Trento Film Festival 2025, allo sci il ruolo di comparsa

di Giorgio Daidola

 

I film di sci (in essi comprendo anche quelli di snowboard) non mancano certo sul web, ma pochi raggiungono festival importanti come quello di Trento, da poco conclusosi. I motivi sono molti, il principale è forse che il maggior numero di opere dedicate allo sci e allo snowboard hanno contenuti puramente commerciali. Sta di fatto che mentre nel primo Film Festival di Trento del lontano 1952 i film di sci rappresentavano il 28% di quelli ammessi, sono ormai anni che questa percentuale è scesa sotto il 5%. C’è inoltre un disinteresse sempre più evidente nelle giurie ufficiali a premiare film di sci, come fossero espressione di un alpinismo di serie B, o di una pratica ludica e consumistica tipica dei lunapark in quota che ha ormai fatto il suo tempo. Secondo molti esperti di turismo invernale che non sanno distinguere le code dalle spatole, lo sci avrebbe perso la sua centralità nella pratica della montagna invernale e purtroppo le giurie pare che abbiano fatto tesoro di questo modo di pensare. Sono insomma un lontano ricordo i tempi in cui a Trento venivano premiati film di sci di indubbio valore. Come ad esempio La decisione di Gerhard Baur, Genziana d’Argento 1985 che in soli dieci minuti dice tutto sullo sci estremo.

Oggi sono cambiati profondamente i criteri di valutazione delle opere e si preferisce premiare lungometraggi e cortometraggi impegnati, con elevate qualità cinematografiche su problematiche ambientali, storiche, culturali, economiche o sociali. Opere che talvolta non riguardano neppure le terre alte. Opere importanti, per carità, ma spesso, mi riferisco in particolare ai lungometraggi, soporifere per gli spettatori. Così anche quest’anno nessun film di sci ha avuto riconoscimenti dalla giuria ufficiale che aveva il compito di valutare i 22 film in gara, di cui uno solo di sci. Sul totale dei 126 proiettati nelle diverse categorie (compresa quella dei 22 in gara) solo 6 erano di sci o di snowboard e decisamente alcuni di essi erano di indubbio valore. È il caso di Painting the Mountains sulla prima ripetizione della salita e discesa in sci della Rampa Whillans sull'Aguja Poincenot, in Patagonia, a opera di Aurélien Lardy, Vivian Bruchez e Jules Socié, facilmente visibile su YouTube e oggetto di un ampio articolo su Skialper 153 di ottobre 2024. Se ne è accorta una giuria speciale, quella del premio Ritter Sport-Emozioni in montagna, definendolo un’opera che va ben oltre il semplice documentario sportivo.

Il pubblico ha invece premiato il lungometraggio norvegese Ski-The greatest ski tour of all time, compreso nei 22 in concorso. Non si tratta di una vera traversata con gli sci come il titolo potrebbe far pensare, ma di un concatenamento di ben 27 salite e discese ripide nella penisola norvegese di Lyngen, che inizialmente il freerider norvegese Vegard Rye pensava di compiere senza dir niente a nessuno. Alla fine Vegard cede alle lusinghe dell’amico Nikolai Shirmer, anche lui sciatore professionista oltre che filmaker, e accetta di girare un film sull'exploit. Ne sono risultati ben 96 minuti, davvero troppi per una storia del genere, di salite e discese all’insegna della velocità, della spettacolarità, ma anche della ripetitività, accompagnati da un’assordante colonna sonora. Ovviamente deve essere piaciuto ai giovani in sala per meritare questo ambito premio. Personalmente ho fatto fatica a vederlo tutto.

 

Sono invece passati quasi del tutto inosservati altri due film di sci decisamente pregevoli: Transcardus, a balkanski story di Elisa Bessega e Pachamama di Yannick Boissenot. In
entrambi i film vengono espresse molto bene le emozioni del viaggiare con gli sci alla ricerca di un modo di vivere le montagne bianche tutto fuorché banale. Fra i protagonisti, in entrambi i casi
grandi signori dello sci ripido, troviamo Enrico Mosetti il Mose nel film di Elisa Bessega e un team formato dagli chamoniardi Julian Casanova, Pierre Hourticq e Camille Armand nel film di Yannick
Boissenot. Il delicato film di Elisa Bessega esprime molto bene il fascino di una traversata inedita di un centinaio di chilometri della catena dello Sharr, in Kosovo, ai confini con la Macedonia e l’Albania. Si tratta di una vera haute route di altri tempi, con grandi zaini con tutto il necessario per campeggiare sulla neve. La performance è intervallata da sciate da manuale del Mose in stile freeride lungo canali ripidi e da una visita alla stazione invernale decadente di Brezovica. A questa traversata il Mose ha dedicato un bell'articolo pubblicato nel numero 153 di Skialper, lo stesso numero del pezzo sulla Rampa Whillans sopra citato.Il film di Yannick Boissenot racconta un viaggio di 5.000 chilometri lungo le Ande argentine alla ricerca di linee ripide mai sciate prima. Un sapiente uso dei droni permette di raggiungere livelli di rara spettacolarità. Da notare che Boissenot non è solo un bravo regista, ma anche un grande specialista di sci ripido e ha quindi potuto trasferire nel film tutta la sua esperienza nella scelta delle linee e nelle tecniche di ripresa. Pachamama è senza dubbio uno dei film di sci ripido più spettacolari che siano mai stati realizzati.

