanale di un podista innamorato della corsa.
"Runningsofia" è il podcast per, anzi di, tutti i podisti amatori.
"Runningsofia" ha un sottotitolo, "E la corsa e la vita", che significa... beh, su: scopritelo ascoltandomi. Ogni martedì.
Buone cose, buone corse!
Dopo il successo dell'omonimo libro Runningsofia, uscito nel 2019, Claudio Bagnasco torna a parlare di corsa e di vita nel nuovo podcast disponibile sulle principali piattaforme streaming e in uscita ogni martedì.
Le gioie e le fatiche della corsa, le difficoltà nell'incastrare questo fantastico sport tra i mille impegni quotidiani... I racconti di Claudio sono accompagnati da consigli, aneddoti, esperienze e dalla sincerità di un podista che non si dichiara esperto del settore e che, come ognuno di noi, affronta quotidianamente ogni salita consapevole dei propri limiti, con la determinazione giusta per affrontarli ma anche l'umiltà necessaria per rispettarli.
Trovate le prime due puntate a questo LINK, se non sapete quando ascoltarle, magari fatelo mentre vi allenate!
Zegama, the king Kilian is back
Dopo la quattordicesima Champions del Real Madrid, ecco la decima vittoria di Kilian Jornet a Zegama, la prima con ai piedi le nuove Nnormal al posto delle Salomon con le quali ha scritto la storia della gara basca. Passano gli anni, ma Kilian non molla. «Sono passati 16 anni da quando sono venuto qui per la prima volta e tornare a vedere gli organizzatori e gli spettatori è stata per me la vittoria più grande. Questa decima vittoria dimostra anche che ho continuato a migliorare e che il mio livello non è sceso, è quello che mi interessa di più! Dimostra anche che posso ancora correre con i giovani ed essere competitivo». Giornata insolitamente soleggiata e senza fango oggi a Zegama, primo appuntamento con le Golden Trail World Series e primo appuntamento per la gara mito dello skyrunning dopo lo stop imposto dalla pandemia. Kilian Jornet vince in 3h36’40’’, battendo il record di 3h45’ di Stian Angermud del 2017, ma sulla salita di Sancti Spiritu, tra le urla di 30.000 spettatori, lascia la testa a un indiavolato Davide Magnini. Però poi sulla lunga discesa, la tecnica del campione catalano rimette la classifica nell’ordine giusto. Per Davide Magnini l’onere o l’onore di essere il portabandiera del team Salomon con un crono di 3h39’31’’ che gli vale il secondo posto davanti a Manuel Merillas (team SCARPA), terzo in 3h45’43’’. «Non ho mai pensato di poterlo battere, è troppo forte, soprattutto sulle discese tecniche, ma correre insieme sulla salita, con tutti quei tifosi, è stata un’esperienza folle» ha detto Magnini. Tra le donne vittoria e record della gara per l’olandese Nienke Brinkman (team Nike), 4h16:43’’ sulla svizzera del team Salomon Maude Mathys (4h26’03’’) e sulla basca Sara Alonso (Salomon, 4h26’40’’). Quinta Fabiola Conti (Salomon, 4h36’43’’).
Nuovo look per il Vibram Store di Milano
Milano, 26 maggio 2022,
Grande successo per l'inaugurazione post restyling dello storico negozio monomarca dell'azienda varesina, in via Raffaello Sanzio 6. Muschio, sassi, cemento, una nuova esperienza di acquisto completamente orientata alla sperimentazione dei sensi, alla ricerca di quell'approccio primordiale di contatto con il suolo raggiungibile solo attraverso una calzatura minimalista ed appositamente concepita come la Fivefingers, modello iconico di Vibram.
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L'evento ha dato modo ai visitatori di immergersi in un ambiente sensoriale fatto di profumi, componenti tattili e visive presenti nelle tre diverse experience room di rimando a tre differenti aree di utilizzo del prodotto Vibram FiveFingers: outdoor, urban e water.
