Rivoluzione Watt?
Allenarsi misurando la potenza? Ne parliamo su Skialper di agosto
Nel ciclismo si usa da molti anni la misurazione della potenza come dato oggettivo della prestazione, perché quindi non portare lo stesso concetto nella corsa? Questa è forse la domanda che si sono posti gli inventori di Stryd, una delle più interessanti novità per chi pratica la corsa nelle sue varie declinazioni: si tratta di un sensore simile a quelli che rilevano la frequenza cardiaca e che si indossano con una fascia al torace. Però, oltre a rilevare il battito, misura anche le accelerazioni sui tre assi e, grazie a un sensore barometrico, le variazioni di quota. I dati vengono quindi elaborati e trasformati in un valore unico che è la potenza espressa dall’atleta durante la corsa.
UN PASSO AVANTI PER IL TRAIL - Del resto gli atleti sono alla costante ricerca di dati per impostare gli allenamenti e le gare ma finora nella corsa ci si era limitati a calcolare le velocità di riferimento per i vari ritmi di allenamento e le frequenze cardiache correlate; questi valori sono sicuramente sufficienti quando si corre in piano, ma sono di scarsa utilità per coloro che affrontano percorsi in salita o che corrono su percorsi trail. In questi casi la pendenza impedisce di contare sulla velocità di riferimento e quindi il runner deve fare affidamento solo sulle proprie sensazioni o sulla frequenza cardiaca che però, come noto, è influenzata da molteplici fattori quali la temperatura, la quota, la stanchezza. La possibilità di misurare in maniera oggettiva lo sforzo fisico è quindi quanto mai interessante e apre nuove prospettive per l’allenamento e il monitoraggio della performance.
IL NOSTRO TEST - Il nostro esperto di medicina dello sport, il dottor Massimo Massarini di Vitalia Salute, ha fatto i primi test di Stryd con due runner amatori e Simone Eydalin, del Team Dynafit, che ha utilizzato poi l’apparecchio anche in gara al Red Bull K3. Scoprendo che…
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di agosto-settembre è disponibile nelle migliori edicole da questa settimana e già scaricabile su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
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GR20, la grande route dei record
Su Skialper di agosto un ampio reportage sul record di D'Haene in Corsica
La Corsica, come la Sardegna, al suo interno, è una delle isole più selvagge del Mediterraneo. A differenza della Sardegna, però, è molto più montuosa… è uno degli angoli di Francia che sono rimasti più naturali, con paesaggi incredibili e cime che sfiorano i 3.000 metri, dove può nevicare in quasi tutti i mesi dell’anno. Attraversarla lungo la spina dorsale montuosa, seguendo il sentiero GR20, è il sogno di ogni atleta che voglia scrivere il proprio nome nel libro dei record. E di ogni amante dell’outdoor. Il GR20 attraversa la Corsica da nord a sud per una lunghezza di 170 chilometri suddivisi in 15 tappe e circa 14.000 metri di dislivello positivo. Non è un sentiero da trekking tradizionale, ma rispecchia l’anima selvaggia dell’isola. Parte da Calenzana, villaggio tipicamente corso sopra Calvi, sulla costa ovest, e arriva quasi sul mare a Conca, sulla costa est. Percorrere le tante creste lungo il mitico GR20 non è un gioco da ragazzi. Bisogna armarsi di santa pazienza, avere un morale d’acciaio, una buona condizione fisica, un’ottima tecnica e rimanere sempre prudenti.
IL RECORD DI D’HAENE - Dopo Kilian Jornet nel 2009, dopo Guillaume Peretti nel 2014, a inizio giugno l’ultra-runner francese François D’Haene si è cimentato nell’impresa di percorrere il sentiero nel più breve tempo possibile. Risultato? 31 ore e 6 minuti, record battuto. Su Skialper il reportage esclusivo di Damien Rosso, che ha seguito François.
LA NOSTRA PROPOSTA - Volete provare a percorrere il GR20 in 5 invece di 15 tappe? Alessandro Brunetti, che è riuscito nell’impresa, proprio pochi giorni dopo D’Haene, vi spiega come… allora non resta che andare in edicola o su app e acquistare Skialper!
