Albion e Debats campioni mondiali ultra

Il primo atto dei Mondiali di skyrunning scozzesi, ieri, ha visto il maltempo protagonista, che ha costretto ad evitare la cima del Ben Nevis, accorciando la gara a 47 km e 1.750 m D+ in luogo dei 52 previsti. Il titolo ultra è andato al britannico Jonathan Albion e all’olandese Ragna Debats. 3h48’02’’ il tempo di Albion, argento per lo svedese André Jonsson e bronzo per l’intramontabile Luis Alberto Hernando. Al femminile argento pe soli 4’ per la spagnola Gemma Arenas e bronzo per l’Ecuador con Maria Mercedes Pila. Primo italiano Riccardo Montani, diciassettesimo, seguito da Luca carrara, ventunesimo. Prima italiana Katia Fori, ventiquattresima. Al via 478 runner di 41 Paesi.


Offerta cinese per il gruppo Amer Sports

La notizia è più da giornale economico che sportivo. Ma tant’è. Il gruppo cinese Anta, secondo quanto riportato da alcuni organi d’informazione specializzati, avrebbe fatto un’offerta per l’acquisto della finlandese Amer Sports Corporation, la holding che controlla tanti marchi del mondo sportivo, della neve soprattutto. Salomon e Atomic per intenderci, ma anche Armada, Suunto, Arc'teryx, Wilson… e da poco anche Peak Performance. Un’offerta, fatta insieme alla società asiatica di private equity FountainVest Partnersm, di circa 4,7 miliardi di euro (40 euro per azione). Un colosso sul mercato cinese, con un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro nel 2017, dove oltre a prodotti con il marchio Anta, ha l’esclusiva per la Cina per Fila (l’azienda nata nel Biellese, ora in mani coreane) e Descente.


Cazzanelli-Steindl, è record sulle creste del Cervino

Sedici ore e 4 minuti. Per fare su e giù dalle creste Hornli, Furggen, Zmutt e Leone, sul Cervino. È questo il nuovo record fatto segnare ieri da François Cazzanelli, vecchia conoscenza degli appassionati di scialpinismo e dei lettori di Skialper, e Andreas Steindl. Entrambi Guide alpine, uno valdostano e l’altro svizzero, Cazzanelli e Steindl sono partiti alle 2.20 dal rifugio dell’Hornli dove hanno poi fatto rientro dopo essere salita quattro volte sul Cervino da diverse vie. Un concatenamento che portava la forma di Kammerlander-Wellig nel 1992 in 23 ore e che ha comportato più di 20 km di percorso e oltre 4.000 metri di dislivello.

STAGIONE DI RECORD - Quello del duo di Guide alpine è solo l’ultimo di una lunghissima serie di record dell’estate 2018. Proprio Steindl, solo a fine agosto, il 27, aveva fatto segnare un altro crono veloce sulla Gran Becca: da Zermatt alla vetta e ritorno, via Hornli, in 3 ore 59 minuti e 52 secondi. Steindl è uno specialista del Cervino, visto che ci è salito quasi 90 volte, ma mai lo aveva fatto così velocemente. E poi il record di salita e discesa di De Gasperi sul Monte Rosa, il crono di Emelie Forsberg in coppia con Kilian, sempre sul Monte Rosa, preceduto dal miglioramento del record già suo al Monte Bianco, l’altro record di Kilian al Bob Graham Round, quello di Emelie sul sentiero Kungsleden in Svezia. E che dire di Nico Valseisa da Genova al Monte Rosa in bici? E sicuramente ne dimentichiamo qualcuno. Record diversi, non solo alpini, ma anche di pura velocità su sentiero, però spesso duravano da anni. Non c’è dubbio però che il mondo dei record è esploso e forse il termine utilizzato non è sempre quello corretto, anche se il più mediatico. Sono confrontabili imprese come quella di Steindl con quella di Kilian da Cervinia. E la prestazione di Emelie Forsberg in coppia con Kilian sul Monte Rosa, migliore di quella di Gisella Bendotti, che durava da anni?

