Skialpdeiparchi, le premiazioni finali del circuito appenninico

A Cavalletto d’Ocre, nell’Aquilano, premiazioni finali dello Skialpdeiparchi, circuito che si è articolato in dieci manifestazioni (cinque classiche, una gara a coppie e quattro notturne).
Vittoria di entrambi i trofei, il La Sportiva Classic Trophy e lo Skitrab Night Trophy, per Armando Coccia e Raffaella Tempesta, entrambi dello sci club Gran Sasso Piana di Navelli. Coccia nelle ‘classiche’ precede Carlo Colaianni e Marco Daniele, mentre nelle notturne si mette alle spalle Raffaele Adiutori e Carlo Colaianni, quest’ultimo sempre vincitore delle gare cui ha preso parte. Al femminile Francesca Ciaccia e Giovanna Galeota si sono invece alternate nella seconda e terza posizione. Lo Skialpdeiparchi, coordinato da Live Your Mountain, è giunto al suo quinto anno: complessivamente gli atleti che hanno partecipato almeno ad un evento hanno raggiunto la cifra di circa trecento unità con provenienza da nove regioni, Abruzzo, Marche, Molise, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino e Umbria, con una naturale maggioranza dalle regioni del Centro Italia, Abruzzo in primis.


Eric Hjorleifson, Il visionario

I manuali di comunicazione dicono che la creatività consiste nel prendere due idee già esistenti e combinarle insieme per crearne una nuova. Eric Hjorleifson, negli anni, si è macchiato più volte di questo reato: ha rubato gli attrezzi agli scialpinisti e ha cominciato a usarli da freerider: nel 2010, quando iniziarono a girare i primi video di un canadese che saltava con gli attacchini, la gente non pensava che fosse possibile. Poi, poco alla volta, ci siamo arrivati tutti: il freeride e lo scialpinismo erano in fondo la stessa pratica, con proporzioni variabili di salita e di discesa. Federico Ravassard sul numero di Skialper di aprile-maggio ha intervistato il visionario inventore degli scarponi Dynafit Hoji.

©Federico Ravassard

PRIMA DI HOJI - Prima di arrivare al nuovo scarpone, e prima ancora anche del Dynafit Vulcan, Hoji smontò e riassemblò altri scarponi per capire cosa gli servisse: lo scafo era quello dei Titan; le leve erano state smontate da tre calzature diverse; il linguettone, rubato da dei Dalbello Krypton e tenuto su da uno snodo preso dai Garmon Adrenaline; la membrana che gli stava sotto, concessa dallo sponsor Arc’teryx; per irrigidire il tutto, il gambetto era stato laminato con una piastra Head da pista. Tutto molto bello, ma probabilmente vi starete chiedendo a quale scopo fare tutto questo pasticcio. La risposta sta nello stile di sciata di Hoji: linee brevi ma tecniche, sequenze di pillow nelle quali bisogna controllare la posizione del corpo tra un salto e l’altro e sfruttare i piedi per dare direzione agli sci. Linee che sono accessibili perlopiù con le pelli, perché sono nel bosco e un elicottero sarebbe a dir poco eccessivo. Linee nelle quali confluisce tutto il suo background: l’infanzia tra i pali in pista, l’adolescenza trascorsa nei primissimi snowpark sotto il mentoring degli assi della New Canadian Air Force, gli anni passati a fare big mountain filmando per grandi case di produzione. E, per finire, i metri di dislivello macinati in salita. Poco alla volta, anche altri atleti hanno seguito il suo esempio e oggi i freeskier - che sono prima di tutto atleti fatti e finiti - che sanno girare trick da park dopo essersi guadagnati una linea di salti con le pelli, non sono pochi.

