Dal 12 al 16 marzo La Sentinelle al Monviso

Dal 12 al 16 marzo il Monviso sarà il teatro della quinta edizione de La Sentinelle, l’evento ideato da Bruno Compagnet e Layla Kerley per celebrare il vero spirito dell'avventura dello sci di montagna e condividerlo con la comunità degli sciatori. Skialper è media partner de La Sentinelle e abbiamo chiesto a Bruno Compagnet e Layla Kerley di spiegarci qual è il vero spirito dell’iniziativa.

Che cos'è La Sentinelle? Come è iniziata e cosa rappresenta?

Layla: «In inglese Sentinelle vuol dire ‘custode di determinati valori’. Per noi questo rappresenta essere i guardiani dello spirito dello scialpinismo: viaggi, avventura e fare delle belle sciate».

Bruno: «Ho immaginato La Sentinelle per la prima volta molto tempo fa. Ho sempre voluto prendere parte a un evento di scialpinismo ma non ho mai trovato un format che mi convincesse. È così che ha avuto inizio La Sentinelle. Ispirato dagli eventi ciclistici che non hanno classifiche, ho pensato, perché non abbiamo niente del genere per lo sci? Nessuna classifica, nessuna competizione, non una gara di scialpinismo con la tutina e l'attrezzatura leggera, solo un evento per i veri appassionati di neve: qualcosa che faresti con gli amici. È davvero speciale andare alla scoperta di una nuova area, condividere conoscenze, creare relazioni solide, trovare neve fantastica e celebrare lo scialpinismo in modo autentico».

Layla: «Ogni anno coinvolgiamo circa 35 persone in un’impegnativa traversata di sci che attraversa un confine e alloggiamo tutti insieme in un rifugio. Trovo che questo sia fantastico perché è molto più intimo, tutti possono parlare con tutti e creare dei veri legami. Un anno hanno partecipato persone di ben 12 nazionalità diverse. È così bello vedere che tutti rimangono in contatto dopo il raduno, informandosi a vicenda sulle condizioni nelle loro aree. La Sentinelle consiste davvero nel riunire la comunità dello sci in montagna».

In che modo La Sentinelle è diversa dagli altri eventi di scialpinismo?

Bruno: «La Sentinelle ha un percorso con i punti più interessanti, per esempio i canaloni, segnati sulla mappa, ma a differenza di altri eventi di scialpinismo non c’è un percorso balisato. Andiamo nel luogo uno o due giorni prima dell'evento, valutiamo le condizioni e controlliamo il percorso con una Guida, quindi lo proponiamo ai partecipanti al loro arrivo. Il giorno della traversata abbiamo una Guida alpina nel gruppo e tre o quattro Guide lungo il percorso, inclusa una in coda per motivi di sicurezza».

Layla: «È vietato presentarsi in tuta da sci in lycra e gli sci devono essere larghi almeno 100 mm secondo lo spirito dell'evento. Non è una gara e l'obiettivo non è arrivare per primi! Per spiegare l'idea, nel programma abbiamo scherzato sul fatto che si possono indossare camicie di flanella e vecchi occhiali da ghiacciaio».

Bruno: «Sì, vogliamo che le persone vengano con lo stesso spirito di quando escono con gli amici. Vogliamo porre l'accento sullo sci, non sulla lotta con l’Alpe. Avere attrezzatura leggera per vincere non è l'obiettivo, e avere degli sci larghi almeno 100 mm significa che le persone possono divertirsi. Abbiamo creato La Sentinelle perché prima non esisteva qualcosa di simile: l'obiettivo è quello di celebrare lo scialpinismo e la sua essenza di divertimento. Non è una gara, vogliamo trascorrere una giornata spensierata in montagna insieme e festeggiare dopo con una birra».

© Layla Kerley

 Descriveteci il format di La Sentinelle.

Layla: «Il percorso ci porterà nella zona del Monviso con circa 2.400 m di dislivello e, si spera, ottimi momenti di sci. Se le condizioni ce lo permetteranno, il primo giorno vorremmo fare il giro completo. Abbiamo sempre una finestra meteorologica di quattro giorni, quindi si spera che dopo il circuito gruppi più piccoli possano sciare altri canali e bei pendii. L'ultima volta alcuni italiani sono saliti al buio e hanno fatto delle belle curve davanti al rifugio. Quindi potremmo fare un'altra discesa notturna anche questa volta…».