DIETRO AI TEMPI - «Parlare di record in alta montagna nei vari assetti offre molte discussioni e infatti esistono prestazioni in gara, record ufficiali e fastest known time - dice Marino Giacometti, padre dello skyrunning e precursore dell’andare veloci e in salita -. Ha senso parlare della miglior prestazione conosciuta in quel momento. Ora si dovrebbe distinguere… solo o in coppia, come nel caso di Kilian ed Emelie al Monte Rosa? Certo è che Emelie non si è fatta tirare un metro da Kilian, anzi. Certamente dal punto di vista psicologico e tecnico sono situazioni diverse». Per riportare un po’ di ordine può essere utile dare uno sguardo alla tabella riportata sul sito della International Skyrunning Federation http://www.skyrunning.com/wp-content/uploads/2018/04/Best-wk-Performance-record-10-4-2018.pdf


Salomon cerca influencers da inserire nella propria famiglia di sportivi

AAA, cercasi maggiorenni, sciatori, trail runner. Segni particolari: influencer con una rilevante presenza sui social ed eccellenti doti di comunicatore e di creatore di contenuti. Potrebbe essere questo l’annuncio dell’ultima campagna lanciata da Salomon per cercare nuovi testimonial da inserire nella propria famiglia. Sì, quella di cui fanno parte anche, per citarne solo due, Kilian ed Emelie. Solo che questa volta l’hashtag TimeToPlay potrebbe scriverlo proprio il ragazzo o la ragazza della porta accanto.

L’INIZIATIVA - Il brand francese è un universo multi-sportivo nelle discipline outdoor ed è storicamente orientato dalla mission di arricchire la vita degli sportivi permettendo loro di sperimentare, mettersi alla prova e progredire. E proprio questo obiettivo è all’origine della nuova campagna di recruiting di influencers che partirà a settembre 2018. «Sappiamo che non si impara a giocare da soli, spesso è la smisurata passione dei più esperti, degli influencers, che permette agli altri di crescere e divertirsi – dicono alla casa di Annecy -. Lo sport è innanzitutto un gioco, prima con se stessi e poi con gli altri. E per questo Salomon vuole dare terreno fertile a chi ha l’entusiasmo di coinvolgere la propria community o di generarne di nuove. Ispirare, condividere e progredire nel proprio sport preferito». L’iniziativa precede il coinvolgimento in tutti quei momenti in cui il brand è a contatto con i propri clienti, per esempio durante gli eventi oppure sui canali digitali. Il gruppo selezionato avrà con sé gli strumenti più efficaci e interessanti per alimentare la propria passione e poterla trasmettere agli altri, dando così il personale contributo alla crescita del proprio sport preferito. I nuovi membri della famiglia Salomon saranno dunque il volto del marchio nelle comunità sportive rilevanti. Potranno condividere con i rispettivi follower la propria passione sportiva attraverso i social network, attivando e ispirando inoltre i clienti nelle comunità locali e nei momenti sportivi competitivi, oltre a fornire feedback su tutto quello che Salomon mette in campo, compresi i prodotti, aiutando così il brand a migliorare ulteriormente.

COME CANDIDARSI - Salomon ha predisposto una specifica piattaforma Web (http://salomon-ambassador.com) attraverso la quale gli interessati possono iscriversi compilando l’apposito modulo online. A chiusura della campagna i professionisti del Brand selezioneranno i migliori candidati… e con loro inizierà un nuovo ed entusiasmante percorso in pieno spirito #TimeToPlay.


Fine settimana iridato

Tempo di Mondiali nel fine settimana, da Andorra alla Scozia, dalla corsa in montagna allo skyrunning.

WMRCH 2018 - Viaggio nel principato pirenaico per gli azzurri di Paolo Germanetto: domenica a Canillo va in scena la rassegna iridata di corsa in montagna. Un’Italia che cercherà di fare bottino con Nadir Cavagna, Francesco Puppi, Bernard e Martin Dematteis, Gloria Giudici, Emma Quaglia, Erica Ghelfi ed Elisa Sortini. A livello junior, convocati Isacco Costa, Dionigi Gianola, Alessandro Mello Rella, Giovanni Rossi, Gaia Colli, Angela Mattevi, Linda Palumbo e Alessia Scaini.

