Su Skialper di giugno-luglio la Marathon des Sables raccontata da dentro

«Sto correndo la mia prima Marathon des Sables e sto soffrendo le pene dell’inferno. Duecentocinquanta chilometri di sabbia, ghiaia e rocce non s’improvvisano e, nonostante pensassi di averla preparata discretamente bene e con cura, questa regina delle desert run mi sta distruggendo. Da anni la seguivo leggendo gli articoli sui giornali di settore e guardando i numerosi video in circolazione, ma nel calarmici dentro in toto, come runner, ho scoperto un mondo solamente sfiorato dalle penne dei vari giornalisti che, trasportati in auto su alte dune sabbiose o negli interminabili drittoni ardenti, hanno provato a descrivere quest’inferno. Un inferno bello, bisogna riconoscerlo, attraente al punto che a distanza di giorni da quelle maledette ore di sofferenza sarei tentato di riaffrontare, ma comunque un inferno in cui non si può lasciare nulla al caso». Inizia così il racconto di Dino Bonelli dalla Marathon des Sables, su Skialper di giugno-luglio.

SULLE ORME DI OLMO – «Tutto nasce qualche anno fa quando, un po’ per scherzo e un po’ per stimolare l’amico Marco Olmo, momentaneamente un po’ sotto tono, gli propongo di continuare a correre la MDS, abbreviazione della Marathon des Sables, per almeno un altro paio d’anni fino a quando poi, nel 2015, lo avrei accompagnato io a correre la sua ventesima partecipazione».

VITA DEL DESERTO – «Il mal di schiena prova a farsi sentire anche lui, ma per fortuna desiste, e quella che normalmente è la mia debolezza diventa l’unica che non mi crea grossi problemi. I muscoli piriformi, più volte chiamati ‘quei bastardi nascosti nei glutei’, sono come dei tizzoni ardenti che non hanno intenzione di spegnersi mai. E quando dico mai, dico mai, neanche quando arrivi al campo e, prese le tre bottiglie d’acqua in dotazione, con cui si gestisce tutto il resto della giornata, serata e notte, ti sdrai sotto la tanto sognata tenda. Neanche quando gli altri muscoli lasciati in orizzontale per un po’ sembrano addirittura riprendere vita. Neanche quando il sole rovente brucia il tramonto per lasciare spazio alle fredde notti sahariane e tutto il grande accampamento si spegne delle luci che non ha mai avuto e lascia al silenzio i brividi della notte».

ZAINO SUPERLIGHT – Bonelli ha testato alla Marathon il nuovissimo zaino Desert Kat Ferrino (600 g), costruito in Cubic Tech. Fuori dallo zaino nella prima parte di gara e poi dentro, ha sistemato il materassino Superlight Ferrino (500 g). Come scarpe ha usato le nuove Mutant de La Sportiva, reattive e sufficientemente protettive, a cui ha fatto cucire una ghetta MDS comprata sul sito della gara.

GIA’ DISPONIBILE –
 Skialper di giugno è disponibile nelle migliori edicole. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Ma per chi lo volesse acquistare immediatamente su smartphone o tablet, è già disponibile. È sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!    

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