Finale di stagione da protagonista per l’americano
Metteteci un parterre di grande livello, una location suggestiva come quella della baia di San Francisco, un montempremi di tutto rispetto e non puotrà che venirne fuori una grande gara. Se il fato poi ci avesse aggiunto del suo con qualche decina di spettatori sulla linea d’arrivo, allora l’evento sarebbe addirittura potuto trasformarsi tra quelli più prestigiosi dell’intera stagione. Sul fato però non sempre si può fare affidamento ma questi 80 km della The North Face Endurance Cahallenge San Francisco corsi sabato, gli ultimi della stagione, hanno comunque offerto agli appassionati un grande spettacolo agonistico.
ROB KRAR – Se la prima parte di stagione delle ultra distanze americane ha portato il nome di Rob Krar, la seconda parte porta invece quello di Rob Krar. Aveva già fatto vedere il suo talento alla Western States di fine giugno con il secondo posto dietro a Timothy Olson ma i 38’ minuti di distacco non avevano convinto del tutto. Erano però bastati a convincere The North Face per arruolaro nel suo super team delle ultra distanze. Questo avveniva alla vigilia dell UROC, a fine settembre. In quell’occasione Krar non deluse le aspettative mostrando a tutti che quando si tratta di correre veloci neanche le quote elevate lo possono fermare. Vinse con 3’ su Dakota Jones, 37’ su Cameron Clayton e 50’ su Kilian Jornet. Dal Colorado alla California, dai 3.000 metri del Vail Pass alla baia di San Francisco, il risultato non è cambiato. Nella prima parte di gara sembrava che lo spagnolo Miguel Heras fosse seriamente intenzionato ad andare a cogliere la sua terza vittoria californiana ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca in segno di resa come già successo recentemente ai Templiers. Tra malattie di stagione e infortuni vari, Krar ha lavorato ai fianchi tutti i suoi avversari ed è andato a imporsi con 10’ di vantaggio su Cameron Clayton e 12’ su Chris Vargo. Lo fa in 6h21’ che potrebbe essere il nuovo record del percorso originario. In una giornata che ha visto il dominio assoluto degli atleti a stelle e strisce, l’unico a riuscire ad entrare nella top 10 è il sudafricano Ryan Sundes, nono con 24’ di ritardo da Krar.
MICHELE YATES – In campo femminile, s’impone Michele Yates in 7h21’51’’e si concede il lusso di rifilare quasi 10’ a Magdalena Boulet e addirittura 25’ a Emelie Forsberg. Nel suo primo anno nelle ultra distanze, la Yates si va quindi a prendere la rivincita sulla stessa Forsberg dopo il terzo posto e i 40’ di distacco alla UROC e dopo la vittoria di metà settembre alla Run Rabbit va a cogliere il secondo successo di prestigio in carriera.
DUE STECCHE A TESTA – Il finale di stagione sembra essere stato caratterizzato dalle doppe debacle di molti dei protagonisti stagionali nelle loro ultime partecipazioni nelle ultra distanze. La lista parte con Kilian Jornet e i quei 50’ della UROC e le 7h30’ alla Réunion, continua con Sage Canaday, con 1h30’ sempre alla UROC e la sparizione a San Francisco, con Miguel Heras, sparito ai Templiers e sempre a San Francisco e termina con Emelie Forsberg e le 2h45’ della Réunion e i 25’ a San Francisco. Vedremo cosa accadrà nel corso della ultima stagione, potrebbe addirittura essere che il crescente livello in termini di performance costringa gli atleti a dare il giusto peso alla programmazione.
TOP UOMINI
1. Robert Krar 06:21:10
2. Cameron Clayton 06:31:17
3. Chris Vargo 06:33:33
4. Daniel Kraft 06:35:56
5. Dylan Bowman 06:37:14
6. Mike Wolfe 06:38:19
7. Jorge Maravilla 06:43:14
8. Dave Mackey 06:44:20
9. Ryan Sandes 06:45:01
10. Ryan Ghelfi 06:51:57
TOP DONNE
1. Michele Yates 07:21:51 08:51
2. Magdalena Boulet 07:31:12
3. Emelie Forsberg 07:46:24
4. Aliza Lapierre 07:46:58 09:21
5. Cassandra Scallon 07:50:42