 

Un altro film di sci e di snowboard non premiato al Film Festival è Circle of madness di Christoph Thoresen. I protagonisti sono due superstar del freeride-freestyle che non hanno bisogno di presentazione: Markus Eder e lo snowboarder Victor de Le Rue, fratello minore dell’intramontabile Xavier. Circle of madness permette davvero un’abbuffata incredibile di pazze bravure dei due assi sulla neve. Da notare che anche in questo caso il regista è un freestyler professionista, fattore che ha aiutato non poco a far risultare la spettacolarità delle performance dei protagonisti. Al tempo stesso non ha però evitato di cadere in una certa ripetitività di capriole e rotazioni. Seppur tutte di altissimo livello, qualche sforbiciata qua e là sarebbe stata a mio avviso opportuna…

 

Infine Qivitoq: un film di 67 minuti in cui lo snowboarder francese quarantenne Mathieu Crepel, già campione del mondo di big air e halfpipe, ritorna a Tasiilaq, in Groenlandia, dove aveva girato, quando aveva solo 10 anni, Kallaallit Nunaat (che significa Groenlandia), diventato un film di culto per un’intera prima generazione di snowboarder. Il nuovo film, ricco nei contenuti oltre che professionale nella fattura, rappresenta un viaggio introspettivo che permette a Mathieu di riflettere sui profondi cambiamenti sociali e ambientali della Groenlandia, senza mai cadere troppo nella trappola della nostalgia.

 

 

Foto copertina © Michele Purin


Un'estate a misura di bici a Livigno

Non sono pochi gli scialpinisti che si tengono in forma con la bici, che sia strada, gravel o mountain bike. Quale migliore occasione di farlo in quota, a Livigno, dove spesso si sono sfidati i campioni del Giro d'Italia? Dal 20 al 22 giugno ci sarà la prima edizione di ABOVE | The Bike Experience, un evento che inaugura la stagione estiva ciclistica. Organizzato da Movestro, il cuore creativo dell'Italian Bike Festival, questo appuntamento offre tre giorni dedicati al mondo della bicicletta in tutte le sue forme: strada, MTB, urban, trekking e cargo bike. 

Il programma prevede test rides con i modelli più innovativi, clinic con atleti esperti, social ride guidate, talk, podcast live e musica dal vivo. Un'occasione unica per vivere la bici a 360 gradi, immersi nella natura mozzafiato di Livigno. 

Per saperne di più: https://www.livigno.eu/en/events/above-the-bike-experience 

Per chi invece volesse partecipare a una granfondo,

Il 28 giugno torna la Granfondo Livigno Alé, giunta alla sua 2ª edizione. Due percorsi spettacolari attendono i partecipanti: 

  • Granfondo: 166,8 km con 4.300 m di dislivello, attraversando sei passi alpini oltre i 2000 metri, tra cui l'Umbrail Pass e il Passo Foscagno, con arrivo al Mottolino, salita iconica del Giro d'Italia 2024. 
  • Mediofondo: 106,8 km con 2.050 m di dislivello, passando per il Passo Forcola e il Passo Bernina, con tratti in Svizzera e arrivo sempre al Mottolino. 

Per iscriversi: granfondolivigno.eu


Florea e Kiriago vincono il Golfo dell'Isola Trail, terza tappa delle Golden Trail World Series

Sono trascorsi due anni ma, nonostante il parterre delle sfidanti sia sempre più competitivo, è lei a confermarsi regina indiscussa del Golfo dell’Isola Trail, organizzato sabato scorso da Golfo dell’Isola e TriO Events, terza tappa della Golden Trail World Series 2025 by Salomon. Dalla Romania Madalina Florea (Scott Running), trionfatrice nel 2023 della finalissima savonese, torna a imporsi sul percorso a ‘fiore’ di 26 km con 1.400m D+, confermando una gestione impeccabile del proprio ritmo e una grande forza in salita. Dal quindicesimo chilometro ha acquisito il comando della gara fino a tagliare il traguardo in 2h22'29", più emozionata che mai, precedendo di 27 secondi la keniota Philaries Jeruto Kisang (Run2gether On Trail), tra le più regolari del circuito sui tracciati veloci e specialista nelle salite.

Al maschile va in scena la rivincita del keniota Philemon Ombogo Kiriago (Run2gether On Trail) che, memore del secondo posto del 2023, riesce questa volta a farsi valere in 2h01'47" sul marocchino Elhousine Elazzaoui (Nnormal, 2h02'06"). La coppia si è staccata dal gruppo di testa al km 14,5 e ha dato vita a un duello al cardiopalma nella discesa dal Castello di Monte Ursino. Grazie alla performance ligure e a un solido inizio di stagione, i due vincitori balzano così in testa al ranking GTWS 2025.

