Il dietro le quinte degli eventi in Val di Fassa
Dopo le prime due tappe del Campionato Europeo Skyrunning, abbiamo chiesto a Diego Salvador, presidente del Comitato Organizzatore della Dolomites SkyRace, di raccontarci cosa si nasconde dietro a un evento di portata internazionale come quello di Canazei. Una testimonianza diretta di quanto si è vissuto lo scorso fine settimana, la dimostrazione più evidente che, anche nell’ambito della corsa outdoor, il made in Italy, quello di qualità, eccelle ed è riconosciuto a livello internazionale. Sulla pagina Facebook Ski-alper, è stata inoltre caricata una gallery inerente as alcune fasi organizzative: Vertical Alba di Canazei – Organizzazione
Come e da chi è nata l’idea di organizzare la Dolomites? La Dolomites SkyRace nasce nel 1998 da un’idea di Diego Perathoner e Sergio Valentini, entrambi membri del Soccorso Alpino Val di Fassa e appassionati di montagna e fatiche.
Quante persone stanno dietro all’organizzazione delle due manifestazioni? Il comitato Organizzatore è composto da 7 persone. Poi, durante i giorni delle gare, con i volontari che ci aiutano arriviamo a 200/220 persone. Quando è nata la gara facevano tutto Diego e Sergio poi, man mano che è cresciuta, hanno coinvolto altre persone. Questo anche perché, di pari passo, sono aumentate la relativa burocrazia e le cose da organizzare.
Di queste, quante sono sui percorsi di gara? I percorsi vengono gestiti da Ivano Ploner che si avvale della collaborazione di altre persone per la manutenzione dei sentieri e per la tracciatura dei percorsi. Per quest’ultima, ci sono una quindicina di ragazzi che danno una mano, poi il giorno della gara, tra controlli e ristori lungo il percorso, i volontari arrivano a circa 100 unità.
Quanto tempo si dedica per l’organizzazione nel suo complesso? Praticamente tutto l’anno! Finita la gara, si organizza la serata di ringraziamento con tutti i volontari. Poi ci sono da pagare le fatture d’acquisto e da fare quelle per la liquidazione delle sponsorizzazioni. S’inizia quindi a contattare gli sponsor per la successiva edizione. Diciamo che per due/tre persone del Comitato la Dolomites dura 365 giorni!
Vi appoggiate a gruppi/enti locali? Durante i giorni di gara ci sono alcuni gruppi che ci danno una mano. I Vigili del Fuoco, per quello che riguarda il montaggio delle strutture per i pasti e la gestione di alcuni attraversamenti stradali, I Vigili Urbani e i Carabinieri, pe i coordinamenti del traffico in paese, il Cai-SAT per la manutenzione di alcuni sentieri e la gestione di alcuni ristori e l’Associazione Croce Bianca per il servizio sanitario. Poi ci sono dei cuochi e delle signore che gestiscono la distribuzione dei pasti. Un grande aiuto ci viene poi dato dalla società degli impianti di risalita per la sistemazione delle piste e per gli impianti di risalita al Ciampac (per il Vertical) e al Sass Pordoi (per la Dolomites). C’è una grande collaborazione anche da parte del Comitato Manifestazioni e dal comune di Canazei. Infine, ci sono tutti gli amici che non fanno la gara e che si rendono disponibili per ogni nostra richiesta.
A livello di budget, cosa comporta organizzare i due eventi? Anche se su molti forum girano voci e commenti che questi comitati fanno business, vi assicuro che se si vuole creare un evento a buon livello, a fine manifestazione avanza poco! Prima dell’evento si valuta la disponibilità finanziaria che si ha a disposizione e in funzione di questo si fanno le spese e investimenti. Quindi, se enti e istituzioni, oltre agli sponsor, sono generosi ci si può sbizzarrire, altrimenti si sta con i piedi per terra!
Avete degli sponsor? Penso che una manifestazione del genere senza l’aiuto degli sponsor sarebbe impossibile da organizzare. La Dolomites SkyRace per fortuna è un evento che piace e attira atleti e di conseguenza anche gli sponsor. Abbiamo la fortuna di avere sponsor prestigiosi come La Sportiva, Bailo, Suunto e Casserurali che da sempre ci sostengono e che ci hanno aiutato a far crescere l’evento.
Le quote iscrizione coprono i costi? No!!! O meglio, se si vogliono dare un certo tipo di ristori, pranzi e gadget, i 55 euro che chiediamo non li coprono.