Muschio, corteccia, resina sono soltanto alcuni degli aromi che accompagneranno in un viaggio sensoriale misterioso gli utenti alla scoperta dell’ambiente outdoor. La seconda stanza, quella urban, è invece caratterizzata da odori metallici e industriali tipici delle strade metropolitane, dove il contatto con il suolo è discontinuo. Infine l’area water, inondata da profumi terrosi, tipici delle superfici instabili dove terreno e acqua si incontrano accompagnati da suoni che ricordano allo scenario acquatico. Questo trittico garantirà, oltre ad un’esperienza ultra-sensoriale, di toccare con mano qualità, sicurezza e performance caratteristiche delle suole firmate Vibram.
Il Vibram Store di via Raffaello Sanzio è stato concepito dallo studio di architettura milanese Storage. La scelta dei materiali innovativi e naturali derivanti anche dal riutilizzo di Luxury rubber incarnano perfettamente la filosofia dell’azienda varesina, sempre più vicina agli ideali di sostenibilità.
Alex Txikon in Italia, due appuntamenti con il grande alpinismo
Due eventi dedicati all'alpinismo con la A maiuscola, quello degli ottomila, raccontato da uno degli interpreti principali delle ultime incredibili imprese. Alex Txikon, celebre scalatore basco e ambassador di Ferrino, sarà protagonista delle serate organizzate dal brand il 30 maggio a Torino e il 31 a Roma, durante le quali racconterà le sue avventure sulle montagne più alte del globo, dall'Himalaya all'Antartide.
Il basco Alex Txikon è uno dei più forti scalatori contemporanei, con all'attivo la salita di undici vette di 8000 metri. Il suo nome, però, è legato in modo indissolubile all'epopea dell'alpinismo invernale. Il 26 febbraio del 2016, infatti, Alex, assieme all'italiano Simone Moro e al pakistano Ali Sadpara, ha fatto parte della prima cordata in grado di raggiungere nella stagione più fredda gli 8126 metri di quota del Nanga Parbat, una delle più pericolose e difficili vette del Karakorum.
Su questa stessa montagna Txikon non ha esitato a tornare nel 2019, abbandonando la spedizione che lo vedeva impegnato per tentare la prima invernale del K2, per cercare di prestare soccorso a Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi sull'inviolato Sperone Mummery, dal quale, purtroppo, non hanno fatto più ritorno.
La passione per il "grande freddo" ha portato Alex anche nel continente antartico, dove, nel 2006, ha partecipato a una spedizione esplorativa, salendo nuove vie e cime ancora inviolate.
Nei due appuntamenti di Torino e Roma, Alex, affiancato dal giornalista esperto di montagna Gian Luca Gasca, ripercorrerà con i suoi racconti e straordinarie testimonianze filmate, il suo lungo percorso fra i colossi dell'Asia, cominciato nel 2002, quando aveva solo 21 anni.
A detta dello stesso Txikon quello dell'alpinismo nella stagione più fredda è per lui un destino segnato fin dalla sua nascita, visto che è venuto al mondo il 12 dicembre del 1981, proprio alle soglie dell'inverno. Così come nel destino è scritta anche la predisposizione per il gioco di squadra e la collaborazione come armi vincenti del suo alpinismo: non poteva essere diversamente per un ragazzo come lui, cresciuto in una famiglia di ben tredici fratelli e che, a soli tre anni, ha scalato la sua prima montagna, il Grodea, bei Paesi Baschi, proprio in compagnia del fratello maggiore Javi.
Gioco di squadra e condivisione con gli altri significa anche curiosità e rispetto nei confronti delle culture e delle persone che si incontrano nei propri viaggi. Un aspetto, questo, sul quale Alex si è sempre soffermato con grande sensibilità, così come grande attenzione ha sempre riservato alle problematiche ambientali: spesso, infatti, le sue spedizioni, oltre a focalizzarsi sull'obiettivo alpinistico, sono legate a progetti scientifici di monitoraggio dei cambiamenti climatici.
«Quello di Alex è un tipo di alpinismo che ci teniamo particolarmente a sostenere e portare ad esempio - commenta Anna Ferrino, CEO di Ferrino Outdoor - perché all'altissimo profilo sotto l'aspetto della prestazione sportiva associa una sensibilità verso le tematiche ambientali e quelle sociali nella quale anche la nostra azienda si riconosce».
