Guido Giacomelli, ritorni?
Intervista esclusiva con il campione dello ski-alp
Trovare Guido, soprattutto al telefono, è cosa assai difficile, ma con un po' di fortuna ci siamo riusciti... Anzi, lo abbiamo anche incontrato nel suo paese proprio mentre stava lavorando da carpentiere.
Ciò che ci preme sapere soprattutto è la condizione del suo ginocchio. Dopo la rovinosa caduta all'Alpago a fine febbraio non ha più potuto gareggiare ad alto livello e dopo il Pierra Menta ha decisamente sospeso l'attività.
«Il mio ginocchio ha un problema di cartilagine, sto facendo infiltrazioni ma per ora non vedo nessun miglioramento. Di allenarmi non ci penso nemmeno: appena faccio dieci metri di corsa avverto subito il male, anche con la bici non riesco a spingere. La cosa non mi preoccupa dal momento che anche nelle stagioni migliori alla fine iniziavo ad allenarmi solo in novembre: con il mio lavoro e con il fatto che ho dovuto anche mettere a posto la casa, da due - tre anni faccio giornata doppia.»
Quella passata è stata una stagione da dimenticare.
«All'inizio ho avuto problemi di materiali, poi è subentrato l'incidente, e di lì sono cominciati i guai. Qualche ortopedico mi ha consigliato di proseguire con l'attività curandomi per un'infiammazione e forse questo ha peggiorato la situazione del mio ginocchio.»
Il ritiro di Lunger ti ha condizionato?
«Non credo, in un primo momento avevo addirittura pensato di gareggiare solo nelle individuali ma poi mi sono adattato bene con Lorenzo. Adesso, dovessi riprendere, per vari motivi mi ritroverei daccapo: senza compagno...»
Quali potrebbero essere i tuoi obiettivi per la prossima stagione se il ginocchio guarisce?
«Inizierò a pensarci quando riuscirò almeno a fare una corsetta di 40 minuti... E se il ginocchio non va a posto meglio così: vorrà dire che sarà l'occasione buona per smettere definitivamente, d'altronde questo scialpinismo non mi piace più: troppe regole, longe, corde, pattuglie nazionali... Ma era meglio prima: ci si divertiva di più, c'erano più rischi, più avventura...»
Allora Guido, facciamo così: rimandiamo il tutto a ottobre quando verrò a trovarti e faremo una bella intervista che pubblicheremo sul primo numero di Fondo Ski-alp ci racconterai di come ti sta andando e dei programmi per la stagione.
Squadre nazionali, attesa sino a sabato
Ci sarà un nuovo consiglio di presidenza
Fumata grigia per la composizione delle squadre nazionali per la prossima stagione dopo il Consiglio federale. Le avremo sabato, dopo un consiglio di presidenza straordinario. Intanto il presidente Morzenti ha annunciato l'arrivo di un 1 milione di euro da parte del Coni (che deve, però, ancora deliberare su questo, comunque entro giugno), contributo extra in vista della stagione olimpica. Un quarto della cifra servirà per chiudere i conti della passata stagione, il resto per avviare la prossima. Restano dunque 750000 euro per tutte le varie discipline: allo sci alpino toccherebbero 150000 euro (70000 alla squadra maschile, 80000 a quella femminile), al fondo 70000 e a scalare per tutte le altre. E' chiaro che sono solo una parte del budget azzurro. Il resto dovrà arrivare da altre entrare in casa Fisi: il tesseramento, ma soprattutto sponsor. Capitolo quest'ultimo sempre difficile: ci dovrebbe essere di nuovo Audi, e poi?
Lo sfogo di Florent Perrier
La sua spina nel fianco: non aver potuto partecipare al Mezzalama
Sapevamo che Perrier era rimasto molto contrariato per non aver potuto prendere il via al Mezzalama e allora abbiamo voluto sentire dalla sua voce se lo stato d'animo fosse realmente tale. Il tutto risale alla settimana dopo il rinvio del Mezzalama dove Perrier avrebbe dovuto gareggiare con Brunod e Bon Mardion: tutto sembrava ok e invece i vertici dell'Esercito hanno posto un veto a Dennis Brunod che anziché gareggiare con una pattuglia straniera avrebbe dovuto rimanere a disposizione come quarto uomo della sua fortissima pattuglia.