«Stavo controllando la gara, ma è successo qualcosa – ha dichiarato Florea - A volte abbiamo giornate buone, altre meno. Sentivo di avere energie, ma qualcosa mi disturbava, ho avuto qualche problema allo stomaco, ma sono riuscita a gestirlo fino alla fine. Da quando ho chiuso la finale 2023 aspettavo questo momento per vincere un’altra gara della GTWS». 

«È stata una gara davvero bella – ha dichiarato Kiriago – ero intenzionatissimo a migliorare la mia prestazione di due anni fa. Ho corso con il mio amico Elhousine, purtroppo per lui sono riuscito a batterlo. Sono molto felice!».

I PODI 

Tra le donne, bronzo alla keniota Valentine Jepkoech Rutto (Atletica Saluzzo), seguita dalla spagnola Rosa Lara Feliu (Compressport), autrice di una grande rimonta. A completare la top 5 femminile la giovane italiana Vivien Bonzi (Brooks Trailrunners), una delle più promettenti dell’attuale panorama. Sesta in classifica, Alice Gaggi (Brooks Trailrunners), dopo aver firmato i suoi migliori tempi stagionali sui 10 km e sulla mezza maratona.  

Tra gli uomini, chiude il podio il keniota Paul Machoka (Atletica Saluzzo), mentre il primo italiano è Cesare Maestri (Nike Trail) che ottiene il quarto posto sfruttando la sua costanza e l’abilità nel mantenere ritmi elevati su tracciati scorrevoli, al termine di un testa a testa col keniota Michael Selelo Saoli (Run2gether On Trail). Delusione per lo svizzero Rémi Bonnet che, nonostante la buona partenza nel suo primo appuntamento del circuito, perde terreno nella seconda metà del percorso chiudendo fuori dalla top 10.

LA CLASSIFICA

DONNE

  1. Madalina Florea (Romania – Scott Running) – 2:22:29 
  2. Philaries Jeruto Kisang (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:22:56 
  3. Valentine Jepkoech Rutto (Kenya – Atletica Saluzzo) – 2:25:33 
  4. Rosa Lara Feliu (Spagna – Compressport) – 2:27:48 
  5. Vivien Bonzi (Italia – Brooks Trailrunners) – 2:31:25 
  6. Alice Gaggi (Italia – Brooks Trailrunners) – 2:32:17 
  7. Marie Nivet (Francia – Nike Trail) – 2:33:14 
  8. Miriam Chepkirui (Kenya) – 2:35:36
  9. Silvia Schwaiger (Slovacchia – Salomon Running Team) – 2:36:47 
  10. Céline Aebi (Svizzera – LV Langenthal) – 2:37:24 

UOMINI

  1. Philemon Kiriago (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:01:47 
  2. Elhousine Elazzaoui (Marocco – NNormal) – 2:02:06 
  3. Paul Machoka (Kenya – Atletica Saluzzo) – 2:02:44 
  4. Cesare Maestri (Italia – Nike Trail) – 2:03:10 
  5. Michael Selelo Saoli (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:03:11 
  6. Richard Omaya (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:03:16 
  7. Rolli Dominik (Svizzera) – 2:03:40
  8. Roberto Delorenzi (Svizzera – Brooks Trailrunners) – 2:06:52 
  9. Jan Torella Oller (Spagna – Salomon Future International Team) – 2:07:13 
  10. Pierre Galbourdin (Francia – Brooks Trailrunners) – 2:08:31 


Trail running, è il momento dei super-materiali

Schiume supercritiche, TPEE e PU sono ormai presenti sulla maggioranza delle scarpe, da allenamento o da gara, come dimostrano i test della nostra Outdoor Guide.

Intersuole con materiali sempre più avanzati. Per tutti. È questo il principale trend che emerge dai test delle scarpe per la corsa in natura della nostra Outdoor Guide, in edicola a partire da fine mese. L’utilizzo di schiume supercritiche è in netta crescita: su 47 prodotti testati, ben 41 montano materiali avanzati nelle zeppe (tra supercritical foaming, TPEE e PU). Solo tre anni fa, prodotti con queste caratteristiche rappresentavano circa il 30% dell’offerta. Questo dato mostra come certe tecnologie siano oggi ampiamente accessibili ai principali attori dello sviluppo. La vera sfida, ora, non è più trovare il materiale più futuristico, ma saperlo integrare in modo coerente con la filosofia del marchio, l’identità dell’utilizzatore e la destinazione d’uso prevista del prodotto. Elemento comune è la costruzione delle zeppe, sempre più simile nei vari modelli per quanto riguarda la disposizione dei sidewall — le sporgenze laterali che fungono da culla per il piede — e l’inserimento (o meno) di elementi stabilizzanti o reattivi. Ed è proprio in quest’ambito si sono registrate le maggiori novità: se fino a poco tempo fa una struttura rigida nella suola era la norma (soprattutto con il boom delle piastre in carbonio), oggi queste tecnologie si concentrano quasi esclusivamente nella categoria performance.