CURRICULUM ALPINISTICO DI
ALEX TXIKON
2003
Broad Peak (8.047 m) – vetta
2004
Makalu (8.463 m) - vetta
K2 (8.611 m) - tentativo
Cho Oyu (8.201 m) - tentativo
2005
Makalu (8.463 m)- parete Ovest - tentativo
Picco Lenin (7.134 m) - vetta
2006
Shisha Pangma (8.027 m) - vetta
Spedizione in Antartide: Monte Scott (880 m) - vetta;
Monte Shakleton (1.465 m) - via nuova;
Monte Wandell (2.397 m) - prima salita assoluta
2007
Shisha Pangma (8.027 m) – British Route - vetta in stile alpino
2008
Dhaulagiri (8.167 m) - vetta
Manaslu (8.163 m) - vetta
2009
Kangchenjunga (8.586 m) - tentativo
Shisha Pangma (8.027 m) - vetta
2010
Annapurna (8.091 m) vetta
Shisha Pangma (8.027 m) vetta
2011
Gasherbrum I (8.080 m) - spedizione invernale - tentativo
Gasherbrum II (8.035m) - vetta
K2 (8.611m) - tentativo
2012
Gasherbrum I South (7109 m) - spedizione invernale e via nuova - vetta
Spedizione in Groenlandia (arrampicata e base jumping)
2013
Laila Peak (6.096 m) - spedizione invernale - vetta
Nuptse (7.861 m) - tentativo interrotto a 20 metri dalla vetta
Lhotse (8.516 m) - vetta
K2 (8.611 m) - tentativo
2014
Kangchenjunga (8.586 m) - tentativo interrotto a 8.500 m.
Nameless Tower (6.251 m) - Via ‘Eternal Flame’ (7b+, A2, M5 1100m, in 36 ore) - vetta
2015
Nanga Parbat (8.125 m) - tentativo invernale
Thalay Sagar (6.904 m) - via nuova sul pilastro Nordovest
2016
Nanga Parbat (8.125m) - prima salita invernale
2017
Everest (8.848 m) - tentativo invernale
2018
K2 (8.611 m) - tentativo invernale
Everest (8.848 m) - tentativo invernale
2019
K2 (8.611 m) - tentativo invernale interrotto per prestare soccorso a Daniele Nardi e Tom Ballard dispersi sul Nanga Parbat
In occasione dell'incontro Ferrino e Alex Txikon doneranno al Museo un esemplare della tenda d'alta quota Snowbound 2, utilizzata dall’alpinista nel corso dei suoi recenti tentativi di salita invernale al Manaslu (8.163 m). La tenda entrerà a far parte delle collezioni del Museo che raccontano la storia dell’alpinismo e l’evoluzione delle sue tecniche e materiali.
ORTOVOX lancia protACT Academy Lab
PROTACT è la nuova piattaforma multimediale lanciata da ORTOVOX che si pone come obiettivo rendere più sostenibili gli sport di montagna, attraverso un percorso interattivo di informazione e sensibilizzazione studiato per analizzare le abitudini e l'impronta ambientale di chi pratica outdoor. All'interno del percorso, strutturato in 4 capitoli, vengono affrontati i temi principali che influenzano il nostro impatto sulla natura che ci circonda quando facciamo sport: La mobilità, la consapevolezza e l'informazione, il consumo responsabile, la cura e la riparazione.
«Sappiamo di essere parte del problema, ma sappiamo anche che possiamo essere parte della soluzione. È tempo di andare oltre la realizzazione di prodotti solidali e sostenibili. È necessario far sì che la rivoluzione accada. Il nostro compito è quello di diventare un modello da seguire e una fonte d’ispirazione per la community degli sport di montagna. Questo è il ragionamento alla base del nuovo protACT LAB: l’obiettivo della piattaforma è proteggere ciò che amiamo»
Christian Schneidermeier, Ortovox CEO
protACT LAB è online dal 23/05/2022 ed è consultabile visitando la pagina web https://www.ortovox.com/it/protact-academy-lab/. I diversi capitoli contengono tutorial multimediali per incentivare il cambiamento con piccoli accorgimenti e per mobilitare il potenziale dell’intera comunità alpinistica. In questo modo protACT LAB mostra le svariate possibilità che ognuno di noi ha per mettersi in discussione e cambiare il proprio comportamento quando pratica sport di montagna.