IL FUTURO - «Negli ultimi 15 anni il mondo dello sci è cambiato enormemente: twin tips, rocker davanti e dietro, attacchini, scarponi sempre più performanti… Per quello che riguarda gli sci, mi viene difficile pensare a qualcosa di migliore, perché con quelli attuali mi ci trovo davvero bene e non saprei su cosa lavorare, specialmente per le prestazioni nella powder. Si può sempre migliorare, ma bisogna capire in che modo. Qualche anno fa c’erano in giro fat davvero grossi, over 130 millimetri, che sono poi passati di moda: è stato fisiologico sbilanciarsi da un estremo all’altro, prima di trovare gli equilibri attuali. Oppure il twin-tip, che una volta era d’obbligo, mentre adesso ci si limita a un rocker in coda, molto più funzionale. Banalmente, è più pratico nelle inversioni in salita e anche per caricare gli sci nelle rastrelliere in funivia. Adesso ci sono un bel po’ di assi che vanno bene e, grosso modo, le geometrie di questi ultimi sono molto simili tra loro».

©Federico Ravassard

Le gare del fine settimana in Italia, ecco come è andata

Le gare del fine settimana in Italia: ecco come è andata in alcune delle tante prove in programma; per tutte le classifiche vi rimandiamo come al solito al calendario.

TRAIL DEL SEGREDONT – In tanti alla settima edizione della gara del Gav Vertova: ben 353 al traguardo. Super sfida per la vittoria finale, un testa a testa tra Paolo Bert e Matteo Longhi: soluzione in volata con il piemontese della Valetudo davanti per soli tre secondi sul ‘local’ del Gav Vertova. 2h09’54” il tempo del vincitore dopo 23 km. Terzo Elia Balestra in 2h13’52”, quindi nella top ten Luca Arrigoni, Paolo Poli, Alex Lanfranchi, Giambattista Micheli, Alessandro Noris, Michele Persico e Denny Epis. Nella gara rosa sigillo di Lara Bonora che chiude in 2h48’24”; con lei sul podio Federica Giudici e Giuliana Arrigoni.

Lara Bonora © Cristian Riva

AMOROTTO TRAIL – Tappa del Trofeo Agisko BPER Appennino Trail Cup nell’Appennino Reggiano. Nell’AUT, la gara lunga di 68 km, vittoria di Lorenzi Naldi in 7h46’56”, davanti alla prima lady Cristiana Follador in 8h23’52” quindi Michael Caldera (8h32’11”), Roberto Rondoni (8h37’25”) e Davide Contini (8h49’48”). Nel Monte Valestra Trail (48 km) a segno Luca Carrara in 4h41’16” davanti a Davide Scarabelli in 4h57’11” e Marco Franzini in 5h00’18”, quarto il britannico Robbie Britton, quinto Luca Adorni. Ottava assoluta e regina della gara rosa Katia Fori in 5h36’59”. Nel San Vitale Trail (20 km), infine, vittorie di Eddj Nani e Cecilia Basso.

Gli azzurri della Nazionali Fisky, dopo il collegiale in gara all’Amorotto ©Facebook Amorotto Trail

TROFEO NASEGO - Doppio appuntamento a Casto. Si parte con il vertical, tappa del Vertical Eolo Cup. Affermazione da record per Patrick Facchini in 36’14”, davanti a Hannes Perkman (37’01”) e Bernard Dematteis (37’12”). Quarto posto per il fratello Martin Dematteis (37’44”), seguito dal veterano Emanuele Manzi (38’12”). Al femminile la regina del Vertical Nasego è la rumena Denisa Dragomir che ferma il cronometro a 45’10”. Seconda posizione per Ilaria Bianchi (46’52”), seguita da Elisa Compagnoni a 2’41” di distacco dalla vincitrice.
Nel Trofeo Nasego long distance, Alessandro Rambaldini non delude il pettorale che gli è stato affidato: è lui il numero uno e dopo l'attacco iniziale del keniano Mangata Kwemoi e del duo Kosgei-Simukeka, ‘Rambo’ recupera posizioni su posizioni, fino a tagliare il traguardo per primo davanti ad una folla in delirio in 1h37'01". Secondo posto dunque per Isaac Kosgei (1h37'56"), keniano naturalizzato austriaco, e terzo Luca Cagnati (1h38'09”). Quarto posto a 1’03” il protagonista delle prime battute di gara Mangata Kwemoi, seguito da Bernard Dematteis che chiude in quinta posizione a 2’01 da Rambaldini. Al femminile sorride Alice Gaggi con tanto di nuovo record di gara in 1h55’15”. Secondo posto per la rumena Denisa Dragomir in 1h56’22” con la britannica Sarah Tunstall (2h00'17") a completare il. Quarta Celine Lafaye (2h03'39") seguita dall'azzurra Barbara Bani.