Bruno: «Facciamo delle lunghe chiacchierate e ci sono persone che condividono i segreti dei loro mestieri o le loro passioni. Una volta c’era un fotografo che ha parlato del suo lavoro, persone che lavorano per marchi importanti che hanno parlato dei prodotti, Guide che hanno condiviso le loro conoscenze. Due anni fa è venuto Vivian Bruchez ed è stato fantastico: ha pranzato e cenato con tutti e ha condiviso alcune delle sue esperienze nel backcountry. Però è tutto spontaneo, abbiamo solo un po' di tempo a disposizione e quando le persone iniziano a parlare di qualcosa che conoscono bene, gli altri vogliono sempre unirsi alla conversazione».

Perché avete scelto il Monviso come location? 

Layla: «Abbiamo scoperto il Monviso qualche anno fa quando un amico ci ha invitato per una traversata di sci nelle valli occitane. Volevamo condividere la bellezza di queste valli remote, dimenticate e relativamente sconosciute delle Alpi meridionali con La Sentinelle. Nel 2014 è diventata una riserva della biosfera dell'UNESCO ai confini con la Francia e abbiamo pensato che si allineasse così bene con i nostri valori di proteggere i luoghi selvaggi e riunire la comunità internazionale».

Bruno: «La cosa interessante del Monviso è che la gente del posto ci ha detto che lì negli anni '70 si teneva un evento di scialpinismo. Penso che alla fine ripercorreremo gli stessi itinerari di coloro che ci hanno preceduto ed è una bella sensazione reinventare una vecchia tradizione.  È davvero importante sapere cosa succedeva in passato in modo da poter rimanere in contatto con le nostre radici nelle montagne».

Perché quest'anno avete scelto di collaborare con Patagonia?

Bruno: «Onestamente è uno dei pochi marchi con cui voglio continuare a lavorare perché sta lottando concretamente per il clima. Sono davvero impressionato dai cambiamenti a cui stiamo assistendo, non solo in inverno, ma anche durante l'estate. È così triste vedere i bambini fuori da scuola a Chamonix quando piove in inverno e pensare che potrebbero non conoscere mai l'inverno così com'era quando io ero bambino. Penso che Patagonia sia perfetta perché condivide lo stesso spirito di connessione umana di La Sentinelle. Conoscere questi luoghi meravigliosi ci sprona a proteggerli. È nostro dovere. Nei prossimi anni tutti le località sciistiche nelle valli chiuderanno a causa dei cambiamenti climatici. Il turismo invernale era in funzione di hotel e seggiovie, ma penso che ora abbiamo bisogno di qualcosa di diverso. È come alle Grands Montets a Chamonix: tutti protestano perché la funivia non è ancora stata riaperta dopo l'incendio, ma non capisco perché. Amiamo l'inverno, amiamo la neve e abbiamo bisogno di cambiare le nostre abitudini per preservarli entrambi. Il denaro spesso determina il modo in cui le cose funzionano, ma per continuare a sciare e praticare sport di montagna, dobbiamo cambiare il modo in cui lo facciamo. Lo scialpinismo ha un impatto molto minore sull'ambiente e penso che le avventure in cui l'uomo è da solo con la natura offrano la migliore alternativa allo sci tradizionale».

Layla: «Ho sempre voluto collaborare con Patagonia. Credo davvero nella loro missione e penso che abbiamo molti valori in comune. Quando ci hanno contattato per collaborare all'evento, eravamo sorpresi ma tanto felici. Ci hanno raccontato di aver seguito La Sentinelle sin dall'inizio e che segue la stessa filosofia di Patagonia».

© Layla Kerley

Per partecipare a La Sentinelle gli interessati devono scrivere una lettera e spedirla alla sede centrale di Chamonix. Come mai questa scelta?