SKYRUNNING WORLD CHAMPIONSHIPS - I Mondiali ISF saranno di scena nelle highland scozzesi: la prova ultra è partita venerdì con la Salomon Ben Nevis Ultra (52 km e 4000 m D+): in casa azzurra occhi puntati soprattutto su Luca Carrara, Enrico Bonati, Francesca Canepa, Katia Fori e Cristiana Follador. Sabato tempo di skyrace con la Salomon Ring of Steall Skyrace di 29 km e 2500 metri dislivello. Tra gli italiani nella start list, Daniele Cappelletti, Nadir Maguet, Eddj Nani, Alex Oberbacher, Manuel Bortolas, Silvia Rampazzo e Daniela Rota.
Due gare impegnative e non sarà facile vista gli iscritti Kilian Jornet, Luis Alberto Hernando, Pere Aurell, Jan Margarit, Stian Angermund-Vik, Jonathan Albon, Tom Owens, Sage Canaday, Dakota Jones, Laura Orgué, Maite Maiora, Sheila Avilés, Holly Page, Hillary Gerardi, Ragna Debats, Lina e Sanna El Kott, Mira Rai...


Sono andate forte le donne al Tor

Sono andate forte le donne al Tor. Silvia Ainhoa Trigueros Garrote ha un carattere indomito, tipico dei baschi, di chi il Tor lo voleva vincere. E così è stato, naturalmente, dal primo all’ultimo dei 330 km del percorso. Silvia infatti l’ha condotto sempre in testa, spesso anche nella top ten assoluta, sempre tenendo a distanza le più dirette inseguitrici, che pian piano si sono diluite nella stanchezza e nel caldo. La ultrarunner basca ha chiuso il suo TOR all’attacco con il tempo di 87 ore e 50 minuti, ben 10 ore in meno rispetto al tempo dello scorso anno, che era stato di 97 ore e 43 minuti e che le era valso il secondo posto. Oltretutto quest’anno è arrivata anche dodicesima assoluta. Meglio di così dunque non poteva proprio fare. La seconda e la terza classificata, vale a dire l’italiana Scilla Tonetti e la britannica Jamie Aarons, sono arrivate al traguardo di Courmayeur otto ore dopo, con il tempo di 95 ore e 54 minuti. Per l’atleta italiana di Samarate un bel passo avanti rispetto alle 108 ore dello scorso anno e anche un passo più in alto sul gradino del podio rispetto al terzo posto conquistato nel 2013.

Scilla Tonetti ©Alexis Courthoud

E dunque è ‘volata in avanti e in alto’, ha detto un suo fan a bordo campo, facendoci notare che Scilla ha tatuate sulle gambe farfalle e uccelli in volo. Jamie non ha tatuaggi visibili, e quel che ha mostrato è stata una grande energia, che le deriva dal carattere brillante e da una lunga esperienza internazionale. Il suo curriculum parla chiaro.
Il tempo cronometrico registrato di 95 ore e 54 minuti vale per entrambe (quindi un secondo posto a pari merito), perché le due ultrarunner hanno tagliato il traguardo insieme, mano nella mano.
«Fino al Malatrà, l’ultimo colle prima della lunga discesa verso il traguardo, ci eravamo più volte alternate in testa, distanziate davvero di un paio di minuti o poco più - ha detto Scilla dopo la linea d’arrivo - poi una volta arrivate lassù, a 3mila metri e con una bella giornata di sole davanti, ci siamo dette: perché non la smettiamo di inseguirci vicenda e arriviamo insieme?». Accordo gentile, che solo le donne sanno fare.

TOT DRET - Altre ragazze dal piede veloce e dal cuore forte hanno riempito nella notte tra il 12 e il 13 settembre anche il podio del Tot Dret, gara di 130 chilometri con partenza notturna da Gressoney Saint Jean. Sul gradino più alto del podio è salita la veneta Francesca Pretto, già vincitrice della Trans d’Havet, al traguardo in 26 ore e 38 minuti. Francesca ha chiuso anche al quarto posto in assoluto. Sul gradino numero 2, Maria Elisabetta Lastri (12ª in 30h59’33”), ultrarunner senese, e, al terzo posto, Alessandra Boifava (14ª in 31h38’56”), veneta come la vincitrice.

