Salewa inventa il 'piumino di lana'

«La nostra missione è sviluppare prodotti innovativi per gli alpinisti e gli appassionati di montagna partendo da quelle che sono le nostre radici. Questo approccio, che abbiamo ereditato dalla cultura locale, ci differenzia dai tanti marchi di montagna presenti sul mercato. Noi viviamo e lavoriamo nel cuore delle Dolomiti: la cultura alpina di queste montagne e le sfide alpinistiche che esse ci propongono sono la nostra fonte di ispirazione. Il nostro legame con il territorio è fortissimo e unico». Parola di Stefan Rainer, General Manager di Salewa.

LANA HI-TECH - Non deve quindi sorprendere che uno dei focus di ricerca e sviluppo di Salewa sia diventato l’utilizzo, per il proprio abbigliamento tecnico, della lana - un materiale generalmente associato al folklore alpino ma non alle alte prestazioni. Dal 2009 Salewa collabora con il Tirol Bergrettung (il soccorso alpino del Tirolo austriaco) per testare la lana delle pecore alpine tirolesi come imbottitura per proteggere dal freddo i soccorritori di montagna durante le lunghe operazioni di salvataggio. Grazie a questa collaborazione e ai rapporti privilegiati con ii leader tecnologici di settore, Salewa ha messo ha punto il TirolWool Celliant, un’mbottitura ibrida composta da lana ricca di lanolina e fibre di poliestere caricate con minerali termoriflettenti, che ha il vantaggio di tenere al caldo più a lungo. Questa tecnologia si è rivelata talmente efficace da sostituire nelle collezioni da alpinismo le imbottiture sintetiche.

LAVORAZIONE A MAGLIA FITTA - Ma quando si è trattato di sviluppare nuove giacche imbottite da escursione che potessero offrire prestazioni e funzionalità innovative in un segmento dominato dai piumini leggeri, oltre che dalle proprietà termoregolanti della lana, Salewa si è fatta ispirare dalla secolare competenza locale su questo materiale. «Nella nostra casa, le Dolomiti, la tradizione vuole che la lana venga lavorata in modo specifico - spiega Stefan Rainer -. Grazie alla lavorazione a maglia fitta Sarner, non solo la lana continua a proteggere dal freddo anche se si inumidisce, ma non lascia passare il vento e la pioggia leggera. In questo modo vengono risolti proprio i noti punti deboli dei piumini. Per quanto riguarda il design e la funzionalità, il nostro approccio è stato del tutto innovativo e in linea con le aspettative di un pubblico attivo in montagna ma dai gusti progressivi e urbani. Come si vede ad esempio nella originale cerniera diagonale della giacca Corda da donna». Per alzare il livello delle prestazioni e rendere i propri ‘piumini in lana’ adatti a un utilizzo escursionistico, Salewa ha accoppiato alla maglia con lavorazione Sarner una fodera in jersey antivento elasticizzato, che aumenta il livello di confortevolezza e protezione rispetto alle giacche tradizionali in sola lana.

TECNOLOGIA VERDE - Un ulteriore punto sottolineato da Salewa a favore dell’utilizzo della lana, è che si tratta di un materiale rinnovabile prodotto rispettando il benessere delle pecore, al contrario di quanto accade con le note criticità relative al trattamento che subiscono le oche da piuma. «Gli aspetti ambientali e di benessere degli animali fanno parte integrante della nostra cultura aziendale e delle aspettative dei nostri clienti - continua Stefan Rainer -. Nel caso delle giacche in Sarner, ci siamo impegnati a usare solo lana riciclata, che proviene soprattutto dalla Val di Funes. Inoltre pulizia, lavaggio e cardatura vengono svolte in Italia, per avere una logistica corta che riduca per quanto possibile le emissioni di CO2».

 


Tor Day-2, Collè sempre più leader. Nonostante il caldo

Il primo giorno del Tor è stato condizionato dal gran caldo che ha costretto tanti (155 per la precisione) ad alzare bandiera bianca (ma tutta la settimana sono previste temperature piuttosto alte): tra questi anche i vincitore del 2012, Oscar Perez, e Giulio Ornati, tra i migliori nella prima fase della gara. Afa che ha sofferto anche Franco Collè che comunque resta leader anche martedì mattina, mentre sta viaggiando sui sentieri di casa. Il valdostano è uscito dalla base di Champoluc poco dopo le 6 ed è atteso a Valtournenche verso le undici. Dietro di lui non c’è più Gianluca Galeati, ma Peter Kienzl: il margine è importante, l’altoatesino è partito da Gressoney alle 5.21 e verso le 10.30 è previsto l’arrivo a Champoluc. Deve controllare il canadese Galen Reynolds partito un’ora dopo da Gressoney. E sempre da Gressoney sono usciti insieme alle 8 di martedì mattina Oliviero Bosatelli e Gianluca Galeati. Silvia Ainhoa Trigueros Garrote leader rosa e sempre non assoluta.


