Trofeo Nasego, tempo di Tricolori Fidal
A Casto asssegnati i titoli chilometro verticale e lunga distanza
Doppio appuntamento tricolore a Casto, nella bresciana Valle Sabbia: prima i campionati italiani FIDAL di chilometro verticale, poi il Trofeo Nasego con in palio i titoli lunga distanza.
Nella prova verticale affermazione di Valentina Belotti che si è imposta su Camilla Magliano e sulla polacca Katarzyna Kuzminska, quarto posto per Lisa Buzzoni, quinto per Samantha Galassi, mentre il titolo promesse è andato a Elisa Compagnoni. Gara tiratissima al maschile: alla fine a segno Patrick Facchini davanti a Marco Moletto e Hannes Perkmann, ai piedi del podio Antonio Toninelli e Francesco Puppi, con Alberto Vender primo tra gli under 23.
Nel Trofeo Nasego successo di Cesare Maestri con oltre due minuti su Francesco Puppi, bronzo per Marco Moletto, quindi Hannes Perkmann ed Emanuele Manzi a completare la top five. Nella gara rosa a segno Alice Gaggi davanti a Camilla Magliano e Barbara Bani, quarta Antonella Confortola, quinta Gloria Giudici.
Otzi Alpin Marathon a Oswald Weisenhorn
Al femminile prima Anna Pircher
Tempo di Ötzi Alpin Marathon, giunta alla quattordicesima edizione. Percorso classico, da Naturno al ghiacciaio della Val Senales: 42,2 chilometri da quota 550 a 3.212 metri, con 24,2km fino a Madonna di Senales in mountain bike, 11,3 di corsa sino a Maso Corto, 6,7 e 1.200 metri di dislivello di ski-alp sino alla stazione a monte delle funivie. Vittoria di Oswald Weisenhorn in rimonta su Daniel Antonioli con terzo l'austriaco Robert Berger, mentre al femminile podio tutto altoatesino con Anna Pircher su Gerlinde Baldauf e Helga Flora Platzgummer. Nelle staffette a segno il team Adidas Terrex, con l’austriaco Jackob Herrmann, Mirco Tabacchi e Osvaldo Zanella, in quella rosa il Tiroler Versicherung, composto da Lorenza Menapace, Petra Pircher e Birgit Stuffer.
Domenica e' tempo di Scott Ultra Trail del Mugello
Gara Italy Series e Trofeo BPER Banca Agisko Appennino Trail Cup
Tutto pronto domenica per lo Scott Ultra Trail del Mugello, gara d’apertura delle Italy Series e tappa del Trofeo BPER Banca Agisko Appennino Trail Cup. A Badia di Moscheta, nel cuore dell’Appennino Fiorentino, record di partecipanti, ben 778 (di 25 nazionalità diverse, anche dalla Nuova Zelanda) che si confronteranno sui due tracciati, quello lungo da 60km e 3.200 metri di dislivello, il secondo da 23,5km e 1.280 metri di dislivello. Partenza alle ore 6. Tra i favoriti Luca Carrara, primo nel 2016: avrà nelle gambe la fatica per la vittoria di domenica scorsa all’Elba Trail dove ha chiuso con il tempone di 5h42’, davanti a Chiristian Modena finito a 54” secondi? Ci proveranno tra gli altri anche Michael Dola, Carlo Salvetti e Antonio Armuzzi. Grande sfida al femminile: anche qui ai nastri di partenza la vincitrice dell’ultima edizione, Cristiana Follador che dovrà vedersela con Sonia Locatelli e Katia Fori. E oltre alla gara, da domani parte anche il raduno della Nazionale giovanile FISKY.
