This Is Vertical Race da record
A segno gli atleti LaSpo Marco Moletto e Beatrice Deflorian
Seconda edizione di This Is Vertical Race a Valgoglio. Partenza a cronometro dalla centrale Enel di Aviasco con arrivo alla località Cazzat con 1.000 metri di dislivello in un 1.8 km di sviluppo. Nuvole basse e pioggia battente hanno reso scivoloso il tracciato. Ma non sono mancate prestazioni record. Ad avere la meglio è stato Marco Moletto con il tempo di 33.18 (battendo il precedente crono del tracciato, 34.01, appartenente a Patrick Facchini). La medaglia d’argento va a William Boffelli in 36.12 e chiude il terzetto da podio Fabio Bazzana in 36.54. Completano la top ten maschile: Pietro Lenzi, Francesco Carrara, Filippo Curtoni, Davide Milesi, Manuel Cristini, Daniele Tomasoni e Angelo Corlazzoli.
Nella gara rosa prima Beatrice Deflorian in 41.56, nuovo primato cronometrico femminile. Alle sue spalle Elena Nicolini in 46.04 e Silvia Cuminetti in 51.43 completano il trio femminile del podio. Nelle prime dieci Silvia Franzini, Isabella Labonia, Dalila Gervasoni, Silvia Chiappa, Milena Lorenzi e Giovanna Monella. Premi speciali al più giovane e al meno giovane, consegnati rispettivamente a Laura Tiraboschi e al tetragono Alfredo Pasini.
Morenic Trail a Luca Carrara
Quarta assoluta Francesca Canepa
Ultimo atto del circuito Ultra delle Skyrunner Italy Series con il Morenic Trail. Vittoria di Luca Carrara che ha chiuso i 113 km (e 2.280 metri di dislivello) da Andrate a Brosso nell'anfiteatro morenico di Ivrea, con il tempo di 10h37’44”. Alle sue spalle Fabio Di Giacomo in 10h54’10”, con terzo Marco Mangaretto in 10h58’00”. Quarta assoluta Francesca Canepa al tragiardo in 12h13024”.
Stefano Stradelli detta legge al Mont Avic Trail
Marcella Belletti prima della gara rosa. Ecco i vincitori del TTVDA
Champdepraz e i sentieri del Parco Naturale del Mont Avic hanno accolto oltre 300 concorrenti per la quarta edizione del Mont Avic Trail. Grande successo nonostante le nuvole basse che hanno interessato le zone alte dei due percorsi. Quest’anno finalmente gara completamente asciutta, solo una leggera pioggerellina è caduta nel tardo pomeriggio.
Stefano Stradelli senza rivali nella 37 chilometri maschile. Il valdostano ha iniziato a volare sui sentieri del Mont Avic già dai primi chilometri. Primo al passaggio intermedio di Covarey, ha proseguito la cavalcata chiudendo in 4h19’01”. Seconda posizione, a 26’24” per Nicolas Statti, con terzo, a 28’54” Lorenzo Facelli.
Dominio anche al femminile. La vittoria è andata a Marcella Belletti giunta al traguardo in 5h 38’34”, tempo che le è valso il diciannovesimo posto assoluto. Seconda Annalisa Faravelli in 5h 52’14”, con terza Sara Dotto in 6h 00’15”.
La 22km maschile è stata incerta fino all'ultimo. Stefano Castagneri e Henri Grosjacques hanno corso insieme per circa 20km. Nella discesa finale il finanziere Castagneri ha accelerato, vincendo sul traguardo di Covarey in 2h 08’41”. Seconda posizione dunque per Grosjacques, vincitore del circuito Défi Vertical, in 2h 10’33”. Terzo gradino del podio per il piemontese Federico Airola in 2h 20’55. La prova in rosa è andata a Roberta Jacquin all’arrivo in 2h 52’58”, a precedere Maria Panseri (3h 01’41”) e Valérie Desandré (3h 07’36”). In gara anche tre atleti della Fisdid: primo Alex Grivon, secondo Andrea Sefusatti e terza Sveva Simoncini, tutti accolti da un grandissimo applauso.