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Marmarole, l'altra Cortina
Su Skialper di agosto alla scoperta del selvaggio massiccio
«Cortina d’Ampezzo. Più che un nome di località sembra quasi una formula magica, che negli ultimi 50 anni, una volta pronunciata, ha avuto significati mai uguali: la perla delle Dolomiti, il punto migliore e più luminoso per viverle anche nella stagione invernale per l’elegante aristocratico riposo low profile anni Cinquanta e Sessanta, fino a diventare carta moschicida per parvenue e cafoni anni Ottanta e Novanta, che vivevano la montagna come la passerella invernale di sfoggio dei Rolex e delle Maserati». Inizia così l’articolo di Tommaso de Mottoni su Skialper 107. Un articolo, con le belle foto di Niccolò Zarattini, per partire a piedi alla scoperta di un angolo selvaggio di Dolomiti a pochi passi dallo struscio di Via Roma.
STAMBECCHI E FERRATE - Chi ama le Dolomiti e le viste di Cortina, ma non sente suo lo struscio che rappresenta, è pronto per imparare una nuova formula magica, una parola che da Cortina apre un portale dimensionale su un’altra realtà; su un mondo alternativo lontano anni luce da questa metropolina, ma che vi si affaccia, guardandola dall’alto. Senza presunzione, dall’alto perché sempre sopra i duemila. La parola magica, che potete tranquillamente svelare a tutti è Marmarole: un balcone con una vista che mette in imbarazzo. Lo sguardo si perde dal Gruppo del Sorapis al Cristallo, rimbalzando per i Cadini di Misurina e le Tre Cime di Lavaredo da un lato, dalla più accessibile e placida Val d’Oten dall’altro e quasi a toccare a oriente le altrettanto belle, selvagge e sconosciute Dolomiti Friulane, lungo l’Altavia 5. Si dorme in bivacco o ci si deve muovere velocemente, anche i tratti di ferrata non sempre sono completi e in condizioni buone ed è necessaria una dose di attenzione superiore a quella che si presta sugli itinerari più battuti, dall’altro lato è molto probabile che, anche in altissima stagione, gli unici incontri siano gli stambecchi che qui guardano ancora gli escursionisti con un distaccato stupore. Ecco perché su Skialper potrete trovare due proposte, una più lunga e una più corta, per partire a piedi alla scoperta… delle Marmarole.
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Tante idee per vacanze in movimento e le novita' dell’estate 2017
Sarà disponibile a partire dalla prossima settimana in edicola ed è già pronto per il download sulla app per dispositivi iOS e Android il numero di agosto-settembre di Skialper (6 euro, 144 pagine), un’uscita con il viaggio tra i monti come leitmotiv, a partire dalla bella copertina di Giovanni Marchesi scattata durante l’ultima edizione dell’Orobie Ultra Trail.
GR20 DA RECORD - A inizio giugno il nuovo primato di François D’Haene su quella che viene considerata una delle grande route più dure al mondo, il GR20, che attraversa la Corsica. Dopo Kilian e dopo il corso Peretti, l’ultra runner francese ha stabilito un nuovo record attraversando l’isola in 31 ore e 6 minuti. Tutta l’impresa minuto per minuto: emozioni, difficoltà e imprevisti sulle selvagge montagne dell’isola. E poi la nostra proposta per affrontare il GR20 in 5 tappe invece di 15.
GEA - Si chiama Grande Traversata Appenninica e corre per quasi 400 chilometri dal versante adriatico a quello tirrenico a cavallo tra Emilia e Toscana. Un itinerario lunghissimo per conoscere il cuore selvaggio dell’Appennino, un sentiero spesso snobbato che invece può mettere alla prova il backpacker più esperto, come per esempio il nostro Gianluca Gaggioli. Il meteo che può variare repentinamente, tratti interminabili e sempre uguali…
VALCHIUSELLA OUTDOOR DESTINATION - Dopo Finale, la Valchiusella. Detto così sembra un controsenso, invece la valle non lontano da Ivrea e Torino ha molto da proporre in chiave outdoor, solo che non la conoscono in tanti. Falesie per arrampicare famose anche all’estero, sentieri selvaggi che sembrano creati apposta per un trail in autonomia, spesso tra massi con le incisioni rupestri, ma anche lanci con il parapendio o cronoscalate in bici. Senza dimenticare le gioie della gastronomia locale…
L’ALTRA CORTINA - C’è la Cortina dello struscio in via Roma e dei rifugi affollati e… ci sono le Marmarole. Sentieri e ferrate poco frequentati, stambecchi a salutare i pochi fortunati frequentatori e la bellezza unica delle Dolomiti. Con vista sulla capitale mondana della montagna italiana… Vi proponiamo un anello per partire alla scoperta di questo angolo di natura.
