Arrivederci Tambre…
Il Mondiale in Alpago e' stato un successo
Quando ci sono ‘good news’ bisogna scriverle. Quando le cose funzionano bisogna dirlo. I Mondiali in Alpago sono andati bene. Come ci ha detto un atleta, meglio andare a gareggiare dove ci conoscono e soprattutto conoscono la nostra fatica che in posti dove ci guardano con la puzza sotto il naso. Tambre non è Cortina (per rimanere in provincia), ma la passione per lo ski-alp è vera e autentica. Domenica c’era la fila a salire in Val Salatis a vedere la gara a squadre, ma quanti in più ci sarebbero stati se la neve fosse caduta e l’arrivo fosse stato in paese, come per la Transcavallo? Il piano B alla fine ha funzionato lo stesso, ma la zona di partenza e arrivo era in quota, servita da una strada stretta, nel tratto finale anche innevata. Un servizio navetta c’era ma era impossibile immaginarlo per tutti: non si sarebbe neppure stato lo spazio per fare manovra per tornare giù per tanti mezzi. Ma in tanti sono saliti lo stesso, i più sci e pelli caricati sullo zaino, molti solo con le scarpette da trekking. E anche in quota hanno trovato quello che avrebbero trovato a Tambre: dopo la lunga strada che era il primo tratto di gara c’era gonfiabili e prodotti del territorio per rifocillarsi. Anche i gadget degli sponsor da ritirare in paese. Addirittura un deejay che metteva musica, alternandosi con lo speaker che aggiornava sull’andamento della gara. Il sole poi ha reso tutto più godibile. 200 e più volontari sul percorso, alla fine con partenza e arrivo sci ai piedi. In una zona dove di neve davvero ne hanno vista poca in quest’inverno.
Il centro di Tambre è chiuso al traffico nei giorni dei Mondiali: c’è il village delle aziende a fianco della chiesa, c’è il palco montato per le premiazioni davanti al Comune. Fiocchi e bandiere sui balconi delle case. Tanti bimbi. Sarebbe successo lo stesso a Cortina? Insomma, c’è ancora Piancavallo, ma arrivederci Tambre…
Le parole in casa Italia dopo la gara a squadre
Argento di Boscacci-Antonioli e bronzo di Valmassoi-De Silvestro
Stessi sei atleti sul podio maschile due anni dopo. Lenzi e Eydallin ancora sul gradino più alto nella gara a squadre, dopo la vittoria nei Mondiale di Verbier, Un passo avanti rispetto alla rassegna iridata in Svizzera lo fanno Michele Boscacci e Robert Antonioli che dal bronzo mettono in bacheca l’argento, davanti ai francesi Bon Mardion-Gachet. In casa Italia la coppia è una sola, quella di Alba De Silvestro e Martina Valmassoi, dopo il forfait forzato di Elena Nicolini e Katia Tomatis. Due venete sul podio nei Mondiali in Veneto, o meglio due bellunesi ai Mondiali bellunesi…
Ecco allora le impressioni in casa Italia dopo la gara.
I campioni sono ancora loro: oro per Lenzi-Eydallin
Tanta Italia anche nella gara a squadre dei Mondiali
Ancora medaglie azzurre ai Mondiali di Alpago-Piancavallo. Pesanti, perché sono tre, perché c’è un nuovo titolo iridato, perché arrivano in quella che è un po’ la specialità storica dello ski-alp, la prova a squadre. L’Italia festeggia, ma tanto per cambiare con un brivido finale.
Partiamo dalla fine allora. Damiano Lenzi e Matteo Eydallin arrivano per primi sul traguardo. Festeggiano, vanno a cambiarsi nell’area del controllo materiale. Sono ancora dentro, Lenzi spegne l’ARTVA e così dove quando passa al controllo risulta inattivo. Quindi 3’ minuti di penalizzazione. «Ma nessuno prima - racconta il dt Stefano Bendetti - aveva avvertito gli atleti che il controllo dell’ARTVA sarebbe avvenuto in un’altra zona. Non credo che un atleta si giochi un titolo mondiale per risparmiare sulle pile dell’ARTVA… Un conto è penalizzare su regole certe, un altro su interpretazioni del regolamento con tutti i dubbi del caso. Il giudice ci ha detto che era una sorta di avvertimento, visto che non avrebbe snaturato la classifica finale».