«Sono state due splendide giornate di sport - dice Dennis Brunod -. Abbiamo ricevuto tanti complimenti, per noi è un ulteriore slancio in vista della prima edizione del Mont Avic Extreme SkyTrail del 2017. Un grazie anche ai volontari, unici e insostituibili: senza di loro sarebbe impossibile organizzare questi eventi».
TTVDA - Con il Mont Avic Trail è andato in archivio il Tour Trail della Valle d’Aosta. Al femminile vittoria di Gabriella Boi con 777,75 punti. Seconda posizione per Annalisa Faravelli (639,68) e terza per Elena Piazzi (456,79). Enzo Benvenuto si è invece aggiudicato il titolo maschile con 1201,31 punti. Ha concluso davanti a Simone Tucci (854,26) e Daniele Calandri (685,54). A ricevere il premio finisher (maglietta, ramponcini e bastoncini) sono stati Gabriella Boi, Alessandra Joly, Elena Piazzi, Elena Grigoletto, Elena Pittana, Valentina Amato, Manuela Vecchini, Enzo Benvenuto, Simone Tucci, Daniele Calandri, Nadir Vuillermoz, Jean Paul Frassy, Michele Nania, Alberto Mainetti, Gianluca Tripodi, Gualtiero Pession, Edy Glarey, Michele Piana, Mauro Gandini, Luca Giai, Fabrizio Cabbia, Natalino Massoni, Paolo Danna, Marco Pagliarin, Alex Doveil, Giovanni Falcone, Alessandro Dovio, Fabio Rigotti, Carlo Alberto Raschioni.
Ski-alp, novita' nella squadra del Veneto
La presentazione a Longarone
Tradizione festa della FISI Veneto, quest’anno a Longarone, con le premiazione degli atleti per i risultati dell’ultima stagione e la presentazione delle squadre regionali per la prossima. E non sono mancate le novità in quella di ski-alp. Confermati a pieni voti dal responsabile Carlo Ceola i due allenatori Luca Palla e Gianluca Lorenzini, spicca invece la presenza degli atleti del Bogn da Nia: la società ha cambiato sede sociale, passando a Canazei al Bellunese e dunque entra nel Comitato Veneto.
Così nel gruppo Juniores troviamo Carlo Colaianni, Laura Corazza, Melanie Ploner e Giorgia Felicetti. Con loro anche Matteo Cuel del CAI Schio e Enrico Loss del Valdobbiadene.
Cresce il gruppo Cadetti, grazie al progetto Skid Alp Tour che dà la possibilità ai ragazzi di provare lo ski-alp nei vari centri sciistici veneti: in squadra ci sono Matteo Sostizzo del CAI Schio, Pietro Festini del Padola, Mattia Tanara del CAI Schio e Milly Crepaz dell’Arabba. Due gli Espoir, Alba De Silvestro del Dolomiti Ski-Alp e Fabio Pettinà del CAI Schio, mentre tra gli Osservati sono stati inseriti Olesia ed Erwin Ronzon del Valdobbiadene e Edoardo Favaretto del Dolomiti Ski-Alp.
Già fissato il primo raduno della nuova squadra regionale veneta: si svolgerà al Passo dello Stelvio dal 28 ottobre al 3 novembre.
Pajosco-Bassi, vittoria per due
Successo a pari merito all’Ultratracks, al Mont Avic vince Stradelli
Fine settimana autunnale ancora ricco di trail quello del 2-3 ottobre. Ieri erano in programma, tra le altre gare, anche l’Ultra Tracks Supramonte Seaside, il Mont Avic Trail e il Campo dei Fiori Trail.
SUPRAMONTE - Successo ex aequo nella gara di 90 km per Nicola Bassi e Marco Pajusco in 10h17’04’’, davanti a Francesco Pompoli. Prima donna Marta Poretti (13’48’22’’), davanti a Konstanze Hahn. Nella 42 km successo del sardo Antonio Filippo Salaris (4h41’25’’) che ha nel palmarès un quarto, un sesto e un settimo posto alla Marathon des Sables su Alessandro Colombi e Dario Tuveri (prima donna Anna Conti in 5h37’10’’) e nella 23 km vittoria di Manuel Speranza (2h29’56’’) e Pina Deiana (2h59’13’’). Nicola Bassi nei prossimi giorni cercherà di stabilire il record di percorrenza del Selvaggio Blu, il trekking che corre tra mare e monti in questo selvaggio angolo di Sardegna.