Mobilità
Sono 13 i miliardi di chilometri che gli 1,4 milioni di membri dell’Associazione Alpina Tedesca percorrono in auto – ogni stagione. Questa cifra rende lampante quanto margine di miglioramento ci sia ancora e quanto forte potrebbe essere l’impatto se ognuno di noi decidesse di cambiare le proprie abitudini e di spostarsi in modo sostenibile. Il capitolo “Mobilità” illustra gli effetti dell’alpinismo sul paesaggio montano: mentre scalano, gli alpinisti consumano 3.494 kg di CO₂ all’anno, il che equivale allo scioglimento di 10,5 m² di ghiaccio artico. Circa 2.600 kg di questi sono dovuti agli spostamenti da e verso la montagna. È fondamentale quindi cambiare il nostro modo di muoverci, perché è così facendo che possiamo fare davvero la differenza. Questo capitolo presenta dei semplicissimi tool e delle iniziative mirate che aiutano a scegliere la strada giusta. Nella convinzione che, se sommati, i nostri passi possano avere un impatto significativo.
Consapevole in montagna
Collezionare like o esperienze? In che misura la community di appassionati di sport di montagna contribuisce al sovraffollamento dei parcheggi e dei sentieri delle singole località montane postando le proprie avventure sui social media? Quali potrebbero essere le alternative valide? Il capitolo “Consapevole in montagna" incoraggia la riflessione e propone nuove vie. In più mostra degli aspetti curiosi della montagna, che vanno ben oltre i like e i record: solo sulle nostre montagne, per esempio, crescono circa 4.500 specie di piante. L’acqua del ruscello limpido può essere bevuta? Qual è la differenza tra tracce e impronte? Quando inizia a trottare la volpe?
Consumo consapevole
Fino al 10% delle emissioni globali di CO₂ è riconducibile all’industria tessile, una percentuale che supera anche quella del trasporto aereo e marittimo. La community degli alpinisti ha quindi un potere enorme. Ogni anno, solo in Germania finiscono nella spazzatura circa 400.000 tonnellate di tessuti. La percentuale di tessuti biologici negli armadi tedeschi è in media inferiore all’1%. La produzione di cotone determina almeno il 20% dell’utilizzo di pesticidi a livello mondiale: tutte queste cifre ci spiazzano e devono far riflettere. Il capitolo “Consumo consapevole” chiarisce alcuni punti della giungla delle etichette e incoraggia a optare per degli acquisti alternativi.
Cura & riparazione
Con poche e semplici mosse, che chiunque può imparare a fare, è possibile riparare molti dei piccoli danni ai capi d’abbigliamento e all’equipaggiamento da montagna: un contributo importante per un uso sostenibile delle attrezzature. Quando la cura è adeguata, la vita di un prodotto può allungarsi notevolmente. Si tratta di un accorgimento importante, visto che circa il 40% dei tessuti nuovi rimane più o meno inutilizzato. Dal lavaggio corretto di un hardshell (quanta elettricità consuma in realtà una lavatrice a 60 °C rispetto a un lavaggio a 30 °C?) alla rimozione dei pallini, il capitolo contiene numerosi consigli sulla manutenzione e sulla riparazione dei capi. In modo giocoso e coinvolgente, i video tutorial offrono soluzioni semplici per prendersi cura dell’attrezzatura, dalla riparazione delle zip alla pulizia delle chiusure in velcro fino alla cucitura di piccoli fori.
