Su Skialper di febbraio-marzo un’ampia intervista a Jornet

Una cosa è certa, Kilian non dice mai cose banali. Dopo le polemiche nella tappa pirenaica della Coppa del Mondo, alcune risposte della nostra intervista, pubblicata su Skialper di febbraio-marzo, vanno rilette con ancora maggiore attenzione. A dieci anni (e centinaia di vittorie) di distanza dal suo esordio sulla grande scena dello skialp agonistico e del trail, l’atleta catalano non si è negato neppure alla domanda più scomoda che gli ha posto il nostro Fabio Meraldi. Tecnica, materiali, Olimpiadi, doping, atleti top, federazioni, un’intervista a 360 gradi assolutamente da non perdere. Ecco una piccola anteprima.

EVOLUZIONE SKIALP – «Penso che la più grande differenza sia il numero di iscritti alle gare. Prima il gap tra il primo e il decimo poteva essere di sei o sette minuti, oggi magari solo uno o due minuti. Non penso veramente che i tempi siano minori, ma ci sono più sciatori di buon livello».

COPPA DEL MONDO – «La Coppa del mondo è rimasta una nicchia. Se consideriamo le ultime quattro edizioni, tutte le prove sono state in sole quattro nazioni: Francia, Italia, Svizzera e Andorra, mentre prima il circuito aveva solo tre o quattro gare e siamo stati in Repubblica Ceca, Stati Uniti, Norvegia, Grecia… Non credo che ci sia stata una grande crescita. È importante andare in Turchia ma non capisco come possiamo continuare a non gareggiare in altri Paesi come gli Stati Uniti, la Scandinavia, la Germania, i mercati in crescita e che mandano atleti a tutte le gare. Penso che ci sia un grande potere di alcune federazioni che ‘mandano’ molti atleti alle gare e non vogliono spendere soldi nelle trasferte, ma quello che succederà è che le altre nazioni non avranno più atleti in Coppa del mondo e rimarrà un circuito dell’Europa sud-occidentale».

CAOS TRAIL – «Il problema è che la torta cresce e ognuno vuole la sua fetta, ma lo sport si divide in diversi circuiti, così le gare con tutti i più forti sono poche, a differenza dello scialpinismo. Ci sono tanti atleti di livello, ma poche opportunità di confrontarsi. Sarebbe utile che tutti si sedessero attorno a un tavolo a discutere per trovare un posto per ognuno. Gare piatte o con dislivello, lunghe o sorte, con quale livello di assistenza? Non si tratta di farsi la guerra sullo stesso tipo di competizione, ma di trovare il modo perché ognuno lavori sul suo campo, collaborando con gli altri. Oggi succede che è più importante vincere a Zegama, alla Sierre Zinal, alla Western o all’UTMB che diventare campione del mondo, perché sei sicuro che in queste gare c’è il livello top».

DISPONIBILE ANCHE SU APP – Skialper di febbraio-marzo è disponibile nelle migliori edicole e già scaricabile su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app! 

QUI LA PRESENTAZIONE COMPLETA DI SKIALPER 110