MONT AVIC - Nella gara lunga (37 km) successo di Stefano Stradelli in 4h19’01’’ su Nicolas Stratti e Lorenzo Facelli. Prima donna Marcella Belletti in 5h38’34’’ davanti ad Annalisa Faravelli e Sara Dottor. Nella top ten anche Bruno Brunod, quinto. Nella 22 km successi di Stefano Castagneri (2h08’41’’) e Roberta Jacquin (2h52’58’’).
CAMPO DEI FIORI - Vittoria di Clemente Belinghieri sul percorso di 41 km di questa gara alla prima edizione ma con tanti big in 3h34’38’’ su Stefano Ruzza e Mauro Toniolo. Nella top ten anche Giuliano Cavallo, settimo. Prima donna Francesca Tesolin in 4h21’34’’ davanti a Yulia Baykova e Giuliana Arrigoni.
Concluso il Defi Vertical
Al Vertical du Costaz a segno Gloriana Pellissier e Nadir Maguet
Buona la prima. Quasi 100 concorrenti hanno partecipato alla prima edizione del Vertical du Costaz, prova che ha chiuso il circuito valdostano Défi Vertical. Sole e temperatura quasi estiva a Covarey, sede di partenza. Condizioni meteo opposte dopo 2,9 chilometri e 1.000 metri di dislivello positivo. Al Colle Valmerianaz freddo, vento e nebbia. Gara maschile a senso unico. Lo scialpinista dell’Esercito Nadir Maguet, già vincitore a Courmayeur, si è imposto con il crono di 37’54”. Nessuno è riuscito a stargli dietro. Fin dai primi metri ha imposto il suo ritmo e tagliato il traguardo in solitaria. Seconda posizione per Henri Aymonod (41’36”), con terzo gradino del podio per il forestale Pierre Yves Oddone (42’16”). Quarto il finanziere Stefano Castagneri (42’56”) e quinto Mathieu Brunod (43’06”), figlio della leggenda Bruno.
Più combattuta la gara femminile con Gloriana Pellissier e Christiane Nex che per gran parte della competizione hanno lottato. Nel finale l’alpina dell’Esercito ha aumentato il ritmo e vinto in 49’36”, staccando di 47” Christiane Nex. Terzo gradino del podio per Chantal Vallet (51’11”), con quarta Susanna Neri (52’45”) e quinta Giorgia Ganis (53’41”).
Henri Grosjacques, ottavo, ha vinto il circuito Défi Vertical maschile con il punteggio di 723,08. Il valdostano della Val d’Ayas ha preceduto Pierre Yves Oddone (461,69), Simone Cappelletti (397,16), Remo Clerino (388,84) e Fabrizio Cuaz (376,66). Al termine delle cinque prove il successo in rosa è andato a Chantal Vallet (242,21), brava a precedere Christiane Nex (201,75), Barbara Cravello (172,14), Corinne Favre (92,37) e Giuseppina Marconato (91,09).
Blogger Contest, ecco i vincitori
La premiazione domenica ad Arco
Si svolgerà domenica 2 ottobre, alle ore 17.00 ad Arco (Tn), nell’ambito del Adventure Awards Days (www.adventureawards.it), il festival italiano dell’avventura e dell’esplorazione, la premiazione del Blogger Contest. La giuria, della quale fa parte anche il direttore responsabile di Skialper Claudio Primavesi, oltre a Roberto Serafin, Davide Fioraso, Franco Michieli e Simonetta Radice), dopo l’esame dei 95 post multimediali pubblicati su altitudini.it, ha scelto i seguenti 18 blogger finalisti e, analizzando quattro criteri di giudizio (capacità d’interpretare il tema del concorso; qualità del testo; qualità dell’immagine; qualità produzione editoriale sul blog personale), sono stati decretati i vincitori della quinta edizione del Blogger Contest:
1° posto | Gian Luca Diamanti (Terni) / RAMINGO
Giudizio della giuria | Il tema del contest favoriva forse di più gli uomini. In questo caso però è un cane l’io narrante, felice di condividere la sua libertà con quella del padrone vagabondo. Il riuscito ritratto di questo compagno di viaggio “che non chiede ma cerca” si accompagna con un’immagine particolarmente appropriata e suggestiva. Non si può che sorridere quando arriva la conferma della voce narrante. Un intervento che lascia intuire ma che sorprende e spiazza nel finale. Gian Luca Diamanti è riuscito a rendere accattivante un argomento che avrebbe potuto sfociare facilmente nella retorica, con le giuste parole, un sapiente utilizzo della tecnica del cliffhanger e un’immagine espressiva.
