Stian Hagen è uno dei pro skier più anziani ancora in attività. Insieme a leggende come Mike Douglas e Chris Davenport fa parte di questo mondo da più di un ventennio e non sembra avere nessuna intenzione di rallentare. Originario di Oslo, classe 1974, con un passato come atleta giovanile nel salto con gli sci e nel fondo, è stato una delle leggende del freeski e dello sci ripido quando in pochi affrontavano i couloir più ripidi del Monte Bianco. Ha anche partecipato per un paio di anni al Freeride World Tour, ma si è subito trovato più a suo agio come star dei film off piste. Stian Hagen è lo ski bum che non ha mai rinunciato al suo sogno. È arrivato la prima volta a Chamonix con i suoi genitori, Unn e Finn Hagen, quando aveva 12 anni. E continua a divertirsi e sciare ad alto livello. Nonostante abbia in tasca un patentino di Guida alpina che sfrutta molto poco… Su Skialper 116 di febbraio-marzo, già disponibile nella nostra edicola digitale, il foto-reporter svedese Mattias Fredriksson ha incontrato Stian per parlare di come è cambiato il mondo del freeski e del ripido in questi ultimi venti anni. E ne è venuta fuori un’intervista molto interessante con foto spettacolari…
LO SCI PRIMA DEI SOCIAL – «I primi anni ho vissuto in una tenda all’Argentière per alcun mesi ogni inverno; sciavo tutti i giorni e conducevo una vita molto semplice. Mi alzavo la mattina, raggiungevo gli impianti e disegnavo curve con chi incontravo in montagna. La maggior parte delle persone aveva a mala pena un telefono prima dell’avvento dei social media quindi tutto era molto più spontaneo».
IL RIPIDO DI UN TEMPO – «Oggi sciare sulla faccia nord dell’Anguille di Midi o su qualsiasi altra classica discesa ripida non rappresenta più una grande sfida per le persone. È spaventoso come tutto sia cambiato nel corso degli anni. Non fa per me, non mi interessa rischiare che qualcuno mi piombi addosso».
BRAND & FREESKI – L’industria dello sci ha vissuto alcuni momenti difficili durante gli anni Novanta, all’ombra dello snowboard che esplodeva, attirando tutta l’attenzione. Però, proprio mentre Stian iniziava a imporsi come uno degli sciatori più completi della valle di Chamonix, il boom del free skiing stava per decollare. E improvvisamente tutti i marchi hanno riscoperto l’enorme potenziale degli sci in versione freeride. Però… «Fu del tutto fortuito per me, non avevo mai pianificato o immaginato di diventare uno sciatore professionista, è accaduto per caso. Sono stato molto fortunato e ne ho approfittato. Oggi sembra che i bambini abbiano già un piano a 12 anni e che sappiano esattamente quello che vogliono».
STILE UNICO – Scrive Emilio Previtali a proposito di Hagen: «Non era un freestyler, non faceva manovre o rotazioni sui cliff, soprattutto sciava. Dritto. Veloce. Nel suo stile c’era tutto il DNA dello sci scandinavo della nuova generazione, con un background di sci di fondo, salto dal trampolino e telemark. Grande centralità, consistenza, confidenza con gli sci lunghi e larghi e resistenza per giornate infinite all’Aiguille du Midi o al Toula, sul versante italiano».