Florent Perrier non ha digerito questo stop anche per un problema economico: i soggiorni in quota, gli spostamenti, le iscrizioni, i congedi lavorativi...
Quando gli è arrivata la richiesta di gareggiare con Holzknecht e Troillet era troppo tardi: da una decina di giorni non si allenava più e così non ha potuto aderire all'invito. Ha così proseguito nel periodo di riposo ma adesso ha ripreso gli allenamenti estivi: corsa in montagna e bici da strada.
Gli chiediamo quali siano gli obiettivi della prossima stagione.
«Due soprattutto: i Campionati del Mondo ad Andorra e il record del Monte Bianco.»
Con quale compagno?
«Non lo so ancora ma sicuramente chi gareggerà con me in equipe sarà anche colui che parteciperà al mio fianco alla Chamonix - Monte Bianco - Chamonix che non può essere percorsa da soli.»
Per Perrier si tratta di una stagione di riconferma: da due anni infatti il campione francese è a corto di successi e quella che viene dovrebbe essere un ritorno al vertice.
Calendario Ski-alp: ecco le news
Andrè Dugit ci illustra la bozza di calendario di Coppa del Mondo
Il presidente dell'Ismf non fa misteri sulla bozza di calendario che dovrà ancora essere approvata fra 20 giorni nell'assemblea di Bratislava. Sette le gare, quasi tutte individuali, ma solo sei potranno essere conteggiate per la classifica finale di classifica finale di Coppa.
La stagione si aprirà con un'anomala tre giorni a Pila, dal 18 al 20 dicembre, che ricorda nei meccanismi una gara di fondo con una KO sprint il 18 dicembre, una in notturna il 19 e una gara con partenza Gundersen il 20. Nonostante le gare siano tre sarà uno solo il punteggio di Coppa assegnato ma tutte le manifestazioni dei tre giorni assegneranno premi allettanti.
Dopo Pila si va a Claut che fa le grandi prove di Campionati Europei per l'anno successivo. Anche qui con un'individuale.
Il 7 gennaio in Svizzera a Gastlosen. Qui si gareggerà a coppie.
20 febbraio in Sicilia sull'Etna, ancora individuale.
Dal 1 al 7 marzo Campionati Mondiali ad Andorra.
Il 28 marzo si gareggia con un'individuale ad Arvieux, nel Queyras. Il Grand Beal che si snoda lungo le pendici dell'Izoard.
Rientra anche Madonna di Campiglio con un'individuale l'11 aprile per chiudere la stagione con la Patrouille des glaciers, il 25 aprile, che si è adeguata alle esigenze dei regolamenti di Coppa del Mondo. La ferrea organizzazione militare si impegnerà infatti ad allestire corsie preferenziali per gli atleti affinché sia possibile superare agevolmente i numerosi populaires partiti prima.
Tutte differenti le gare inserite in calendario, con alcune news entry decisamente interessanti come Pila e la Patrouille, dovrebbero dare modo ad atleti che non hanno forti compagni nella propria nazione, come Kilian o Troillet, di competere per la vittoria finale.
Nazionale di Ski-alp
Fabio Meraldi già al lavoro
Quando si diffuse la notizia che Fabio era diventato vice presidente operativo in federazione per quanto riguardava questo sport molti pensarono che si sarebbe calato subito nella parte con qualche stravolgimento importante. Invece niente di tutto questo: il Fabione si è avvicinato all'ambiente in punta dei piedi, quasi da spettatore, prima per capire e poi per farsi un'idea di come muoversi.
Adesso è al lavoro per preparare un incontro per fine mese in federazione: sta cercando sponsor che gli permettano di impostare il lavoro delle squadre senza dipendere esclusivamente dai soldi, pochi, messi a disposizione dalla Fisi.
Allora Fabio, prevedi dei cambiamenti a livello di squadre e di tecnici?