Layla: «Oggi tutto avviene online, basta spuntare le caselle o accettare i termini e le condizioni ed è tutto così meccanico. Penso che scrivere a mano sia importante perché puoi connetterti con il lettore in modo intimo. Nell'era delle e-mail è davvero uno sforzo sedersi, scrivere e recarsi poi all'ufficio postale. Chi fa questo sforzo dimostra di voler davvero partecipare a La Sentinelle. Però non abbiamo mai fatto una vera selezione, accettiamo le persone nell'ordine di arrivo delle lettere. In ogni lettera gli aspiranti partecipanti spiegano la loro motivazione, passione ed esperienza, ma non impediamo mai a nessuno di venire solo perché non ha abbastanza esperienza. Le persone a volte scrivono davvero con il cuore«.

Bruno: «È come tornare alle origini, prendersi del tempo per pensare a cosa vuoi fare e dire. Per questo motivo credo che anche noi siamo sentinelle del passato, che usano le montagne per ispirare e influenzare. Anche se sono vecchio, ritengo che sia molto importante prendersi del tempo per fare le cose e farle bene. La storia raccontata nella lettera è importantissima perché crea il primo legame personale tra noi. La Sentinelle non è un evento vecchio stile, ma a volte, per vedere di cosa abbiamo bisogno in futuro, dobbiamo guardare al passato e prenderci del tempo per fare le cose nel modo giusto, non di corsa come sempre».

Qualche aneddoto delle vecchie edizioni de La Sentinelle?

Bruno: «La prima edizione è stato complicata dal tempo. Eravamo sui Pirenei e nel villaggio c'erano 20 cm di neve quando dovevamo fare il giro. Abbiamo aspettato un bel po' e alla fine abbiamo deciso di rischiare. Quando siamo saliti sulla montagna, il cielo si è aperto e abbiamo fatto un lungo giro su pendii tecnici, al sole e con una neve fresca fantastica. Quando abbiamo finito ho baciato Layla e mi sono guardato intorno: l’entusiasmo era alle stelle. Poi abbiamo preparato un barbecue e fatto festa: ricordo ancora l'euforia che ho provato nel vedere tutta quella gente che poteva prendersi del tempo per essere felice e godersi la reciproca compagnia invece di correre al lavoro o a prendere i bambini. Quando siamo stati in Scandinavia, la prima persona ad arrivare in albergo è stata una ragazzina di nome Elisabetta che aveva fatto l'autostop da Tromsø con gli sci sullo zaino. Ovviamente i paesaggi sono sempre meravigliosi ed è uno spasso quando la neve è buona, ma in realtà i ricordi sono le persone e le relazioni costruite. Il valore dell'evento sono gli sciatori, la loro positività e l'amore per la condivisione delle montagne e della propria passione».

Layla: «Alcuni dei miei ricordi più belli sono con i miei genitori che si sono uniti a noi per due edizioni. È stato davvero speciale condividere questa esperienza con loro. Mia mamma mi aiuta a organizzare l'evento. L'anno scorso hanno partecipato anche un ragazzo di 17 anni con suo padre, quindi è un qualcosa di intergenerazionale che io trovo davvero speciale».

© Layla Kerley


Trail, mountain bike e boulder all'Outdoor Challenge di Donnas

A volte abbiamo dei tesori dietro casa e non ce ne rendiamo conto. Prendi Donnas, piccolo borgo all’inizio della Valle d’Aosta: è una vera e propria outdoor destination dal clima mite quasi tutto l’anno (coltivano anche gli ulivi…) dove praticare trail running, mountain bike o arrampicare su una delle tante falesie. È proprio così e possiamo metterci la mano sul fuoco perché qui abbiamo provato le scarpe da trail e da hiking per la nostra Outdoor Guide 2019. Se anche voi volete scoprire questo piccolo paradiso degli sport outdoor, l’occasione migliore è quella di venire al Donnas Outdoor Challenge, il prossimo 11 e 12 maggio. Saranno due giorni all’insegna dell’outdoor con il vecchio borgo trasformato in un centro test di scarpe, mountain bike e attrezzatura e le cantine trasformate in vere e proprie officine. Ma Donnas Outdoor Challenge è molto di più. L’11 e il 12 maggio ci sarà il Donnas Outdoor Boulder, contest che si svolgerà anche sull’arco romano che dà accesso al centro storico. Per chi preferisce gli sport di fatica, sabato 11 appuntamento con il Donnas Duathlon, abbinata trail (9 km) e mountain bike (13 km) riservata anche alle coppie, nella versione non competitiva. E poi tante attività per la famiglia, dal rally nature con i guardaparco del Parco Naturale del Mont Avic, alla slackline, passando per rafting, family trekking, corsi di yoga e clinic di mountain bike per i bambini. E dopo lo sport, una buona cena perché qui ci sono ristoranti gourmet in location di charme come quello dell’albergo Le Coeur du Pont e si coltivano vigneti che producono vini rossi interessanti. E anche per dormire c’è l’imbarazzo della scelta, dagli alberghi tradizionali ai graziosi bed&breakfast come Lou Rosè. Donnas è facilmente raggiungibile in autostrada, uscendo al casello di Pont-Saint-Martin della Torino-Aosta. Cosa aspetti a segnare la data in agenda? Ci saremo anche noi di Skialper, vi aspettiamo!