 

Come di consueto abbiamo suddiviso le scarpe per la corsa in natura in due categorie: Trail e Speed Race. La prima ha una connotazione più universale, potremmo definirla anche la scarpa da allenamento. La seconda più competitiva. Se volessimo identificare le componenti principali delle categorie Trail e Speed Race, potremmo dire che la prima è definita da ammortizzazione, stabilità e protezione; la seconda, invece, da leggerezza, precisione e reattività.
Le geometrie che accolgono i materiali delle calzature si differenziano per gli angoli di ingresso e uscita che definiscono il dinamismo della rullata: più accentuati nei modelli da gara, più dolci e naturali nei prodotti da allenamento. Il trend suggerisce che, per un’esperienza più fluida nelle corse a bassa intensità, si prediligano materiali ammortizzanti e compatti combinati con geometrie morbide e accessibili. Al contrario, un modello da gara presenta un'impostazione più aggressiva e reattiva, spesso supportata da inserti nell’avampiede per migliorare il ritorno elastico.
Le scarpe da allenamento rappresentano il cuore dell’offerta: prodotti versatili e resistenti, pensati per gestire ogni tipo di sessione, dai lavori quotidiani ai lunghi pre-gara.
Gli stack height medi si attestano attorno ai 33 mm sul tallone e 27 mm sull’avampiede, in crescita costante negli ultimi anni.
Nel segmento più orientato alla performance, il 100% dei modelli monta zeppe in materiali avanzati. Lo stack height medio è di 30 mm al tallone e 25 mm all’avampiede.
Su venti scarpe testate, sei includono una piastra — in carbonio o Pebax — pensata rispettivamente per aumentare il rimbalzo o modulare l’elasticità.
Queste scarpe sono ideali per corse ad alta intensità, ma il vero elemento discriminante non è l’intensità d’uso, quanto il tipo di terreno.
Le geometrie e i battistrada specializzati definiscono una destinazione d’uso ben precisa: nascono così super-shoe perfette per terreni veloci e corribili, oppure modelli più versatili per condizioni tecniche moderate.
Nelle 304 pagine della Outdoor Guide non ci sono solo i test di 47 scarpe per la corsa in natura, ma anche di 200 altri prodotti tra scarpe da hiking, approach, alpinismo, scarpette da arrampicata, imbraghi, caschi, zaini, lampade frontali, sportwatch, bastoni, piccozze e ramponi.

 

Foto © Riccardo De Conti


Nuova linea sul Becco della Pazienza per Fay Manners e Marco Malcangi

Una parete non sempre in condizione che, dopo le nevicate monstre delle scorse settimane, si trasforma in uno scivolo quasi perfetto e ricco di spine. Ecco perché Fay Manners e Marco Malcangi hanno battezzato la linea aperta con gli sci sul versante Nord del Becco della Pazienza (3.606 m) lo scorso 26 aprile Navigando fra le spine. La discesa scende al centro dell'imponente parete sopra la Valnontey, nella zona del Gran Paradiso. La nuova linea, con uno sviluppo di circa 450 metri, è stata gradata 5.3 E4. Navigando fra le spine scende sulla parete centrale, una cinquantina di metri a destra della linea aperta nel maggio del 2016 da Andrea Bormida, Cristian Botta, Mattia Varchetti e Stefano Ambrosio salendo dal versante piemontese, probabile prima discesa del pendio sul quale aveva messo gli occhi già Federico Negri alla fine del secolo scorso. La linea del 2016 si sovrappone a quella di Manners e Malcangi nel traverso centrale per poi piegare a sinistra nella parte bassa perché nel 2016 sia il canale centrale che la parte bassa presentavano tratti rocciosi a spezzare la linea.

 

L'occasione giusta è arrivata a fine aprile quando proprio quel versante è stato al centro della potente tempesta che ha scaricato metri di neve tra Piemonte e Valle d'Aosta. «Quando siamo arrivati al bivacco Borghi abbiamo fatto fatica a trovarlo perché era sommerso da due metri di neve» ricorda Fay. Dopo una notte al bivacco e aver scrutato bene le pareti circostanti, decidono di provare la linea sul Becco della Pazienza. «Da sotto la neve sembrava abbastanza rovinata dal vento e, nella parte alta, ghiacciata, ma quelle spine erano un'attrazione e abbiamo deciso di provare a risalire il pendio e rientrare se la neve fosse stata insciabile o pericolosa». Invece trovano il pendio in ottime condizioni, con neve invernale stabile e in due ore sono in vetta. «Dopo la prima parte c'è un lungo traverso a destra molto esposto dove abbiamo trovato una placca a vento per fortuna stabile» aggiunge Marco. I tratti più impegnativi? L'attacco e la spina nella parte finale, tra i due traversi. «Le prime curve sembrano sospese su un precipizio così alto ed esposto, costellato di spuntoni di roccia» dice Fay. «La spina tra i due traversi tra le rocce, nella parte bassa, è particolarmente ripida a impegnativa» ricorda Marco. «Avevamo piccozze e corda, ma non sono state necessarie calate, abbiamo sciato tutta la parete» dice Fay. Fay ha usato sci Black Crows Camox con scarpone La Sportiva light, mentre Marco aveva un set più largo e pesante, con sci Black Crows Atris e scarpone quattro ganci Tecnica. 