I nuovi Garmin serie GSMAP 66

I nuovi palmari della serie GPSMAP 66 di Garmin sono i dispositivi ideali per chi ama vivere avventure all’aria aperta. Caratterizzati da un display dalla grande visibilità e da una batteria di grande durata, dispongono di un abbonamento gratuito a BirdEye Satellite Imagery per visualizzare immagini reali in alta risoluzione dell’area di interesse, scaricabili attraverso connessione WiFi. I nuovi strumenti per la navigazione di Garmin sono resistenti all’acqua, agli urti e alle temperature più estreme e hanno un display a colori da 3 pollici perfettamente leggibile anche sotto la luce diretta del sole. GPSMAP 66 è robusto e resistente, concepito per le condizioni climatiche e termiche più estreme, antiurto e impermeabile, il compagno di viaggio perfetto per le avventure outdoor.

POSIZIONE ACCURATA - I due palmari sono compatibili con il sistemadi posizionamento satellitare  Galileo, che va ad affiancare i tradizionali serviziGPS e GLONASS, a garanzia di un’acquisizione della posizione ancora piùprecisa e rapida, anche in situazioni critiche come zone frondose o canyonprofondi. In modalità Spedizione le batterie dei nuovi GPS supportano il tracciamento del segnale fino a una settimana. Dotati di connessioni Wi-Fie  Bluetooth, i nuovi strumenti Garmin permettono di scaricare gratuitamente, e senza la necessità di sottoscrivere alcun abbonamento, le mappe  BirdsEye Satellite Imagery offrendo agli utenti la possibilità di visualizzare sul display immagini satellitari della zona che si sta esplorando, così da poter facilmente individuare sentieri, parchi, radure, postazioni per la caccia e tanto altro ancora. Il modello GPSMAP 66st è inoltre dotato di  mappe TopoActive Europe precaricate, in modo da offrire una visuale dettagliata della morfologia del territorio prestando attenzione a fiumi, vette e linee costiere.

NUOVA APP GARMIN EXPLORE - Grazie alla nuova applicazione GarminExplore sarà possibile accedere a strumenti e funzionalità aggiuntive per lanavigazione, per la pianificazione del viaggio, per il download di una mappa ela condivisione dei dati. Scaricando la cartografia relativa al proprio percorso,Garmin Explore permetterà di monitorare il tragitto anche in modalità offline.Grazie alla connessione Bluetooth con GPSMAP 66 (o altro dispositivo Garmincompatibile), sarà possibile visualizzare la posizione su Garmin Explore anche in assenza di copertura telefonica e, inoltre, inviare al dispositivo le pianificazioni di percorso e i waypoint, gestire tracce e molto altro.La connessione Bluetooth permette la sincronizzazione anche con Garmin inReach Mini, il comunicatore satellitare Garmin, per inviare e ricevere messaggi o lanciare un SOS direttamente dal display di GPSMAP 66. L’applicazione precaricata Wikiloc permette di accedere a più di 9 milioni di percorsi, selezionati da una community di appassionati, e di scaricarli direttamente nel proprio GPSMAP 66. E per chi ama unire l’esplorazione al gioco, Geocaching Live trasferisce in automatico migliaia di punti Geocache  per divertirsi con una entusiasmante caccia al tesoro.

PER OGNI AVVENTURA - Dotata di sensori ABC (altimetro a calibrazione automatica o manuale, barometro e bussola), la nuova serie di palmari Garmin prevede una batteria con un’autonomia fino a 16 ore in modalità GPS. Integrati anche una torciaLED e un beacon SOS che possono essere utilizzati per segnalare la propria posizione in caso di necessità. Inoltre, collegando i propri GPSMAP 66s e GPSMAP 66st al proprio telefono cellulare via Bluetooth sarà possibilericevere direttamente sul dispositivo informazioni sulle previsionimeteorologiche e rappresentazioni grafiche animate del trend meteo, velocitàe direzione del vento, tutte variabili che potrebbero risultare molto preziosenell’ottica di un’avventura all’aperto.I nuovi dispositivi Garmin GPSMAP 66s e GPSMAP 66st saranno disponibili nel quarto trimestre 2018 a un prezzo consigliato al pubblico rispettivamente di 399,99 euro e di 449,99 euro.

