Tredicesimo a Zegama, dopo Transgrancanaria, Madeira, Transvulcania…

Tredicesimo a Zegama, Fulvio Dapit, portacolori del Team Crazy Idea, prosegue la sua stagione internazionale.

Com’è stata la gara basca?
«Il fango c’è sempre, non è una novità, le condizioni meteo invece erano davvero proibitive: il freddo soprattutto si è fatto sentire».

Soddisfatto della prestazione?
«Non avevo grandi aspettative per una gara così veloce. Ho cercato di limitare i danni e sono uscito nel finale, trovando una buona continuità. Il tempo comuqnue non è granché».

Transgrancanaria, Madeira, Transvulcania: una stagione lontano da casa.
«Una scelta precisa. Mi piace cambiare: ho deciso di correre distanze più lunghe, ma soprattutto un confronto più elevato. In Italia il livello è più basso: non mi interessa vincere una gara con tanti minuti di vantaggio, preferisco piuttosto cercare di cimentarmi in prove impegnative con tanti concorrenti competitivi. Nessun tatticismo: chi mi conosce sa come sono fatto. E poi il fatto che all’estero mi riconoscano vale per me tantissimo; è una sfida personale: corro per piacere di correre, non sono un professionista, queste sono le gratificazioni più belle».

Distanze?
«Non oltre i 100 km. Adesso mi conosco, con l’età la velocità diminuisce, ma so gestire meglio le forze in gara. Ed è una sorta di palestra di vita: devi decidere se continuare, spingere o fermarti. Una prova con te stesso che poi si ripercuote nel quotidiano».

Prossimi obiettivi?
«Farò la LUT a fine giugno, poi a luglio la Epic e nel finale di stagione Ultra Pireneu e Templiers».