Francesca Pretto ©Giacomo Buzio

Tot Dret a Marco Mangaretto e Francesca Pretto

Marco Mangaretto, origini valdostane, abitante nel Canavese ha vinto la seconda edizione del Tot Dret, la prova ‘griffata’ Tor, di 130 km e 12.000 metri di salita, partita da Gressoney-Saint-Jean.
Al traguardo di Courmayeur è arrivato alle 21,01 del giorno successivo, dunque un minuto in più oltre le 24 ore. Un tempo che comunque abbassa di 14 minuti il tempo del vincitore dello scorso anno. Il quarantasettenne atleta, che nella quotidianità lavora in una azienda metalmeccanica, ha ‘giustificato’ la sua vittoria con il ritiro di ultra runners più accreditati al successo. Ma il fatto di essere andato forte fin dall’inizio e di aver condotto la gara sempre nelle prime posizioni, alternandosi spesso in testa, annulla di fatto la sua sportiva giustificazione. Un successo dunque per niente occasionale.
Dopo 30 minuti esatti ha tagliato il traguardo il valdostano Ruben Bovet, che a sua volta ha preceduto, a completamento del podio, Geoffrey Radeka, francese di Chamonix, che ha portato a termine la sua impresa sportiva e personale facendo fermare il cronometro su 24 ore e 58 minuti.
E quarta piazza assoluta per Francesca Pretto la regina del Tot Dret in 26h38’16”.

 


Il Tor è ancora di Franco Collè. Ma che finale con il canadese Reynolds

Un finale di Tor così non s’era mai visto nelle otto precedenti edizioni. Un testa a testa negli ultimi chilometri dei 330 del tracciato. Social impazziti, tutti a controllare i GPS del live tracking tra Franco Collè e il canadese Galen Reynolds. Il valdostano era saldamente primo, poi a Saint-Rhémy-en-Bosses, vista anche l’esperienza dello scorso anno, ha deciso di dormire, dormire di più rispetto al suo solito. Così, come ha raccontato al traguardo, la macchina ci ha impiegato un po’ a ripartire, ha fatto le tradizionali foto al Malatrà, ma non aveva riferimenti precisi su Reynolds. Che intanto si avvicinava, in palla, con la musica nelle cuffiette: un margine che a un certo punto è arrivato ad un solo quarto d’ora. Collè è sceso, anzi è volato su Courmayeur e ha tagliato il traguardo dopo 74h03’29”. Reynolds, visto che non poteva più riprenderlo, si è goduta la discesa: un grande secondo posto per lui in 74h40’36”. In terza posizione viaggia Peter Kienzl, in quarta Oliviero Bosatelli.

©Andrea Chiericato

ZacUp, domenica si corre

Ultimi lavori di rifinitura per lo staff del Team Pasturo: domenica si corre la sesta edizione della sky del Grignone. Restano solo poche ore e pochi pettorali per la kermesse che di fatto varrà come prova unica di campionato italiano assoluto di skyrunning e tappa delle Italy Series. Difficile azzardare un pronostico, ma al di là di qualche sorpresa dell’ultima ora, nella lista dei favoriti figurano il campione di casa Daniel Antonioli, il dominatore del circuito La Sportiva Gil Pintarelli e il re della ResegUp Jean Baptiste Simukeka. Ruolo di outsider per Paolo Bert, ma attenzione soprattutto a Cristian Minoggio, uno con una serie infinite di gare nelle gambe e ancora tanta voglia di correre.
Restando in casa Valetudo Serim, a Pasturo il presidente Giorgio Pesenti schiererà anche il keniano Dennis Kiyaka e la ruandese Primitive Niyirora. Quest’ultima, nella gara in rosa, dovrà guardarsi le spalle dalla compagna di team Cecilia Pedroni, dall’ex fondista Elisa Grill, da Paola Gelpi e Martina Brambilla.
Il meteo preannuncia una splendida domenica di sole e la voglia di tornare in vetta al Grignone dopo due edizioni di percorso alternativo è molta. Piano A confermato: domenica da affrontare 27.5km (con 2650 metri di dislivello) con un tifo da stadio al passaggio ai rifugi Riva, Bogani, Brioschi e Pialeral. I tempi da battere sono quelli di Marco De Gasperi (2h50’24”) e Elisa Desco (3h28’49”).


Salewa inventa il 'piumino di lana'

«La nostra missione è sviluppare prodotti innovativi per gli alpinisti e gli appassionati di montagna partendo da quelle che sono le nostre radici. Questo approccio, che abbiamo ereditato dalla cultura locale, ci differenzia dai tanti marchi di montagna presenti sul mercato. Noi viviamo e lavoriamo nel cuore delle Dolomiti: la cultura alpina di queste montagne e le sfide alpinistiche che esse ci propongono sono la nostra fonte di ispirazione. Il nostro legame con il territorio è fortissimo e unico». Parola di Stefan Rainer, General Manager di Salewa.