Mezzalama, tanto rumore per nulla
Resta confermata la classifica finale
Si continua a parlare di Mezzalama. Perché? Una nota dell’Ansa riporta che ‘La squadra vincitrice del 21° Trofeo Mezzalama sbaglia strada e divampa la polemica sul web per la mancata eliminazione e sull'assegnazione del titolo. Su Facebook c'è chi sostiene che la grande classica di scialpinismo "è stata vinta da Killian" Jornet Burgada, Werner Marti e Martin Anthamatten, arrivati secondi a distanza di poco più di 2 e minuti dalla pattuglia del Centro sportivo esercito formata Damiano Lenzi, Michele Boscacci e Matteo Eydallin. Gli alpini hanno infatti commesso un errore di percorso in fase di discesa seguendo il tracciato tradizionale della gara anziché la variante decisa dall'organizzazione all'ultimo momento per motivi di sicurezza’. Ma cosa è successo? Noi eravamo lì all’arrivo e dunque abbiamo visto Kilian e compagni parlare con Adriano Favre, la squadra dell’Esercito, compreso il colonnello Mosso. Di un possibile taglio solo si vociferava: Kilian non ne ha parlato in nessuna intervista, non è stato fatto alcun ricorso, c’è stata la premiazione ufficiale, la classifica finale, firmata dai giudici. Per noi dunque caso chiuso. Adesso è riesploso nei commenti social. E allora abbiamo sentito Matteo Eydallin, perché? «Perché ero io davanti alla squadra in quel momento e la responsabilità è mia. Ho seguito solo il percorso originale del Mezzalama, quello che conosco bene. Non ci sono state date indicazioni nel briefing, non ho visto fettucce o transenne, c’erano tante persone, ma nessuna che mi sembrava ‘riconoscibile’, per esempio con una pettorina del Trofeo Mezzalama. Non posso seguire le indicazioni di qualcuno senza sapere se sia dell’organizzazione. Ho preso quella strada in assoluta buona fede, perché pensavo fosse quella giusta: avevo già sbagliato nel 2009, ma la stavo allungando e lì nessuno ha detto nulla…».
E cosa ne pensa il direttore di gara Adriano Favre? «Ho ricevuto la segnalazione da un carabiniere che era lì in quel preciso passaggio e doveva indicare la direzione, visto che avevamo cambiato percorso perché nel traverso c’era troppa poca neve per garantire il passaggio in sicurezza di tutte le squadre e avevamo inserito il tratto in skating. La squadra dell’Esercito ha seguito una parte della traccia e poi è tornata sul percorso originario. Un vantaggio minimo che non ha deciso la gara. Certo ci poteva stare anche la squalifica a termini di regolamento, ma Kilian per primo, dopo aver parlato con me, mi ha detto che non voleva vincere il quel modo, da campione qual è. Abbiamo creduto alla buona fede degli atleti e confermato la classifica».
Anche per la Fondazione Trofeo Mezzalama il caso è chiuso come si legge nella nota che ‘porta a conoscenza di aver confermato l'ordine di arrivo delle squadre prime classificate alla XXI edizione del Trofeo, senza comminare alcun tipo di penalizzazione. La decisione è stata presa collegialmente dal direttore tecnico della gara e dal giudice incaricato Grande Course, che erano stati prontamente informati da parte del carabiniere sciatore addetto alla deviazione di percorso alla diga di Zindre, di un mancato rispetto delle indicazioni da parte della squadra C.S. Esercito 1, in quel momento in testa alla competizione. Il direttore tecnico si è tempestivamente recato in zona arrivo per informare del fatto la squadra seconda classificata e potenzialmente danneggiata. Ottenuta assicurazione della non intenzione di procedere con un reclamo ufficiale, in quanto essi stessi coscienti del fatto che la variazione di percorso intrapresa dalla compagine C.S.Esercito 1 non avesse portato loro alcun ulteriore vantaggio, ha confermato l'ordine di arrivo.
Pur censurando il comportamento della squadra del Centro Sportivo Esercito, la Direzione di Gara ha ritenuto eccessiva un'eventuale penalizzazione temporale o ancor più una squalifica in quanto, analizzati i fatti, la variazione di percorso si presentava accidentata, scarsamente innevata e a potenziale rischio di rottura materiali per gli ostacoli presenti.