RIPIDO FOREVER - Una stagione all’antica, con tante linee e ripetizioni in primavera e inizio estate e poca neve a inizio stagione. Come di consueto Andrea Bormida ha riassunto il 2016 dello sci ripido. Per chi non riesce a stare lontano dalla neve neanche in spiaggia.
ANTEPRIMA ESTATE 2017 - La fiera Outdoor di Friedrichshafen è la vetrina sull’estate che verrà. Noi siamo andati in tre a curiosare tra gli stand per presentarvi tutte le novità che troverete nei negozi fra un anno.
GIIR, NON LA SOLITA SKYRACE - Chi ci è stato lo sa: il Giir di Mont è una gara diversa, con emozioni e partecipazione locale difficili da riscontrare altrove. Ecco perché abbiamo mandato Federico Ravassard a documentare l’ultima edizione della gara di Premana, non tanto il Giir dei big, ma quello dei tifosi, della pancia del gruppo, dei 400 volontari…
RIVOLUZIONE WATT - Ci avete mai pensato? Invece di calibrare l’allenamento sulla velocità e frequenza cardiaca, modularlo sulle potenze da sviluppare in watt. Non è un’utopia, grazie a un nuovo dispositivo, e potrebbe essere particolarmente utile proprio per la corsa off-road e in salita. Noi l’abbiamo fatto provare al dottor Massimo Massarini e a Simone Eydallin insieme ad alcuni ‘amatori’.
FINO A DOVE? - Alcuni si spingono con la scarpa da strada sui sentieri del trail. Ha senso? Quali rischi ed eventuali vantaggi? Per capirlo, abbiamo chiesto ai gemelli Dematteis che cosa ne pensano. Volete saperlo? Basta leggere l’articolo nel quale segnaliamo anche alcuni modelli di scarpe dei principali brand.
GEMELLI D’ORO - Siamo stati a casa di Bernard e Martin Dematteis, protagonisti di una bellissima storia agli Europei di Corsa in Montagna, nei quali uno ha aspettato e fatto vincere l’altro. E vi spieghiamo come è nato il gesto e chi sono i due miti della corsa in montagna.
INTERVISTE - La sezione Up & Down è particolarmente ricca di interviste a runner: Francesca Canepa, il neo-campione del mondo di corsa in montagna lunghe distanze Alessandro Rambaldini, Gediminas Grinius, Cristiana Follador, Stefano Trisconi, Moreno Pesce…
LAST RACE - Orobie Ultra Trail, ma anche i Mondiali assoluti e giovanili ISF, Giir di Mont… le news dalle ultime gare disputate.
MEZZALAMA & GLO - C’è già grande attesa per la più famosa delle gare di skialp, in programma nella prossima primavera e noi siamo andati sul percorso con il patron Adriano Favre a scoprire le novità. Chissà cosa ne penserà una veterana come Gloriana Pellissier che abbiamo intervistato per commentare il suo ritorno alle gare.
OPINIONI - Andare in montagna non solo per la performance ma anche per guardarsi intorno e il tema, sempre caldo, del doping sono gli argomenti delle opinioni, a firma di Enzo Sesia e Tommaso de Mottoni.
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di giugno-luglio sarà disponibile nelle migliori edicole nei prossimi giorni ed è già sull’apposita app per dispositivi mobili. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
Blogger Contest, ecco la giuria
C'e' tempo fino al 10 settembre per partecipare
Roberto Serafin, Davide Fioraso, il direttore di Skialper Claudio Primavesi, Franco Michieli e Simonetta Radice sono i cinque giurati che avranno il compito di valutare i testi e le foto dei partecipanti alla quinta edizione del Blogger Contest. L’edizione 2016 del Blogger Contest ha come tema i Vagabondi delle montagne e intende esplorare la montagna come terreno di vagabondaggio, come ricerca della libertà più estrema intesa come quella di non avere una vera meta, liberi da mode e condizionamenti. La giuria, presieduta da Roberto Serafin, valuterà le opere in base a cinque criteri: la capacità complessiva di interpretare il tema del concorso; la qualità del testo e dell’immagine; la padronanza del mezzo di comunicazione e dei relativi linguaggi.
FINO AL 10 SETTEMBRE - Per partecipare (c’è tempo fino al 10 settembre) si deve presentare una micro-storia inerente il tema del concorso, al massimo di 400 parole, accompagnata da una foto. Tutte le informazioni sono consultabili su www.altitudini.it. Entro il 30 settembre la giuria selezionerà i tre blogger vincitori che riceveranno premi per un valore di 2.500 EURO, in materiali tecnici e soggiorni in quota, offerti dalle aziende sponsor.