LANA HI-TECH - Non deve quindi sorprendere che uno dei focus di ricerca e sviluppo di Salewa sia diventato l’utilizzo, per il proprio abbigliamento tecnico, della lana - un materiale generalmente associato al folklore alpino ma non alle alte prestazioni. Dal 2009 Salewa collabora con il Tirol Bergrettung (il soccorso alpino del Tirolo austriaco) per testare la lana delle pecore alpine tirolesi come imbottitura per proteggere dal freddo i soccorritori di montagna durante le lunghe operazioni di salvataggio. Grazie a questa collaborazione e ai rapporti privilegiati con ii leader tecnologici di settore, Salewa ha messo ha punto il TirolWool Celliant, un’mbottitura ibrida composta da lana ricca di lanolina e fibre di poliestere caricate con minerali termoriflettenti, che ha il vantaggio di tenere al caldo più a lungo. Questa tecnologia si è rivelata talmente efficace da sostituire nelle collezioni da alpinismo le imbottiture sintetiche.

LAVORAZIONE A MAGLIA FITTA - Ma quando si è trattato di sviluppare nuove giacche imbottite da escursione che potessero offrire prestazioni e funzionalità innovative in un segmento dominato dai piumini leggeri, oltre che dalle proprietà termoregolanti della lana, Salewa si è fatta ispirare dalla secolare competenza locale su questo materiale. «Nella nostra casa, le Dolomiti, la tradizione vuole che la lana venga lavorata in modo specifico - spiega Stefan Rainer -. Grazie alla lavorazione a maglia fitta Sarner, non solo la lana continua a proteggere dal freddo anche se si inumidisce, ma non lascia passare il vento e la pioggia leggera. In questo modo vengono risolti proprio i noti punti deboli dei piumini. Per quanto riguarda il design e la funzionalità, il nostro approccio è stato del tutto innovativo e in linea con le aspettative di un pubblico attivo in montagna ma dai gusti progressivi e urbani. Come si vede ad esempio nella originale cerniera diagonale della giacca Corda da donna». Per alzare il livello delle prestazioni e rendere i propri ‘piumini in lana’ adatti a un utilizzo escursionistico, Salewa ha accoppiato alla maglia con lavorazione Sarner una fodera in jersey antivento elasticizzato, che aumenta il livello di confortevolezza e protezione rispetto alle giacche tradizionali in sola lana.

TECNOLOGIA VERDE - Un ulteriore punto sottolineato da Salewa a favore dell’utilizzo della lana, è che si tratta di un materiale rinnovabile prodotto rispettando il benessere delle pecore, al contrario di quanto accade con le note criticità relative al trattamento che subiscono le oche da piuma. «Gli aspetti ambientali e di benessere degli animali fanno parte integrante della nostra cultura aziendale e delle aspettative dei nostri clienti - continua Stefan Rainer -. Nel caso delle giacche in Sarner, ci siamo impegnati a usare solo lana riciclata, che proviene soprattutto dalla Val di Funes. Inoltre pulizia, lavaggio e cardatura vengono svolte in Italia, per avere una logistica corta che riduca per quanto possibile le emissioni di CO2».

 


Tor Day-2, Collè sempre più leader. Nonostante il caldo

Il primo giorno del Tor è stato condizionato dal gran caldo che ha costretto tanti (155 per la precisione) ad alzare bandiera bianca (ma tutta la settimana sono previste temperature piuttosto alte): tra questi anche i vincitore del 2012, Oscar Perez, e Giulio Ornati, tra i migliori nella prima fase della gara. Afa che ha sofferto anche Franco Collè che comunque resta leader anche martedì mattina, mentre sta viaggiando sui sentieri di casa. Il valdostano è uscito dalla base di Champoluc poco dopo le 6 ed è atteso a Valtournenche verso le undici. Dietro di lui non c’è più Gianluca Galeati, ma Peter Kienzl: il margine è importante, l’altoatesino è partito da Gressoney alle 5.21 e verso le 10.30 è previsto l’arrivo a Champoluc. Deve controllare il canadese Galen Reynolds partito un’ora dopo da Gressoney. E sempre da Gressoney sono usciti insieme alle 8 di martedì mattina Oliviero Bosatelli e Gianluca Galeati. Silvia Ainhoa Trigueros Garrote leader rosa e sempre non assoluta.