ORTOVOX: SICUREZZA E FORMAZIONE
Come quasi nessun’altra realtà del settore dell’outdoor, Ortovox, l’azienda con sede a sud di Monaco di Baviera specializzata negli sport alpini, è sinonimo di sicurezza in montagna. Dal 1980 Ortovox protegge gli alpinisti con i suoi apparecchi di ricerca in valanga e dal 1988 propone abbigliamento funzionale che protegge dalle intemperie. Nel 2008, con il lancio della Safety Academy, è stato creato un programma di formazione online e offline. Nel corso degli anni l’obiettivo non è mai cambiato: proteggere gli alpinisti e la montagna stessa. Già nel 2017 Ortovox ha deciso di puntare alla neutralità climatica da raggiungere entro il 2024 – e il traguardo è ora molto vicino. A spingere Ortovox a lanciare la piattaforma multimediale protACT LAB sono stati gli effetti sempre più drastici dei cambiamenti climatici. protACT LAB è una raccolta di informazioni e al contempo una fonte di ispirazione dedicata alla community degli appassionati di sport di montagna. Lo scopo della nuova piattaforma è quello di rendere gli sport alpini più sostenibili e socialmente responsabili. Come riparare i capi d’abbigliamento? Come raggiungere la montagna in modo più sostenibile, senza grandi sforzi? Che impatto ha l’alpinismo sul cambiamento climatico? Oltre a suggerimenti concreti e a quelli che chiamiamo “mountain hacks”, protACT Lab raccoglie le sconvolgenti cifre legate ai cambiamenti climatici e attraverso una serie di storie e di ritratti, che spaziano dalla climber Lena Müller alla scienza dell’acqua e delle piante, mira a far riflettere e a sostenere il cambiamento.
Dynafit, la preview della collezione SS23
From Athletes to Athletes. Uno slogan, quello del brand tedesco, che non lascia spazio all'interpretazione. Il meglio della tecnologia al servizio della vera esperienza, quella di chi lo sport lo pratica quotidianamente e ne conosce le necessità. Creare prodotti innovativi andando incontro alle esigenze degli utilizzatori, fedeli al motto Ready For More. Questo da sempre l'obiettivo di Dynafit, che anche nella collezione SS23 ha saputo dimostrare di avere il know-how per portare ancora più in alto l'asticella della tecnicità.
https://youtu.be/liGtqspykb4?list=TLGGH9BQ6HoTIpQxNjA1MjAyMg
La collezione SS23 è focalizzata sull'ultra running e offre dei prodotti molto tecnici, studiati per garantire massimo comfort e protezione sui percorsi di lunga distanza, dal primo all'ultimo chilometro. Le novità presentate sono tutte accumunate dall'inconfondibile stile Dynafit, che nel suo minimalismo raccoglie sempre l'essenziale tra tecnicità dei materiali e linearità del design. In questo articolo vi spoileriamo gli highlight della collezione primavera-estate 2023.
Dynafit SS23 Highlights
https://youtu.be/NtzfLQWsC1U?list=TLGG2GeY_mHM2aIxNjA1MjAyMg
ULTRA RUNNING SYSTEM
I tre punti forti della collezione sono la nuova scarpa da running Ultra 100, la giacca Ultra triplo strato e il gilet da running Ultra 12.
ULTRA JACKET
Con un peso di soli 185 grammi la nuova Ultra triplo strato è la giacca impermeabile più leggera e traspirante della collezione. Il materiale altamente tecnico protegge efficacemente dal vento e dalle intemperie. Il sistema ZipOver Backpack System, una lunga zip sulla schiena, consente di allargare la giacca e indossarla sopra lo zaino, in modo tale che rimanga asciutto in caso di pioggia. La giacca può trovare spazio in qualsiasi posto, grazie alla sua confezione minimalista.