Già perché la classifica finale dice Lenzi-Eydallin primi, Boscacci-Antonioli secondi a 13”. Chi non ha visto la gara potrebbe pensare a un testa a testa finale tra le due squadre azzurre… E se Boscacci-Antonioli fossero arrivati al traguardo non a 3’13”, ma 2’59” cosa sarebbe successo?
LA GARA - Prova davvero tosta. Tutti, davvero tutti qualcosa lo hanno rotto. Impegnativa in salita, non solo per il dislivello, ma anche per una traccia spesso ghiacciata visto che in Alpago è una domenica di sole, ma al mattino la temperatura è fredda. Una gara dura sulle creste, difficilissima in discesa. Una vera alpinistica, non c’è dubbio. Per la prova maschile un lungo lancio iniziale in più, per quella femminile subito la salita e una in meno nel finale.
MASCHILE - Dopo la prima parte sulla forestale, sono Boscacci e Antonioli ad affrontare al comando la prima salita, tallonati da Lenzi e Eydallin. Marti e Anthamatten, Gachet e Bon Mardion, Blanc e Favre inseguono. Poi Maguet e Barazzuol, Bonnet e Ecouer. Kilian Jornet mette davanti Oriol Cardona Coll a fare il passo. Lenzi e Eydallin passano avanti, ma perdono minuti per problemi di materiale, così al cambio dopo la discesa e il tratto a piedi, sono Boscacci e Antonioli ad arrivare per primi con quasi un minuto di vantaggio sui compagni di squadra. Dietro gli azzurri si presentano i francesi Blanc e Favre, ma Blanc si ferma con un problema alla mano, dai primi accertamenti sembra addirittura una frattura. Si ritira anche Bonnet dolorante ad un ginocchio, ‘salta’ pure Barazzuol. Così ci sono due lotte a distanza, quello per il primo e per il terzo posto. Come è finita lo abbiamo già detto. Lenzi e Eydallin riprendono i compagni di squadra sulla terza salita, Boscacci e Antonioli decidono che l’argento va bene. Alle loro spalle Bon Mardion e Gachet riprendono e passano Marti e Anthamatten e si mettono al collo il bronzo. Quinti gli austriaci Martin Weisskopf e Jakob Herrmann, sempre regolari e costanti tutta la gara, Kilian Jornet con Cardona Coll sono sesti con circa due minuti su Pietro Lanfranchi e William Boffelli.
FEMMINILE - Senza Laetitia Roux i giochi sono aperti. O meglio la favorite numero uno diventano le svizzere Maude Mathys e Jennifer Fiechter. Da copione partono all’attacco, ma sono costrette ad abbandonare presto la scena per problemi di materiale.
La lotta così si riapre. Al comando si ritrovano anche le nostre Alba De Silvestro e Martina Valmassoi. Vince chi è più regolare. E alla fine festeggia ancora la Francia con Axelle Mollaret e Lorna Bonnel, argento spagnolo con Claudia Galicia Cotrina e Mireia Miró, con un festeggiatissimo bronzo di Martina Valmassoi e Alba De Silvestro: E festa ancora più grande fanno le statunitensi Jessie Young e Janelle, quarte davanti alle svizzere Séverine Pont Combe ed Eugénie Tornay.