A ulteriore chiarimento, si precisa che la variante di percorso che ha ingenerato l'azione della squadra del Centro Sportivo Esercito è stata già percorsa in precedenti edizioni del Trofeo Mezzalama che presentavano scarso innevamento (anche nell'edizione 2015, in salita). Si conferma altresì di non averne fatto specifica menzione al briefing tecnico della sera precedente e di aver predisposto un posto di controllo composto da tre addetti, proprio al fine di offrire il massimo supporto agli atleti. Con la speranza di aver chiarito in modo esaustivo la questione, consideriamo concluso lo spiacevole episodio, augurandoci per il futuro un sempre maggiore rispetto delle indicazioni che vengono date anche in corso di gara, con il solo fine di tutelare l'incolumità dei partecipanti’.
Duerocche a Matteo Pigoni e Francesca Pretto
In 5.600 alla gatra di Cornuda
«Il vero Mondiale è qui, perché questo è l’autentico spirito del trail». Parole di Matteo Pigoni che a Cornuda, alla prima partecipazione alla Duerocche, ha conquistato il traguardo più prestigioso della giornata, trionfando nel trail da 48 chilometri e 2.300 metri di dislivello. L’ha imitato, in campo femminile, Francesca Pretto, anche lei all’esordio alla Duerocche: «Adesso capisco perché la Duerocche è così famosa – ha commentato alla fine -. Una gara incredibile, indimenticabile, unica». Pigoni ha chiuso in 4h02’39”, staccando Francesco Rigodanza (4h11’26”) e Roberto Mastrotto (4h12’29”). Il vincitore era transitato al ventesimo chilometro, insieme a Rigodanza, con un ritardo di 2’34” rispetto a Mastrotto. Da lì ha iniziato una formidabile rimonta, che l’ha portato a raggiungere Mastrotto poco prima del trentesimo chilometro. La sfida per la vittoria, con Rigodanza vicino al ritiro per una slogatura alla caviglia, è finita lì. Quarto, in 4h34’58”, Marco Tramet, di Valdobbiadene, miglior trevigiano di giornata.
Un monologo invece la gara di Francesca Pretto, arrivata al traguardo in 4h51’48”. Al ventesimo chilometro la vicentina aveva già un vantaggio di oltre 12 minuti sulla conterranea Tina Sbrissa e il margine è cresciuto nella seconda parte di gara sino a sfiorare la mezz’ora (5h19’01” il tempo finale della Sbrissa). Terza la trevigiana Elisabetta Mazzocco (5h35’35”). Stefano Marcello Burlon (Scuola di Maratona di Vittorio Veneto), 27° in 5h08’08”, e Silvia Carobolante (Cimavilla Running Team), 29esima in 6h57’09”, hanno vinto il campionato italiano di Ultra Trail corto, riservato ai tesserati Iuta.
TRAIL CORTO - Due bellunesi sul gradino più alto del podio nel trail breve da 21 chilometri: primi Giorgio Dell’Osta Uzzel e Meryl Pradel. Tanti applausi per l’intramontabile Lucio Fregona, classe 1964, ex fuoriclasse della corsa in montagna, quarto, arrivato sul traguardo tenendosi per mano con Cristian Sommariva. «L’ho vinta dieci volte, l’ultima nel 2007, l’anno della quarantesima edizione, arrivando a pari merito con Cassi – ha commentato l’ex azzurro -. Non potevo mancare, ma l’età e gli acciacchi si fanno sentire». I giovanissimi Giovanni Pizzaia e Francesca Piccolo sono stati i più veloci nella prova sui 6 chilometri a carattere non competitivo. Jacopo Piazza e Marjana Bedini si sono messi tutti alle spalle nella 12 chilometri. Per la Duerocche è stata un’altra giornata da ricordare. Solo sfiorata dalla pioggia, la manifestazione ha coinvolto 5.600 atleti, confermandosi appuntamento da non perdere per tantissimi atleti. E’ stata una grande festa, lunga complessivamente 101 chilometri, che ha compreso anche la Passeggiata Storica di 14 km da Asolo a Cornuda, dov’era presente anche Moreno Pesce, atleta amputato alla gamba sinistra che ha partecipato grazie ad una speciale protesi in fibra di carbonio e titanio.