ULTRA 100 SHOES
Pronte per un nuovo livello di prestazioni: agilità e comfort per le ultra distanze sono caratteristiche essenziali di una scarpa da trail, ma per arrivare sul podio anche leggerezza, precisione e reattività sono altrettanto indispensabili. Sviluppate grazie all'esperienza dell'ultra runner norvegese Sebastian Krogvig, vincitore nel 2021 della TDS, le Ultra 100, che nel 2023 arriveranno alla v2 del progetto, conciliano le esigenze di massima ammortizzazione, grip e un efficace ritorno di energia, candidandosi a diventare la soluzione ideale per le distanze oltre i 42,195 km su ogni tipo di terreno. I punti di forza del nuovo prodotto, oltre a quelli sopra citati, sono il massimo ritorno dell'energia grazie a una suola leggera, reattiva e molto ammortizzata, costruita con dei materiali che pesano il 20% in meno rispetto a una tradizionale intersuola in EVA ma restituiscono più del 10% di energia in più, in aggiunta alla comprovata suola Vibram Megagrip con un nuovo design del tassello, il Traction Lug. La scarpa sarà disponibile anche in versione da donna.
GILET ULTRA 12
Vestibilità perfetta, design sofisticato: in gara e in allenamento con tutto ciò che serve. Il design aderente ed ergonomico è stato messo a punto per garantire una vestibilità perfetta e confortevole e la stabilità del carico dal primo all'ultimo chilometro. Oltre alle calssiche tasche frontali per i flask morbidi, Ultra 12, come tutti i nuovi vest (Alpine 8, 15 e Sky 4) hanno 4 tasche aperte elasticizzate, una tasca zip per riporre piccoli oggetti da tenere a portata di mano e tre possibilità di fissaggio per bastoncini. In dotazione con ogni modello ci sono due flask perfettamente dimensionati per le tasche.
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https://youtu.be/hYKjJJe05SE?list=TLGGIgd0KqSL7h0xNjA1MjAyMg
TRAVERSE SYSTEM
Dopo il lavoro ti piace fare un giro veloce sulla montagna vicino a casa e nel fine settimana preferisci invece esplorare diverse cime una dopo l'altra? Allora il sistema Traverse, pensato per uscite veloci, fa propri al caso tuo.
TRAVERSE SHOES
Il fulcro della nuova collezione, il coltellino svizzero delle scarpe da montagna leggere, che unisce il meglio delle tecnologie: leggera e versatile come una scarpa da trail running, ma con la protezione, il comfort e il grip di una scarpa da alpinismo. Un modello che, nelle intenzioni di Dynafit, ridefinisce il concetto di versatilità. Grazie alla calzata snella e al battistrada Pomoca il controllo è assicurato su ogni tipo di terreno in ogni condizione meteo. Disponibile anche nella versione Gore-Tex.
ZAINO TRAVERSE 22
Ispirato dai nuovi gilet Ultra, lo zaino Traverse 22 unisce il mondo del trail e quello del mountaineering. Ha una vestibilità comoda e aderente che lascia una grande libertà di movimento e consente di afferrare rapidamente le provviste o i vestiti di ricambio. Il grande comparto da 12/22 litri lo rende estremamente versatile.
GIACCA TRAVERSE POLARTEC ALPHA
Giacca in fleece leggera e traspirante per le uscite impegnative: mantiene una temperatura sempre piacevole per il corpo, adatta a tutte le condizioni. Protegge efficacemente dal freddo e allo stesso tempo veicola il calore necessario, per evitare la sudorazione eccessiva durante le attività più intense.
TRAVERSE TIGHTS
Comfort, libertà di movimento e resistenza. i pantaloni Traverse Tights conquistano con il loro materiale elasticizzato e la vestibilità aderente. Un capo atletico per le uscite veloci in montagna. Sulle ginocchia e sul retro il materiale è rinforzato per aumentare la robustezza durante i passaggi di arrampicata o il meritato riposo in cima
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COLLEZIONE RAZZLE DAZZLE
Lo stile incontra la performance: l'estate running 2023 con Dynafit sarà ricca non solo di colori ma anche di motivi fantasiosi. La nuova collezione ha un design accattivante che attira tutti gli sguardi sul trail, unito a una funzionalità al top. Leggeri, affidabili, robusti, questi prodotti tecnici consentono di raggiungere la migliore prestazione su ogni terreno. Dalla fascia per capelli alle scarpe da corsa, le parole d'ordine sono traspirabilità, asciugatura rapida, comfort e ammortizzazione.
