Abbiamo preferito ricordare Matteo ed Enrico in silenzio
Me lo immagino Teo con la sua bella faccia da schiaffi… «Eh, dovete ringraziarmi… Almeno siete stati una settimana senza lavorare». Avrebbe detto così, ne sono quasi sicuro. E avrebbe liquidato il tutto con una risata sarcastica. Preferisco non aggiungere altro, lo ricorderemo a modo nostro sul prossimo numero della rivista ad agosto. Per ora abbiamo scelto il silenzio, abbiamo lasciato parlare un’immagine. Meglio delle parole, sempre troppe, quasi sempre inutili, tante volte a sproposito. Abbiamo sospeso per una settimana l’attività della redazione in segno di lutto dal momento in cui abbiamo avuto la certezza che non l’avremmo rivisto. Niente sito, niente social network, niente di niente. Ci siamo limitati a ricordare dentro di noi, ognuno a modo suo, questo ragazzo speciale che da nemmeno un anno avevamo assunto come redattore e che in così poco tempo ha cambiato per sempre il nostro modo di essere e di vedere le cose. Paradossalmente sta uscendo proprio in questi giorni il numero di giugno della rivista con un sacco di servizi a sua firma, li aveva consegnati tutti prima della partenza per le ferie in Perù. «Eh, boss… mi prendo solo due settimane, poi quando arrivo c’è tempo per fare tutto quello che serve per il prossimo numero. Magari laggiù faccio anche qualche bella foto e te la passo per la rivista». Ok, bagai, fai con calma, noi ti aspettiamo. Intanto torniamo a lavorare, ma non con la morte nel cuore, bensì con quel qualcosa in più che ci ha dato fare un pezzo di strada insieme a Matteo Tagliabue. Ultima nota, non meno importante. Abbiamo sempre parlato di Teo perché era uno di noi e perché oltre a lavorare insieme eravamo diventati davvero amici, era uno di famiglia. Il massimo rispetto e il medesimo cordoglio per Enrico Broggi, che non abbiamo avuto la fortuna di conoscere. Ma se era amico del bagai, era amico nostro.