Kilian Jornet Burgada gia' in viaggio verso l'Everest
Nel progetto Summit of My Life
Kilian Jornet Burgada, chiuso il Mezzalama, è già pronto a partire. Destinazione Everest, si potrebbe dire. Il progetto è quello del Summit of My Life, dove manca la vetta himalayana; questo è il terzo tentativo, dopo lo stop nel 2015 per il terremoto (che ha poi visto Kilian impegnato in prima persona nella ricerca fondi per sostenere la ricostruzione nella valle di Langtang), e poi quello dell’agosto dello scorso interrotto a causa delle condizioni troppo rischiose. In questa spedizione ci sarà anche Emelie Forsberg: con lei affronterà il Cho Oyu, in vista del nuovo record sull’Everest. E come sempre il campione catalano sarà attivo per coinvolgere tutti gli appassionati nella sua avventura: c’è la pagina ‘Summits of my life’, ci sono i social e c’è l’#oureverest.
Marco De Gasperi a segno al Val Bregaglia Trail
Silvia Rampazzo vince la gara rosa
Val Bregaglia Trail ancora una volta nel segno di Marco De Gasperi. Rinnovando la sfida 2016 con Fabio Ruga, il sei volte iridato della corsa in montagna ha nuovamente vinto la gara transfrontaliera disegnata sui sentieri di confine tra Italia e Svizzera. Al femminile, una sola donna al comando: la veneta del Team Tornado Silvia Rampazzo.
Nonostante una deviazione nella seconda parte di gara, dovuta al grave incendio che da qualche giorno sta devastando ettari di bosco sopra l’abitato di Piuro, il comitato organizzatore presieduto da Nicola Del Curto è riuscito a proporre una gara bella e tecnica che, nella sua prova principe, aveva uno sviluppo di 43km e un dislivello positivo di circa 2300 metri. Gara che ha visto ai nastri di partenza 426 concorrenti (un centinaio in più rispetto alla prima edizione) e che era valida come tappa del nuovissimo challenge Eolo Fidal Mountain and Trail Grand Prix. Non solo, il Val Bregaglia Trail era pure prova di selezione per i mondiali lunghe di Badia Prataglia. E se De Gasperi ha fatto intuire che le gare iridate non sembrerebbero rientrare nei suoi piani 2017, il sogno azzurro di Rampazzo di diversi altri trailer è partito proprio da Chiavenna. Classifica alla mano la stella dell’Atletica Alta Valtellina ha stoppato il cronometro sul tempo di 3h49’54” tenendo dietro Fabio Ruga (4h04’00”) e lo stoico atleta Massimo Mei (4h05’05”). Quest’ultimo, nonostante una rovinosa caduta nella seconda parte di gara ha stretto i denti compiendo un primo importante step verso la convocazione in nazionale. Molto bene sono andati anche Stefano Fantuz, Christian Pizzatti, Dario Martocchi, Francesco Baldessari, Alessandro Bonesi, Giovanni Paris e il rientrante Fabio Congiu.
Al femminile Silvia Rampazzo ha stravinto in 4h19’05”. Con lei sul podio sono salite anche le due atlete del Free-zone Barbara Bani (4h35’40”) e Gloria Giudici (4h39’59”). Nella top five di giornata anche Lidia Mongelli e Martina Brambilla.
Nella mezza di contorno Davide Invernizzi ha vinto in 1h37’13” davanti a Bruno Bedogné e Marco Mainetti. Al femminile, invece, la svizzera Stefania Lederrey ha primeggiato in 2h22’13”. A podio pure Elena Peracca e Fabiana Del Grosso. Vincitori della staffetta maschile i fratelli di Premana Erik e Mattia Gianola, mentre al femminile si sono imposte Sandra Martelletti e Debora Bazzi.
Mezzalama, il veterano e il debuttante
Quarta vittoria per Eydallin, primo podio per Boffelli
C’è chi di Mezzalama ne ha già vinte quattro, c’è chi debutta su un podio LGC: ecco le impressioni di Matteo Eydallin dopo il poker nella gara valdostana e quelle di William Boffelli che per la prima volta è arrivato terzo al Mezzalama.