2° posto | Gabriele Villa (Ferrara) / VAGABONDO PART-TIME
Giudizio della giuria | Vagabondaggio vintage sulla scia di Kurt Diemberger, il papà di tutti gli alpinisti “bergvagabunden”. Un quadretto che riporta con brio, anche grazie alle immagini d’epoca, al free climbing quale diretta espressione negli anni Settanta e successivi del movimento hippy sviluppatosi a Yosemite anche nel campo dell’arrampicata. C’è un nomadismo dell’anima, filosofico prima ancora che fisico, ma c’è anche il vero, concreto nomadismo. Si può essere nomadi dietro casa, non necessariamente in Himalaya, si può essere nomadi tutta una vita se si ha lo spirito giusto. E non c’è nulla di più bello che ricordare le proprie esperienze raminghe… Se poi lo sai fa con la giusta autoironia e un collage di foto uscite dall’antenato del blog, il diario, il gioco è fatto!
3° posto | Giovanni “Spit” Spitale (Solagna, VI) / NESSUNO SA DOVE SONO
Giudizio della giuria | L’incontro con un guerrigliero curdo in Turchia al confine con la Siria rappresenta uno squarcio di umanità nel contesto di una terra tormentata dalla guerra. Una micro-storia scritta con lo stile avvincente del thriller. Con il merito, non da poco, di unire il nomadismo ai drammi della vita contemporanea. Drammi che sono dietro l’angolo ma sembrano tanto lontani nello spazio e nel tempo. Il tutto condito da una foto che si fa apprezzare anche se ritrae il nemico numero uno del vero nomadismo bipede, l’auto. Gesto coraggioso, ma non sono forse le quattro ruote il paradigma di tanti nomadismi carichi di storie, sofferenza e speranza? Secco, d’effetto. Una scrittura sicuramente di spessore.
PREMIO SPECIALE SKIALPER - Roberta Zantedeschi (Zugliano, VI), Stefano Lovison (Padova) e Enrico Fiordiponti (Pelago, FI) avranno pubblicata il loro post sulla nostra rivista.
PREMIO SPECIALE IMS - Sono stati inoltre assegnati i premi speciali IMS a Sara Taiocchi (San Pellegrino Terme, BG), Jean Pierre Perrier (Arvier, AO) e Tatiana Bertera(Bergamo) che dal 14 al 16 ottobre 2016 saranno gli inviati speciali del Blogger Contest all’International Mountain Summit (IMS) di Bressanone con il compito di raccontare l’IMS ai lettori di altitudini.it.
Anche la Half Skyrace a Bellagio
Appuntamento il 23 ottobre per la panoramica gara delle Italy Series
La Bellagio Skyrace, ultimo appuntamento delle Italy Series, nata appena tre anni fa, torna con un percorso rinnovato e, a meno di un mese dall’evento, il programma il 23 ottobre, le iscrizioni sono arrivate a quota 190, non solo dalla nostra penisola ma, a sorpresa, anche da Lituania, Svizzera, Grecia, Francia, Inghilterra, Olanda e Romania. Il panorama che si gode dalla vetta del Monte San Primo, cima Coppi della gara, a quota 1.682 m, è uno dei più belli di tutto il Lago di Como.