Quanto incide il montepremi sul budget? Diciamo un bel po’.
Avete un ufficio stampa o lo demandate a terzi? Per anni ci siamo appoggiati a News Power, da tre anni ci cura il servizio Pegasomedia, entrambe di Trento.
Chi si occupa della gestione degli atleti elite? All’interno del Comitato c’è Paola che si occupa di questo. Tenere i contatti con i vari atleti che chiedono info durante tutto l’anno e i giorni prima della gara, trovare le sistemazioni alberghiere e occuparsi delle iscrizioni. Come da contratto con la Federazione (ISF), alcuni atleti sono a carico dell’organizzazione sia per quel che riguarda l’iscrizione alle gare sia per l’alloggio.
I principali punti positivi di questa edizione? In primis siamo stati fortunati a trovare due belle giornate di sole. Se il tempo è bello tutto è più facile. Altri punti a nostro favore, essere riusciti a far fare agli atleti il percorso originale. E avere tratti di neve llungo il percorso che hanno reso più suggestivo il tutto. Ciliegina sulla torta, il tunnel alla Forcella Pordoi!
Ci sono degli aspetti da migliorare? C’è sempre qualcosa da migliorare. Penso che se ogni anno riusciamo a dare o fare qualcosa di diverso gli atleti continueranno a venire a gareggiare da noi.
Cosa generano in termini di visibilità le due manifestazioni? Anche se molti albergatori o esercenti non credono nella Dolomites SkyRace, noi siamo sicuri che nei quattro giorni di gare portiamo a Canazei un bel po’ di gente. Poi penso che l’ufficio stampa e i vari siti internet del settore diano una buona visibilità al territorio stuzzicando la voglia di venire a visitare questi posti. Domenica, dopo la gara, è salito sul palco un concorrente che mi ha detto di aver visto su YouTube il video dell’edizione del 2012 e da li si è detto “questa gara la voglio fare”. Quindi, se ha visto il filmato avrà visto anche gli sponsor, le montagne e tutto quanto ne segue.
Per quale motivo ogni anno i migliori atleti partecipano alle vostre gare? Perché siamo bravi? Scherzo! Da un po’ di anni, la Federazione ci dà la possibilità di far parte del circuito internazionale. Questo fa si che i migliori atleti partecipino alle gare. Alle prime tre edizioni, che io ho fatto in qualità di atleta, c’erano un centinaio di concorrenti. Poi nel 2003, la gara è stata valida come prova del Campionato Italiano e gli atleti sono aumentati sia di numero che di qualità. Anche i migliori si mettono in gioco.
Qual è il rapporto/contributo con la ISF? La ISF ci dà la possibilità di far parte del circuito più prestigioso oltre che per i posti bellissimi che attraversano le gare, anche per il livello organizzativo dei due eventi.
E quello con le istituzioni? Forse noi siamo molto lavoratori e poco politici! Penso che la Regione, la Provincia, l’APT della Val di Fassa e anche il Comune di Canazei, si rendono conto dell’importanza dell’evento per la visibilità che diamo alla valle e al Trentino. A titolo d’esempio, in tre giorni il video della Dolomites SkyRace ha avuto 63.000 visite. Malgrado questo, ci sono eventi minori che sono patrocinati molto di più delle nostre gare.
Quali sono i vostri sponsor? Il nostro main sponsor è da sempre La Sportiva con la quale abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. Oltre a La Sportiva, c’è anche Bailo. Tutte aziende trentine. Ci sono alcune importanti aziende che ci fanno la corte ma penso bisogna innanzitutto ringraziare chi ci ha aiutato quando eravamo piccoli e poi è giusto tifare per le aziende locali.
Quali sono le principali differenze organizzative, se ve ne sono, tra le gare estive e quelle invernali? Problematiche organizzative ve ne sono sia in estate che in inverno. Per esempio il meteo. La responsabilità bisogna assumersela in entrambi i casi. In inverno bisogna fare i conti con la neve, il pericolo valanghe se la gara è fuoripista. In estate con i temporali e la nebbia. In entrambe i casi, penso ci voglia passione e costanza, prendere spunto da altre organizzazioni per migliorarsi, non dare nulla per scontato e avere un pizzico di fortuna. Si lavora un anno intero per una manifestazione e se quel giorno il tempo è brutto si rischia di dover mandare tutti a casa.