42 anni, è il marketing and communication manager di Vibram

Età, intanto?
«42 ben portati, oppure no?»  

C’è un minimo di accento francese, sbaglio?

«Del tutto vero, anche se da diversi anni vivo in Italia; sono nato in Francia, gli studi sono avvenuti in Francia – MBA Management International, Lyon -, e in Francia ho fatto i miei primi lavori, come insegnare freeclimbing, per dire».

Addirittura, come mai?

«E’ il mio hobby preferito, lo pratico da quando avevo 12 anni e solo in questi ultimi tre anni  l’ho un po’ tradito, per il trail running. Ma mi piace anche il trekking, in famiglia e no, la mountain bike. E i viaggi, naturalmente».  

Veniamo al lavoro. Che ci fa in Italia?

«Sono marketing and communication director di Vibram. In quel di Albizzate, e in giro per il mondo, per il Trailrunning Team Vibram, per esempio».  

Ecco,  ‘il team’. Come le è venuta l’idea?

«Nel 2010, alla partenza dell’UTMB, l’Ultra Trail du Mont Blanc, che Vibram sponsorizzava già da un paio d’anni. Mi  sembrava il momento di entrare in gioco sul serio, trasformarci da pubblico in protagonisti,  et voilà!».  

Quanto marketing e quanto la  passione, in questa scelta?

«Certo il marketing c’entra: del resto la suola Vibram  è quanto di più vicino ci sia fra uomo e la strada, qualunque sia il tipo di strada. Un’appendice dell’uomo, direi. Ma l’intervento, la scelta, la filosofia sono stati  un percorso  tutto  aziendale;  io sono uomo di sport, ma nell’ambito della moderna comunicazione dobbiamo tener conto di media, brand reputation, visibilità, viewed impression, budget… Per rispondere, direi che ognuna delle due voci vale un buon 50%«.  

Cosa differenzia il Trailrunning Team Vibram© dagli altri analoghi team?

«Il nostro approccio è diverso: il valore primario non è battere i concorrenti. Tutto nasce da una osservazione: se guardi gli oltre 2000 concorrenti alla partenza dell’UTMB – tolti i pochi atleti delle prime file – cos’hanno di diverso dalle persone ‘comuni’, tutti gli altri partecipanti? Poco o nulla. Anzi sì: che ‘loro’ sono alla partenza di una grande, grandissima avventura sportiva, una sfida alla montagna e a se stessi. Ecco, Vibram ha pensato di creare un
team di persone comuni, capaci però di essere straordinarie: ‘Ordinary people being extraordinary’».  

E per questo avete nel team persone comuni, come la mamma Francesca Canepa?

Certo, Francesca viene dallo snowboard, ma è soprattutto  mamma, e questo condiziona tutta la sua attività. Del resto anche gli altri del Team Vibram sono persone comuni: David Gatti, è responsabile dei mercati professionali, di Polartec; Beppe Marazzi è ingegnere; Ronan Moalic è un chirurgo che ruba tempo al tempo libero, per la sua passione; Sebastien Nain fa il vigile del fuoco nel reparto nucleare; Nicola Bassi è senza una attività definita da quando ha abbandonato il lavoro presso un negozio sportivo per seguire meglio questo sport.

Come sono stati selezionati i vostri uomini ‘comuni’?

«Grazie alla partnership con l’UTMB e a internet Vibram ha potuto rivolgersi a tutta la comunità dei trailer: la prima ci ha messo in relazione diretta con i corridori selezionati per l’edizione 2011; il secondo ha fatto aderire subito 150 candidati  da 12 paesi, candidati che condividono  la filosofia dell’ordinary people. Nel 2012 sono poi arrivate spontaneamente molte candidature, segno che qualcosa di speciale stava avvenendo; questo ci ha portato a  modificare e a rafforzare il team con 6 atleti, 3 francesi e 3 italiani. Per l’anno prossimo stiamo lavorando… pensiamo di rafforzarci ulteriormente e di inserire un nordamericano e un asiatico. Il Nord-America è la patria di questo sport, che in Cina si sta diffondendo velocemente».  

