«La Grande Muraglia Camuna, così soprannominata per la somiglianza a colpo d’occhio con quella cinese, non ha nulla a che fare con l’Oriente. Come nel caso di quella cinese fu costruita a scopo difensivo, ma, diversamente dai territori che si trovano tra il Passo del Castellaccio e il Passo di Lago Scuro, che durante la Prima Guerra Mondiale costituirono la linea di confine tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico, le fortificazioni camune di Valmassa non furono mai terreno di battaglia. Bombardamenti, spari e diversi caduti, ammazzati a volte dalla pallottola nemica, a volte dal freddo inteso, dalla neve e dalle valanghe che travolgevano soldati e ripari. Ma a Valmassa no, questo fortunatamente non accadde». Scrive così Tatiana Bertera nel reportage sul bel trekking in Valcamonica, nel comprensorio Pontedilegno-Tonale che pubblichiamo sul numero 125 di Skialper, di agosto-settembre. Valmassa era la seconda linea, perfettamente fortificata dai militari del Genio militare ma operativa solamente in caso di sfondamento della prima. Le trinceesi innalzano per circa 200 metri verso Ovest per poi fare un evidente angolo retto e inerpicarsi sul versante occidentale della valle. E sono perfettamente conservate. Una scusa in più per partire per un’escursione su queste bellissime montagne.

Tutti i dettagli su Skialper 125 di agosto-settembre.

© Gabriele Facciotti