Garmin 66st
Garmin 66s

Veia Sky Race a Daniel Antonioli e Denisa Dragomir

In Val Bognanco appuntamento con International Veia Sky Race, Trofeo Giampiero Bragoni, valida come prova delle Italy Series. Sin da subito si delinea un duello sportivo fra il vincitore dello scorso anno Daniel Antonioli ed il keniano Kiyiaka Dennis Bosire.
Sulla prima salita saltano e si ritirano due tra i favoriti per la lotta alle prime posizioni, l’altro keniano Robert Panin Surum ed il local Alberto Comazzi. Al gran premio della montagna a cima Verosso a quota 2.444 transitano appaiati Antonioli e Kiyaka, nella tecnica discesa Antonioli allungava e staccava il keniano che riusciva però a ricucire il distacco nei tratti più pianeggianti e meno tecnici.
Sull'ultima discesa l'allungo vincente di Antonioli: per lui arrivo in solitaria con il crono record di 3h00'09'', Kiyaka Dennis Bosire è secondo in 3h01'43'', sul terzo gradino del podio il francese Johann Baujard con 3h03'42''.
A completare una top ten veramente di alto livello, il tedesco Stefan Knopf, Cristian Minoggio, il britannico Heines Hector, il giovane svizzero Roberto Delorenzi, Paolo Bert Paolo, Mattia Bertoncini Team Salomon e lo spagnolo Jordi Sanchez Alìs.
In campo femminile vittoria incontrastata per la rumena Denisa Dragomir con l'incredibile tempo di 3h23'27'', per il quarto anno consecutivo si conferma regina della gara di Bognanco, seconda la ruandese Niyirora Primitive, terza Stephanie Jimenez, quindi Cecilia Pedroni e Martina Chialvo.
Nella 15 km, novità di questa edizionem che ha riscosso un grande successo, vittoria per il ruandese Jean Baptiste Simukeka ed Elisa Grill.


Tor, day-1: Collè al comando. Incidente al Col de la Crosatie

Una prima giornata intensa al Tor. Prima dell’aspetto agonistico, tiene banco un incidente, quello avvenuto nella discesa dal Col de la Crosatie. Dopo la mezzanotte un concorrente valdostano, Narciso Dagnes, è caduto scendendo per il Lac du Fond: assistito dalle guide alpine presenti sul Colle e da un medico della base di Valgrisenche, con il supporto di un rianimatore, coordinati dal responsabile del 118 della Valle d’Aosta Luca Cavoretto, è stato trasportato in elicottero all’alba all’ospedale Parini di Aosta, dove è stato trasferito nel reparto rianimazione in prognosi riservata.

LA GARA - Per quanto la gara al comando Franco Collè atteso alla base vita di Donnas verso le 14 di lunedì. Con un distacco di circa 40 minuti Gianluca Galeati, mentre terzo è Peter Kienzl uscito da Champorcher venti minuti dopo Galeati. Quindi John Tidd e Giulio Ornati. Al femminile guida la basca Silvia Trigueros Garrote, addirittura nella top ten. Una gara rosa dura che vede i ritiri della svizzera Denise Zimmermann, di Sonia Locatelli e Raffaella Miravalle.

 


Gran Paradiso vertical a Lorenzo Rostagno e Chiara Giovando

Il Gran Paradiso vertical fa segnare il nuovo record di partecipanti. La penultima prova del circuito Défi ha portato in griglia di partenza 140 concorrenti, gran parte arrivati in mattinata grazie anche alla giornata soleggiata.
Una grande sfida iniziata dal rifugio Tetras Lyre di Pont di Valsavarenche e conclusa poco sopra il rifugio Vittorio Emanuele, dopo 1.000 metri di dislivello positivo e dopo 3,6 chilometri di gara. I ripidi sentieri sottobosco, posti all’inizio del percorso, hanno subito fatto selezione e scremato il gruppo.
Gran parte della prova è stata dominata da Mattia Roncoroni che ha dettato il ritmo fino al Vittorio Emanuele, ma la sua andatura non è bastata per vincere. Poco dopo il passaggio al rifugio è infatti stato recuperato da Lorenzo Rostagno che a metà gara aveva oltre 40” di ritardo. Il finale è stato incerto fino agli ultimi metri: Roncoroni e Rostagno sono rimasti appaiati, poi negli ultimi venti metri il torinese Rostagno ha avuto lo spunto migliore e si è imposto in 45’39”. A 3” è arrivato Mattia Roncoroni, con terzo gradino del podio per Thierry Brunier in 48’28”.
Tirata anche la gara femminile: a dettare il ritmo sono state le atlete piemontesi con la torinese Chiara Giovando e la biellese Barbara Cravello distanziate di pochi secondi. A vincere, dopo una gara sempre in testa, è stata Giovando in 53’51”, un risultato che le permette di incrementare ulteriormente nella classifica generale del Défi. Seconda Cravello in 54’05”, con terza posizione per la valdostana Chantal Vallet in 55’10”.