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Scopri il resto delle novità in preview a questo LINK.
AKU Dolomiti Hike & Bike quota 1082
A San Tomaso Agordino (BL) il 2-3 luglio 2022 si terrà il primo raduno Hike & Bike by AKU, un evento dedicato alla felice convivenza tra e-Bike ed escursionismo a piedi. Due giorni di esperienze, incontri, musica e sapori tra le montagne più belle del mondo.
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AKU ha ideato Dolomiti Hike&Bike, il primo raduno di escursionismo a piedi e con l’utilizzo della bicicletta a pedalata assistita sulle Dolomiti bellunesi. Dal 2 al 3 luglio, due giorni di escursioni libere e guidate, incontri, musica e gastronomia a San Tomaso Agordino (BL) nell’incomparabile scenario dolomitico dominato dalla maestosa parete del Civetta, dalle Pale di San Lucano e dal Sasso Bianco.
Una manifestazione che si propone come punto di incontro e di condivisione fra l’escursionista tradizionale e il moderno e-biker. Un’occasione di confronto anche per discutere su come far convivere due attività solo apparentemente in contrasto e che possono trovare invece una felice convivenza attraverso un approccio responsabile all’esperienza di contatto con la montagna.
Il programma ed il modulo di iscrizione saranno pubblicati nelle prossime settimane sul sito www.aku.it .
Mantra, la nuova scarpetta da arrampicata indoor by LaSportiva
La Sportiva torna nelle palestre con il Climb Europe Tour 2022: un progetto dedicato a tutti gli appassionati di arrampicata che ha come obiettivo quello di avvicinarsi sempre di più al consumatore finale, per consolidare il legame con la community, conoscere e condividerne le abitudini, raccogliere feedback sui prodotti e presentare l'azienda attraverso la sua storia ed i suoi valori.
La filosofia del "Test&Feel", ovvero provare il prodotto per individuare quello più adatto alla propria anatomia, è la chiave per comprendere le necessità degli utilizzatori e sviluppare prodotti sempre più mirati alle varie categorie di climbers.
Il Tour, lanciato a livello europeo in più di 70 palestre, ha preso il via sabato 30 aprile e si protrarrà fino al 30 giugno. Nelle varie tappe è prevista la partecipazione di atleti e ambassador di alto livello come Stefano Ghisolfi, James Pearson, Hannah Schubert, i fratelli Pou, Jeremy Bonder e Martina Demmel.
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Sotto i riflettori troviamo il prodotto di punta della collezione SS22: la scarpetta Mantra.
Pensata per l'utilizzo indoor, è una scarpetta iper leggera concepita per l'utilizzatore intermedio-esperto che cerca il miglior feeling e polivalenza su prese in resina e volumi di grande superficie. Il prodotto combina le migliori tecnologie della casa produttrice quali la ormai rodata costruzione No-Edge (punta arrotondata) e la tecnologia D-Tech (Dynamic Technology): la suola avvolge la calzatura lateralmente per una totale assenza di spigoli laterali che favorisce gli appoggi dinamici e la spalmabilità sulle forme delle prese indoor più evolute. L'utilizzo della mescola Vibram Xsgrip2 consente infine il massimo grip su qualsiasi tipo di superficie.
SENSAZIONI E IMPRESSIONI
Abbiamo testato il prodotto nella condizione ideale di utilizzo, sulle linee appositamente tracciate per la prima tappa del tour presso la palestra Rockspot di Milano.
La sensazione alla calzata è di totale avvolgimento, la sottile tomaia rende la scarpetta super sensibile ed avvolge completamente il piede, le mescole morbide della suola, svincolata dal tallone P3 grazie all'assenza totale di intersuola, permettono di percepire un'incredibile aderenza sulle grandi superfici delle prese utilizzate ormai ovunque nella tracciatura moderna.
A primo impatto la suola potrebbe sembrare molto sottile, con uno spessore di soli 3.5mm in punta, ma la distribuzione omogenea del peso in appoggio grazie alla tecnologia No-Edge garantisce un'ottima durata del materiale nel tempo, evitando che si consumi troppo velocemente.