Il podio maschile del Trofeo Nasego ©Ufficio stampa Trofeo Nasego

VALLEVARAITA TRAIL - La gara cuneese ha visto il successo di Danilo Lantermino e Giulia Vinco. 1h41'36” il tempo del vincitore davanti a Gabriele Abate (1h45'33”) e Fulvio Fazio (1h52'36”), nella gara rosa 2h17'16” il crono della prima su Daniela Bonnet (2h21'57”) e Elisabetta Negra (2h24'22”).


Il triplete di Luis Alberto Hernando

Ancora Luis Alberto Hernando. Nel campionato del mondo in ‘casa’, il Penyagolosa Trails, lo spagnolo conquista il terzo titolo iridato consecutivo (oltre a quello per nazioni). Gara attenta la sua: lascia sfogare gli avversari, poi nel finale più impegnativo, riprende e stacca tutti, per chiudere sul traguardo in 8h38’35”. Festa Spagna con il secondo posto di Cristofer Clemente (8h46’19”), con terzo il britannico Thomas Evans (8h49’35”), quindi ancora GB con Jonathan Albon, quinto il francese Ludovic Pommeret. Completano la top ten la statunitense Mario Mendoza, il francese Romain Maillard, l’altro atleta USA Zach Miller, il ceco Jiri Cipa e il tedesco Janosch Kowalczyk. Ventiquattresimo il primo azzurro, Andrea Macchi.
L’olandese Ragna Debats si aggiudica la gara rosa in 9h55’00”, davanti alla spagnola Laia Cañes in 10h11’11” con bronzo per la francese Claire Mougel in 10h15’23”. Spagna comunque leader come squadra con il quarto posto di Gemma Arenas e il quinto di Maite Maiora.

 

 


Transvulcania a Pere Aurell Bove e Ida Nilsson. Con Marco De Gasperi quarto!

Pere Aurell Bove e ancora Ida Nilsson: sono loro i protagonisti della Transvulcania, nella prova ultramarathon, prima tappa delle World Series ‘Extra’. Lo spagnolo chiude i 75 km del tracciato (e 4350 metri di dislivello) con il tempo finale di 7h37’26”, precedendo il russo Dmitry Mityaev (7h38’22”) e il francese Thibaut Garrivier (7h42’49”), con ottima quarta piazza per Marco De Gasperi. Il Dega era un po’ al debutto su distanze del genere e arriva il traguardo in 7h44’26”, quinto il francese Xavier Thevenard, sesto lo spagnolo Manuel Anguita Bayo con settimo posto per Daniel Jung; sedicesimo Franco Collé.
La svedese Nilsson fa triplete: venticinquesima assoluta in 8h40’43”; con lei sul podio la spagnola Mònica Comas Molist (8h46’57”), e la statunitense Kelly Wolf (8h49’45”). Undicesima Laura Besseghini.


Transvulcania, partenza con il vertical

Primo atto del lungo fine settimana della Transvulcania con il vertical, tappa del World Circuit. Percorso classico con partenza dalla spiaggia di Puerto de Tazacorte ed arrivo a El Time dopo 7,6 km e 1203 metri di dislivello. Vittoria di Pascal Egli in 47’55”, davanti a Stian Angermund-Vik in 48’03” e Rui Ueda in 48’08”, quarto Aritz Egea, quinto Ondrej Fejfar. Nella prova femminile detta legge Christel Dewalle in 56’52” su Laura Orgué in 57’19”; terza Zuzana Krchová 1h01’13” con quarta, a soli cinque secondi dal podio, Stephanie Jimenez, quinta Yuri Yoshizumi e sesta Elisa Desco.

