Intervista con il Dott Mariotta candidato italiano alla presidenza
Sabato 18 giugno a Barcellona si riunirà l’assemblea generale che sarà tenuta a votare il nuovo direttivo ISMF. Candidato alla presidenza è il "nostro" Armando Mariotta, persona conosciuta nell’ambito dello scialpinismo dal momento che nel 2006 era il presidente del comitato organizzatore dei mondiali di Cuneo. 63 anni, di Cuneo, nella vita è un professionista titolare di una società di consulenza specializzata in diritto societario e docente presso l’università di Torino. L’avevo conosciuto personalmente in occasione delle finali di coppa a Zakopane in Polonia, persona molto affabile, professionale, concreta e aperta al confronto. L’ho contattato telefonicamente e lo ringrazio per la sua disponibilità.
Posso chiamarla Presidente? "Aspettiamo ancora qualche giorno, ma a meno di grossissime sorprese ritengo di si".
Siamo alla vigilia di una settimana importante, tanto lavoro preliminare ora finalmente dovreste raggiungere l’obiettivo prefissato. "Si un lungo lavoro di intese e di programmi, che speriamo sabato a Barcellona venga riconosciuto e premiato integralmente".
Vogliamo presentare la squadra? "Io ricoprirò il ruolo di presidente, e sarò coadiuvato nelle mie funzioni da un vicepresidente con delega alla tesoreria lo spagnolo Lluis Lopez, e dall’altro vicepresidente con delega al marketing e comunicazione il norvegese John Damman. Il ruolo di segretario generale sarà invece ricoperto da Roberto Cavallo. A questo consiglio si aggiunge un comitato di gestione formato dalla tedesca Tamara Schlemmer, dal francese Pierre Dollo e lo svizzero Rolf Zurbrugg. Questo direttivo sarà poi sostenuto da tutta una serie di gruppi di lavoro".
Personalmente ritengo la aspetti un duro lavoro di rifondazione, così com’è l’ISMF mi sembra un allegro carrozzone…. "Bisogna sempre aver rispetto per il lavoro altrui, non ritengo si debba cambiare drasticamente, bisogna far tesoro di quanto fatto sinora e da lì costruire il nuovo programma. Il nostro obiettivo è quello di darsi un’organizzazione professionale al pari delle altre federazioni internazionali, sia dal punto di vista organizzativo/strutturale che economico. Il tempo del volontariato non può più reggere a fronte delle necessità e degli obiettivi che lo scialpinismo a livello mondiale chiede e necessita".
Avrete delle priorità una volta insediati? "Priorità assoluta è quella di strutturare la comunicazione ed il marketing. La coppa del mondo deve avere una sua vetrina, non può più essere un circuito di gare rivolto alle "solite" persone. Bisogna costruire degli eventi in ogni senso. Ci saranno da condividere e programmare anche delle forti partnership con gli sponsor ed i media, portando pubblico e generando interesse. Le gare poi dovranno essere anche uno strumento per generare un reddito per le federazioni".
Toccherà a Lei traghettare lo scialpinismo nell’Olimpo? "Rientra chiaramente nei nostri programmi, è un sogno a medio termine. Ritengo che le Olimpiadi invernali abbiano bisogno di una disciplina come lo scialpinismo, è indiscutibile. Questo per tradizione, storicità e spettacolarità. Sia chiaro che dobbiamo tutti accettare e far passare una visione diversa dello scialpinismo competitivo. Pensare ad un Mezzalama alle olimpiadi è utopia, per mille motivi. Bisognerà convincere e dimostrare al Cio che i percorsi sono sicuri, non solo in termini di sicurezza per gli atleti, ma anche di sicurezza per l’ordine pubblico. Non si tratta di togliere spettacolo, sarà uno spettacolo diverso da quello attuale che andrà ricondotto dentro certi parametri. E’ un po’ quello che è accaduto allo sci di fondo. Alle Olimpiadi non c’è la Vasaloppet, seppur tutti riconoscano che quella è una delle migliori espressioni dello sci di fondo. Ci sono circuiti più brevi, tipologie di gare diverse, location diverse, eppure si assiste comunque ad un grande spettacolo".
Da questo deduco che quindi strutturerete una coppa del mondo diversa da quanto visto sinora. "Non diversa, di certo apporteremo delle modifiche proprio in funzione di quanto detto poc’anzi. In linea generale ci sarà una gara individuale, un vertical, la staffetta, la sprint e lo short track".
Short track? "Si una gara veloce, 150 metri di dislivello, da percorrere più volte ed in più modi. Ci saranno tutte le categorie, si disputerà su più manche e l’evento durerà una giornata intera. Attualmente questa tipologia di gara non rientra nei regolamenti, ma intendiamo farlo a breve".
Un’ultima domanda. Ce la farete a correggere quello sciagurato calendario proposto per la prossima stagione? "Per la prossima stagione non si apporterà alcuna modifica. Bisogna anche rispettare le candidature che sono state presentate e sinceramente ritengo che la stesura del calendario della prossima stagione fosse un compito del direttivo uscente".
Tutti ci auguriamo però che si cambi rotta, un calendario così non giova a nessuno, spero concordi in questo. "Ci sarà il cambio di rotta. I nostri intendimenti saranno quelli di far iniziare le gare a dicembre per terminare a fine febbraio e lasciar poi spazio alle grandi classiche. Non sappiamo ancora quanti eventi, vogliamo comunque decentrarli anche fuori dalle Alpi. Nella prossima stagione ben 3 prove saranno in Italia, c’è bisogno di un po’ di aria nuova. A tal proposito è notizia di questi giorni che in Colorado vogliono promuovere un circuito di gare, sembrerebbe un buon inizio no?"
E’ certamente un buon inizio, da tutti noi i migliori auguri di buon lavoro a Lei ed il suo team. Di certo ci risentiremo presto, anche perché c’è molto altro di cui parlare.