www.donnasoutdoorchallenge.it

 

 


Sabato a Verbier il gran finale del Freeride World Tour

Sabato alle 8.15 scatta l’Xtreme Verbier che è anche l’ultima tappa, il gran finale del Freeride World Tour. Due azzurri in testa al ranking che si giocheranno il titolo nella categoria ‘sci’ sul mitico Bec des Rosses: Markus Eder guida con 7200 punti seguito dalla svedese Kristofer Turdell (5800) e il francese Leo Slemett (5180), mentre Arianna Tricomi è davanti a quota 6900, sulla statunitense Jacqueline Pollard (6680) e la norvegese Hedvig Wessel (5925). Nello snowboard leader il francese Victor De Le Rue (7200) davanti agli statunitensi Davey Baird (6160) e Blake Hamm (6105), mentre la francese Marion Haerty ha già in testa la corona 2019.

Arianna Tricomi ©Redbull

Se non potete raggiungere Verbier c’è il live su www.freerideworldtour.com e www.redbull.tv (e i rispettivi canali social). In Svizzera sarà presente anche Vibram per sensibilizzare sul tema della sicurezza la community del fuoripista attraverso il Vibram Sole Factor Mobile Lab dove scoprire la tecnologia Arctic Grip, nata per ottimizzare il grip su ghiaccio bagnato.


Creek to Peak, cambia il percorso

Creek to Peak, la gara di scialpinismo nata per accompagnare la storica Peak to Creek, dopo il successo della prima edizione viene riconfermata con un tracciato rinnovato. Quest’anno l’arrivo sarà infatti al Pian dei Larici, allungando il dislivello fino a 1.027 metri, trasformandola così in una classica vertical in notturna. Le potenzialità e la bellezza della località di Bormio per lo sci alpino sono note. Piste come la Stelvio fa parte di quei luoghi entrati nel cuore di tutti gli appassionati; il muro di San Pietro o la Carcentina sono nomi che rievocano immediatamente le imprese degli atleti della Coppa del Mondo. La località non è però, almeno fino a oggi, mai stata altrettanto accogliente con i praticanti dello scialpinismo.

Atleti locali di primo piano, come dimostrano le vittorie di Robert Antonioli e di Giulia Compagnoni nell’edizione 2018, rivelano quanto quella dell’Alta Valtellina sia una comunità ricca, sia per numero di praticanti che per la loro qualità. Nonostante questo i due mondi – quello di chi le piste le scende e quello di chi invece sale – non hanno mai avuto un punto di contatto e forse neppure un momento di dialogo. Le problematiche, soprattutto burocratiche (con la normativa che per il momento non tutela il gestore delle piste) sono note e non di facile soluzione, in particolare se tutti gli attori in gioco non si dimostrano disponibili a collaborare e a creare i presupposti per un movimento di cambiamento.

La Creek to Peak quest’anno può dunque rivelarsi un’occasione per cominiare quantomeno a conoscersi, a iniziare una comunicazione positiva, che sta alla base di qualsiasi iniziativa si vorrà eventualmente realizzare. Non per nulla gli organizzatori hanno concentrato le due gare in una sola giornata e previsto, al termine della scialpinistica, un après-ski per tutti a Bormio 2000. Noi seguiremo con attenzione sia il risultato agonistico che quello a lungo termine. Se anche voi volete partecipare, avete tempo fino al 22 gennaio per iscrivervi sul sito: https://peaktocreek.it/iscriviti/