Mezzalama confermato: condizioni top e tempi di gara più veloci

Ormai mancano poche ore al via. La XXIV edizione del Trofeo Mezzalama è confermata: partenza alle 5:30 scatterà da Breuil-Cervinia. Pochi attimi prima del via, nel rispetto del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, verrà osservato un minuto di silenzio.
A sfidarsi lungo il tracciato ci saranno 320 squadre in rappresentanza di 18 nazioni, ciascuna composta per la prima volta da due atleti, pronti ad affrontare i 45 chilometri del percorso con 3.272 metri di dislivello positivo. Una novità che renderà più veloce la gara. Nelle stime ufficiali sui primi arrivi si prevede in transito sotto lo striscione dei primi intorno alle 9,45, vale a dire circa 40 minuti in meno rispetto all'ultima edizione. I rumour sono comunque per un Mezzalama di circa 30 minuti più veloce. Questa edizione non sarà solo una delle tappe del prestigioso circuito internazionale La Grande Course, ma varrà anche come Campionato Mondiale ISMF Long Distance: in palio, dunque, c'è un titolo mondiale.

I favoriti

Tra le squadre che si contenderanno il titolo iridato i favoriti sono i francesi, neo campioni del mondo a squadre, Xavier Gachet e William Bon Mardion. Sono in crescita le quotazioni di Davide Magnini e Matteo Eydallin, e, a lottare per le prime posizioni ci saranno anche Michele Boscacci e Robert Antonioli, Alex Oberbacher e William Boffelli, i francesi Samuel Equy e Matheo Jacquemoud, e la coppia Nadir Maguet – Anselme Damevin. In campo femminile le favorite sono le francesi Axelle Mollaret e Emily Harrop, seguite dalle azzurre Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni. Un occhio di riguardo anche per Ilaria Veronese e Lisa Moreschini. 

Condizioni ok

Se tutto andrà come previsto, quella di sabato sarà una delle migliori edizioni della storia recente della gara, con tanta neve lungo il percorso. Adriano Favre, direttore tecnico della Fondazione Trofeo Mezzalama, ha concluso in questi giorni la preparazione del percorso: «Abbiamo finito di mettere in sicurezza e tracciare tutto l’itinerario. Le condizioni del ghiacciaio sono ottime: le ultime nevicate hanno regalato finalmente un aspetto invernale a tutto il massiccio del Monte Rosa. I tratti verticali del Castore e del Naso del Lyskamm richiederanno i ramponi, ma saranno meno estremi rispetto alle passate edizioni. Anche nella parte bassa del tracciato, in direzione Gabiet e poi Gressoney-La-Trinité, l’innevamento è buono: gli atleti arriveranno con gli sci ai piedi quasi fino al traguardo. Ora non ci resta che monitorare il meteo: dopo una breve fase di variabilità, sabato mattina è prevista una finestra di tempo stabile che ci permetterà di svolgere la gara in piena sicurezza».

Mezzalama Jeunes

Anche i futuri campioni dello scialpinismo avranno il loro spazio. Sempre sabato 26 aprile, con partenza alle 8 dalla zona del Gabiet, andrà in scena il Mezzalama Jeunes, gara riservata alle categorie giovanili U12, U14, U16, U18 e U20.
Il percorso, si snoderà verso il Rifugio Orestes Hütte, passando per il Colle della Salza e il suggestivo Canalino dell’Aquila. L’arrivo è previsto proprio sotto lo striscione del Trofeo Mezzalama, a Gressoney-La-Trinité.

Come seguire il Trofeo Mezzalama dal vivo

Per chi desidera assistere dal vivo alla gara, sarà possibile raggiungere diversi punti panoramici lungo il tracciato grazie agli impianti di risalita, attivi con tariffe speciali:

  • Breuil-Cervinia – Plateau Rosà: biglietto andata e ritorno € 10.
    Salita dalle 5 alle 8, rientro possibile per tutta la giornata.
  • Breuil-Cervinia – Piccolo Cervino: biglietto A/R € 20.
    Salita tra le 5,30 e le 8,30, discesa tra le 8:,0 e le 10,30.
  • Gabiet – Passo dei Salati – Punta Indren: apertura impianti ore 6, 30, biglietto A/R € 10.
  • Alagna – Punta Indren: apertura impianti ore 6,30, biglietto A/R € 10.
    • Chiusura telecabina Alagna–Pianalunga: ore 16,45
    • Chiusura Funifor Pianalunga–Passo dei Salati: ore 16,15


Dynafit x Vibram test tour

Dynafit lancia un tour di eventi per chiunque si approcci o sia già affine al mondo del trail running. In collaborazione con Vibram, l’estate e la primavera di Dynafit saranno teatro di una serie di appuntamenti presso gli store di dieci dealer sparsi lungo il territorio italiano, dedicati alla novità Trail dell’omonima collezione Door-to-trail e  all’ormai conosciuto modello Ultra Pro.

Pensato per fornire risposte a chi si sta approcciando a questa disciplina e rivolto anche agli esperti che vogliono informarsi sulle specifiche tecniche di modelli e suole differenti, il tour vuole essere, oltre che un momento di formazione, anche un’occasione per riunire persone con una passione in comune. E perché no: magari dare la possibilità ai partecipanti e ai dealer di creare running community.