PREMIO SKIALPER - Sono inoltre previsti due premi speciali. Fra tutti i partecipanti la giuria indicherà tre blogger che dal 14 al 16 ottobre 2016 parteciperanno al International Mountain Summit (IMS) di Bressanone con il compito di raccontare l’IMS. L’altro premio speciale è offerto proprio da noi di Skialper che selezioneremo tre blogger i quali vedranno pubblicate le loro opere, oltre a ricevere un abbonamento annuale alla rivista.
Hawker da record sul Monte Rosa
La britannica ha chiuso il giro di 169 km in 37 ore e 10 minuti
La regina dell’UTMB (5 vittorie) si candida a diventare anche regina dell’UTMR? Lizzy Hawker ha infatti provato nello scorso fine settimana quello che dovrebbe essere il percorso dell’Ultra Tour Monte Rosa dal 2017. La Hawker ha compiuto il periplo del Monte Rosa con partenza e arrivo a Grächen, in Svizzera. In totale 169 km e 11.700 m D+ in 37h10’. Partenza alle 4.05 di venerdì mattina e arrivo alle 17,15 di sabato.
APPUNTAMENTO A SETTEMBRE - Intanto a inizio settembre, tra il primo e il 3, ci saranno ben due gare su percorso ridotto di 116 km, la Ultramarathon in un’unica tappa da Cervinia a Grächen via Gressoney e Macugnaga (116 km e 7.500 m D+) e la versione divisa in tre tappe. La partenza della Ultramarathon alle 10.30 di venerdì 2 settembre, esattamente fra un mese, mentre le tre tappe partiranno alle 8 del primo settembre. «Quando correvo su questi sentieri mi sono detta: ‘questa è la gara che vorrei correre’. Non esisteva così l’abbiamo creata. Il percorso completo (dal 2017) è più duro dell’UTMB» ha detto la Hawker.
Kilian pronto per l’Everest
Sabato 7 agosto la partenza dall’Europa
L’ultima vetta del suo ‘Summit of my life’, quella più difficile. Kilian Jornet sfiderà l’Everest alla ricerca del record di velocità di salita e discesa. Sempre con il suo stile. «L’Everest - spiega Kilian - è probabilmente una delle salite più impegnative che abbia mai affrontato. Credo che sarà una grande esperienza, per come il mio corpo reagirà in quota e anche perchè l’affronterò in stile alpino, nel modo il più possibile minimalista. Mi preparo da molti mesi per questo tentativo e sono ansioso di iniziare. Le vette del Summit of my life mi hanno sempre portato oltre i miei limiti e credo che questa volta non sarà diverso».
Dunque niente ossigeno, corde fisse o campi in quota per affrontare la parete Nord dell’Everest sino agli 8.848 metri della vetta. Con lui ci saranno l’alpinista Jordi Tosas e i cameramen e guide Sébastien Montaz-Rosset e Vivian Bruchez. In questo periodo si sta allenando sulle Alpi, la partenza dall'Europa è programmata il 7 agosto e il team prevede di rimanere in zona per otto settimane all'interno delle quali cercare la finestra meteo giusta. I componenti inoltre hanno svolto parte dell'acclimatamento in Europa, stando molto in quota. La partenza è fissata dal monastero di Rongbuk, in Tibet, poi Kilian Jornet affronterà circa 30 km prima di raggiungere il campo base avanzato sul versante nord (Zombie Camp, a 6.500 metri), da dove avrà inizio la salita alla vetta. Corridoio Norton o Hornbein le vie che probabilmente verranno seguite per la salita.
Jason Schlarb, l'Hardrock nel cuore
L'ha percorsa anche con gli sci. E adesso punta all'UTMB
Jason Schlarb è un volto conosciuto nel mondo ultra, soprattutto negli States, ma con la vittoria alla Hardrock, insieme a Kilian, ha ottenuto il risultato più importante della sua carriera e adesso avrà i riflettori puntati all’UTMB, atteso come uno dei protagonisti (si era piazzato quarto nel 2014). L’ex-militare dell’Esercito statunitense (ha combattuto anche in Iraq), riconoscibile anche per il suo taglio di capelli (il ‘mullet’, stile anni 80, corti sui lati e lunghi sulle spalle), vive a Durando, Colorado e l’Hardrock ce l’ha dentro. L’ha percorsa anche in inverno con gli sci, insieme a due protagonisti dello ski-alp statunitense, Scott Simmons e Paul Hamilton (vincitori della Grand Traverse, la 40 miglia da Crested Butte a Aspen). Un viaggio che diventerà un film-documentario, ‘Skiing the Hardrock 100’, progetto che realizzerà con la sua casa di produzione, la SchlarbWolf (’costruita’ con il suo amico Jeremy Wolf). Si aggiunge ai precedenti video 'di corsa’ realizzati in Nuova Zelanda (Kiwi tracks), Patagonia (Araound Patagonia) e sulle Dolomiti (Opening the Route).