Transgrancanaria a Capell, ma c'e' tanta Italia
Quattro atleti a podio nella 360° e torna tra le grandi Silvia Serafini
Tempo di Transgrancanaria nel corso del fine settimana. L’importante gara del circuito Ultra Trail World Tour (125 km, 8.000 m D+) ha visto la vittoria dello spagnolo Pau Capell (The North Face) in 13h21’03’’ sul lituano Vaidas Zlabys (Thermowave) e il norvegese Didrik Hermansen. Tra i big da segnalare il nono posto di Andy Simonds e il decimo di Timothy Olson. Primo italiano Giulio Ornati (Salomon), diciassettesimo, e diciannovesimo Stefano Ruzza (Vibram). Al femminile successo della spagnola Azara Garcia de Los Salomones (C.D.E Yaniro-TugaActiveWear) in 16h25’20’’ sulla svizzera Andrea Huser (Mammut) e sulla francese Melanie Rousset (WAA). Ottava Lisa Borzani (Tecnica), tredicesima Giuliana Arrigoni (Tecnica).
ENDURANCE ITALIA - Nella modalità 360° (265 km, 16.500 m D+), doppietta italiana con Peter Kienzl (56h58’38’’, Dynafit Mountain Sport) e Luca Papi (WAA) e tra le donne con Annemarie Gross (ASV Telmekom Team Südtirol) vincente e al terzo posto Marina Plavan (Valetudo). Da segnalare il decimo posto di Giuliano Cavallo (Salomon) nella modalità Advanced (82 km, 4.300 m D+), vinta da Seb Chaigneau e il secondo di Marta Miglioli nella stessa modalità, dietro a Teresa Nimes Perez e il bel secondo posto di Sivlia Serafini dietro a Nuria Picas nella Maraton. Che sia il ritorno di una grande atleta da qualche tempo uscita dal radar delle prestazioni top?
Patrick Facchini vince la Vertical up di Kitz
Sulla Streif terzo Marco Facchinelli
Vertical up di Kitzbühel nel segno di Patrick Facchini: il portacolori dopo il terzo posto in Val Gardena, il secondo a Pinzolo va a vincere sulla Streif. L’ha domata nel tempo di 31’16”, precedendo lo specialista di casa Dominik Salcher (32’31”), con terzo l’altro azzurro del Team LaSpo Marco Facchinelli (33’43”).
Nella gara rosa doppietta austriaca: a segno Verena Krenslehner-Schmid in 38’15”, davanti a Susanne Mair in 38’28” con terza la svizzera Victoria Kreuzer in 40’03”, con sesta Tamara Lunger.
317 gli atleti nella classifica speed maschile, 46 in quella rosa.
-7 al via della MonterosaSkiAlp
La gara in programma sabato 4 marzo
Manca poco alla settima edizione della MonterosaSkiAlp, la notturna valdostana sulle piste del comprensorio del Monterosa Ski. La data, infatti, è quella di sabato 4 marzo con partenza alle ore 18, in questa occasione a Gressoney La Trinitè. Dopo lo start, per i primi concorrenti il passaggio a Stafal è previsto in andata verso le 18.30 e in ritorno verso le 20.15; il passaggio a Sitten/Sant’Anna di Gressoney (circa 15 minuti dall’arrivo funivia Stafal-Sant’Anna) in andata verso le 19 e in ritorno verso le 20.15; il giro di boa di Ciarcerio in Ayas-Frachey verso le 19:30 (arrivo funicolare Frachey), mentre l’arrivo dei primi concorrenti a Gressoney intorno alle 20.45.
Come da tradizione, gli impianti Frachey-Alpe Ciarcerio e Stafal-Sant’Anna saranno gratuitamente aperti al pubblico per permettere a tutti di seguire il passaggio degli atleti. Ultime iscrizioni su www.monterosa-skialp.com.
Mondiali, il gioco delle coppie per la gara a squadre
Assenti Laetitia Roux e Emelie Forsberg
Domenica è il giorno della gara a squadre ai Mondiali: si resta nella Val Salatis, con start alle 9.15 e non mancano le sorprese nella startlist, almeno a livello femminile.