Quali sono gli obiettivi del team: comunicazione, test, ricerca, simpatia, passaparola, posizionamento Vibram?

«Tutto questo, se crede, ma con alcuni valori in più, come l’invito ad avventure non comuni, l’invito a provarci. E l’educazione all’utilizzo di un equipaggiamento davvero adatto a performance e sicurezza, caratteristiche queste che sono nel DNA di ogni suola e di ogni prodotto Vibram. Non per nulla questa filosofia e le nostre tecnologie sono da anni adottate da grandi brand, come Saucony, Scott, Scarpa, La Sportiva, Dynafit, Lafuma e via dicendo.  Quindi, sì: certo simpatia, certo test sul campo, certo passaparola, ma anche la volontà di sottolineare che nessuno oggi può garantire prestazioni elevate in termini di sicurezza, qualità, grip e trazione quanto le nostre suole. In tutto il mondo. E questa non è pubblicità».  

A quante persone in Europa e nel mondo si rivolge potenzialmente il Team Vibram?
«Non solo agli attuali 15.000 finisher dell’UTMB, certo; piuttosto  alla comunità crescente di runners che hanno già optato o stanno per optare per la corsa off road: sono già diversi milioni nel mondo, specialmente in Europa ed in America. A loro Vibram deve continuare a offrire prodotti e strumenti altamente funzionali in grado di garantire la massima sicurezza. La R&D Vibram ha questa mission quotidiana e Il nostro team ha il  compito, essere ambasciatore e promotore presso i mercati di nuovi modelli di calzature powered by Vibram ‘High Performance Rubber soles’, frutto dei feedback e delle loro esperienze».     

Come avviene la gestione del Team Vibram?

«La gestione del team è bicefala – si dice così no? -, gli input generali, la filosofia, il programma e i ritmi sono portati dalla direzione marketing di cui sono responsabile. La gestione tecnica degli atleti pre, post e durante le gare è curata da Nicola Faccinetto, del Tester Team Vibram, specialista aziendale in scienze motorie e in prove prodotti. Da quest’anno il Team ha inoltre il supporto di Stefano Punzo, noto fisioterapista specializzato nella corsa in montagna. Curioso che sia Nicola che il sottoscritto siamo diventati in questi 2-3 anni anche noi trail runner, presi dai valori, dalla passione e dall’energia trasmessi dall’ambiente trail. Ed è la stessa passione che attraverso il team proviamo a trasferire all’interno dell’azienda e a tutti quelli con cui quotidianamente ci relazioniamo: aziende, clienti, sportivi, grande pubblico, i media, et ainsi de suite…».   

Come considera a oggi i risultati del Trailrunning Team Vibram©2012?
«Mi viene da rispondere: chapeau! Ma provo a essere più uomo d’azienda, vediamo. E’ indubbio che immagine, notorietà, simpatia, brand reputation di Vibram stiano ulteriormente crescendo; è altrettanto indubbio che questo tool moderno abbia consentito una visione più precisa del trailrunning, grazie anche al film documentario ‘The extraordinary story’ che racconta l’avventura sportiva e umana del Team all’UTMB, movie tuttora diffuso in TV e nei maggiori film festival europei. Ma se c’è un punto che più ci piace è quello umano: le vittorie di Francesca Canepa alla Lavaredo Ultra Trail e al Tor des Gèants, il suo secondo posto all’UTMB, l’ ottava posizione del medico chirurgo Ronan Moalic alla LUT e la sua ventesima all’UTM; e ancora, il quarantinquesimo posto di Sebastien Nain – ex tennista e triatleta – sempre all’UTMB, dove David Gatti, – trailrunner quando ci riesce-  è arrivato a quota  549 e dove Beppe Marazzi e Nicola Bassi hanno dovuto cedere e ritirarsi. Queste per il nostro modo di pensare sono tutte vittorie, dalla prima all’ultima».