Stephanie Jimenez e Stian Angermund-Vik ©Martina Valmassoi

 


Contro vento

Le Eolie non sono una destinazione così scontata per una rivista come Skialper. Eppure sul numero di aprile-maggio ne parliamo. Lo fa Ruggero Bontempi con una chiave di lettura diversa perché le Eolie, oltre che una delle destinazioni marine più di moda, sono anche un incredibile terreno di gioco per chi ha voglia di scoprirle a piedi, in versione trekking. Magari unendo le suggestioni di una natura forte a quelle cinematografiche perché le isole del vento sono state il set di alcuni famosi film, a partire da Il Postino.

©Alfredo Croce/Pillow Lab

GREATEST ITALIAN TREKS - Le Eolie in versione trekking fanno parte di una serie di proposte insolite selezionate da Skialper in collaborazione con Ferrino. Tra le escursioni delle quali parliamo quelle al Cratere della Fossa di Vulcano, alle Cave di Caolino e Terme di San Calogero a Lipari o al Monte Fossa delle Felci di Salina. Non mancano la salita al cratere di Stromboli o passeggiate nelle selvagge Alicudi e Filicudi, dove c’è la più piccola scuola d’Europa, con una maestra e tre alunni.

©Alfredo Croce/Pillow Lab

LA SCIARA DEL FUOCO - Sul vulcano di Stromboli qualcuno ha anche messo gli sci. Giorgio Daidola è stato uno dei primi a farlo negli anni Settanta. «Ai tempi si poteva fare tutto, ma è stata una delle volte che ho avuto più paura in vita mia, perché a intervalli di 13-14 minuti c’era un’esplosione e veniva giù di tutto» ricorda Daidola. «Avevo bivaccato in vetta, scendendo all’alba e cercando di terminare la discesa in quello stretto lasso di tempo tra un’esplosione e l’altra, ma quando sono arrivato nella parte bassa non sapevo più dove scendere perché era pieno di grandi pietre». Quella sciata da Daidola è la sciara sul versante occidentale del vulcano, mentre ce ne sono altre più sabbiose sull’altro versante.

Giorgio Daidola sulla sciara del fuoco

Dove si corre in Italia nel fine settimana?

Non solo Mondiale e Transvulcania, si corre (e tanto) anche in Italia nel fine settimana: ecco qualche segnalazione, tutte le altre gare in programma, come sempre, potete vederle sul nostro calendario.

TRAIL DEL SEGREDONT - Settima edizione domenica a Vertova, in media Valle Seriana. Percorso di 23 chilometri fra le gole della Val Vertova e le propaggini del monte Alben, passando per luoghi storici come il Sentiero di Honio e il Santuario di San Patrizio. Una delle gare storiche della corsa in montagna orobica, risalente al 1952. Ma non mancano le novità: quest'anno il percorso, rispetto alle prime edizioni, è invertito: «Riproponiamo il tracciato che era nostra intenzione fare lo scorso anno - spiega ‘patron’ Franco Testa - ma che, a causa della ‘piena’ in Val Vertova, aveva subito alcune modifiche». L'intenzione è permettere agli atleti di ammirare le piscine naturali della gola della Val Vertova, considerata il punto più spettacolare dell'itinerario insieme al passaggio nella zona del bivacco Testa, a ridosso dei maestosi contrafforti del monte Alben. Ultimissimi giorni a disposizione per le iscrizioni che, in pieno stile Gav Vertova, offrono per una quota davvero modesta (20 euro) il pettorale, il buono per il pasta party, l'assistenza medica, i ristori, l'assicurazione per gli infortuni stipulata per tutti e il gadget. Quest'anno il gadget riservato ai concorrenti del Trail del Segredont è un giubbino tecnico Runnek, garantito ai primi 350 iscritti. Soglia che non è molto lontana, dato che – attualmente – le adesioni superano ampiamente quota 200. Ci si iscrive inviando una e-mail o un fax alla segreteria (gav.vertova@libero.it | fax 035.714224) allegando la copia della visita medica e compilando il modulo d'iscrizione (si scarica dal sito ufficiale) entro le ore 20 di venerdì 11 maggio. La quota va versata direttamente in loco, domenica, prima del via. Una novità dell'ultima ora riguarda i servizi del post gara. Un trattamento gratuito ed esclusivo sarà a disposizione degli atleti fino alle ore 14. Il servizio è proposto dal dottore in scienze motorie Stefano Genuizzi che racconta: «Keope World Gpr è una struttura ergonomica propriocettiva che utilizza frequenze sonore e stimolazioni meccaniche (tipo massaggio) e permette un rapido recupero (acido lattico) dopo uno sforzo intenso e prolungato come le corse in montagna. Chiunque sia interessato la può provare, una seduta dura 12 minuti, io sarò lì a disposizione». Lo start verrà dato dal centro di Vertova e si raggiungerà la quota massima di 1540 metri sulla cima Segredont.