Partiamo da casa Italia: Katia Tomatis non ce la fa dopo la botta rimediata nell’individuale, Elena Nicolini è bloccata dal medico per bronchite. Così una sola squadra azzurra al via, quella con Martina Valmassoi e Alba De Silvestro. In casa Francia Laetitia Roux è partita, direzione Sochi per prendere parte ai Mondiali militari, visto che fa parte della Gendarmerie, così lo staff tecnico transalpino punta su Axelle Mollaret e Lorna Bonnel. Sembra dunque una lotta a quattro per le medaglie con le spagnole Mireia Miró e Claudia Galicia Cotrina e soprattutto le svizzere Maude Mathys e Jennifer Fiechter.
Altra assente Emelie Forsberg: la Svezia schiera ben due squadre, ma lei non c’è. Avrebbe potuto fare coppia con Ida Nilsson, ma probabilmente punta tutto sul vertical. Una curiosità sulla Forsberg: da sempre ambassador Salomon, a questi Mondiali l’abbiamo vista in gara nell’individuale con un paio di sci Dynafit, sponsor della squadra nazionale svedese.
Un po’ tutto secondo copione al maschile. Confermate quattro le squadre azzurre: Lenzi-Eydallin, Boscacci-Antonioli, Barazzuol-Maguet e Lanfranchi-Boffelli. La Svizzera ha scelto Werner Marti-Martin Anthamatten e Rémi Bonnet-Yannick Ecouer, la Francia conferma Bon Mardion-Gachet e Ravre-Blanc. Kilian Jornet è in gara con Oriol Cardona Coll, attenzione anche agli austriaci Weisskopf-Herrmann.
Lo ski-college di Malles apre allo ski-alp
Da li' arriva la debuttante Sophie Poernbacher
Una debuttante ai Mondiali. Non solo una debuttante nel mondo dello ski-alp. Sophie Poernbacher sa sciare ovviamente, ma il suo passato agonistico è legato alla mountain bike. Poi è successo che ha incontrato Harry Telfser, allenatore di sci alpino, ma anche e soprattutto neo-tecnico di ski-alp, responsabile della squadra del Comitato di Bolzano e nello staff dello ski-college di Malles. Che ha deciso di ‘aprire’ allo sci-alpinismo. «Credo che siamo l’unico istituto per lo sport al mondo - spiega Harry - che ha una sezione dedicata allo ski-alp. Un progetto partito tempo fa che da due anni è una realtà. Adesso abbiamo due ragazze: oltre a Sophie c’è anche Vivien Senn. Entrambe fanno parte poi della neonata squadra di Comitato (con David Frena e Nicolas Ploner del Badia Sport e Johanna Unterer del Martell, ndr): ovviamente c’è grande collaborazione tra le due realtà». Dunque anche a Bolzano e dintorni lo ski-alp cresce e il progetto dello ski-college di Malles va anche in questa direzione. Una scuola superiore che ha grande seguito nelle altre discipline invernali e che adesso punta dritto sullo ski-alp. «Le peculiarità sono le stesse, con orari flessibili per le gare e la preparazione. Ma c’è anche un altro dato: la scuola è in lingua tedesca, ma sono sempre di più gli studenti-atleti non di madrelingua tedesca. Così sono stato previste una serie di ore di recupero sul tedesco: chi esce da Malles parlerà tedesco, italiano e inglese». Oltre a potersi allenare con continuità. «In autunno sono previsti due giorni la settimana in ghiacciaio: abbiamo la fortuna di avere vicini Stevio, Senales e Piztal, li alterniamo secondo le condizioni, in inverno poi usciamo due volte al mattino e una nel pomeriggio. Insomma cerchiamo di fare un lavoro mirato sul campo. Poi ci sono naturalmente le gare dove i nostri studenti restano ai loro club: Sophie continua a essere tesserata per l’Olang, Vivien per il Gossensass. il prossimo 24 e 25 aprile ci saranno le nuove ammissioni: l’obiettivo è quello di avere a Malles sempre più skialper-studenti».