Percorso modificato al Val Bregaglia Trail
Per un incendio, partenza confermata a Chiavenna
Lavori straordinari per la macchina organizzativa del Val Bregaglia Trail. La seconda edizione in programma domenica mattina sui sentieri transfrontalieri un tempo utilizzati dai contrabbandieri è confermatissima, anche se con alcune modifiche rispetto al programma originale a causa dell’incendio che nei giorni scorsi ha devastato i boschi sopra l’abitato di Piuro. Il rogo si è sviluppato nelle prime ore di mercoledì, mandando in fumo oltre venti ettari e arrivando a lambire il piccolo borgo di Savogno. Per ovvi motivi di sicurezza il comitato organizzatore si è visto quindi obbligato a cambiare il precorso gara che nella seconda metà non porterà quindi gli atleti in questo suggestivo borgo. A conferma di un evento che al proprio esordio ha lasciato tutti entusiasti le iscrizioni sono state chiuse a quota 420. Molti in più rispetto al 2016. E come l’anno scorso la federazione italiana di atletica leggera selezionerà i migliori interpreti della specialità in vista dei mondiali 2017 di lunghe distanze. La partenza alle ore 8.30 in piazza Pestalozzi a Chiavenna.
Tutto pronto per la Duerocche
In programma il 25 aprile
Si scaldano i motori per la Duerocche di martedì 25 aprile, nel cuore delle colline trevigiane, con ben cinque diversi percorsi: i trail da 48 e 21 km, le prove per tutti da 12 e 6 km e il nordic walking da 14 km. La manifestazione coinciderà con il campionato italiano Iuta di Ultratrail corto e sarà valida come prova di qualificazione per l’Ultra-Trail du Mont-Blanc. E c’è anche Lucio Fregona tra i protagonisti dell’edizione 2017 della Duerocche: l’ex azzurro, classe 1964, già campione mondiale di corsa in montagna, sarà al via della gara sui 21 chilometri trail. Alla Duerocche, Fregona è di casa (abita nella vicina Castelli di Monfumo) e proverà a sfruttare il buon momento di forma per primeggiare nella gara che tante volte l’ha visto protagonista quand’era all’apice della carriera. Il suo nome va ad aggiungersi a quello dei tanti ottimi specialisti impegnati in una gara che anche quest’anno vedrà al via atleti provenienti da diverse regioni italiane e dall’estero. Nella gara sui 48 chilometri trail (con 2.300 metri di dislivello) sono annunciati Simone Wegher, vincitore della Duerocche 2016, Francesco Rigodanza, bronzo l’anno scorso, Matteo Pigoni e Roberto Mastrotto. Al femminile, Francesca Pretto, Tina Sbrissa, Alessandra Olivi e le trevigiane Elisabetta Mazzocco e Roberto Cariolato. Sui 21 km trail (con 1.000 metri di dislivello), oltre a Fregona, correranno Luciano Meneghel, Cristian Sommariva, Fabio Pettinà e, tra le donne, Kristel Mottin e Giulia Titton.
Saranno, in totale, 101 chilometri di corsa, immersi nella natura, con vedute mozzafiato e paesaggi indimenticabili. Particolare importante: quest’anno, per la prima volta, i percorsi di gara più lunghi saranno separati dai più brevi, in maniera che gli atleti più lenti non ostacolino i più veloci (e viceversa).
In queste ore, le iscrizioni hanno superato quota 4.500, ma il conto alla rovescia non si ferma: domenica 23 e lunedì 24 aprile, dalle 16 alle 20, presso la palestra Palapace di Cornuda (zona partenza), sarà ancora possibile iscriversi alle prove sui 6 e 12 chilometri, ricevendo la maglietta Duerocche by Delineodesign che rappresenta un ‘must’ per i partecipanti all’evento. Iscrizioni aperte (gruppi esclusi) anche martedì 25 aprile, al costo di 5 euro, senza maglietta.