In abbinamento a questa iniziativa, Dynafit ha anche creato delle connessioni con ospiti speciali e i Trail Hero per permettere ai partecipanti di essere affiancati da esperti e atleti che possano condividere consigli ed esperienze. In aggiunta, in ogni singolo evento ci sarà la possibilità di fare un test gratuito dell’attrezzatura (scarpa e/o zaino), da provare su un percorso studiato appositamente dal team Dynafit.

Ecco il programma:

- 29.04.2025 Mountain Shop Cles, Cles (TN)

- 30.04.2025 Die Laufboutique, Merano (BZ)

- 13.05.2025 Runners High, Bressanone (BZ)

- 20.05.2025 X-Zone Bike, Tavagnacco (UD)

- 22.05.2025 Valli Sport, Schio (VI)

- 27.05.2025 Kappaemme Sport, Selva di Parre (BG)

- 28.05.2025 DF Sport Specialist, Sirtori (LC)

- 04.06.2025 Tecnosport, Aosta (AO) 

- 06.06.2025 Cuore da sportivo, Torino (TO)

- 11.06.2025 Mountain Shop Finale Ligure, Finale Ligure (SV)

I Vibram test tour iniziano sempre alle ore 17:30; a seguire una corsa di circa 10 km in compagnia e per terminare un aperitivo a base di energy drink e musica.

Già da ora è possibile pre-iscriversi all’evento al seguente link: Dynafit Vibram Tour 2025


Ecco il team trail Topo Athletic

La costante crescita nel comparto trail di Topo Athletic passa nel 2025 attraverso un’importante novità, un rinnovato team di atleti élite, allenato da Fulvio Vable, che si appresta a scendere in campo nelle sfide stagionali con i performanti modelli off-road del marchio fondato da Tony Post.

A trainare la compagine Andrea Elia, di Pasturo in provincia di Lecco: salendo sul gradino più alto del podio nel KV Chiavenna Lagunc lo scorso ottobre, il campione Italiano Vertical 2023 ha bissato il titolo strappando al fenomeno Kipngeno la vittoria della tappa di Coppa del Mondo WMRA. Un anno fantastico, che lo ha visto imporsi anche al Melavertical, a pochi secondi dal recordman Dematteis, e confermare la maglia azzurra agli Europei di Annecy, dopo i Mondiali di Corsa in Montagna 2023 a Innsbruck. 

Punta di diamente al femminile, Martina Chialvo, di Envie nel Cuneese, è detentrice del titolo tricolore 2024 nella specialità Long Trail (73K) in occasione di UTLO, oltre all’ottima prestazione agli Europei di Annecy con il 15esimo posto individuale (56K) e al bronzo con il team femminile. Rilevanti i podi 2023 al Trail del Monte Casto (44K) e al Trail del Mottarone (50K), insieme alla presenza in Nazionale ai Mondiali austriaci (45K).

Reduce dalla vittoria a gennaio del Winter Trail Monte Prealba (70K), Valentina Michielli, di Cibiana di Cadore nel Bellunese, ha trionfato nel 2024 alla The Abbots Way (123K), al Gran Raid Prealpi Trevigiane (73K), con un secondo posto al Dolomiti Extreme Trail (103K). Tra le migliori performance della più giovane della formazione, la 27enne Beatrice Bianchi di Solto Collina in provincia di Bergamo, il 23esimo piazzamento agli Europei Off-Road di Annecy e il bronzo all’International Snowdon Race in Galles. 

A completare la compagine al maschile, Manuel Bonardi, di Carlazzo in provincia di Como, forte del quarto posto ai Campionati Italiani Long Trail 2023 e 2024 e della partecipazione ai Mondiali di Long Trail 2023. Specializzato sulle brevi distanze Mattia Barlocco, dalla torinese Locana, con una incetta di primi posti nel 2024 al Trail delle Streghe (15K), al Trail delle Colline, alla UTLO (21K) e al Vertical Andrate Pinalba.

Da Varese, Andrea Macchi ha vestito la maglia azzurra in due diverse discipline: ai Mondiali 2005 nel canottaggio, con un bronzo under 23 in 4 senza pesi leggeri, e ai Mondiali Trail 2018, dove è giunto 24esimo con la migliore prestazione nazionale. Samuele Raffaelli di Vallefoglia (PU) vanta nel suo palmares le vittorie del Trail del Cinghiale (60K) e del Crash Trail, che si aggiungono agli argenti al Trail del Monte Catria, al Bettona Crossing e alla 12esima posizione al Dolomiti Extreme (103K). Infine, Francesco Nicola di Biella, quarto alla Maremontana 2024 (55K) e 25esimo agli Europei.


Test event ok, Italia meno

Tempo di test event olimpico a Bormio ieri e oggi con la sprint e la staffetta mista valide per la Coppa del Mondo. L'appuntamento nell'area di arrivo della pista Stelvio, per una volta non in versione sci alpino, ha permesso di mettere alla prova percorsi e logistica a un anno dai Giochi a cinque cerchi, con la regia di Fondazione Bormio, Società Multiservizi Alta Valle, ISMF, sci club locale e Fondazione Milano Cortina. Percorsi apprezzati per caratteristiche e tracciatura, buona presenza di pubblico e qualche dettaglio da mettere ancora a punto («nessuna diretta Eurosport, zona riscaldamento inesistente, nessuno spazio per i tifosi lungo il percorso» scrive Alba De Silvestro su Instagram, che rimarca anche che «il percorso era ottimo, tracciato perfettamente»). La strada sembra ben tracciata e i test event servono proprio per mettere a punto i dettagli che fanno la differenza.

