È nata nel 2010 con una formula diversa e ora, alla decima edizione, è diventata una grande classica dello skialp in pista e in notturna, come la Sellaronda nelle Dolomiti. La Monterosa Skialp, che nel 2020 ha visto crollare i record maschili e femminili e la partecipazione di tutti gli atleti top, non è solo una gara con 120 coppie che si sfidano nella notte sulle piste del MonterosaSki, ma un evento che prende forma il giorno dopo che è finita l’edizione precedente. E Franco Torretta, direttore d’esercizio della Monterosa SpA, oltre che appassionato skialper, lo sa bene.

© Stefano Jeantet

Qual è il calendario degli organizzatori della gara?

«L’organizzazione parte immediatamente dopo la chiusura dell’edizione precedente, con la definizione delle collaborazioni con gli enti istituzionali (Regione, comuni di Ayas e Gressoney La Trinitè, sci club, consorzi turistici) e gli accordi con gli sponsor. Da aprile a dicembre io ed Henri Grosjeaques ci occupiamo di verificare ed eventualmente integrare il materiale di pista, di predisporre i pacchi gara e i ricordi per i volontari, la strategia comunicativa con MonterosaSki, i piani B per la gara con percorso ridotto o modificato a seconda delle condizioni meteo o di innevamento, di pensare possibili alternative al percorso originale (per esempio per il 2021 si sta ragionando su una diversa partenza da Gressoney), di stabilire la data».

Quanti volontari coinvolgete?

«Circa 80 per la gestione dell’ufficio gara, di partenza, arrivo, delle 14 zone di cambio assetto, per i ristori e la tracciatura. Gli enti esterni coinvolti sono i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, il Corpo Forestale della Valle d’Aosta e il 118. La sola preparazione dei pacchi gara (chip, spille, pettorali, buoni pasto, gadget) coinvolge circa cinque persone per un giorno, tre giorni prima della competizione; della sala congressi per l’accoglienza, cena e la premiazione si occupano i Vigili del Fuoco volontari nei tre giorni precedenti la gara, mentre per predisporre il parterre alla partenza e arrivo e smontarlo ci vogliono cinque persone per circa un giorno di lavoro».

Come segnalate il percorso?

«Con 620 bandiere verdi per la salita, 620 bandiere rosse per la discesa, 30 bandiere gialle per le parti a piedi e 200 torce luminose per i cambi di direzione in pista e le zone di cambio; inoltre ci sono tre palloni luminosi e 30 fari per le zone di cambio».

Quanti mezzi sono coinvolti nella preparazione delle piste e quanto ci vuole?

«Dieci battipista tra le 17,15, orario di chiusura al pubblico delle piste di sci, e le 18, su un percorso di circa 30 chilometri».

E il dopo?

«La rimozione di tutto il materiale in pista, per esempio bandiere, reti, illuminazione, e la battitura delle piste inizia verso mezzanotte e dura per circa due ore».

Che cosa vuol dire sicurezza?

«Abbiamo due medici rianimatori, tre defibrillatori, due ambulanze (ad Ayas e Gressoney) e 15 pisteur sul percorso. La gara è a coppie in modo che il compagno possa dare l’allarme al primo punto di controllo, è obbligatorio l’artva per ricercare un eventuale disperso a bordo pista, come lo smartphone acceso per dare l’allarme e poi vengono registrati i pettorali a ogni cambio assetto per poter seguire ogni squadra».

MonterosaSki è una delle località pioniere in Italia, con itinerari dedicati alla risalita con sci e pelli a bordo pista, quali sono i numeri dell’offerta?

«Abbiamo predisposto quattro itinerari con dislivelli da 550 a 650 metri. Lo skipass giornaliero costa 10 euro e lo stagionale 70 euro, con la possibilità dell’acquisto in prevendita a 60 euro. La stagione 2019/20 ha visto la vendita di 380 stagionali e 3.750 giornalieri contro 380 stagionali e 3.500 giornalieri l’anno precedente. Chi acquista lo stagionale partecipa a un concorso con in palio premi per un valore di circa 3.000 euro, tra cui due paia di sci Ski Trab».

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© Stefano Jeantet
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