«Credo che i tecnici abbiano dimostrato una grande passione e una certa preparazione per cui non prevedo stravolgimenti, anzi, nel limite del possibile, mi piacerebbe potenziare lo staff tecnico con qualche nome nuovo.
Per quanto riguarda gli atleti direi che non possano che esserci conferme dopo una stagione così ricca di successi... Vale comunque la possibilità per tutti di avere una porta aperta alle convocazioni, sempre, purché ci siano i meriti. Allo stesso modo verranno allontanati quegli atleti che hanno tenuto comportamenti non adeguati alla divisa che indossano.»
Quale potrebbe essere la prima data utile per vedere lo ski-alp olimpico?
«Certamente non prima del 2018. In ogni caso è fondamentale che l'Italia abbia più posti di rappresentanza nelle sedi in cui si decide dello scialpinismo: adesso siamo troppo assenti in sede decisionale.»
Altre novità?
«La prima, quella certa, è un raduno di tre giorni al Tonale nel mese di luglio al quale dovranno partecipare tutti i componenti la squadra azzurra. Certamente ne seguiranno altri ma per il momento questo è confermato.»
Ok, a fine mese ci risentiremo per fare un punto della situazione dopo il raduno in Fisi.
Sci Club Alta Valtellina
Gita e festa di fine stagione con i piccoli
Il settore sci alpinismo dello Sci Club Alta Valtellina chiude ufficialmente la stagione invernale, ma gli sforzi sono già tutti rivolti al futuro. Sabato pomeriggio gli atleti dello Sci Club hanno raggiunto con le pelli di foca il Rifugio Pizzini che, grazie al supporto del custode Claudio Compagnoni sta sempre più divenendo la seconda casa degli atleti dello SCAV. La guida alpina Luca Martinelli ha proposto per i ragazzi un breve richiamo sulla sicurezza e sull’auto soccorso in caso di valanga con l’utilizzo di arva pala e sonda. Dopo la cena il riconoscimento alle nostre Campionissime Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini, di una sorta di “piolet d’or”, una piccozza CAMP con il loro nome inciso, ed allo junior Robert Antonioli, premiato con un computer da polso SUUNTO.
Il filmato della Alta Valtellina Ski race, Campionato italiano di sci alpinismo svoltosi sulle nevi di Oga lo scorso 15 febbraio ha allietato la serata dei 40 atleti presenti e anche dei numerosi alpinisti, avventori del Rifugio che si sono trovati coinvolti in questa inusuale ed allegra serata.
Davide Canclini, responsabile del settore sci alpinismo ha ringraziato gli sponsor dello Sci Club, senza i quali non sarebbe possibile svolgere l’attività giovanile, Camp, Ski Trab, Crazy Idea e Siter, oltre agli Enti pubblici sempre vicini ai giovani ed allo sport. Non ultimo il doveroso ringraziamento al suo staff che negli ultimi dieci anni ha portato lo Scav ad essere punto di riferimento Internazionale dello sci alpinismo, in primis Adriano Greco ideatore e promotore dello sci alpinismo tra i giovani, Luca Salini, Luca Dei Cas, Andrea Maiolani e Luca Martinelli.
La domenica, ovviamente è stata dedicata alla montagna, i ragazzi divisi in tre gruppi si sono divisi gli obiettivi in base alle proprie capacità e preparazione. Il gruppo dei più preparati, accompagnati da Roberta Pedranzini, Davide Canclini, Matteo Pedergnana, Giorgio Urbani e dalla guida Jacopo Compagnoni hanno raggiunto la vetta del Gran Zebrù. Un secondo gruppetto accompagnato da Luca Dei Cas ha raggiunto il Cevedale. Emozionante il terzo gruppo, composto da sei bimbi; Pietro e Caterina Canclini, Alessandro Salini, Federico Martinelli, Fabiano Canclini e Francesco Ferrari hanno raggiunto la vetta del Monte Pasquale ad oltre 3500 metri, stupendo gli accompagnatori per la loro vivacità e la grande preparazione dimostrata soprattutto nella fase di discesa. I bimbi erano accompagnati dalla Guida Luca Martinelli, che ha indicato durante la salita i nomi delle cime visibili all’orizzonte ed ha spiegato la vita degli alpini in trincea sulle nostre cime durante la Grande guerra, da Francesca Martinelli, Luca Salini ed Antonio Canclini.