Enzo Romeri da record alla Dolomiti di Brenta Trail

Enzo Romeri vince la gara di casa, stracciando il precedente record della Dolomiti di Brenta Trail di oltre 25 minuti. È lui il protagonista della sfida più attesa lungo i 64 km del percorso con 4.200 metri di dislivello, mentre in campo femminile ha trionfato la cortinese Francesca Scribani. Altro successo ‘dolomitico’ anche nella sfida sui 45 km con 2.850 metri di dislivello, visto che si è imposta Elena Nicolini, mentre in campo maschile si è registrato un arrivo ex aequo fra il trentino Andrea Debiasi e l’altoatesino Ivan Paulmichl.

Christian Modena ©Pegasomedia/Filippo Frizzera

Una prestazione oltre ogni previsione, dunque, per il forte trail runner di Fai della Paganella Enzo Romeri, che nei primi chilometri ha gestito le energie, salendo assieme ad un gruppetto di sette concorrenti, ma quando la verticalità ha iniziato ad accentuarsi dopo Andalo, ha deciso di alzare il ritmo, merito di un’eccezionale stato di forma e, facendo valere il fatto che conosce alla perfezione questo percorso, se ne è andato in solitaria, galvanizzato anche dal tifo dei tanti amici presenti nei passaggi cruciali. È passato per primo ai piedi di Cima Santa Maria e Cima di Campa e così anche ai rilevamenti nei pressi dei rifugi Graffer, Tuckett, Pedrotti, Salvata e Croz dell'Altissimo, sino al traguardo in riva al Lago di Molveno a braccia alzate. Ma in particolar modo con il nuovo record inciso nel database dei cronoman: 7h04’23” il suo tempo. Ad oltre 23 minuti è giunto il vincitore di dodici mesi fa Christian Modena, con 7h27’57”, ma con ancora nelle gambe l’Ultra Trail Mont Blanc e la Rosetta skyrace di pochi giorni fa e comunque con una prestazione nettamente inferiore rispetto a quella che aveva fatto registrare dodici mesi fa. Sul terzo gradino del podio è poi giunto Giovanni Ruocco, proveniente dalla Costa Amalfitana ma residente ad Andalo dove lavora come cameriere, con il tempo di 7h41’11”. Seguono in classifica Alberto Franzoi, Andrea Mattiato e i due tedeschi Simon Schachenmeier ed Johannes Obermueller.

Francesca Scribani ©Pegasomedia/Filippo Frizzera

Nella gara lunga femminile ha primeggiato, dopo una gara in solitaria, la cortinese Francesca Scribani, che dall’alto della sua esperienza ha gestito bene le energie, chiudendo la prestazione con il tempo di 9h51’56”. Con distacchi importanti hanno poi concluso sul podio Liliana Panizza ed Irene Zamboni, seguite da Giulia Orlandi ed Elisabetta Pozza.
La sfida sui 45 km, con lo start dato un’ora e mezza dopo la competizione lunga, è stata combattuta nella prima fase con Andrea Debiasi, che ha subito allungato, poi raggiunto da Ivan Paulmichl. Dopo qualche schermaglia fra i due, viste le simili forze in campo, i due avversari hanno deciso di gestire la gara in coppia, giungendo appaiati sul traguardo con il tempo di 5h02’44”, anche se il cronometro ha assegnato la vittoria al trentino per un secondo. Poco distante, a soli 39 secondi, Francesco Trenti del Team La Sportiva. A ridosso del podio poi Samuele Bertò, Thomas Springhetti, Matteo Perli e lo slovacco Karel Svoboda.

Elena Nicolini ©Pegasomedia/Filippo Frizzera

Chi ha potuto godere su un tifo davvero speciale è stata Elena Nicolini, in particolar modo al passaggio al rifugio Tosa Pedrotti gestito da papà Franz e dall’intera famiglia. Partita con un buon ritmo, Elena è stata raggiunta e superata dalla francese Charlotte D’Alencon, ma la scialpinista molvenese benché non sia una specialista di queste competizioni ha dato fondo a tutte le energie e alla determinazione che la contraddistingue, riprendendo la leadership ed incrementando il vantaggio sul traguardo nei confronti della transalpina. Elena ha chiuso i 45 km con il tempo di 6h14’09”, precedendo di oltre 24 minuti la D’Alencon, quindi sul terzo gradino del podio si è piazzata Rossana Tomasi, seguita da Elena Sassudelli e dall’austriaca Maren Haid.