Trofeo Mezzalama a Lenzi-Boscacci-Eydallin
Al femminile sfiorano l'impresa Katia Tomatis e Alba De Silvestro
Che bel Mezzalama. Partenza nel cuore di Cervinia, fuochi d’artificio per salutare i concorrenti sulla prima salita, sole e tanti appassionati sul percorso e all’arrivo di Gressoney. Le condizioni. Fa freddo, ma non così freddo, il vento soffia, ma non dà tanto fastidio. La neve. Una delle preoccupazioni di Adriano Favre alla vigilia era proprio quella delle condizioni in ghiacciaio. Il vento dei giorni precedenti aveva spazzato via tutto, con un pericolo ghiaccio in agguato. Alla fine non ci sono stati tanti grattacapi in discesa: sono state le onde, soprattutto nella rampa finale, quella del canalino dell’Aquila, le insidie maggiori.
GARA MASCHILE - Gara dura, durissima. E veloce. Al traguardo gli atleti si sdraiano distrutti sul prato dell’arrivo. Soprattutto tra i primi è stata una vera ‘battaglia’ sportiva. Sono Kilian Jornet Burgada, Werner Marti e Martin Anthamatten a dettare il ritmo sin dall’inizio, dalla salita al Theodulo e poi al Colle del Breithorn. Gli azzurri dell’Esercito, Damiano Lenzi, Michele Boscacci e Matteo Eydallin, all’inizio hanno tenuto il passo (appena 8 secondi di margine al Breithorn), poi sul Castore e nella discesa al Rifugio Quintino Sella, hanno pagato un po’ di più dazio ai battistrada, con un distacco salito a quasi un minuto. Lenca-Bosca-Eyda hanno ricucito lo strappo nella salita al Naso del Lyskamm, poi hanno completato l’opera in discesa. Primi in 4h18’50”, con 2’18” di vantaggio sul team svizzero-catalano. La terza posizione non è mai stata in discussione. William Boffelli, Pietro Lanfranchi e Jakob Herrmann sono stati saldamente sul podio già al Colle del Breithorn e poi hanno tenuto sino al traguardo, arrivando a 12’33”. Quarti a 31’21” Nadir Maguet, Manfred Reichegger e Robert Antonioli, quinti a 42’ Valentin Favre, Filippo Barazzuol e Alexis Sévennec. Completano la top ten Martin Stofner, François Cazzanelli e Stefano Stradelli, Filippo Beccari, Henri Aymonod e il norvegese Lars Erik, quindi Alex Salvadori, Alex Oberbacher e Daniele Cappelletti, il team andorrano con David Albos Cavaliere, Xavi Areny Bernabé, Joan Albos e la terza squadra dell’Esercito con Fabio Pasini, Daniel Antonioli e Richard Tiraboschi.
GARA FEMMINILE - Un sogno svanito nel finale. Katia Tomatis, Alba De Silvestro e Axelle Mollaret hanno condotto la gara dall’inizio sino all’ultima discesa, poi nel tratto a skating, prima della corsa finale sul traguardo sono state superate da Jennifer Fiechter, Emelie Forsberg e Laetitia Roux, prime in 5h37’49”. A 2’12” le due azzurre con la francese Mollaret. «Purtroppo le gare si costruiscono in salita, ma si vincono in discesa - spiega Katia Tomatis -. Nel finale non ne avevamo quasi più, ma per il nostro team resta un grande Mezzalama.
Trofeo Mezzalama, le indicazioni di Adriano Favre
La parole del direttore tecnico alla vigilia della gara
Tutto pronto per la partenza del Trofeo Mezzalama, pronti soprattutto i 900 mezzalamisti che sabato alle 5.30 saranno al via da Breuil-Cervinia. Niente Ventina, si affronta subito il Colle del Theodulo, poi Breithorn, Castore, Lyskamm…insomma percorso classico sino all’arrivo di Gressoney. Ecco le indicazioni del direttore tecnico Adriano Favre, alla vigilia della gara.