In questa estate 2020 senza (o quasi) gare non passa giorno senza un nuovo FKT (fastest known time). È così per gli atleti top, ma anche per chi sta nel gruppo. Ed è una strategia che funziona per runner e sponsor, anche più delle vittorie alle gare, almeno in termini di visibilità, se si considera che Pau Capell durante il suo tentativo di record in solitaria sul percorso dell’UTMB ha guadagnato 7.000 follower Instagram in 20 ore. C’è però una trail runner che, superata la soglia dei 40 anni, non si ferma e ogni anno continua a proporre fastest known time ed exploit che hanno nella creatività e originalità la loro ragione d’essere. Fernanda Maciel, brasiliana di Belo Horizonte, la ricordano in tanti per i podi nelle gare più importanti, dalla Transgrancanaria alla Lavaredo Ultra Trail, ma la ricordiamo soprattutto per quello che ha fatto oltre i podi. Come non dimenticare il Cammino di Santiago corso in 10 giorni, oppure i fastest known time sull’Aconcagua e sul Kilimanjaro?
Eppure Fernanda non si arrende e anche in questo pazzo 2020 ha lasciato il suo segno con un’impresa che, andando oltre tempi e numeri, fa discutere. Lo scorso 20 agosto ha migliorato il suo fastest known time sul percorso da Pont (1.879 m) alla vetta del Gran Paradiso (4.061 m), chiudendo il giro in 4h03’ (2h40’ la salita) e migliorando di circa un’ora il crono. E fin qui è un risultato notevole ma che va ad aggiungersi a tanti altri. Però, scesa in valle, la Maciel è salita su un’auto per Cervinia e ha raggiunto, nella stessa giornata, il Cervino. Al Cervino non ha corso contro il tempo, ma contro i propri fantasmi e le proprie paure. Qui infatti nel 2017 aveva dovuto rinunciare per un problema agli occhi e l’anno scorso ha perso l’amico argentino Gonzalo.
«Ero pronta per la sfida, ma il blocco era mentale e sono arrivata quasi a cancellare il progetto due giorni prima – ha detto Fernanda – Alla fine ho deciso di provarci, di farlo passo dopo passo, concentrandomi sul presente e senza pensare a quello che c’era dietro e davanti. E così sono arrivata in vetta e ho pianto. Non conquistiamo le montagne, conquistiamo noi stessi»