Blogger Contest, raccontare la montagna dei vagabondi
In palio 2500 euro e un premio speciale assegnato da Skialper
La montagna come terreno di vagabondaggio, come ricerca della libertà più estrema intesa come quella di non avere una vera meta – o di cambiarla in corso d’opera, perché così ci è piaciuto – ma anche liberi da mode e condizionamenti, capaci di liberarsi del superfluo. Il senso del viaggio sta nella scoperta del sentiero, negli errori di percorso, negli incontri e nelle emozioni che viviamo, indipendentemente dalla meta. È questo il tema della quinta edizione del Blogger Contest indetto dalla rivista online altitudini.it.
2.500 EURO - Blogger professionisti e non sono invitati a presentare una loro micro-storia (al massimo di 400 parole) accompagnata da una foto. Per partecipare, entro il 10 settembre bisogna compilare il modulo di iscrizione on line su altitudini.it e presentare la propria ‘unità multimediale’, composta da un testo e da una foto. Entro il 30 settembre una giuria di esperti in diverse discipline provvederà a selezionare i tre blogger vincitori e a segnalare altri autori meritevoli. In palio ci sono 2.500 euro di materiali tecnici (offerti, tra gli altri, da AKU, CAMP, Ferrino), soggiorni in quota e la pubblicazione delle opere vincitrici su riviste digitali e cartacee. Verrà assegnato anche un premio speciale da Skialper, partner dell’iniziativa.
SENZA META - La parola vagabondo, dal latino vagus (errante) e bundus (terminazione che dà l’idea di sovrabbondanza) indica l’andare errando, senza una direzione certa. A sua volta il verbo errare ha il doppio significato del muoversi senza meta ma anche del deviare dal vero, sbagliare, ingannarsi. Tutto questo sembra molto distante dall’idea che ognuno di noi ha dell’andare in montagna. Scelta dell’escursione o della ascensione, pianificazione dell’itinerario e dei tempi di percorrenza, cartina o traccia GPS: quasi nessuno, e verrebbe da dire per fortuna, si limita a dire: 'andiamo là e poi vediamo'.Eppure, non potrebbe esistere un modo diverso di vivere la montagna? Decidere di seguire un sentiero solo perché ci attrae, voler salire una cima senza nome per averla vista dal fondovalle, esplorare una valle per il solo gusto di perdercisi dentro. Quando un trekking di più giorni diventa un vagabondaggio? Quando si ha la libertà necessaria (e l’esperienza) per cambiare programma solo perché abbiamo visto qualcosa di imprevisto che ci piace e che ci attira, quando ci affidiamo ai nostri sensi, quando decidiamo di seguire un sentiero antico per capire dove ci porteranno quelle tracce.
Incredibile Kilian
Discesa dalla cresta Peuterey e doppia salita al Bianco in un solo giorno
Kilian Jornet sta intensificando il programma di avvicinamento per il suo Summits of my Life che prevede il tentativo di record sull’Everest, previsto tra fine agosto e inizio settembre. E lo fa alla sua maniera. Tutto sul Bianco. Lunedì è salito da Les Houches in vetta e poi insieme a Vivien Bruchez è sceso con gli sci dalla cresta Peuterey (la Cresta Peuterey è stata sciata per la prima volta nel 1977 da Anselme Baud e Patrick Vallençant. Kilian e Vivien l’avevano già tentata un paio di volte senza successo).
