Allo Stelvio le ultime uscite del modulo pratico su neve

Ski-alper non poteva mancare al primo corso per allenatori di scialpinismo che sia mai stato organizzato. E’ una prima mondiale, un’esperienza completamente nuova mai realizzata in precedenza.  FISI ha fornito i tecnici delle materie classiche, dalla didattica alla preparazione atletica passando per gli aspetti normativi; i partecipanti stessi hanno messo in comune e discusso i contenuti specifici della disciplina della quale, in molti casi, sono stato atleti di spicco e poi tecnici di fatto.  

SULLA NEVE, FINALMENTE – Dopo il modulo teorico in via Piranesi, il Passo dello Stelvio ha ospitato il modulo pratico su neve dal 17 al 21 giugno.  Oggi abbiamo assistito alla giornata incentrata sugli aspetti della sicurezza: sulla neve al mattino, passando da un tecnico all’altro su quattro stazioni per quattro approfondimenti delle fasi di ricerca di travolti in valanga. In aula il pomeriggio: medicina e pronto soccorso a cura del medico del Soccorso alpino. Abbiamo trovato qualità e quantità, combinazione possibile solo quando la platea è competente.  

LE FIGURE DELL’ALLENATORE –
Contemporaneamente prosegue il confronto sulle figure dei tecnici che nasceranno da questo primo corso, e specialmente sulle loro competenze operative negli sci club, sul campo con gli atleti.

In Italia le massime figure tecniche degli sport invernali sono anche operatori turistici professionali. Guide alpine e Maestri di sci sono quindi categorie regolate da leggi quadro dello Stato, che così li certifica a tutela del cittadino. La FISI ha sempre posto la professionalità del maestro di sci come pre-requisito per l’ammissione ai corsi che formano i tecnici federali, cioè i propri allenatori. Ma tutto il movimento dello scialpinismo italiano (ed europeo) è nato e si è sviluppato – con grandi risultati – grazie all’opera di tecnici ‘di fatto’, solo occasionalmente coincidenti con quelle figure professionali.

Allo stato delle cose, i tecnici di fatto verranno penalizzati proprio dalla creazione della categoria degli allenatori, che per loro prevede solo un ruolo limitato alle strutture federali (Comitati e squadre), mentre per lavorare con i ragazzi dei club dovranno operare insieme a un tecnico che sia anche un professionista come da legge quadro, cioè l’allenatore propriamente detto.  

Il colonnello Marco Mosso ha ribadito che, al momento, questa è l’unica forma praticabile restando all’interno della legislazione. Nel contempo si è proposto come referente presso la federazione delle richieste della ‘base’, che esprime malumore per questa contraddizione di fatto.