Gli atleti dello SCAV che hanno reso grande la passata stagione, sono stati anche Guido Giacomelli che dopo aver vinto il Campionato italiano, l’argento ai campionati europei a coppie ed una gara di Coppa del Mondo si è infortunato ed ha dovuto suo malgrado interrompere prematuramente la stagione. Lorenzo Holzknecht, argento in Coppia con Giacomelli agli europei a coppie, oro a staffetta ed anch’esso vincitore di una prova di Coppa del mondo, non era presente perché in vacanza. Silvia Rocca impegnata in Coppa Italia e vincitrice della stessa. Daniele Pedrini anch’egli in Coppa Italia al trofeo Parravicini dove ha gareggiato e vinto con l’orobico Pietro Lanfranchi.
Insomma il bilancio stagionale dello SCAV è stato decisamente positivo, sia perché gli atleti “in forza” continuano a portare lustro e risultati al sodalizio, sia perché sempre più giovani partecipano all’attività sociale portando in tutto il mondo il nome dell’Alta Valtellina in uno sport di montagna per noi così naturale.
Trofeo Parravicini
Vincono Pedrini e Lanfranchi
Sul percorso classico - salvo una piccola modifica alla prima salita per pericolo valanghe, d'altronde fino alla sera prima ha piovuto - si sono date battaglia 47 squadre per aggiudicarsi il prestigioso e storico trofeo. Vittoria come da pronostico per la coppia Pedrini - Lanfranchi - quest'ultimo si aggiudica anche la Coppa Italia - davanti a Beccari - Martini e Dezulian - Clementi. Seguono in classifica Salvadori - Scalet e i fratelli Pasini.
In campo femminile vittoria per la coppia Calliari - Rocca, quest'ultima si aggiudica anche la Coppa Italia.
Domani il Parravicini
E la strada è per 2/3 percorribile
Un sospiro di sollievo per gli organizzatori che sono riusciti ad ottenere la parziale percorribilità della strada che porta al Rifugio Calvi, cuore operativo di tutta la manifestazione. Sino a questa mattina sono 52 le squadre iscritte ma molto probabilmente sono destinate ad aumentare.
Da segnalare la presenza della coppia Pedrini - Lanfranchi: il secondo dei due ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi la Coppa Italia.
Altra pattuglia forte è quella di Martini e Beccari che possono battersi per il secondo gradino del podio con i fratelli Pasini reduci da un grande Mezzalama.
Altri atleti forti che avrebbero voluto partecipare hanno invece posto fine alla stagione agonistica dopo le fatiche e i rinvii del Mezzalama.
In campo femminile occhi puntati sulla coppia Calliari - Rocca che punta direttamente al titolo.
Domani resoconti e classifiche.
Il Mezzalama di Denis Trento
Intervista a quattro giorni dalla gara
Allora Denis che effetto ti ha fatto guidare l'Esercito da Cervinia a Plateau?
«La difficoltà più grossa per me è stata quella di non poter far scorrere le pelli come mi è solito su nevi meno dure e trasformate.
Poi non mi sarei aspettato che la squadra di Pedrini salisse così forte e così sono arrivato sul muro del Ventina veramente in agitazione: ho perso qualche passo e alla fine ho dovuto mollare la linea di massima pendenza, in quel momento i primi si sono avvantaggiati.»
Quando la tua ragazza ti ha affiancato per chiederti come andava non hai fatto nessuna reazione, ci siamo preoccupati.
«In realtà non avevo nulla da rispondere e nemmeno la forza per farlo. Fortunatamente di lì in avanti è passato a tirare Matteo e il ritmo è subito cambiato. Non è che mi sia ripreso più di tanto: diciamo che un po' Manny e un po' Teo mi hanno tiracchiato e portato gli sci sul Castore: in questo modo sono riuscito ad arrivare a Gressoney... In realtà questa gara, quando si arriva in quota, la patisco proprio tanto e per me anche questa volta è stata una via crucis.»