Meno positive le note sugli azzurri che si fermano al sesto posto di Alba De Silvestro nella sprint, ottenuto dopo un lungo stop causa influenza. Nona Katia Mascherona e tredicesima Giulia Muarada, reduce da una brutta caduta. La vittoria è andata alla francese Emily Harrop sulla svizzera Marianne Fatton e la connazionale Caroline Ulrich. Tra gli uomini successo dello spagnolo Oriol Cardona Coll sugli svizzeri Jon Kistler e Arno Lietha. Primo azzurro Rocco Baldini in diciassettesima posizione, poi Marco Salvadori ventiquattresimo, Giovanni Rossi ventiseiesimo e Nicolò Canclini trentesimo. Nella staffetta mista di oggi vittoria degli spagnoli Oriol Cardona Coll e Ana Alonso Rodriguez sui francesi Thibault Anselmet ed Emily Harrop e gli svizzeri Robin Bussard e Marianne Fatton. Ottavo Nicolò Canclini e Giulia Muarada, terzi nella finale B Michele Boscacci e Alba De Silvestro.


Fra un anno lo scialpinismo all'Olimpiade

Il conto alla rovescia è iniziato, fra esattamente un anno, infatti, lo scialpinismo farà il suo debutto ufficiale ai Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026. Le due gare, sprint e mixed relay, sono in programma, rispettivamente, il 13 e 15 febbraio. Teatro: Bormio, nell’area d’arrivo della pista Stelvio, dove si svolgeranno anche le gare dello sci alpino maschile. Il 15 gennaio si è chiusa l’iscrizione al sito del ticketing ufficiale per accedere al sorteggio per l’acquisto prioritario, mentre da aprile verrà dato il via alla vendita libera, sempre sul sito del ticketing ufficiale dei Giochi.   

Quanti saranno gli atleti in gara a Bormio?

Diciotto nelle sprint e 12 squadre nella mixed relay per un totale di 36. L’Italia ha un atleta per sesso qualificato di diritto come Paese ospitante. Il numero massimo di atleti per nazione è di quattro, due uomini e due donne. I criteri di qualifica per la mixed relay prevedono due squadre per le prime due nazioni classificate ai Mondiali ISMF 2025, quattro per i comitati nazionali degli altri continenti meglio posizionati nella ranking list olimpica della mixed relay, a patto di avere almeno un atleta per sesso che rispetta i criteri di eleggibilità olimpica. I comitati nazionali che non hanno ancora una squadra classificata, verranno scelti a scalare verso il basso dal ranking olimpico di specialità fino al raggiungimento di 12 squadre. Ogni nazione non può avere più di una squadra in gara. Per quanto riguarda la sprint, due posti sono riservati ai primi due classificati ai Mondiali 2025 e quattro ai primi classificati del ranking olimpico di specialità, a patto che la nazione non abbia già raggiunto la quota massima di atleti. Gli altri 12 sono i concorrenti della mixed relay (e di conseguenza l’Italia ha sicuramente due atleti classificati di diritto anche nella sprint). Il Paese ospitante qualifica automaticamente anche due atleti per la sprint dei Mondiali. I criteri di eleggibilità prevedono che gli atleti debbano essere nati fino al 31 dicembre 2007 ed essersi qualificati: almeno una volta nel primo 80% della classifica di una mixed relay o sprint di una gara di Coppa del Mondo o dei Mondiali nel periodo di qualificazione olimpica; almeno due volte nel primo 90% della classifica; almeno una volta nella top 6 di una gara di Coppa del Mondo under 18 o dei rispettivi Mondiali, sempre nel periodo di qualificazione olimpica, che va dal primo novembre 2024 al 31 dicembre 2025.

 

credit foto: © ISMF


Dynafit Trailhero: aperte le candidature per il 2025

Da sabato scorso, primo febbraio, ci si può candidare per diventare Trailhero di Dynafit, dei veri e propri ambassador della filosofia del marchio, che riceveranno una fornitura completa e condivideranno la loro passione per il trail running e i prodotti del leopardo delle nevi. Ecco il comunicato ufficiale con le istruzioni per la candidatura.

 

Dopo il record del 2024, il popolare programma Trailhero entra nel vivo: a partire dal 1° febbraio 2025, DYNAFIT cercherà nuovamente corridori amatoriali motivati che vogliano partecipare nella comunità come Trailhero. I partecipanti dovranno aspettarsi una stagione entusiasmante, ricca di gare ed eventi, una grande comunità con persone che la pensano allo stesso modo e approfondimenti esclusivi sul mondo di DYNAFIT. Per poter esprimere tutto il loro potenziale lungo i percorsi, gli atleti selezionati saranno equipaggiati dalla testa ai piedi con attrezzature di alta qualità di DYNAFIT. In compenso, potranno condividere con la comunità le loro esperienze e il loro entusiasmo per il Trail Running.