Veia Sky Race, domenica la sfida in Valle Bognanco

Cresce l’attesa in Valle Bognanco per la due giorni di gare: venerdì si parte con Vertical Terme di Bognanco Trofeo Mario Ceschi, mentre domenica spazio alla International Veia Sky Race Trofeo Giampiero Bragoni, tappa delle Italy Series.
Alle 17 di venerdì a Bognanco Fonti si inizierà con il vertical, 1.100 metri di dislivello in poco più di 3,5 km. Sabato largo ai giovani: dalle ore 14 presso il Villaggio La Veia, all'Alpe Gomba, andrà in scena la seconda Mini Veia Sky Race aperta ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. Iscrizione gratuita, al termine medaglia e nutella party per tutti.
Domenica la gara regina, la sky race da 31 km e 2600 metri di dislivello con la novità della Veia Race di 15 km e 850 metri di dislivello. Non mancheranno come da tradizione i premi per i tifosi: in regalo 100 buff griffati all'arrivo del vertical e altrettanti verranno regalati sulla cima Verosso domenica, oltre alla consegna a tutti i presenti in cima di un biglietto per l'estrazione di una fede ossolana offerta dalla gioielleria Brizio di Domodossola; al rifugio Gattascosa verrà invece consegnato un biglietto per l'estrazione di un orologio da polso sempre offerto dalla gioielleria Brizio.


Dolomiti di Brenta Trail da record

Partito il conto alla rovescia per la terza edizione della Dolomiti di Brenta Trail che sabato 8 settembre animerà i sentieri di una delle catene montuose più affascinanti al mondo. Con la chiusura delle iscrizioni del 28 agosto il comitato organizzatore coordinato dal Consorzio Molveno Holiday può fregiarsi di un numero di adesioni da record, visto che è stata sfiorata quota 700. Nelle due gare in programma, ovvero la 45 e la 64 chilometri, si presenteranno al cancelletto 677 specialisti della corsa in quota, nel dettaglio 301 nella sfida lunga e 376 nella corta, in rappresentanza di ben 20 nazioni, a testimonianza dell’appeal internazionale che si è ritagliata in breve tempo questa competizione.
Al via alcuni protagonisti della sfida di dodici mesi fa, a partire da Gianni Penasa e Christian Modena, che conclusero appaiati sul traguardo di Molveno e che riaccenderanno il duello anche sabato prossimo nella gara lunga, con la speranza da parte di entrambi di poter staccare l’avversario. Dovranno però ben guardarsi dall’atleta di casa Enzo Romeri. Nella sfida light per il momento desta interesse il nome di Luca Miori, primattore pure lui in tante gare in quota quest’anno, che avrà nello skialper azzurro Federico Nicolini il rivale da battere, come accadde nella scorsa edizione, anche se quest’ultimo non ha ancora sciolto le riserve sulla presenza al via. Al femminile i nomi dell’ultima ora nella starting list sono quelli Wiktoria Piejak, forte skyrunner e trailrunner polacca con passaporto italiano, ed Elena Nicolini, entrambe iscritte nella sfida light.
Queste giornate di sole hanno consentito agli organizzatori, di completare il lavoro di tracciatura dei due percorsi di gara. La gara lunga si sviluppa su presenta 4.200 metri di dislivello con lo start che verrà dato alle ore 6 di sabato 8 settembre dal Lago di Molveno, sede anche dell’arrivo. I concorrenti avranno a disposizione 16 ore di tempo per concludere la prova. La gara, dopo il passaggio da Andalo nel tratto iniziale, porterà i concorrenti nel gruppo di Cima Santa Maria e Cima di Campa, quindi al Passo del Grosté e lungo la parte centrale del Brenta, con i suggestivi passaggi ai piedi di Cima Brenta, Crozzon di Brenta, Cima Tosa e Campanil Basso, a precedere quello dalla Bocca di Brenta e la discesa conclusiva verso il traguardo. Il percorso di 45 chilometri, invece, presenterà 2.850 metri di dislivello, con start sempre dal Lago di Molveno, ma alle ore 7,30. Il tempo massimo per concludere la gara, in questo caso, sarà di 14 ore e 30 minuti.