Mondiali, bell'Italia nell'individuale giovanile
Sei le medaglie: due titoli con Davide Magnini e Giulia Murada
Tanta Italia nell’individuale giovanile ai Mondiali di Alpago-Piancavallo: due titoli, sei medaglie in tutte le categorie. «Abbiamo dimostrato che la squadra c’è - spiega il dt azzurro, Davide Canclini - che le nostre scelte erano giuste. Il tutto in una gara impegnativa: c’era il sole e dunque visibilità perfetta, ma le temperature si sono abbassate, la neve si è tirata e non era facile in discesa, dove era piuttosto segnata. Ma nel tecnico il gruppo ha fatto vedere il suo valore».
JUNIORES - Prova tosta, quattro salite oltre al lungo falsopiano iniziale. Davide Magnini prende subito l’iniziativa seguito da Andrea Prandi. Il trentino continua la sua corsa solitaria, il valtellinese deve fare i conti con qualche problema tecnico («Peccato perché ne aveva», analizza Canclini, finirà nono), ma alle sue spalle Nicolò Canclini ed Enrico Loss vincono la sfida con i due svizzeri Lietha e Ançay. Podio tutto tricolore, con oro di Magnini, argento di Canclini - stremato al traguardo - e bronzo di Loss.
E oro anche al femminile, firmato Giulia Murada. Brava la portacolori dell’Albosaggia ad aspettare il momento giusto per attaccare e soprattutto per far valere il suo maggiore tasso tecnico. Già perché l’inizio è tutto della russa Ekaterina Osichkina. L’abbiamo vista medagliata agli Europei dello scorso anno tra i Cadetti, adesso al primo anno Junior ha subito fatto valere le sue doti da fondista, accumulando subito un buon margine. Ma quando la gara si è fatta più insidiosa ecco uscire fuori Giulia Murada. La russa ha tenuto, argento per lei, con bronzo alla spagnola Julia Casanovas. «Certo che se va così nel vertical mi metto il cuore in pace», scherza la neo campionessa del mondo.
Le altre azzurre: quinta Mara Martini, ottava Melanie Ploner.
CADETTI - Nessun titolo ma due medaglie. «In campo maschile - ancora Canclini - i due svizzeri, Gay e Besson (primo e secondo, ndr) hanno sicuramente molto più fisico rispetto ai nostri e questo si fa sentire in questa categoria, ma Alessandro Rossi è stato bravo a mantenere il suo ritmo senza strappare, arrivando a medaglia. Ma oltre al suo bronzo, complimenti a tutti, quattro nei dieci: Alessandro Gadola sesto, Mirko Sanelli nono e Alberto Gontier.
Un po’ lo stesso discorso al femminile: la francese Justine Tonso è sicuramente la più forte, ma è anche all’ultimo anno di categoria, un argento quello ottenuto da Samantha Bertolina davvero importante». Bronzo per l’unica 2002 in gara, la svizzera Caroline Ulrich, quarta l’azzurra Sophie Poernbacher che è classe 2000 ma è anche al suo primo anno da agonista nello ski-alp, sesta Anna Folini.
C'e' da festeggiare anche l'oro di Nicolini
Il trentino primo tra gli Espoir
C’è da festeggiare l’oro Lenzi, ci sono le medaglie Espoir rosa, oro e argento di Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni, ma c’è anche e soprattutto l’oro Espoir di Federico Nicolini in casa Italia. Una sorpresa? «Non direi - commenta alla fine il dt azzurro Stefano Bendetti - Chicco in questi mesi ha dimostrato in Coppa del Mondo di essere tra i migliori. Le possibilità, dunque c’erano tutte: sapevano che Oriol Cardona Coll sta andando forte e che Rémi Bennet ha grande talento ma in questo periodo non è così continuo. In una gara lunga come l’individuale di oggi erano tante le incognite: invece, ha saputo reggere in avvio e uscire alla distanza. Si sentiva bene, ha tenuto a distanza lo spagnolo e poi a metà gara ha forzato riuscendo a passarlo. Una bella prova di maturità». Una squadra Espoir da applausi. «I giovani ci sono, queste medaglie fanno ben sperare per il futuro con una squadra che credo possa essere un valido ricambio per i nostri senior».