Dov'è che avete superato Pedrini e compagni?
«La prima volta nella discesa verso il Passo di Verra: grazie alle nostre buone attitudini a sciare legati li abbiamo infilati a velocità doppia.
Poi ci hanno riacchiappati sul Castore: in discesa a piedi Matteo ha perso due volte i ramponi e così loro si sono di nuovo avvantaggiati.
Il sorpasso definitivo è avvenuto sul Ghiacciaio del Felik: uno di loro è caduto e si sono ingrovigliati nelle corde e noi li abbiamo infilati...»
Adesso puoi finalmente riposare.
«Ma mica tanto: fra due settimane ho l'esame da aspirante guida su roccia e diciamo che non sono allenatissimo»
Allora tanti auguri e complimenti per questa tua favolosa stagione.
Moschettieri da record
L'eccezionale lavoro di Sepp Chenetti
A ottobre sembrava un po' una cosa improvvisata ma poi i tre moschettieri hanno lavorato alla grande per seguire le tabelle personalizzate elaborate dal nostro supertecnico.
I risultati si sono visti in gara: purtroppo all'ultimo c'è stata la rinuncia di Luigi Cocito sostituito da Philippe Blanc che si è trovato molto bene ai ritmi dei due Andrea.
Al passaggio a Plateau erano addirittura ottavi giusto davanti alla squadra dei Pasini poi sembra che nell'ultima discesa il Blanc abbia dovuto percorrere tutta la tratta con uno scarpone che non si bloccava più e così qualche posizione se ne è andata. Piena soddisfazione comunque per il tempo di 4.39 e per la dodicesima piazza.
Ne abbiamo approfittato per fare alcune domande al Sepp che è stato informato telefonicamente delle performances dei suoi atleti.
Sepp, il Basolo sostanzialmente ha fatto un miglioramento del 20% rispetto all'edizione precedente, a cos'è dovuto questo?
«Andrea ha seguito alla lettera la programmazione, ha sempre tenuto i diari del lavoro svolto e in questo modo ha potuto godere al massimo dei suoi benefici. L'altro Andrea, per motivi di lavoro, l'ho sentito di meno ma probabilmente anche lui ha seguito quanto programmato.»
Su cosa si basa il tuo metodo?
«Innanzitutto su un programma personalizzato che tenga conto delle carenze dell'atleta e poi sul saper combinare di volta in volta nella giusta sequenza il lavoro di resistenza con quello di forza. Sarebbe comunque troppo lungo spiegare il mio metodo. Comunque non ho inventato nulla di nuovo: esiste una fitta letteratura in materia a disposizione di tutti. L'importante è l'essere convinti dei metodi impostati affinché anche l'atleta lo sia.»
Questo è un grande successo per il tuo lavoro che va ad allinearsi con le medaglie di Torino 2006, l'exploit di Pittin quest'inverno che segue alla lettera i metodi Chenetti e poi per finire i moschettieri al Mezzalama.
«Sì, ho avuto grandi soddisfazioni anche se non so perché qualcuno mi rema contro...»
Sepp, è normale che una persona che vale susciti invidie e gelosie che possono portare a situazioni spiacevoli.
Ma se Basolo ha migliorato del 20%, se tu prendessi uno degli ultimi, allora lo faresti migliorare del 50 e più...
«Di sicuro, su questo non ci sono dubbi: è far migliorare gli atleti di vertice che è più difficile...»
In ogni caso basta un 1% che già si rischia di passare da secondi a primi...
«Questo è sicuramente possibile.»
Come gestirai le richieste di programmi che sicuramente ti pioveranno?
«Io ho fatto questo per la rivista ma non sarei in grado di farlo per altri: gli appassionati devono capire che non esiste un programma che si adatta a tutti. Il tutto si basa sulla conoscenza dell'atleta e delle sue potenzialità, delle sue carenze e delle sue caratteristiche, di qui in avanti si può iniziare a lavorare ritoccando di volta in volta il lavoro fino a centrare quello più congeniale.»