NOVITA’ HALF - La gara voluta da Franco Sancassani inaugura da quest’anno la half skyrace di 14,5 km e 1.050 metri D+, che arriva fino a quota 1.100 del Belvedere Nuvolone, dove ammirare il promontorio di Bellagio e la catena delle Alpi Retiche. Una valida alternativa alla gara principale, di 27 km e 1.830 m D+. Confermato il percorso per i più piccoli all'interno del Parco dei giardini di Villa Melzi. Lo scorso anno si impose Tadei Pivk davanti a Daniel Antonioli e Gil Pintarelli. In rosa vinse Silvia Rampazzo su Ilaria Bianchi e Susanna Serafini. Sul parterre del Lungolago di Bellagio si prospettano grandi sfide fra nomi importanti dello Skyrunning , sia in ambito maschile che femminile. Domenica 23 ottobre il ritrovo è fissato dalle ore 6.30 al palazzetto dello sport di Bellagio. Per ulteriori informazioni visitare il sito ufficiale www.bellagioskyteam.it.
Il diario di Kilian dall'Everest
Dopo il tentativo di record nel progetto Summit of my life
Ad agosto Kilian Jornet, insieme a Seb Montaz Rosset, Jordi Tosas, Vivian Bruchez, ha cercato il record sull’Everest nel progetto Summit of my life. Non ce l’ha fatta, ma crediamo che tornerà presto a caccia dell’impresa. A casa ha scritto un diario della sua esperienza, ecco alcuni passi del suo racconto.
“Siamo arrivati a Kathmandu il 7 agosto. Avevamo un biglietto di sola andata, con l'obiettivo di raggiungere la vetta tra le quattro e le sei settimane. Tutto dipendeva dalla nostra acclimatazione e dalle condizioni della montagna. Eravamo eccitati e ansiosi di iniziare la sfida. Dopo tante settimane di preparazione in alta montagna sulle Alpi, eravamo a Kathmandu. L'idea iniziale era quella di andare direttamente a Rombuk e al Campo Base, ma a causa di alcuni problemi burocratici siamo riusciti a partire per il Tibet solo il 16 agosto.
Nell’attesa siamo andati a Langtang in modo da non perdere la nostra acclimatazione e per vedere a che punto erano i lavori di ricostruzione nella valle dopo il terremoto dello scorso anno. (…) Abbiamo notato che la zona stava tornando alla vita (…). Il progetto che abbiamo lanciato insieme alla ONG SOS Himalaya ha permesso la ricostruzione di molte case, ma c'è ancora molto da fare.
Dopo un lungo viaggio in Tibet, il 19 agosto siamo finalmente arrivati a Rombuk, dove finisce la strada, proprio di fronte la parete nord dell'Everest. Un lungo viaggio, ma ne è valsa la pena: da questo lato della montagna appare come una piramide bianca perfetta attraversata da ‘strisce’ di roccia.
Abbiamo trascorso due giorni in Rombuk e scalato alcune cime fino a 6.500 metri. Il 22 siamo saliti fino al Campo base avanzato con 12 yak, Sitaram, il cuoco nepalese, e Namste, il suo aiutante tibetano. Le condizioni hanno reso impossibile agli yak di arrivare al campo base, conosciuto come Zombie Camp a 6.500 metri. Alla fine ci siamo fermati a 5 km, dove abbiamo messo le tende per quello che doveva essere il nostro accampamento per la spedizione.
La settimana seguente era tempo di acclimatarsi in quota. Il tempo era soleggiato, caldo e senza vento, così siamo stati in grado di salire rapidamente a 7.200 metri, verso il passaggio a nord. Ci siamo trasferiti da soli, ognuno alla propria velocità e abbiamo cercato le vie più sicure in termini di crepe e seracchi. Il 29 sono salito a 7.700 metri alla ricerca di una linea a sinistra dei seracchi sul colletto a nord: in particolare sul versante nord-est. Le condizioni sul fronte nord-est/nord erano perfette, con una quantità di neve fresca caduta sul crinale durante il monsone. Una sensazione incredibile essere solo su una montagna così enorme. C'era un sacco di neve che ha reso difficile andare avanti, ma, in termini di sicurezza, le condizioni erano buone. Non c'era alcun rischio di valanghe e il tempo è stato stabile.
Due giorni dopo, il 31 agosto, abbiamo deciso di fare un ultimo giorno di acclimatazione, e cercare di raggiungere 8.000-8.200 metri. Questa volta con Seb e Jordi siamo partiti alle tre del mattino e alle sei abbiamo attaccato la parete nord-est (…) Condizioni perfette di neve e ghiaccio, con una pendenza media di 55°. A mezzogiorno, a 7.600 metri, il tempo è cambiato improvvisamente. C'era neve pesante e con un elevato rischio di valanghe.
