Tanta Italia anche nella gara a squadre dei Mondiali

Ancora medaglie azzurre ai Mondiali di Alpago-Piancavallo. Pesanti, perché sono tre, perché c’è un nuovo titolo iridato, perché arrivano in quella che è un po’ la specialità storica dello ski-alp, la prova a squadre. L’Italia festeggia, ma tanto per cambiare con un brivido finale.
Partiamo dalla fine allora. Damiano Lenzi e Matteo Eydallin arrivano per primi sul traguardo. Festeggiano, vanno a cambiarsi nell’area del controllo materiale. Sono ancora dentro, Lenzi spegne l’ARTVA e così dove quando passa al controllo risulta inattivo. Quindi 3’ minuti di penalizzazione. «Ma nessuno prima – racconta il dt Stefano Bendetti – aveva avvertito gli atleti che il controllo dell’ARTVA sarebbe avvenuto in un’altra zona. Non credo che un atleta si giochi un titolo mondiale per risparmiare sulle pile dell’ARTVA… Un conto è penalizzare su regole certe, un altro su interpretazioni del regolamento con tutti i dubbi del caso. Il giudice ci ha detto che era una sorta di avvertimento, visto che non avrebbe snaturato la classifica finale».
Già perché la classifica finale dice Lenzi-Eydallin primi, Boscacci-Antonioli secondi a 13”. Chi non ha visto la gara potrebbe pensare a un testa a testa finale tra le due squadre azzurre… E se Boscacci-Antonioli fossero arrivati al traguardo non a 3’13”, ma 2’59” cosa sarebbe successo?

LA GARA – Prova davvero tosta. Tutti, davvero tutti qualcosa lo hanno rotto. Impegnativa in salita, non solo per il dislivello, ma anche per una traccia spesso ghiacciata visto che in Alpago è una domenica di sole, ma al mattino la temperatura è fredda. Una gara dura sulle creste, difficilissima in discesa. Una vera alpinistica, non c’è dubbio. Per la prova maschile un lungo lancio iniziale in più, per quella femminile subito la salita e una in meno nel finale.

MASCHILE – Dopo la prima parte sulla forestale, sono Boscacci e Antonioli ad affrontare al comando la prima salita, tallonati da Lenzi e Eydallin. Marti e Anthamatten, Gachet e Bon Mardion, Blanc e Favre inseguono. Poi Maguet e Barazzuol, Bonnet e Ecouer. Kilian Jornet mette davanti Oriol Cardona Coll a fare il passo. Lenzi e Eydallin passano avanti, ma perdono minuti per problemi di materiale, così al cambio dopo la discesa e il tratto a piedi, sono Boscacci e Antonioli ad arrivare per primi con quasi un minuto di vantaggio sui compagni di squadra. Dietro gli azzurri si presentano i francesi Blanc e Favre, ma Blanc si ferma con un problema alla mano, dai primi accertamenti sembra addirittura una frattura. Si ritira anche Bonnet dolorante ad un ginocchio, ‘salta’ pure Barazzuol. Così ci sono due lotte a distanza, quello per il primo e per il terzo posto. Come è finita lo abbiamo già detto. Lenzi e Eydallin riprendono i compagni di squadra sulla terza salita, Boscacci e Antonioli decidono che l’argento va bene. Alle loro spalle Bon Mardion e Gachet riprendono e passano Marti e Anthamatten e si mettono al collo il bronzo. Quinti gli austriaci Martin Weisskopf e Jakob Herrmann, sempre regolari e costanti tutta la gara, Kilian Jornet con Cardona Coll sono sesti con circa due minuti su Pietro Lanfranchi e William Boffelli.

FEMMINILE – Senza Laetitia Roux i giochi sono aperti. O meglio la favorite numero uno diventano le svizzere Maude Mathys e Jennifer Fiechter. Da copione partono all’attacco, ma sono costrette ad abbandonare presto la scena per problemi di materiale.
La lotta così si riapre. Al comando si ritrovano anche le nostre Alba De Silvestro e Martina Valmassoi. Vince chi è più regolare. E alla fine festeggia ancora la Francia con Axelle Mollaret e Lorna Bonnel, argento spagnolo con Claudia Galicia Cotrina e Mireia Miró, con un festeggiatissimo bronzo di Martina Valmassoi e Alba De Silvestro: E festa ancora più grande fanno le statunitensi Jessie Young e Janelle, quarte davanti alle svizzere Séverine Pont Combe ed Eugénie Tornay.