Cima Segredont ©Cristian Riva

AMOROTTO TRAIL - Tappa del Trofeo Agisko BPER Appennino Trail Cup nell’Appennino Reggiano. E sarà un week intenso a Carpineti. Si parte sabato alle 16 con il Castello delle Carpinete Vertical, partendo dal Parco Matilde alla sommità del Castello. Domenica quattro distanze: la gara regina è quella da 68 km e 3200 metri di dislivello, ma ci sarà anche il Monte Valestra Trail (da 48 km), Poiago Short Trail e San Vitale Trail (da 12 e 20 km). Le giornate saranno caratterizzate da ambientazioni rinascimentali del Gruppo Storico Il Melograno, esibizioni di sbandieratori, musici e mangiafuoco del Gruppo Maestà della Battaglia e contesti di battaglie lungo il percorso della Compagnia Falchi del Secchia. Ma ci sarà anche il raduno della Nazionale italiani FISKY. Qualche nome? Katia Fori, Cristiana Follador, Daniele Cappelletti, Luca Carrara, Eddj Nani… tutti poi con il pettorale alla partenza.

Un passaggio dell’Amorotto Trail

TROFEO NASEGO - Un’altra classica della corsa in montagna: doppia gara a Casto, vertical e lunghe distanze. Sabato mattina ci sarà il primo appuntamento: ore 10 in punto, partirà la gara vertical dal centro di Casto (420 metri) con arrivo sopra il Rifugio Nasego (1420 metri) con un tracciato di 3,7 km. Partirà per prima la gara femminile e in seguito, alle 10,45 quella maschile. Nel pomeriggio dopo le premiazioni nella Tensostruttura montata al centro sportivo di Famea spazio alla ‘Pucia la Nasego Fest’: a partire dalle 20 ci sarà aperitivo accompagnato da dj set con la presentazione degli élite della long distance 2018. Dopodiché, alle ore 21 ospiti della serata saranno i gemelli Bernard e Martin Dematteis che racconteranno dell’impresa del Monviso in compagnia del fratello Miculà. Il tema della serata riguarderà anche il professionismo sempre più in via di sviluppo dell’atleta off-road. Domenica il giorno del Trofeo Nasego 2018: 21,42 km di tracciato, con ben 1336 metri di dislivello positivo. Il via sarà dato alle ore 9.30 da Casto e arrivo presso il Centro Sportivo ABCF Comero.

©Ufficio stampa Trofeo Nasego

VALLEVARAITATRAIL - Domenica si corre nel Cuneese, prova inserita nel progetto Find The Cure. A Brossasco percorso di 36 km con 2000 metri nel Vallone di Gilba, oltre alla possibilità della ‘2x18’, gara a staffetta sullo stesso percorso, con due frazioni da circa 18 km.