Dopo questo tentativo, abbiamo trascorso alcuni giorni di relax a Rombuk, in attesa di un meteo migliore.
In quei giorni il monsone ha intensificato la sua forza, c'era un sacco di vento e nevicate costanti. L'8 settembre è arrivato il bel tempo e abbiamo cercato di raggiungere la vetta con Jordi e Seb. Sapevamo che le condizioni erano difficili, ma abbiamo deciso di provare lo stesso. Abbiamo lasciato il nostro campo a mezzanotte. Alle tre del mattino abbiamo raggiunto la parete nord-est, e ci siamo resi conto che il vento aveva creato grandi placche e abbiamo deciso di scendere.
Abbiamo analizzato la situazione ed era chiaro che negli ultimi giorni la tanta neve aveva creato grandi accumuli sulla montagna e il vento aveva formato lastre di grandi dimensioni, non solo sul versante nord-est, ma anche sul crinale. Tenendo questo in mente, era chiaro che le cose dovevano cambiare radicalmente per la nostra sicurezza. Abbiamo dovuto rinviare la sfida della scalata all'Everest perché una rapida ascesa ci avrebbe esposti a troppi rischi (…).
I nostri permessi erano validi ancora per una settimana e abbiamo colto l'occasione per alcune attività nella zona. L'11 settembre sono andato a Chang Tse, a 7519 metri, lo stesso giorno Seb ha sciato su Changzheng. Il giorno seguente ho voluto salire il più in alto possibile sulla via normale verso l'Everest. C'era un sacco di neve, ma la progressione è stata fluida (…) e ho raggiunto 7.950 metri prima di mezzogiorno. Ma il tempo è peggiorato e ha iniziato a nevicare. Sono sceso in fretta, seguendo il percorso della salita (…). Così abbiamo lasciato l'Everest alla prossima occasione.
Il giorno seguente, il 13 settembre siamo andati con Vivian e Seb a sciare sul monte di fronte al nostro campo, tra il Changtse e Changzheng, a 6.910 metri. (…). Il tempo era ancora instabile e c’era un alto rischio di valanghe in alto. Abbiamo lasciato la montagna con un po’ di frustrazione (…) ma allo stesso tempo siamo rimasti molto soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare. Sono molto contento di quello che ho imparato in queste ultime settimane in Himalaya. Abbiamo visto quello che funziona e quello che bisogna cambiare. Sono cresciuto come scalatore. La spedizione ci ha lasciato belle sensazioni, anche se non siamo stati in grado di raggiungere la vetta. Una grande esperienza che sarà utile quando torneremo e cercheremo di nuovo il record”.
Che bagarre nel La Sportiva Vertical Trophy
Domenica la nona tappa, il Ciok Vedeler
Nel La Sportiva Vertical Trophy, se al femminile i giochi sono ormai fatti visto che Beatrice Deflorian della US Cornacci di Tesero è saldamente al comando con cinque vittorie e 10 punti di bonus della tappa di Roncone (servivano i migliori quattri risultati), al maschile sarà grande bagarre per il primo e secondo posto: Nicola Pedergnana e Patrick Facchini, del Team la Sportiva, infatti, si trovano appaiati con 398 punti, tre vittorie e due secondi posti per entrambi, inoltre erano presenti anche a Roncone per cui i punti di bonus contano poco. Vediamo se si presenteranno ai blocchi di partenza per le due ultime tappe, nel caso di parità saranno prese in considerazione le partecipazioni: dunque importante essere presenti. Per il terzo podio se la giocano in cinque, Maurizio Mich della Cornacci di Tesero, Simone Manfroi e Mattia Giuliani del team Bogn da Nia, Tiziano Conti della Cornacci, Stefano Valentini dell’Atletica Valle di Cembra, ma attenzione con tre prove e attualmente fuori punteggio c’è anche Fabio Bazzana, a lui basterebbe un piazzamento nei primi cinque in una delle due tappe finali per aggiudicarsi la terza piazza, dunque anche qui grande incertezza.
