Le dichiarazioni post Europei ISF di Enrico Vedilei

Sul gruppo aperto di Facebook ‘Trail Ultra Italia’, le dichiarazioni di Enrico Vedilei, consigliere e coordinatore area Trail della IUTA (Associazione Italiana Ultramaratona & Trail).

Nota per il lettore: con la dicitura IFS molto probabilmente si voleva indicare la ISF (International Skyrunning Federation).

Di Enrico Vedilei:

“Con quello che scriverò, sicuramente diventerò più antipatico di prima ma non posso fare a meno di riflettere su ciò che sta accadendo nell’ultratrail in Italia. Premetto che a me fa solo piacere che aumentino i numeri di partecipanti di questo movimento e che il livello organizzativo migliori anno per anno.

Però vedere sulla stragrande delle testate e blog di settore elogiare i Campionati Europei IFS e far finta di nulla sui Mondiali IAU, mi fa male, MOLTO MALE.

Si è sempre parlato che al Mondiale IAU non era presente nessun atleta di spicco e può anche starci, ma la classifica parla chiaro, Zanchi e Barnes presenti in entrambe le gare sono arrivati MOLTO meglio nell’Europeo IFS e nessuno dei due era stato convocato dalla propria Nazione e indossavano la divisa della propria nazione, anzi mi piacerebbe avere un loro parere.

Che il percorso IAU non è definito propriamente trail (in Italia) ho dei seri dubbi ma lo accetto anche se la parola trail è nata in America è significa semplicemente fuori strada.

Sentire dire che sembra strano che una Nazione come la Francia porti un solo atleta all’Europeo IFS è veramente ridicolo in quanto la Francia, come Nazionale ufficiale, era presente con i migliori atleti del momento al Mondiale IAU perchè per il resto del mondo (a parte l’Italia e la Spagna), questo è il vero Mondiale.

Che gli organizzatori della TdH che ha ospitato l’Europeo FSI sono stati bravi nella comunicazione e nell’organizzazione, non ho nessun dubbio e come detto inizialmente, fa solo piacere, anzi mi auspico che siano da esempio per altri organizzatori.

Di sotto e tra virgolette, ciò che è riportato sul sito FSA, si nota che questi eventi sono riconosciuti da un ente di promozione sportiva (in Italia ci sono 16 enti, chiamati EPS, tra cui le più grandi sono Libertas e Uisp), quindi in teoria valgono poco e niente, e difatti solo gli atleti chiamati dalla FIDAL a vestire la maglia azzurra hanno il DIRITTO di indossare questa maglia e riconosciuti ufficialmente come AZZURRI. Per assurdo se un giorno anche gli altri EPS decidessero di creare un’Europeo o Mondiale di specialità, potrebbero benissimo farlo, alimentando ulteriore confusione.

L’orientamento iniziale della federazione è di tipo elitario che punta alla disciplina agonistica associata al CONI e pochi atleti di alto livello. Lo skyrunning invece, e successivamente molti sport outdoor, crescono fino a diventare in pochi anni un fenomeno sociale. Diventa quindi prioritario l’aspetto associativo di tipo dilettantistico che agevoli gare, atleti e assicurazione degli stessi. Per dare spazio quindi a queste esigenze, ancor prima delle aspirazioni “olimpiche” come disciplina associata, nel 2006 si apre ad una collaborazione con il CSEN, Ente di Promozione Sportiva Nazionale riconosciuto dal CONI, che annette lo skyrunning come disciplina dilettantistica associata allo stesso ente. Le singole associazioni possono essere quindi riconosciute associandosi allo stesso ente nell’area CSEN Ambiente – Sport Outdoor, mentre la federazione skyrunning ne coordina l’attività tecnica e la regolamentazione dei campionati nazionali."