Damiano Lenzi e' campione del mondo
Primo nell'individuale davanti a Kilian Jornet e Anton Palzer
Il gran giorno di Damiano Lenzi. Voleva mettersi alle spalle gli ultimi mondiali a Verbier, voleva dimostrare che nelle ultime prove di Coppa del Mondo le vittorie erano sue. Cattivo, sportivamente parlando, quasi in trance agonistica. Eppure ha saputo reggere la pressione nei momenti critici della gara, quando ha perso uno sci sulla terza salita o quando è scivolato nell’ultima discesa. Ha giocato d’esperienza, ha ‘lasciato’ che Kilian Jornet recuperasse i quasi trenta secondi di vantaggio conquistati sulla prima salita presa a ‘fuoco’. «Una gara tosta - conferma il Lence - ne avevo e ho attaccato subito, prima Palzer e soprattutto poi Kilian sull’ultima salita mi hanno ripreso, ma non ho perso la concentrazione, sulla lunga discesa, in falsopiano, ho fatto valere il mio passato di fondista e ce l’ho fatta». Campione del mondo nell’individuale alla rassegna iridata dell’Alpago, Una prova davvero insidiosa, c’è la nebbia, una leggera pioggerellina, la visibilità è quella che è, e le discese sono complicate. Eppure ce l’ha fatta, al comando sino al penultimo cambio ha subito la rimonta di Kilian Jornet che nell’ultima salita ha preso e superato Palzer e poi è arrivato da Lenzi. Lotta serrata in discesa, quasi un fotofinish tra il piemontese e il catalano. Ma la medaglia d’oro è azzurra, secondo Kilian, terzo Palzer. Ma tutta l’Italia c’è. Quarto Matteo Eydallin, che è arrivato ad un passo dall’aggancio al trio di testa. «Ma ne avevano di più - scherza Eyda - la medaglia di legno va bene per accendere il fuoco della stufa?». E poi Robert Antonioli, quinto: era nel gruppone in avvio, addirittura intorno alla ventesima posizione, poi nelle discese ha fatto il Robert Antonioli. Dodicesimo Michele Boscacci.
Mondiali, la regina e' sempre Laetitia Roux
Prima nell'indivduale, ma l'Italia festeggia due medaglie Espoir
La gara femminile è stata da pronostico nel segno di Laetitia Roux. Le avversarie hanno provato ad impensierire la francese, ma lei è stata sempre al comando, ha gestito la situazione come meglio sa fare ed alla fine sa ha tagliato il traguardo in solitaria. Poi la svizzera Maude Mathys che mette alle spalle tutta la storia di squalifiche, e da mamma si mette al collo la medaglia d’argento. «Non è mai facile ritornare - spiega Oscar Angeloni, da questi Mondiali nello staff tecnico svizzero - ma con grande serenità voleva dimostrare il suo valore. Ha tirato sulla terza salita, riuscendo a staccare Mollaret e Forsberg. Alla fine era davvero contenta di quello che è riuscita a fare». Alle sue spalle la spunta la Mollaret sulla Forsberg. E le azzurre? Costrette al ritorno Elena Nicolini e Katia Tomatis. «Peccato - spiega la trentina - sono di nuovo ricaduta in questo malanno di stagione che non riesco a togliermi. Era con il gruppo delle migliori sulla prima salita, ma non riuscivo a respirare per la tosse ed ho deciso di ritirarmi». Sulla prima discesa invece bandiera bianca per Katia Tomatis. «Sono caduta malamente - conferma la cuneese - a trenta metri dal cambio. Tanto dolore, ma per fortuna nulla di grave. Spero di poter essere pronta già per domenica». Così la migliore è stata Alba De Silvestro, ottava assoluta, ma soprattutto oro tra le Espoir, appena davanti a Martina Valmassoi, con dodicesima e argento Espoir per Giulia Compagnoni.