Ben 115 atleti sono in lizza chiudere il circuito (almeno 4 gare sulle 10 in programma), tre sono i potenziali “Big Finisher”, Christian Sparagna, Delugan Efrem e Duccio Tessadri, sinora sempre presenti nell’arco della stagione.
Domenica 2 ottobre in programma la nona tappa, il Ciok Vedeler di Soraga in Val di Fassa, con partenza in linea alle ore 14.30 presso i campi sportivi (iscrizioni sul sito www.ciokvedeler.it) Premiazioni e Felicetti Pasta Party presso il centro polifunzionale (Gran Ciasa) di Soraga con inizio ore 19. Gran finale del circuito a Ziano di Fiemme con la Vertical Costolina in programma sabato 8 ottobre e festa finale presso il tendone delle manifestazioni.
Grandi sfide alla Chiavenna Lagunc
In programma domenica 9 ottobre
Il fortissimo eritreo Petro Mamo e i gemelli Dematteis sono solo tre nomi di spicco del Km Verticale Chiavenna Lagünc in programma domenica 9 ottobre. «Ci sono tutte le premesse per una gara che potrebbe regalare forti emozioni – ha confermato Nicola Del Curto del comitato organizzatore -. Oltre a questi grandissimi campioni avremo al via gli azzurri di corsa in montagna Emanuele Manzi, Francesco Puppi, Alex Baldaccini, Davide Magnini, il neozelandese Jonathan Wyatt e il vincitore della coppa del mondo di scialpinismo Michele Boscacci che lo scorso anno sfiorò il gradino più alto del podio alla nostra gara per un soffio. Tanto per non farci mancare nulla stiamo lavorando per presentare ai nastri di partenza un altro campione dello skialp come Damiano Lenzi».
Sarà gara vera anche al femminile: «La favorita dei pronostici, alla luce dei risultati ottenuti in questa stagione e del feeling che ha con la salita a Lagùnch, è ovviamente Valentina Belotti – ha continuato Del Curto -, ma la gara è tutt’altro che scontata vista la presenza delle altre azzurre Antonella Confortola, Sara Bottarelli, Alice Gaggi e della rumena Denisa Dragomir. Ruolo di outsider lo avranno invece le emergenti Giulia Compagnoni e Arianna Oregioni».
Se venerdì 7 sarà tempo di festa con la presentazione dell’evento in piazza a Chiavenna, domenica la sfida per nuovi record sul percorso dove in passato sono state siglate le migliori prestazioni cronometriche mondiali nel Km Verticale che attualmente appartengono a Bernard De Matteis (best time 30’27”) e Valentina Belotti (best time 37’42”). Macchina organizzativa già operativa, quindi, per questa sfida con il cronometro su un sentiero naturale unico al mondo, dove una lunga serie di gradini di differente altezza porta i concorrenti a dover gestire nel migliore dei modi gambe e fiato, con start posto ai 352 metri della chiesa di Loreto e arrivo a quota 1352 di Lagünc.
Tutto pronto per la Tartufo Trail Running del 9 ottobre
Ultimo atto del Trofeo Bper Agisko Cup
Il 9 ottobre ultimo atto del Trofeo Bper Agisko Cup con la Tartufo Trail Running. «Tutto confermato - spiega Roberto Mattioli dello staff organizzatore - anche il percorso è pronto: sul nostro sito abbiamo pubblicato il road book tecnico della nona edizione. E novità dell’ultima ora: la nazionale di skyrunning della FiSky sarà presente a Calestano da venerdì 7 per un collegiale». Quattro le distanze sui sentieri dell'Appennino Tosco-Emiliano celebri per il 'tuber uncinatum Chaten', meglio conosciuto come Tartufo Nero di Fragno: la gara lunga è di 66 km, ma ci sono anche la 50, 28 e 17 km, con dislivello da 930 a 3.360 metri.
Gara che assegna il titolo del circuito: in campo femminile già sicura della vittoria Lara Mustat del Circolo Minerva Team La Sportiva, al maschile lotta a due con Davide Ansaldo del Bergteam che guida su Claudio Chiarini del Team Tecnica, con Gianluca Cola Circolo Minerva Team La Sportiva, vincitore dell’edizione 2015, in dubbio per i postumi di un infortunio.