 


Sabato torna il Défi Vertical a Valsavarenche

Dopo la pausa di agosto Tour Trail Valle d’Aosta e Défi Vertical propongono ancora due mesi ricchi di appuntamenti. Si parte sabato 8 settembre con il Gran Paradiso vertical, a Valsavarenche per la penultima prova della stagione. Gli ultimi sopralluoghi hanno dato esito positivo: i 3,6 chilometri (1.000 metri dislivello positivo) sono pronti e il sentiero è perfettamente pulito. Da un rifugio all’altro, dal Tètras Lyre di Pont di Valsavarenche fino al Vittorio Emanuele: una prova corta e allo stesso impegnativa in grado di esaltare le qualità tecniche dei partecipanti.
Sabato, alle 9,30, in griglia di partenza ci sarà anche l’elvetico Emmanuel Vaudan, più volte protagonista nel chilometro verticale di Fully, terzo al vertical di Fénis di aprile e vincitore poco dopo nella prova della Becca di Viou. Lo svizzero sarà ancora una volta l’uomo da battere: è secondo nel circuito alle spalle di Erik Bochicchio. Al femminile non mancherà la piemontese Chiara Giovando che cercherà il successo per incrementare la leadership nella classifica femminile del circuito. Presente anche la valdostana Nilda Blanc. Le iscrizioni sono aperte sul sito internet di Wedosport e saranno chiuse il 6 settembre. Gli ultimi concorrenti potranno iscriversi anche sul posto, sabato mattina dalle 7 alle 9 in zona partenza. Al Gran Paradiso vertical potranno partecipare anche i ragazzi dai 15 ai 17 anni.
Settembre e ottobre saranno due mesi ancora ricchi di gare. Per quanto riguarda il Défi, dopo il Gran Paradiso vertical di sabato si correrà ancora il Vertikal Tovo, ultima prova in programma a Oropa il 7 ottobre. Per quanto riguarda il Tour Trail della Valle d’Aosta sono ancora tre le gare da disputare: il 29 settembre si corre il Grivola Trail, il 13 ottobre il Licony Trail, il 27 ottobre il Traverse Trail. Premiazioni finali dopo il Vertikal Tovo (Défi) e il Traverse (Tour Trail).


Tor des Géants, domenica si parte

Conto alla rovescia per il nono Tor des Géants 2018, e per il Tot Dret, al suo secondo appuntamento. Le due gare monopolizzeranno l’attenzione dell’ultra trail mondiale nella settimana che va dal 9 al 16 settembre, quando, sulle Alte Vie 1 e 2 della Valle d’Aosta, saranno impegnati, notte e giorno, oltre 1100 atleti (886 al Tor, 309 al Tot Dret), 2000 volontari, oltre agli addetti alla sicurezza, guide alpine, rifugisti, supporter, commissari di gara, assistenti, medici….

PARTECIPANTI - Il Tor, che si avvale anche quest’anno del sostegno della Regione Valle d’Aosta, vedrà al via rappresentati 70 paesi e 5 continenti.
Italia, Francia e Spagna saranno le nazioni europee con il maggior numero di concorrenti ma, a seguire, Giappone e Cina, a testimonianza del richiamo che il Tor ha verso questi Paesi e l’Asia più in generale e di quanto sia inarrestabile la passione per il trail in tutto l’Oriente. Una curiosità tra i concorrenti: più giovane della nutrita compagnia sarà il danese il Jon Lundstrøm, che compirà 23 anni proprio durante il Tor. Il veterano sarà Jean Paul Gujon, proveniente dal Jura francese: ha già compiuto 75 anni. Solo per questo motivo e per la sua inossidabile passione per il trail è da considerarsi un Gigante.
ll Paese new entry del 2018 sarà l’Afghanistan, con due concorrenti: Stephanie Case, canadese, e Duncan Wilson, neozelandese. Entrambi lavorano per le Nazioni Unite e si occupano di diritti umani. Stephanie è una amica del Tor da vecchia data, già più volte sul podio, e ha gareggiato in passato per la Palestina. Il cambio di casacca è dovuto al fatto che attualmente risiede in Afghanistan, dove ha varato anche il progetto Free to Run, per promuovere lo sport, e la corsa in particolare, ovunque ci siano paesi in difficoltà. A questa iniziativa andrà parte del ricavato della vendita dei pettorali solidali, mentre l’altra parte andrà alla Fondazione Tettamanti, di Monza, da anni in prima linea nella ricerca sulle leucemie infantili. Pettorali solidali che sono stati venduti davvero in poche ore, a conferma della generosità e della solidarietà degli ultratrailers.

