Il 30 settembre 2018 Hilaree Nelson e il compagno Jim Morrison hanno chiuso un’annata di sci ripido sugli ottomila da ricordare, sciando integralmente il Lhotse (8.516 m) dalla vetta, lungo quello stretto canale a lungo bramato da tanti, la Dream Line. Un’impresa di livello dopo quella di Bargiel al K2, portata a termine in cinque settimane totali. «Quando siamo arrivati in vetta con tutta quella neve e ci siamo resi conto che avremmo potuto sciare la Dream Line dall’inizio, senza calarci tra le rocce, è stato bellissimo, un momento che ricorderò per sempre: eravamo nervosi, ma appena abbiamo messo gli sci l’eccitazione ha preso il sopravvento» dice Hilaree Nelson, 45 anni, che nel 2018 ha preso il posto, dopo 26 anni, di Conrad Anker come capitano del Global Athlete Team di The North Face.

La Nelson aveva già sciato nel 2013 la parete Ovest del Papsura (6.440 m), anche soprannominato in maniera poco rassicurante Peak of Evil (picco del male), una linea difficile di un’estetica ineccepibile che ripercorreva in parte l’ascensione neozelandese del 1991. Non c’è dubbio però che la Dream Line del Lhotse rimarrà per sempre legata al suo nome e a quello di Jim Morrison. «Tutta la discesa, compresa la Face, fino al campo 2, è di circa 2.100 metri di dislivello, e ha preso circa quattro ore, ma la maggior parte del tempo l’ha richiesto la sezione del Couloir – dice ancora Hilaree – Siamo stati vicini perché era la parte più impegnativa, l’ampia parete sottostante l’avevamo già provata nella fase di acclimatamento e lì ci siamo allontanati un po’ e abbiamo gustato la discesa. Sciare con Jim, compagno anche nella vita, mi dà una grande fiducia».

L’articolo completo è su Skialper 124 di giugno-luglio.

La Dream Line del Lhotse nella foto di copertina di Skialper 124, realizzata da © Paul Pottinger