I volumi del prodotto sono minimi e forniscono supporto e struttura anche nei movimenti di tallonaggio, evitando che la scarpetta si scalzi grazie al robusto materiale elastico utilizzato sul collo del piede. Come per gli altri prodotti appartenenti a questa categoria in casa LaSpo il consiglio è quello di scegliere la misura scendendo di almeno una taglia e mezza o 2 rispetto al proprio numero di piede.
Nel complesso possiamo quindi confermare i rumors che parlano di un prodotto performante di alta qualità che si colloca perfettamente nel segmento di mercato indicato dal brand.
Se siete curiosi di testare Mantra e gli altri prodotti La Sportiva, a questo link trovate tutte le informazioni sul tour e le date nelle palestre più vicine a voi.
Ortovox Zoom+ Software update
In data 3 maggio 2022 Ortovox ha rilasciato il software update 2.2 per tutti i dispositivi Ortovox Zoom+.
L'aggiornamento gratuito riguarda la funzione di ricerca e consente una ricezione/trasmissione del segnale più stabile. L'aggiornamento è disponibile per tutti i ricetrasmettitori da valanga Zoom+ e non è in alcun modo correlato alla sicurezza del dispositivo. I controlli regolari del ricetrasmettitore da valanga, una revisione professionale presso rivenditori autorizzati ogni due anni e l'aggiornamento delle funzionalità tramite software update fanno parte dell'uso delle apparecchiature di emergenza e sono esplicitamente raccomandati da ORTOVOX.
Gli utenti possono registrare il proprio dispositivo tramite questo link:
https://www.ortovox.com/de-de/service-card/login.
Saranno quindi informati dei passaggi che devono eseguire per aggiornare il proprio dispositivo.
In alternativa tutti i rivenditori ORTOVOX possono richiedere l'aggiornamento del dispositivo attraverso l'Ortovox Service HUB3. Trovate la lista aggiornata dei rivenditori nella sezione FAQ sul sito ufficiale di ORTOVOX. Consigliamo di registravi alla newsletter del brand per rimanere sempre aggiornati su novità e update dei vostri dispositivi di sicurezza.
Più informazioni su www.ortovox.com.
Nuova intersuola ZipFoam per la Trailventure 2 WP di Topo Athletic
È tempo di escursionismo e arriva la v2 di Topo Athletic Trailventure 2 WP lo scarponcino da hiking che porta il feeling trail del marchio di Tony Post sui sentieri. La seconda edizione è stat potenziata in termini di comodità, robustezza e impermeabilità. Nonostante il leggero incremento dell’altezza da terra (33 mm x 28 mm), confermato il drop di 5 mm. La principale novità è l’inserimento dell'intersuola ZipFoam, la speciale mescola brevettata dal marchio. Grazie all’unione di TPU ed EVA, il modello presenta una doppia densità, confortevole direttamente sotto il piede, più rigida nello strato inferiore per garantire un buon ritorno di energia. Anche la piastra rock ESS conferisce ulteriore sensazione di sicurezza e stabilità, proteggendo da possibili urti contro radici e rocce.
L’ampio spazio in punta, che permette alle dita di muoversi e allargarsi in modo naturale secondo la tipica filosofia del marchio americano, è perfettamente equilibrato dall’avvolgente parte centrale e posteriore del piede, protetta da un tallone esterno in TPU. La tomaia in mesh, integrata da un collare in schiuma sagomata intorno alla caviglia, favorisce il contenimento del piede attribuendogli una copertura impermeabile attraverso l’applicazione della membrana eVent, microporosa e resistente all’acqua, oltre che traspirante.
Il plantare antimicrobico è firmato Ortholite, la suola utilizza mescola Vibram Megagrip. Anche Trailventure 2 WP è dotata di due attacchi sul tallone e di un terzo anello alla base della linguetta compatibili con la ghetta performance del brand per tenere fuori lo sporco.
Trailventure 2 WP è acquistabile su topoathletic.it/ e nei punti vendita specializzati segnalati nella sezione Store Locator del sito.