PARTENZE - Il Tor des Géants, 330km e 24000 metri di dislivello positivo, prenderà il via dal centro di Courmayeur (dove poi sarà posto l’arrivo) domenica 9 settembre alle ore 12. Previste alcune piccole variazioni di percorso rispetto allo scorso anno: per esempio la base vita di Valgrisenche viene riportata in paese e la Fenetre di Tsan viene ‘sostituita’ dal colle Fenetre. Il tutto per rendere più facile l’accessibilità del pubblico. Il Tot Dret, 130 km e 12000 metri di dislivello positivo, prenderà invece il via dal centro di Gressoney Saint-Jean alle 21 dell’11 settembre. I concorrenti dovranno arrivare a Courmayeur entro giovedì 13 settembre alle ore 17, dunque in 44 ore al massimo. dunque 6 ore in più rispetto alla passata edizione.

NOVITÀ - In entrambe le gare ci sarà una rappresentanza ufficiale dell’Esercito (5 concorrenti nel Tor e 2 nel Tot Dret (compresa Gloriana Pellissier).
Nel Tot Dret ci saranno cinque concorrenti amputati per dare vita al progetto ‘Gamba in spalla’, che prevede il loro alternarsi in gara, in una speciale staffetta, che ha lo scopo di promuovere lo sport per tutti, dunque trail compreso. EcoloTor, iniziativa varata già due anni fa dalla Cooperativa Erica e Vda Trailers, rivolgerà quest’anno la sua attenzione sui rifiuti, a partire dagli approvvigionamenti, sull’energia rinnovabile e sullo spreco alimentare. Inoltre dei runner in funzione di ‘Ecoscope’ seguiranno gli ultimi concorrenti per raccogliere eventuali rifiuti sul percorso, in modo che i sentieri ritornino fin da subito privi di tracce del passaggio dei corridori.

CANDIDATI AL PODIO - Anche se in una gara così lunga e articolata è sempre azzardato fare previsioni, sono una ventina i concorrenti di punta candidati alla vittoria, almeno sulla carta. Ci saranno numerosi vincitori di edizioni passate, come Olivero Bosatelli, Gialuca Galeati, Franco Collé, Oscar Perez, Jules Henry Gabioud (che gareggia quest’anno al Tot Dret, insieme ai valdostani Giuliano Cavallo ed Enzo Benvenuto) e, tra gli stranieri, il britannico Jezz Brag, gli statunitensi Luke Nelson e Avery Collins, il canadese Galen Raynods, lo spagnolo Vinas Villardel Roger e l’inossidabile Pablo Criado, per citarne alcuni. Di sicuro Peter Kienzl, Giulio Ornati e Christian Caselli non staranno certo a guardare. Tra le donne Denise Zimmermann, Roxane Ardet, Silvia Trigueros Garrote, Stephanie Case. Tra le italiane l’attenzione è puntata su Sonia Locatelli e Marina Plavan. Torna, grintosa come sempre, Federica Boifava. Non sarà presente sulla linea di partenza la ormai valdostana Lisa Borzani, due volte vincitrice del Tor, perché non si è ancora del tutto ripresa da un infortunio di qualche mese fa. Lisa, insieme a un’altra fortissima atleta italiana, Graziana Pè, non resterà però in poltrona. Le due campionesse delle lunghe distanze sono state infatti ingaggiate come reporter sul campo. Seguiranno la gara, dando preferenza alle ‘colleghe’, dai colli e dalle basi vita, per rendere più ricco il già sostanzioso programma di comunicazione, per raccontare in diretta le emozioni del Tor e della Valle d’Aosta anche a chi è a casa. Sono previsti infatti collegamenti live nei punti cruciali, interviste, filmati, foto, notizie in tempo reale. Tutto può essere seguito, momento per momento, dal computer o da un telefono cellulare non troppo ‘anziano’. Ci saranno inoltre aggiornamenti continui anche sul sito www.tordesgeants.it e sui canali social.


Michael Wohlleben, velocità verticale

Michael Wohlleben, tedesco, classe 1990, è diventato Guida alpina a soli 21 anni.  Qualche progetto realizzato? Il concatenamento invernale delle Tre Cime di Lavaredo del marzo 2017 con Simon Gietl in 9h15’, oppure la trilogia invernale (Cassin, Comici, Innerkofler) sempre alle Tre Cime, con Ueli Steck, oppure ancora la Nord dell’Eiger con Julien Irilli in 5h05 nel 2015. Ad agosto ha divagato tra la Val di Mello e le Isole Lofoten, in Norvegia. Abbiamo avuto l’occasione di scambiare qualche opinione con Michael.