Ortovox Safety Academy, cinque date a gennaio

La sicurezza è da sempre il cuore dell’attività di Ortovox. Da qui la nascita, quasi dieci anni fa, del concetto ‘Safety Academy’. Alla base di questo, i Corsi Safety Academy (basic,intermediate e advanced) per imparare la sicurezza su neve e prevenire quanto più possibile il pericolo di valanghe. Perché è importante avere artva, sonda e pala ma è fondamentale saperli usare. In Italia, in collaborazione con Guide Alpine del Pro Team Ortovox per l’inverno 2018/19 sono previsti 5 corsi Training Basic, 7 Tour & Training Basic (livello intermedio) e 7 Tour & Training Advanced (livello avanzato).

Ecco le date di gennaio:

11-13 gennaio – Mmove / Guida Alpine Arco-Lago di Garda. Livello: Tour & Training Advanced (freeride). Info:https://www.mmove.net/it-it/typology/detail/26?categoryId=2

12 gennaio – Guide Alpine Adriano Alimonta e Piergiorgio Vidi, Madonna di Campiglio. Livello Training basic.  Info: 338 654 6221.

12/13 gennaio – Mountain Evolution, Roccaraso (Parco della Maiella). Livello: Tour & Training Basic. Info: http://www.mountainevolution.com/it/corsi.html#cbp=corso_ortovox_tour_training_basic.html

18-20 gennaio - Mmove / Guida Alpine Arco-Lago di Garda. Livello: Tour & Training Advanced (skialp). Info:https://www.mmove.net/it-it/typology/detail/26?categoryId=2

20 gennaio - Mmove / Guida Alpine Arco-Lago di Garda. Livello: Training  basic. Info: https://www.mmove.net/it-it/typology/detail/26?categoryId=2

Per info generali, visitate il sito: https://www.ortovox.com/it/safety-academy/corsi-di-formazione/programma-invernale/corsi-antivalanga/


Snowboard alpinisti a raduno a Bergamo

Tutti insieme con la tavola, rigorosamente off-piste. Dal 4 al 6 gennaio Bergamo si prepara per ospitare l’undicesima edizione dell'ISBA Raduno, il raduno degli appassionati di snowalpinismo giunto alla sua undicesima edizione. Tre giorni dedicati allo snowboard backcountry, alla powder e al freeride.

UN EVENTO STORICO - L’ISBA Raduno è un evento nato nel 2007 come incontro nazionale tra istruttori CAI (nazionali, regionali e sezionali) di snowboard alpinismo. Negli anni è stato aperto a tutti gli appassionati di questa disciplina, dai principianti ai rider più esperti. Ogni anno il raduno si sposta e viene ospitato da una diversa città. La base dell’edizione bergamasca sarà il Palamonti, la sede CAI della città orobica. L’evento è aperto a chiunque voglia conoscere il mondo dello snowboard fuoripista, a chi pratica questa disciplina da diversi anni (con ai piedi splitboard, ciaspole o scietti), e anche a scialpinisti e sciatori telemark. Insomma per partecipare basta essere amanti della montagna e aver voglia di condividere questa passione con altre persona. Non una gara, non un corso, ma un ritrovo tra appassionati di un certo modo di vivere la montagna in inverno, per scambiarsi consigli, racconti, idee, esperienze, spunti attorno al mondo della tavola, intesa anche in senso engastronomico. Due serate a base di cibo, buon vino, prodotti tipici, chiacchiere e tre giornate di gite scelte in base alle migliori condizioni meteo e di innevamento.

OSPITI E MUSICA -La sera di venerdì 4 sarà ospite l’alpinista Marino Chemello, che racconterà la sua esperienza sui 4000 delle Alpi. Seguirà un concerto del cantautore Tia Airoldi, un sound che richiama la tradizione della musica delle praterie americane. È possibile iscriversi per un singolo giorno o per tutto l’evento. Il raduno è aperto anche ad accompagnatori o accompagnatrici che non partecipano alle gite. Per iscrizioni e info: www.mavieni.com/isbaraduno - isbaraduno@mavieni.com