COME FUNZIONA LA CANDIDATURA

Il periodo di candidatura per il Programma Trailhero 2025 inizia il 1° febbraio e termina il 16 marzo. Gli atleti scopriranno entro il 1° aprile se sono stati selezionati per far parte della squadra. Possono candidarsi atleti amatoriali senza un contratto di sponsorizzazione analogo, di età superiore ai 18 anni, provenienti da un totale di 16 Paesi: Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. Cerchiamo trail runner ambiziosi che vivano la loro passione 365 giorni all‘anno e che vogliano contribuire in modo proattivo a formare la comunità DYNAFIT come esperti della scena e opinion leader. Gli atleti devono quindi avere una certa affinità con i social media. È possibile iscriversi al programma Trailhero online su dynafit.com/trailheroes. Gli atleti che hanno già fatto parte del team Trailhero di DYNAFIT possono partecipare di nuovo.

Per iscriversi sono necessarie le seguenti informazioni:

· Dati personali e una breve presentazione

· Account su social media compreso Strava

· Una descrizione della motivazione

· Una foto in azione e una foto profilo

· Eventualmente Informazioni sui contratti di sponsorizzazione esistenti.

· Esperienza sportiva e obiettivi

COSA DEVONO ASPETTARSI I TRAILHERO

Ci sarà una squadra di Trailhero per ogni paese di provenienza, che percorrerà i sentieri come ambasciatori di DYNAFIT fino alla fine dell‘anno. Gli atleti saranno equipaggiati dalla testa ai piedi con l‘ultima collezione di prodotti per il Trail Running e potranno contare su sfide entusiasmanti, posti di partenza gratuiti per le gare, servizi fotografici ed eventi per la comunità. Nell‘ambito del programma di tutoraggio, i corridori potranno entrare in contatto con gli atleti professionisti di DYNAFIT e approfittare della loro esperienza. Riceveranno inoltre un account Pro per fare acquisti nel negozio online DYNAFIT, prezzi scontati per allenarsi nel DYNAFIT Athlete Centre e altre offerte e sconti speciali specifici per ogni paese. In compenso, ogni Trailhero dovrà essere presente a importanti eventi legati al marchio, avviare progetti indipendenti e condividere in modo proattivo le proprie esperienze e avventure con la propria comunità attraverso i social media. Il programma Trailhero è seguito con attenzione dai canali DYNAFIT e gli atleti riceveranno informazioni esclusive sui retroscena del marchio.

PROGRAMMA TRAILHERO DI DYNAFIT: UN CONCETTO PER IL SUCCESSO

Otto anni fa, DYNAFIT ha iniziato per la prima volta a cercare candidati idonei in Germania e Austria. Nel frattempo il programma Trailhero si è affermato a livello internazionale. Per la stagione 2024, DYNAFIT ha registrato un record di oltre 2150 iscrizioni: questo numero sensazionale di partecipanti dimostra il grande interesse della comunità. «I Trailhero sono importanti ambasciatori del nostro marchio e, soprattutto, sono un modello di riferimento e una fonte di ispirazione per i neofiti del Trail Running» spiega Alexander Nehls, Direttore Marketing Internazionale di DYNAFIT.
«È impressionante vedere la passione e la genuinità con cui gli atleti amatoriali si impegnano. Naturalmente vogliamo premiare questo aspetto» continua Nehls. DYNAFIT ha quindi annunciato un nuovo progetto di corsa speciale per l‘estate 2025 che lancerà ai Trailhero più motivati di tutto il mondo una sfida entusiasmante. «A breve riveleremo di più al riguardo, ma possiamo già dire questo: sarà una sfida #SPEEDUP davvero straordinaria che attraverserà le Alpi, dove saranno richiesti spirito di squadra e resistenza». Tutte le informazioni sul programma Trailhero e sulla domanda di partecipazione sono disponibili su www.dynafit.com/trailheroes 

 


Il pin al contrario

Dopo lo sci con motore elettrico, ecco l'attacchino a pin ultraleggero, che sfrutta un meccanismo 'al contrario' sul puntale, pronto a far discutere gli appassionati. La ganascia del puntale, infatti, non ha i due tradizionali perni che si infilano nei fori laterali dello scarpone, ma un semplice incavo nel quale si incastrano i perni, che fuoriescono da un inserto a clip da posizionare nei fori della scarpa. Anche la talloniera è diversa, con un pistone che contiene la molla al posto della tradizionale torretta, sostituito da un semplice fermo per il modello più leggero. Entrambi sono posizionati su un'astina metallica simile a quella dei ramponi. 

 

 

Presentato dall'austriaca 5ive, il nuovo attacchino è interamente in metallo e promette pesi record: 120 grammi per il modello First.Era Ultra (valori di sgancio fino a Z10) e 350 per quello da freeride First.Era (sgancio fino a Z14). La produzione è prevista a partire da ottobre e gli inventori hanno lanciato una campagna su Kickstarter a sostegno della start-up che ha sfiorato i 70.000 euro.