 


Il Gran Trail Courmayeur ‘accoglie’ la Cro-Magnon

Spirito di collaborazione: il Gran Trail Courmayeur, in calendario il 15 e 16 luglio su tre distanze (105, 55 e 30 km) lungo i panoramici sentieri del Monte Bianco, è pronto ad accogliere gli atleti che si erano iscritti alla Cro Magnon, con partenza da Limone Piemonte e arrivo a Mentone. Quest’ultima gara, varata 14 anni fa e considerata pioniera tra le corse su lunga distanza in alta quota, in calendario il 6 e 7 luglio prossimo, è infatti costretta a ‘saltare’ l’edizione 2018, dopo una sofferta decisione presa dagli stessi organizzatori. Motivo: in linea generale, ridotta collaborazione e restrizioni ulteriori in territorio francese, dove la gara sarebbe dovuta arrivare. «Nella pratica non possiamo organizzare adeguati servizi di soccorso sull’intero percorso», hanno detto responsabili della ‘CRO Trail’ -. La decisione non è stata facile da prendere, soprattutto perché ci dispiace deludere le persone che fino ad ora ci hanno sostenuto. Così abbiamo chiesto all’organizzazione del Gran Trail Courmayeur la disponibilità ad accogliere i corridori già iscritti al CRO. Vista la disponibilità ottenuta, possiamo ora offrire agli iscritti al CRO Trail di 115 km l’iscrizione al Gran Trail di Courmayeur del 14 luglio sul tracciato di km 105. Gli interessati possono farci pervenire la relativa richiesta alle mail crotrail@dreamchrono.it e per conoscenza a segreteria@crotrail.com. Sarà nostra cura provvedere al posto degli atleti all’iscrizione al GTC. A coloro che invece non sono interessati al passaggio alla gara valdostana, le quote di iscrizione verranno totalmente rimborsate».


Transvulcania, ci siamo

Il circuito delle World Series si trasferisce a La Palma: è il week-end della Transvulcania. Si parte giovedì con il vertical (7,6 km e 1203 metri di dislivello), seconda prova del World Circuit: tra i favoriti Stian Angermund-Vik, Aritz Egea, Pascal Egli (in gara anche Simone Eydallin), mentre al femminile occhi puntati su Laura Orgué, Christel Dewalle oltre alla 'nostra' Stephanie Jimenez ed Elisa Desco.
La ultramaraton di sabato (75 km e 4350 metri di dislivello) è prova d’apertura del circuito ‘extra’ della ISF. Folta la pattuglia azzurra con Marco De Gasperi, Franco Collé, Daniel Jung, Fulvio Dapit, Peter Kienzl, Francesca Canepa, Laura Besseghini… Gli avversari e le avversarie non mancano: i francesi Xavier Thevenard e Michel Lanne, oppure il vincitore della Hardrock 100, lo statunitense Jason Schlarb, e ancora lo spagnolo Pau Bartoló o il marocchino Zaid Ait Malek, mentre nella gara rosa favori del pronostico per la svedese Ida Nilsson (che la Transvulcania l’ha già vinta due volte), poi le statunitensi Anna Mae Flynn, Cassie Scallon, Kelly Wolf, oppure la francese Emilie Lecomte.


Sabato è il giorno del Mondiale di trail

Giovedì inizia l’avventura degli azzurri: partenza dall’Italia, destinazione Spagna, dove sabato andrà in scena il Penyagolosa Trails, gara che quest’anno è campionato del mondo trail. Start alle 6 del mattino per affrontare 85 km con 5000 metri dislivello. Il team azzurro è già volato in terra iberica per testare il tracciato. «Una prova da gestire con grande attenzione - spiega il tecnico azzurro Paolo Germanetto - che presenta gli ultimi 30 km molto impegnativi, i più ‘alpini’, se così possiamo chiamarli, del percorso. La parte centrale è più corribile, ma mai banale. Bisogna fare grande attenzione, sempre, già dalla prima discesa». Dieci i convocati (Riccardo Borgialli, Stefano Fantuz, Andrea Macchi, Christian Pizzatti, Simone Wegher, Marco Zanchi, Chiara Bertino, Alessandra Boifava, Lisa Borzani e Lidia Mongelli), cosa può raccogliere l’Italia? «Una previsione non è mai facile - conclude Germanetto - su queste distanze, Spagna e Francia partono sicuramente con i favori del pronostico, sia a livello individuale che di squadra. Noi proveremo a giocarsi con gli altri, qualche chance da podio a livello di squadra».