Dynafit Mountopia 3 cime in 3 giorni: annunciati i quattro vincitori

Dopo una finale agguerrita la quarta edizione del concorso Dynafit Mountopia ha i suoi quattro vincitori: la polacca Iga Ługowska, la slovacca Lucija Odar, lo svedese Aramis Sasinka e il tedesco Christoph Leimbeck hanno affrontato un’entusiasmante sfida Strava per vincere la possibilità di scalare Grossglockner, Zugspitze e Ortles in tre giorni. Dynafit ha dato vita all’ambizioso progetto insieme ai partner Gore e PrimaLoft; anche grazie a loro i quattro finalisti verranno equipaggiati dalla testa ai piedi con la fornitura completa dei prodotti più idonei a una simile sfida. 365 atleti da 32 Paesi si sono messi in gioco per questa edizione del concorso. E per chi non è riuscito ad iscriversi ci sono buone notizie: la prossima Mountopia prevede la partecipazione alla gara scialpinistica più ad alta quota del mondo, il Trofeo Mezzalama. Gli appassionati scialpinisti e gli aspiranti tali potranno iscriversi dal 9 al 30 ottobre 2018.

 Chi insegue un sogno dà li massimo per realizzarlo: la finale del concorso Mountopia, che porterà nel settembre 2018 quattro atleti a scalare tre cime in tre giorni, si è combattuta sulla resistenza. Tra i tanti atleti iscritti la giuria di Mountopia ne ha selezionati 10 all’inizio di giugno dando poi il via ad una sfida a colpi di metri di dislivello e chilometri percorsi in allenamento. Fra il 18 giugno e il 13 luglio i finalisti hanno percorso 2.991 chilometri con le scarpe da corsa e si sono lasciati alle spalle 119.971 metri di dislivello. I quattro vincitori della Dynafit Mountopia 3 cime in 3 giornihanno lottato più duramente di altri, e alla fine sono riusciti a imporsi. A settembre 2018 i vincitori realizzeranno il loro sogno alpino, scalando con l’aiuto di Dynafit tre fra i monti più alti di Germania, Austria e Italia: Zugspitze (2.962 m), Grossglockner (3.798 m) e Ortles (3.905 m). Il progetto è stato pianificato e organizzato da Dynafit in collaborazione con i partner Gore e PrimaLoft, è comprensivo di trasporto e vitto, e prevede il coinvolgimento di esperte guide alpine. Gli atleti Dynafit affiancheranno i partecipanti durante la fase di preparazione, con piani di allenamento ad hoc e preziosi consigli.

#SPEEDUP PER MOUNTOPIA MEZZALAMA - Il successo della campagna Your Mountopia is our missionprosegue. Per l‘inverno 2018/19 l’azienda ha in progetto la quinta edizione. Il nuovo obiettivo è tanto ambizioso quanto emozionante, questa volta si tratta infatti di una corsa contro il tempo: dal 9 al 30 ottobre Dynafit invita gli sciatori più preparati di tutto il mondo a candidarsi a Mountopia Mezzalama. Saranno selezionati sei scialpinisti agonisti per partecipare nell‘aprile 2019 - con il sostegno di Dynafit - al Trofeo Mezzalama. Il concorso Mountopia si rivolge a tutti gli atleti non legati da contratti di sponsorizzazione con altri brand.

Per informazioni sulle condizioni di partecipazione e registrazione: www.dynafit.com/mountopia


Serata dedicata alla montagna a Domodossola

Venerdi’ incontro con Silvio Mondinelli, Damiano Lenzi e Giulio Ornati

Da giovedì a domenica, a Domodossola si terrà la prima edizione di ‘Domosofia’, il Festival dedicato alle Idee e ai Saperi. Quattro giornate intense di incontri, dibattiti, laboratori ed esibizioni artistiche, che coinvolgeranno numerosi spazi del cuore storico della città. Si parlerà di studio, lavoro, amore, media, alimentazione e di numerosi aspetti della nostra vita, con donne e uomini appartenenti ai mondi piùÌ€ diversi: dall'impresa alla filosofia, ma anche psicologia, medicina e scienza, sport, musica, moda e giornalismo. PiùÌ€ di 20 appuntamenti, gratuiti e aperti a tutti.
Particolarmente interessante per gli amanti della montagna l’incontro di venerdì 22 settembre alle ore 21, presso il teatro Galletti con l'alpinista Silvio Mondinelli, lo ski-alper Damiano Lenzi e di ultra-trailer Giulio Ornati.