Nei giorni successivi parlando con Tom Owens, alla domanda se mai fosse salito sul Bianco due volte nello stesso giorno, ha riposto sempre alla Kilian, e quindi, partendo nuovamente Les Houches sino alla vetta, scendendo poi al Gonella e risalendo in cima. In totale 12 ore e 6.700 metri di dislivello…
Generazione ultra-veg
Su Skialper in edicola parliamo di vegetariani e vegani nello sport
È cronaca proprio di qualche settimana fa: una vegana voleva scalare l’Everest per dimostrare che anche chi non mangia proteine animali e derivati può fare tutto e purtroppo è morta. Oppure c’è la storia della bimba ricoverata in ospedale a causa di una dieta vegana. Poi però ci sono fior di atleti endurance che seguono la stessa dieta o sono comunque vegetariani come Scott Jurek, Carl Lewis, Edwin Moses e Paavo Nurmi. Ne abbiamo parlato proprio su Skialper di giugno-luglio con un intervento del dottor Alessandro Da Ponte, dello staff medico della Federazione Italiana Sport Invernali.
QUALCHE DATO - Nella carne le proteine sono circa il 20% e ricche di tutti gli aminoacidi essenziali, ma in fondo nella pastasciutta sono il 15%, per non contare quelle che si trovano nei legumi, cereali, semi, noci etc. Se nella popolazione generale i vegetariani-vegani sono circa il 5%, sembrerebbe che tra gli atleti di ultraendurance la percentuale sia decisamente più alta anche paragonandoli con i maratoneti, quasi ci fosse una relazione tra tipo di sport, dieta e psicologia dell’atleta. Anche l’Academy of Nutrition and Dietetics, forse l’Ente Mondiale più autorevole sulla Nutrizione, riconosce appropriata per gli atleti di tutti i livelli la dieta vegetariana. Un po’ diversa è la situazione dell’atleta vegano che, evitando anche uova, latte e latticini, è potenzialmente a rischio di carenze di calcio e ferro e necessita altresì integrazione con zinco, iodio, vitamina B12, omega 3 e taurina. Quindi… meglio leggere bene l’articolo di Skialper.
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A questo link la presentazione completa del numero.
Simone Moro: 'bisogna sapere fallire'
L'alpinista sul Nanga Parbat e tanto altro in una serata con il pubblico
Non capita spesso di vedere code di auto per un incontro che parla di montagna. Anzi, diciamolo, non capita quasi mai. È quello che è successo ieri a Bevera (Lc) per la serata con Simone Moro organizzata da DF Sport Specialist. Un'occasione per celebrare 30 anni di amicizia con il patron della catena di negozi, Sergio Longoni, ma anche per ritornare sull’impresa invernale al Nanga Parbat, preceduta da una affollata conferenza stampa con un Moro a 360 gradi.
IL PERCORSO - «Se ci si concentra solo sulla vetta, su quei 5 minuti, si perdono di vista tante cose, io voglio ricordare il percorso che mi ha portato sul Nanga Parbat come su altre vette, perché è la realizzazione del sogno ed è un viaggio fatto di incontri e di crescita personale» ha detto Moro. «Lungo il percorso impari tante cose. Impari a essere un padre migliore e un cittadino migliore vedendo bambini che camminano due ore per andare a scuola, impari a non buttare via neppure una goccia d’acqua all’autogrill o quando fai la doccia perché il ghiacciaio ha perso 800 metri di dislivello a causa del cambiamento climatico, ti rendi conto che l’uomo può vivere senza petrolio ma non senza acqua. Impari a essere un buon cristiano osservando buddisti e musulmani».
RINUNCIA - «Su 54 spedizioni ho fallito nel 30% dei casi. Bisogna essere coerenti, bisogna sapere rinunciare al momento giusto. I grandi, da Messner a Cassin, hanno sempre sottolineato di essere dei sopravvissuti, di avere fallito tante volte. Quando parti per una spedizione invernale sai già che hai il 10-15% di possibilità di successo».
MEMORIA STORICA - «Certe cose che ora sono tornate di moda, si facevano già anche 20 anni fa. Ora che gli 8.000 hanno iniziato a stufare, tornano di moda i 7.000, ma al Fitz Roy ci sono stato con Greco 20 anni fa, ho fatto 8 cime di 7.000 metri. Solo che c’è un momento per vendemmiare e non sempre la vendemmia è buona».
MATERIALI - «Al Nanga Parbat non avevamo prototipi ma solo attrezzatura e abbigliamento di serie, tranne uno scarponcino che ho voluto provare, portandomi però anche il modello in produzione. È il segno che il livello raggiunto dalle aziende è molto elevato e anche il consumatore può contare sul meglio».
LA MIA VIA - «Ho fatto gare di arrampicata, di scialpinismo, di skyrunning. Questo mi ha portato a due considerazioni. Non esiste un alpinismo bello e uno brutto, ma dalle gare ho imparato che per vincere devi allenarti duramente e ho portato questo concetto nell’alpinismo».