In meno di 24 ore 'Beni' sale e scende con gli sci dal Manaslu

 
 La tragedia accaduta il 23 settembre al campo 3 del Manaslu con la morte, travolti da un’enorme valanga, di 12 alpinisti, tra cui l’italiano Alberto Magliano, è di quelle che purtroppo segnano la storia dell’alpinismo. Una tragica fatalità che si è sommata al grande affollamento dei campi del Manaslu, dovuto ai divieti imposti dal governo cinese alle spedizioni dirette ad altre cime di 8000 m considerate tra le meno difficili. Degna di nota è stata la grande solidarietà tra le spedizioni presenti nei soccorsi ai feriti e nel recupero dei corpi. Qualche polemica ha invece suscitato il fatto che molti alpinisti siano rimasti sulla montagna dopo la tragedia per cercare di raggiungere la cima. Polemiche assurde e pretestuose, perché l’alpinismo è uno sport pericoloso e chi lo pratica è conscio dei rischi che corre, specialmente in Himalaya. La possibilità di morire va purtroppo messa in conto, la tua e quella degli altri. E’ così da quando si è cominciato a scalare le montagne. La scelta di continuare o meno dopo una tragedia di questo genere è, e deve essere, assolutamente personale, scevra da condizionamenti esterni che non siano quelli della necessità di soccorrere i colleghi, cosa che sul Manaslu è stata fatta generosamente. Detto ciò, la cronaca delle salite successive alla valanga racconta della cima di Marco Confortola e di Luca Macchetto, per quello che riguarda gli italiani. Racconta anche della salita record di Benedikt Böhm il 30 settembre, 15 ore per raggiungere la cima e una discesa sci ai piedi difficile e pericolosa. Tutto in meno di 24 ore. "La discesa più difficile della mia vita", ha detto Beni. E sì che di cose difficili con gli sci ne ha fatte, dal Gasherbrum II al Broad Peak, il primo salito e sceso due volte dalla cima. Una passione per la montagna e le grandi salite in velocità che Beni ritaglia nel tempo libero dal suo lavoro di Brand Manager di Dynafit. Venendo ai dettagli della salita,  Benedikt Böhm e il suo compagno Sebastian Haag sono partiti alle 18 dal campo base a circa 5000 m e sono saliti con brevi soste ai campi alti per quasi 3300 m di dislivello. Lungo la salita si è aggiunto ai due Constantin Pade. Beni si è avvantaggiato rispetto ai compagni aspettandoli una prima volta a campo 2. A 7400 m il tempo è peggiorato, Beni ha proseguito da solo e ha raggiunto la cima alle 9 del mattino. Sebastian  e Constantin si sono fermati 150 m sotto. La discesa su neve ventata ha messo a dura prova i tre, che sono passati anche dalla zona del distacco del seracco che aveva provocato la valanga rimanendo impressionati dalle dimensioni del crollo. La discesa in sci si è svolta integralmente fino al campo base, tranne un brevissimo tratto di un centinaio di metri in cui è stato indispensabile procedere arrampicando.