Lo scialpinismo in questo modo non decolla…

Lo abbiamo avvertito in modo palpabile nella penultima tappa di Coppa a Pelvoux ma già ci eravamo accorti del disagio di alcuni atleti di élite piuttosto restii nell’affrontare dure trasferte in località lontane e spesso poco attrezzate sotto l’aspetto della ricettività. E noi giornalisti al seguito abbiamo dovuto fare i salti mortali per districarci fra uffici stampa inesistenti e alloggiamenti più o meno di fortuna.
Ad innescare queste considerazioni sono state alcune defezioni di nomi importanti negli appuntamenti del calendario internazionale. Qualcuno ha portato giustificazioni più o meno credibili, altri hanno bypassato la convocazione iscrivendosi ad altre gare sicuramente più invitanti sotto ogni punto di vista.
Non ci sentiamo di biasimare questi comportamenti: noi stessi, giornalisti, abbiamo affrontato malvolentieri certi viaggi.
Ma la Coppa del Mondo dovrebbe e vorrebbe essere il miglior palcoscenico per chi pratica questo sport, ma forse non è così: più gratificante una vittoria in Coppa delle Dolomiti, per fare un nome a caso, che un piazzamento in una gara di Coppa del Mondo in luoghi piuttosto lontani in cui non c’è nemmeno un Ufficio Stampa in grado di divulgare a tempo debito fotografie e classifiche dell’avvenimento.
In questi anni ci siamo arrabattati con telefonate agli atleti per poter scrivere quattro righe di quello che dovrebbe essere l’avvenimento top dello scialpinismo.
Dell’ultima gara a Gavarnie abbiamo potuto mettere insieme quattro notizie grazie alla disponibilità del tecnico Angeloni: se avessimo dovuto aspettare il comunicato dell’Ufficio Stampa Ismf saremmo stati freschi, è arrivato ieri sera…
Ma come possiamo sperare di diventare sport olimpico?
Nel ’97 successe una cosa analoga per lo snowboard. Il ricchissimo circuito internazionale Isf vedeva al via il fior fiore degli atleti professionisti. Parallelamente si stava affermando il circuito di Coppa del Mondo con tanto di squadra nazionale della Fisi: solo quando lo snowboard è diventato disciplina olimpica e gli appartenenti all’altro circuito hanno dovuto gareggiare in Coppa del Mondo per qualificarsi ed entrare in nazionale in vista di Nagano, si è visto il meglio che questo sport potesse offrire.
Ma lo scialpinismo non è ancora disciplina olimpica e certamente calendari come quello della Grande Course sono un richiamo ben diverso, sia per gli sponsor che per gli atleti, rispetto allo sperduto e inadeguato mondo dell’Ismf.
Gli atleti stanno manifestando da tempo questo malessere e chiedono garanzie: il portavoce Kilian Jornet vuole prove concrete di un approccio degli organi federali al Cio. Forse un altro prezioso anno se ne è andato, il tempo passa e gli atleti invecchiano, quando i cinque cerchi?