Mezzalama che passa agli archivi con tutte le sue storie di allenamenti duri, quasi da professionisti, che non sempre hanno dato i risultati aspettati.
Ancora i falchi
L'Esercito ha chiuso alla grande anche il Mezzalama
Avrebbe potuto essere un Mezzalama caratterizzato da vento e freddo, nonostante il cielo sereno, e invece questa volta c'è stata clemenza e la gara si è disputata in un clima ideale in cui tutte le squadre hanno potuto esprimersi ai massimi livelli.
Partenza puntuale alle cinque e trenta. I nocchieri delle varie pattuglie sono Pedrini, Trento, Seletto... E la coreografia di fuoco a bordo pista non fa in tempo ad incendiarsi che già le pile ballonzolanti dei primi sono fuori dal primo muro.
Visti dall'ovovia sembra una scia grigia di insetti che davanti si sta allungando in un trenino più esile. Da Plateau si può notare come sia estremamente difficile far tenere le pelli sulla esse del Ventina: Pedrini tira alla sua sinistra, dietro l'Esercito. A destra invece passa la squadra di Alain Seletto poi via via tutti i migliori.
La fidanzata di Denis Trento lo affianca per un attimo chiedendogli se sta bene, Denis non volge nemmeno lo sguardo e tira dritto. Manny e Teo sembrano un po' meno stressati e in grado di dispensare saluti.
Al Colle del Breithorn le posizioni sono quelle ma a quanto pare Lenzi ha perso uno sci subito dopo lo scollino compromettendo la leader ship, così nel loro racconto.
Il resto è cronaca che conosciamo con posizioni che rimangono tali fino a Gressoney.
Da segnalare la splendida prestazione dei giovani Cazzanelli - Righi - Boscacci fuorigara che si sono presentati settimi a Gressoney. Grande prova di Boscacci padre che con Murada e Lanfranchi hanno acciuffato uno splendido quarto posto.
Dodicesimi i moschettieri Basolo - Peron ai quali si è aggiunto Philippe Blanc dopo la defezione di Cocito.
Splendide le ragazze Martinelli - Pedranzini - Roux: quindicesime assolute.
Felice Adriano Favre che segue con trepidazione l'arrivo delle squadre...
classifica parziale
1. Reichegger - Trento - Eydallin 4.01.22
2. Pellissier - Lenzi - Pedrini 4.06.40
3. Seletto - Sbalbi - Blanc 4.08.03
4. Boscacci - Murada - Lanfranchi 4.16.33
5. Moret - Bruchez - Farquet 4.24.32
6. Ecoeur - Marti - Anthamatten 4.25.38
7. Premat - Premat - Baud 4.28.33
8. Follador - Dezulian - Zulian 4.33.37
9. Salvadori - Scalet - Porta 4.34.32
10. Pasini - Pasini - Chioda 4.36.46
11. Martini - Beccari - Jacchini 4.37.30
12. Basolo - Peron - Blanc 4.39.10
13. Marta - Trettel - Clementi 4.40.08
14. Santin - Dorfmann - Elsler 4.40.08
15. Martinelli - Pedranzini - Roux 4.43.31
Tutto ok
Domani si va a Gressoney
Il tempo, è quasi certo, dovrebbe essere bello. Qualche problema per il vento forte che potrebbe spazzare da nord le creste del Rosa. Anche le temperature potrebbero essere molto basse: d'altronde oltre i quattromila metri è difficile che siano gradevoli...
Il briefing ha portato alcune novità: cancello orario prolungato di 5 minuti al Colle del Breithorn e mezz'ora in più per il passaggio sul Felik.
Il vento ha spazzato via il rifornimento al Passo di Verra quindi niente alimenti ma solo bevande.
Altra novità dell'ultima ora: dal Naso si potrà scendere da subito con gli sci anche perché si scollina sci ai piedi.
Non ci resta che augurare buona fortuna a tutti i mezzalamaisti.