Sei una delle Guide alpine più giovani, è difficile ottenere la fiducia di persone più anziane, che vanno in montagna da tanti anni?

«Difficile domanda, ora sono Guida da 7 anni e quindi, anche se ancora giovane, direi che ho abbastanza esperienza. Certo, forse quando avevo 21 anni non ero così esperto, però non ho deciso io, ma gli istruttori che mi hanno rilasciato il patentino, che hanno ritenuto che avessi la giusta competenza per portare le persone in montagna. Insomma, per farla breve… penso di essere stato una buona Guida, ma sicuramente ora sono migliore».

Che cosa vuol dire andare in montagna, qual è la tua filosofia?

«Niente di particolare, voglio divertirmi, voglio sentire i muscoli che lavorano e spingere i miei limiti, ma voglio anche tornare a casa».

Che cosa significa arrampicare? E sciare? Ti piace lo scialpinismo?

«L’arrampicata è centrale. Quello che mi piace di più è l’alpinismo veloce, che richiede molto allenamento di endurance. A volte quando arrampico mi sento come quando avevo sette anni e volevo solo scalare. Mi piace il freeride e lo skialp, soprattutto come base per l’allenamento di endurance».

Parlaci dei tuoi progetti, cosa dobbiamo aspettarci?

«Ho appena finito un progetto di cui probabilmente sentirete parlare presto e  voglio scalare in autunno per prepararmi ad andare in Patagonia in gennaio».

La trilogia delle Tre Cime è stata la tua impresa più importante?

«No, forse la più grande per i media e per me, ma è stata anche molto di più. Mi ha fatto capire come si realizzano i grandi progetti, mi sono preparato a lungo, la pianificazione è stata perfetta. Poi la scalata con Ueli è stata la punta dell’iceberg».

Ti alleni nelle palestre indoor?

«Sì, talvolta, ma non mi piace».

Parlaci della Nord dell’Eiger?

«È un’impresa molto più spontanea. Con Julien volevamo provarla, però ci sono stati dei problemini: all’inizio abbiamo sbagliato via, ho perso i ramponi, Julien non stava bene negli ultimi 200-300 metri, così abbiamo fatto 5h05’, c’è ancora tanto margine».

Cosa pensi del rischio in montagna?

«È una parte della medaglia che non mi piace, sono fidanzato con una bella ragazza e a casa mi aspetta un bambino di cinque anni, ecco perché non amo prendermi dei rischi. Però non sarei felice vivendo un’altra vita. È un bel conflitto».

Cosa pensi di occhiali e lenti per l’utilizzo in montagna, perché sono importanti?

«È impossibile non usarli, sono una parte importante dell’attrezzatura. Se esco di casa li ho sempre con me. Le lenti sono fondamentali, a seconda dell’attività devi scegliere quella giusta, o chiara o scura. Io, per gli sport sotto i 4.000 metri, preferisco le lenti Zebra».

Che modello di occhiali Julbo usi?

«Shield. Perché? Perché sono i miei bambini, li ho sviluppati insieme a Clement, il progettista di Julbo, e non sono solo molto funzionali, ma anche molto modaioli».

Julbo Shield

JULBO SHIELD - Protegge gli occhi in montagna come uno scudo

Novità Julbo per la primavera/estate 2018: il modello Shield unisce un design moderno e attuale alla protezione e sicurezza necessarie durante le avventure in montagna.Occhiale idoneo per qualsiasi terreno, anche in presenza di neve in alta quota,Shield offre un campo visivo molto ampio e massima protezione grazie all’alta qualità delle lenti fotocromatiche e polarizzate e alle protezioni laterali.

Le protezioni laterali sono realizzate in morbido tessuto che risulta delicato sulla pelle della zona intorno agli occhi e sono amovibili, per poter indossare l’occhiale anche dopo una giornata in montagna. Shield è inoltre dotato di aste sagomate antiscivolo e grip nose che permettono all’occhiale di rimanere in posizione con qualsiasi movimento e di piccoli fori sulla montatura, esattamente sopra e sotto l’area della lente, per una perfetta ventilazione, evitando così la formazione della condensa. La forma rettangolare lo rende un modello dallo stile elegante ma anche audace.

Shield è disponibile con lenti Zebra (fotocromatiche, di categoria 2-4) e con lenti Cameleon (fotocromatiche e polarizzate, di categoria 2- 4) reattive alle variazioni di luce.

Prezzo consigliato al pubblico – lenti Cameleon: 190 euro

Prezzo consigliato al pubblico – lenti Zebra: 150 euro