SPAGNA E FRANCIA - Luis Alberto Hernando e Adeline Roche sono in ‘pista’ per difendere il loro titolo conquistato lo scorso anno al Trail Sacred Forests di Badia Prataglia. Gioca in casa e punta a non sbagliare la squadra spagnola: qualche nome? Cristofer Clemente Villa, Pablo Villa, Maite Maiora, Gemma Arena e Azara Garcia. In casa Francia con Adeline Roche in gara anche Nathalie Mauclair (entrambe al rientro da un infortunio) e Amandine Ferrato, mentre nel team maschile presenti Ludovic Pommeret, Sylvain Court, Sébastien Spehler, Adrien Michaud e Romain Maillard. Assenti Cédric Fleureton e Nicolas Martin, infortunati.

GLI ALTRI - 351 atleti, 49 paesi: la concorrenza non manca (se volete vedere la start-list… eccola). Gli Stati Uniti sono sempre da prendere in considerazione (Zach Miller, Mario Mendoza, oltre a Claire Gallagher), poi Svizzera (Diego Pazos, Urs Jenzer e Walter Manser), ma soprattutto Gran Bretagna (con Tom Owens, Jonathan Albon, Thomas Evans e Ryan Smith).


Crans-Montana Rando Parc

«Un’idea che è nell’aria già da quattro, cinque anni. Il popolo degli scialpinisti, che ora è composto anche da quelli che risalgono le piste, è sempre più numeroso. Lasciarli su pista diventava quindi pericoloso, sia per loro sia per gli sciatori. Dare sanzioni a chi risale, non piaceva. Perché escluderli? E allora ecco l’idea, che piano piano e grazie all’aiuto di tutti ha preso forma». A parlare è Nicolas, marito della campionessa di scialpinismo svizzera Sèverine Pont-Combe. Sono loro i genitori del nuovo Rando Parc di Crans-Montana, in Svizzera: 40 chilometri di itinerari per lo skialp segnalati, controllati e divisi per difficoltà. con 8.000 metri di dislivello e a pochi passi dagli impianti della stupenda località svizzera. Ne parliamo su Skialper di aprile-maggio nell’articolo di Tatiana Bertera con le foto di Stefano Jeantet.

©Stefano Jeantet

I NUMERI - Quindici itinerari poco distanti dalle piste, su oltre di 40 chilometri di sentieri, con un dislivello positivo di 8.000 metri. Sono queste le dimensioni del gigantesco trekking park inaugurato questo inverno e voluto dall’intero comprensorio, con la preziosa collaborazione di Nicolas e Séverine. Perché se in un posto ci vivi, se lo ami, vorresti che lo amassero anche gli altri e soprattutto vorresti che fosse valorizzato al meglio. Beh, qui a Crans-Montana hanno saputo farlo. Turismo intelligente, turismo per tutti, non solo per i pistaioli; a me piace chiamarlo così.

©Stefano Jeantet

COME FUNZIONA - I percorsi scialpinistici, rappresentati su un cartellone a poca distanza dall’ingresso della funivia, sono ben segnalati. Ognuno di essi ha un numero, una scala di difficoltà, lunghezza e dislivello. Sbagliare è praticamente impossibile. Sono segnati con frecce e cartelli… qui l’ordine è proprio svizzero! La traccia c’è, ma è quella fatta dal primo che è salito dopo la più recente nevicata. Quando fiocca, la traccia si cancella, come in ambiente, ma i cartelli rimangono. Il primo che si alza la mattina e mette le pelli sotto gli sci, batte anche per tutti gli altri.

Séverine Pont-Combe ©Stefano Jeantet
©Stefano Jeantet