Nuovo record di salita e discesa del Monviso da Pian del Re: 3h12'42"
Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo il resoconto di Carlo Degiovanni sull’impresa di Paolo Bert sul Monviso.
«In una magnifica e tersa mattinata di fine agosto 2011 un brivido rosso ha scosso il Re di Pietra: l’evento era stato preparato in gran segreto. Gli elementi imponderabili sono molti e quindi meglio
lavorare in silenzio ed alla pubblicità, se mai, si pensa dopo… Paolo Bert da Bricherasio è il protagonista: classe 1978, tesserato, in quanto atleta, alla Podistica Valle Infernotto, società sportiva di quest’angolo del cuneese. Nelle fatiche di Montagna fa parte del team “La Sportiva”. Eccellente atleta di livello internazionale da un decennio domina il mondo dello Sky Race o della Corsa in Montagna. Per 9 anni vincitore della 3 Rifugi Val Pellice (quest’anno una crisi lo ha costretto al secondo posto) ma citare tutti i suoi successi, regionali e nazionali, riempirebbe un intero articolo.
Non ha punti deboli è per questo primeggia: veloce su strada in pianura, ottimo scalatore dalle salite più facili alle più tecniche, discesista impareggiabile e soprattutto dotato di grande potenza
resistente. Anno importante per il Monviso: 150 anni fa lo salirono ufficialmente per la prima volta gli inglesi William Mathews, Frederik Jacomb con le guide francesi Jean Baptiste e Michel Cruz. Era il 1861 in data 30 Agosto.
Così dice la cronaca ufficiale. Quella popolare vorrebbe che il primo salitore sia stato “Sebastiano A” di Oncino il 1° Settembre 1841. Ma questa è quasi una leggenda, sia pure verosimile, raccontata in un libretto davvero interessante scritto nel 2005 da Dario Viale (Dario lo ritroveremo in questa cronaca). Il titolo “Sebastiano A il primo salitore del Monviso” di Fusta Editore: leggere per credere! Molte le manifestazioni per il 150° ma quella che vi raccontiamo non appartiene a nessun calendario. Torniamo, quindi, all’”evento”: la decisione era presa da tempo; unico elemento imponderabile la meteorologia. Nessuna organizzazione ufficiale per non coinvolgere altri in imprese al limite dell’impossibile. La ricerca di un cronometraggio ufficiale: chi meglio di Danilo Gaborin, storico misuratore del tempo della Federazione Cronometristi di Cuneo. Lo stesso crono che aveva registrato il 6 Settembre 1986 il record di sola salita al Monviso, sempre dal Pian del Re, di Dario Viale da Limone che salì la via sud in 1 ora 48 minuti e 54 secondi. Proprio quel Dario Viale autore del libro poc’anzi citato.
Nessuna voglia di misurarsi con il record del Re della Salita: c’è il massimo rispetto reciproco tra questi stoici atleti dell’impossibile!
Si tenta una impresa diversa: ancora la sud del Monviso, stessa partenza da Pian del Re ma salita e discesa. Si chiede aiuto agli amici per un supporto sul percorso, la notizia circola a mezza voce a Crissolo dove Paolo trascorre, con la famiglia, il periodo di ferie. Da parte di molti c’è la voglia di sostenere l’impresa in qualche modo: si trovano i “controllori” da dislocare sul percorso ed in vetta. Spuntano anche amici sponsor (Il mitico Bada e Davide) per finanziare la causa . E tutti insieme si spera nel bel tempo.
Si sceglie il lunedì perché domenica 28 c’è stata la ricorrenza ufficiale e sul Monte sono saliti in centinaia in una giornata spettacolare. Alle 8,00 la partenza dal pian del Re in perfetta solitudine ad affrontare il Re di Pietra. Paolo sale come se fosse la consueta gara domenicale: pur senza avversari il ritmo è quello giusto. Enrico lo vede transitare al Rifugio Sella dopo 41 minuti esatti. Osserva il passaggio Hervè Tranchero, storico gestore del rifugio. Con rispetto Paolo lo aveva preavvertito quasi chiedendo il permesso di potere realizzare un sogno: permesso accordato “a voi corridori questa montagna vi incista" dice il testimone vivente della storia recente del Monviso. Lui sa che l’alpinismo è anche competizione e che le passioni occorre gestirle ma non sopprimerle…
Alle ore 9,02 spunta al Colle delle Sagnette: è un punto molto rischioso per possibili scariche di pietre. Ad attenderlo Luca, Paolo, Beppe e Marco. Un tratto meno verticale e poi su alla ricerca della parete sud. Il transito all’Andreotti avviene dopo 1 ora e 24 minutii circa dalla partenza. Ad incitare lo sforzo solitario anche alcuni alpinisti che, preavvisati da Hervè, cedono i passo all’uomo che insegue il suo sogno. Imerio è in vetta dopo una veloce salita non ostante la competizione dello “Stellina” della mattinata precedente. È lui il delegato dal Cronometrista per la verifica del passaggio in vetta. E’ dotato di orologio satellitare e radio. Ore 9 e 58 Paolo è in vetta: 1 ora 58 minuti e 03 secondi. Il record di sola salita resiste ma questa è un’altra storia.
Poco più di un minuto di sosta per la foto ufficiale e poi giù per un verticale incredibile: è qui che Paolo costruisce il capolavoro. L’altro Paolo, inteso come Perotti, lo osserva dalle Sagnette. Uno spettacolo la discesa agile e controllata laddove di norma ci si arrampica. 17 minuti dalla vetta all’Andreotti e poi via verso la scarica di pietre del Colle delle Sagnette. Il transito al Quintino fa
presagire il livello della prestazione. 2 ore e 41 il tempo di passaggio. Al Pian del Re Danilo attende per ufficializzare l’impresa: l’atleta, maglietta rossa della Podistica Valle Infernotto, compie gli ultimi passi dal Lago Fiorenza ed alle sorgenti del Pò fa registrare il tempo totale di 3 ore 12 minuti e 42 secondi (discesa in 1 ora 14 e 39)! Cosa aggiungere: è un’impresa sportiva che non porta medaglie. C’è l’ammirazione della gente per il coraggio dimostrato più ancora che per il tempo impiegato. Forse un poco di invidia da parte di coloro che per salire il Monviso devono allenarsi un anno intero… Ma il piccolo uomo che sale il grande monte e la metafora dell’esistenza : la consapevolezza delle proprie possibilità, non uguali per tutti, e la tenacia nel volere raggiungere, con umiltà e sacrificio i propri obiettivi. Il piccolo uomo che sale il grande monte sa che non lo “vince” ne lo “conquista”, semplicemente lo accarezza , lo rispetta e lo ringrazia per avergli permesso, in un giorno di fine agosto, di realizzare un sogno che durerà una vita. Poi si riprende la vita di tutti i giorni: la Montagna rimarrà la a disposizione per altre “imprese” ed altri sognatori. Paolo Bert tornerà al lavoro, alla famiglia ed a regalarci altre vittorie nelle competizioni di montagna».