I nuovi Garmin serie GSMAP 66

I nuovi palmari della serie GPSMAP 66 di Garmin sono i dispositivi ideali per chi ama vivere avventure all’aria aperta. Caratterizzati da un display dalla grande visibilità e da una batteria di grande durata, dispongono di un abbonamento gratuito a BirdEye Satellite Imagery per visualizzare immagini reali in alta risoluzione dell’area di interesse, scaricabili attraverso connessione WiFi. I nuovi strumenti per la navigazione di Garmin sono resistenti all’acqua, agli urti e alle temperature più estreme e hanno un display a colori da 3 pollici perfettamente leggibile anche sotto la luce diretta del sole. GPSMAP 66 è robusto e resistente, concepito per le condizioni climatiche e termiche più estreme, antiurto e impermeabile, il compagno di viaggio perfetto per le avventure outdoor.

POSIZIONE ACCURATA - I due palmari sono compatibili con il sistemadi posizionamento satellitare  Galileo, che va ad affiancare i tradizionali serviziGPS e GLONASS, a garanzia di un’acquisizione della posizione ancora piùprecisa e rapida, anche in situazioni critiche come zone frondose o canyonprofondi. In modalità Spedizione le batterie dei nuovi GPS supportano il tracciamento del segnale fino a una settimana. Dotati di connessioni Wi-Fie  Bluetooth, i nuovi strumenti Garmin permettono di scaricare gratuitamente, e senza la necessità di sottoscrivere alcun abbonamento, le mappe  BirdsEye Satellite Imagery offrendo agli utenti la possibilità di visualizzare sul display immagini satellitari della zona che si sta esplorando, così da poter facilmente individuare sentieri, parchi, radure, postazioni per la caccia e tanto altro ancora. Il modello GPSMAP 66st è inoltre dotato di  mappe TopoActive Europe precaricate, in modo da offrire una visuale dettagliata della morfologia del territorio prestando attenzione a fiumi, vette e linee costiere.

NUOVA APP GARMIN EXPLORE - Grazie alla nuova applicazione GarminExplore sarà possibile accedere a strumenti e funzionalità aggiuntive per lanavigazione, per la pianificazione del viaggio, per il download di una mappa ela condivisione dei dati. Scaricando la cartografia relativa al proprio percorso,Garmin Explore permetterà di monitorare il tragitto anche in modalità offline.Grazie alla connessione Bluetooth con GPSMAP 66 (o altro dispositivo Garmincompatibile), sarà possibile visualizzare la posizione su Garmin Explore anche in assenza di copertura telefonica e, inoltre, inviare al dispositivo le pianificazioni di percorso e i waypoint, gestire tracce e molto altro.La connessione Bluetooth permette la sincronizzazione anche con Garmin inReach Mini, il comunicatore satellitare Garmin, per inviare e ricevere messaggi o lanciare un SOS direttamente dal display di GPSMAP 66. L’applicazione precaricata Wikiloc permette di accedere a più di 9 milioni di percorsi, selezionati da una community di appassionati, e di scaricarli direttamente nel proprio GPSMAP 66. E per chi ama unire l’esplorazione al gioco, Geocaching Live trasferisce in automatico migliaia di punti Geocache  per divertirsi con una entusiasmante caccia al tesoro.

PER OGNI AVVENTURA - Dotata di sensori ABC (altimetro a calibrazione automatica o manuale, barometro e bussola), la nuova serie di palmari Garmin prevede una batteria con un’autonomia fino a 16 ore in modalità GPS. Integrati anche una torciaLED e un beacon SOS che possono essere utilizzati per segnalare la propria posizione in caso di necessità. Inoltre, collegando i propri GPSMAP 66s e GPSMAP 66st al proprio telefono cellulare via Bluetooth sarà possibilericevere direttamente sul dispositivo informazioni sulle previsionimeteorologiche e rappresentazioni grafiche animate del trend meteo, velocitàe direzione del vento, tutte variabili che potrebbero risultare molto preziosenell’ottica di un’avventura all’aperto.I nuovi dispositivi Garmin GPSMAP 66s e GPSMAP 66st saranno disponibili nel quarto trimestre 2018 a un prezzo consigliato al pubblico rispettivamente di 399,99 euro e di 449,99 euro.

Garmin 66st
Garmin 66s